Se uno Stato decide che i manifestanti in difesa dell'ambiente solo i nemici, significa che quello Stato fa delle catastrofi naturali un modo per controllare e gestire i cittadini.
La catastrofe assume il valore di "legittimità giuridica" mentre, al contrario, la denuncia di possibili catastrofi si configura come un delitto da perseguire a norma di legge.
Novembre 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

Novembre 2023
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Argomenti del sito Religione Pagana

 

30 novembre 2023

Posti di lavoro in Norvegia per i nuovi infermieri

La politica, nell'ossessione di vincere le elezioni e di assicurarsi poltrone di comando ha saccheggiato il "personale umano". La ricchezza professionale che rendeva forte la comunità italiana.

L'azione di aggressione nei confronti dei cittadini è stata talmente violenta da annichilire la tensione emotiva che portava gli individui a lavorare e ad agire nella società.

A parte la forte diminuzione delle nascite, ma gli individui si sono ritirati dalla società. Non partecipano più.

Condizioni come questa comunicata da Il Gazzettino on-line del 29 novembre sembra stia diventando una consuetudine nel mondo dei lavoratori di fatica.

I lavoratori non cercano lavoro, cercano reddito. Se il lavoro non dà loro reddito o il reddito che dà non è conforme al tempo e alla fatica impiegata, i lavoratori non lavorano.

E' una forma di fallimento sociale che si presenta per la prima volta nella storia umana.

In ogni caso, la presentazione dell'articolo da parte de Il Gazzettino on-line, da cui è tratta l'immagine, mi sembra una grande ironia. Sembra quasi dire ai giovani "cercatevi il lavoro in Norvegia".

 

30 novembre 2023

Esopo: Le rane vicine di casa

Due persone abitavano nello stesso paese di Longarone. Una aveva un villa in centro del paese e l’altra abitava in una casa colonica a mezza costa del monte. La persona che abitava a mezza costa disse alla persone che abitava nella villa di Longarone: “Vieni ad abitare in campagna, è più salutare che abitare in paese!” Ma quella persona non volle darle ascolto e rimase nella vitta a Longarone e andò a finire che la diga tracimò e la villa son i suoi abitanti fu spazzata via.

La persona che abitava in villa disse alla persona che abitava a mezza costa: “Vieni ad abitare in paese, hai più comodità e migliori condizioni di vita!”. Ma la persona che abitava a mezza costa non le dette retta e andava a piedi tutti i giorni in paese per sbrigare le sue faccende. Un giorno arrivò un temporale improvviso e una massa d’acqua che scendeva dalla montagna la travolse. Andò a finire che quella persona morì sbattendo contro un albero caduto.

Non ha importanza quale scelta fai nella vita. L’imponderabile e lo sconosciuto è sempre in agguato. Non è cambiando il luogo che lo eviti, ma puoi migliorare mettendo attenzione in tutto quello che fai.

[liberamente tratta da: Esopo, Le rane vicine di casa - 67]

 

30 novembre 2023

Pensiero divergente e pensiero omologato

Il pensiero divergente, comunque prodotto e proposto, quando diventa un ragionamento relativo alle condizioni sociali e alle condizioni di vita delle persone, diventa una variazione rispetto ad una situazione di omologazione culturale statica nella quale un pensiero e un ordine di idee si sono fissate diventando modelli di riferimento sociale.

L'omologazione sociale si presenta alle persone con dei modelli di pensiero prefissati, ma questi modelli di pensiero prefissati vengono imposti alle persone mediante la violenza. Una violenza sistemica, spesso socialmente accettata e socialmente approvata insita nei modelli stessi proposti.

Quando si legavano le mani dei bambini mancini per impedire loro di usare la mano sinistra, era una violenza di ordine militare. Una violenza fisica elevata al massimo grado.

Quando si faceva violenza ai ragazzi per impedire loro di masturbarsi, era una violenza fisica al massimo grado. Una violenza militare. Quando si terrorizzano i ragazzi per i "fallimenti scolastici" è una violenza fisica al massimo grado di inferenza con la loro struttura emotiva.

Il pensiero omologato si fissa nel sistema sociale attraverso la violenza.

I femminicidi, gli accoltellamenti in famiglia, altro non sono che espressione di modelli di pensiero omologato imposto con la violenza ai ragazzi e che è calato così profondamente nella loro struttura emotiva che porta a individuare quelle e solo quelle soluzioni esistenziali davanti a problemi che potrebbero essere affrontati e risolti in molti altri modi.

Una riflessione sul pensiero divergente in psicologia dice:

Si definisce pensiero divergente quel pensiero che permette di creare alternative possibili a una questione, che non preveda una sola soluzione possibile. Ossia va al di là di quella che è la situazione di partenza: è un pensiero che esplora nuove direzioni e possibilità, portando così alla produzione di nuove idee.

In sostanza: esistono altre soluzioni al problema che ti induce ad usare il coltello contro la tua ex compagna che ha deciso di lasciarti?

Il pensiero omologato fornisce, in troppi casi, una e una sola soluzione: accoltellare.

Il pensiero divergente fornisce altre soluzioni. Però, se la società ha represso, dal punto di vista dell'ordine pubblico, ogni pensiero divergente perché ritenuto pericoloso per quei modelli che dominano la società, l'accoltellamento della ex compagna è l'unica soluzione che il pensiero omologato propone ad una massa di persone che vivono in quel livello di omologazione incapaci di trovare soluzioni diverse a quei problemi.

Se la responsabilità dell’azione è individuale, esiste una responsabilità sociale che ha indotto quella singola azione e che sta a monte di ogni azione messa in atto dalle singole persone nel loro vivere quotidiano.

Ci sono soluzioni diverse ai problemi individuali vissuti, ma tali soluzioni possono emergere nella società soltanto se nella società i pensieri diversi, i pensieri divergenti, possono scorrere in un pubblico dibattito e non essere repressi in nome di un ordine culturale precostituito.

Pertanto, anche i femminicidi sono il prodotto di scelte sociali prodotte dalla repressione messa in atto da modelli educazionali precostituiti. Prodotti da necessità di omologare in quei modelli le persone.

Davanti ad una realtà che si presenta con milioni di sfaccettature, i modelli di omologazione sociale, tendono a consentire una e una sola soluzione con tutti i drammi che quella soluzione unica, in un universo complesso, produce.

 

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29 novembre 2023

La votazione del Bureau International des Expositions

Alle votazioni per l'Esposizione Universale del 2030, l'Italia di Georgia Meloni non è uscita solo sconfitta, ma fortemente umiliata.

L'Italia ha avuto solo 17 voti, compreso quello degli USA, il che significa che gran parte degli stessi paesi dell'Europa non hanno votato per l'Italia. L'Italia non pensava di vincere l'assegnazione, ma stava "sperando" di perdere di misura prendendo circa 60 voti.

Invece, la sconfitta è cocente, totale. Una sconfitta che sta a dimostrare la perdita di prestigio morale dell'Italia nel mondo alimentata dal nuovo corso ideologico-fascista che caratterizza l'Italia. Anche il tentativo dell'Italia di contrapporre cristianesimo ad islam è stata una scelta fallimentare.

Qui non si tratta dei soldi dell'Arabia Saudita, qui si tratta di assenza di dignità morale che l'Italia sta dimostrando al resto del mondo nonostante una campagna di propaganda interna volta ad esaltare un governo di individui inconsistenti e incapaci di cogliere le tensioni nazionali e le tensioni che si muovono nel mondo.

La stessa città di Busan, nella Corea del Sud, ha raccolto più voti dell'Italia: 29 voti contro i soli 17 di Roma.

Per l'Arabia Saudita hanno votato ben 119 Stati nel mondo.

Umiliante, molto umiliante per l'Italia.

 

29 novembre 2023

Il "popolo" che volle un re

I cittadini italiani, stanchi di vivere senza qualcuno che comandasse e ordinasse loro che cosa fare e che cosa non fare, mandarono degli ambasciatori a Zeus pregandolo di elargire loro un Capo di Stato. Zeus, vedendo la semplicità del loro animo e la situazione in cui vivevano per la presenza del covid-19, buttò giù, nello stagno Italia, Draghi. A tutta prima, i cittadini Italiani, invischiati nel covid-19, supplicarono Draghi di fermare quella terribile epidemia. Draghi prese i provvedimenti possibili imponendo il distanziamento sociale, ordinando mascherine e insegnando agli italiani a lavarsi le mani. Poi, arrivò il vaccino con cui far fronte sll’epidemia. Ma poi, dato che Draghi non volle trionfare su su di loro, gli italiani iniziarono a disprezzare i provvedimenti anti covid-19. Fecero manifestazioni contro i vaccini e derisero coloro che si erano ammalati di covid-19 affermando che non era vero che c’erano tanti morti. Infine, i cittadini italiani, desiderosi di ignorare quella pandemia e di sottrarsi alle norme anti covid-19, chiesero a Zeus di inviare loro un altro capo di Stato. Allora Zeus perdette la pazienza e mandò Georgia Meloni che del distanziamento sociale, delle mascherine e dei vaccini non importava nulla. Così, un po’ alla volta, i cittadini italiani ripresero a morire col covid-19. Gli ospedali iniziarono a riempirsi nel più assoluto silenzio che negava agli italiani una realtà che li avrebbe divorati uno ad uno.

[libero rifacimento della favola di Esopo: Le rane che chiesero un re - 66]

 

29 novembre 2023

Logica salviniana e principio di uguaglianza

A Venezia un italiano uccide a fucilate un immigrato dalla Tunisia. E Salvini muto!

Secondo la sua logica, i veneziani dovrebbero essere cacciati dall'Italia.

Certe persone sono intolleranti con gli altri e tolleranti con sé stessi.

 

29 novembre 2023

La differenza fra il Dio degli ebrei e il Dio dei cristiani

La differenza sostanziale, con riflesso diretto sulla vita delle persone, fra il Dio degli ebrei e il Dio dei cristiani, come definito dai loro testi sacri, sta nel fatto che al Dio degli ebrei, descritto come un assassino assoluto, macellaio di chi adora altri Dèi, un criminale che si vanta di aver macellato l'intera umanità col diluvio universale e sterminatore di omosessuali perché con la loro attività non contribuiscono a fare figli per la gloria di Dio, i cristiani, a quel Dio, aggiungono il diritto di stuprare descrivendo una Maria che, nel Vangelo di Luca, esalta il suo stupratore per aver scelto di concedere a lei le sue grazie stuprandola.

Questa ideologia, al di là di come si infioretta per poter farla accettare da popolazioni distratte perché allo scuro dei principi che regolano la filosofia metafisica, è il modello offerto ai ragazzi. Attraverso questo modello si chiede alle ragazze di subire la "violenza possibile del maschio" che imita il modello di Dio e, alle ragazze, si offre il modello di Maria che non si ribella alla violenza ma fa della violenza esaltazione del violentatore.

Credo che questa questione sia stata sottolineata in un romanzo dell'Alberti che concludeva quel romanzo con la decisione di Maria di abortire per rivendicare la propria libertà nei confronti di Dio.

Oggi noi assistiamo ad un emergere della violenza fra partner e ex partner. Spesso si risolve a botte o a coltellate. Questi comportamenti altro non sono che la risposta degli individui ai principi cristiani che la frequentazione del catechismo ha imposto loro. Non tutti quelli che vanno a catechismo accoltellano la compagna o l'ex compagna, ma sicuramente tutti quelli che accoltellano la compagna sono andati a catechismo e sono stati battezzati in nome di un Dio che si vanta di aver macellato l'umanità e che, per quell'atto, pretende impunità (il vecchio delitto d'onore rientrava in quest'ottica ideologica).

 

29 novembre 2023

Piccola riflessione mattutina

Ci fu un tempo in cui la crisi economica riguardava i fallimenti delle Banche e il crollo in borsa. Questo si rifletteva sulla vita delle persone. Poi venne il tempo in cui le banche si misero al riparo e la crisi economica coinvolse le persone. Questo è il tempo.

Eppure, non misureranno la crisi economica sulla difficoltà delle persone, ma su quanto venderanno i commercianti. Noi, pertanto, non conosceremo la qualità della vita delle persone, ma saremo costretti a dedurla dalla quantità delle vendite fatte dai commercianti.

 

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28 novembre 2023

Esopo - l'astronomo

Esopo parlava ai suoi simili, schiavi, raccontando storie che attribuiva ad altri, specialmente agli animali.

Le storie di Esopo non erano favole, ma erano principi di guerra sociale che servivano alla sopravvivenza di chi non aveva forza e mezzi per sopravvivere nelle condizioni sociali in cui viveva.

Un esempio è questo breve racconto dedicato all'Astronomo:

Un astronomo aveva l'abitudine di uscire tutte le sere per studiare le stelle. Una notte che s'aggirava nel suburbio con la mente tutta rivolta al cielo, cascò senz'avvedersene in un pozzo. Mentre egli si lamentava e gridava, un passante udì i suoi gemiti e gli si avvicinò. Saputo il caso, gli disse: "Caro mio, tu cerchi di sapere quello che c'è nel cielo, e intanto non vedi quello che c'è sulla terra".

Esopo, favole, Editore Rizzoli 1951 p. 99

La favola, stando ad una nota, sembrerebbe un giudizio dato da Esopo su Talete citando un incidente accadutogli.

La favola ha un diverso punto di vista ed è quello dello "schiavo".

Dice Esopo: "E' inutile che tu guardi al padrone sognando di essere come il padrone, guardati attorno e cogli le tue possibilità!"

Rispetto alla condizione di schiavitù, il padrone è una sorta di cielo, un punto d'arrivo lontano per chi lavora di braccia. Eppure, dice Esopo, il fatto di fissare il cielo desiderando di essere come il cielo o di accattivarsi la comprensione del cielo, porta lo schiavo a perdere di vista le possibilità che ha di conquistare qualche cosa nella sua quotidianità.

"Comportati come l'astronomo" dice Esopo "e prima o poi troverai un pozzo (un incidente) in cui cadere”.

 

28 novembre 2023

Beppi di (o da) Lusiana e la cintura di Ippolita

Ade riprende il discorso rivolto a Beppi: “E' un altro mondo sociale umano che si sta aprendo. Un mondo fatto di violenza in nome della fede. In nome di un Dio padrone che funge da modello ad ogni uomo affinché sia un padrone di qualche cosa o riconosca sé stesso di essere, in quanto schiavo di Dio, schiavo di un padrone a cui deve obbedire con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. Se l'uomo non riesce “per grazia del suo Dio” a farsi padrone di qualche cosa, riconosca che il suo Dio lo ha destinato ad essere uno schiavo e sia uno schiavo con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima ringraziando il padrone per avergli fatto la cortesia di usarlo come schiavo.”

[citazione dal brano in lavorazione]

 

28 novembre 2023

Ancora sul "pensiero divergente"

Il pensiero divergente nel Libro dell'Anticristo

Le teorie sul "pensiero divergente" sono entrate negli studi di psicologia attitudinale 50 o 60 anni. Le possibilità di sviluppo del pensiero sono state ricercate mediante dei test attitudinali che sono stati specializzati e finalizzati nel corso del tempo.

Nonostante i tentativi di comprendere quelli che venivano definiti "comportamenti attribuibili a forme di pensiero divergente" la relazione fra soggetto studiato e analista era sempre la medesima dello sperimentatore che viviseziona una cavia.

E' indubbio che si è preso atto dell'esistenza di forme di "pensiero creativo" capaci di produrre idee diverse sulla e nella realtà mediante percezioni diverse e diverse modalità di elaborazione dei medesimi dati che la realtà presenta all'individuo. Però, nessun analista ha mai potuto comprendere che cosa agisce nell'individuo che produce un "pensiero divergente" tale da indurlo a percepire e ad elaborare idee inusuali in relazione ai medesimi oggetti, fenomeni, presentati.

Quando si parla del "pensiero divergente" osservando l'individuo che manifesta idee diverse della realtà, sembra una condizione romantica. Tutti i soggetti della realtà omologata (convergente) agiscono per violentare quell'individuo e ricondurlo nell'omologazione nelle idee convergenti.

Ma non è così.

L'individuo che manifesta "idee divergenti" lo fa per necessità soggettiva, come espressione della sua percezione e della sua capacità di elaborazione, e vive una condizione di dolore per l'aggressione che subisce da parte di un'oggettività che lo vuole riportare all'omologazione. La caratteristica delle idee divergenti è quella dell'impossibilità di contestarle o di criticarle da chi è omologato nelle convenzioni delle idee convergenti. Gli omologati manifestano rabbia nei confronti di chi manifesta idee divergenti e spesso, nel corso della storia, molti di coloro che manifestavano idee divergenti (al di là della loro qualità) sono finiti sul rogo.

Trentacinque anni fa io ho già formulato l'idea sulle idee divergenti all'interno del "Libro dell'Anticristo" che, in sostanza si può considerare un insieme di idee divergenti rispetto all'omologazione dell'ideologia cristiana.

https://www.federazionepagana.it/anticristo2c.html

La sociologia non dovrebbe parlare delle idee divergenti, ma come proteggere gli individui che manifestano idee divergenti separandoli dagli individui farneticanti che pretendono di spacciare per idee un complottismo immaginifico.

 

28 novembre 2023

Piccola riflessione sul "pensiero divergente"

Il pensieo divergente è la capacità di analizzare e pensare i problemi sociali da un diverso punto di vista.

La psicologia dice (o quanto meno in questi anni sta dicendo, riporto da internet):

Il pensiero divergente pertanto è una facoltà: la facoltà di pensare in modo critico e di non accettare pedissequamente l'opinione della maggioranza. Questo non vuol dire criticare semplicemente le idee degli altri, ma avere la capacità personale di produrre le proprie idee nonché di saperle giudicare, valutare e criticare.

fine citazione

Sembra che questa capacità manchi nella società in quanto si preferisce dirottare il "pensiero divergente" sulle farneticazioni che alimentano dimensioni fantastiche e fantasmagoriche in cui rinchiudere la struttura emotiva delle persone.

Un giorno tratterò anche questo aspetto della psicologia.

 

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27 novembre 2023

Gli uomini e il tempo

L'idea secondo cui ciò che avviene nel tempo è tutto presente in questo momento perché si esprime negli oggetti del presente è un'idea difficilmente accettabile dal punto di vista della ragione umana che vive il presente come "manifestazione di un processo storico" dove il presente di oggi annulla, nella coscienza, il presente passato. Ogni presente passato che ha preceduto l'attuale presente.

Eppure, il fatto stesso di pensare al presente come un divenuto da un processo storico è un'idea rivoluzionaria rispetto al pensare un presente che nasce al di fuori della storia, Un presente che nasce privo di cause, incausato, e, pertanto, privato delle responsabilità nel suo essere di quanto è avvenuto nei presenti passati che lo ha preceduto (e, di fatto, generato).

Io razionalmente so che il presente è conseguenza del passato. Ma non è tanto ciò che io posso sapere razionalmente, ma quanto la mia struttura emotiva percepisce del presente e di come quella percezione interagisce con la mia coscienza quotidiana.

Se dico ad una persona: "Ciò che avviene ora è conseguenza di quelle scelte, di quei fatti" la persona può razionalmente comprendere, ma alla sua coscienza non frega nulla perché continua a pensare ad affrontare il presente per ciò che è e non per ciò che è divenuto e per ciò che potrebbe essere nelle scelte che fa quotidianamente.

La dislessia esistente nelle persone fra un mondo che si trasforma e che si presenta in tutte le sue trasformazioni nel momento presente; la percezione desiderante soggettiva di un presente che appare alla coscienza razionale incausato e il desiderio di non avere il peso di pensarsi come un prodotto di cause che rendono responsabili, sia quale prodotto di un passato che si presenta nel presente, sia delle scelte e delle azioni che vengono messe in atto; crea quel cortocircuito psico-desiderante soggettivo che costringe l'individuo a relegare l'universo dell'esistenza in un "rumore di fonto" allontanandolo dalla propria coscienza e dalla propria percezione permettendogli di vivere in un presente incausato del quale si ritiene innocente ed irresponsabile.

In questo contesto possiamo definire, a grandi linee, quattro modelli di persone diverse.

Il primo modello è dato dalle persone secondo cui "il presente è voluto da Dio". Per queste persone le azioni sono in sé e per sé. Non sono portatrici di conseguenze e nascono da loro che sono persone incausate.

Il secondo modello è dato dalle persone che hanno coscienza che il presente è frutto di scelte e fatti che lo hanno preceduto, ma a quei fatti si ritengono estranee in quanto loro, rispetto a quei fatti, si ritengono innocenti e, pur riconoscendo fatti storici, si ritengono estranei ad essi. A volte inventano fatti storici per poter pensarsi estranei ai fatti reali.

Il terzo modello è dato dalle persone che vivono il presente come il risultato di fatti storici e agiscono nel presente per modificare il corso dei fatti al fine di produrre un diverso futuro. Per esempio, il padre che è stato educato a botte da suo padre e che rifiuta di picchiare suo figlio nel tentativo di garantirgli un presente migliore del suo.

Il quarto modello è dato dalle persone che vivono il presente in tutta la sua dimensione storico-emotiva e ne reggono il peso cercando di ritagliare in quell'immenso uno spazio emotivo che consenta loro di agire nel presente in una prospettiva emotiva futura. Sentono la responsabilità di tutto quello che è avvenuto, perché lo vivono, e sentono la responsabilità degli effetti per ogni possibile trasformazione del presente.

Tutte le persone di questi quattro modelli (definiti a grandi linee) vanno, quando possibile, al ristorante a mangiare, ma il loro portarsi il cibo alla bocca è diverso e non sempre lo spettatore riesce a cogliere la differenza.

 

26 novembre 2023

Educare i bambini alla violenza gratuita

L'uomo non è creato ad immagine e somiglianza di Dio, l'uomo diventa adattandosi alle condizioni che incontra nascendo e se le condizioni sono tali da indurre nel ragazzo la sopraffazione ad imitazione della sacra famiglia cristiana, il ragazzo imporrà il modello della sacra famiglia cristiana anche con un coltello.

Il parroco ricorda Filippo Turetta bambino: "I catechisti ne parlavano bene, un ragazzino con piglio. Ma era molti anni fa"

[il Gazzettino - Venezia - 26.11.2023]

Io non avevo dubbi.

Bisogna soggettivare la violenza in un ambiente che esalta la violenza impunita di Dio per riprodurre la violenza come risposta ai problemi presenti nella quotidianità.

E questo viene fatto dalle parrocchie cristiane. Non tutti i frequentatori delle parrocchie accoltellano, ma per avere l'idea di accoltellare l'altro per sottometterlo o costringerlo all'obbedienza è necessario aver frequentato le parrocchie cristiane.

 

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26 novembre 2023

Riflessioni su Esopo e le strategie dello schiavo

Esopo scrive le sue storie nel VI secolo a.c siamo nell'epoca in cui i "sette saggi" stanno formulando i loro principi sociali, etici e morali.

A differenza dei "sette saggi" Esopo è uno schiavo. Un lavoratore del braccio.

Le sue favole sono un vero e proprio manuale di sopravvivenza dei sottoposti in un mondo fatto di padroni voraci dai quali le persone si devono difendere.

Spesso la "morale" espressa da Esopo è abbastanza semplice. La difficoltà per il lettore non consiste nell'incapacità di individuare il meccanismo morale, ma nell'inserire tale meccanismo nell'insieme dell'esistenza di Esopo e trasferire quell'esperienza in un diverso contesto culturale e sociale come quello di oggi.

Per esempio, la breve favola delle mosche dice:

In una dispensa si era versato del miele. Le mosche accorsero, se lo succhiarono, e la dolcezza era tale che non sapevano staccarsene. Quando però le loro zampe rimasero impigliate e, incapaci di levarsi in volo, esse si sentirono affogare, esclamarono: "Poverette noi! per un attimo di dolcezza ci rimettiamo la vita."

[Esopo, Le mosche, 239]

I concorrenti all'avvenimento sono vari. Le mosche sono l'oggetto-soggetto di cui parla la storia, ma esiste anche la dispensa che concorre alla storia e il miele versato da una causa di cui Esopo non parla. Le mosche sono il soggetto-oggetto al di fuori delle cause e delle trasformazioni. Scelgono in un'oggettività e periscono in quell'oggettività in seguito alle loro scelte perché l'autore ha conchiuso la vicenda fra questi attori. Il lettore si immagina persone che vanno a succhiare il miele, inteso come situazione dolce e fortunosa, all'interno di una trappola che non necessariamente è una trappola ma che, senza l'uso del miele, ogni truffa non andrebbe a buon fine.

La morte delle mosche è stata provocata dalla credenza, dal miele, da chi ha versato il miele oppure è dovuta esclusivamente alla scelte delle mosche in un ambito in cui le mosche non erano attrezzate per poter scegliere perché conoscevano il dolce del miele, ma non la possibilità che il miele si solidificasse e le intrappolasse?

Se si vuole leggere Esopo davvero è necessario conoscere le condizioni in cui Esopo viveva e le strategie che Esopo metteva in atto per sopravvivere in quelle condizioni.

Esopo non è il rivoluzionario che usa la spada. Esopo è un rivoluzionario della sopravvivenza che in un ambiente ostile pratica strategie di adattamento soggettivo. Anziché descrivere le strategie di sopravvivenza preferisce definirla attribuendole a comportamenti animali.

Nessuno accuserà Esopo perché non ha voluto mettere le mani nel miele quando rifletteva sulle conseguenze che avrebbe dovuto sopportare se avesse messo la mani nel miele. Se il padrone gli avesse ordinato di mettere le mani nel miele Esopo doveva sapere le conseguenze di mettere le mani nel miele o di non mettere le mani nel miele.

Conoscere le conseguenze, e non fare la fine delle mosche, è un modo, per uno schiavo, di sopravvivere. Ieri come oggi, anche se gli schiavi di oggi si chiamano "dipendenti" o "operai".

 

26 novembre 2023

Esopo - La cornacchia e il corvo

La cornacchia, gelosa del corvo, il quale dà auspici agli uomini, prevede il futuro ed è perciò da essi invocato come testimone, si mise in testa di fare altrettanto.
Vedendo passare dei viandanti, volò su un albero e, piantatasi là, cominciò a gracchiare a tutta forza.
Al suono della sua voce quelli si volsero spaventati, ma uno disse subito: "Niente, niente amici, andiamo pure avanti. E' solo una cornacchia e le sue grida non significano nulla".
Così anche tra gli uomini, chi si mette a gareggiare con i più sapienti di lui, non solo non riesce ad uguagliarli, ma si guadagna anche le beffe.

[Esopo, La cornacchia e il corvo, 170]

Chissà se chi legge questa si mette a ridere della cornacchia pensando di essere un corvo.

Le storie di Esopo sono aperte ad ogni interpretazione perché ogni arrogante si sente un corvo che gracchia come una cornacchia con l'applauso di masse di cornacchie che vedono, in quel gracchiare, l'arrivo della provvidenza.

Forse, anziché applaudire, sarebbe stato meglio se si fossero girati ad osservare il corvo che scuote, sconsolato, la testa.

La favola di Esopo va divisa in due parti. Io non ho capito se la seconda parte va attribuita ad Esopo o ad autori che vogliono spiegare la favola di Esopo. Sta di fatto che ho l'impressione che la favola di Esopo sia un oggetto in sé mentre la spiegazione può essere diversa adattando i personaggi della favola ad ogni diversa cultura.

