I buoi e le vacche di Gerione e Beppi di (o da) Lusiana
Decima di dodici fatiche di Beppi

di Claudio Simeoni

Partita di calcio mondiale della filosofia

Presentazione della Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

Le dodici fatiche di Beppi

Beppi di Lusiana e i buoi di Gerione

L'Altopiano di Asiago è pieno di malghe. Boschi di faggi e distese di abeti piantati dopo l'ultima guerra che ha devastato l'Altopiano. Ampie radure che scendono dai monti costituiscono il pascolo per le mandrie di mucche. In estate salgono alle malghe sparse sui monti e ad inizio autunno ritornano a valle.

Il verde di un giugno avanzato stava abitando i sogni di Beppi che in quel sogno si riempiva di colori dei fiori dei pascoli fra un ronzare d'api e un muggire di mucche.

La ragazza stava raccogliendo fiori fra l'erba e faceva attenzione a non calpestare le boase delle vacche.

Quando Beppi incrociò il suo sguardo, questa gli sorrise e gli disse: "Non ho molto tempo Beppi, ma dovrai affrontare Gerione e togliergli il controllo delle vacche che sta addestrando illudendole di pascoli ancora più verdi. Non è molto che sono uscita dall'Ade e non ti posso aiutare fino all'autunno inoltrato. Ma tu cerca Ade perché Ade solo ti può accompagnare nel Tartaro da Cronos. Per affrontare Gerione dalle tre teste, devi fermare il tempo e questo può accadere solo in Cronos. Ferma Gerione, Beppi. Ferma Gerione!"

I fiori, prima raccolti in un mazzo, ritornarono a fiorire fra l'erba del prato mentre la ragazza si dissolveva.

"Ancora un sogno" brontolò Beppi "Un giorno o l'altro dovrò cessare di sognare".

Poi rifletté su Ade. Dove l'aveva incontrato? Poi ricordò di averlo visto l'ultima volta davanti alla porta di Ippolita. Pensando ad Ippolita, Beppi ebbe un sorriso di beatitudine.

Ora sentì il bisogno di trovare Ade. Ade l'immenso generatore di vita che tutto agita, tutto scuote per modificare ogni presente. Dove mai lo avrebbe potuto trovare?

Mentre Beppi si chiedeva questo si rese conto di essere lui stesso Ade. L'Ade che sono, pensò Beppi, si sta staccando dal rumore di fondo degli Dèi che io sono, emerge nella mia coscienza e chiama Ade affinché mi accompagni nell'impresa.

La necessità dell'Intento fa emergere gli Dèi dentro gli uomini e anche se gli uomini non li sanno chiamare per nome, comunque gli Dèi emergono e comunque l'emergere di quegli Dèi concentra l'intento delle loro azioni. Tanto più i singoli Esseri Umani sono consapevoli di quanto sta accadendo in loro, tanto più forte è l'emergere degli uomini dentro gli Dèi.

L'intento in Beppi era molto forte, ora doveva trovare Ade. Ade nella figura che lo aveva accompagnato fino alla baita di Ippolita.

Ade non si trovava. Ade non arrivava. Ade sembrava sparito.

Beppi allora, con un gesto di rabbia alzò il piede e colpì forte la terra. La terra vibrò per il colpo ricevuto. Non vibrò solo la terra, ma vibrò l'Ade al di sotto della Terra e vibrò l'Ade, ogni Ade, in ogni cielo.

Vibrò talmente tanto che il mondo attorno a Beppi cambiò. Si trovò in un altro ambiente dalle forme sfumate. Beppi guardava stupito dove la forma di Ade, che aveva conosciuto, si girò a guardarlo. "Beppi" sospirò Ade" non mi piace condurti da mio padre. Sono vissuto dentro di lui per così tanto tempo che ogni volta che lo incontro ho il timore di ritornare dentro di lui e di perdermi nelle trasformazioni."

Poi Ade congedò le forme con cui stava parlando e si avvicinò a Beppi dicendo:

"Tutto ciò che esiste è manifestazione di Caos. Caos, il senza coscienza, come Nera Notte del resto, prende via via coscienza quando i separati da Caos, nel Caos, un po' alla volta, si trasformano in coscienza di sé. Il cammino delle discendenze che vanno da Caos a Zeus è un continuo sforzo soggettivo di ritagliare un po' d'ordine in un immenso e caotico disordine inconoscibile dal quale tutto emerge. Più ti avvicini a Zeus e più la descrizione delle cose appare chiara perché limita, le cose da descrivere, dall'immenso; più ti allontani da Zeus, andando verso Caos, e maggiormente le cose ti appaiono confuse e spesso prive di senso. Quando entri in Crono il non senso di Caos, che ti appare, diventa non senso di caos che si materializza come tempo, mutamento. L'immobilità presente di tutte le trasformazioni. La presenza nell'immediato di tutti gli avvenimenti che si sono succeduti nel tempo razionale. Non c'è un prima, non c'è un dopo: sono tutti là, davanti a te, e anche se tu scegli, distinguendo l'uno dall'altro, l'altro è là come l'uno a sollecitare la tua attenzione in un presente che sembra mai mutare. Puoi scorgere tutto, meno che il futuro, le conseguenze, che ancora non sono state. Puoi immaginare il futuro possibile, dedurlo, ma non vederlo."

Ade disse a Beppi: "Saliamo negli abissi. Io ti posso condurre alle porte di bronzo, ma non le posso superare. Noi, figli del tempo, ci siamo separati dal tempo il giorno in cui Zeus costrinse Crono a vomitarci affinché venissimo in essere. Per noi, figli di Crono, non esiste ritorno, ma tu puoi entrare. Sono infiniti i Gerione che abitano l'esistenza, ma tu cerchi il Gerione che hai affrontato la cui forma ti sfugge, come ti sfugge la qualità del Gerione che hai sconfitto o che pensi di aver sconfitto. Questo perché in Crono puoi osservare ciò che hai fatto, non ciò che farai."

Beppi si trovò a pensare: "Dunque, non devo affrontare Gerione e uccidere le sue vacche. Ho già affrontato le vacche di Gerione e non ricordo come, dove e quando."

A quel pensiero rispose Ade: "Non hai riconosciuto la forma, la forma del male. Ma il male lo hai conosciuto nelle vacche che Gerione allevava e alleva, pascolava e pascola. Faceva e fa, perché la sottomissione dell'uomo è un cammino che tende a perfezionare la sottomissione; come la libertà dell'uomo è un cammino di continua rimozione della sottomissione,"

Così dicendo Ade iniziò a spingere le alte porte di bronzo dietro le quali Zeus aveva rinchiuso i Titani e dove Crono aleggiava nutrendosi dei mutamenti e delle trasformazioni. Memoria di ogni divenuto. Consapevole di ogni esistenza che ha modificato il proprio presente.

