L'idea di creazione fra la teologia cristiana
l'idea ebraica di dominio
Sallustio e Cicerone

Claudio Simeoni

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L'idea di creazione e il dominio sull'uomo

Il cristianesimo nasce per legittimare la proprietà del mondo da parte di Dio e per legittimare la proprietà dell'uomo, come oggetto posseduto, dai detentori della "parola di Dio.

Fin dai primi secoli lo scontro fra il tentativo dei cristiani di impossessarsi degli uomini e il diritto dell'uomo di non essere un oggetto posseduto ha caratterizzato la storia dell'umanità.

Il concetto che Dio è il padrone del mondo in quanto il mondo è stato creato da Dio, è un concetto stoico, neoplatonico ed ebraico. L'idea fondamentale che li riunisce è una sola: "noi siamo i padroni del mondo perché noi rappresentiamo la volontà di Dio e Dio ci ha inviato i suoi messaggeri a dirci che il mondo ci appartiene".

Questa idea è l'anello di congiunzione fra il legame emotivo dell'uomo cristiano (ebreo, stoico o neoplatonico) con Dio e il trasferimento di questa idea nella materialità sociale. Emotivamente Dio è padrone di cristiani, ebrei, stoici e neoplatonici, fisicamente e nella realtà quotidiana, proprio perché Dio è il padrone dei cristiani e loro sono "i servi dei servi di Dio", investiti della missione divina di essere i padroni degli uomini e di gestirne la quotidianità in nome e per conto di Dio.

A tal proposito il gesuita Antonio Orbe (1917 – 2003) scrive:

Così paiono indicarlo, Gn 1, 28: «Procreate e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su ogni animale che brulica sulla terra», e Sal. 8, 7 s.: «Gli hai dato potere sulle opere delle sue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi».

[come Origene reagisce alla critica di Celso dell'uomo padrone del mondo]

Centro probabilmente del mondo, ma anche di tutta la creazione? Burlandosi, come suo solito, di giudei e cristiani - scrive Origene (Gels. IV, 23) - (Celso) li paragona a una frotta di pipistrelli o a formiche che escono dal loro buco o a rane riunite intorno a uno stagno o a vermi che nell'angolo di un pantano tengono le loro assemblee e discutono per stabilire chi tra loro sia il più peccatore e dicono: «Solo a noi Dio annuncia e rivela tutto in anticipo e, abbandonando il cosmo e il cielo, disprezzando la vasta terra, parla solamente con noi e a noi soli invia i suoi messaggeri; mai cessa di inviarli e di ricercare modi, affinché possiamo godere eternamente della sua convivenza». E in questa sua fantasiosa similitudine ci paragona a dei vermi che dicono: «Dio esiste e, dopo lui, veniamo noi, fatti da lui simili in tutto a Dio. Tutto è sottomesso a noi: la terra, l'acqua, l'aria, le stelle; tutto esiste per causa nostra e tutto è ordinato al nostro servizio».

[continua Antonio Orbe commentando le affermazioni di Origene]

Nella sua ampia confutazione Origene avrebbe potuto addurre molti altri autori pagani. Classico è il prologo di Sallustio, De coniuratione Catilinae, che Girolamo e Agostino amavano citare.
Secondo Cicerone il mondo è stato fatto per gli esseri razionali (dèi e uomini).
Era la dottrina del Portico. L'uomo è il fine e il coronamento del mondo, come «microcosmo e grado superiore dell'essere; gli sono ordinati gli esseri inferiori. Interessante è il compendio offerto da Lattanzio.
La stessa cosa si riscontrava tra i seguaci della religione astrale, discretamente diffusa in ambiente ellenistico.
Gli ebrei sviluppavano idee simili, basandosi sulla Scrittura, talvolta con varianti di particolare importanza. Il mondo è stato creato dalla Torà. Dalla Torà passavano a Israele e alla sinagoga. Da Israele a persone qualificate come Abramo, Mosè. Il mondo è stato creato per amore dell'uomo (giusto). Filone, a metà tra giudaismo ed ellenismo, asserisce che era per amore dell'«uomo essenziale».
I cristiani accordano la tesi alla propria antropologia. Gli gnostici valentiniani adottano una linea, un'altra gli ecclesiastici alessandrini e un'altra ancora Ireneo, Tertulliano e quanti si muovono nella loro prospettiva. Sempre in funzione dell'«anthropos».

