Sono mondi indistinti, privi di forma. I veggenti si muovono nell'acqua, senza sopra né sotto. Oppure in una fitta nebbia. Oppure avvolti dal buio. Sono rappresentazioni psichiche dell'indistinto che la ragione del soggetto rappresenta a sé stessa. Non c'è un luogo dove andare o dal quale si è venuti. Si esprime solo la tensione soggettiva come volontà di penetrare quell'acqua, quella nebbia e quel buio. Ed è questa tensione soggettiva che dice alla nostra ragione che stiamo agendo. Ma la ragione non sa né per cosa agiamo, né per raggiungere cosa e né in cosa consiste la nostra azione.
In quel buio, in quell'acqua, in quella nebbia possono prendere forma le paure, le nostre illusioni, le nostre angosce sotto forma di mille immagini. In quel buio, in quella nebbia e in quell'acqua le possiamo sfidare a "singolar tenzone", sia nei mondi del sognare sia in percezione alterata. Sono le uniche forme che possiamo incontrare entrando in quei mondi. Le possiamo incontrare perché non appartengono a quei mondi, ma appartengono alla nostra ragione che dà forma ai suoi guardiani (fobie, complessi, ecc.) per impedire all'individuo di "trovarsi bene" in quel buio, in quella nebbia o in quell'acqua.
Cosa significa "trovarsi bene" in quei mondi di buio, di nebbia o di acqua? Significa che si sta agendo al loro interno. Agire al loro interno significa modificare la propria struttura emotiva rendendola più agile. Se le cose non sono andate proprio bene ci si sveglia con una forma d'angoscia che sparisce una volta svegli (per i sognatori) o una volta cessato lo stato di percezione alterata. Se le cose vanno bene, cioè se noi siamo in grado di muoverci senza problemi in quei mondi allora c'è continuità emozionale fra le sensazioni all'interno del buio, della nebbia e dell'acqua e quelle del quotidiano della ragione.
Le cose si possono vedere anche dal lato opposto: se all'interno del mondo della ragione insorgono problemi gli stati emotivi alterati da questi problemi spariscono quando si entra nel buio per ripresentarsi al riemergere nel quotidiano della ragione senza l'impellenza emotiva che gli attribuivamo. E' come se il problema, pur sussistendo, venga affrontato da una predisposizione emozionale diversa.
Tuffarsi nei mondi della Volontà permette di vivere i mondi della ragione senza le ossessioni.
Le azioni, l'agire, che appaiono come oggetti descritti in sé o l'azione che sostanza la realtà dell'oggetto ne parleremo a proposito dell'INTENTO!
Il mondo della vita quotidiana è un frammento soggettivato del mondo della volontà.
Agendo sul mondo della volontà si producono effetti nel mondo della ragione senza che la ragione comprenda l'origine di quei fenomeni. Esattamente come agendo nel mondo della ragione si producono dei fenomeni anche nel mondo di volontà. Solo che il mondo di volontà percepisce il fenomeno come oggetto al di là di come il soggetto lo produca o lo percepisce (al di là della descrizione e della motivazione descritta per cui quel soggetto è stato manifestato), mentre i fenomeni che giungono dal mondo di volontà alla ragione vengono piegati dal descritto della ragione (giungono al soggetto non per quello che sono, ma per quello che la ragione vuole che siano in base alla propria struttura: questo origina la superstizione!). Piegati al punto tale che spesso la ragione proietta su quel fenomeno le proprie illusioni o la propria superstizione.
L'agire per sfida nel mondo della ragione ci permette di intuire il mondo come Volontà, azione e trasformazione.
Nel sognare si allargano i confini della ragione e ci si prepara ad agire in mondi senza descrizione!
Se oggi come oggi possiamo parlare di questo senza passare per matti ha dimostrato che la volontà di adattamento degli Esseri della Natura è avvenuto senza la descrizione della ragione!
Pertanto, possiamo affermare senza tema di smentita che la ragione non ha nessuna relazione con lo sviluppo della vita. Piuttosto è un ambito nel quale la vita agisce per manipolare l'energia vitale facendola passare da una condizione inconscia ad una condizione di consapevolezza. E' il diritto di ZEUS di consentire la nascita dei suoi figli. Solo che i figli di ZEUS hanno il dovere di trasformarsi in DEI attraverso un comportamento eroico che se devono affrontare il mondo della forma , della ragione, lo devono fare attraverso lo strumento che alla ragione e alla forma non appartiene perché GAIA ha armato della falce dentata la mano di CRONOS affinché costruisse il proprio Potere di Essere. Quella falce dentata è quanto GAIA dona ai figli di ZEUS affinché conquistino il loro posto fra gli DEI Olimpi: la VOLONTA'! Volontà che si esprime nella ragione.