Beppi superò le alte porte di bronzo e si ritrovò in un'oscuro mare dove non esisteva nessuna traccia sulla quale poter camminare. Nessuna indicazione. Nessuna possibile meta. Eppure aveva la sensazione di muovere i piedi.

Quando Ade rinchiuse le alte porte di bronzo, luci e immagini assalirono Beppi. Improvvisamente quel mondo si illuminò. Improvvisamente quel mondo si animò sovrapponendo immagini ad immagini che apparivano, scomparivano, si univano e si fondevano. Un caleidoscopio di forme-non-forme che invadevano tutte le sue sensazioni.

Beppi si chiese se fosse Crono a navigare con tutte quelle immagini nell'universo o se fosse l'universo assorbito in Cronos che si stava presentando in tutto il suo caotico movimento ai suoi occhi.

"Se io non avessi divorato i miei figli, nulla di ciò che conosci avrebbe potuto germinare. Io li ho protetti dentro di me. Li ho alimentati nell'attesa del loro momento. I miei figli non avrebbero potuto sopportare tutto questo. Figli troppo deboli, avevano la necessità di abitare un mondo diverso in cui l'azione non era oggetto in sé, ma strumento di una materia che si trasformava. Ci sono tanti modi attraverso i quali possiamo indicare la materia che si trasforma, la materia che alimenta azioni provocando reazioni ed adattamenti sia di azioni, che non sono materia, sia di altra materia che si adatta. E' il regalo che Zeus ha fatto al mondo che ha costruito portando i suoi fratelli fuori dal tempo in corpi di materia attraverso i quali modificano, sé stessi pur non essendo materia che si modifica. Beppi, camminerai in questo mondo dove osserverai il Gerione che hai vissuto, le vacche che hai combattuto, ma puoi solo osservare. Osservare e ricordare il tempo vissuto. Potrai osservare la forma che mosse le tue sensazioni e che ti spinse a scegliere. Scegliere, è la più grande forma di combattimento che gli Dèi possono mettere in atto nel loro mondo. Nelle relazioni con il mondo vinci o perdi a seconda delle scelte che fai partendo dalla qualità della relazione che hai vissuto. Tu non conosci le azioni che stimolarono le tue sensazioni alimentando le tue necessità di adattamento al mondo. Troppo legato alla forma, troppo lontano dall'emozione, troppo ignaro dell'azione che si fa oggetto sensibile. Osserva Beppi, osserva le teste di Gerione e osserva le vacche che da quelle teste vengono generate."

La neve gelida in inverni di ghiaccio ed un freddo che entra nelle ossa che non possono essere scaldate con nulla.

L'inverno Russo in cui la più potente armata del mondo sta ora indietreggiando lasciando sul ghiaccio il proprio delirio di onnipotenza e invincibilità.

Una nazione macellata sta cacciando i suoi macellai.

Presso il ponte di Rialto a Venezia, un disperato propone ai passanti il gioco delle tre carte. "Indovinate dov'è la regina e raddoppiate la posta." Le carte continuano a girare e lui, ogni tanto, ne mostra una con la regina tentando di coinvolgere i passanti affinché partecipino al suo gioco.

Franklin Delano Roosevelt mostrò ancora una volta la regina dicendo: "Allora, volete indovinare dov'è la regina?"

Il 07 dicembre 1941 il generale giapponese H. Tojo, stava al tavolo a giocare alle tre carte e invitava i suoi ufficiali a cercare di indovinare dove stava la regina. Stanco degli errori dei suoi ufficiali, alzò una carta e disse: "E' qui la regina!". E le bombe caddero su Pearl Harbor.

In quel momento il tavolo su cui Roosevelt muoveva le sue carte, chiedendo di trovare la regina, tremò scoperchiando le carte. Le carte caddero per terra: Stalin era la regina di quelle tre carte.

Sgomento Roosevelt mormorò "Churchill aveva ragione, bisognava strangolarli nella culla, ma non ci siamo riusciti. Ora non possiamo più combatterli dovremo costringerli a fare la guerra per noi."

Gerione germina, prende forma, il suo corpo cresce e le sue teste si propendono in un mondo che non sarà mai più lo stesso.

Il gioco delle tre carte è un gioco di ipnotizzatori dove chi guarda vede solo ciò che vuole vedere. Si guardano le carte, ma non le mani che muovono le carte. Si guarda l'uomo che muove le carte ma non si guarda chi muove l'uomo che muove le carte.

Descrivere la gestazione e la nascita del Gerione, che Beppi ha affrontato, è difficile e complesso. Gerione in questo modo mise fuori la testa dalla vagina della propria madre. Fu uno tsunami che travolse l'Europa e che vide il male incarnato nella Germania, nell'Italia, nel Giappone, nella Bulgaria, nella Croazia, nell'Ungheria, nella Romania e nella Slovacchia.

E Gerione iniziò a prendere forma:

"La politica nazista fu all'incirca la stessa in tutti i territori sovietici occupati. Le divergenze tra i dirigenti nazisti non riguardavano gli orientamenti generali, che nessuno contestava, ma problemi di priorità e di efficacia. Non è esagerato parlare in proposito di genocidio e ad attestarlo sono i documenti del processo di Norimberga 5. Lo sterminio in massa di coloro che i nazisti definivano gli Untermenschen costituisce uno dei più grandi atti di barbarie della storia. Il trattamento riservato ai prigionieri di guerra è un esempio che merita la nostra attenzione. Secondo i documenti tedeschi studiati da Dallin negli archivi, su un totale di 5.160.000 prigionieri sovietici registrati, 1.980.000 erano morti nei campi e 1.308.000 nel corso del trasporto: la cifra è dunque di 3.288.000 morti ed è ancora incompleta, in quanto c'è un'altra statistica tedesca che parla di 5.755.000 prigionieri. Sono dunque dai tre ai quattro milioni i prigionieri che sono morti nei campi. A questi vanno aggiunti i 2.800.000 civili sovietici deportati ai lavori forzati, la cui sorte non fu migliore di quella dei prigionieri di guerra: la percentuale dei decessi va stimata senz'altro uguale, ovverosia dei 3/5, per un totale di 1.700.000 morti. I prigionieri e deportati sovietici morti in Germania furono dunque circa cinque milioni, e questo costituisce solo l'aspetto quantitativo del problema. Le sofferenze degli uni e degli altri non sono misurabili. I nazisti li trattavano come schiavi. All'alimentazione insufficiente si aggiungevano i maltrattamenti e le torture. Von Keitel, su richiesta di Hitler, prese addirittura la decisione di far marchiare sulle natiche dei prigionieri un segno indelebile; sembra che poi si sia rinunciato a questa misura, ma il solo fatto di averla presa in considerazione è carico di significato."