La favola è il meccanismo mentre la spiegazione è l'idea soggettiva che viene proposta dall'interprete partendo dalla favola inserita nel proprio vissuto e nelle proprie intenzioni.

 

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25 novembre 2023

Gli errori dei Partiti politici

Il più grande errore che può fare un Partito Politico è quello di candidare alle elezioni, sia comunali che nazionali o europee, persone esterne al Partito Politico.

Quelle persone fruiranno dei voti di quel Partito Politico ma introdurranno, in quel Partito Politico idee e modi di essere diversi dall'etica manifestata da quel Partito Politico.

Quel Partito Politico dimostrerà che le sue idee, la sua etica e la sua morale non vale nulla perché è pronto a stuprarla per idee, etiche e morali diverse.

Il patrimonio di consenso di un Partito Politico si alimenta e si conserva attraverso le persone legate a quel Partito Politico che manifesta quelle idee.

Purtroppo, troppe persone che partecipano ad un Partito Politico non hanno consapevolezza delle idee del Partito Politico a cui hanno aderito né hanno idea di come le persone lo percepiscono. Per loro è solo una questione di carriera e, vivendo nell'insicurezza di non poter far carriera, svendono il loro Partito Politico per persone note (come i mezzibusti televisivi) o attori) che sottrarranno a quel Partito Politico elettori e progetti sociali.

 

25 novembre 2023

Squadrismo maschilista

Per ora, ancora si vergognano un po', ma fra poco sarà la caccia alla donna che denuncia le violenze subite.

Il mostro sta per essere partorito.

Riporto dal sito ANSA:

Mercoledì avevano sollevato critiche [NOTA: critiche contro la manifestazione contro la violenza sulle donne] - in particolare da Pd, Adu Vda e Cgil - alcune dichiarazioni sul patriarcato formulate dai consiglieri regionali Andrea Manfrin e Luca Distort in aula.

[ANSA - Valle d'Aosta- 24-11-2023]

E appareuno striscione che inneggia la "patriarcato" in funzione della violenza sulle donne.

Per ora si sono mossi nelle "fogne" del pensiero sociale, ma stanno emergendo. Per loro, le donne non devono pretendere diritti, ma solo atti di pietismo del più forte sul più debole.

 

25 novembre 2023

Il covid-19 continua ad uccidere nell'indifferenza

L'informazione non parla più del covid-19. Questo non parlare del covid-19 non ha fermato la diffusione del covid-19, semplicemente l'epidemia continua a diffondersi senza che si prendano delle precauzioni importanti.

Il non parlare del covid-19 ha portato il Governo Italiano ad acquistare solo una piccolissima parte dei vaccini che servono finendo per contribuire all'aumento delle morti con covid-19.

Ovviamente tutte persone fragili, ma non per questo candidate alla tomba prematura.

Siamo a livello di 235 morti al giorno con un aumento dei ricoveri sia nei reparti normali che nei reparti a terapia intensiva. 235 morti in una settimana equivalgono a 33 morti al giorno. Per fare un confronto, il 06 agosto si contavano 41 morti in una settimana, meno di 5 al giorno e 5700 contagi in una settimana e gli ospedali d'Italia avevano solo 23 ricoverati in terapia intensiva.

I contagi sono aumentati dalla settimana prima di oltre il 30% senza contare tutti i contagiati che, per aver sintomi lievi, tendono ad ignorare il fatto di avere il covid pensando di avere solo un forte raffreddore.

Il Governo, dopo aver imposto una Commissione Parlamentare di inchiesta sugli effetti dei vaccini anti-covid-19, sta facendo una scommessa sulla pelle delle persone: il Covid-19 si estinguerà da solo o diventerà talmente endemico da aiutare il Governo ad eliminare e le persone fragili diminuendo la pressione sul settore pensionistico? Le persone fragili non votano e appare verosimile, viste le azioni fatte dal Governo, che il governo ritenga di non intervenire e lasciare che le persone fragili muoiano.

 

 

25 novembre 2023

Non aspettate che la gravità dei problemi cresca

Ci si accorge sempre troppo tardi dei problemi che si stanno diffondendo nella società.

Chi denuncia fatti apparentemente insignificanti spesso viene deriso e la derisione non nasce dal fatto che "lui sia ridicolo" ma da una sottovalutazione dei fatti denunciati rispetto ad una percezione soggettiva derivata da una personale esperienza.

Le persone o vivono emotivamente "i grandi complotti voluti da Dio o da chi si fa Dio che altri, che si considerano Dio, stanno denunciando" o vivono di arroganza e di disprezzo nei confronti di persone che denunciano violenze e prevaricazioni subite da chi "si fa Dio". "Non elevarti a livello del tuo torturatore, sii umile davanti a lui" è l'idea imposta dal cristianesimo che consente ogni violenza e ogni tipo di genocidio.

 

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24 novembre 2023

La lotta delle donne

La lotta che le donne hanno fatto nella società è una lotta silenziosa, quasi mai "massificata", con comportamenti individuali spesso al limite del "masochismo". Nella storia le donne, come i bambini, furono considerati dai cristiani alla stregua degli schiavi.

Soggetti senza diritti che, come la Maria dei cristiani, deve alzare le lodi al suo stupratore.

Quando parliamo dei diritti delle donne, spesso ci si riferisce a diritti come quello del "suffragio universale" che, come la partecipazioni alla gestione della cosa pubblica, è un diritto da sempre negato alle donne. Ma alle donne veniva negato il "diritto di vivere" se non nell'obbedienza e nella sottomissione. Il "delitto d'onore" era una negazione cristiana al diritto di vita delle donne.

Le donne hanno forse combattuto contro il "delitto d'onore"? Hanno forse ucciso qualche delinquente che lo ha praticato?

Certo che hanno combattuto contro il delitto d’onore. Ma non hanno combattuto contro il delinquente che praticava il delitto d'onore. Hanno combattuto contro la legge che autorizzava, a quelle condizioni, di compiere il "delitto d'onore". Intanto le donne morivano per mano di chi praticava il "delitto d'onore".

Quando le donne hanno avuto il diritto al voto in Italia? Che forse la chiesa cattolica glielo avrebbe concesso loro? O i fascisti come Almirante, De Gasperi, Tambroni o Scelba?

Fu concesso il voto alle donne per poter "fermare i comunisti" perché in quel momento storico le donne facevano meno paura dei "comunisti".

Nell'immaginario sociale le donne sono ancora schiave. Devono essere sottomesse. Devono subire e, quando decidono di non subire, possono essere macellate suscitando molta indignazione per l'accaduto, ma anche molta solidarietà per l'assassino che, in fondo, ha il solo torto di aver voluto farsi Dio nei confronti di chi avrebbe dovuto sottomettersi ed obbedire.

Il capitalismo moderno, dissolvendo la famiglia proletaria e immettendo le donne nel mercato del lavoro (come produttrici, al di là della loro funzione di riproduttrici) le sottrae allo spazio della proprietà privata familiare; avviando in tal modo, senza saperlo, un processo di liberazione delle donne.

[Marx da Duby Perrot - Ottocento]

Al contrario di Marx, l'anarchico Proudhon era un feroce nemico delle donne e contribuì non poco a mantenere le donne in uno stato di sottomissione al punto che Duby Perrot nel quarto volume, Ottocento, cita Proudhon:

Proudhon scivola progressivamente in una misoginia apparentemente senza confini. La donna è il «complemento» dell'uomo e porta il contributo della propria bellezza alla forza maschile; ma nella donna la bellezza è un arresto di sviluppo che la mette al livello dei bambini; essa sarà quindi un essere in condizione di minorità, un essere inferiore, la materia che, secondo la tesi aristotelica, necessita di una forma; come la femmina ha bisogno del maschio ... In sostanza, la donna resta un termine medio tra l'uomo e l'animale, variante dalla sua collocazione abituale tra natura e società, ma pur sempre una variante, in questo caso, gravida di minacce: "Tra l'uomo e la donna può esistere amore, passione, un legame di abitudine, tutto quello che si vuole, ma non vi è una autentica parità. L'uomo e la donna non procedono all'unisono. La differenza dei sessi innalza tra di loro una barriera non diversa da quella che la differenza delle razze pone tra gli animali. Così, lungi dall'applaudire a quella che oggi viene definita emancipazione delle donne, io inclinerei piuttosto, se si dovesse giungere a questi estremi, a chiudere le donne in prigione".

[p. 110 - 111]

L'emancipazione dal cristianesimo per Proudhon non è mai avvenuta. Come il Dio cristiano aveva la necessità di schiavizzare persone per poter desiderare e pensare di essere libero come Dio.

Le donne hanno liberato sé stesse entrando nelle pieghe della storia anche se spesso la storia ha agito per riportarle al medioevo della sottomissione psicologica. Come in Afghanistan dove sono state riportate al burka da chi dichiarava di voler liberare le donne dal velo.

Rimane ancora da apprendere come fissare le conquiste dei diritti civili quando le situazioni oggettive agiscono per abolirli. Ma questo è un altro discorso.

 

24 novembre 2023

Strategie del terrore religioso

Nel 1400 inizia ad imporsi una nuova attenzione alla necessità della coercizione della donna.

I cattolici impongono l'assolutismo in famiglia in nome di Dio. Nel 1400 gli scrittori cattolici insistono ancor di più sulla necessità della sottomissione della donna nella famiglia che, in sostanza, è la necessità della sottomissione psicologica della donna all'uomo.

Scrive Silvana Vecchio in La buona moglie edito per "La storia delle donne" di Duby Perrot, Volume 2, Il medioevo, Edizione CDE, 1990 p. 157:

"La figura del marito rimane in tutta questa trattatistica la figura centrale; l'obbligo per la moglie di portare allo sposo reverenza, affetto e soprattutto obbedienza non è contestato e nemmeno attenuato né dagli scrittori religiosi, né da quelli laici. Anzi, gli umanisti, riproponendo in maniera fedele il modello aristotelico del padrone di casa come centro di tutti i rapporti familiari, accentuano ulteriormente il suo peso all'interno della famiglia ed insistono sull'esigenza di una subordinazione assoluta della moglie."

Il rinascimento si sta affacciando alle porte. Le Crociate sono terminate e le eresie iniziano a minare l'assolutismo cristiano.

Così gli scrittori cristiani riprendono Paolo di Tarso e il suo assolutismo:

"Come in tutte le chiese dei Santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un'assemblea. Forse è uscita da voi la parola di Dio? O è giunta soltanto a voi? Se uno crede di essere profeta o avere i doni dello Spirito, riconosca che quanto scrivo è un ordine del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, non sarà riconosciuto."

["scrivo in nome e per conto di Dio!" Afferma. E poi si offendono se li chiami "deliranti"]

Da: 1 Corinti 14, 34-38

Siamo davanti alla necessità della chiesa cattolica di controllare una società che ogni giorno gli appare più lontana.

Queste azioni volte all'assolutismo messe in atto dalla chiesa cattolica nel 1400 le paghiamo ancor oggi perché sono state ripetute e rinnovate nel corso del tempo e solo nel 1968 è iniziato il processo di distruzione della famiglia come sistema per imprigionare donne e figli sotto l'assolutismo di chi pretende di rappresentare Dio nei loro confronti.

Ancor oggi gli accoltellamenti e la violenza sulle donne è il prodotto di quella violenza fisica e psicologica che la chiesa cattolica ha fatto a tutte le persone per garantire la libertà di Dio di dominare l'uomo.

 

24 novembre 2023

Ciò che è dello Stato e ciò che è dei cittadini

Un governo ha il compito di fare leggi a tutela delle vittime di reati, non ha il compito di intervenire nel sistema di pensiero con interventi amministrativi o con direttive ideologiche.

E' compito della società civile intervenire nelle contraddizioni sociali ed elaborare quei principi morali che sono alla base della convivenza civile.

Quando un Governo o le Istituzioni intervengono per dettare direttive morali siamo in aperta violazione del dettato Costituzionale. Se poi questa azione limita quelli che sono i diritti Costituzionali come percepiti dai cittadini, siamo in aperta attività di terrorismo e di squadrismo mirante a destabilizzare le Istituzioni.

Nella società Democratica, come definita dalla nostra Costituzione, viene definito terrorismo ogni atto che, facendo violenza alle persone, limita la possibilità delle persone di gestire sé stesse nell'oggettività in cui vivono.

E la persona, a cui ci si riferisce, non è la "persone in quanto Istituzione" (vale a dire poliziotti, magistrati, deputati fino al Presidente della Repubblica), ma il singolo cittadino in quanto singolo cittadino che subisce, troppo spesso, violenza ingiustificata dalle Istituzioni per il loro tornaconto, morale, ideologico o economico che sia, contro le condizioni di diritto del singolo cittadino.

 

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23 novembre 2023

La violenza sulle donne
(e sui ragazzi)

Io non so che cosa significhi il fatto che la violenza sulle donne "non è di destra né di sinistra", ma dovrebbe, a quanto appare, essere trattata come una questione a sé.

La discriminate sta tutta nel come si pensa l'uomo e la donna.

La discriminate è una questione di filosofia metafisica calata nella società o, se si preferisce invertire l'approccio, è un'esigenza di dominio sociale che viene giustificata mediante categorie della filosofia metafisica.

Pertanto, al di là di come una persona pensa "destra" o "sinistra", siamo davanti ad una questione fortemente ideologica che riguarda il sistema educazionale delle persone fin dalla primissima infanzia che vede nel modello ideologico di obbedienza a Dio il vero motore che produce la violenza sulle donne ogni qual volta che le donne (e per donne in questo caso intendo l'individuo più "debole" della relazione) chiedono uguaglianza di dignità rispetto al soggetto che, nella relazione, si pensa come Dio.

La violenza sulle donne si costruisce costringendo i bambini a pregare. Costringendo i bambini a pregare gli si induce a pensarsi Dio e imparano a pretendere l'obbedienza che si pretende da loro in nome di Dio. Tanto più il bambino viene fissato in una situazione di obbedienza e di sottomissione, tanto maggiore è la sua ribellione emotiva che lo porta a farsi Dio nei confronti di soggetti che ritiene più deboli.

Il bullismo, che gli adulti vivono come una condizione di crescita naturale dei loro figli e che, al contrario è la maturazione della violenza a cui hanno costretto i loro figli, non è altro che la scuola in cui il piccolo despota si sta esercitando per diventare un tiranno pronto a qualsiasi violenza pur di affermare il proprio dominio sull'individuo più debole.

Obbedire al padrone! Il padrone che è il Dio onnipotente che il bambino pregava nella sua cameretta prima di dormire sognando di essere un Dio, altrettanto potente, per far fronte al vuoto esistenziale che i suoi genitori gli imponevano disarmandolo davanti alle necessità della vita davanti alla quale si sentiva smarrito.

La violenza soggettiva è la risposta al vuoto educazionale imposto dai genitori. Una violenza di possesso e di prevaricazione che supplisce alla mancanza di strumenti con cui il ragazzo dovrebbe affrontare la vita.

Non vi preoccupate. Il Ministero degli Interni e della Pubblica Istruzione hanno già deciso di mettere in atto una campagna di propaganda finalizzata, nelle loro intenzioni, all'addomesticamento dei ragazzi. Ragazzi intesi come bestiame da allevare. Questa campagna di addomesticamento non fornirà nessun strumento alla struttura emotiva del bullo ma, al contrario, gli farà assaporare il piacere dell'esercizio della violenza. Il frutto proibito che il Ministero vuole togliergli come unica possibilità di trarre beneficio dalla sua vita vuota ed insulsa a cui lo hanno costretto i genitori magari "grandi lettori della Gazzetta dello Sport" e felici per la vittoria dell'Italia in una partita di calcio.

La violenza sta già nei ragazzi quando arrivano in prima elementare. E' costruita dai genitori, dalle loro aspettative, da discorsi e da azioni delle quali, ragazzi e ragazze piccolissimi, afferrano aspetti che i genitori, nella loro superficialità, ignorano e i ragazzi collocano quegli aspetti in un mondo immaginifico che soddisfi la loro struttura emotiva in aspettative che hanno, troppo spesso, nel Dio “padrone di altre persone” il modello della loro futura esistenza.

Il Governo, con campagne di addomesticamento dei ragazzi, altro non farà che alimentare la violenza sociale perché a differenza di quanto pensano le persone al Governo oggi: l'uomo non è creato ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente, ma cresce adattandosi alla struttura psico-emotiva che l'oggettività gli presenta. Quegli adattamenti entrano nella struttura psichica in maniera così profonda che una propaganda formale, anziché modificare le soluzioni che l'individuo può mettere in atto per soddisfare le sue necessità, gli presenta la necessità di diventare più astuto nel mettere in atto la sua violenza sull'altro: come il Dio dei cristiani che stupra Maria ma che viene esaltato da Maria per aver scelto di stuprare lei.

Auguri Italia!

 

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22 novembre 2023

Considerazioni sociali sull'uso degli oppiacei fra gli Antichi

Gli antichi facevano uso di oppio o di piante psicotrope?

Il papavero da oppio, papaver sonniferum, era conosciuto fin dai tempi antichi e, probabilmente, è originario della Turchia centrale.

Questa pianta era usata dai sumeri, dagli egiziani e anche dai greci da cui prese il nome di oppio da opos che significa "succo".

L'uso che se ne faceva non si innestava su condizioni educazionali da delirio di onnipotenza proprio di chi è educato oggi. Non innestandosi su un delirio di onnipotenza, educazionalmente imposto, gli effetti dell'oppio iniziavano e finivano con gli effetti dell'oppio. Non si trasferivano nella società come delirio suprematista da razza eletta. L’oppio non era usato per “combattere meglio”. Forse questo uso sarebbe venuto con gli “assassini” islamici (forse prima di loro i persiani).

Che in alcuni culti misterici si usasse oppio o allucinogeni, oppure il vino come nel culto di Dioniso (probabilmente nella mistura c'era qualcos'altro come un uso delle bacche velenose dell'edera), tutto rimaneva circoscritto all'attività rituale.

Non esistono informazioni che ci inducono a pensare che prima dell'arrivo degli ebrei a Babilonia l'uso di sostanze psicotrope o oppiacei abbia influito sulle e nelle società. Probabilmente il loro uso ha avuto effetti sui culti, ma non sembra che si sia trasferito nelle società.

Diverso è quando gli ebrei vengono deportati a Babilonia. Gli ebrei arrivano a Babilonia coltivando il delirio di onnipotenza, come separazione di sé dall'insieme della società babilonese. Per accentuare la separazione fra sé e il resto della popolazione babilonese, gli ebrei introducono l'uso della circoncisione. già conosciuta e pratica in Egitto, come forma di marchiatura del "popolo eletto" che non deve mescolarsi con le altre popolazioni considerate impure e idolatre.

Quando io lessi la bibbia dei cristiani, e l'ho letta in età abbastanza avanzata, la sensazione che quei deliri fossero il prodotto di intossicazioni da oppio mi apparve immediatamente evidente.Non solo Malacchia, Giona, Ezechiele, Geremia, Isaia, ecc. erano tutti soggetti a deliri che non si limitavano a forme di malattia psichiatrica, ma a vere e proprie intossicazioni da oppiacei che inducevano forme di allucinazione e di esaltazione fanatica, Questo perché non si trattava solo del delirio in sé stesso, ma del delirio con finalità di controllo e dominio sulla società “ebraica” deportata a Babilonia che non doveva mescolarsi con le altre società sempre deportate a Babilonia. Il delirio di onnipotenza ci sarebbe stato anche senza l’oppio. L’intossicazione da oppio ne ha ampliato gli effetti a dismisura. Il classico effetto dell'eroina in un ambiente emotivo sovranista e razzista.

Lo stesso vale anche per gli estensori del resto della bibbia. Dire che chi ha scritto di Mosé e di Abramo fossero dei drogati intossicati, mi sembra il minimo rispetto alle aberrazioni che vennero scritte e da chi vuole giustificarne quelle affermazioni deliranti affermando che quanto scritto è quanto Dio ha dettato.

Questo discorso, secondo cui chi ha scritto di Abramo era un intossicato di oppiacei, lo dichiarai durante una trasmissione radiofonica circa 25 anni fa. Allora non avevo conoscenza del territorio in cui era diffuso l'oppio, ma dalle affermazioni fatte nella bibbia appariva evidente che fossero il frutto di intossicazione da oppio in un ambiente sovranista da popolo eletto.

La pericolosità delle droghe è tale solo in un ambiente emotivo assolutista che ha nel cristianesimo, nell'islam, nell'ebraismo, nel buddismo la fonte d'origine delì'assolutismo emotivo.

L'uso delle droghe e degli oppiacei è distruttivo nella nostra società, non nelle società degli antichi prima che le ideologie assolutiste di Platone o degli ebrei, nelle loro varie declinazioni, diventassero egemoni nelle società civili.

Rimane sempre il problema medico individuale. Alessandro Magno dette ordine ai suoi medici di aumentare le dosi di estratto di veratro che gli venivano somministrate per i postumi della ferita di una freccia. I medici lo sconsigliarono, ma egli insistette e quello che considerava sé stesso figlio di un Dio fece la miserabile fine dell'idiota. La droga danneggia individualmente. Si tratta di sapere se questo danno rimane confinato all'individuo che fa le scelte o se facendo quelle scelte l'individuo danneggia la società in cui vive.

 

22 novembre 2023

La nona fatica di Beppi di (o da) Lusiana

 

La nona fatica di Beppi di (o da) Lusiana, per trasformarsi in un Dio, è la "Conquista della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni".

Chi è Ippolita?

E' l'essenza stessa della storia delle donne. Dalla vita rubata loro dall'assolutismo ai processi di liberazione e di uguaglianza sociale che hanno attraversato la storia.

Ippolita è tutto questo. Duemila e cinquecento anni di storia.

Beppi non deve solo percorrere una strada che va dall'osteria di Ponte fino al Forte Interrotto, sopra Asiago nei pressi del quale sta la baita di Ippolita, ma nel percorrere quella strada fisica deve percorrere anche la strada del tempo che Ippolita incarna.

Questa avventura di Beppi inizia in osteria dove stava giocando a briscola con tre avventori che si sono rivelati essere Zeus, Poseidone e Hera che, ad un certo punto, lo hanno sfidato a prendere la cintura (il reggiseno) di Ippolita. Solo che da altri avventori sappiamo che Ippolita, che vive in quella baita, vive anche con una motosega a portata di mano e mai nessuno era riuscito a varcare quella soglia per quanto sbavasse per il suo seno.

Sulla strada, che Beppi percorre nottetempo, Beppi incontra un personaggio che dapprima appare come forma indistinta e poi si rivela essere Ade che, camminando con lui fra sentieri e boschi, lo fa camminare anche nella "storia delle donne" che altro non è che la storia di Artemide che viene incarnata dalla prosperosa Ippolita.

Così Beppi, per arrivare in quella casa, deve percorrere la storia delle donne. Sia la storia che le rese schiave e sottomesse, sia la storia della loro liberazione.

Questo in sintesi è il lavoro che mi sto accingendo a fare. Impiegherò sicuramente almeno una settimana per farlo. Gli avvenimenti della storia delle donne che prenderò sono avvenimenti generici. Io non amo molto ridurre la storia generale alla storia di singoli individui. Prenderò, forse una quindicina di situazioni storiche capaci di tracciare un cammino nella storia che preparerà Beppi ad affrontare Ippolita.

 

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21 novembre 2023

Discorso sulla droga
Il Pervitin e le anfetamine
Terza (ultima) parte

Le droghe vengono usate normalmente nel 1800 e nel 1900. Se gli effetti fisici vengono studiati e usati per gli scopi dello Stato e del potere, poco studiati sono i loro effetti sulla formazione delle idee di chi usa massicciamente tali droge e da tali droghe ne diventa dipendente.

Il problema non è solo la droga in sé. Il problema è la droga innestata su una specifica struttura culturale che ha manipolato la struttura emotive delle persone fin dalla primissima infanzia.

La manipolazione emotiva, operata dal cristianesimo sull'infanzia, non fa altro che predisporre le persone all'uso delle droghe che moltiplicano le sensazioni e le aspettative nella direzione imposta dall'educazione cristiana stessa. Nel processo educativo-coercitivo cristiano vengono imposti all'infante modelli comportamentali deliranti in cui definire la realtà di Dio, la provvidenza, l'onnipotenza di Dio, le aspettative dell'intervento divino e Gesù che viene sulle nuvole per punire i malvagi e riparare i torti.

Questi modelli educazionali vengono filtrati e mediati dall'insieme sociale che ne smussa gli aspetti più assolutisti e violenti imposti dall'educazione. Le esigenze sociali, mediando fra necessità dello Stato e le necessità nella realazione fra individui, elimina l'aspetto più distruttivo dell'educazione cristiana.

Le droghe intervengono ad ampliare e ad enfatizzare le condizioni psico-emotive dell'educazione stessa.

Tutta la cultura dalla metà del 1800 alla fine degli anni '50 del 1900 fu fortemente caratterizzata dal dominio della droga su individui che farneticavano sul "giusto modo di comportarsi" che altro non era che delirio, per quanto ben giustificato, il cui scopo era la distruzione dell'uomo e dei suoi processi di conoscenza.

Raramente possiamo sapere quanto questo o quell'autore facesse uso di eroina, morfina, cocaina o anfetamine, ma lo possiamo dedurre, dai loro scritti, dalle loro affermazioni, quando queste ricadono nella sfera del delirio, dell'ingenuità o nella codardia sociale. In filosofia, l'ontologia nasconde il delirio farneticante.

Tutto il movimento sociale tedesco che portò alla nascita del nazismo fu fortemente influenzato da un uso massiccio di droghe che, portando la popolazione, con delle responsabilità sociali, al delirio orientò l'opinione pubblica nella realizzazione di tale delirio anche quando il delirio iniziale si modificò nei contenuti e negli obbiettivi.

Scrive il Post il 16 settembre 1922

Negli anni Venti del Novecento, grazie a un'industria chimica all'avanguardia, la Germania diventò il primo produttore mondiale di morfina, cocaina ed eroina. In un paese uscito sconfitto dalla Prima guerra mondiale queste sostanze iniziarono a essere consumate in modo consistente, e quando il regime nazista salì al potere cominciò ad approfittare della diffusione e della grande capacità di produzione di sostanze per perseguire i propri scopi bellici. Nel 1938 venne brevettata e prodotta una sostanza a base di metanfetamina, il Pervitin, che divenne uno strumento politico e militare fondamentale per l'iniziale successo della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

Il Pervitin fu brevettato dall'azienda farmaceutica Temmler, che si trovava nella periferia di Berlino: era un derivato della metanfetamina, eliminava la percezione della fatica e migliorava le prestazioni fisiche. La sostanza fu sviluppata dal medico tedesco Fritz Hauschild, rimasto impressionato dall'effetto della benzedrina, cioè dell'anfetamina, allora legale, sugli atleti statunitensi arrivati a Berlino per le Olimpiadi del 1936, le cosiddette "Olimpiadi di Hitler", quelle note per le svastiche esposte negli stadi e quelle in cui l'americano Jesse Owens vinse quattro medaglie d'oro.

