La questione della contemplazione relativa al rito dell'Equinozio d'Autunno.
La Contemplazione è una pratica esclusivamente Pagana Politeista nell'uso dei sensi finalizzata a penetrare il mondo nel quale viviamo.
Contemplare è finalizzato ad organizzare noi stessi al fine di riconoscere nell'oggetto sul quale poggiamo i sensi concentrando noi stessi, le nostre stesse tensioni e i nostri stessi bisogni attraverso la messa a fuoco di fenomeni inusuali con cui l'oggetto contemplato si presenta a noi.
Prediamo ad esempio un falò!
Contemplare un falò!
Ci si siede ad una certa distanza dal fuoco in modo che il fumo non disturbi la concentrazione, ci si rilassa e si sceglie il senso attraverso il quale effettuare la Contemplazione.
Dal momento che si tratta di un fuoco possiamo eliminare immediatamente i sensi del tatto, del gusto e dell'olfatto. Questi sensi li usiamo per altri tipi di contemplazioni.
Possiamo scegliere la vista o l'udito.
Se scegliamo la vista è necessario sfuocare gli occhi. Se scegliamo l'udito non è necessario alterarlo. Ascoltare la voce del fuoco non rientra nell'uso comune della ragione; guardare il fuoco rientra nell'uso comune della ragione. C' era un modo antico di Contemplare con le orecchie ed era quello di ascoltare le voci delle fonti, dei fiumi, dei ruscelli, delle cascate o del vento.
Se si decide di contemplare con l'udito è necessario chiudere gli occhi in modo che la vista non influenzi quanto si ode.
Ora parliamo solo dell'uso della vista.
Sfuocare gli occhi si può fare in tre modi. Incrociare gli occhi sdoppiando il falò e mettere a fuoco la propria attenzione in mezzo ai due falò: questa pratica è la più semplice. Si può focalizzare la vista su un punto intermedio fra il veggente e il falò in cui non c'è niente mantenendo l'attenzione sul fuoco (è una pratica abbastanza difficile puntare la vista su un punto che non ha nulla da vedere). Il terzo modo è tirare indietro lo sguardo facendo pressione al centro della fronte.
L'importante è che l'attenzione rimanga sul falò mentre le immagini che noi abbiamo siano diverse da quelle usuali.
A questo punto si fa il vuoto nella mente; si blocca il dialogo interno.
L'unica cosa che per noi esiste è il falò che lo guardiamo in maniera diversa dal solito, ma senza usare parole per descrivere quanto vediamo.
Per controllare lo sforzo è necessario giocare sulla respirazione. Ritmarla o più veloce o più lentamente al fine di aiutarci a mantenere al silenzio il dialogo interno.
In questo caso si avrà un doppio uso dell'attenzione, da un lato attraverso gli occhi sarà concentrata sul fuoco, attraverso i nostri sforzi interni sarà concentrata sul nostro respiro.
Con un po' d'esercizio la nostra attenzione dovrebbe armonizzarsi fra attenzione sul fuoco, attenzione dentro di noi e l'attenzione del fuoco su di noi.
Se si mantiene questo stato per un certo tempo si esce dalla dimensione della ragione e si ha una percezione diversa della realtà.
Si entra in uno stato psichico attraverso il quale si può entrare in mondi diversi (o mondi silenziosi).
Dal momento che noi non possiamo usare la ragione per descrivere quello che succede, dal momento che la ragione ignora quanto sta succedendo anche se tenta di introdurci uno stato d'ansia, l'unica cosa reale sono le variazioni dello stato emozionale che subiamo. Tolta l'attività della ragione che tenta di incuterci paura (cosa che dovremmo già aver superato con i dibattiti) le nostre emozioni sono quelle che ci possono descrivere quello che percepiamo.
Le nostre emozioni entrano in sintonia con le voci degli DEI nella figura degli oggetti del mondo che assistono alla nostra uscita dalla ragione e nella figura di coloro che abbiamo chiamato mentre con i suoni manifestavamo il nostro Intento.
Non vi preoccupate per gli spiriti neri perché l'energia dispersa da un cacciatore di conoscenza, da una persona che usa la propria volontà per uscire dalla ragione, li tiene lontani. Loro si avvicinano quando l'uscita dalla ragione della persona è casuale o accidentale.
Il percepire qualche cosa, in ogni caso, non è importante.
E' importante che noi attraverso la Contemplazione si predisponga il nostro corpo e la nostra ragione a non temere l'arrivo dell'intuizione. In pratica, prepariamo la ragione ad aprirsi a situazioni diverse, a cose delle quali ella non ha parole per descrivere.
Si tratta di entrare nei mondi silenziosi.
Questa pratica, con le sue variazioni, può essere usata sia per ascoltare le correnti vegetative e allora si punta l'attenzione su quanto avviene dentro di noi.
Si usa anche per il sognare cercando di mettere l'attenzione su un'immagine richiamata alla mente delle mani che si vuole trovare nel sogno.
Tutto questo non fa altro che predisporre noi stessi ad accogliere l'intuizione e quanto di diverso dal mondo emerge: noi ci apriamo all'universo! Il nostro VIVERE PER SFIDA selezionerà quanto dall'universo giunge a noi perché noi daremmo una direzione alla necessità del nostro intuire che selezionerà l'intuizione attraverso la nostra volontà sovrapposta alla nostra necessità.
La Contemplazione è un mezzo che serve per forgiare noi stessi.
La si può usare quotidianamente per una trasformazione sistematica della nostra capacità di percepire il mondo.
Forzare noi stessi nell'attività di Contemplazione permette una maggiore elasticità mentale nella vita quotidiana.
Contemplare è l'opposto di pregare. Mentre pregare rattrappisce l'individuo su sé stesso, il Contemplare lo dilata: insegnate ai vostri figli a contemplare e saranno maggiormente attrezzati per comprendere il mondo che ci circonda e per agire in sintonia con esso.
Fine testo 2001 - Questo testo sulla Contemplazione Scritto Agosto 2003: in versione definitiva 14 settembre 2003 ad integrazione del dibattito sulla Contemplazione. Marghera 16 novembre 2003
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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