Tratto da: Storia dell'URSS, di Jean Elleinstein, Editori Riuniti, Volume II, 1976, p. 114.

Untermenschen significa subumani ed è espressione dell'ideologia razzista per cui gli Italiani e i tedeschi avrebbero potuto e dovuto sterminare gli slavi.

Lo tsunami mise in moto altre forze che generarono, un po' alla volta, le teste di Gerione che alimentarono le sue mucche che divennero i veri agenti di Gerione nelle società civili.

All'improvviso Beppi si accorse che non era Roosevelt a far ruotare abilmente le carte sul tavolo, ma altri, dal volto anonimo, e Roosevelt sembrava essere il loro cliente.

"Indovina dov'è la regina" dissero rivolti a Roosevelt.

"Regina vince e il bolscevico perde". Mostrarono a Roosevelt la regina con i volti di Hiter e Mussolini.

L'Italia invase l'Etiopia e sterminò gli etiopi con il gas riducendo in schiavitù la popolazione. Nel delirio razzista cantavano "faccetta nera" mentre stupravano bambini e bambine. Poco dopo, Hitler nel 1938 invase e realizzò l'annessione dell'Austria nel progetto della grande Germania. Nel 1938, contro il mostro sovietico, l'Inghilterra di Chamberlain e la Francia di Daladier firmano un trattato che consegna la Cecoslovacchia a Hitler.

Nell'agosto del 1939 Hitler firmò un patto di "non-aggressione" con l'URSS poco prima di invadere la Polonia il 1 settembre 1939. Hitler si assicurò una collaborazione di fatto da parte di Stalin.

"Guarda dov'è la regina" diceva a Chamberlain colui che muoveva le carte "Se l'URSS si allea con la Germania di Hitler nessuno la ferma più!"

Chamberlain dichiara guerra alla Germania assieme alla Francia, prima che si formi l'alleanza Germania URSS, nei primi giorni del settembre 1939. E le teste di Gerione iniziano a crescere.

"Cerca la regina" dicono i volti anonimi a Chamberlain, i Sovietici hanno messo piede in Polonia con gli accordi con i tedeschi. I tedeschi non hanno mostrato onore negli accordi con la Francia e l'Inghilterra: i tedeschi mostreranno onore negli accordi con l'URSS?

Nei primi giorni di settembre del 1939 Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania, ufficialmente in appoggio alla Polonia. In realtà per appoggiare la Polonia contro i sovietici.

Il 14 giugno 1940 Parigi viene invasa dai tedeschi. I francesi accolgono i tedeschi, quasi con gioia, mentre l'esercito francese arretra sulle spiagge della Normandia.

Dal 15 al 20 settembre del 1940 la Germania inizia a bombardare l'Inghilterra. I tedeschi invadono la Francia e il resto d'Europa con a fianco l'Italia.

"Guarda dov'è la regina" Hitler ha perso la battaglia d'Inghilterra. Non è in grado di invadere l'Inghilterra.

"Guarda dov'è la regina"dice il mazziere mentre sposta le carte davanti ad Hitler "Gli inglesi sono di razza ariana, perché non continuare con gli slavi, razza debole e schiavi per vocazione?"

Il 22 giugno 1941 la Germania invade l'URSS. Ennesimo accordo strappato. La Germania e l'Italia concentrano una grande quantità di forze che travolgono ogni difesa sovietica. Avanzano come uno tsunami macellando gli slavi a milioni. In poche settimane avrebbero conquistato e raso al suolo Mosca, Leningrado e Stalingrado.

Ecco il mazziere delle tre carte al lavoro mentre Winston Churchill sta a guardare cercando di cogliere dove stia la regina. Il mazziere poggia le carte sul tavolo e poi, con la mano fa un gesto al di sopra delle carte da sinistra verso destra. Poi, gira le carte e mostra che in esse non c'è la regina. Una carta è Winston Churchill, un'altra è Roosevelt, la terza è Hitler. E Winston Churchill comprende che è giunto il momento di abbattere l'URSS perché gli uomini non possono essere uguali alla Regina: Giorgio VI di Windsor ringrazia.

Lo tsunami tedesco inizia a mostrare i suoi limiti.

L'8 settembre 1941 inizia l'assedio di Leningrado. La città che doveva essere spazzata via in 6 settimane resiste ad un assedio fino alla liberazione dell'assedio il 27 gennaio 1944, Inchioda l'armata tedesca che non è più in grado di avanzare.

Nell'estate del 1942 lo tsunami tedesco si ferma davanti alle porte di Stalingrado. La battaglia continua fino al febbraio del 1943 con l'annientamento e la disfatta dell'armata tedesca affiancata da contingenti italiani, rumeni e ungheresi.

La battaglia di Mosca fra l'autunno del 1941 e l'inverno del 1942 ferma lo tsunami tedesco nella sua avanzata.

Le tre carte si muovono davanti a Winston Churchill e a Roosevelt. "Trova la regina!". Chi fermerà ora Stalin? Roosevelt e Churchill speravano in una disfatta di Stalin per poter correre in soccorso dello sconfitto Stalin e dettare, in un secondo momento, le loro condizioni.L'URSS ha sconfitto la Germania e Churchill con Roosevelt, che avevano in un primo tempo promesso ai sovietici di iniziare attaccare la Germania in Europa nel 1943, hanno rinviato, di anno in anno l'invasione, speranzosi che la Germania potesse distruggere l'URSS. Attesero la sconfitta dell'URSS, ma quando l'URSS iniziò ad avanzare verso la Germania, decisero lo sbarco in Normandia nel giugno del 1944 dopo che gli alleati, sbarcati in Sicilia nel luglio del 1943 arrivano a Roma il 04 giugno 1944.

"Trova la regina!" ora Stalin avanza perso la Germania. L'URSS avanza da sola senza l'aiuto dei contingenti inglesi e statunitensi.

"Trova la regina!"

08 agosto 1945 l'URSS inizia a guardare ad oriente. La Cina di Mao Tse Tung aveva fermato il Giappone e gli USA avevano sottratto al Giappone il dominio dei mari e dei territori occupati fra Indocina e Malesia.

Ora che l'URSS sta avanzando in Europa decide di ripulire la minaccia ad oriente e dichiara guerra al Giappone l'08 agosto 1945.

"Trova la regina" dice il mazziere a Truman.

Da metà luglio del 1945 l'imperatore giapponese Hirohito aveva iniziato a trattare la resa con Stalin.

"Trova la regina! I "comunisti" stanno vincendo in Cina, che cosa succede se Stalin occupa il Giappone? Trova la regina!" dice il mazziere.

Truman ordina ai suoi generali: "Distruggete il Giappone, che non cada nelle mani di Stalin."