Per promuovere il Pervitin, la Temmler organizzò una grande campagna pubblicitaria, in cui indicava il farmaco per trattare le condizioni più diverse: mal di mare, vertigini, nevrosi, apatia, depressione e persino la frigidità femminile. Il Pervitin venne poi sponsorizzato anche presso i medici di famiglia, a cui la Temmler faceva arrivare dei campioni omaggio, e il parere dei medici fu molto positivo. Alla fine degli anni Trenta il Pervitin ebbe un enorme successo: era più diffuso del caffè, meno costoso e per qualche anno anche molto accessibile: in farmacia era possibile ottenerlo senza prescrizione medica.

Tratto da Il Post del 16 settembre 2022

Le anfetamine furono abbondantemente somministrate ai soldati. Rendevano euforici i soldati in cui veniva accentuato il delirio di onnipotenza.

Questi drogati invasero la Polonia. Male armata e male equipaggiata, la Polonia dovette affrontare un esercito di macellai esaltati.

Gli aviatori tedeschi assumevano anfetamine per poter volare più giorni consecutivamente.

Vennero prodotte più di 35 milioni di compresse da 3 milligrammi di Pervitin.

Questo fa comprendere la velocità dell'avanzata tedesca nell'est Europa. Poi le anfetamine furono somministrate anche ai soldati USA che in questo modo si sentirono forti quanto i soldati tedeschi. Alcune stime dicono che almeno il 10% dei soldati statunitensi facesse uso di anfetamine, ma nei corpi speciali la percentuale superava il 25%.

Questo è uno dei motivi della sconfitta dell'esercito tedesco. Ben presto gli effetti delle anfetamine debilita i militari. Se all'inizio l'anfetamina suscita euforia alimentando il delirio di onnipotenza del militare, quando la guerra si prolunga, e si prolunga anche l'uso delle anfetamine, cominciano a subentrare sintomi come arresti cardiaci, allucinazioni, insonnia, depressione e condizioni maniacali o psicotiche. Migliaia di militari USA tornano malati dai vari fronti di guerra non per l'attività del nemico, ma per l'attività del comando nei loro confronti.

Nonostante la disastrosa fine della guerra, il Pervitin continuò ad essere prodotto, diffuso e consumato in grandi quantità finendo per debilitare l'intera società tedesca. Solo dopo la riunificazione delle due Germanie la produzione e l'uso del Pervitin fu proibita.

La Germania continuò ad usare massicciamente le droghe contro i suoi stessi cittadini.

Gli USA continuarono a diffondere le droghe nella loro società alimentando anche il traffico internazionale di droga con cui mettere in atto operazioni politiche contro vari paesi. La guerra ai cartelli della coca, fatta dagli USA in Colombia, appare più come una lotta per il controllo dei traffici che non una lotta ai trafficanti.

Ci fu un tentativo, alcuni anni fa, per sottoporre i parlamentari italiani ad un test antidroga. Il test fu rifiutato in massa. Al di là delle giustificazioni, appare abbastanza logico pensare che la maggior parte dei parlamentari italiani faccia sistematicamente uso di droghe proteggendo il loro consumo con la scusa della privacy. Questo potrebbe giustificare alcune proposte di legge assolutamente farneticanti e prive sia di nessi logici sia di legalità Costituzionale.

Concludendo il discorso sulle droghe, il grande problema non è la droga in sé. Il grande problema è l'ambiente educazionale in cui la droga viene diffusa. L'amplificazione di effetti psichici distruttivi che già sono stati imposti alle persone attraverso l'educazione.

Il Pervitin non avrebbe fatto tanti danni senza il contesto delirante dell'ideologia nazista e cristiana della superiorità della razza; ma il contesto ideologico della superiorità della razza, alimentato da forti dosi di droga e la disponibilità di mezzi di distruzione di massa, ha fatto i disastri che conosciamo e sta facendo i disastri che ancora non appaiono.

 

21 novembre 2023

Giustificare i violentatori

Non vi preoccupate, è già tutto pronto, fra poco inizia la campagna mediatica contro le donne che subiscono violenza in nome del suprematismo ideologico fascista.

E' già partita con affermazioni individuali volte ad aggredire quelle donne che vicino alla violenza di genere non si limitano a piangersi addosso, ma puntano il dito contro le cause che tale violenza produce.

Le cause sono tutte legate all'ideologia fascista del "figlio perfetto" di un "padre perfetto" che si sente "re" in casa propria.

Per ora sono solo voci individuali, ma i cori sono già pronti: "Lei è vittima, si limiti a fare la vittima e non metta in discussione i meccanismi sociali che producono i violentatori."

Chi chiede giustizia:

Sta solo sul cuor della terra
aggredito ogni giorno
finché non si fa sera.

Questo mentre gli aggressori si fanno massa sotto il fuoco di un sole che non accenna a tramontare.

Mi sembra che le vicende dei figli di Grillo e di La Russa stanno a significare il contesto ideologico da cui si genera quel tipo di educazione e la violenza che ne consegue (anche se a volte è in forme che non appaiono immediatamente agli occhi di un'informazione distratta).

 

21 novembre 2023

Il presepe come manifesto di propaganda a favore della violenza alle donne

Dicono di voler fare propaganda contro la violenza sulle donne, ma promuovono la propaganda del presepe cristiano che è il manifesto che ha legittimato la violenza sulle donne negli ultimi 1000 anni.

Il presepe cristiano rappresenta il modello dei doveri dei membri della famiglia cristiana: il dovere dello stupratore, il dovere della stuprata, il dovere del figlio della stuprata da Dio. Per contro rappresenta il diritto sulla stuprata da parte dello stupratore, Dio. Fare il presepe significa propagandare il diritto alla violenza sulle donne in nome di Dio. Significa imporre ai bambini un modello sociale in cui i bambini si identificano crescendo. Bambini che, crescendo, si fanno Dio e pretendono che la donna, o i più deboli, si adeguino a loro che si identificano con l'onnipotenza di Dio col diritto di stuprare ad imitazione di Dio.

Dicono di "combattere" la violenza sulle donne e, al contrario, promuovono le condizioni ideologiche affinché questa continui. L'unica cosa che faranno sarà quella di aumentare la galera per i disgraziati che, identificandosi con Dio, commetteranno delitti per riaffermare il diritto dello Stato di giustificare la commissione di delitti anche nei loro confronti.

Le vittime dell'educazione cristiana, accoltelleranno le compagne che non si sottomettono permettendo allo Stato si sequestrarli indicandoli come malvagi in nome di quello stesso Dio con il quale lo Stato fascista si identifica.

Fare il presepe significa propagandare la violenza sulle donne e lo stupro sui bambini. Il resto, è solo fumo negli occhi di una propaganda funzionale a non modificare il presente sociale.

 

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20 novembre 2023

Oppio, stoicismo, Dio unico in Marco Aurelio

 

Ora mi è chiaro il motivo per cui a molti sovranisti piace lo stoico Marco Aurelio.

Riporto:

"e con queste curò l'imperatore Marco Aurelio sino a farlo divenire dipendente dall'oppio, secondo i resoconti clinici dello stesso medico."

I deliri di eroinomani, oppiomani, sono particolarmente apprezzati da sovranisti, nazional-socialisti e leghisti che in quei deliri vedono la realtà ontologica capace di soddisfare i loro stessi desideri deliranti.

La caratteristica di chi usa oppiacei, dall'eroina alla morfina, amplia a dismisura l'educazione suprematista che ha ricevuto e che lo fa identificare con Dio o con Gesù.

Questo delirio si fissa nella sua coscienza e piega a sé stesso ogni manifestazione di sé come per le idee che razionalmente può esprimere sulla realtà del mondo.

Lui diventa l'unico oggetto di attenzione, il Dio unico che si eleva al di sopra degli uomini. Lui è il Dio unico a cui tutto, i suoi familiari compresi, si devono asservire.

Che questo eroinomane come unico usi violenza o meno, questo dipende da quanto dipendenti da lui sono le persone che lo circondano. Più le persone che lo circondano sono dipendenti psicologicamente da lui e maggiore è la violenza che esercita su di loro.

Io sono il "meglio", "io sono il più figo", "io sono l'unto del signore" e tutti mi devono obbedienza. "Io" dice l'eroinomane "non devo spiegare nulla perché le persone devono fare quello che dico." (io nel senso di "io in quanto persona" non io in quanto lavoro, idee o azione). E' un oppiomane a dire: "In verità, in verità vi dico...". Quando le persone sono educate a desiderare di essere al di fuori delle leggi e al di sopra delle norme sociali, anche se non fanno uso di oppiacei, trovano negli scritti dell'eroinomane o nel oppiomane la conferma culturale della correttezza dei propri desideri educazionalmente imposti.

E' fallimentare usare la cultura, come storicamente avrebbe potuto costruirsi se non fosse stata inquinata da persone che hanno fatto uso di droghe, in particolare negli ultimi 200 anni quando, chi faceva uso di oppiacei trovava negli "antichi" che usavano oppiacei conferme della loro visione del mondo

Antichi pieni di oppio hanno farneticato e gli esoteristi chiamano queste farneticazioni "antichi divini misteri".

 

20 novembre 2023

Il destino nella Religione Pagana

 

Quando noi osserviamo degli avvenimenti tendiamo a dare un giudizio su quanto vediamo, percepiamo o pensiamo di conoscere dell'avvenimento che osserviamo.

Un avvenimento che osserviamo è, come minimo, una relazione fra due soggetti che, al di là di come noi li classifichiamo nel nostro pensiero, sono due protagonisti nell'avvenimento stesso.

Per semplificare ulteriormente, diciamo che un'automobile che va a sbattere contro un platano ha due protagonisti, due soggetti, l'automobile e il platano. Il terzo soggetto di quella relazione è l'osservatore.

Mantenendo questa semplificazione dell'avvenimento, in quel momento è avvenuta una relazione fra un platano, che è cresciuto in quel luogo per centocinquanta anni, l'autista di quell'automobile, che si è trasformato in, diciamo, 30 anni e l'osservatore dell'avvenimento che, diciamo, si è trovato ad osservare l'avvenimento trasformandosi, a sua volta, per trenta anni arrivando nel luogo e nel momento in cui si è svolto l’accadimento.

L'accadimento è un prodotto del tempo, delle trasformazioni, a cui i tre soggetti hanno partecipato. Sia come accadimento vissuto che come lo spettatore lo interpreta.

Con questa considerazione noi entriamo nel campo delle Parche, delle Moire, delle Norme. Chiamatele come volete, hanno sempre la stessa origine e sono sempre state usate per definire il “destino”.

La prima delle tre Parche è la signora della vita. Un individuo nasce. Un soggetto nasce. Un soggetto vive una condizione di nascita, sempre e perennemente. La persistenza della nascita avviene per modificazione, trasformazione soggettiva.

Il senso della nascita è la trasformazione. La trasformazione determina la nascita di ogni soggetto e la trasformazione di ogni soggetto determina l'esistenza in vita, qualunque ne sia la vita, di ogni soggetto.

La Moira che si esprime nella nascita è l'apparire della coscienza soggettiva in un’unità di materia/energia (comunque la materia o l’energia noi la percepiamo, sono la stessa cosa organizzate e percepite soggettivamente).

La coscienza soggettiva appare. Il soggetto che diventa cosciente non ha un ruolo nell'apparire della propria coscienza. Chiunque esso sia, Cloto ha deciso e lui è.

Nel momento in cui un soggetto è, è "destinato" inevitabilmente a ripetere il mutamento della propria nascita nelle condizioni fisiche della propria esistenza. Se in un essere fisico si può osservare una "crescita" nel "corso degli anni" come una continua ripetizione della nascita (aggiunta di cellule fisiche al corpo se preferite), allo stesso modo si osserva una crescita della coscienza e della consapevolezza di ogni soggetto come capacità soggettiva di penetrare lo sconosciuto in cui il soggetto è nato e, penetrandolo, costruisce la propria conoscenza, alimenta la propria coscienza e modifica la propria consapevolezza.

Cloto si è espressa. A Cloto il soggetto aggiunge sé stesso veicolando la propria volontà.

La veicolazione della volontà soggettiva nella sua nascita porta il soggetto ad iniziare a crescere; manifesta altrettante Cloto a cui ha aggiunto la propria volontà; si fa Cloto scegliendo, di volta in volta, cose diverse nelle possibilità che egli individua nell'oggettività in cui vive.

Questa aggiunta della propria volontà soggettiva trasforma la Cloto della sua nascita in Lachesi come un filo di infinite e successive Cloto che gli permette, aggiungendo la sua volontà, di trasformare il filo della sua vita. Quando la "materia/energia" si fa Cloto, inevitabilmente quella "materia/energia" cesserà di farsi Cloto e, per cessare di farsi Cloto, deve cessare di trasformarsi. Deve morire.

Il "deve morire" è il trionfo di Cloto, del suo venir in essere in quella "materia/energia".

Cloto trionfa quando quella "materia/energia" muore.

Fra il venir in essere di Cloto in quella "materia/energia" e il trionfo di Cloto, manifestato la Atropo, c'è il "filo della vita" forgiato da Lachesi.

La serie di trasformazioni che una coscienza vive attraverso la "materia/energia" che la esprime, per la "natura" del suo venir in essere, percorre un filo dell'esistenza che la porta al trionfo di Cloto quando Atropo taglia il filo.

Quel filo della vita è nelle mani del soggetto che vive e all'inevitabilità delle trasformazioni, per la qualità della materia/energia che esprime, il soggetto vi intesse la sua volontà; vi esprime i suoi bisogni; vi impone i suoi desideri; dando a quell'inevitabile filo della sua esistenza, consistenza e direzione, per quanto è possibile, delle trasformazioni che modificano la sua coscienza, ampliano o non ampliano la sua conoscenza, modificano la direzione di sviluppo della sua consapevolezza.

Quello che viene chiamato "destino" o "fato" è il risultato di più fattori che concorrono a formarlo.

La nascita della coscienza nella materia/energia. La nascita determina la vita, la materia/energia le condizioni in cui quella vita si esprime. La nascita determina anche il tipo di trasformazioni possibili. La volontà soggettiva, di ogni soggetto, determina la qualità di trasformazione della propria coscienza, della propria conoscenza e della propria consapevolezza. Tutto si esprime in una continua riproduzione del meccanismo della nascita in cui la trasformazione soggettiva passa attraverso la disgregazione della coscienza precedente e dell'organizzazione di una nuova coscienza che comprenda, continuamente, le nuove esperienze che vengono fagocitate dal corpo consapevole.

Il trionfo del cammino è Atropo.

Un Atropo che ogni coscienza può allontanare un po' trasformandosi ancora, o può anticipare mettendo fine alle proprie trasformazioni.

A Cloto non interessa quali trasformazioni i soggetti metteranno in atto intessendo la propria volontà con la Lachesi della loro vita. Una volta che il filo Lachesi inizia il cammino, quel cammino è nelle mani del soggetto.

Il soggetto determina il proprio "destino" attraverso le proprie "scelte" nelle condizioni in cui è venuto in essere.

L'uomo, dunque, non vive passivamente il proprio "destino" come non lo vive il platano cresciuto sul ciglio di quella strada. L'uomo che guidava quell'automobile ha scelto. Nella sequenza di scelte che ha fatto, nell'insieme delle scelte che altri soggetti hanno fatto e che hanno costituito l'oggettività in cui ha scelto, ha scelto di andare addosso al platano. E questo vale anche per l'osservatore che, attraverso la qualità e la quantità delle sue scelte in un mondo di soggetti che sceglievano, si è trovato ad assistere ad un avvenimento che ha interpretato attraverso il divenuto della sua coscienza e della sua conoscenza.

Questo è il senso del "destino", del "fato", nella Religione Pagana.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

19 novembre 2023

Discorso sulla droga
L'eroina e le guerre
Seconda parte

L'eroina entra in circolazione nel 1897 e viene usata come una sorta di antidoto per la dipendenza da morfina.

L'eroina si diffonde rapidamente e diventa la droga di riferimento per ogni nazione che vuole controllare le persone. Inoltre, diventa un'arma di guerra contro il nemico sostituendo l'uso dell'oppio. Specialmente il colonialismo inglese che si preoccupa di diffondere l'eroina nelle sue colonie in Africa, Asia e, in particolare, in Cina.

Nel 1905 New York consumava due tonnellate di eroina l'anno. In Cina nemmeno la prima rivoluzione del 1905 riuscì a fermare la diffusione dell'eroina che soppiantò la diffusione dell'oppio voluta dal cristianesimo inglese ed occidentale. In Egitto, nel 1930 contava oltre cinquecentomila consumatori di eroina su una popolazione di quattordici milioni di abitanti.

Mi sembra superfluo dire come le industrie farmaceutiche furono le principali agenzie per la diffusione dell'Eroina, in particolare la Bayer.

L'Europa fu sommersa dall'eroina che veniva usata prevalentemente dai ceti medi e alti della borghesia con tutte le implicazioni ideologiche che l'uso dell'eroina comporta quando viene innestata su un sistema educazionale cristiano che spinge al delirio di onnipotenza. La fase euforica, indotta dall'eroina, come dalla mortina e dalle anfetamine, amplia la sensazione di onnipotenza del soggetto che vive dei momenti di esaltazione per ricadere, in assenza della dose, in uno stato depressivo e in confusione mentale.

Vietare l'eroina e la morfina non ha mai significato fermarne la diffusione, ma ha significato consegnare la diffusione a strutture nazionali e internazionali che vengono definite dagli Stati "strutture criminali" pur avendo l'appoggio degli Stati stessi nella diffusione dell'eroina per gli scopi degli Stati di controllare i comportamenti della popolazione.

Gli USA vietano la produzione, importazione ed uso dell'eroina nel 1925 consegnando la funzione della diffusione dell'eroina alla mafia che, un po' alla volta, sostituisce con lo spaccio dell'eroina (della cocaina e delle altre sostanze stupefacenti) il contrabbando di sigarette. I paesi, un po' alla volta, aboliscono l'uso dell'eroina, fra gli ultimi paesi c’è l'Italia nel 1951 e il Portogallo nel 1962.

Tuttavia, lo spaccio dell'eroina diventa il maggior business della finanza mondiale che finanzia i traffici e dai traffici trae i profitti accumulando e reinvestendo il capitale. Mentre gli Stati fingono di perseguire lo spaccio dell'eroina arrestando qualche piccolo spacciatore, l'intera struttura dello spaccio internazionale non solo non viene intaccata, ma spesso ottiene l'appoggio degli Stati quando la concorrenza mette in pericolo il controllo dei mercati. L’invasione di Panama con il sequestro di Noriega da parte degli USA è un esempio abbastanza rilevante della collaborazione di uno Stato per eliminare un concorrente nello spaccio di droga. Noriega era, precedentemente, un alleato dei progetti USA.

Nonostante che l'uso dell'eroina fosse vietato negli USA, leggiamo da La Stampa del 27 ottobre 2009:

Quarant’anni fa l’esito della guerra in Vietnam fu parzialmente condizionato dal consumo di eroina tra i soldati americani. Istruiti da questo precedente, taleban e guerriglieri di Al Qaeda stanno utilizzando come arma tattica le abbondanti riserve di eroina, ottenendo così un doppio risultato: minano l’efficienza dei soldati americani e raccolgono denaro fresco per pagarsi nuove reclute e nuovi armamenti. Questi fatti, contenuti in un rapporto interno dell’intelligence degli Stati Uniti, sono stati raccontati da un funzionario a «The Daily Beast».

Tratto da: La Stampa del 27 ottobre del 2009

Il controllo dell'oppio Afghano fu il vero motivo della guerra fatta dall'occidente in Afghanistan. A differenza dei sovietici che volevano assicurarsi, alle porte di casa, una nazione che non fosse ostile e intervenne su richiesta del governo legittimo dell'Afghanistan, gli occidentali invasero l'Afghanistan, ormai controllato dai talebani armati dall'occidente in funzione antisovietica, per poter impossessarsi della produzione d'oppio. Il pretesto era quello USA di portare la democrazia e liberare le donne Afghane dal burka che gli occidentali stessi avevano imposto muovendo guerra al laicismo sociale difeso dai sovietici.

La guerra in Afghanistan terminò quando la produzione dell'oppio coinvolse altre nazioni e l'Afghanistan non era così importante dal momento che nuove droghe, sempre derivate da oppiacei, stavano invadendo gli USA. In particolare il fantanyl che sta facendo strage di cittadini negli USA. Gli Stati Uniti hanno drogato i loro stessi soldati in Afghanistan e questi sono tornati negli USA portando e diffondendo il bisogno di droga come fecero i soldati USA al ritorno dal Vietnam.

Una storia particolare, sulla diffusione dell'eroina, che ebbe impatto nella società USA e in Europa, furono le rivolte contro la discriminazione razziale di Los Angeles nel 1966. Sedate quelle rivolte, l'FBI ebbe la grande idea di diffondere l'eroina fra i neri d'America in modo da ottenere un'etnia drogata e sottomessa. Per farlo, l'FBI utilizzò strutture nere controllate da Martin Luter King in funzione anti Black Panters iniziando, al contempo, una campagna di diffamazione di discredito nei confronti dei membri del Black Panters. Questa tecnica, attraverso la CIA, entrò in Europa e fu assunta dai governi europei per imbottire le periferie delle città di eroina in modo da evitare proteste studentesche e operaie come quelle del maggio del 1968 e anni successivi. Per fare questo, gli Stati garantirono l'impunità alla mafia che in Italia ebbero l'epilogo con Andreotti, Falcone e Borsellino. La morte di Provenzano, Reina e Matteo Messina Denaro porta alla conclusione una stagione di attività mafiosa che vede coinvolta direttamente la mafia nello spaccio di cocaina e eroina. Conclusa quella stagione ora la grande mafia prende le distanze dalla mafia criminale di quartiere e di città per entrare, in prima persona, nella politica nazionale in nome di un nuovo fascismo capace di garantire ad evasori fiscali, spacciatori di eroina e trafficanti di carne umana quell'impunità che, la necessità di presentare una faccia sociale garantista, spesso lo Stato negava loro.

In questo contesto i nemici dello Stato non sono più gli spacciatori di droga, ma i consumatori, magari fra le persone povere ed emarginate. Il nemico dello Stato sono i senza tetto e gli emarginati. Lo Stato, con le sue leggi, alimenta l’indigenza e l’emarginazione fornendo agli spacciatori di eroina clienti consumatori che lo Stato provvede a criminalizzare e ad emarginare ulteriormente. I nemici dello Stato sono i gay e i bambini nati fuori dal matrimonio; sono gli immigrati costretti alla clandestinità a al lavoro nero e sottopagato. I grandi trafficanti di eroina godono di impunità, a patto che collaborino con lo Stato nel controllo della popolazione, giocando alla sceneggiata di "qualche carico scoperto" di tanto in tanto, magari di proprietà di un qualche concorrente a cui si vuole vietare di entrare sulla propria piazza di spaccio.

--fine seconda parte---continua---

 

19 novembre 2023

Inghilterra e i problemi sociali

E' affascinante leggere i giornali e non trovare nessuna notizia del disastro sociale che sta avvenendo in Inghilterra. Dei milioni di famiglie costrette a spegnere il riscaldamento o a staccare il frigorifero perché non hanno soldi per pagarsi le bollette. Il disastro iniziò con quel delirio di arrogante onnipotenza da superpotenza che si staccò dall'Unione Europea. Poi arrivarono le leggi anti-immigrazione che fatte sull'onda propagandista dell'odio razziale contro chi proveniva dall'Africa finì per essere estese a tutto il resto del mondo privando l'Inghilterra di manodopera mentre, sempre nel delirio da superpotenza, l'Inghilterra si chiudeva a riccio morendo su sé stessa.

Nel suo delirio di superpotenza coloniale, diventata una piccola pulce fastidiosa sul collo dell'economia mondiale, voleva fare guerra economica alla Cina offrendo cinquecentomila passaporti ai "dissidenti" di Hong Kong. Arrivarono solo quei tre o quattro pagati dalle chiese protestanti e dalla chiesa cattolica in funzione anti-Cina. In compenso, gli abitanti di Hong Kong vivono la prosperità economica mentre il 50% degli Inglesi deve ricorrere alle mense dei poveri e alle "camere di conforto" pubbliche per scaldarsi un po'. Nel frattempo in Inghilterra sta arrivando il fentalyn come droga di supporto psicologico per i giovani inglesi.

Non è divertente leggere i giornali, è una sofferenza vedere i giornalisti che avrebbero dovuto esercitare il "diritto di cronaca" trasformarlo in "diritto di propaganda" come atto militare contro i cittadini.

 

19 novembre 2023

Leggi sulla sicurezza

Stanno tentando di costruire uno Stato di Polizia senza che ne esista la necessità e senza avere le strutture sociali atte a supportare uno Stato di Polizia.

E' la premessa per i campi di concentramento e sterminio con poliziotti pistoleros che girano armati a commettere crimini e a minacciare le persone.

In questo modo pensano di stimolare le persone a fare figli?

 

Pagina specifica del giorno

 

 

18 novembre 2023

Discorso sulla droga
prima parte
La morfina

Pieni di droga e alcool gli eserciti marciano impavidi per macellare il nemico. Ogni epoca con le sue droghe, ma tutto per la gloria di Dio.

Soldati privi di ideali e costretti a combattere contro la loro volontà, funzionano meglio se riempiti di alcool e droga. Obbediscono agli ordini e macellano il nemico per la gloria del loro Dio.

Il Dio degli eserciti, pieno di cocaina, eroina e morfina, impavido marcia davanti a loro promettendo loro la gloria eterna in nome di Dio e di una patria che, fattasi Dio, chiede agli uomini di salire sulla croce e di imitare il loro padrone.

Droga e fascismo sono un binomio inscindibile come droga e sovranismo, anche se, un sovranismo che riempie di droga le persone in nome di interessi criminali, è solo un sudditismo alla criminalità.

Il sudditismo, perso quando si è persa la coercizione religiosa, viene riproposto mediante uno spaccio massiccio di droghe che riprendono le tecniche dell'annientamento messo in atto da francesi e Inglesi dei nativi americani ottenuto mediante la diffusione di alcool e vaiolo.

La morfina, come principio attivo dell'oppio, fu scoperta da Sertürner, Austria, nel 1806 in laboratorio creò la morfina. Nel 1811, Serturner definì l'alcalino e lo chiamò morphium. Nel 1817, Gay-Lussac tradusse e pubblicò quel lavoro nell'Annals de Chimie di cui era editore.

La morfina

Non si doveva attendere molto, tuttavia, per assistere alle prime tragiche dimostrazioni della pericolosità dell'uso irrazionale della morfina iniettabile. Durante la guerra di secessione americana tra il 1861 e il 1865 e con il conflitto franco-prussiano tra il 1870 e il 1871, infatti, decine di migliaia di militari divennero assuefatti alla morfina, dei veri tossicomani, tanto che la dipendenza a questa droga venne significativamente chiamata “malattia del soldato”.
Gli ufficiali medici avevano purtroppo imparato a somministrare la morfina non soltanto come anestetico per le cure e le operazioni sui soldati feriti, ma anche per dare sollievo ai più piccoli malanni fisici e al disagio psicologico provocato dalla tensioni delle battaglie.
La guerra franco-prussiana diffondeva la pratica della morfina anche tra lo stato maggiore dell'esercito tedesco e quindi tra le classi più agiate del Secondo Reich, sino al cuore dell'intellighènzia.
Il musicista ufficiale del regime, Richard Wagner, e l'artefice dell'unificazione nazionale, paladino del militarismo prussiano e cancelliere del Reich, Otto von Bismarck, erano morfinomani.
Agli inizi del Novecento, le commissioni sanitarie della federazione tedesca segnalavano la presenza di interi villaggi di morfinomani.
La moda della morfina si radicava anche in Francia, soprattutto tra i ceti medio alti.
Il derivato dell'oppio faceva adepti tra gli intellettuali, scienziati, uomini di stato. Il generale Georges Boulanger, ministro della guerra nella terza Repubblica francese e capo del movimento nazionalista e autoritario del boulangismo, era stato visto varie volte iniettarsi morfina in pubblico.
Guy de Maupassant usava la morfina a scopo voluttuario e per stimolare la creatività.
Negli ultimi anni della sua vita, il grande neuropatologo e maestro di Sigmund Freud, Jean-Martin Charcot, si iniettava una dose di morfina al giorno per trovare sollievo da una lombaggine cronica.
Jules Verne ricorreva alla morfina per ridurre il dolore che gli provocava una pallottola conficcata nel piede che non poteva estrarre a causa del diabete che lo affliggeva.

