Pulizia delle stalle di Augia e Beppi di (o da) Lusiana
Quinta di dodici fatiche di Beppi

di Claudio Simeoni

Partita di calcio mondiale della filosofia

Le dodici fatiche di Beppi

Pulizia delle stalle di Augia

Si racconta che sul monte Conco, alle spalle di Lusiana, ci fosse una malga antica che riusciva a tenere le vacche anche d'inverno e dove alcune persone soggiornavano tutto l'anno. Si raccontava che il formaggio era buono come i salami che confezionavano.

Beppi quel giorno si incamminò verso il monte Corno e dopo qualche ora di cammino giunse sul monte. Raggiunta la malga non vide né pecore né vacche. Si guardò attorno e non vide nessuno. Decise di percorrere qualche sentiero attorno alla malga sperando di incontrare qualche gregge di pecora o qualche bovaro con le vacche.

Tutt'intorno era silenzio. Eppure era primavera avanzata ed era quasi ora di procedere col primo taglio di fieno.

Poi ad un tratto, Beppi vide una donna piuttosto anziana, che portava una grossa borsa piena di erbe. Si trascinava lentamente come se quelle erbe fossero un peso enorme che la inchiodavano al terreno.

Questa lo vide e gli sorrise.

"Buongiorno" la salutò Beppi e, presupponendo che fosse un'abitatrice della malga chiese: "Avete formaggio da vendermi?"

Lei gli sorrise e disse: "Devi chiederlo a mio marito." "Dov'è tuo marito?"chiese Beppi. "Segui il sentiero, attraversa il campo del tarassaco, passa a destra della kaberlaba, ma sta attento alla boassa, e dietro al bosco piccolo che vedi, c'è la vecchia stalla. Mio marito è là per vedere di farne qualche cosa dopo anni di abbandono." Dopo aver ringraziato, Beppi si incamminò lungo il sentiero. Scivolò due volte nella boassa. Le scarpe erano piene di fango ed escrementi di vacca, ma presto arrivò alla vecchia stalla dove un uomo molto anziano stava tentando di rimettere a posto dei vecchi legni che facevano da recinto.

Dopo i saluti Beppi chiese al vecchio se gli vendeva una forma di formaggio pressato.

Il vecchio gli chiese: "Hai soldi?" "20 lire" rispose Beppi.

"Per venti lire, scordatela!" disse il vecchio.

"Ho camminato più di sei ore per arrivare quì, mi scoccia tornare senza formaggio. Non sapevo costasse tanto."

"Il vecchio lo guardò e disse: dammi una mano a sistemare "sto cesso" di stalla e ti accontento."

A Beppi scocciava tornare a casa senza formaggio. Con una forma di formaggio ci faceva almeno due mesi. Due mesi di abbondanza senza dover fare altri chilometri a piedi.

"Va bene!" disse Beppi.

Il vecchio poggiò i legni dello steccato a cui stava lavorando e porse a Beppi una pala dicendo: "Tu pulisci il pavimento mentre io sistemo il tetto." Dopo di che abbandonò Beppi e, presa una scala, salì sul tetto.

Le ore passavano. Beppi immerso in vecchi escrementi di vacca e avvolto dalle ragnatele che nel corso degli anni avevano trasformato quella stalla in una ragnatela di ragni alla disperata caccia di mosche che depositavano le loro uova nei resti di un putridume che sembrava non voler finire di fermentare.

Venne presto sera e il vecchio, scese dal tetto, portò formaggio, latte, tarassaco e del pane che sicuramente aveva molti giorni tant'era duro.

Ormai era buio. Il vecchio invitò Beppi a fermarsi per dormire su un giaciglio provvisorio.

Il mattino Beppi si apprestò a tornare, ma il vecchio gli disse: "Fermati ancora ad aiutarmi!" Beppi non aveva fretta di tornare e, in fondo, sperava di potersi portare un po' più formaggio di quanto programmato.

Beppi continuò a lavorare nel putridume. Giorno dopo giorno. Spalava il putridume, lo caricava sulla carriola e lo portava nel luamar.

Ogni mattina il vecchio lo invitava a rimanere e Beppi notava che ogni mattina il vecchio appariva sempre meno vecchio. "Strana sensazione" si trovò a pensare Beppi. Poi, ascoltando sé stesso, ebbe una sensazione di "felicità".

Prese la pala e continuò il suo lavoro di pulizia portando cariolate di putridume al luamar che ribolliva e si trasformava sotto i raggi di quel sole primaverile.

Ora il vecchio non era più vecchio. Era un uomo ben formato che si muoveva agilmente salendo e scendendo dalla scala che usava per riparare il tetto veloce e sicuro.

Quella sera Beppi non fu in grado di trattenersi e chiese: "Perché quando sono arrivato sembravi un vecchio ed ora sembri quasi giovane?"

"Perché ti ho raccontato una storia" disse quel vecchio non più vecchio "Ti ho raccontato la storia di una stalla abbandonata che tu hai pulito e io ho riparato. Tu mi hai tolto il putridume di un passato che mi ha coperto e io ho costruito un tetto sulla tua testa affinché il futuro non ti travolgesse."

Si fermò un attimo nel parlare e poi riprese: "Le stalle della vita vanno pulite mettendo i piedi e le mani nella merda. Se non lavori di pala, di braccia o di gambe, il putridume si accumula dentro agli uomini e il putridume fa marcire le intenzioni."

"Questa è la mia storia per te." Disse il vecchio non più vecchio guardando Beppi: "Ora vai alla malga prendi il formaggio che vuoi e tornatene a casa."

Beppi porse le 20 lire al vecchio non più vecchio, ma il vecchio le rifiutò: "Servono a te dove andrai."

Beppi si diresse verso la malga dove una ragazza allegra gli si fece incontro dicendo: "Quanto formaggio sei in grado di portare?"

Beppi la guardò. Lei era la vecchia che faticava a portare la borsa col tarassaco. Una vecchia non più vecchia.

La ragazza gli porse il formaggio che Beppi voleva e guardandolo sembrò rispondere ad una domanda che Beppi pensava ma non pronunciava: "Avanti e indietro ogni strada è ugualmente lunga e ugualmente stretta, ma tutte conducono nel medesimo luogo."

Beppi, col suo carico di formaggio riprese il sentiero che, scendendo dal monte Corno, portava a Lusiana.

Marghera, 15 maggio 2023

 

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