Immediatamente si alzò in volo un bombardiere che il 06 agosto 1945 sganciò la bomba atomica su Hiroshima e un secondo bombardiere sganciò una seconda atomica su Nagasaki, il 09 agosto 1945. Il 02 settembre 1945 il Giappone firma la resa agli USA a bordo della portaerei.

Il 06 agosto 1945 Gerione nasce e il 09 agosto 1945 Gerione diventa la mente pensante e progettuale nella società umana.

Al generale Eisenhower sarà inviato, a guerra conclusa, nell'aprile del 1946, un memorandum in cui si ordina: "Da nessuno dei documenti destinati alla pubblicazione deve risultare che la bomba atomica fu lanciata su un popolo che aveva già cercato la pace".

Un bimbetto di cinque anni circa giocava, nel frattempo, a gettare sassi in un piccolo torrente che scaricava l'acqua dal monte Corno e che passava vicino casa.

Il mazziere continuò a far girare le carte sopra il tavolo e, intanto, con le sue tre teste guardava Truman.

Gerione, figlio di Crisaore (spada d'oro) nato da Medusa, l'emozione offesa, fratello di Echidna compagna di Tifone. Gerione, figlio dell'oceanina Callicore (la bella sorgente) che riassume in sé le emozioni offese da un'umanità smarrita.

Le tre teste sorridevano a Truman mentre le mani di Gerione continuavano a mescolare le carte. "Grazie" disse Gerione a Truman "ora tocca a me!"

E Beppi osservava sparire Truman mentre ogni forma si trasformava in Gerione.

Nell'ottobre del 1945 Ho Chi Minh chiese aiuto a Truman e alle Nazioni Unite per aiutare l'indipendenza del Vietnam dal colonialismo Francese. Truman in più discorsi aveva incoraggiato l'auto-determinazione dei popoli. Ho Chi Minh scrisse a Truman e al Segretario di Stato otto messaggi chiedendo aiuto, ma non ricevette nessuna risposta.

Ma ora non era più Truman, era Gerione che muoveva le sue teste come serpenti nella società umana. Era Gerione che parlava per bocca del segretario di Stato Marshall dicendo "non ho perso di vista il fatto che Ho Chi Minh avesse collegamenti diretti con comunisti e che è evidente che non siamo interessati a vedere soppiantate amministrazioni dell'impero coloniale da organizzazioni politiche e filosofiche provenienti o controllate dal Cremlino"

La testa di Gerione che si infilò in oriente seminò il suo muto rancore contro chi voleva costruire il futuro.

Beppi non si scontrerà con questa testa di Gerione, altre teste si stavano muovendo come serpenti in Africa e in Europa.

Però, prima di abbandonare la testa di Gerione che si muoverà in Asia ricordiamo solo un episodio in cui Gerione ha riversato le sue emozioni offese facendo dell'offesa alle emozioni della vita arte con la quale nutrirsi dalle emozioni degli uomini:

10 gennaio I966.

Bali. - La violenza arrivò nell'isola di Bali a dicembre. E' quasi come se, iniziata all'estremità più occidentale dell'Indonesia, si fosse mossa verso est attraverso i centri più popolati, da Giava Centrale a Giava Orientale e poi fino a Bali. Come il movimento del sole, ma al contrario. Il massacro di Bali probabilmente fu il peggiore di tutta l'Indonesia. Mentre il nuovo anno stava iniziando, l'isola fu lacerata dalla violenza.
Agung Alit era appena un ragazzino, ma sapeva che stavano cercando suo padre. Anche suo padre, Raka, lo sapeva, cosi, invece di dormire a casa, passava la notte nel vicino tempio indu. Agung stava a casa. Mentre dormiva, notte dopo notte a casa sua arrivavano degli uomini che frugavano in giro e chiedevano dov'era Raka. Alla fine lo trovarono. Agung fu svegliato e la sua famiglia gli disse che il padre era andato via e non sapevano quando sarebbe tornato.
La gente di Bali sapeva che nello scoppio della violenza c'era qualcosa di molto sospetto. La gente veniva ammazzata a colpi di grandi machete che però non erano tipici dell'isola. I balinesi usavano i kleioang, un'arma tipica del luogo dalle lame più sottili. Qualcuno doveva aver portato i machete da un'altra isola. E come altrove la gente del posto partecipava alle uccisioni. Agung senti dire che suo padre era stato portato via da un vicino, un uomo che la sua famiglia conosceva.

I machete comparvero a Bali più o meno nello stesso periodo in cui arrivarono le campagne di propaganda anticomunista dei militari, coordinate a livello nazionale. Si diceva che le donne Gerwani avessero intenzione di prostituirsi per comprare armi per la rivolta comunista e di castrare i soldati che cedevano alle loro lusinghe. I gruppi addetti alla propaganda giravano nelle zone rurali per diffondere storie come questa e portare nelle case il messaggio che la gente doveva "stare con il G30S o aiutare il governo ad annientare il G30S. Non era contemplato rimanere neutrali".
Alcuni omicidi vennero eseguiti da membri del Pni, il partito nazionalista fondato da Sukarno molto tempo prima, altri da bande locali di paramilitari che si erano già opposte al programma governativo di riforma fondiaria nazionale".

Il giovane Wayan Badra, il tredicenne figlio del prete indii del quartiere di Seminyak, notò che due bravi insegnanti comunisti della sua scuola se ne erano andati e non avevano più fatto ritorno. Poi senti cosa stava succedendo sulle spiagge. Portavano persone dalla città a est per ucciderle sulla sabbia. La spiaggia era un luogo pubblico e di notte era deserta. I corpi venivano lasciati H. Alcuni venivano recuperati dalle famiglie, altri erano portati al villaggio di Badra dove venivano cremati dopo un rito funebre anonimo celebrato dal padre di Wayan.
Per gli indu balinesi la perdita del corpo di un membro della famiglia E' una profonda tragedia spirituale di enorme significato. Così dopo qualche anno dalla fine delle violenze, Agung andò con la sua famiglia a cercare il corpo del padre per dargli un funerale onorevole e cremarlo. Camminarono per quattro chilometri fino al luogo dove qualcuno aveva detto che avrebbero trovato i resti. Trovarono un campo pieno di corpi.
Iniziarono a cercare tra le ossa e a raccogliere teschi.
Qualcuno gridò: "Questo E' il signor Raka!"
Ma no, il teschio non sembrava quello giusto. I capelli non corrispondevano. Forse E' quest'altro? Continuarono disperatamente a cercare tra i cadaveri decomposti per diversi minuti prima che qualcuno si rendesse conto che era un'impresa folle. "C'erano troppi teschi, troppi scheletri".
Camminarono per un'ora per tornare a casa elaborando la consapevolezza che non lo avrebbero mai potuto seppellire e sconvolti dall'enorme mare di uomini in cui erano appena entrati.

