Chi inizia a praticare la sospensione del giudizio farà inizialmente molti sforzi per non emettere alcun giudizio. Dirà a sé stesso: "un attimo, osserva meglio; un attimo, ascolta più attentamente; un attimo, cerco di capire meglio!"
Inizialmente vedremo queste persone come se si fermassero. In realtà, all'inizio, non stanno sospendendo il giudizio, ma l'azione. Sono intimamente convinte che l'azione derivi dal giudizio, mentre, invece la ragione li ha ingannati in quanto il giudizio è la necessità della ragione di spiegare l'azione e le sue necessità. Nel mondo della ragione è comunque un bene che l'azione sia frenata.
La prima cosa che si manifesta nella persona è una maggiore capacità di ascoltare e una maggiore capacità di osservare. Ascoltare ed osservare le emozioni degli oggetti che ci stanno davanti. Questa maggiore capacità di ascoltare e osservare è il riflesso di una quantità di energia che noi liberiamo bloccata dalla ragione sperando che noi emettiamo presto il giudizio.
"Non ho dato il giudizi subito, ma ho aspettato un po'!"
Mi è apparsa la madonna, non ho detto. "E' la Maria, la madre di dio!" Ho aspettato un attimo attendendo qualche altro fenomeno mentre per le emozioni il cuore mi saltava in gola. Quando il nuovo fenomeno è arrivato ho liberato le mie emozioni emettendo il giudizio: "E' la Maria: mia suocera!"
Noi praticheremo sempre l'attività di fermare per un attimo il giudizio prima di emetterlo liberando progressivamente energia interiore e aumentando l'attenzione nei confronti dei fenomeni percepiti. Lo facciamo sia nella pratica di sospendere il dialogo interno che nella pratica dello scetticismo. Noi possiamo parlare di sospendere il giudizio perché ricordiamo i nostri sforzi: "Gli volevo tirare uno schiaffo, mi sono trattenuto per capire meglio, la mano mi prudeva, ho capito un po' di più e gli ho tirato un calcio sui coglioni!" Noi non abbiamo sospeso il giudizio, lo abbiamo soltanto spostato un po' più in là.
Ci è utile spostare più in là il nostro giudizio! Le nostre azioni appaiono più ponderate, più giustificate, più sagge. Sembra che noi siamo più riflessivi. Peccato per qualcuno che osserva, ma dentro di noi c'è un vortice emotivo scatenato che un tempo acquietavamo mentre sparavamo un giudizio dietro l'altro, un'opinione dietro l'altra, mentre ora prima di essere acquietato l'energia emotiva si accumula.
E dove si scarica quella tensione emotiva trattenuta dal non giudizio?
Attraverso l'attività sessuale.
Attraverso l'attività intellettuale.
Si tratta di altrettanti giudizi che ci consentono di operare ulteriori sospensioni, per arrivare ad esprimersi iin aspetti del mondo che esulano dalla ragione e che, pertanto, per lei non esistono.
L'attività di sospendere il giudizio della ragione è la nostra possibilità di liberare energia imprigionata dalla ragione ed agire sul mondo attraverso aspetti del mondo che per la ragione non esistono.
Inizialmente, uno dei nostri problemi, è che la ragione cessa di ricordare cosa è accaduto fra quando hai bloccato il giudizio e quando hai ripreso ad emetterlo. Ad esempio, nel sognare, ad un certo grado di sviluppo, si ricorda soltanto ciò che si può descrivere e alcune sensazioni che si traducono in déjà-vù.
Cosa abbiamo fatto fra un giudizio e l'altro?
Cosa abbiamo osservato? Anche osservare era un giudizio, ma quanto di noi stessi era in quel giudizio?
Abbiamo ascoltato? Anche ascoltare è un giudizio, quanto di noi stessi era in quel giudizio?
C'è un tempo della sospensione del giudizio che noi non ricordiamo. Ci sono piani d'azione del mondo presente sui quali agiamo e che ricordiamo, quando ricordiamo, come un sogno, come ricordi (anche di vite passate), ma soprattutto come sviluppo del nostro giudizio.