Tratto da un articolo di Stefano Canali del aprile 2016 - disponibile in rete

La morfina divenne una vera e propria piaga sociale. Anestetizzava le persone rendendole obbedienti e nello stesso tempo consentiva al Comando sociale di delirare attorno a quell'onnipotenza che quelle persone avevano coltivate fin dall'infanzia.

Il problema militare presto sarebbe diventato come drogare gli altri mantenendo sé stessi al di fuori della droga.

---fine prima parte----CONTINUA

 

18 novembre 2023

Continua l'epidemia da covid-19 in Italia

Il covid-19 sembra che non preoccupi più nessuno. Non è oggetto di interesse dei media e il fatto stesso di fornire dati una volta la settimana attenua le apprensioni delle persone.

5000 contagi al giorno non sono certo i 60000 contagi di qualche tempo fa e i meno dei 30 morti al giorno con covid-19 coinvolge persone fragili e debilitate.

Eppure, 192 persone sono morte la settimana scorsa nell'assoluta indifferenza di un governo che preferisce vivere il covid-19 come un'epidemia inevitabile.

La forma di questo covid-19 (che penso di aver preso anch'io durante il viaggio in Sicilia anche se i sintomi erano leggeri e il tampone che ho fatto era negativo, ma tenete presente che io avevo fatto tutte e tre le dosi di richiamo del vaccino) presenta sintomi più leggeri, ma il fastidio dura mesi anche dopo la guarigione.

Sta di fatto che l'epidemia continua e oggi appare in accelerazione. Speriamo solo che non si formino varianti più letali. Ricordate il principio: più sono i contagiati e maggiori sono le possibilità di nascita di nuove variabili di covid-19.

 

 

18 novembre 2023

Fra poco è dicembre

Fra poco sarà il mese di dicembre. A Roma Antica era il mese della gioia, delle riunioni a casa, delle feste, dell'abbondanza. La caratteristica di Roma, come quella della Antiche città, con la sola eccezione di Gerusalemme, era la mancanza di miseria e di povertà.

Nelle città non c'erano poveri e non c'erano emarginati salvo forse qualcuno che faceva una sorta di eremitaggio. Si tratta di una situazione che oggi non comprendiamo.

Due fattori contribuivano all'assenza della miseria, l'elevata mortalità infantile e la vita che raramente arrivava a settant'anni.

La mortalità infantile assieme alle pratiche che equilibravano le nascite (i figli esposti, ad es.) e una società relativamente giovane, la cui vita si basava molto sul vigore fisico, tendeva a livellare le condizioni di vita evitando l'emarginazione e la miseria sociale.

Diverso era per Gerusalemme dove l'obbligo imposto dal Dio degli ebrei era quello di tenere ogni figlio nato, di costringere i figli a servire i genitori, che si garantivano la vecchiaia a discapito della gioventù dei figli, ma, soprattutto avevano il concetto di "miseria fisica" e "miseria economica" come effetto della volontà di Dio alla quale era proibito sottrarsi (quel "non rubare" che garantiva il possesso della ricchezza a chi già aveva rubato).

L'emarginazione fisica ed economica è un concetto ebraico che deriva da quella punizione divina per discendenza (Dio puniva fino alla settima generazione) che divenne emarginazione di "razza inferiore" punita da Dio per i suoi peccati. Questo concetto confluiva nel concetto platonico secondo cui la reincarnazione registrava i peccati delle vite precedenti (la donna era la reincarnazione di un uomo che era stato malvagio e in questo modo era punito).

A Roma non c'era emarginazione.

Nemmeno la classe servile denominata "schiavi" viveva nella miseria e nell'emarginazione. Non avevano potere politico o potere economico, ma avevano la capacità di lavorare. Gli operai oggi hanno le stesse condizioni degli schiavi di Roma, anche se le condizioni che impongono la schiavitù possono apparire diverse. Le persone si comprano e si vendono, e non solo nel calciomercato. Ci sono fabbriche che si contendono i saldatori. Ai miei tempi i laboratori di assistenza per la riparazione di macchine per scrivere fecero dei cartelli per evitare che venisse assunto un dipendente che si licenziava da un laboratorio per essere assunto da un altro. In ogni caso, per quanto un lavoratore dipendente, che è la stessa condizione degli schiavi di Roma, può vivere male, non può essere considerato un emarginato sociale dal momento che comunque, anche se in condizioni difficili e supportate da una buona dose di fortuna, può modificare le sue condizioni di vita.

Non sto esaltando la vita sociale di Roma Antica, sto dicendo semplicemente che a Roma non c'era miseria od emarginazione rispetto all'insieme della società di Roma. Dove c'erano difficoltà di vita, c'era la distribuzione gratuita di olio, pane e generi di sopravvivenza (quando gli imperatori assegnarono questa funzione anche ai vescovi cristiani, questi ne fecero commercio suscitando anche rivolte sociali).

Il mese di dicembre era il mese dell'abbondanza. Il mese in cui si celebravano i Saturnali e il mese in cui si celebrava Opi con la sua cornucopia.

Queste tradizioni, inizialmente vennero cancellate dai cristiani perché "peccaminose". Venne cancellata la tradizione delle "strenne" da regalare ai bambini perché ai bambini era vietato giocare, ma dovevano solo "pregare Dio".

I cristiani avevano calato la sofferenza del crocifisso nella società degli uomini e costruito l'emarginazione e la povertà in tutto l'occidente. Come il sistema ebraico del razzismo che i cristiani provvidero prima ad applicarlo agli ebrei, che emarginarono e massacrarono per poco meno di 2000 anni e poi, via via, lo estesero a tutti i popoli e a tutti i cittadini formando categorie diverse di diritti e di doveri in quella gerarchia di dominio voluta da Dio.

Il dominio cristiano passa attraverso l'emarginazione delle persone. La costruzione della miseria e della povertà sociale divenne arte del dominio. L'emarginazione di donne e dei bambini, all'interno della famiglia che solo le recenti leggi sul diritto di famiglia hanno, sia pur solo giuridicamente hanno modificato (non sono ancora entrati nella testa di tutti gli uomini). Il dominio cristiano, con la pratica del colonialismo ha esteso l'emarginazione e la miseria in tutti i popoli della Terra facendo credere, ad ogni governo, che i poveri vanno violentati perché, altrimenti, vogliono diventare ricchi come chi li governa e togliere ricchezza e privilegi a chi li governa.

In dicembre Saturno e Opi saranno celebrati senza essere celebrati. Si alzeranno calici, si cucineranno lenticchie, si parteciperà a feste, si prepareranno dolci. Qualcuno si ricorderà della Dea Strenua, Strenna, facendo dei regali, pochi o grandi che siano ad adulti e bambini. Qualcuno vorrà addobbare alberi e altri riempiranno balconi di luci. E' la ribellione alla miseria imposta dal crocifisso e che il crocifisso usa per riaffermare il proprio diritto a costruire la miseria fra gli uomini. Divertitevi per qualche giorno e alimentate la miseria per il resto dell'anno.

E dopo la "grande abbuffata" di dicembre, un tempo c'era l'attesa per il carnevale.

L'importante è che i poveri, i miserabili, continuino ad essere poveri e miserabili perché, come dice Gesù: "I poveri li avrete sempre con voi e potete far loro, tutto quello che volete, quando lo volete!".

Fra poco è dicembre e Opi e Saturno si agiteranno, ma poche persone coglieranno il loro agitarsi perché troppo prese dalla frenesia della sopravvivenza che i cristiani hanno imposto loro.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

17 novembre 2023

Biden e Xi Jinping

Non mi è piaciuto l'incontro tra Biden e Xi Jinping come non mi è piaciuto l'incontro fra Biden e Lula.

Sarà perché io non amo gli atteggiamenti da "supremazia della razza", ma ho l'impressione che in quegli incontri il concetto secondo cui "io ce l'ho più lungo del tuo" è il concetto centrale di ogni confronto. Purtroppo non si va oltre al "chi ce l'ha più lungo" e così, le questioni internazionali non vengono affrontate.

Purtroppo le persone non sanno che cosa qualifichi una democrazia reale da una democrazia formale che funge da "foglia di fico" ad una dittatura.

Quando Xi Jinping dice: "Noi non faremo né guerre fredde né guerre calde a nessuno!", Biden stava facendo volare i bombardieri per difendere il diritto di Israele di sterminare i palestinesi.

La domanda d'obbligo è: domani a chi tocca?

Torno a ripetere, non mi è piaciuto l'incontro tra Biden e Xi Jinping

 

17 novembre 2023

I Pagani e la cultura

Forse è necessario sapere una cosa. Un conto è avere delle idee da Religione Pagana con le quali si analizza il presente, le tradizioni passate, le antiche civiltà, le contraddizioni della storia. Un altro conto è chi usa la storia e i ritrovamenti archeologici sui quali costruire delle idee. Nel primo caso è un Pagano che cerca la cultura con cui spiegarsi. Nel secondo caso è un individuo privo di ogni Paganesimo che ha visto, in quelli che chiamano sé stessi pagani, dei possibili seguaci o dei possibili clienti.

Io uso Plotino e gli altri filosofi, critico Plotino e gli altri filosofi perché sono Pagano, un individuo che legge Plotino (o qualche altro filosofo) e costruisce qualche cosa attraverso Plotino, non è un Pagano, al massimo un plotiniano. Ma è più probabile che i suoi desideri di fondo siano cristiani che preferisce mascherare con le idee di Plotino. Il campo della filosofia metafisica è un campo di truffatori che sfruttano le persone che non mettono attenzione su significato delle parole e le conseguenze delle affermazioni.

I testi dei ritrovamenti archeologici non ci dicono in che cosa gli antichi credevano, ma ci presentano solo la forma, l'apparenza, con cui gli antichi presentarono ciò in cui credevano. Essere un Pagano non significa assumere quell'apparenza, ma superare la forma per cogliere il senso religioso.

L'immagine di Iside, Venere, Zeus, ecc. appartengono al significato culturale e religioso che gli antichi vi attribuivano. Ma, perso il significato religioso, rimangono le parole e le immagini. Dove le parole vengono lette e interpretate con la cultura di oggi e non con la cultura degli antichi e le immagini significano ciò che oggi qualcuno vuole che significano e non il significato che avevano per gli antichi.

In queste contraddizioni nasce l'inganno per chi chiama sé stesso "pagano" messa in atto da chi trova nei "pagani" dei possibili clienti allo stesso modo in cui il politico di turno trova dei possibili elettori.

Molti cattolici sfruttano l'inganno per presentarsi come pagani e riaffermare principi dottrinali cattolici che sono quelli del dominio di sottomissione dell'uomo da parte dell'uomo.

 

17 novembre 2023

Morti per droga negli USA

Il problema della droga negli USA è uno dei principali problemi di sopravvivenza di quella società.

Si tratta di un problema "mentale", psicologico, indotto dall'educazione che fa credere ai giovani americani di vivere in una sorta di onnipotenza esistenziale di cui loro, grazie a Dio di cui sono espressione, sono i super-uomini. Tanti "capitan-america". Il Fantanyl fu la scoperta e il bisness delle case farmaceutiche americane.

Riempirono i cittadini americani di droga sovrapponendo questa droga, distribuita legalmente dai medici, alla presenza massiccia di eroina e di cocaina che stava soffocando il mercato USA.

La guerra in Afghanistan aveva un solo scopo: il controllo internazionale del commercio dell'eroina. Con l'arrivo dei talebani, per ora, l'eroina afgana ha cessato di invadere l'occidente e gli USA in particolare. Gli USA hanno sostituito l'eroina afghana con il fentanyl molto più potente e molto più letale.

Le aziende non hanno cessato la produzione di fentanyl quando si sono accorte dei suoi effetti. Le aziende hanno cessato la produzione negli USA quando sono state sommerse di cause giudiziarie che le avrebbe costrette a versare miliardi per il risarcimento dei danni procurati.

Così le aziende USA hanno spostato le produzioni in Cina e in Messico e usano la "criminalità" per continuare a spacciarlo negli USA

Scrive Europa today:

Nel 2021 sono stati 100mila gli statunitensi morti per overdose, 30mila in più rispetto ai dati del 2019. La maggior parte di questi decessi è dovuta al fentanyl, un oppioide da 50 a 100 volte più potente della morfina. Bastano pochi milligrammi per produrre conseguenze letali. Per capire la diffusione di questa droga bisogna risalire ai primi anni '90, quando negli Stati Uniti i medici iniziarono a prescrivere il fentanyl come antidolorifico. Da quel momento migliaia di persone ne sono diventate dipendenti. Nonostante le aziende farmaceutiche abbiano cessato la produzione e la commercializzazione, dopo essersi rese conto dei danni provocati, la produzione e la distribuzione del fentanyl sono ormai gestite dalla criminalità organizzata, che ha laboratori illegali in Cina e in Messico.

Strade abitate da zombie, che si iniettano o fumano il fentanyl e in tanti casi muoiono lì per overdose. Queste scene sono sempre più comuni in tante città degli Stati Uniti, dove questa potente droga sarebbe ormai la principale causa di morte per le persone tra i 18 e i 49 anni. Quello che era nato come un semplice analgesico si è trasformato, secondo il Washington Post, in una vera e propria epidemia, nonché in una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata. Molti esperti tirano un sospiro di sollievo pensando che questo potente oppioide non sia ancora esploso in Europa, ma i dati dicono che nonostante una diffusione di gran lunga più bassa i decessi ci sono e il mercato europeo potrebbe aprirsi a questo tipo di droga a causa di una serie di fattori.

---fine citazione da Europa Today---

Non è un caso che il paese Europeo maggiormente invaso da questo tipo di droga sia stato l'Estonia dove ha prodotto 1600 morti. I paesi sovranisti sono particolarmente esposti a questa droga. E' un problema dei sovranisti. Si sentono superiori ad altri, spacciano droga e poi ne rimangono vittima.

Gli antidolorifici in Italia non arrivano mai ad assuefare di oppiacei le persone anche se alcuni oppiacei vengono usati nella cura del dolore. Vengono trattati in modo da non dare dipendenza.

100000 morti all'anno per droga negli USA non sono pochi e mettono in discussione la possibilità della società statunitense di far fronte alle sfide future.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

16 novembre 2023

La Religione Pagana e gli assolutisti in politica

C'è una condizione psicologica che impedisce ad un assolutista, in politica, di essere una persona religiosa Pagana.

L'assolutismo è un modo di essere proprio del cristianesimo attraverso l'identificazione soggettiva con Dio.

Il tenutario della parola di Dio, in Italia, è la chiesa cattolica e la chiesa cattolica viene vissuta dalle persone in maniera ambigua. Comandare, per la chiesa cattolica, significa reprimere ogni individualità ed ogni sensibilità soggettiva, in funzione di una collettività di uguali all'interno del gregge, che porta spesso gli assolutisti, che si identificano con Dio, a ribellarsi a questo appiattimento.

La ribellione non è mai contro la sottomissione, ma contro la chiesa cattolica che impone la sottomissione. Nella storia si definiscono "eretici" perché chiedono, in sostanza, alla chiesa cattolica di sottomettere a loro volta in maniera diversa e collaborativa con la chiesa cattolica stessa.

Il concetto di Dio asoluto non viene modificato nella sostanza proposta da questi ex fedeli cattolici, ma viene modificata nella forma con cui riproporre l'assolutismo

Un esempio sono quei "pagani" che assumono come punto di riferimento gli Dèi dell'Impero Romano o delle "tradizioni germaniche". Veicolano lo stesso assolutismo, uguale alla chiesa cattolica, ma descrivono e spacciano quell'assolutismo in una diversa forma.

Un caso uguale è alla base della nascita dell'esoterismo come serviva all'imperialismo di Cosimo de' Medici. Ficino traduce e riprende le tesi di Plotino e altri per costruire un'accademia, dai contenuti religiosi che potesse far da concorrenza alla chiesa cattolica e aiutare l'imperialismo di Cosimo de' Medici nella sua conquista finanziaria dell'Europa.

Nessun sovranista agirà mai per liberare l'uomo dalla sottomissione alle "autorità superiori" volute da Dio; semplicemente, identificandosi con "l'autorità superiore" voluta da Dio cercherà seguaci sottomessi presentando una diversa forma di Dio di cui lui si fa portavoce o profeta.

Dio o Gesù non saranno mai oggetto di critica e di condanna da parte di un sovranista perché, qualsiasi forma religiosa egli presenta al mondo, egli è Dio o Gesù che "viene con grande potenza".

Un sovranista, sia che nella politica nazionale si identifichi con la destra politica, sia che si identifichi con la destra politica, è sempre un individuo che si identifica con Dio o con Gesù e da Dio e Gesù trae la propria ideologia di dominio sugli uomini.

 

16 novembre 2023

La Costituzione della Repubblica Italiana

Sembra che sia fallito il progetto iniziale da cui è scaturita la Costituzione della Repubblica Italiana.

L'idea base era quella di "imporre doveri alle Istituzioni nei confronti dei cittadini". La Costituzione nasce da queste considerazioni. Uno Stato che regola sì la vita dei cittadini, ma all'interno di condizioni etiche che ne costringano l'azione entro leggi e norme che, sempre e comunque, favoriscano i cittadini.

Data questa idea base, la Costituzione stabiliva alcuni istituti a tutela dei cittadini nei confronti dello Stato. Come il diritto di sciopero, di manifestazione che non potevano subire limitazioni. Lo Stato doveva preservare quegli Istituti proprio per garantire ai cittadini una vita di diritti al suo interno. Non solo diritti fra i cittadini, ma diritti dei cittadini nei confronti dello Stato.

Questa idea fondamentale è venuta scontrandosi con l'idea cristiana secondo cui i cittadini sono "popolo" di "proprietà di Dio" che, nell'ideologia fascista diventa il "popolo" di "proprietà dello Stato rappresentante di Dio". Se in alcuni momenti storici e in alcune situazioni contingenti, prima della Costituzione, sembrò che Stato fascista e chiesa cattolica fossero in contrasto, le comuni necessità di esercitare il dominio sul "popolo" li rese alleati e ideologicamente compatibili nel medesimo ideale assolutista. I campi fascisti di prigionia e sterminio in Jugoslavia furono gestiti dai preti cappuccini che veicolarono il loro odio contro gli ortodossi.

Il conflitto fra diritto Costituzionale e applicazione del diritto Costituzionale, in Italia non entrò mai in vigore.

In particolare, per la Magistratura il diritto Costituzionale dei cittadini era assolutamente inconcepibile. I Magistrati erano Magistrati nati e cresciuti nell'ideologia cattolica e trovavano nell'assolutismo fascista una "naturale" adesione all'assolutismo di Dio mentre trovavano fastidioso e, in alcuni casi, dolorosa la pretesa delle persone di ergersi a cittadini di diritto Costituzionale perché li richiamava ad un dovere che essi ritenevano intollerabile allo stesso modo in cui il Dio cristiano trova intollerabile l'obbedienza a leggi, norme o precetti.

La carta Costituzionale nacque da esigenze di rifiuto dell'assolutismo religioso e Istituzionale, ma gli uomini che controllavano le Istituzioni, in ogni ordine e grado, erano uomini cresciuti, educati e divenuti nell'assolutismo. Nelle esigenze assolutistiche avevano il solo ideale di usare le Istituzioni per promuovere sé stessi e il proprio dominio su altri che, con la violenza, dovevano essere costretti a pensarsi "popolo" obbediente e sottomesso a quell'assolutismo e dissuasi a pensarsi cittadini portatori di diritti Costituzionali.

Da un lato la Carta Costituzionale, dall'altro lato la manipolazione mentale dell'infanzia messa in atto dalla Chiesa Cattolica a cui non fu mai sottratto il controllo dell'infanzia continuando, per oltre 40 anni dopo la Costituzione, a non considerare l'infanzia come un insieme di cittadini in possesso di diritti Costituzionali, ma solo bestiame che doveva obbedire sottomesso ad autorità violente che si ponevano, davante all'infante, come Dio che può distruggerli in qualunque momento col diluvio universale.

L'unica soluzione per l'infante fu quella di crescere identificandosi con Dio. Ogni risultato sociale raggiunto era un passo che lo avvicinava all'onnipotenza di Dio. Ogni volta che si identificava con Dio aumentava la sua tensione psichica verso l'assolutismo e il disprezzo per le persone che, non avvicinandosi all'assolutismo di Dio, pretendevano di essere cittadini portatori di diritti Costituzionali. Doveva "punirli", violentarli, perché nessuno di loro doveva essere "arrogante" davanti a Dio, ma doveva essere umile e sottomesso a lui stesso che si pensava Dio.

La Carta Costituzionale non entrò mai in vigore. Rimase carta straccia. Solo i sussulti sessantottini e i venti anni che seguirono fra tentativi di colpi di Stato per ripristinare i regimi assolutisti e le ribellioni delle persone che tentavano di essere cittadini e non sudditi, qualche norma assolutista venne rimossa. Come il diritto al delitto d'onore, il diritto al divorzio, il diritto d'aborto, la parità uomo donna, il diritto di famiglia, la violenza sessuale come reato contro la persona e non contro la morale, il diritto a non essere torturati, il diritto all'istruzione pubblica, il diritto alla salute. Eppure, ogni volta che un diritto veniva sancito da una legge non era un "diritto acquisito", ma era la negazione di un diritto Costituzionale. Un diritto Costituzionale che la legge circoscriveva per impedire ai cittadini di usarlo appieno. Come la negazione del diritto di difesa dei cittadini nei procedimenti penali. E' garantito dalla Carta Costituzionale, ma negato dalla prassi procedurale che fa del processo un'attività di Dio attuata in assoluto disprezzo delle persone che nella società non sono Istituzione, ma persone che pretendono di essere cittadini portatori di diritto Costituzionale. La Giustizia non è un diritto dei cittadini, ma un affare interno ai “poteri” dello Stato. Appunto, fascismo!

La manipolazione mentale dell'infanzia, lasciata nelle mani della chiesa cattolica e di genitori cattolici, ha alimentato quell'assolutismo sociale che ha rigenerato il fascismo come necessità psico-emotiva negando alle persone lo status di cittadini.

La Carta Costituzionale è stata sconfitta dall'assolutismo. Cosa significa il principio Costituzionale secondo cui "L'Italia rifiuta la guerra" e poi si mandano eserciti per macellare altri popoli per il solo gusto di macellarli come in Jugoslavia, Iraq o in Afghanistan? La Carta Costituzionale viene usata come una "foglia di fico" per comportamenti da Stato fascista che trova indifferente gettare le persone dalle impalcature in assoluto disprezzo dell'articolo UNO della Costituzione che fa del diritto al lavoro, e con esso della sicurezza sul posto di lavoro, l'elemento centrale del diritto Costituzionale.

Per ora, basta così.

 

16 novembre 2023

Perché cacciare i senzatetto dalla città?

Riporto dal Global Time, giornale on-line cinese in lingua inglese, una riflessione sulla quale penso che sia necessario riflettere perché non è solo un problema che riguarda gli USA, ma ogni giorno coinvolge sempre più persone anche nell'Europa.

Ci sono politiche diverse fra l'Europa e gli USA, ma i problemi sembra siano gli stessi.

I cinesi si chiedono:

Perché gli Stati Uniti non stanziano denaro per reinsediare questi senzatetto?

Di: Global Times | Pubblicato: 13 novembre 2023 22:47

La notizia che San Francisco ha rimosso i vagabondi dalle strade per dare alla città un nuovo aspetto è oggetto di un acceso dibattito su Internet in Cina. E' piuttosto difficile per i cinesi capire che gli Stati Uniti sono così ricchi, ma ci sono così tante persone in assoluta povertà: il commentatore del Global Times Hu Xijin HuSays

Fine citazione.

Sarebbe interessante avere la risposta dagli USA sul perché si cacciano i "vagabondi" dalle strade come fossero spazzatura da buttare anziché trasformarli in una ricchezza.

Io personalmente penso che sia per l'incontrollata diffusione della droga che negli USA è diventato un fenomeno così importante da costruire una massa di disadattati di difficile recupero. In questa situazione, anziché mettere in atto politiche di recupero si preferisce lasciare fare alla provvidenza di Dio.

Il mercato della droga, costretto nell'illegalità, è un mezzo importante per la circolazione del denaro negli Stati Uniti che per questo mercato sacrificano una parte della loro popolazione.

Fanno bene a riflettere su questo i cinesi per comprendere quanto sia importante costruire una cultura interna che rifiuti aprioristicamente queste forme di circolazione del denaro e di controllo della popolazione.

Una volta iniziato a diffondere droga per debilitare questo o quello strato sociale, si finisce per portarsela in casa diffondendola in tutti gli strati della società.

 

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15 novembre 2023

La Religione Pagana è una religione senza fede

Un Pagano non crede negli Dèi,
gli Dèi sono la reltà in cui vive
dove il cristiano vede forme umane,
il Pagano vede il mare come coscienza e i boschi come consapevolezza

Sembra sia più complesso di quanto pensavo far capire alle persone che la Religione Pagana è una religione SENZA FEDE.

Nella Religione Pagana non esiste il concetto di "fede"; le cose sono oggetti in sé al di là della mia possibilità di comprenderle; io descrivo le cose in sé, che abitano il mio mondo mediante un'interpretazione soggettiva che, pur non definendo la cosa in sé, la descrive in modo tale da poter essere pensata nella mia ragione. Una interpretazione soggettiva che non pretende di definire la cosa in sé, ma quell'aspetto della cosa in relazione a me e al mio abitare il mondo.

L'oggetto della Religione Pagana è sempre la cosa in sé che viene descritta e interpretata soggettivamente. Questo perché, interpretare soggettivamente un oggetto (sono oggetti anche tensioni psichiche, tensioni emotive, rappresentazioni ideali, ecc.), determina la qualità delle mie scelte e della mia azione nel mondo. Dal come interpreto gli oggetti, così agisco rispetto agli oggetti del mondo, Esseri Umani compresi.

Gli aspetti divini che la Religione Pagana individua, gli individua negli oggetti del mondo, nelle relazioni che ogni soggetto, dell'oggettività, intrattiene con ogni altro soggetto dell'oggettività e con l'insieme ambientale in cui vive. E questo vale anche "viceversa". Dove, il mondo è composto da soggetti che entrano in relazione con ogni altro soggetto; anche con me. Un mondo in cui ogni soggetto si trasforma attraverso le relazioni formando il divenire e la trasformazione di sé stesso e dell'intera oggettività nella quale vive.

