Quando si trovano le mani nel sogno si inizia a dare forma e attenzione ad aspetti diversi di persone e luoghi.
Le persone che frequentano i nostri sogni non sono come noi le conosciamo durante il giorno e quando riconosciamo luoghi o città, non sono né come sono né come noi le ricordavamo. Questo perché nel sognare l'insieme delle immagini sono le "resistenze" della nostra ragione. Spostare la nostra attenzione dalle immagini alle sensazioni che stiamo vivendo nel sogno, è il passo più importante per bloccare la dittatura della ragione.
In un precedente dibattito dissi che il pensiero astratto è l'unica attività della ragione capace di alimentare e costruire il corpo luminoso dell'individuo. Spostare nel sogno l'attenzione dalle immagini alle sensazioni permette all'intuizione di emergere diventando funzionale alla struttura emotiva dell'individuo. Diventando protagonista nella formazione della sua coscienza.
Il tipo di intuizione, legato alle sensazioni che coinvolgono le nostre emozioni in assenza di descrizioni o di immagini che inizia con la consapevolezza di sognare, esprime la necessità di "avere un punto d'appoggio": trovarsi le mani. Mentre si ha la sensazione di fluttuare nel buio: sono gli Dèi dentro di noi che tentano di uscire dal Tartaro che è dentro di noi e legarsi agli stessi Dèi fuori di noi. Dentro di noi ci sono framenti di ogni divinità che concorre a formare noi e il mondo in cui viviamo. E' come se dentro di noi ci fosse una cellula di Ade, Ares, Apllo, Venere, Diana, Minerva, ecc. e questa cellula, attivata dal nostro sognare, chiamasse il corpo e la coscienza di quel Dio fuori di noi affinché sorregga i nostri progetti.
Che succede?
Le forze dentro di noi si sono presentate, sia pure come possibilità, alla nostra coscienza.
In quel sognare ci circonda il buio, abbiamo l'esigenza razionale di trovarci le mani (quando va bene le vediamo sotto forma di nebbia che, per i Neoplatonici, si tratta di Melinoe, figlia di Persefone e Plutone. Il fantasma delle cose che alimenta i coraggiosi e fa fuggire i pavidi), ma non siamo in grado di fare nulla se non percepire lo sforzo di alzare le mani davanti al viso.
Gli Dèi dentro di noi si sono presentati alla nostra coscienza, ma noi non sappiamo che farcene. Vivevamo prima e viviamo anche adesso. Vivevamo per sfida prima e viviamo per sfida anche adesso. Solo che nel sognare siamo noi stessi in noi stessi. Gli Dèi si presentano, ma non agiscono.
E così deve essere.
Gli Dèi agiscono quando noi agiamo, ma per consentire loro di agire quando noi agiamo è necessario aprire noi stessi e permettere loro di fondersi con la nostra coscienza.
In questo momento diciamo che "gli Dèi dentro di noi si sono svegliati" (o, se preferite, si sono svegliate delle consapevolezze interiori diverse), e attraverso gli Dèi noi abbiamo riconosciuto noi stessi diversi da loro. Il buio che vediamo in quel sognare è quello che vediamo attraverso i loro occhi in quanto, gli Dèi che abbiamo dentro, non vedono la forma degli oggetti se non attraverso i miei occhi e la descrizione della mia ragione.
Gli Dèi si esprimono attraverso le azioni, attraverso la mia "VOLONTA' D'AGIRE".
Il vivere per sfida non è più lo stesso anche se gli intenti dell'individuo possono essere simili. Si è costruito un ponte fra le azioni che mettiamo in campo e gli Dèi che dentro di noi ci sollecitano ad agire affinché noi li esprimiamo nelle nostre azioni. Si è costruito un ponte fra gli Dèi che abbiamo svegliato dentro di noi e la necessità d'azione affinché questi Dèi si esprimano.
Si è creato un ponte fra gli Dèi dentro di noi e gli stessi Dèi che si esprimono nel mondo attraverso gli Esseri che noi riconosciamo nella loro forma.
Gli Dèi dentro di me mi spingono ad agire nel mio quotidiano; la mia azione chiama gli Dèi nell'oggettività affinché nutrano di energia gli Dèi che esprimo dentro di me (in ultima analisi, me stesso!); nello stesso tempo gli Dèi si nutrono della consapevolezza che il mio "esprimerli" all'interno delle azioni costruisce.
C'è un pezzo di Venere in ognuno degli Esseri dell'universo, la consapevolezza di Venere è costruita da ogni manifestazione del dio ad opera di ogni Essere. Quando questo dio si sveglia (diventa consapevolezza nelle azioni dell'individuo) dentro un Essere, lo stesso dio, nell'oggettività, altro non fa che nutrire il sé stesso espresso da quell'individuo o quell'Essere. Vivendo con passione, con impegno, prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, l'individuo esprime un dio dopo l'altro diventando, esso stesso, di volta in volta, questo o quel dio.
Questa è la trasformazione alchemica degli individui.
Scritto per il dibattito pubblico del luglio o settembre 2002
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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