La sospensione del giudizio porta allo sviluppo, su molti piani, del nostro giudizio. Ci porta ad agire sul mondo senza agire. Agire all'interno del mondo senza agire nel mondo della forma e della ragione. Poi, la ragione, parla di fortuna o di sfortuna.
Alcuni direbbero che si agisce sul "lato sottile del mondo", in realtà noi siamo solo dei filamenti di energia che si muovono attraverso le trasformazioni. Filamenti che interferiscono con altri filamenti e che non sono sufficientemente solidi da garantirsi una continuità. Quando sospendiamo il giudizio, tessiamo un po' di energia senza dover spostare quintali di materia o provocare situazioni conflittuali.
Agiamo nel mondo senza agire nel mondo! Si provocano delle situazioni senza muoverci. Si intuiscono delle situazioni fuori dal quotidiano della ragione.
CAVOLO, CHE POTERE!
Peccato solo che le rappresentazioni della ragione non siano reali.
Tutto quello che noi consideriamo morale, non esiste.
Tutto quello che sono le nostre aspettative per i nostri bisogni fisiologici, non esistono.
Tutto quello che attiene al sistema sociale umano, non esiste.
Tutto quello che attiene all'idea che noi abbiamo del mondo e della natura, non esiste.
E per arrivare in quei mondi abbiamo sospeso il giudizio. Il che significa che siamo giunti in quel mondo ed agiamo in quel mondo:
1) Senza una morale e, pertanto, senza nessun obbiettivo morale;
2) Senza bisogni fisiologici e pertanto senza obbiettivi fisiologici;
3) Senza intenti relativi al sistema sociale umano come noi lo pensiamo e lo descriviamo;
4) Senza intenti relativi alla natura come noi la pensiamo e la descriviamo;
E allora. che cavolo ci andiamo a fare?
non posso vincer al superenalotto, nonostante ci provi.
C'è un elemento comune in tutti i mondi, ed è NOI STESSI. E in tutti i modi con cui percepiamo il mondo, cioè in tutti i mondi, noi rappresentiamo, in maniera diversa, la nostra necessità di espansione. Il togliere ostacoli alla nostra vita. In qualsiasi mondo io agisco, agisco solo per risolver questa necessità.
E' vero, io non divento padrone del sistema sociale agendo nel mondo dei filamenti di energia, perché la "voglia" di diventare padroni del sistema sociale rimane nel mondo della ragione.
In quel mondo si rappresentano in maniera diversa gli ostacoli che io ho nel mondo del quotidiano, sia della Natura che del sistema sociale. Pertanto la mia azione nei filamenti è si guidata dalla necessità di rimuovere gli ostacoli, ma cosa implica l'azione nei filamenti sulle mie relazioni nella natura o nelle mie relazioni sociali: questo non lo posso sapere.
So che rimuovo degli ostacoli, so che metto in atto delle azioni che avranno delle ripercussioni nel futuro, ma non so come questa rimozione o le azioni si rappresenteranno nel mondo quotidiano.
Però io espando la mia vita. Espando la vita nel sistema sociale, ma non ho elementi per descrivere come questo succederà. Questo vale per mote situazioni che avvengono in molti mondi della percezione, come ad esempio, per quanto riguarda gli scontri fra Arlecchino e i benandanti.
A me chi melo fa fare di agire in mondi strani quando la necessità che rappresento (la necessità d espansione) è uguale sia nel mondo della ragione che in altri mondi e, pertanto, la compattazione della mia energia avviene comunque?
Nel mondo quotidiano la necessità di espansione di sé stessi implica spesso annientamento di altre coscienze che rappresentano la loro necessità di espansione. Nei mondi della percezione non tocco le Coscienze di sé direttamente, ma agisco sulle "condizioni oggettive" per riuscire ad ottenere il risultato. Che poi le condizioni oggettive possano determinare annientamento, questo dipende dalle scelte di chi viene annientato in relazione all'oggettività nella quale vive. Se ti fai la casa alle falde di un vulcano o in riva ad un torrente, devi sapere che il vulcano potrebbe eruttare e il torrente esondare.
