Gli elementi che compongono l'Arte dell'Agguato sono Dèi che, chi vive per sfida, evoca nella sua pratica per trasformare sé stesso!
C'è una divinità antica, tanto antica e tanto presente, da non venir mai evocata. Eppure quella divinità è alla base di ogni esistente e l'Apprendista Stregone che vuole vivere per sfida su di essa deve piantare l'ancora delle sue certezze affinché l'immaginazione, prendendo il sopravvento sulle tensioni che lo attraversano, non lo disperda.
Quel divino è Necessità o Ananke.
Io esprimo quel divino con: la mia necessità.
Ricordo che Necessità o Ananke viene intesa in due modi: come forza che mi spinge a dilatarmi nella mia quotidianità e come limitazione della mia capacità di sviluppo e azione nell'oggettività in cui vivo.
Scrive Hillman in Ananke e Atena:
"Dobbiamo innanzi tutto riconoscere il posto centrale che la dea Ananke ha occupato nell'immaginazione dei creatori di cosmologie. Per Parmenide Ananke governa l'Essere; lo stesso vale per gli atomisti, sia pure in maniera diversa. Nel pensiero così detto Pitagorico e Orfico Ananke era accoppiata con un grande serpente, Chronos, formando una sorta di spira che stringeva tutt'attorno l'universo. Tempo e Necessità impongono un limite a tutte le nostre possibilità di espansione all'esterno, al nostro raggio d'azione nel mondo. Insieme formano una sigizia, una coppia archetipica, il cui nesso è intrinseco, sicché dove è l'uno è anche l'altra. Quando siamo incalzati dalla necessità, noi esperiamo questa coercizione in termini temporali; ne sono un esempio i disturbi cronici, il ripetuto presentarsi dei medesimi complessi che ci rinserrano e ci impediscono, l'angoscia per la brevità della nostra giornata, per i doveri quotidiani, per le scadenze. Essere liberi dal tempo è essere liberi dalla necessità!"
Hillman, dunque, mette l'accento su una necessità imposta dall'esterno che obbligando l'individuo a rispondere lo costringe ad essere prigioniero nel suo tempo di vita. Per contro Necessità diventa la divinità Ananke quando spingendo dentro di noi ci costringe ad agire nel mutamento (nel tempo) per soddisfarla. La concezione di Necessità è diversa: chi imprigiona è la necessità imposta dall'esterno; ciò che libera è la necessità che esprimiamo noi!
Necessità ci spinge ad agire: ma a lei non interessa per cosa o per come agiamo.
Il Bisogno che esprimiamo è spinto dalla nostra Necessità e chiede soddisfazione nei confronti di un intento.
La nostra Volontà dirige l'azione della soddisfazione discriminando fra le scelte possibili.
La nostra Volontà lega il nostro Intento espresso con l'Intento universale: lega il nostro Eros con l'Eros universale.
Si esprimo tre divinità che si esprimono nel mio vivere per sfida.
Quando si diventa consapevoli che dentro di noi si fondono e si esprimono queste tre divinità noi possiamo costruire le nostre strategie d'esistenza, la nostra Arte dell'agguato, nel nostro vivere per sfida.
Le tre divinità sono:
1) Necessità;
2) Intento;
3) Io come soggetto;
Queste tre divinità fuse assieme manifestano le mie azioni con le quali mi rappresento nel mondo: IO SONO CIO' CHE LE MIE AZIONI MANIFESTANO! Le mie azioni rappresentano il mio modo di manifestare e rappresentare gli DEI che dentro di me si esprimono. Io sono quegli DEI!
Le strategie dell'arte dell'agguato obbediscono alle esigenze del vivere per sfida e incidono sul soggetto che le mette in atto manipolandone la consapevolezza.
Da questo possiamo affermare che:
La consapevolezza di un individuo è la risultante di tutte le contraddizioni affrontate nella sua vita e per il ruolo soggettivo che ha avuto nel loro sviluppo e nella loro soluzione.