Antonio Orbe, Teologia dei secoli II e III volume 1, editore Piemme, 1996, pag.225 – 226

La teologia cristiana ha al centro delle sue riflessioni il mondo come proprietà di Dio e l'uomo come oggetto, privo di volontà, come proprietà di Dio, nella generalità degli uomini e proprietà degli inviati di Dio a cui deve obbedienza e sottomissione nella vita quotidiana.

A queste affermazioni di ebrei e cristiani, risponde Celso (fra il 150 e 180 d. c.) rilevando le incongruenze e le assurdità affermate dai cristiani per legittimare il loro dominio sul mondo. Secondo i cristiani, dice Celso, Dio vuole ignorare l'immensità del mondo e affida ad un manipolo di uomini, gli ebrei e i cristiani, il diritto di dominare tutti gli uomini. Celso definisce ebrei e cristiani come "maghi" perché la loro miseria morale e il loro delirio di onnipotenza li porta ad elevarsi al di sopra degli uomini.

Antonio Orbe riporta le affermazioni di Origene che una sessantina d'anni dopo scrive un libro, "Contro Celso", che ci ha permesso di conoscere alcuni frammenti del pensiero di Celso dal momento che i cristiani hanno provveduto a distruggere il suo libro.

Diventa un elemento teologico distintivo di tutti i monoteisti, come rileva Antonio Orbe, il discorso sulla rivelazione divina che rende, colui a cui è stata rivelata, padrone del mondo e degli uomini per conto di Dio che ha creato il mondo ad uso e consumo degli uomini.

Antonio Orbe lamenta che Origene non abbia citato a sostegno delle sue affermazioni contro Celso due autori che lui considera "pagani", Sallustio e Cicerone.

Guarda caso, due autori che pensavano sé stessi come i padroni del mondo. Sallustio che contribuì non poco a distruggere la Repubblica di Roma. Parteggia per Cesare e cacciato per immoralità dal Senato di Roma. Cicerone, uno dei padroni di Roma, mandante dell'assassinio dei seguaci ci Catilina e per questo esiliatosi in Grecia dove si fece stoico per giustificare sia la sua attività di "padrone di Roma" che quella di assassino dei seguaci di Catilina.

Per poter dimostrare l'idea di creazione, Antonio Orbe dice che Origene poteva usare anche le affermazioni sul prologo a "La congiura di Catilina" di Sallustio perché questo dimostrava che anche i Pagani avevano idea della creazione.

Il prologo di Sallustio in "La congiura di Catilina" dice:

Per tutti coloro che mirano a emergere su altri esseri viventi, è conveniente applicarsi con fortissimo impegno al fine di non trascorrere la vita senza lasciare memoria di sé, a guisa di bestie che la natura ha formato prone a terra e dedite unicamente alla preoccupazione del cibo. Per contro, il valore dell'uomo risiede nell'anima e nel corpo; nell'agire l'anima comanda e il corpo obbedisce. La parte spirituale la condividiamo con le divinità, quella corporale con gli animali. E quindi mi pare più retto cercare la gloria più con l'intelligenza che con la forza. La vita è breve ma viene resa più lunga dal ricordo che di noi lasciamo. Infatti il prestigio, che ci viene dal danaro e dalla prestanza fisica scorre come un fiume ed è fragile come un fuscello. La rettitudine, invece, risplende eterna-mente. E gli uomini hanno sempre disputato se la potenza militare derivi dalla forza fisica oppure dalle facoltà dell'intelletto. E chiaro che prima di operare si progetta. Una volta progettato, subito si pone in atto la cosa. Pertanto progetto e azione, per sé insufficienti, necessitano ciascuno dell'ausilio dell'altro.

Sallustio, La congiura di Catilina, Editore Newton, 1994 p. 17

Sallustio esalta l'uomo e lo privilegia agli animali e alla natura esaltando il suo intelletto e contrapponendolo all'azione degli animali che, secondo lui, ventre a terra pensano solo al cibo.

Ci sarebbe molto da obbiettare su questo, ma sta di fatto che Sallustio pone sì la superiorità dell'uomo nei confronti degli animali ma, almeno in questo passo, non dice che "gli animali non hanno un'anima" il che non starebbe solo ad indicare "l'anima in sé", ma tutto quel coacervo di emozioni che qualificano un corpo vivente. Sallustio afferma che l'intelletto, manifestazione dell'anima, guida le azioni dell'uomo affermando, con questo, che le azioni dell'uomo non sono finalizzate al cibo e, più estensivamente, a soddisfare i propri bisogni fisici, materiali e psicologici. L'attività degli animali, secondo Sallustio, è quella di procurarsi il cibo. Cosa fece Cesare, di cui Sallustio è seguace, se non procurarsi il cibo quando distrusse la Gallia? Progettò di distruggere la Gallia e mise in atto l'azione di distruzione. Come per gli animali che progettano di catturare le prede e mettono in atto l'azione attraverso la quale le catturano.