Per quanto riguarda l'annientamento nella realtà della ragione è da osservare che quando si mangia un coniglio, o una pianta di insalata, si tronca quel filamento. Spesso è necessario troncare dei filamenti per espandere sé stessi.
Qui il discorso andrebbe troncato, ma ci sono due note da sottolineare:
1) indovinate su che cosa agiscono quegli Esseri che trasformano gli Esseri Umani in bestiame che produce energia vitale stagnata e che rappresenta il loro cibo?
2) Indovinate che cos'è il Tartaro, l'olimpo e ogni altra residenza degli Dèi!
C'è un momento in cui sospenderemo definitivamente il giudizio come lo intendiamo ora: ed è alla morte del corpo fisico.
La sospensione del giudizio coltivata dall'individuo per accedere a descrizioni diverse del mondo in cui vive, diventa lo "spazio" d'azione soggettiva in mondi diversi, afferrano fenomeni diversi, aspetti diversi ed inusuali dei medesimi fenomeni, ma comunque agendo sempre in questo quotidiano.
Si agisce senza agire sospendendo il giudizio e spesso non sapendo che si è agito o perché si è agito
Spesso le persone lo fanno senza accorgersene o essere consapevoli di farlo. Noi, che pratichiamo Stregoneria, facciamo in modo di mettere questa potenzialità al nostro servizio. Emozioni, filamenti, trasformazioni, tensioni, percezione allucinatoria; esistono comunque, sia che noi ci modifichiamo per usarle, sia che ne subiamo passivamente in situazioni contingenti. A noi interessa metterli al nostro servizio.
Ricordate i dibattiti all'interno dell'Essere Natura? Sì è lavorato per impedire alla ragione di essere padrona della persona; si è lavorato per metterla al nostro servizio. Così è noi stato quando abbiamo parlato del Sistema Sociale umano, abbiamo lavorato affinché la nostra ragione non fosse preda di chi ha bisogno di trasformare gli uomini in bestiame del gregge. Così anche il mondo, quando lo descriviamo in maniera diversa, in percezione alterata, dobbiamo metterlo al nostro servizio. La sospensione del giudizio, permette questo consentendo alla nostra volontà di agire. Mettere i mondi al nostro servizio, non significa al servizio della ragione. Né a quanto la ragione ritiene importante. Significa metterli al servizio degli intenti della vita. Di noi stessi quale necessità di crescita e di trasformazione.
In sintesi:
La sospensione del giudizio apre all'intuizione. L'intuizione è lo strumento per trasferire la struttura emozionale nell'azione. Per intervenire nel mondo quotidiano il corpo luminoso si appropria, attraverso la sua volontà d'esistenza, della nostra intuizione. La alimenta e la mette al nostro servizio. Nostro inteso come noi stessi, non come il noi stessi rappresentato dalla nostra ragione e dai suoi desideri.
La sospensione del giudizio è il corrispondente del sognare.
Se nel sognare la ragione è spaesata e folle (nelle sue immagini e nelle sue descrizioni) vivendo situazioni per lei assurde; nella sospensione del giudizio il corpo luminoso vive lo stesso sbigottimento e la stessa follia.
Come la ragione reagisce nel sogno tentando di descrivere le sensazioni vissute trasformandole in immagini, così il corpo luminoso reagisce al quotidiano della ragione che considera una follia con l'intuizione che emerge tanto più prepotentemente quanto maggiormente è stato sospeso il giudizio della ragione.
Cerco la sospensione del giudizio bloccando la ragione finché la sospensione del giudizio si presenta, anche spontaneamente nell'azione, per consentirmi di agire in maniera diversa in risposta alle mie necessità che non sono quelle della ragione, ma quelle della mia esistenza che ha interessi in tutti i mondi in cui la mia percezione può giungere.
E se non avete sufficiente disciplina in tutti gli ambiti della quotidianità, non sarete in grado di reggere l'urto emotivo che deriva dalla sospensione del giudizio.
Dibattito tenuto il 14 aprile 2002 a Radio Gamma5
Finito di caricare in computer il 30 aprile 2007
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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