In totale fu ucciso quasi il 5 per cento della popolazione di Bali, vale a dire ottantamila persone, probabilmente la più alta percentuale di tutto il paese".

Tratto da: Vincent Bevins, "Il metodo Giacarta", Einaudi Editore, 2021, p 166 - 167

E con questo, quella testa di Gerione, che si muoveva come un serpente in Asia scomparve alla vista di Beppi. Fiumi di sangue scorreranno, ma saranno altri Ercole e altri Beppi che interverranno, per come sarà loro possibile.

In Africa non fu diverso.

Dopo il 1932, quando Salazar instaurò in Portogallo il suo regime personale, ogni idea o tentativo di riforme nelle colonie ebbe termine. Le «associazioni culturali» furono messe al bando o trasformate in fantocci di parata nelle mani dell'amministrazione; le voci dissidenti furono soffocate nelle prigioni o nell'esilio; la porta verso l'«assimilazione» - che era sempre stata stretta - fu quasi chiusa. E' difficile mettere insieme cifre esatte, ma è ragionevole affermare che intorno al 1950 la percentuale di assimilados presenti nelle colonie africane portoghesi - uomini e donne che potevano sperare di vivere su un piede di parità, in qualche modo, con gli europei - era di poco superiore allo 0,5 per cento della popolazione africana complessiva. Soltanto per costoro vale la pretesa portoghese di praticare una politica «non razzista», e in realtà anche nei confronti degli assimilados operavano (e operano) all'interno della società portoghese atteggiamenti di discriminazione economica e sociale.
Quanto al resto della popolazione africana (il 99,5 per cento), essa era oggetto di sfruttamento coloniale, sia nel caso dei «lavoratori liberi» (pagati con il minor salario compatibile con il mantenimento della loro capacità di lavoro}, sia che fossero schiavi la cui condizione reale era appena mascherata sotto i nomi di «lavoratori in appalto» (contract workers) in Angola o di seruicais in Mozambico. Non per nulla un ispettore generale delle colonie, Henrique Galvào, informava nel 1947 il governo (in un rapporto che fu tenuto attentamente celato, ma che l'opposizione clandestina portoghese riusci a pubblicare) che «per alcuni versi, la situazione [in Angola] è peggiore della schiavitù vera e propria. In regime di schiavitù, dopo tutto, l'indigeno viene acquistato come un animale, e il padrone tiene a conservarlo in efficienza quanto un cavallo o un bue. Ma qui l'indigeno non è oggetto di compera: egli viene assoldato dallo stato, ed è chiamato uomo libero. Il suo datore di lavoro si cura poco che s'ammali o muoia, perché se s'ammala o muore egli non farà altro che chiederne un altro». Galvào aggiungeva che un alto tasso di mortalità tra questi lavoratori «appaltati» non gli risultava aver mai privato un datore di lavoro di ulteriori rifornimenti di manodopera.
In Guinea la situazione era migliore. I coloni erano pochi, e quindi il fenomeno del lavoro forzato, nel senso stretto del termine, era modesto, eccettuati i periodi in cui gli amministratori distrettuali dovevano far ripulire le strade o sarchiare i giardini. Per il resto le condizioni generali erano assai simili a quelle esistenti in Angola e Mozambico. Economicamente la colonia era un'appendice del Portogallo - o, meglio, della Uniao Fabril, la società commerciale in posizione di monopolio -, e forniva alla metropoli prodotti coloniali a buon mercato ricevendone merci portoghesi. I termini dello scambio erano tali da dar luogo ad una bilancia dei pagamenti il più possibile favorevole ai portoghesi

Tratto da: "La liberazione della Guinea" di Basil Davidson, edizione Einaudi, 1970, p. 30-31

In Africa la testa di Gerione fu molto attiva. Dal Sud Africa alla Rhodesia, dall'Angola al Mozambico; dal Congo all'Etiopia e alla Somalia; dall'Algeria all'Egitto; dalla Nigeria a tutta la costa occidentale.

"Quello che hai visto accadere in Guinea si è sparso dovunque nell'Africa. Il colonialismo non voleva cedere i suoi schiavi. Ma ora tolgo il disturbo. La testa che tu devi vedere è la testa che hai affrontato." Così dicendo le immagini scomparvero e. come un film che si riavvolge. Beppi si trovò all'interno di un Comando Alleato che si stava preparando per lo sbarco in Sicilia.

"Scegli la carta, trova la regina!" stava dicendo il mazziere "Stalin sta avanzando!". Alcune persone stavano davanti al mazziere. I visi non si distinguevano ma le voci erano chiare: "In Europa uno sbarco lo dobbiamo fare. Stalin ha iniziato ad avanzare e la promessa dell'apertura del fronte occidentale è stata per troppo tempo rinviata."

"Segli la carta, trova la regina!" stava dicendo il mazziere "sbarcare lontano dalla Germania in modo che le forze tedesche continuino ad ostacolare Stalin. Ma dove?"

"Non in Grecia. La resistenza comunista è molto attiva e poi, a nord, ci sono i partigiani comunisti di Tito. Anche in Italia si stanno muovendo forze vicino ai comunisti."

"Ho parlato con Lucky Luciano e i mafiosi sono pronti a passare dal sostegno a Mussolini al sostegno degli USA. Loro si alleano con il più forte dal quale si attendono favori. Mussolini è anticomunista e noi stiamo combattendo con i comunisti."

"Ti sbagli" disse un'altra voce "Noi stiamo combattendo i comunisti impedendo loro di occupare l'intera Europa e per farlo dobbiamo toglierci dai piedi Mussolini e Hitler, ma non il fascismo e il nazismo. Vanno rimodulati e ricondotti nella sfera del liberalismo. Devono diventare parte del liberalismo, come la mafia, e non alternativi al libero mercato."

Il mazziere continuava a spostare le carte sul tavolo, sempre più velocemente e ogni tanto ne alzava una mostrandola ai suoi spettatori: "Colonnello Charle Poletti uomo prezioso." Poi continuò a girare le carte una sull'altra mostrandone un'altra: "Don Calò l'uomo che vi serve." Disse il mazziere.