La modificazione della realtà, di noi stessi, dei soggetti con cui entriamo in relazione e della realtà come insieme, non è "un atto di fede", ma è una trasformazione fattiva messa in moto dalle azioni dei soggetti che in essa vivono e vi partecipano.

Voler far dipendere le trasformazioni della realtà e dei soggetti da un ente esterno, Dio, è un atto di fede. Affermare l'esistenza di un Dio che determina la realtà e le sue trasformazioni (il disegno divino) è un "atto di fede" che sfocia nella superstizione in quanto, alla realtà che è e che si trasforma, mette sopra (super stitio) un ente estraneo alla realtà.

Se qualcuno mi dice che "il Sole non ha una coscienza" e agisce di conseguenza, è affar suo; se io dico che "il Sole ha una coscienza" è, in sé, affar mio. Tutto cambia quando, la negazione della coscienza dell'altro porta a costruire "campi di sterminio" come l'altro è un pezzo di carne come il Sole è solo una palla di fuoco. Peccato solo che, piaccia o meno, senza il Sole la vita non sarebbe. E se la vita non sarebbe, che ne è della coscienza dell'uomo?

Questo discorso lo posso fare per il mare, per i monti, per la Natura. Lo stesso discorso lo faccio per le tensioni emotive, per i desideri, per l'amore e per l'odio. Individuo, negli uomini che tentano di aprirsi un varco nella vita, il loro lato divino perché nell'affrontare le condizioni della vita si fanno "Dèi" che usano la propria volontà per determinare il loro destino nelle condizioni in cui sono nati.

Come Pagano non ho fede negli Dèi, li incontro tutti i giorni in ogni attività quotidiana mentre tento, con le mie forze di affrontare la mia quotidianità.Chi ha "fede" nell'atmosfera che respira? Eppure è quel Zeus che accoglie nella sua coscia Dioniso, ogni Dioniso, per permettere ad ogni Dioniso della Natura di diventare un Dio. Che ti interessa sapere se l'atmosfera ha una coscienza? Dal momento che non ti interessa, non ti interessa nemmeno gli effetti e le conseguenze dell'inquinamento atmosferico.

Io non ho fede negli Dèi; sono tutti dentro di me. Dentro ogni Essere della Natura e si esprimono attraverso le sue specificità, i suoi desideri e le sue scelte. Ovvio che il discorso si fa vasto, ma i 200 libri che ho scritto e che presento in internet servono proprio come inizio per affrontare una visione complessa della realtà nella quale viviamo.

 

15 novembre 2023

Riflessione sulla situazione della finanza dell'Italia

Quando io ero giovane, molto giovane, tanto tempo fa, l'Italia non era da molto uscita da quella sciagurata guerra per la supremazia della "razza italica" ha chiamato II Guerra Mondiale.

Era sempre la vecchia Italia e le sue strutture istituzionali erano sempre le strutture istituzionali fasciste. Nulla era cambiato per i cittadini, nonostante una nuova Costituzione che definiva la "nostra patria" in maniera diversa, nelle regole che avrebbero dovuto imporre doveri alle Istituzioni, ma non entrava nella testa di chi, gestendo le Istituzioni, continuava a considerarsi "il padrone degli uomini".

In quell'Italia si innestò una condizione nuova rispetto all'era fascista: l'idea che le persone (allora erano le famiglie senza diritti di uguaglianza e con la discriminazione nella condizione dei figli, della moglie, del "capo famiglia" che aveva il diritto di essere obbedito anche con la forza. Famiglia propria dell'ideologia discriminante cristiana dove il divorzio non era, non era la parità di diritti-doveri, i figli non avevano diritti, ecc.) dovevano tendere al risparmio.

Il risparmio delle famiglie e delle persone non veniva favorito dalle banche, che davano qualcosa di interesse, ma venne stimolato con una massiccia campagna in cui le poche lire risparmiate diventavano preziose agli occhi di chi poteva, nella sua miseria esistenziale, osservare una piccola somma che ancora non aveva speso. "Il mio tesoro".

La campagna per il risparmio invase le scuole con piccoli premi e con la raccolta dei libretti di risparmio dei bambini fin dalle elementari.

Era il capitalismo finanziario che si affacciava in prima persona nella vita pubblica dei cittadini.

Quel capitalismo che aveva la necessità che i cittadini non fossero poveri. Cittadini benestanti potevano far circolare più denaro con cui sviluppare il paese. Un capitalismo finanziario che aveva deciso di opporsi all'ideologia cristiana e fascista del dominio sulle persone ridotte in miseria per poterle dominare.

Il capitalismo finanziario necessitava della circolazione del denaro attraverso persone che avevano denaro da spendere; persone che risparmiavano in vista di grandi acquisti. Il capitalismo finanziario mediava con l'idea "comunista" di "persone che controllavano l'economia e la finanza", cosa che il capitalismo occidentale temeva.

Per contro, il cristianesimo applicò un'altra politica negli USA.

Riempì di carte di credito i cittadini USA, non appena divennero maggiorenni, invitandoli a spendere e ad accedere ai beni che una società opulenta offriva loro. I cittadini USA spendevano e acquistavano senza avere soldi, indebitandosi e passando tutta la loro vita in una condizione che li obbligava a risarcire i debiti che avevano fatto.

Negli USA, negli ultimi 50 anni, la miseria e la povertà aumentò in maniera esponenziale. Negli ultimi 40 anni, prima dell'era Berlusconi, l'Italia aumentò la sua ricchezza e aumentò il numero dei cittadini che hanno avuto accesso al benessere.

Poi iniziò la decadenza. In Italia con Berlusconi e i "partiti politici di destra", si iniziò a mettere le mani sulle condizioni di vita degli italiani in modo da privarli dei risparmi che garantivano loro migliori condizioni di vita; negli USA si iniziò sia a spacciare eroina e cocaina (anche legale col prozac e gli antidolorifici a base di oppio) sia ad incitare le persone povere ad andare in guerra ad ammazzare altri poveri e a farsi ammazzare finendo per alimentare l'emarginazione sociale negli USA. Le città fatte di tendopoli e di camper separano le città dalla massa dei senzatetto.

Eppure, l'idea che le persone italiane, le famiglie (per quanto ancora si può dire), abbiano dei risparmi, per quanto la condizione sia sempre più precaria, sembra sia l'unica ancora di salvezza di un'economia di territorio che sembra morire su sé stessa.

Il risparmio personale e famigliare, imposto come idea sociale dal capitalismo finanziario in contrapposizione all'idea del controllo economico-finanziario da parte delle "masse" come proposto dal "comunismo" allora, rimane l'ancora di salvezza nel disfacimento economico-finanziario in corso. Un disfacimento economico finanziario che ha come obbiettivo proprio la distruzione di quei risparmi, individuali e famigliari, che per molte persone rappresentano l'ultima ancora di salvezza in un futuro che vedono fosco.

 

15 novembre 2023

Beppe Grillo e la distruzione dell'Italia

Beppe Grillo ha dichiarato in TV che la sua azione ha aggravato le condizioni dell'Italia. Una miopia sociale che denunciavo quando troppo persone applaudivano. Denunciavo l'ideologia del "vaffanculismo" che altro non era che una riproposizione del fascista: "Me ne frego!".

Applaudivate Grillo e ora l'Italia è stata sfasciata.

Non tornerà più ciò che è stato perso. Ora non solo vi trovate un regime fascista che traffica in carne umana e ben deciso a distruggere l'ambiente (sia ambientale, sociale che istituzionale) per i propri interessi, ma le condizioni del lavoro continueranno a peggiorare come peggioreranno le condizioni sociali con la distruzione della scuola, del servizio sanitario, della magistratura, che cesserà di essere al servizio dei cittadini, dei trasporti e dei servizi in generale.

Io non ce l'ho con Grillo, ha il diritto alla stupidità e alla farneticazione. In fondo, Grillo è un comico come Zelens'kyj. Per loro la politica non incide sulla vita dei cittadini, è solo una risata, un "vaffanculo" come espressione ideologica di chi ha portato il disprezzo per la vita dei cittadini.

Grillo ha portato il vuoto nella politica. Una sceneggiata, una rappresentazione teatrale, con cui mascherare la mancanza di opinioni sociali ed economiche.

Grillo ha portato il disprezzo per la professionalità politica. Ha umiliato Bersani che gli chiedeva: "Dimmi che cosa vuoi fare per migliorare la vita dei cittadini!" E Grillo e i "grillini" gli risposero: "Vaffanculo!". La stessa cosa fecero con Marino, sindaco di Roma, che voleva migliorare le condizioni di vita dei romani e Grillo impose una campagna di denigrazione che danneggiò Roma. E i romani, abbagliati da questo "novello messia" lo votarono condannando la loro città alla stagnazione.

Ora ammette di aver lavorato per danneggiare l'Italia. Si mette un po' di cenere in testa, da buon cristiano, ma non ripaga i danni che ha provocato nella società.

Quando applaudite un messia, chiedetevi chi, quel messia, sta ingannando.

 

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14 novembre 2023

I sette sapienti: Pittaco di Lesbo
(640 a.c. – 570 a.c.)

E' un altro dei sette sapienti che ha lasciato una serie di massime. Assieme ai fratelli del poeta Alceo congiurò contro il primo tiranno di Mitilene nell'isola di Lesbo. Abbatterono Melancro ma le cose non andarono come si era desiderato e il poeta Alceo rimpianse il tiranno condannando la "democrazia", imposta dalla rivolta. Pittaco fu dittatore della città per dieci anni prima di ritirarsi a vita privata.

L'assassinio di Melancro da parte di Pittaco e le conseguenze che ne derivarono la dice lunga sui tentativi della saggezza di Pittaco. Una saggezza pensata soggettivamente che pretende di diventare oggettiva, fatta propria dalla collettività degli uomini, attraverso il dominio della città.

Da quanto si dice, Pittaco era un uomo modesto, ma un conto è parlare per sé stessi e un altro conto è chiedere di essere modesti a persone che sono vissute nell'indigenza e che pensano che solo con la ribellione possono migliorare le proprie condizioni di vita. Pittaco stesso portò quell'esempio.

Pittaco è uno del "sette sapienti" che è servito come modello per costruire un Gesù modesto nella forma ma assolutista e criminale nella sostanza. Pittaco appare modesto nelle sue esigenze. Non vuole più terra di quanta gliene può servire, ma nello stesso tempo è pronto alla rivolta contro Melancro per contendergli il dominio di Lesbo. Questo non porta a migliorare le condizioni di vita degli uomini tant'è che Alceo rimpiange la dittatura di Melancro. Così è per Gesù che appare modesto nei vangeli, ma pronto a sgozzare le persone che non si mettono in ginocchio e auspica di gettare le persone, che lui chiama "malvage", nei forni a bruciare. Il modo con cui il Diels-Kranz ci illustra la sintesi del pensiero di Pittaco ricorda molto il Gesù che va farneticando: "In verità, in verità vi dico...".

Di Pittaco di Lesbo il Diels Kranz riporta alcune massime che, a mio avviso, vale la pena di prendere in considerazione:

1. Conosci ciò che è opportuno.
2. Ciò che stai per fare non dirlo: se fallisci susciterai il riso.
3. Tratta con le persone convenienti.
4. Ciò che assegni al vicino, non sei tu a farlo.
5. Non riprendere chi è ozioso: per gente simile c'è la nemesi degli Dèi.
6. Restituisci il deposito.
7. Sopporta di essere danneggiato un poco dai vicini.
8. Non dir male dell'amico, né bene del nemico: irragionevole è una tal cosa.
9. Terribile è conoscere ciò che accadrà, ma conoscere ciò che è accaduto dà sicurezza.
10. Degna di fiducia è la terra, infido è il mare.
11. Il guadagno non sazia.
12. Possedere le cose proprie.
13. Coltiva la pietà, l'educazione, la saggezza, la sapienza, la verità, la fiducia, l'esperienza, l'abilità, l'amicizia, la sollecitudine, la cura per la casa, l'arte.

In Pittaco sembra che tutto debba essere limitato nei limiti in cui il soggetto persegue qualche cosa.

In Pittaco di Lesbo non esiste l'infinito e la trasformazione è conchiusa nell'individuo che si rappresenta in un mondo limitato.

Cosa è opportuno fare per Pittaco? Coltivare la pietà (relazioni con il mondo); l'educazione (nelle relazioni col mondo); la sapienza (che messa in questo modo appare come un oggetto in sé e non come una trasformazione della conoscenza del soggetto); la verità (come realtà); la fiducia (come atteggiamento soggettivo nelle rappresentazioni del mondo); l'esperienza (non è dato sapere in che cosa); l'abilità (non è detto in che cosa); l'amicizia (non è detto con chi, come e per che cosa); la sollecitudine (non è detto per chi o per che cosa); la cura per la casa (si presume la propria casa); l'arte (non è detto per che cosa o perché si cura l'arte).

Gli elementi su cui Pittaco pone la sua attenzione sono elementi soggettivi. Ovviamente, lui conosce i contenuti dell'elenco che fa, ma i contenuti non sono manifesti, rimane solo la descrizione formale che si presta ad ogni tipo di interpretazione.

Se io dico: coltivare la sapienza! Che cosa intendo?

La sapienza come scienza del conoscere la realtà del mondo o la sapienza ontologica come delirio di farneticazioni sofiste? Nel primo caso mi impossesso di uno strumento con cui costruire nel mondo in cui vivo, nel secondo caso mi impossesso di uno strumento con cui ingannare e dominare gli esseri umani per il mio tornaconto personale (sempre che altri non siano più sofisti di me).

Se io dico: coltivare la fiducia! Che cosa intendo?

Quali sono gli oggetti per i quali coltivo la fiducia e quali sono i soggetti ai quali tolgo la fiducia? O è una fiducia incondizionata ed illimitata? Ho fiducia negli uomini, oppure ho fiducia nella provvidenza di Dio? Ho fiducia nel lavoro delle mie mani oppure ho fiducia che altri faranno il lavoro per me? Tutti affermano che è necessario avere fiducia, ma indicare l'oggetto o gli oggetti che meritano fiducia in termini oggettivi, collettivi, implica l'esistenza di un oggetto, qualunque sia la sua natura, che coltivi la fiducia in sé a prescindere dalle relazioni e dalla natura e, alla fine, l'unico soggetto a cui è dedicata la fiducia, è un oggetto inesistente. E' un oggetto che appartiene alla sfera del fantastico, E' quel Dio cristiano che appartenendo alla sfera dell'immaginazione viene descritto soggettivamente da ogni immaginazione che lo adatta a sé stesso e ad ogni desiderio. Alla fine, la ricerca della fiducia in un oggetto ontologico, coltiva la sfiducia e l'odio per gli uomini che non mostrano la medesima fiducia per quello stesso oggetto ontologico.

Conoscere ciò che è opportuno implica che esiste una conoscenza che non è opportuna: chi determina i limiti della conoscenza affermando che esiste una conoscenza non opportuna? Arrivarono i cristiani e cancellarono la medicina perché non era opportuno interferire con la provvidenza di Dio che dà la salute o manda la malattia per punire i peccatori a seconda della sua volontà.

Cosa significa: non dire ciò che stai per fare? Essere furbi? Ma se hai fiducia in qualcuno, che senso ha essere furbi con quel qualcuno? O si ha fiducia, e allora non si teme che i propri propositi possano fallire; o non si ha fiducia e allora, si teme il fallimento e la derisione.

Cosa significa: tratta con le persone convenienti?

Esistono persone non convenienti con le quali non si deve trattare?

Solo che tu non tratti solo con le persone convenienti, ma tratti soprattutto con le persone non convenienti solo che differisce il trattamento. Qualcuno ha la tua benevolenza, altri hanno malevolenza o, peggio, sono ignorati nelle loro azioni, nella loro esistenza e nei loro bisogni. Si tratta sempre con le persone, sia che si tratti sia che non si tratti come comunemente si intende il termine "trattare".

E tanto per concludere questa breve carrellata, che cosa significa: il guadagno non sazia?

Una persona ricca non viene saziata dal guadagno, ma cerca di saziarsi con quando il denaro può procurargli per soddisfare i propri bisogni. La materialità con cui soddisfare i propri bisogni diventa necessità impellente per le persone prive di guadagno o, se preferite, prive di denaro. Dire ai poveri che la ricchezza non dà soddisfazione, significa insultarli e prendersi gioco della loro povertà. Al contrario, se dici ad un ricco che il denaro non può soddisfare le sue emozioni e i suoi desideri psichici perché molte cose che appartengono alla sfera emotiva non si possono acquistare, allora è diverso. Il ricco può soddisfare i suoi bisogni psicologici solo se la società vive nel benessere, ma se la sua ricchezza è costruita come rapina contro gli uomini per trasformarli in poveri o in indigenti, quel ricco ha costruito un ambiente in cui i suoi bisogni psicologici non sono facilmente soddisfacibili perché il timore di perdere le ricchezze e i privilegi lo separano dagli altri uomini. Pittaco non lo precisa. Ci sarà chi si affretterà a condannare la ricchezza affinché i poveri rimangano poveri e sofferenti garantendo la ricchezza a sé stesso sia per soddisfare i propri bisogni, sia per garantirsi il controllo e il dominio sui poveri. In questo modo, si inducono i poveri a non desiderare la ricchezza e a persistere nella povertà che garantisce a dei "privilegiati" privilegi sociali ed economici nei loro confronti.

Alcuni dei sette sapienti, a volte, appaiono come precursori di quel Gesù che spaccia sottomissione proclamando: "In verità, in verità vi dico... ". Quelle pretese di verità che, nella sostanza, appaiono come un sacco di sciocchezze elevate a volontà con cui Dio pretende di sottomettere l'uomo e distruggere la sua vita.

 

14 novembre 2023

Il problema degli acari

Gli acari sono individui che abitano le abitazioni degli uomini (non solo) e con l'uomo dividono le condizioni di vita nutrendosi essenzialmente della frazione organica presente nella polvere domestica come forfora, pelle morta, capelli, unghie. Ogni notte un uomo perde circa un grammo di pelle o forfora con la quale nutre i suoi acari.

Grazie alla presenza dell'uomo, gli acari hanno conquistato il pianeta essendo diffusi praticamente ovunque l'uomo viva.

Il problema degli acari è la presenza dell'uomo.

Se l'uomo sparisse dalla terra, gli acari avrebbero dei problemi di adattamento. Senza l'uomo molti di loro dovrebbero trovarsi una diversa nicchia ecologica dove poter crescere e moltiplicarsi per poter rioccupare l'intera superficie terrestre.

Il problema degli acari è la salute dell'uomo. Più l'uomo è in salute, più gli acari stanno bene. Peggiori sono le condizioni di vita dell'uomo e peggiori sono le condizioni di vita degli acari.

Le condizioni di salute dell'uomo è il problema degli acari che come dei buoni allevatori di bestiame prendono dall'uomo quanto necessita loro senza danneggiare eccessivamente la vita dell'uomo.

Lo so che sono stato schematico, ma vale la pena di indicare gli acari come dei buoni allevatori di bestiame al fine di garantirsi prosperità e lunga vita.

(volevo essere spiritoso, ma solo in parte)

 

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13 novembre 2023

La Luna ha una coscienza?

La Luna è cosciente e consapevole di sé stessa?

La Luna, come i pianeti, sono solo ammassi di roccia o sono corpi che si adattano alle condizioni nelle quali sono venuti in essere e, in quelle condizioni, mettono in essere i loro processi di adattamento che ne garantiscono il futuro?

Noi possiamo dire che i corpi di materia non hanno coscienza quando, noi stessi, corpi di materia, riconosciamo a noi stessi, un corpo di materia, il possesso della coscienza e di una consapevolezza?

Cosa ci fa credere che noi siamo "soggetti intelligenti" più di altri soggetti che, in ogni caso, persistono, mutando poco, al mutare delle condizioni ambientali? In fondo, l'Essere Umano è uno degli Esseri della Natura meno adatto ad adattarsi alle modificazioni ambientali tant'è che l'Essere Umano, anziché adattare sé stesso all'ambiente, preferisce adattare l'ambiente a sé stesso incurante delle conseguenze che provoca nell'ambiente.

Sarebbe bene riflettere sulla separazione che esiste fra la nostra coscienza razionale e la medesima coscienza, sempre di natura razionale per quanto diversa sia la razionalità che sorge da un diverso sistema di percezione soggettiva della realtà, di un lupo, di un gatto, di un serpente, di un moscerino, di un topo o di uno scarafaggio.

In fondo, la nostra struttura fisica è legata a tutti loro. Se noi attribuiamo a noi stessi una coscienza e una consapevolezza; attraverso quale meccanismo mentale non la attribuiamo anche a coloro che ci circondano?

E torniamo alla domanda iniziale: la Luna è consapevole di sé stessa?

Non si può dare nessuna risposta all'interno della ragione.

Ma si può fare una diversa domanda: quali conseguenze ha pensare che la Luna sia consapevole di sé? E quali conseguenze ha pensare che la Luna non abbia consapevolezza di sé?

In sostanza: io come mi pongo davanti al mondo se penso che la Luna sia consapevole e come mi pongo davanti al mondo se non penso che la Luna sia consapevole?

La misura è l'azione, le conseguenze, delle mie scelte fatte in relazione alla possibilità che la Luna abbia una Coscienza di Sé e le mie azioni, le conseguenze, delle mie scelte partendo dal presupposto che la Luna non abbia una Coscienza di sé.

Non si tratta più di dire se è vero o non è vero in relazione alla coscienza della Luna; ma se è vero o non è vero in relazione alle mie scelte in conseguenza del fatto che io credo che la Luna abbia una coscienza o meno.

Perché, caro amico, tu che mi stai davanti, io che certezza ho che tu hai una coscienza di sé dal momento che le tue scelte sono diverse dalle mie?

Quando gli aerei sganciano bombe sulla gente, quelle non sono persone, sono soggetti senza una coscienza di sé e, come tali, il loro annientamento lascia indifferenti chi getta le bombe e i telespettatori che sentono la notizia e che tifano per chi lancia le bombe.

Alla fine, la domanda diventa: il mondo in cui viviamo è pieno di coscienze di sé o è muto nell'attesa di qualcuno che ne rivendichi la proprietà?

Riflettere perché le idee che noi abbiamo sul mondo sono portatrici di conseguenze e non sempre a nostro favore.

 

13 novembre 2023

La mia scelta

Io continuo a pubblicare quotidianamente pagine relative a principi, riflessioni e considerazioni proprie della Religione Pagana. Riflessioni e considerazioni che condivido quasi sempre con Facebook oltre che arricchire i siti nell'ottica che vanno esposte le idee religiose e non le persone.

Io non uso la tecnica cristiana de "In verità, in verità vi dico..." che considero semplicemente aberrante. Io dico le cose, giuste o sbagliate che possano essere, ma sono le cose che io dico in relazione alla cultura a cui accedo e alla mia percezione e sensibilità rispetto alle condizioni del mondo in cui vivo.

So di vivere in un mondo che fa della propaganda, della farneticazione nell'alimentazione delle illusioni speranzose di persone sprovvedute, arte dell'inganno. In mezzo all'inganno come sistema, io risulto debole, incerto, sempre pronto a documentare una realtà che spesso sfugge alla riflessione di chi cerca un'autorità, un padre, un Dio a cui appoggiarsi o con cui identificarsi.

Ma la realtà in cui io vivo non è fatta di re di cavalieri e di imperatori. E' fatta di operai che serrano bulloni giorno dopo giorno, uomini che spalano il letame, donne che si spaccano la schiena per salvare i loro figli mentre altri le bombardano, bambini e bambine disperati che vivono inconsapevoli in un mondo che manipola la loro percezione. Il mio mondo è fatto di rubinetti che gocciolano, di automobili che non si mettono in moto mentre devi andare a lavorare. Un mondo di disperati che rubano le biciclette o che chiedono l'elemosina e che mai leggeranno i miei post, Il mio mondo è il mondo in cui gli uomini vengono privati di diritti e costretti al lavoro nero, il lavoro sottopagato. Un mondo in cui le persone vengono buttate dalle impalcature perché non c'è tempo per le protezioni.

Il mondo in cui vivo è un mondo che si trasforma e le trasformazioni del mondo non sempre migliorano le condizioni di vita, a volte le peggiorano. Io non porto la "carità" alle persone. Non sono il "padrone che elargisce le briciole"; io provo rispetto delle persone, vivo le loro stesse pulsioni e disprezzo coloro che si fanno "buoni samaritani" per mantenere le persone in miseria e garantire il benessere a sé stessi.

Il mio mondo è fatto di emozioni, di tensioni, di pulsioni, di quella con-passione che è soggettivazione delle pulsioni e delle emozioni di un mondo fatto di Esseri che lo trasformano tentando di vivere al meglio nel loro presente.

So di essere debole rispetto ai tanti "Dio degli eserciti" che popolano la società in cui vivo. Ma la mia scelta io l'ho fatta 70 anni fa, con questa scelta ho vissuto e in questa scelta intendo morire.

Nel frattempo, giorno dopo giorno, continuerò a scrivere delle idee della Religione Pagana, degli strumenti della Stregoneria dando la mia versione dei fatti del mondo e della realtà in cui viviamo.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

12 novembre 2023

Definirsi e definire ciò che è Pagano

Il tuffatore, museo di Paestum

Ciò che rende complessa la Religione Pagana, rispetto a tutte le altre forme che chiamano sé stesse "pagane", è il discorso sulla "natura degli Dèi". In altre parole, la differenza consiste su come noi pensiamo gli Dèi rispetto a come altri pensano gli Dèi e che percepiscono il loro "pensare gli Dèi" diverso dal nostro senza definire il loro concetto di come loro "pensano gli Dèi".

Il cristianesimo ha costruito dei fraintendimenti fra le persone. Fraintendimenti fortemente radicati nel modo che hanno le persone di pensare il mondo.

Il cristianesimo non nasce dal nulla, ma nasce come organizzazione criminale prima, sempre più armata e sempre più violenta, come necessità di dominare l'uomo e di costringere l'uomo entro una morale comportamentale funzionale alle gerarchie del comando sociale.

Il comando sociale è fatto di persone. Persone fisiche. Queste persone fisiche traggono il loro potere dalla rappresentazione di un Dio personale che si identifica in loro e di cui loro sono paladini e portavoce.

Questa impostazione religiosa nasce come radicalizzazione dell'imperatore romano che, a sua volta, è incarnazione del "logos", di Dio, "dell'assoluto" come separazione del "super-uomo" (figlio di Dio) separato dalla massa che è "gregge". La massa deve obbedire e viene identificata con la categoria sociale degli "schiavi" che, nel cristianesimo, vengono elevati a "categoria sociale" voluta da Dio che, con la stessa volontà, eleva i dominatori, i nobili e l'imperatore, a rappresentanza di Dio.

Questa visione gerarchica, imposta dallo stoicismo, dal platonismo, dal tardo pitagorismo, si fonde con la visione ebraica dando all'ideologia ebraica quegli strumenti interpretativi che allontanano il "Dio assassino dei popoli" dalla percezione razionale per farlo diventare un'entità "psico-emotiva" da cui l'uomo dipende.

Gli antichi Dèi non sono più parte della vita dell'uomo, ma diventano una gerarchia a cui l'uomo deve credere ed obbedire.