Cosa impone la Ragione a VOLONTA'?
Sottomissione a sé stessa!
Sottomissione alla propria descrizione!
Paura alimentata dai guardiani della ragione che sono attenti affinché l'Essere Umano non superi i confini che la ragione pone alla propria descrizione.
Come la ragione alimenta il mito di questi guardiani? Attraverso la superstizione!
Come l'Essere Umano esce da questo?
Spostare l'attenzione dalla forma (descrizione degli oggetti) sulla quale proiettiamo le nostre aspettative alle azioni attraverso le quali definiamo la forma ci consente:
1) innanzi tutto di non ingannarci illudendoci che da quella forma possano uscire quelle azioni e solo quelle azioni (l'Essere Leone ha le zanne ma non sbrana tutti coloro che gli capitano a tiro, esistono altre ragioni per farlo; un prete cattolico si ispira al suo dio che chiama buono e stupra bambini! Quante persone hanno sparato agli Esseri Leone solo perché temevano le loro zanne; quante persone hanno affidato i loro figli ai preti cattolici!)
2) definire in maniera funzionale il mondo in cui agiamo: appunto, il suo agire:
3) questa pratica fa' sorgere l'esigenza emozionale di comprendere l'insieme da cui scaturisce l'agire del mondo e i fenomeni che dal mondo giungono a noi e attraverso i quali noi costruiamo la nostra idea del mondo
4) Ci porta a visualizzare, comprendere e penetrare l'insieme in cui i fenomeni prodotti vanno ad inserirsi e gli adattamenti che l'insieme mette in atto (vedere il tempo che viene incontro).
5) Ci porta ad agire in conformità ai principii della Stregoneria dove l'obiettivo dell'agire sono le condizioni affinché il fenomeno (che vogliamo provocare) germini da sé. Agire affinché il fenomeno si generi (di questo ne parleremo quando svilupperemo il discorso sull'Arte dell'Agguato).
Osservare le azioni con cui definire un oggetto non significa (o almeno non solo) essere un giudice delle sue azioni, ma vivere la stessa emozione con cui un soggetto manifesta sé stesso nei nostri confronti.
Scorgere l'insieme delle volontà che agiscono affinché noi generiamo dei fenomeni dalle condizioni che loro hanno costruito va ad attivare la nostra struttura emozionale che viene travolta da quanto scorgiamo tanto da consentirci di scegliere quale fenomeno manifestare al fine di travolgere le emozioni delle volontà del mondo.
Si tratta di vivere le emozioni per le azioni che quei soggetti mettono in essere nel comprendere il loro Intento, l'insieme da cui quelle azioni germinano e l'insieme in cui gli adattamenti che si generano vanno ad inserirsi.
La nostra struttura emozionale viene alterata, lustrata, arricchita quando viviamo le emozioni per le azioni che i soggetti che formano l'oggettività mettono in essere nel momento stesso in cui noi:
1) Rispondiamo alla manifestazione del soggetto adattandoci (l'adattamento è inteso come decisione attiva, manifestazione di volontà soggettiva, non è inteso nell'eccezione di passività!);
2) Rispondiamo adattandoci alle azioni dell'insieme che reagisce;
3) Rispondiamo adattandoci alle azioni frutto del nous dell'insieme;
4) Immettiamo nell'insieme in cui viviamo le nostre azioni quale manifestazione del nostro nous;
Questo fare non è il prodotto di un calcolo della nostra ragione (anche se questa deve mediare fra ciò che facciamo e le relazioni sociali in cui vive), ma perché le nostre emozioni sono coinvolte sia che si tratti di sciogliere dei legamenti sia che si tratti di costruire il nuovo.
Tutto questo è percezione emotiva!
Sarà volontà legata al reale vissuto e pertanto funzionale alla nostra esistenza tanto più saremmo in grado di non proiettare le nostre aspettative sovrapponendole alle nostre emozioni e alle tensioni che le esprimono.
Infatti, le aspettative manifestate dalla ragione sono illusioni con cui si offusca la percezione delle relazioni emozionali.
La vita vince sempre senza ragione né descrizione.
Noi, come Esseri Umani però non ne possiamo fare a meno.
Marghera, febbraio 2001
Modificato per il dibattito del 14 aprile 2003
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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