E poi arrivarono sull'Isola George Patton e Montgomery con le promesse fatte a Lucky Luciano: amministrazione civile ai mafiosi, appoggio al separatismo siciliano e riduzione di pena a Lucky Luciano. "In fondo" sussurrò il mazziere "Gli sarebbe bastata la riduzione di pena,"

"Poletti nomina sindaco di Palermo Lucio Tasca e con lui i sindaci dei 62 comuni della provincia. Giuseppe Genco Russo sarà soprintendente all'assistenza pubblica, Vincenzo Di Carlo sarà responsabile dell'ammasso e della distribuzione del grano; questo è un compito pesante, perché la razione giornaliera di pane è soltanto di 50 grammi. Tutti i nomi glieli suggerisce don Calogero Vizzini, che non ha voluto incarichi di valore; solo quello di sindaco di Villalba, sua città natale e suo feudo, poco più di mille abitanti in provincia di Caltanissetta. Gli ha consigliato anche, come interprete, suo nipote, Damiano Lumia. Don Calogero Vizzini (tutti lo chiamano Don Calò) è nato nel 1877; ha quindi 66 anni. Due fratelli sono preti, uno è vescovo di Noto e docente negli atenei pontifici. Lui ha preferito esperienze diverse. Privo di licenza elementare, si è unito a Francesco Paolo Varsallona, che esercitava il furto e il contrabbando di bestiame e imponeva ai proprietari terrieri il pagamento della "protezione". 

E ancora:

Diverso è il caso del sindaco Tasca. La sua famiglia ha avuto sempre una posizione sociale che le ha permesso di convivere con la mafia senza esserne coinvolta. Lucio Tasca è nato a Palermo nel 1880 ed è figlio di Giuseppe Mastrogiovanni Tasca Lanza, per tre volte sindaco di Palermo tra gli anni 1901 e 1907 e senatore del regno nel 1902; dal padre ha ereditato il titolo di conte d'Almerita. Laureato in giurisprudenza a Roma, volontario nella prima guerra mondiale, si è dimostrato un latifondista illuminato e moderno. Promotore della meccanizzazione agricola, la sua azienda di Regaleali è divenuta un modello. Ha vinto due volte il premio per la migliore azienda agricola siciliana e tre volte il premio nel concorso provinciale per la battaglia del grano.Lucio Tasca è uno dei maggiori esponenti del movimento separatista. E' autore di un manifesto clandestino dal titolo "La Sicilia ai siciliani" e di un saggio, "Elogio del latifondo siciliano", che è una delle bandiere del separatismo.

Tratto da: sergiolepri .it /29- agosto-1943/

Il mazziere continuava a spostare le carte sul tavolo, sempre più velocemente e mostrò una carta ai suoi spettatori: "Quello che Lucky Luciano chiede è quello che voi avete voluto che Lucky Luciano chiedesse. Se i comunisti arrivassero in Italia, la Sicilia si poteva separare dall'Italia come uno Stato indipendente sul modello di Taiwan."

L'esercito alleato si spostava verso nord. Poi, lo sbarco ad Anzio. Nel frattempo, prefetti, podestà e questori, nominati e voluti dal fascismo, diventavano americani pronti a servire l'America.

Dopo Palermo Charles Poletti passò a Roma e poi a Milano, dove fu nominato governatore della Lombardia, ma solo il 30 aprile del 1945, quando la guerra stava per finire. Poletti ha ricevuto la Legion of Merit per il suo servizio in Italia. Nel 1945 ha ricevuto l' Ordine di San Gregorio Magno da Papa Pio XII . Nello stesso anno il governo italiano lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce (della Corona d'Italia). E' morto nel 2002 a 99 anni.

Tratto da: sergiolepri .it / 29- agosto-1943/

Beppi guardò sbalordito le immagini che passavano davanti ai suoi occhi. Lui che ricordava la calata dei partigiani comunisti a Milano stava guardando una storia che non conosceva. Una mafia sempre più forte che aveva rinunciato all'irredentismo siciliano, ma non ai suoi traffici. Quando nel 1953 il giornale Avanti scrisse che:

"Vizzini in società con Lucky Luciano nel 1949 possedeva a Palermo una fabbrica di confetti e dolciumi in cui si nascondeva droga e che esportava in Usa, Francia, Germania, Canada, Messico."

Il vento delle elezioni politiche del 1946 scosse il paese. 

I comunisti avrebbero potuto governare il paese, lo stesso Togliatti ebbe paura: significava guerra civile.

Togliatti decise di perdere le elezioni barattando il potere di governo con i diritti civili.

Il governo socialista e comunista in Italia decise di intraprendere il cammino dell'uguaglianza dei sessi consentendo al fascista De Gaspari di rassicurare gli Alleati USA sul fatto che l'Italia non aderirà al "blocco comunista".

A Gerione non importava. Sottomettere gli uomini era il suo scopo; la guerra e la politica erano i suoi mezzi.

"Nel marzo del 1949 il prefetto di Firenze informa il Ministero degli Interni che è prevedibile un'insurrezione comunista in Italia e Francia in cui i comunisti si sarebbero assunti il compito di occupare Nizza e i comunisti francesi di arrivare a Torino. "

Tratto da: L'Italia dei colpi di Stato, Gianni Flamigni, New compton editori, 2007, pag.8

Crono sembrò mettere una mano sulla spalla di Beppi, o così sembrò a Beppi, mentre un sussurro giunse alle orecchie di Beppi:

"Tutto ciò che hai visto fino ad ora è una sorta di premessa. Una premessa che ha avvolto la tua infanzia e che continuerà ad avvolgere l'intera tua esistenza. Ma questi fatti ti appaiono lontani, li hai vissuti come un'onda emotiva che si infrange sulla barriera della tua ragione. La tua ragione ferma l'onda emotiva, ma questa si trasforma in sensazione e la sensazione alimenta la tua necessità d'azione che, non essendo supportata da condizioni razionali, sembra essere azione in sé stessa. Così ti arrabbi, serri i pugni, urli per la rabbia avvolto da condizioni di impotenza per una realtà che percepisci, ma che alla tua ragione si presenta come un immaginario. Beppi, il tuo potere è stato quello di scegliere fra l'immaginare la descrizione di una realtà della quale non avevi informazioni e immaginare una non realtà prodotta dal desiderio di supremazia. La tua sfida consisteva nello scegliere e sei diventato un Dio attraverso quella scelta. Ora guarda le immagini."

Crono tacque e le immagini iniziarono a scorrere davanti agli occhi di un Beppi che iniziava a chiedersi che cosa mai avesse fatto per scegliere e che cosa avesse scelto. Beppi non sapeva nemmeno che cosa aveva scelto. Non aveva idea di quale fosse stato il suo "comportamento eroico" e iniziò ad osservare.

"Il 07 dicembre 1947 il capo del governo De Gasperi ha mandato un generale dall'ambasciatore USA Dunn per chiedere armi con cui difendersi da un colpo di Stato comunista ritenuto praticamente certo. L'ambasciatore, persuaso come De Gasperi, ha avvertito immediatamente Washington; "Il tentativo di rivolta generale probabilmente avverrà in qualsiasi momento fra oggi e marzo".