Il cristianesimo, attraverso il neoplatonismo e lo stoicismo, assume i caratteri formali dell'organizzazione religiosa propri del Dionisismo, dell'Orfismo e del Mitrianesimo, ma uccide la libertà dell'uomo in funzione del dominio del Dio unico, del Logos, del Demiurgo, dell'Uno, del Motore immobile ecc.

Col cristianesimo la donna diventa schiava. Non ci sono più le Menadi né le Baccanti, Col cristianesimo l'uomo non dà più l'assalto al cielo, deve diventare sottomesso ed obbediente. Col cristianesimo gli uomini non costruiscono più patti con gli Dèi, ma devono credere ed obbedire combattendo in nome e per la gloria di Dio che si incarna in questo o quel re o in questo o quell'imperatore.

La gerarchia che domina diventa l'elemento centrale del cristianesimo e per reggere tale gerarchia ci si inventa i "misteri di Dio", come se gli antichi avessero dei misteri ontologici di una realtà immaginaria che trascende la realtà vissuta ora.

I Pagani devono decidere: o realtà che viviamo ora è divina e magica oppure la realtà che viviamo ora viene dominata da una trascendenza che la domina e viene percepita ontologicamente. O gli Dèi sono gli oggetti del mondo in cui viviamo, o gli Dèi sono i padroni del mondo in cui viviamo e gli uomini sono tenuti ad obbedire agli Dèi.

Le due posizioni non hanno mediazione.

Si può descrivere la realtà cristiana in maniera diversa dal cristianesimo: la si può descrivere in chiave gnostica, musulmana, buddista, induista, ebrea, platonica, stoica o neoplatonica. Si possono distinguere vari aspetti della realtà cristiana affermandone alcuni e negandone altri. Si può dire, come fanno i protestanti, che i cattolici con la loro schiera di santi imitano l'immenso degli antichi Dèi, ma non cambia il rapporto fra gli uomini e gli Dèi.

O gli Dèi abitano il mondo, o gli Dèi sono padroni del mondo.

Questa distinzione è la vera discriminante fra la Religione Pagana e ogni altra forma di religione che, costruendosi in maniera gerarchica rispetto all'uomo. si può definire SEMPRE cristiana o ebrea, qualunque sia la forma con la quale si descrive.

O si mettono gli uomini al centro del mondo o si mette Dio e la sua gerarchia di dominio!

E' facile aggregare persone deluse dal cristianesimo, educate nel cristianesimo, che cercano una forma diversa in cui veicolare la propria educazione cristiana senza mettere in discussione la forma cristiana che hanno ricevuto. Attività facile ed immediata. Ma non costruisce il futuro perché l'aver soggettivato una forma gerarchica della realtà "divina del mondo" porta il singolo individuo a tentare di salire quella scala gerarchica, che fa del possesso la sua forma emotiva di base, rinunciando ad abitare il mondo e alle relazioni con il mondo che implicano una continua trasformazione soggettiva e un continuo adattamento che, per chi è educato alla gerarchia, comporta dolore e sofferenza.

Le persone che chiamano sé stesse pagane devono scegliere fra ciò che oggi è facile e semplice e ciò che appare complesso per un futuro possibile del quale non beneficeranno socialmente nella loro vita.

Rinunciare ad una visione gerarchica perdendo la possibilità di una carriera religiosa, non è una scelta facile per chi è educato cristianamente a pensare che Dio pensa proprio lui.

Il discorso sulla "natura degli Dèi" è il discorso che qualifica o discrimina chi chiama sé stesso "pagano".

 

12 novembre 2023

L'autorità e il timore

Se una persona pensa che un "pensatore" sia un'autorità, non lo metterà mai in discussione perché teme l'autorità.

L'autorità si nutre di quel timore e userà quel timore per commettere qualunque atrocità consapevole che le persone timorose non criticheranno le sue atrocità per non mettere in discussione la sua autorità.

 

12 novembre 2023

Parlare delle idee o parlare della persona?

Presentare le proprie idee sul mondo o presentare la forma della propria persona?

Le idee e le affermazioni si possono discutere.

La persona può essere approvata o denigrata, offesa o bullizzata.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

11 novembre 2023

Riflessione su Caos

Caos, l'inconsapevole e immenso Caos, è il padre da cui emerge ogni ordine che i soggetti individuano attraverso la propria percezione del mondo. Caos è l'immenso da cui i soggetti, ogni soggetto che abita il Caos, trae il proprio ordine personale per il quale, e attraverso il quale, organizza la propria vita.

Caos non è mai uguale a sé stesso.

Caos non contiene solo ogni ordine che i soggetti che vivono in esso descrivono o organizzano per facilitare la propria esistenza. Caos contiene gli stessi soggetti che, organizzando la propria esistenza, modificano la qualità di Caos.

Non sono le descrizioni razionali che modificano la rappresentazione di Caos, ma le azioni che i soggetti mettono in atto partendo dall'ordine soggettivo che hanno ricavato dal caos e nel quale, e per il quale, organizzano la loro vita.

Per un soggetto, la realtà soggettiva nella quale organizza la propria vita è conchiusa nel soggetto stesso anche quando un collettivo di soggetti condivide e partecipa a quella descrizione soggettiva. Si tratta di una soggettività collettivizzata che può anche diventare una "realtà riconosciuta dalla specie", ma che comunque rimane sempre soggettiva non solo per le variabili che ogni singolo individuo della specie introduce, ma anche perché ogni specie, animale o vegetale, descrive in modo diverso la realtà nella quale vive.

L'oggettività Caos si modifica per le azioni che i soggetti, ogni soggetto che agisce nel Caos ricavando la propria descrizione "razionale", mettono in atto tentando di mettere ordine nel Caos in cui vivono.

Tutta la storia delle specie è un continuo tentativo di mettere ordine nella frazione di Caos che i singoli percepiscono.

Caos vive perché è in continua modificazione prodotta dalla vita che diviene e si trasforma nel suo interno.

Tutto è Caos. Ma Caos non è il tutto perché Caos non ha coscienza né consapevolezza; non ha progetto e non ha scopo. Eppure è il "padre di tutte le cose" perché ogni cosa emerge alla coscienza soggettiva che la definisce nella forma, ma non nell'oggetto in sé che continua ad essere parte di Caos.

 

11 novembre 2023

Selinunte una lezione di arroganza

Ricostruzione del tempio di Hera a Selinunte

Parlare di Selinunte significa essenzialmente parlare dell'idea che i tuoi alleati hanno di te.

Spesso noi chiamiamo amici persone che crediamo simili a noi perché parte delle loro scelte sembra che collimino con le nostre, ma noi non sappiamo esattamente quali sono i loro intenti e a che cosa mirano nel momento stesso in cui, con loro, costruiamo dei patti, più o meno manifesti e sottoscritti.

Selinunte si alleò con i cartaginesi e i cartaginesi, dopo aver combattuto con gli abitanti di Selinunte, deportarono gli abitanti di Selinunte, distrussero la città per impedire che cadesse nella mani dei romani.

La storia di Selinunte è un po' più compressa di come l'ho sintetizzata, ma dalla sua costruzione, con l'arrivo dei migranti guidati da Pammilos nel 650 a.c che assorbì le popolazioni locali sicane ed elime, alla sua distruzione nel 409 a.c, ad opera di Annibale, passarono poco più di 200 anni.

Fu gloria effimera dalla potenza del suo abitato, testimoniata dall'immensità dei suoi templi, alla completa distruzione. La distruzione della città fu il futuro di Selinunte come risultato delle scelte fatte da chi guidava quella società.

Selinunte si alleava con i cartaginesi e combatteva i cartaginesi, voleva espandersi nel territorio di Segesta e si alleava con Agrigento e Siracusa mentre Siracusa era impegnata con un'altra guerra. L'espansione che Selinunte aveva in testa era un'espansione territoriale a danni dei suoi vicini e rifiutava ogni tentativo diplomatico di ricomporre le controversie, come quella proposta da Annibale prima della sua distruzione, in una sorta di "delirio di onnipotenza".

E' l'arroganza che distrugge gli uomini, le città, le nazioni. E' l'arroganza che porta gli uomini a considerarsi superiori di altri evitando di impegnare la loro vita in un duro lavoro capace di modificare il loro presente. In questo modo gli arroganti umiliano coloro che lavorano o si impegnano chiamando quel lavoro e quell'impegno "arroganza" con cui nascondere la propria arroganza finendo per distruggere l'insieme sociale in cui operano e vivono.

Questa è l'antica lezione di Selinunte.

Di Selinunte non ci restano che rovine su rovine e il rimpianto su che cosa avrebbe potuto essere se fossero state fatte scelte diverse.

Con le pietre sacre, dei grandi templi, di Selinunte hanno costruito il porto di Porto Empedocle e Selinunte, ormai distrutta, viene saccheggiata. Ma i templi sono enormi, le pietre enormi sono difficilmente trasportabili con le tecniche medioevali che hanno dimenticato le tecniche antiche e, la vastità delle rovine di Selinunte, mantengono la traccia dell'antico splendore. Uno splendore che inizia ad essere riscoperto alla fine del XVIII secolo dai primi viaggiatori come Houel, Vivant, Moupassant, Gigault de la Salle, ecc.

Ricostruzione del tempio di Hera di Selinunte dai ritrovamenti archeologici

Si scopre la grandezza di Selinunte e, allo stesso tempo, la miseria che portò alla distruzione di Selinunte.

Scrive Pausania nella Periesegi della Grecia:

"La città di Selinunte in Sicilia fu distrutta dai cartaginesi; ma prima che toccasse loro questa sventura i Selinuntini avevano eretto un "thesauros" in onore di Zeus in Olimpia. In questo vi è una statua di Dioniso con il volto, i piedi e le mani d'avorio."

L'arroganza è l'unico "peccato" che gli Dèi non perdonano. Ma la punizione per l'arroganza non arriva dagli Dèi, ma dalle conseguenze delle azioni arroganti che, quando si impongono, portano alla rovina non solo l'arrogante, ma anche tutti coloro che non sono stati in grado di opporsi all'arroganza.

Come si individua l'arroganza? Come si distingue l'arroganza dalla non arroganza? Non si distingue perché il giudizio è soggettivo ed ogni soggetto interpreta sé stesso come "non arrogante". Incapace di cogliere l'arroganza nella sua attività. L'unica cosa che si contrappone all'arroganza è seguire i propri obbiettivi; agire per sé stessi in sé stessi. Dove il sé stessi vive le conseguenze delle proprie scelte e non rimanda le conseguenze delle proprie scelte ad altri.

Selinunte si è dimenticata di Dioniso a cui aveva eretto la statua nel tempio di Zeus.

Tecnica per il trasporto delle enormi pietre dalla cava al tempio di Selinunte

 

 

11 novembre 2023

Riflessione sui 70 anni di genocidio dei palestinesi

Mi sembra ormai chiaro: i palestinesi di Gaza saranno macellati dagli israeliani e Gaza ridotta ad un cumulo di macerie.

Dicono di cercare terroristi e macellano uomini donne e bambini.

Perché tanta ferocia?

Perché il progetto di Israele era quello di invocare l'intervento dei paesi arabi in soccorso degli abitanti di Gaza. La guerra contro l'Iran era la guerra che Israele voleva.

Sarebbe stato contento anche che l'Egitto avesse accolto profughi da Gaza in modo da spopolarne la striscia.

Gli Hezbollah nel sud del Libano hanno dichiarato la loro posizione di non-intervento. Nonostante questo, Israele li sta bombardando aspettando una reazione per giustificare l'invasione del sud del Libano.

Gli Stati Uniti, alleati all'Isis in Siria, hanno provveduto a bombardare le milizie anti Isis nella speranza che queste si schierassero con Hamas. Israele massacrerà gli abitanti di Gaza sia oggi, sia il massacro che metterà in atto con l'accentuazione delle condizioni di miseria che ha creato.

L'Europa ha favorito la costruzione del campo di detenzione e di sterminio chiamato Gaza e ora, finalmente, l'Europa può favorire il genocidio dei suoi abitanti esattamente come favorì il genocidio di zingari, ebrei e comunisti nella Germania nazista, ma anche in Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Svezia, Jugoslavia, Albania, ecc.

In fondo, secondo l'Europa, chi si ribella alla detenzione illegale deve essere necessariamente un terrorista: chissà che cosa dice di questo la Carta dei Diritti Umani sottoscritta da tutti i paesi dell'Unione Europea.

 

Tecnica di trasporto delle estremità delle colonne del tempio di Selinunte

 

Tecnica per il sollevamento delle varie sezioni della colonna al tempio di Hera a Selinunte

 

Pagina specifica del giorno

 

 

10 novembre 2023

Stregoneria, vita e conflitto

Un individuo, chiamiamolo A deve arrivare ad un punto che chiamiamo B.

Questo individuo, per giungere al punto B deve affrontare altri individui, che voglio chiamare "anonimi", e che attraversano la sua strada in innumerevoli direzioni, con innumerevoli intenzioni, con innumerevoli progetti e che non hanno intenzione di arrivare al punto B ma hanno altre mete.

Quando l'individuo che chiamiamo A incontra uno degli anonimi, sorge un conflitto. L'anonimo non vuole andare nella direzione del punto B, ha altre direzioni e, probabilmente, l'idea di A di arrivare al punto B disturba l'anonimo che ha incontrato che decide che, per andare al suo punto di arrivo ideale, deve impedire ad A di seguire il proprio cammino.

A, per arrivare a B, deve affrontare una serie di conflitti. Scopo del conflitto non è quello di guadagnare qualche cosa, ma di togliere energia ad A affinché venga dissuaso dal giungere al suo obbiettivo, B.

E' la teoria del conflitto per il conflitto.

Alcune persone, nella nostra società, si prefiggono degli obbiettivi, ma la "massa" sociale ha il compito, educazionalmente imposto, di impedire il raggiungimento di tali obbiettivi perché, il raggiungimento dell'obbiettivo di un solo individuo, modifica l'insieme della qualità della massa che agisce, di fatto, non solo senza obbiettivi per sé, ma ha come obbiettivo proprio l'impedimento del raggiungimento dell'obbiettivo di quegli individui che hanno obbiettivi.

Il conflitto per il conflitto è l'insieme di contraddizioni conflittuali il cui scopo è conchiudere gli individui nelle condizioni conflittuali impedendo loro di raggiungere un qualche risultato che, una volta riconosciuto, li ponga al di fuori della massa di conflitti in cui sono coinvolti.

In queste condizioni, non esiste la possibilità per un individuo di progettare il suo percorso da A a B perché non esiste la possibilità di individuare un percosso privo di conflitti e di tensioni.

Eppure, la vita lascia sempre una possibilità. Una possibilità che non appartiene alla promozione sociale del singolo individuo, ma alla trasformazione del sistema sociale in sé stesso. Il bisogno di un individuo A di arrivare all'ipotetico punto B, non è solo un bisogno del singolo individuo, ma, spesso, è la necessità sociale di arrivare ad un suo ipotetico punto B che si è riversata in singoli individui, che identifico con A, che tendono ad arrivare al loro specifico ipotetico punto B.

Trasformare il conflitto in oggetto in sé.

A subisce il conflitto provocato da ogni anonimo. Ma ogni anonimo non è fuori dal conflitto finché non trova A. E' immerso nei conflitti. Se una volta che inizia il conflitto con A, quel conflitto diventa centrale nell'attività di un anonimo, nello stesso tempo l'anonimo deve affrontare conflitti con altri anonimi anche se non deve raggiungere un qualche obbiettivo, ma soltanto persistere nella sua situazione.

La strada di A per arrivare a B non viene aperta dalla capacità di A di affrontare opportunamente i conflitti, anche se solo affrontando i conflitti può giungere a B, ma viene aperta dai conflitti che gli anonimi si vedono costretti ad affrontare per la presenza di A. L'acutizzarsi di tali conflitti allontanano l'attenzione dell'anonimo dai conflitti con altri anonimi che provocano la distruzione dell'anonimo stesso. Mentre gli anonimi, attraverso i conflitti, possono distruggere A, perché A ha un intento, A non può distruggere gli anonimi perché gli anonimi non hanno un intento da opporre all'intento di A.

Per ora basta sapere questo: perché A possa arrivare al punto B deve affrontare una vera e propria "Guerra di Troia", ma gli anonimi, contro cui combatte, non sono in grado di vedere le conseguenze delle loro azioni e questo, nella "guerra di Troia", va sotto il nome di "ira funesta" con cui l'oggettività si abbatte sugli uomini che non conoscono le conseguenze delle loro azioni o che vivono ignari delle azioni di un mondo che si adatta ai conflitti che in lui si manifestano.

La condizione vissuta da A, consideriamo A in quanto conosciamo, o pensiamo di conoscere, il punto B dove vuole arrivare, vale sia per le condizioni di spazio che nelle condizioni di tempo.

Pensate ad un migrante che parte dal Centrafrica e vuole arrivare in Germania passando per l'Italia attraverso percorsi a piedi nel deserto e barchini di scafisti senza, magari, conoscere l'Italiano e, ancora, con una cultura universitaria ignorata da chi lo incontra.

Oppure, pensate ad una persona che costruisce un progetto di vita e che si pone vari obbiettivi, vari punti B da raggiungere nel corso degli anni e, qualche volta, quei punti B confliggono con le necessità di controllo delle persone di una società che non tollera la modificazione di equilibri sociali capaci di mettere in pericolo le strutture di dominio. O il potere del boss mafioso di turno, se preferite.

Come si affronta una situazione in cui A deve giungere all'obbiettivo B?

Questo è il segreto che si può rivelare senza per questo rivelarlo.

In ogni Essere della Natura, ogni uomo e ogni donna, quando ci riferiamo alla loro coscienza e alla loro consapevolezza, convivono tre persone in una. Ed ognuna di queste persone non sa che cosa vuole fare o farà l'altra. Ognuna delle tre coscienze e consapevolezze ha una propria visione del punto B da raggiungere e ognuna delle tre coscienze e consapevolezze descrive un proprio percorso per raggiungere il punto B. Ognuna delle tre coscienze e consapevolezze confligge con gli anonimi che incontra sul suo cammino con qualità diverse di conflitto che appaiono incomprensibili alle altre due coscienze e consapevolezze vissute dalla persona.

Gli ospedali psichiatrici sono pieni di persone che non sanno mantenere l'equilibrio fra le tre tre coscienze e le tre consapevolezze di cui ogni uomo e ogni donna è composto.

Troppo spesso i confini fra le coscienze e le consapevolezze diventano instabili perché le persone mancano di energia per alzare o abbassare i confini fra le tre coscienze e consapevolezze a seconda delle loro necessità.

Gli ospedali psichiatrici accolgono coloro in cui coscienze e consapevolezze diverse sconfinano nella coscienza razionale facendo diventare l'individuo inadeguato a vivere nelle condizioni sociali. Noi guardiamo queste persone con tristezza perché sono spesso persone con grandi sentimenti chiusi in emozioni che si esprimono nel mondo senza una disciplina e, spesso, senza i limiti necessari per vivere nella società.

Ma noi ignoriamo l'altra malattia psichiatrica cioè l'invasione, da parte della necessità di razionalizzazione delle coscienze e delle consapevolezze che non sono razionalizzabili. Questo tipo di malattia psichiatrica non viene rilevato dal sistema sanitario. Non entra negli ospedali psichiatrici. Devasta le società civili. Porta stragi, genocidio. Impone doveri e violenta i bisogni degli uomini affinché sottomettano i loro desideri a modelli imposti e a loro estranei.

Quando la persona A intende arrivare al punto B, lo può fare soltanto ignorando che cosa essa sia in quanto A e ignorando che cosa sia il punto B a cui deve giungere. Non perché l'ignoranza sia parte della sua coscienza e della sua consapevolezza, ma perché la sua coscienza razionale non può descrivere né sé stessa come individuo né gli intenti dell'individuo stesso: può solo esprimere i suoi desideri nel tentativo di comprendere il mondo stesso.

 

Pagina specifica del giorno

 

 

09 novembre 2023

Il barocco siciliano e la sottomissione a Dio

Il barocco siciliano, che si lega al barocco internazionale pur con le sue specificità, è un'esaltazione della sottomissione dell'uomo a Dio. Dio che impera sull'uomo e l'uomo che diventa timoroso e sottomesso a Dio.

E' la rivendicazione della chiesa cattolica, del suo dominio sull'uomo, in contrapposizione alle tesi protestanti cristiane che in quell'epoca tolsero l'uomo alla sottomissione della gerarchia cattolica permettendo agli uomini di leggere e interpretare la bibbia. La chiesa cattolica impediva di leggere la bibbia e i vangeli in quanto, i fedeli, anche quando non erano analfabeti, dovevano conoscere le "sacre scritture" solo nell'interpretazione data dal prete cattolico.

La riforma protestante introdusse nel cristianesimo il metodo di lettura della bibbia usato dagli ebrei: il fedele doveva giustificare e approvare l'azione di Dio sugli uomini. Il fedele doveva far propria l'azione di Dio, farsi Dio egli stesso, col diritto di interpretare soggettivamente la parola di Dio.

Per contro, la chiesa cattolica procedette ad accentuare, nella sua propaganda religiosa, le tecniche elaborate da Filone d'Alessandria trasformando, ciò che fino a ieri era l'azione fattiva di Dio come descritta nella bibbia, in simbolismo che andava interpretato nascondendo quelle parti della bibbia e dei vangeli che confliggevano con il sentire sociale comune degli uomini in modo che la massa dei fedeli non percepisse Dio o Gesù come un nemico da combattere.

Poi procedette ad esaltare Dio come il padrone degli uomini, sia attraverso un controllo più serrato degli uomini con la "controriforma", sia con uno stile architettonico che esaltasse la superiorità di Dio sugli uomini. Uno di questi stile è appunto il barocco Siciliano che costruisce le chiese alla fine di una lunga scalinata che deve alimentare nel fedele l'idea che andare in chiesa è una salita verso il cielo, verso Dio.

Fra protestanti e cattolici si è assistito ad una guerra dove alcuni volevano portare la bibbia fra gli uomini e altri che volevano staccare ulteriormente la bibbia dagli uomini.

La chiesa cattolica era consapevole che portare la bibbia nella cultura comune significava sottoporre la bibbia al giudizio sociale e la chiesa cattolica non voleva permettere che Dio e la sua azione potesse essere giudicata dagli uomini. Per contro, la chiesa protestante doveva liberarsi dal controllo della chiesa cattolica mantenendo il controllo dei suoi seguaci e non trovò altro sistema per differenziarsi dalla chiesa cattolica.

A differenza dei protestanti, che credevano che la bibbia potesse essere un libro per gestire le persone, la chiesa cattolica sapeva che la bibbia era solo un mezzo di propaganda che poteva funzionare solo se fosse rimasto nell'orizzonte del pensiero umano senza accede alla coscienza e all'analisi delle persone.

In questo scontro, i protestanti, a differenza dei cattolici, iniziarono ad alimentare forme di suprematismo soggettivo, forme di razzismo, forme di "popolo eletto" e di razza eletta. Cosa che la chiesa cattolica si affrettò a far proprie in quanto strumenti per discriminare e costruire miseria. Nel cattolicesimo, come nelle "sacre scritture" c'era già il concetto di razza, ma c'era anche il concetto di universalità. Nel cattolicesimo c'è il concetto di schiavismo propagandato dai vangeli e da Paolo di Tarso che divenne funzionale, nel momento in cui le società iniziarono a rifiutare lo schiavismo, per produrre una paura discriminante delle azioni dell'altro: minacciavano lo stile di vita "occidentale". Ora i "negri" pretendono gli stessi privilegi dei "bianchi"; dicevano e i razzisti lo dicono tutt'ora con le azioni discriminanti contro gli immigrati.

La scalinata del barocco siciliano è il vero strumento della manipolazione mentale delle persone. Una manipolazione così violenta che alimenterà la nascita dell'idea mafiosa dove il capomafia si identifica con l'onnipotenza di Dio e il "popolo" che, ridotto a gregge, si protende verso Dio.

In questo modo si fissa ancora di più la manipolazione mentale dell'infanzia che si fa ancora più piccola davanti all'onnipotenza di Dio e si impedisce alle persone di diventare cittadini perché non saranno mai in grado di condannare Dio per i suoi delitti allo stesso modo in cui le persone non sono in grado di condannare, socialmente, il capomafia per i suoi delitti.

 

09 novembre 2023

Novembre e Dioniso secondo Kereny

Il mese di novembre era particolarmente caro alle celebrazioni dionisiache in Grecia.

Nel mese di novembre il vino stava fermentando e in novembre c'è il "vino nuovo", il venir in essere del nuovo Dioniso la cui gestazione, però, si interrompe nel ventre di Semele e continua nella coscia di Zeus.

Il simbolismo della filosofia metafisica delle trasformazioni di Dioniso sono associate alle trasformazioni dell'uva in vino e ai processi di trasformazione del vino. Un Dioniso che si trasforma e che viene celebrato in quella trasformazione.

Associare la trasformazione religiosa di Dioniso alla trasformazione dell'uva in vino e ai processi di fermentazione del vino permette di fissare il concetto religioso nelle persone attraverso la pratica quotidiana.

Ho già trattato l'aspetto religioso di Dioniso nel Mito e nella realtà vissuta dagli uomini. Kereny fa un'altra cosa applica una sorta di giustificazione razionale al mito di Dioniso che è, sotto molti aspetti, una pratica religiosa volta alla liberazione della donna dai doveri che la società gli impone.

Le Baccanti e le Menadi sono delle ribelli ai doveri sociali e questo fu il motivo per il quale a Roma il culto fu represso perché un conto è seguire "la propria religione" e un altro conto è minare una società per "seguire la propria religione"

Il vino porta all'ubriacatura e l'ubriacatura scioglie i legami psichici e morali che impongono alla persona norme di comportamento. Solo che una società può accettare solo una percentuale di persone deliranti, oltre quella percentuale, inevitabilmente, scatta la repressione.

A differenza di Roma, la Grecia disciplinò il culto di Dioniso concedendo spazi di manifestazione religiosa abbastanza definiti.

Scrive Kereny in Dioniso

E presso questo santuario, legato ai segreti delle donne dionisiache, che veniva preparata la mistura di vino e acqua: ciò non accadeva in quell'unico giorno - il Giorno delle Brocche - in cui esso restava aperto, ma parecchio prima e, come abbiamo già detto, non in una data fissa. Il fatto che la festa fosse mobile si evince dalla natura del vino che si portava là per il primo assaggio. Si trattava del gleùkos, il primo vino dell'anno, non ancora fermentato ma non per questo meno inebriante. Il momento in cui il vino raggiungeva questo stadio, dipendeva dall'epoca della vendemmia. Questa oscillava, secondo una interpretazione contenuta nel Codice Teodosiano, che si riferisce alla Spagna tra il 23 agosto e il 15 ottobre. Per raggiungere la prima fermentazione il tempo convenzionale è di quaranta giorni. Ciò conduce abitualmente al mese di novembre, in casi eccezionali a quello di dicembre, nel periodo corrispondente pressappoco al mese delfico di Dadaphorios. Il giorno di San Martino, che cade 11 novembre, ma anche il 3 novembre, è il giorno a cui si fa riferimento in Italia e in Grecia, e se ne può trovare conferma anche nella letteratura recente. Intorno a questo periodo, in Atene veniva invocato Dioniso "alle paludi" - e come è abituale per gli dèi in tutti questi periodi d'invocazione egli era già presente nel primo stadio del vino. I nomi che gli venivano attribuiti nelle invocazioni anticipavano le feste che dovevano seguire, e il cui tempo d'avvento iniziava allora: Euanthes e Dithsrambos per le Antesterie, Bakcheùtas e Bromios per il periodo dello sciamare dionisiaco nella campagna.