In piena epoca platonica, Sallustio esalta la superiorità dell'uomo, ma dice che l'uomo, con gli animali, ha in comune il corpo.

Diverso è il discorso fatto da Cicerone che, secondo Antonio Orbe, Origene avrebbe dovuto usare per dimostrare che anche i Pagani avevano la stessa visione dei cristiani sul possesso del mondo ad opera di Dio.

Antonio Orbe cita Cicerone nella "La natura divina" dove Cicerone parla di "creazione" affermando:

Così da ogni punto di vista e in ogni modo si arriva alla conclusione che tutto in questo mondo è mirabilmente governato da un disegno e da un'intelligenza divini per la salvezza e per la conservazione di tutti gli esseri. Se qualcuno chiederà per chi è stata compiuta una così grande costruzione per gli alberi e per le piante che, benché privi di sensibilità, sono mantenuti in vita dalla natura? Ma questo è evidentemente assurdo; forse per gli animali? Non è affatto più probabile che gli dei si siano dati tanta pena per esseri muti e privi di intelligenza. Per chi dunque si dirà che il mondo è stato creato? Senza dubbio per quegli esseri che sono dotati di ragione; questi sono gli dei e gli uomini, dei quali nulla certamente esiste di migliore perché la ragione è in assoluto l'attributo più alto. Così diventa credibile che il mondo e tutte le realtà che si trovano nel mondo siano stati creati per gli dei e per gli uomini.

Cicerone, La Natura divina, editore BUR, 1992, p. 271 – 273

Cicerone passò dall'essere il padrone di Roma all'ideologia stoica che giustificava il suo essere padrone di Roma. L'antropocentrismo è un'idea stoica che deriva dall'assoluto Logos che domina il mondo e il Logos, altro non è che la Parola, il Verbo. L'unico animale che possiede la parola è l'uomo, per questo gli stoici indicarono nell'uomo, l'uomo che possiede, la finalità di tutto l'esistente. L'esistente è stato creato per l'uomo, non è venuto in essere per sé stesso.

Entrambi questi autori promuovono l'antropocentrismo. Dal loro antropocentrismo deriva l'idea di possesso dell'uomo sull'uomo una volta che vengono stabiliti alcuni privilegi per alcuni uomini. Però in loro il mondo non appare come oggetto di possesso, ma più come un oggetto d'uso da parte dell'uomo. Il mondo fatto per l'uomo non il mondo affinché l'uomo lo domini.

Nulla contrasta con la derisione che Celso manifesta per i cristiani. Le osservazioni di Celso valgono anche al giorno d'oggi come critica al pensiero cristiano. I cristiani non hanno modificato la qualità dei loro deliri e hanno distrutto il pianeta sconvolgendone l'ecologia per il proprio delirio di onnipotenza.

Il delirio dei cristiani, come contestato da Celso:

"«Solo a noi Dio annuncia e rivela tutto in anticipo e, abbandonando il cosmo e il cielo, disprezzando la vasta terra, parla solamente con noi e a noi soli invia i suoi messaggeri; mai cessa di inviarli e di ricercare modi, affinché possiamo godere eternamente della sua convivenza». E in questa sua fantasiosa similitudine ci paragona a dei vermi che dicono: «Dio esiste e, dopo lui, veniamo noi, fatti da lui simili in tutto a Dio. Tutto è sottomesso a noi: la terra, l'acqua, l'aria, le stelle; tutto esiste per causa nostra e tutto è ordinato al nostro servizio»."

E' tutt'ora il delirio dei cristiani moderni e lo abbiamo visto, in questi mesi, nelle scelte di Bolsonaro, Trump, Macron, Erdogan, Modì e tutti coloro che hanno finto, o hanno minimizzato, di non vedere l'impatto del covid-19 sui cittadini.

Stando alla logica della teologia cristiana, Dio ha creato il virus covid-19 a propria immagine e somiglianza. Il Dio dei cristiani al covid-19 ha detto:

«Procreate e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su ogni animale che brulica sulla terra [l'uomo, appunto].»

Genesi 1, 28

Ad immagine del Dio dei cristiani fu "creato" il covid-19 e il covid-19 fa la volontà del Dio dei cristiani. I cristiani non mettono limiti al loro delirio di onnipotenza come se il loro Dio parlasse solo a loro e non al covid-19.

Marghera, 29 aprile 2021

 

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Marghera, 25 aprile 2021

 

Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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