Tratto da: L'Italia dei colpi di Stato, Gianni Flamigni, New compton editori, 2007, pag. 14

Già Scelba, nell'autunno del 1947, dopo aver constatato il fallimento da parte del Ministero degli Interni dell'uso della mafia in funzione anticomunista con la strage di Portelle delle Ginestre, il primo maggio del 1947, in aperta violazione del dettato Costituzionale istituisce squadre di picchiatori fascisti in divisa da poliziotti.

"In questo contesto, Mario Scelba diede il via a un'epurazione di segno del tutto opposto, spingendo al licenziamento il personale di polizia proveniente dalle file della Resistenza che era stato arruolato al termine del conflitto. Diverse migliaia di ex partigiani furono costretti a lasciare il corpo con le buone, sfruttando le condizioni favorevoli create dal ministro per incentivare le dimissioni volontarie, oppure con le cattive, portati all'esasperazione da provvedimenti punitivi arbitrari, trasferimenti ingiustificati o vere e proprie provocazioni.
Nel contempo, il personale proveniente dalla disciolta Polizia dell'Africa Italiana, il corpo di polizia coloniale fascista, venne immesso in ruolo nella Ps senza subire epurazioni di nessun tipo. L'allontanamento di gran parte del personale proveniente dalla Resistenza rientrava in pieno nel progetto democristiano, e in particolar modo scelbiano, di plasmare una polizia dalla mentalità uniforme, compatta e fedele al governo in carica. Uno strumento per reprimere con forza i fermenti sociali e politici che infiammavano la Penisola e da impiegare contro l'opposizione socialcomunista.
Come ministro dell'Interno Mario Scelba si distinse per il potenziamento e per l'utilizzo diffuso e massiccio dei reparti mobili e celere, unità di polizia concepite per la gestione e il controllo delle manifestazioni pubbliche e dei conflitti di lavoro. Nonostante non rappresentassero una sua creazione, durante la sua gestione divennero famigerati e raggiunsero quell'organizzazione capillare che li portò a poter intervenire in tempi brevissimi in tutto il territorio della penisola."

Tratto da: fondazione feltrinelli. it /scopri /lo-scelbismo -oltre- la-legge- scelba/

"Ritieni che non sia una scelta eroica quella di protestare per rivendicare diritti civili mentre ti spaccano la testa a manganellate?" Sussurrò Cronos alle orecchie di Beppi. "Scelte e conseguenze. Te ne potevi stare a casa o cercare altre vie. Ci sarebbero state altre e diverse conseguenze. Non puoi sapere se migliori o peggiori, ma le scelte che hai fatto ti hanno reso un "eroe" condannando altri all'"infamia" per le loro diverse scelte.

Il papa cattolico Pio XII consegna, nel 1947, un rapporto a un diplomatico USA in cui sono descritte le modalità del colpo di Stato Comunista.

"Da parte americana la considerazione per un così illustre e attento osservatore politico, già consolidata, non si affievolirà col tempo. Tant'è vero che quattro anni dopo. All'inizio del 1951, il segretario di Stato Dean Acheson suggerirà al presidente Herry Truman, in vista della "possibilità che il Vaticano venga occupato dalle truppe comuniste", di prendere "in seria considerazione l'invito al papa a venire negli USA come governo in esilio". La considerazione del governo USA non è ovviamente al solo papa Pacelli, ne gode praticamente tutto il mondo che egli rappresenta. Come il cardinale di Milano Ildefonso Schuster, che il giorno del capodanno del 1947, pronunciando un'omelia ha detto che "l'avanzata della potenza atea-comunista nel cuore stesso dell'Europa costituisce per le civiltà occidentali un tale pericolo che non ha riscontro che in quello antico dell'avanzata dell'Islam"."

Tratto da: L'Italia dei colpi di Stato, Gianni Flamigni, New compton editori, 2007, pag. 11

"Tanto c'è da mostrare" dice Cronos alle orecchie di Beppi "teste spaccate a manganellate ogni volta che qualcuno rivendica diritti civili o economici. Qualcuno vuole vedere in quelle rivendicazioni l'inizio di un'insurrezione che non passerà mai dall'immaginario di chi è ossessionato dalla conservazione di un potere e di un dominio che, comunque e in ogni caso, è destinato a morire. Chiunque si illude che la Costituzione della Repubblica ne difenda i diritti sociali, si ritrova con la testa spaccata a manganellate. E l'immaginario dei manganellatori si alimenta attraverso quella supremazia di razza che non ha mai abbandonato la società civile. Scegliere il piacere di spaccare teste e scegliere di protestare per il diritto di fruire dei diritti sanciti dalla Costituzione. In quegli anni che hai vissuto, Beppi, come in questi, è un atto di trasformazione soggettiva che trasforma gli uomini in Dèi."

La testa di Gerione continuava a diventare sempre più grande e sempre più prepotente in Italia. E arrivò Tambroni. Il 7 luglio 1960, con i neofascisti insediati al governo, manda a massacrare a Reggio Emilia i partecipanti ad una manifestazione sindacale. Tambroni stava tentando un colpo di Stato in nome del nazi-fascismo e con il sostegno di Robert Driscoli, un missionario dell'anticomunismo e fautore del traffico di schiavi in epoca moderna. Tambroni aveva organizzato a Roma una sua organizzazione per lo spionaggio in funzione antidemocratica e usava infiltrati per provocare i comunisti e peggiorare le condizioni di vita dei cittadini. L'OVRA fascista era, per Tambroni, una garanzia anticomunista. Intanto De Lorenzo fa circondare il Presidente della Repubblica Italiana, Gronchi, per un fantomatico colpo di stato di sua invenzione con un possibile rapimento da parte di paracadutisti che lo avrebbero potuto portare in Corsica. Ormai le farneticazioni vengono trasformate in notizia per alimentare tentativi di colpi di Stato da parte di una destra nazi-fascista.

"Sii paziente!" dice Crono a Beppi "Tu allora partivi per la Svizzera e lavorare in alta montagna. Come tanti, desideravi uno stipendio dignitoso, ma mentre lo desideravi, altri manganellavano in nome del dominio dell'uomo sull'uomo. Continua a guardare e cerca di ricordare le sensazioni che provavi allora. Non pensare ai dominatori, sono tutti morti come squallidi individui anche se hanno generato altri squallidi individui, altre vacche dalla bocca di Gerione, che hanno riprodotto il loro squallore."

Beppi ricordava la sua partenza per la Svizzera. Autobus, treno e molta strada a piedi per raggiungere le montagne dove si costruivano le funivie. La Svizzera, dove le paghe erano buone e non si era costretti ad elemosinare per un piatto di minestra come accadeva nel forlinese dove la paura degli uomini delle Istituzioni fa loro vedere rivolte degli uomini che loro stessi affamano in nome dell'assolutismo.

"Trova la regina!" disse il mazziere al nazi-fascista De Gaspari nel 1950 "trova la regina e uccidi i rossi che pretendono pane e diritti sociali!"