Nel calendario attico, costruito con grande abilità, il mito della zoe [vita] si avvicinava al suo compimento passando per diversi livelli. Il vino può essere considerato uno di questi livelli; ad un secondo corrisponde la generazione, ossia lo stato di embrione, la nascita prematura e la nascita del bambino; e ad un terzo il recupero della propria integrità da parte di un dio smembrato ed evirato, che per dodici mesi soggiornava tra i morti. Tutto questo doveva svolgersi nell'arco dell'anno solare, che riuniva in sé il contenuto di una trietèris. Il motivo della nascita prematura era tra gli altri un elemento così importante della religione dionisiaca che, in base al precoce legame fra le due religioni, esso venne accolto anche nel mito di Osiride, probabilmente nel suo stadio più recente. Oro, il figlio del morto Osiride, deve essere nato dopo 81 o 87 giorni.

Al confronto i sette mesi di Dioniso nel grembo materno si attengono alla misura umana. Essi avevano una parte importante non solo nella letteratura," ma appartenevano alla tradizione, che li ha conservati nel folklore neogreco in una rappresentazione carnevalesca della Tracia. Il rapporto di Dioniso con lo stato embrionale veniva tenuto concretamente in considerazione. Una legge del tempio di Dioniso a Smirne, nel II secolo d.C., esclude dal santuario non solo le donne che avevano esposto un figlio, ma anche e specialmente quelle la cui gravidanza era stata interrotta con la forza. Dioniso proteggeva la zoé particolarmente nelle fasi in cui essa era quasi soltanto "embrione".

Come si è già detto, nel calendario attico correva un intervallo di sette mesi tra i Piccoli Misteri di Agra che seguivano immediatamente le Antesterie, e i Grandi Misteri di Eleusi. Il fanciullo divino, la cui nascita nel mondo sotterraneo veniva annunciata ad Eleusi agli iniziati, era nell'interpretazione degli Ateniesi l'infante di Semele, nato dopo sette mesi. Il tempo in cui si compie una gravidanza, dieci mesi lunari, secondo il conteggio antico e quindi anche la gravidanza addizionale di Zeus secondo il mito ateniese, non era ancora esaurito alla metà di novembre, corrispondente per gli Ateniesi all'inizio di Maimaktèrum; e neppure la fermentazione del vino nuovo era completa.

L'inizio del periodo d'avvento era collegato tanto con la maturazione del vino puro quanto con il fanciullo divino: un periodo che, superando i limiti di una gravidanza umana, si protraeva nei mesi successivi. Il carattere dionisiaco veniva esteso oltre la nascita e il matrimonio del dio - nel Gamèliim e nell'Anthestèrion, i nostri gennaio e febbraio -, fino all'Elaphèbolion, il nostro marzo, il mese delle Grandi Dionisie.

Kereny, Dioniso, Editore Adelphi, p. 273

La legge del divieto alle donne emanata a Smirne nel II secolo d.c da Dioniso contro l'ingresso nel santuario delle donne che avevano esposto un figlio o che la loro gravidanza era stata interrotta con la forza, dimostra che prima del II secolo d.c non c'erano divieti per le donne per entrare nel santuario di Dioniso.

Perché è importante il II secolo d.c? Perché la filosofia stoica e neoplatonica stanno condizionando le religioni misteriche ponendo divieti e ostacoli di ordine morale, sessuale, esistenziale, a settori sempre più ampi della popolazione preparando il terreno per l'arrivo del dominio del cristianesimo sugli uomini.

Dioniso, come Orfeo, Ercole, ecc. Diventano i modelli su cui viene costruito il cristianesimo nella figura di Gesù.

Anche se io non condivido l'impostazione di Kereny, che ritengo superficiale, vale la pena di leggersi il suo lavoro specialmente per quanto riguarda l'importanza del mese di novembre nelle celebrazioni dionisiache.

 

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08 novembre 2023

I misteri di Eleusi

Quando scrissi le riflessioni sull'Inno Omerico a Demetra col rapimento di Persefone, oltre 20 anni fa, mi ero posto il problema di analizzare i contenuti di quelle che venivano chiamate le religioni "misteriche" precristiane.

In realtà non sono mai esistite "religioni misteriche" precristiane, esistevano solo quei modi di relazionarsi col mondo che noi definiamo come "religioni" e che poi, con lo stoicismo, hanno iniziato a prendere un loro cammino ideologico separandosi dalla società.

La domanda che mi posi, come del resto per tutte le espressioni della Religione Pagana, era: in che cosa consistevano i "misteri" di quelle "religioni"?

Quali erano i principi religiosi che gli antichi elevavano a "misterici"?

Noi siamo abituati a pensare ai misteri come l'idea che dei misteri ha imposto il cristianesimo. Non ci poniamo la domanda: gli antichi che cosa intendevano per mistero?

Noi sappiamo che l'uso del termine "trascendenza" ha vari significati. Fra questi spiccano due significati fondamentali. La "trascendenza" è una realtà che trascende la realtà quotidiana nella quale viviamo nel senso che circonda, rendendosi misteriosa, la quotidianità, oppure è intesa come una realtà che si manifesta come trasformazione della realtà che stiamo vivendo. In altre parole, le contraddizioni risolte nella realtà in cui stiamo vivendo, producono una diversa realtà nella quale dovremo vivere? Il futuro che trascende il presente come trasformazione del presente.

Gli antichi non pensavano con la mentalità da cristiani e se voi leggete i "sette sapienti" del VI secolo a.c questa contrapposizione fra i due modi di pensare la realtà appare evidente, è sintomo del passaggio fra un modo di pensare la trascendenza e un altro modo di pensare la trascendenza anche se, comunque, viene sempre chiamato nel medesimo modo (non necessariamente trascendenza).

Tanto più il concetto di trascendenza venne inteso come una realtà altra che circonda la realtà quotidiana, descritta mediante condizioni "ontologiche" (sinonimo per dire "farneticante"), tanto minore era la comprensione di un presente in trasformazione che necessitava di conchiudere la realtà della trasformazione (che ricadeva sotto i sensi) in una condizione di "mistero" che le visioni "ontologiche" della realtà attribuivano alla provvidenza di Dio.

Questo problema vale anche per il dionisismo, per l'orfismo e per i culti di Iside e Samotracia.

Questo problema vale anche per la Religione di Roma Repubblicana, per la religione Etrusca, per la Religione Sumera o per la Religione Egiziana.

Io feci l'analisi dell'Inno Omerico a Demetra perché fra tutti gli Inni simili (ce ne sono più di uno) è quello fisicamente meglio conservato, ma la caratteristica è quella di riassumere in poche frasi l'intero complesso religioso che, proprio perché sintetizzato, diventa incomprensibile per i profani che lo spacciano come "misterico". Diventa "misterico" per i profani ciò che, al contrario, è chiaro ed evidente per chi vive quotidianamente quei principi.

 

08 novembre 2023

Il teatro greco di Taormina

E' un'immagine del teatro greco di Taormina.

Un teatro che come base è greca, ma che è stato ricostruito dai romani prima delle distruzioni cristiane. Ricostruito è un teatro tutt'ora in funzione con stagioni teatrali che si ripetono.

I cristiani tentarono di sostituire le rappresentazioni teatrali con le loro rappresentazioni religiose. Riuscirono nell'intento fintanto che la violenza delle armi supportava la loro religione. Poi, a mano a mano che le rivendicazioni sociali limitarono la coercizione religiosa, il teatro e le rappresentazioni teatrali risorsero sia come Tetro antico (per quello che è rimasto) sia con rappresentazioni teatrali attuali che riprendono i modelli delle antiche rappresentazioni teatrali. La violenza può annichilire i bisogni degli uomini, ma i bisogni degli uomini emergono e spingono per essere soddisfatti.

 

08 novembre 2023

Fanno presto i campi di concentramento a trasformarsi in campi di sterminio

Ora il governo italiano costruirà campi di concentramento in Albania. Cambia il nome con cui li chiami, ma la sostanza è la stessa.

Il binomio di "campi di concentramento e sterminio" mi sembra una questione a cui abbiamo già assistito in tempi passati e in tempi attuali nell'assoluta indifferenza delle persone che pensano che i campi di concentramento servano solo agli altri. Si inizia col "campo di concentramento" e poi, quando il "campo di concentramento" permane e ha dei costi si finisce con obbedire all'ordine di Gesù e trasformare gli uomini imprigionati in loglio e infilarli nei forni crematori.

L'Europa sembra abbia smarrito i suoi valori sociali e sta facendo propri i valori dell'assolutismo che privano gli uomini di quei "diritti all'esistenza" che hanno caratterizzato, almeno nominalmente, le Costituzioni Europee occidentali negli ultimi settanta anni.

Il governo dell'Europa, retto da Ursula Gertrud von der Leyen, è riuscito nella dura impresa di distruggere la democrazia, intesa come sistema di diritto delle persone, in nome dell'assolutismo a cui le persone si devono sottomettere.

E' questa Europa che in nome di principi razzisti ha fatto la guerra in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia e ora sta appoggiando il genocidio a Gaza come ha appoggiato il genocidio del popolo palestinese in nome del "grande Israele" e della "razza ebrea".

Le mie sono solo osservazioni di un individuo che guarda impotente le trasformazioni di un mondo che ha visto trasformarsi in quella forma giorno dopo giorno.

Gli uomini dovrebbero pensare alle conseguenze della loro scelte; conseguenze per loro stessi.

Come dissi 25 anni fa: se dai soldi alla Caritas perché aiuti gli abitanti del terzo mondo, la Caritas con quei soldi compra un aereo, per portare aiuti. Gli aiuti che porta sono briciole rispetto al costo dell'aereo, ma quell'aereo può essere usato anche per gettare bombe. E quelle bombe sono la conseguenza dei soldi che hai dato alla Caritas.

Quando tolgono a "loro" il diritto di essere persone, lo possono togliere anche a te. Dipende dai loro interessi.

 

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07 novembre 2023

Parlare e confrontarsi nella Religione Pagana

In giro per l'web vedo molte persone che chiamano sé stesse pagane e che propagandano culti diversi, dagli Etruschi a Cibele, ad eleusi e ad altro.

Tutti hanno il diritto di iniziare da dove credono.

Eppure è necesario uscire dalla forma della rappresentazione per fondare il proprio lavoro sul concetto.

Io posso anche fondare il culto di "Cibele", ma se non formulo che cos'è Cibele nell'insieme del mondo, non posso confrontarmi con altre persone e devo dire, a qualcuno che mi segue, di seguire la forma di "Cibele" che presento e non il concetto di "Cibele" che esprimo e che potrebbe essere criticato, discusso, analizzato ecc. Io non posso mettere in discussione la statua di Cibele, posso solo descrivere il concetto che tu chiami "Cibele". E, alla tua definizione opporre una diversa definizione, oppure posso essere d'accordo con te. Ma l'accordo vs fatto sul concetto, non sulla statua o sull'immagine storica.

 

07 novembre 2023

Le condizioni sociali

Le società vivono una contraddizione fra esigenza di prepararsi per un futuro possibile ed esigenze di soddisfare interessi immediati.

Le persone non sono educate a programmare il futuro possibile, preferiscono l'immediatezza. In fondo, sanno che dovranno morire e questa certezza, unita all'impotenza nell'esistenza in cui vivono, le rende indifferenti ad ogni progetto di futuro.

Eppure, progettare il futuro, dal punto di vista della singola persona, permette di fondare il futuro oltre la morte del corpo fisico.

Solo che quest'idea è stata rubata dalle religioni rivelate, cristianesimo, ebraismo, islamismo e buddismo. Quest'idea di futuro non appartiene più agli uomini, ma appartiene a quell'entità superiore che governa l'uomo, la sua morale, la sua etica, il suo stesso futuro impedendogli di avere un futuro attraverso la speranza di una vita eterna che non si realizzerà e, quando, se, si avrà coscienza della truffa subita, sarò troppo tardi.

 

07 novembre 2023

Spirito e materia

La dualità contrapposta fra "spirito" e "materia" ha sempre caratterizzato la filosofia assolutista ed è stata la base delle religioni che hanno tentato di scalzare le antiche religioni esiodee, omeriche, orfismo, dionisismo ecc.

L'intuizione di un presente che si può scindere in una dualità può essere fatta risalire ai pitagorici e alla loro fissazione per i numeri. Sembra che assegnassero un numero per definire ogni aspetto della vita e dell'esistenza. Così l'uno diventa l'Uno, l'assoluto e via via in una catena di numeri in cui lo spirito viene separato dalla materia e la materia perdeva le sue caratteristiche di soggetto che abita il mondo.

Separare la materia dallo spirito implica separare l'uomo dalla sua dignità. La disgnità della materia viene calpestata e viene esatata la dignità dello spirito he viene sottratto al controllo dell'uomo per diventare un oggetto in sé di cui l'Uno ne ha il controllo e il dominio.

Se i pitagorici con l'Uno avessero indicato sé stessi o, in generale, l'uomo e la donna, non avrebbero elaborrato le teorie sociali del dominio dell'uomo sull'uomo. Il dominio dell'uomo sull'uomo c'è solo nella pretesa di "dare le leggi" alle città. Una pretesa dei Pitagorici e ripresa da Platone come riferimento ai "sette saggi".

Riportare alla Religione Pagana significa riportare all'unità dell'individuo. Quel corpo che abita il mondo e che manifesta quelle esigenze fisiche, psichiche e spirituali che rappresentano l'unità del soggetto. Il soggetto della natura che è l'Uno, noi stessi, l'unico soggetto importante perché senza il "noi stessi" per noi non esiste nemmeno il mondo in cui viviamo.

 

07 novembre 2023

Dai mosaici di Piazza Armerina

E' lo scontro fra Eros e Pan che le guide turistiche illustrano come lo scontro fra il bene e il male. Si tratta della contesa fra Pan, che rappresenta la natura, i corpi viventi, e Eros, che simboleggia l'amore, il sesso, il sentimento.

Si tratta di mosaici del III o IV secolo d.c., il simbolismo sulla dualità fra "corpo" e "spirito" era da molto tempo nel dibattito filosofico.

 

07 novembre 2023

Chi non ha passione, l'attività lo annoia

Cronache pagane: la pagina del giorno

Appare complesso e, apparentemente, noioso parlare di Religione Pagana quando non si tratta di affermazioni brevi, ma si tratta di definire ogni aspetto possibile di quella religione in relazione ad ogni aspetto della vita dell'uomo.

Ed è problematico parlare di religione pagana in un mondo di "lupi feroci" alla ricerca di vittime, pronti a ricattare le persone sfruttando le loro emozioni e i loro sentimenti.

E' difficile armare i propri sentimenti di indifferenza, rimanere impassibili quando qualcuno ti sorride, consapevoli che il suo sorriso nasconde il "pugnale" col quale ti colpirà alla schiena.

La nostra forza è il sentimento religioso, la nostra debolezza è la nostra apertura al mondo da cui arrivano le ferite. Non ci restano che due armi con cui affrontare il mondo: indifferenza e disprezzo nei confronti del mondo. L'equilibrio fra essere aperti al mondo e manifestare indifferenza e disprezzo nei confronti di aspetti del mondo è determinato dal Potere di Essere delle persone.

Intanto continuo a pubblicare le pagine sui domini. Giorno dopo giorno.

 

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06 novembre 2023

Riflessione sulla magia

Piazza Armerina
Mosaico in villa romana

Ogni cosa che noi chiamiamo "magia" ha dei limiti ben precisi e spesso sono circoscritti alla persone e alle sue modificazioni.

Il commercio di operazioni magiche è relegato alla fantasia perché, per essere vendute necessitano di un intervento sull'oggettività.

Io prendo un'aspirina e mi passa il mal di testa. Io sono un oggetto rispetto al soggetto aspirina che agendo su di me mi fa passare il mal di testa. Questa è un'operazione magica? Eppure la formula si può riprodurre in un numero infinito di situazioni umane. Però noi non chiamiamo più questa operazione "magia", la chiamiamo "scienza", perché, una volta scoperto il meccanismo questo è riproducibile. Ovviamente, ciò che a noi sfugge è l'atto magico che si è espresso che è consistito nel modificare la coscienza dello scienziato" o delle "persone coinvolte nella scoperta e nella diffusione del nuovo concetto".

La magia è l'atto di modificazione della coscienza soggettiva prodotta dalla scoperta, non la scoperta dell'effetto farmacologico dell'aspirina.

 

06 novembre 2023

New Age e nazismo

Quanto riporta questo articolo di La Repubblica, io l'ho sempre saputo.

La voglia di liberarsi dalle costrizioni sociali segue due vie. Una via porta a scegliere mezzi, strumenti e istanze che possano modificare la società costruendo delle condizioni diverse nelle quali vivere. L'altra via porta alla necessità dei soggetti di promuovere s'è stessi in una società nella quale si sentono inadeguati. Vorrebbero essere come il Gesù descritto dai cristiani che guarisce i malati, cammina sulle acque, trasforma l'acqua in vino, ecc in modo che tutti lo omaggino e lo venerino per queste sue qualità. Lui è colui che viene dalle nubi con grande potenza. Se questo non succede è perché forze maligne complottano contro di lui. Tutta la scienza medica complotta contro la sua capacità di fare miracoli che non gli viene riconosciuta.

Che la New Age fosse espressione della "destra sociale" è sempre stato chiaro nella contrapposizione dei "maestri new age" e la società dalla quale i "maestri new age" separavano i loro gruppi di seguaci. Si trattava sempre di truffa come nel caso di Sai Baba e altri profeti indiani che hanno spesso, negli USA, il loro terreno di fertile propaganda usato come un trampolino di lancio per l'Europa. Negli USA è facile che questi impostori trovino un terreno fertile. Gli USA non hanno un servizio sanitario nazionale e la maggior parte della popolazione è costretta a ricorrere a guaritori truffatori.

E' una via che sta prendendo anche l'Italia.

Non è un caso che tutto il "movimento del celtismo" sia in realtà un movimento nazista usato da partiti politici come la Lega nord per una legittimazione ideologica del nazismo.

Non è un caso che il movimento New Age sia sempre stato attivo nelle parrocchie cristiane come "riconoscimento dell'amore di Dio" anche, qualche volta, in contrasto con la visione teologica cattolica.

Scrive il giornale La Repubblica:

New Age, complottismo e nazi-hippie

Il movimento spirituale che riunisce discipline olistiche, yoga, reiki, cure ayurvediche, meditazione ora pullula di filotrumpiani, seguaci di QAnon, no vax, estremisti vari. Una metamorfosi che però ha radici antiche

Chiunque frequenti il mondo delle medicine alternative e del wellness, chiunque abbia amicizie nel vasto ambito della New Age che comprende, tra le altre specialità, meditazione, yoga, medicina cinese, reiki, cure olistiche e ayurvediche non può non essersi accorto che molte persone da sempre anti-fasciste, nemiche di ogni razzismo, egalitarie e che, in buona sostanza, si consideravano di sinistra vengono oggi sorprese a leggere giornali di estrema destra o a condividere post di influencer fascisti e complottisti, segnalando così d'essersi trasformate in sostenitrici di movimenti lontanissimi da quella che una volta era la sinistra.

[fonte La Repubblica del 05 novembre 2023]

Ora le persone hanno meno vergogna a pensarsi ispirate da Dio, Dio esse stesse, in quella visione del super-uomo che si identifica con Gesù, Dio onnipotente.

 

06 novembre 2023

Sulla pratica della stregoneria

Pan si confronta con Eros
Piazza Armerina
Mosaico in villa romana

Ho constatato che la pratica di Stregoneria nelle persone si ferma davanti all'impossibilità di manipolare le proprie emozioni e io non intendo agire con pratiche sulle persone.

Pertanto i discorsi di Stregoneria si fermano alla definizione dei percorsi lasciando alle persone le decisioni di cosa usare e che cosa non usare. Una volta esaurito l'argomento della mia esperienza, sono costretto a fermarmi.

La lettura della realtà in cui viviamo si scontra con tensioni emotive di "partigianeria" (probabilmente anche da parte mia). E' difficile progettare una visione collettiva quando carichiamo di emozioni mille sfaccettature dove un aspetto della realtà entra in conflitto con chi aderisce ad una diversa interpretazione. Le ideologie non sono morte, è morta la forma con cui si presentavano ed è rimasto il vuoto nelle persone incapaci, spesso, di comprendere che il "vuoto stesso" è un prodotto di un'ideologia.

La lettura della storia è in sé interpretazione e spesso viene usata come autoidentificazione e celebrazione di propri ideali immaginari. Ci si dimentica spesso che il letame si è spalato con le mani da uomini e donne sconosciuti e che, ancor oggi il letame si spala con le mani e non col computer o l'informatica.

Per quanto riguarda il discorso filosofico, ormai sono passati oltre 13 anni da quando ho ripreso in mano la Teoria della Filosofia Aperta e oggi sono consapevole, al di là dei contenuti che esprimo, che la filosofia che sto praticando, al di là dell'attualità, non è altro che la continuazione di uno scontro ideale fra aleatici e ionici dove uno è legato alla verità della realtà descritta e l'altro alle modificazioni, al tempo, di una realtà in perenne trasformazione.

Sembra facile far comprendere alle persone un "verità in essere" e costruire un gruppo di persone che esprime una loro "verità", ma parlare del tempo e della modificazione continuo del reale, sembra sia il grande ostacolo in cui viene a schiantarsi la comprensione umana.

E, infine ci sono io, con i miei difetti e la convinzione che tutto è importante e nulla è importante perché le trasformazioni della realtà permangono sia che noi ne siamo coscienti o meno; sia che noi le carichiamo di emozioni o meno; sono convinto che l'educazione, quella che va sotto il nome di manipolazione mentale, serva più a portare gli uomini alla sconfitta nella loro esistenza che ad essere cittadini consapevoli.

In questo consiste la mia illusione che mi rende un incapace e un incompetente in una realtà che governa gli uomini sforzandosi di renderli partecipi di un gregge dove il profeta di turno li guida verso una luminosa verità.

 

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05 novembre 2023

Gli Dèi e le catastrofi naturali

Noi pensiamo agli Dèi come il nostro primo pensiero. Questo perché, pensando agli Dèi, noi pensiamo a noi stessi e al nostro essere nel mondo.

Noi parliamo agli Dèi; costruiamo relazioni; li evochiamo per poter agire al meglio nel mondo.

Poi succede che una valanga d'acqua ti travolge la casa, oppure che gli aerei israeliani iniziano a buttarti bombe in testa.

In quel momento non pensi più agli Dèi.

In quel momento pensi solo a risolvere in qualche modo il problema che si è presentato.

Forse che allora noi ignoriamo gli Dèi?

No!

Semplicemente allontaniamo la forma dalla nostra coscienza immediata e, negli sforzi di risolvere la situazione conflittuale che si è manifestata, fermiamo le parole dentro la nostra coscienza permettendo all'intuizione di impossessarsi delle nostre membra per poter affrontare al meglio i disastri che ci travolgono.

Gli Dèi emergono, ma non sono l'oggetto del discutere.

Noi ci facciamo questo o quel Dio mentre affrontiamo le condizioni disastrose che si sono presentate.

Magari veniamo travolti da quelle condizioni. L'acqua non si limita ad invadere la casa, ma ci fa annegare come la bomba non si limita a distruggere, ma ci fa a pezzi.

Nelle condizioni di conflitto vissute dall'uomo gli Dèi si rappresentano come le azioni dell'uomo e come le azioni dei soggetti del mondo nei confronti dell'uomo. I disastri, al di là delle loro cause, ci dicono che noi stiamo sempre combattendo la Guerra di Troia e non ha importanza con quale fazione ci siamo schierati perché spesso non siamo noi a scegliere, ma sono le condizioni oggettive che ci costringono a scegliere.

 

05 novembre 2023

Afghanistan e la condotta della guerra

Riflettendo sull'Afghanistan c'è da dire che c'è un modo diverso da come la guerra in Afghanistan è stata persa dall'URSS o come è stata persa dagli USA.

Nel primo caso la sconfitta dell'URSS fu dovuta al massiccio invio di armi messo in atto dagli USA che hanno rifornito gli integralisti musulmani, Talebani compresi, al fine di far diventare l'Afghanistan un paese integralista musulmano e avere il controllo del commercio dell'oppio. Le armi USA, fornite ai Mujaheddin ["colui/lei che è impegnato/a nel jihad"], hanno reso per l'URSS una "guerra antieconomica" essendosi rifiutata di colpire la popolazione. La sconfitta dell'URSS in Afghanistan fu la sconfitta della società laica e l'imposizione dell'integralismo religioso come regola sociale. I Mujaheddin in occidente divennero una sorta di "eroi nazionali", combattenti per la libertà contro l'invasione sovietica. Poi arrivarono i talebani come normale evoluzione dei mujaheddin.

In questo contesto gli USA decisero di invadere l'Afghanistan, sia per prendere il controllo della produzione dell'oppio sia in funzione antisovietica e anticinese. Gli USA misero insieme una coalizione internazionale che non si fece scrupolo a sterminare la popolazione spingendo sempre più la popolazione Afghana o a emigrare o a simpatizzare per i talebani. Gli italiani non si fecero scrupolo a sparare nella schiena ai bambini. L'odio contro i musulmani era la molla razzista che guidò la coalizione occidentale come in un'ennesima crociata contro i miscredenti musulmani.

Nonostante che Cina e Russia non aiutassero i talebani, i talebani sconfissero la coalizione internazionale guidata dagli USA che scapparono dall'Afghanistan come anni prima erano scappati dal Vietnam.

Furono gli uomini talebani a sconfiggere gli USA non gli armamenti sofisticati che gli USA avevano fornito contro l'URSS. Ormai l'oppio afghano non era più così importante nella gestione del traffico internazionale di droga gestito dagli USA e l'Afghanistan aveva, nel frattempo, perso la sua funzione strategica anticinese.

 

05 novembre 2023

Considerazioni sull'Intelligenza Artificiale

Io non do molto valore a quella che viene chiamata "intelligenza artificiale", ma sta di fatto che davanti ad algoritmi di ricerca soggettivi che prediligono interessi di parte come espressi dagli attuali motori di ricerca, per il momento sta esprimendo una forma di oggettività e di obiettività nella ricerca dati. Ne sto osservando gli effetti ed è uno dei fattori che mi induce a riflettere sull'intenzione di uscire dai social.

 

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04 novembre 2023

In Europa c'è antisemitismo o antiisraelismo?

Con gli ultimi avvenimenti nel Medio Oriente si sente dire che in Europa c'è un'ondata di antisemitismo.

E' bene fare un po' di chiarezza.

E' indubbio che ci siano dei rigurgiti antisemiti da parte di alcune persone che si identificano con il nazismo, ma è bene non confondere queste persone con l'onda di indignazione contro Israele che sta attraversando l'Europa e parte delle Americhe.

Le persone, normalmente, non sanno che cosa sia l'ideologia nazista, nemmeno quando viene espressa da partiti politici che spesso si presentano come "liberali".

Le persone identificano il nazismo con i campi di concentramento e sterminio.