Per contro, possiamo affermare:
La non consapevolezza di un cristiano nei confronti della realtà del mondo come insieme di soggetti è data dal ruolo di succube e di passività (attesa della provvidenza; accettazione del disegno divino; attesa dell'intervento miracoloso ecc.) con la quale vive le contraddizioni della sua vita. In particolar modo sul piano del coinvolgimento emozionale!
Vivere le contraddizioni come parte attiva e propositiva significa manifestare, nelle nostre azioni, i tre DEI di cui abbiamo parlato:
1) Necessità;
2) Intento;
3) Noi stessi;
Ciò che interessa all'individuo è il suo passaggio dal mondo della ragione al mondo della magia: della trasformazione!
Come può condizionare il mondo della magia col mondo della ragione? O il mondo della ragione col mondo della magia?
Ciò che da sempre ha ostacolato lo sviluppo della Stregoneria nella quotidianità in tutti i secoli passati è sempre stato: il pensiero aprioristico.
Che cos'è il pensiero aprioristico? E' quell'idea, quel pensiero, quel ragionamento che mettiamo a monte del nostro agire e della nostra ricerca nel nostro quotidiano.
In altre parole si è sempre partiti dal presupposto che la persona avesse:
1) un pensiero innato:
2) capacità personali innate (o doni personali da parte del "creatore");
3) Pensiero spontaneo;
4) Idee naturali;
5) Idee aprioristiche;
Si è voluto confondere arbitrariamente la capacità di un soggetto di discernere fra un principale e un secondario partendo dalla necessità contingente ed immediata espressa dalle proprie tensioni e dai propri bisogni fra i fenomeni che gli venivano presentati; con la generalità e la sistematicità con la quale al nuovo nato si presentano gli stessi fenomeni e da lui si richiedono le stesse risposte.
Questa confusione, voluta ed imposta dal monoteismo per organizzare la sua capacità di controllo delle persone, ha finito per essere soggettivata e fatta propria da ogni orientamento sociale e filosofico, Stregoneria compresa, facendo credere che la diversa capacità di leggere e interpretare il mondo fosse una dote innata o un dono della persona e non una diversa costruzione soggettiva determinata da una sequenza di diverse relazioni fra la persona, la qualità dei fenomeni che le sono giunti e le sue peculiari scelte di adattamento nei confronti di essi.
Questa confusione portava l'Apprendista Stregone a promuovere ciò che egli era divenuto o aveva compreso anziché promuovere e cercare gli elementi razionali su cui era venuto articolandosi il suo percorso di trasformazione. Promuovendo sé stesso, anziché il percorso che lo aveva portato a ciò che era, l'apprendista Stregone promuoveva una verità (migliore di quella che aveva trovato), ma non sviluppava dei percorsi di Libertà all'interno della propria specie: I centinaia di roghi agli eretici testimoniano questo.
A tutti gli Apprendisti Stregoni è sempre stato antipatico dover riconoscere che anche loro, come tutti gli altri Esseri Umani, sono stati oggetti d'agguato non appena hanno messo il naso fuori della vagina della propria madre.
L'oggetto che doveva essere predato era la loro sensibilità, la loro emotività, il loro intuito.
Per molte persone risulta sconvolgente pensare, da Esseri Umani adulti, che gli autori principali di questa azione di appropriazione fossero proprio i loro genitori che sviluppavano il bisogno di essere approvati, di dimostrare al Sistema Sociale quanto essi erano bravi nel far questo.
Come ringraziamento il Sistema Sociale imponeva ai figli, non solo di non liberarsi dalla predazione, ma di amare i propri genitori in quanto si sono dimostrati degli ottimi predatori nei confronti del figlio al fine di asservirlo alle idee innate o idee naturali che il Sistema Sociale ha imposto loro. Se avete qualche dubbio in proposito leggetevi la storiella dei vangeli sul Ritorno del Figliol Prodigo e comprenderete come il vitello grasso venga macellato dal padre per celebrare il proprio trionfo sul figlio che non è stato in grado di costruire la propria indipendenza!