"Quali rossi?" chiese De Gasperi. "Ascolta il prefetto" disse il mazziere.

"Comunque stiano le cose i prefetti continuarono a tenere gli occhi aperti, sono stati tutti schierati sull'ultima frontiera della legalità repubblicana. Perciò non è un caso che a smascherare l'ottava golpe rosso sia nel gennaio del 1950 un altro prefetto, quello di Forlì. E' in grado di comunicare al ministero dell'interno le istruzioni impartite dalla direzione nazionale del PCI per una insurrezione. Tra le disposizioni figurano le seguenti: "Occupare immediatamente i posti di polizia, gli uffici telefonici, quelli postelegrafici e le stazioni ferroviarie. Ogni comandante di squadra deve dare istruzioni ai propri dipendenti perché siano muniti di una piccola accetta che dovrà servire, come arma, per il primo scontro con le forze di polizia. Ad alcuni elementi di ogni squadra dovranno essere distribuite bottiglie con liquido infiammabile". Impossibile, a questo punto, non prendere atto dell'abissale caduta organizzativa di quest'ultimo golpe rosso, soprattutto se confrontato con quello precedente che ha allarmato il Prefetto di Firenze: là eserciti in marcia e armi di distruzione di massa, qui rivoltosi armati di accette e di qualche molotov. Forse i Prefetti stanno giocando al golpe e il wargame di quello di Forlì risente di un'inevitabile impronta contadina."

Gianni Flamini, l'Italia dei colpi di Stato p. 17

"Certo" dice Cronos "Menzogne che legittimano complotti fantastici per coprire i veri complotti che si stanno organizzando contro la Repubblica. Complotti organizzati dai Prefetti in un contesto di "guerra fredda" in cui la Nato e gli USA vogliono assicurarsi la fedeltà dell'Italia vivendo con sospetto la presenza di un Partito Comunista che non sentono lontano da Mosca. Dal momento che questi comunisti non si decidono a fare l'insurrezione, alla quale le Istituzioni potrebbero reagire con una repressione ad ampio raggio, l'Italia deve vivere nel pericolo continuo di colpi di Stato violenti, percepiti e vissuti dai cittadini, ma negati dalle Istituzioni che ne organizzano uno dopo l'altro mantenendo il paese Italia in una perenne angoscia."

Poi Cronos continua: "L'eroismo è questo. Vivere nell'angoscia percepita da una realtà che alimenta un continuo stato di violenza e, nello stesso tempo, continuare la lunga marcia di una democrazia che soffre il terrore delle armi."

"Quanto avviene nella 4 settimana comprese tra il 26 giugno e il 27 luglio 1964 passerà poi alla storia con la definizione minimale di "golpe De Lorenzo". Definizione tuttavia ritenuta troppo sconsiderata e temeraria, la formula pubblicamente accreditata di "eventi del giugno-luglio 1964". L'omertà di Stato si farà beffe di chi pronuncerà la fatidica parola golpe. Una mezza dozzina d'anni dopo concluderà i suoi lavori, non spiegando assolutamente nulla una commissione parlamentare d'inchiesta costituita per spiegare gli eventi. In contrasto con la verità dei fatti il suo presidente, il senatore democristiano Giuseppe Alessi, tirerà le conclusioni affermando di sentire "la consolazione di poter dichiarare formalmente al Parlamento e al paese che nessun pericolo ha mai corso il regime democratico repubblicano; un tale pericolo non si è nemmeno profilato"."

Gianni Flamini, l'Italia dei colpi di Stato p. 83

"Beppi" continuò Cronos "hai vissuto con una spada di Damocle puntata sulla testa, ma, se volessi essere spiritoso, sarebbe meglio dire che hai vissuto con un mitra puntato nella schiena. Poi ci fu la bomba di Piazza Fontana, Licio Gelli, Cavallaro ... "

Cronos stava per continuare a far scorrere il tempo, ma si fermò all'improvviso sbalordito.

Anche Beppi si girò di scatto perché due figure erano entrate nel suo sogno, nel sogno della sua storia, e ne avevano sconvolto i contorni. Due figure erano entrate nel regno di Cronos superando le alte porte di bronzo. Così, all'improvviso; apparizioni fantastiche.

Beppi riconobbe una delle due figure, era Proserpina che aveva osservato mentre raccoglieva fiori, ma l'altro, l'altro non lo conosceva. Non era in grado di collocarlo eppure sembrava essergli familiare.

Fu questo sconosciuto a rivolgersi a Cronos dicendo: "Ora basta! Beppi ha capito e l'oltre, vissuto da Beppi, è un oltre vissuto da molti uomini e da molte donne che col loro bastone stanno arrancando nel tramonto della loro esistenza. Non tutte queste persone sono Beppi, anzi, forse quasi nessuna eppure, anche se la fatica di Beppi va oltre, qui il sogno di Beppi, con Cronos, deve finire!"

Cronos osservò i nuovi venuti e disse: "Anche per te, operaio, sta giungendo il tramonto. Ti vedo zoppicare su pietre aguzze. Hai percorso un sentiero pieno d'inciampi!"

"Si, ma non ho ancora finito. Almeno così dicono." disse l'operaio "Il potere sta nel cammino, non nella meta."

Proserpina stava ridendo.

"Ora devo svegliare Beppi. I ricordi lo hanno avvolto in una rete che gli impone la necessità di ricordare, ricordare, ricordare. Ma, una volta capito, il ricordare è un ridondante che alimenta solo il desiderio, ma non la volontà e a Beppi serve la volontà."

"Beppi ha capito"concluse Cronos "quali sono le vacche di Gerione. Le ha catturate, tutte quelle che poteva catturare. Molte vacche di Gerione ancora pascolano fra gli uomini progettando danni per tutti loro, ma ci saranno altri Beppi che potranno fermarle. Se non ci saranno Beppi che le potranno fermare, allora gli uomini dovranno cambiare la loro vita."

Proserpina guardava le sue mani abbronzate, anche se ad un sole di fine estate e sussurrò: "L'Ade attende tutti loro. Almeno quelli che sapranno raggiungere l'Ade. Per troppi uomini c'è solo il nulla, il niente. Pochi possono continuare a camminare verso infiniti orizzonti."

L'operaio portò Beppi fuori dal sogno, in un autunno appena iniziato dove il sole lucente rendeva vivi i colori del bosco.

"Scegli la carta, trova la regina" disse il mazziere all'operaio.

L'operaio, prese la grossa chiave dinamometrica che portava con sé e gliela calò sulla testa dicendo: "Il messaggero è il messaggio! Colpisci il messaggero e modifichi la qualità del messaggio. Ecco, ho trovato la regina!"

Marghera, 07 marzo 2022

 

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Ultima formattazione 26 gennaio 2022

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