La massa delle persone tende a chiamare nazismo chiunque costruisca campi di detenzione e usa quei campi di detenzione per attività di sterminio, più o meno manifesta, o nascosta da una propaganda politica che distrae l'opinione pubblica.

Ora, che Israele abbia costruito un campo di concetramento chiamato Gaza nel quale si diverte a sterminare gli abitanti, non rende diversa, nelle azioni, ciò che fa Israele agli abitanti di Gaza da ciò che fecero i nazisti agli ebrei, agli zingari e agli oppositori politici.

Noi siamo abituati alla nostra Costituzione che prevede il principio di uguaglianza degli uomini e tale principio prevede anche l'uguaglianza del giudizio alla medesima azione sociale.

Pertanto, l'ondata anti-israeliana che sta avvenendo in Europa è un'ondata di sentimento anti-nazista dove, effettivamente le azioni israeliane vengono percepite come lo specchio delle azioni della Germania nazista.

Ovviamente i palestinesi di Gaza, comunque li chiamiate, si sono ribellati al campo di concentramento imposto da Israele per poterli sterminare. Evadere da un campo di concentramento e di sterminio è un diritto di ogni uomo.

Io tratto filosofia metafisica e se devo dare un giudizio sullo stato fondamentalista ebraico di Israele pongo la mia attenzione sulla filosofia metafisica che caratterizza l'ideologia ebraica che non prescinde dalle migliaia di uomini, donne e bambini sui quali l'esercito israeliano si sta esercitando al tiro a segno.

Chiamate Hamas terroristi. E molto probabilmente avete delle ragioni oggettive per farlo, ma sta di fatto che Gaza è un campo di concentramento e di sterminio. E' come dire che il Dio degli ebrei è legittimato a sterminare gli uomini col diluvio universale perché sono terroristi o ha il diritto di sterminare gli uomini a Sodoma e Gomorra perché sono gay.

Io capisco le necessità della propaganda per il "grande Israele", come capivo la propaganda hitleriana della "grande Germania", ma sarebbe bene riflettere quanto questo tipo di idee possono creare astio nelle persone democratiche dell'Europa. Oppure, si vuole davvero credere che la "razza ariana" o il "popolo eletto" abbiano dei diritti particolari rispetto alle leggi internazionali?

 

04 novembre 2023

Labriola e i problemi dell'educazione scolastica

Il problema pedagogico sull'insegnamento e l'educazione è parte delle riflessioni di Labriola.

Labriola si pone il problema dell'efficacia di un'azione didattica che possa essere utile alla persona che la riceve.

Ciò che si insegna, dice Labriola, non ha in sé nessun criterio di eccellenza che possa, in quanto oggetto di insegnamento, attivare l'educazione nelle persone. La materia insegnata non qualifica la qualità dell'educazione ma, semmai è la qualità dell'educazione che può attivare nella persona la necessità di apprendere quella materia come un proprio bisogno e una propria necessità.

Nel processo educativo, dice Labriola, è necessario trasmettere l'uso che delle materie insegnate se ne può fare. Questo perché solo la necessità d'uso fa nascere nella persona il desiderio e il bisogno di apprendere quella materia.

Scrive Labriola:

Chi voglia fare della didattica una ordinata ed efficace funzione del compito pedagogico, e cansare ad un tempo il pericolo d'impigliarsi in vuote disquisizioni di metodica astratta, dee prima di ogni altra cosa riconoscere, che nelle materie delle diverse scienze e discipline, in quanto vengono considerate come nudo obbietto del sapere e del pensare, non havvi alcun particolare criterio di eccellenza o di pregio educativo. Per ciò la didattica, coordinata come essa è alle altre funzioni del compito pedagogico, non può desumere i criteri della scelta e le norme della trattazione delle materie, dalla natura direi obbiettiva di esse; e deve necessariamente cercare e l'una e l'altra cosa nella ragion dell'uso che delle materie si ha a fare per raggiungere il fine dell'educazione. E consistendo questo nella formazione degli stati dell'animo in cui si preparano di lunga mano i moventi del volere, gli è chiaro che tutte le questioni circa la scelta e l'uso delle materie didattiche trovi la sua norma certa e la sua adeguata espressione nel concetto dell'interesse, come di quella movenza interiore in cui il conoscere e l'operare sono ancora implicati l'uno nell'altro, perché fanno uno nelle apprensioni, nei giudizi e negli apprezzamenti che lo spirito, sotto l'influsso della coltura, viene poco per volta formando dentro di sé come per viva ed ingenita virtù propria.

Tratto da: Antonio Labriola, Tutti gli scritti filosofici e di teoria dell'educazione, Bompiani Editore, 2014, p. 935 e 936

Il meccanismo dell'apprendimento che Labriola individua è, a dir poco, sconcertante nella sua perfezione educativa.

Compito dell'educatore è far nascere il bisogno e la necessità d'uso di quella o altre materie d'insegnamento nella struttura psichica delle persone e, poi, una volta che nelle persone si genera il bisogno, la cultura, come materia insegnata, veicola quel bisogno formando dentro all'individuo una materia culturale viva, ingenita [Che è parte integrante e caratterizzante di una esistenza naturalmente condizionata] fino ad essere fagocitata diventando una propria virtù. Un proprio modo di essere nel mondo.

Labriola capovolge le condizioni attraverso le quali avviene l'insegnamento. Non si deve imporre la materia al ragazzo sperando che dall'imposizione nasca e sorga la passione per quanto imposto, ma, al contrario, prima si fa nascere la passione e in un secondo momento è la passione che genera la necessità dell'apprendimento.

Per Labriola, diventa importante formare innanzi tutto gli stati d'animo dei ragazzi prima di riempirli di nozioni che devono essere imparate "perché serve". Prima la necessità e poi la nozione che acquisita soddisfa la necessità dell'apprendimento.

E ancora scrive di seguito Labriola:

Le operazioni riflesse, ordinate e successive, che si riassumono nel generale concetto dell'educare, sono per la maggior parte rivolte ad influire direttamente su l'animo, cioè a dire, a promuoverne e governarne a un tempo medesimo l'attività; perché in essa si formino così gli stati abituali del conoscere e dell'apprezzare esatto, come i moventi del retto volere. Ma l'azione educativa non comincia ab origine, perché ha innanzi a sé l'animo dell'educando che è già in una certa maniera preformato, così in alcuni primi abiti conoscitivi che riflettono il modo d'intendere e di godere lo spettacolo della vita circostante, come in alcune prime inclinazioni ad apprezzare variamente le forme del convivere sociale, in quanto capaci di destar sentimenti di simpatia e di avversione. Or mentre le esigenze disciplinari vogliono si eserciti su l'animo dell'educando una certa pressione, perché in esso non s'ingenerino di quelle tendenze che possono per avventura presentare ostacolo alla vera e propria azione educativa, questa dal canto suo deve a poco a poco venirsi esplicando in operazioni che dieno certa, sicura e stabile forma alle movenze interiori del conoscere e del simpatizzare. In ciò consiste l'uso delle materie d'istruzione per il fine educativo; uso che non si confonde col semplice addestrare e con l'ammaestrare.

Tratto da: Antonio Labriola, Tutti gli scritti filosofici e di teoria dell'educazione, Bompiani Editore, 2014, p. 935 e 936

Labriola dice che l'attività didattica è fatta di attività che:

"Sono per la maggior parte rivolte ad influire direttamente su l'animo, cioè a dire, a promuoverne e governarne a un tempo medesimo l'attività"

Tutto ciò che attiene ad una materia didattica è fatto per influire sull'animo dell'allievo e, nello stesso tempo, a governare l'attività di promozione della materia nei confronti dell'allievo.

La materia da insegnare è cosa diversa dall'allievo. Si tratta di due oggetti separati e, attraverso il governo dell'attività, si costringe l'allievo a far propria la materia proposta dall'educazione.

Ma l'educando, e questa è l'osservazione di Labriola, non è una tabula rasa, è un individuo che è divenuto trasformandosi per molti anni prima di arrivare davanti all'educatore che gli propone la materia da studiare. L'animo dell'educando si è formato in anni in cui ha tentato di adattarsi alle condizioni ambientali che ha incontrato. Se l'educatore non riesce a far sorgere dall'animo dell'educando il bisogno e la necessità di apprendere quella materia, l'azione dell'educatore è fallita in partenza.

Le esigenze di imporre la disciplina portano l'educatore a mettere in atto una certa violenza nei confronti dell'educando per impedire che nell'educando sorgano tensioni che siano d'ostacolo all'azione di educazione. Quando nell'educando non sorge la necessità del conoscere e una certa simpatia per le materie imposte dall'educatore, tutta l'educazione è fallimentare incontrando nell'educando un rifiuto delle materie imposte che vengono associate alla violenza subita e all'inutilità delle materie proposte.

Si tratta del fallimento dell'istituto scolastico che pretendendo l'omologazione degli educandi a regole standardizzate ha finito per abbassare i livelli educativi finendo per emarginare i ragazzi appassionati in favore di una massa che fa del rifiuto dello studio strategia di esistenza sociale.

 

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03 novembre 2023

Il Governo a favore del cambiamento climatico

Una proposta di legge presentata in Parlamento dalla Lega prevederebbe tre anni di reclusione per i manifestanti che protestano per le modificazioni del clima e contro i disastri climatici.

La proposta di legge, apparentemente, ha lo scopo di impedire manifestazioni che possono fare da cassa di risonanza per la "sinistra"; in realtà ha uno scopo preciso: rendere libera la volontà del loro Dio di distribuire distruzione e benessere a chi voglia.

In sostanza, la proposta di legge ha il solo scopo di rendere i cittadini vittime dei disastri naturali, destinati ad aumentare per le variazioni del clima, sottraendo alla responsabilità sindaci e amministratori per non aver preso provvedimenti di prevenzione e protezione delle attività umane.

Se fosse stata fatta una Legge Finanziaria dal punto di vista Pagano, questa avrebbe provveduto ad accantonare dei fondi, pochi o tanti, in previsione di eventi climatici avversi, ma fatta dal punto di vista cristiano, quella legge non li può prevedere perché gli uomini devono essere sottomessi alla volontà di Dio che, secondo i cristiani, punisce i peccatori e premia i buoni.

Anche se questa logica cristiana non viene più dichiarata pubblicamente, in quanto gli stessi cristiani se ne vergognano, rimane, nei fatti, il metodo con cui gestire la società civili dove i cristiani comandano col crocifisso.

 

03 novembre 2023

Non incolpare il Cielo o la Terra

La Terra guarisce da sola
cercando nuovi e diversi equilibri.

Hai rubato il letto del fiume per costruire la tua casa?
Una tempesta, come mai vista, si riprende il letto e la tua casa.

Hai abbattuto gli alberi perché tutto fosse ordinato
La Terra cambia l'ordine e frana sull'asfalto bagnato di pioggia

Hai messo cemento là dove l'acqua scorreva?
Ora tutto è torrente, un ariete che fonda ogni tua barriera.

Se uomini muoiono per le nuvole del cielo o i tremori della terra
Non incolpare cielo e terra, ma solo chi degli uomini ha il comando

La Terra guarisce da sola
cercando nuovi e diversi equilibri.

 

03 novembre 2023

Informazione e non-informazione

Sull'informazione attuale ci sono parecchi problemi di relazione. L'informazione sembra abbia perso la funzione di fornire elementi che consentano alle persone di costruirsi un loro giudizio sulla realtà nella quale viviamo.

Non si riflette sull'informazione fornita. La si divora se collima con quanto si pensa oppure, al contrario, la si rifiuta in quanto in conflitto con quanto si pensa.

L'educazione ricevuta nell'infanzia diventa la forza discriminatrice fra le informazioni che il mondo ci presenta. In questo modo cessiamo di crescere. Cessiamo di apprendere e fissiamo la nostra conoscenza nell'acquisito infantile quando i neuroni specchio funzionavano a pieno regime e l'infante soggettivava il mondo in cui viveva facendo proprie idee e atteggiamenti che individuava come consoni e funzionali nel mondo in cui avrebbe vissuto.

Scrive Byung-Chul Han in Le non-cose:

Tra le prassi impegnative vi è anche l'indugiare. La percezione che aderisce alle informazioni non dispone di uno sguardo lungo e lento. Le informazioni ci accorciano la vista e il respiro. Impossibile indugiarvi. L'indugiare contemplativo presso le cose, quel guardare senza secondi fini che potrebbe essere la ricetta della felicità, cede il passo alla caccia all'informazione. Oggi corriamo dietro alle informazioni senz'approdare ad alcun sapere. Prendiamo nota di tutto senza imparare a conoscerlo. Viaggiamo ovunque senza fare vera esperienza. Comunichiamo ininterrottamente senza prendere parte a una comunità. Salviamo quantità immani di dati senza far risuonare i ricordi. Accumuliamo amici e follower senza mai incontrare l'Altro. Così le informazioni generano un modo di vivere privo di tenuta e di durata.

Byung-Chul Han, Le non cose, 2022, Giulio Einaudi editore, p 11

E' un dato di fatto. Le persone che vivono la frenesia dei social sono uomini soli, separati dal mondo, privi di quelle relazioni emotive capaci di suscitare loro "emozioni per il conoscere" e finiscono per vivere una ricerca ossessiva per informazioni capaci di legittimare l'arroganza psichica della persistenza nella conoscenza acquisita.

Non ci si ferma a riflettere sulle conseguenze dell'avvenimento che si è sponsorizzato. Si tifa per un "cambiamento", sia sociale, politico o esistenziale, ma non si è riflettuto sulle conseguenze dell'avvenimento. Per questo si vive ignari di conseguenze finendo per essere travolti da un presente che non si è stati in grado di prevedere pur essendo presenti tutti i segnali mentre si stava appassionatamente tifando.

 

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02 novembre 2023

Ideologia assolutista nei provvedimenti della legge finanziaria

La ricostruzione dello Stato fascista passa attraverso la demolizione degli istituti sociali che formano la ricchezza di ogni singolo cittadino della Nazione.

La sanità, gli enti pubblici (scuola, trasporti, servizi al cittadino, ecc.) formano quel patrimonio di ricchezza che caratterizza una nazione. La sanità pubblica è un patrimonio dei cittadini. Se si privatizza, si derubano i cittadini di un loro patrimonio per darlo a dei privati che faranno pagare quei servizi ai cittadini derubati della loro ricchezza. Quando i cittadini si ammaleranno, forse, prenderanno coscienza di quello che a loro è stato sottratto.

Lo stesso vale per il sistema pensionistico su cui il cittadino, il dipendente in particolare, investe l'intera sua vita in funzione di una vecchiaia che si presenterà inevitabilmente. Se si penalizza il sistema pensionistico, il cittadino previdente sottrarrà denaro alla circolazione per poterlo risparmiare e disporne di una parte in vecchiaia. A rimetterci sarà sì le condizioni del cittadino che peggioreranno, ma anche la struttura economica che soffrirà per una minore circolazione del denaro.

Riporto uno schema di alcuni provvedimenti, finalizzati a demolire la ricchezza sociale, espressi dall'attuale governo nella legge finanziaria. Da ricordare che questo governo ha messo in atto provvedimenti per facilitare evasori fiscali sottraendo denaro alla comunità per favorire atti di corruzione e attenuare gli effetti delle sanzioni.

Riporto uno schema fornito dal giornale La repubblica on-line di oggi che riguarda provvedimenti dell'attuale governo contenuti nella finanziaria :

Zero assunzioni e soldi ai privati. Così la manovra penalizza la sanità

Manovra, salta l'incentivo per i farmaci generici

Manovra, sparisce lo "stipendio" per i magistrati onorari

Manovra, prelievi anche nei negozi e dai tabaccai: i controlli antiriciclaggio scatteranno solo oltre i 250 euro

Duemila euro per un medico. Ecco i tagli alle pensioni dei dipendenti pubblici

Cgil: "Taglio fino a 11 mila euro lordi all'anno per le pensioni dei dipendenti pubblici"

Manovra, con l'Iva al 10% oltre 2 mila euro l'anno solo per i prodotti per l'infanzia.

Iva sui pannolini al 22%, la protesta delle famiglie: "Non è vero che il taglio non ha funzionato"

Particolarmente aberrante appare l'aumento dell'IVA sui pannolini e l'aumento per i prodotti dell'infanzia in un momento in cui, questo stesso governo, in più dichiarazioni, ha affermato di voler combattere la denatalità.

Impoverire la società civile, rendendola vulnerabile alle aggressioni che i cittadini subiscono, fa parte del meccanismo di modificazione nell'organizzazione dello Stato e della società in funzione dell'ideologia fascista. Favorire i comportamenti individualistici e punire i cittadini che hanno amore per la società.

 

02 novembre 2023

Riflessione sugli Dèi

Gli Dèi sono composti da forma e natura.

Noi li rappresentiamo mediante la forma. La forma è la mediazione fra ciò che noi siamo, il mondo in cui viviamo e le tensioni che ci portano a riconoscere gli Dèi nel mondo.

La natura degli Dèi è il potere emotivo con cui il mondo comunica alle nostre emozioni e la nostra risposta emotiva la cui insorgenza ci porta a riconoscere gli Dèi e la loro azione.

La rappresentazione è cosa diversa dalla natura degli Dèi. Senza l'esatta definizione della natura degli Dèi, la rappresentazione della forma diventa pura superstizione, quale proiezione del desiderio umano di identificazione con un "super-sé-stesso", con tutte le conseguenze ideologiche e psicologiche che questo comporta.

Per contro, il riconoscimento della natura degli Dèi non è in grado di massificare le persone, trasformarle in massa, perché le infinite sfaccettature dell'immensità del numero delle coscienze, che riconosciamo come divine, è talmente grande che ogni soggetto, ogni individuo, riconoscendo una singola parte di esse, attraverso le sue relazioni emotive, si distingue nella percezione da ogni altro individuo in una specificità che non solo è percezione, ma anche decisione soggettiva nell'agire nel mondo.

 

02 novembre 2023

I problemi sociali non affrontati creano altri problemi sociali

Non penso che ci siano degli studi sui comportamenti dei giovani post adolescenziali.

Si tratta di una generazione nutrita di fantasy che non ha fatto altro che alimentare quel desiderio di onnipotenza soggettiva che si mescola con un timore per l'autorità inquirente con la cui onnipotenza viene identificata.

Una generazione cresciuta con mezzi di comunicazione molto veloci, capaci di afferrare le loro emozioni del soggetto e far dipendere la loro insorgenza emotiva dalla comunicazione di televisione, computer e smartphone. I mezzi non sono separati fra di loro, si completano coinvolgendo l'intera struttura psichica della persona nell'intero arco della giornata.

La persona sa che quelle sono immagini fantastiche, irreali, ma l'insorgenza emotiva costringe i ragazzi a cercare qualche cosa che gli assomigli a quel fantastico nella realtà che vivono anche quando quei mezzi separano i ragazzi dalla loro realtà vissuta conchiudendoli in un mondo virtuale.

Sarebbe interessante conoscere la relazione fra giovani e qualità del disagio sociale in un mondo in cui i giovani stanno diminuendo continuamente.

Secondo l'OMS, tra i 10 ed i 19 anni, un individuo su sette soffre di un disturbo mentale. il 13% di malattia in questa fascia di età. Si parla di depressione, ansia e disturbi comportamentali.

E' giusto domandarci che adulti avremo, ma la risposta sta negli adulti che abbiamo oggi, i problemi che creano, ma, soprattutto l'indifferenza che dimostrano davanti ad un mondo che fa della violenza di una "massa" o di una "Istituzione" contro il singolo regola e norma affinché il singolo si sottometta e non crei problemi.

L'arroganza dei soggetti, imposta dall'educazione, è il primo problema.

Un'arroganza che si fissa con i mezzi di telecomunicazione che non sono usati per esplorare il mondo, ma sono usati per imporre sé stessi nel mondo. Un sé stesso privato dello stupore con cui il viaggiatore assiste alle meraviglie della vita. Un sé stesso che deve dominare anche se solo il vicino di casa a colpi di coltello.

 

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01 novembre 2023

L'esistenzialismo e la morte

La visione esistenzialista della morte, come esposta da Severino con le sue riflessioni su Heidegger, non è un percorso del divenire della trasformazione, cioè della costruzione dell'uomo, ma è, come nel cristianesimo, una sorta di ritorno dell'anima a Dio.

Il linguaggio di Severino non è il linguaggio teologico cattolico, ma il meccanismo per il quale un corpo perviene alla morte è lo stesso meccanismo teologico cristiano.

La realtà, in quanto realtà sia del corpo che del mondo, viene curata in quanto realtà creata di cui un corpo si fa, più o meno, responsabile nei confronti di essa. Non è una realtà in trasformazione, in modificazione, in divenire inteso come trasformazione del presente. Si tratta di un divenire basato sulla permanenza di un presente che si chiude su sé stesso. Come nell'esempio del frutto che diviene in sé stesso fino al marcire, alla morte. Non modifica la qualità della creazione "frutto", ma fa permanere il frutto nella sua realtà fisica fintanto che "non si illumina" attraverso la marcescenza che lo porta nelle dimensione ontologica.

Scrive Severino in Heidegger e la metafisica:

La cura è appunto questo divenire tipico del Dasein. E' necessario allora indagare se e come tale divenire si ponga in una "totalità" (Ganzheit). La morte costituisce appunto il suggello di essa. Pertanto l'indagine sulla morte è esclusivamente in funzione dell'approfondimento della finitezza trascendentale del Dasein [esserci, presenza, esistenza], che si pone come il divenire stesso della cura. Bastano questi cenni per escludere che la morte venga assunta in un'accezione esistentiva [concreto rapporto del singolo esserci al suo essere], e per indicare, all'opposto, che l'ontologicità del divenire esistenziale implica l'ontologicità del suo termine, cioè della morte. Essa è un "fenomeno esistenziale". Il non ancora del divenire esistenziale è determinato dal poter essere dell'esistenza. Ciò che può essere è ciò che non è ancora e quindi diviene. Il divenire mostra il suo senso essenziale nel suo concludersi e cioè nel suo porsi come totalità. L'indagine ontologica della morte prescinde quindi da ogni considerazione oggettiva sulla "morte degli altri": la morte non si presenta, non riguarda il piano ontico [qualificazione di ciò che si riferisce agli enti nella loro concretezza e singolarità (contrapposto a ontologico )]: si presenta il morente. Abbandonare quel tipo di considerazione significa considerare la morte come qualcosa che è assolutamente nostro. La morte è sempre mia; ognuno deve morire la sua morte; nessuno può sostituire la sua morte con quella di un altro. Si entra in tal modo nella zona ontologica del fenomeno. Il non ancora del divenire ontologico non è assimilabile al non ancora di un ente che con l'aggiunta dell'ultima parte diviene quello che deve divenire; oppure di un ente che è già tutto se stesso e che, per esempio, è solo parzialmente illuminato e quando sarà completamente illuminato il non ancora di luce della parte oscura sarà risolto. Il divenire ontologico è piuttosto simile (ma ancora radicalmente diverso) al maturarsi di un frutto, ove la maturazione costituisce la stessa non-maturità del frutto...

Emanuela Severino, Heidegger e la metafisica, Editore Adelphi, 1994, p. 221

Dice Severino:

"Pertanto l'indagine sulla morte è esclusivamente in funzione dell'approfondimento della finitezza trascendentale del Dasein [esserci, presenza, esistenza]"

Indiscutibile, la necessità dell'approfondimento dell'esserci come corpi viventi nel mondo. Arbitrario è cercare una finitezza [compiutezza, perfezione e ancora, limitatezza, incompiutezza] dell'esistenza umana che si rivela, davanti agli occhi dell'esistente, in continua modificazione e trasformazione. Non è un frutto, che dal punto di vista della rappresentazione esterna, nasce e muore attraverso un maturare e un marcire, è un soggetto che si trasforma, cresce dilatandosi in varie direzioni a seconda delle scelte soggettive che mette in atto nella propria esistenza.

Dal punto di vista razionale, la morte non esiste come una finitezza che trascenda il vivere del corpo. E' il vivere del corpo che semplicemente cessa. L'esistenza di un ambiente ontologico, oltre la morte del corpo fisico in cui una parte del corpo trascende, è una possibilità dell'immaginazione, non una realtà da prendere in considerazione; almeno per quanto riguarda la vita fisica e psichica del soggetto.

Dice ancora Severino:

"L'indagine ontologica della morte prescinde quindi da ogni considerazione oggettiva sulla "morte degli altri": la morte non si presenta, non riguarda il piano ontico [qualificazione di ciò che si riferisce agli enti nella loro concretezza e singolarità (contrapposto a ontologico )]: si presenta il morente. "

Non può esistere un'indagine ontologica della morte, semmai una visione desiderante della morte che viene chiamata ontologica perché pensata, immaginata e desiderata, dal soggetto che può morire.

Assistiamo alla morte degli altri; abitiamo la nostra morte.

Assistere alla morte degli altri ci impone un'interpretazione della morte a seconda dei sentimenti che vengono suscitati in noi dalle rappresentazioni con cui il soggetto che muore esprime, esteriormente, il proprio morire.

Noi abitiamo la nostra morte. Abitiamo quella trasformazione emotiva che alimenta quei sentimenti e quelle tensioni che vengono espresse attraverso rappresentazioni con cui la nostra fisicità trasmette quel momento nel mondo.

La morte non è un divenire. Al di là di come si vuole immaginarla, la morte è, semplicemente, la fine del corpo fisico e delle sue trasformazioni.

La morte è "soluzione della vita", il motivo per il quale la vita era. La morte è il trionfo della vita perché tutta la vita fisica tende alla morte del corpo fisico.

Tuttavia, la morte non è la finalità della vita.

Il fine della vita è la vita stessa. Il fine della vita sono le trasformazioni che il soggetto impone a sé stesso, mediante le sue scelte e le sue azioni, modificando il sé stesso nella propria vita.

La domanda che andrebbe posta è: perché il corpo fisico, con quanto lo caratterizza, e che molti vogliono distinguere dalla sua fisicità pur espressa dalla sua fisicità, coscienza, conoscenza, mente, psiche, emozione, sentimento, ecc., si è trasformato, scelta dopo scelta, adattandosi alla sua esistenza e trasformando l'ambiente del suo esistere mediante la trasformazione di sé stesso? Che ruolo ha il desiderio e la forza di trasformazione espressa dai soggetti della natura quando la morte risolve in sé stessa ogni percorso in atto?

Il problema è che la morte non è solo un atto con cui viene messo fine alla vita del corpo fisico. Dobbiamo chiederci se la qualità della vita, messa in atto da un soggetto nel proprio vivere, determina qualche cosa in cui la morte del corpo fisico ha un qualche ruolo.

Questo viene ignorato dagli esistenzialisti che preferiscono la visione ontologica della morte come ritorno a Dio (sia che venga espresso direttamente o che venga lasciato nel rumore di fondo delle loro riflessioni).

 

01 novembre 2023

Stato e ambiente

Se uno Stato decide che i manifestanti in difesa dell'ambiente solo i nemici, significa che quello Stato fa delle catastrofi naturali un modo per controllare e gestire i cittadini.

La catastrofe assume il valore di "legittimità giuridica" mentre, al contrario, la denuncia di possibili catastrofi si configura come un delitto da perseguire a norma di legge.

In questo modo, dal punto di vista morale, lo Stato si rende responsabile di ogni catastrofe ambientale e delle sue conseguenze.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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