Si può facilmente comprendere che partendo da questi presupposti la storia della Stregoneria subisce una trasformazione: riconosce che l'Essere Umano è un prodotto dell'ambiente che lo ha costretto ad adattarsi. Pertanto, quando un individuo inizia un percorso di Stregoneria ha già fatto molta strada di adattamento soggettivo alle variabili che il sistema sociale gli ha imposto.
Se l'ambiente è condizionante nei confronti del divenuto dell'Essere Umano mediante l'imposizione di strategie alle quali ha costretto l'individuo ad adattarsi manipolando la sua sensibilità, la sua emotività e la sua capacità intuitiva; proprio le strategie d'agguato che il soggetto decide di impostare nella sua quotidianità vivendo per sfida sono in grado di rimuovere la coercizione (o parte di essa) nei confronti della sua sensibilità, la sua emotività e la sua capacità intuitiva.
Esiste sempre un discorso d'età: ciò che è stato impresso nell'infanzia si può mettere in ordine più che rimuovere. Se un individuo è stato educato a reagire ai fenomeni sottraendosi (ad esempio quando la madre si metteva ad urlare) anziché mettersi ad urlare a sua volta, manterrà sempre la tendenza a farlo anche in altri ambiti di vita, ciò tuttavia non sarà più passivo, metterà in atto delle reazioni anche se probabilmente sentir urlare gli darà sempre fastidio. Noi non saremo mai in grado di rimuovere le abitudini caratteriali che abbiamo assunto nella primissima infanzia, ma possiamo fare in modo che tali abitudini non ci siano d'ostacolo. La timidezza, ad esempio, può essere trasformata in un atteggiamento delicato di approccio col mondo che ci può essere d'aiuto anziché nella timidezza generatrice del Timor Panico che ci impedisce di agire nel mondo.
E' come se la Stregoneria facesse dire all'individuo: "Io sono quello che sono ed esercito nel mondo ciò che sono; il potere che ho!" E nello stesso tempo l'azione dell'individuo diventa espressione della necessità d'azione soggettiva nel mondo.
Trovando questo inadeguato, la Stregoneria preferisce dire: "Le condizioni oggettive del mondo in cui esercito il mio potere sono inadeguate!" Pertanto l'individuo ancora la propria azione all'Intento in funzione del quale esercita la propria azione soggettiva.
L'Intento quale direzione nella quale esercitare Necessità sommandone la propria volontà soggettiva.
Da questo le grandi strategie della Stregoneria:
1) Girare lo sguardo (è l'agguato che l'Infinito ci tende affinché noi diventiamo consapevoli della sua presenza, delle sue soggettività e delle sue capacità d'azione!)
2) Riconosciamo noi stessi e sviluppiamo azioni progettate nel mondo per sviluppare la nostra percezione, la nostra emotività, il nostro sentire, il nostro intuire, il nostro sapere; in sintesi la nostra Coscienza e la nostra Consapevolezza. Come lo facciamo? Impegnandoci soggettivamente nelle contraddizioni che incontriamo; tentando di risolverle con i messi che abbiamo; forzando le nostre emozioni e la nostre tensioni affinché tutto noi stessi si allinei in funzione della soluzione della contraddizione. Comprimiamo e dilatiamo noi stessi in funzione della soluzione: questo è prenderci nelle proprie mani la responsabilità della propria vita. I risultati di queste azioni, che sono veri e propri agguati, sono dei veri e propri scoppi di energia che amplia noi stessi. Tensione-carica-scarica-rilassamento che produce una differenza di potenziale fra ciò che eravamo quando obbedendo alle tensioni abbiamo iniziato a caricare noi stessi (organizzare l'agguato) e ciò che siamo diventati una volta risolta la contradd izione ed abbiamo proceduto al rilassamento delle nostre tensioni. Per quanto ci riguarda questi sono scoppi di energia dentro di noi che ampliano la nostra capacità di rapportarci col mondo.
3) Il vero agguato che noi prepariamo è il riversare della nostra trasformazione nel mondo in cui viviamo!
4) Tutto questo per preparare il grande agguato alla grande signora: la morte del corpo fisico!
trascritto 12 dicembre 2004 a Marghera come data generica
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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