Ascoltare il mondo attorno a noi
Perché superare le ossessioni?
Ci sono persone che affermano di vivere bene nelle loro ossessioni.
Sono separate dal mondo, vivono su sé stesse, ma condizioni esistenziali particolari hano consentito loro di ritagliarsi la loro nicchia in attesa della morte del loro corpo fisico.
Si verifica la situazione per cui le persone ricche o fortemente benestanti hanno il denaro per comperarsi quanto può sodisfare le loro ossessioni. Fintanto che hano denaro e fintanto che quanto acquistano può soddisfare le loro ossessioni non hanno motivo di affrontare il dolore psico-emotivo che comporta il superamento dell'ossessione.
Il problema nasce quando per soddisfare i nostri bisogni e i nostri desideri non siamo in grado di usare il denaro, ma dobbiamo pagare la relazione con noi stessi. In quel caso l'ossessione diventa un impedimento a costruire la relazione.
Un po' come il cristiano integralista ossessionato dalle sue regole morali che tenta di avere una relazione sessuale con una donna di un'altra religione (buddista, ad esempio). All'inizio la grande eccitazione sessuale gli fa superare le necessità ossessive. Nel momento stesso in cui la relazione inizia a normalizzarsi, l'ossessione tende a prendere il sopravvento ed egli deve costringere quella donna nella sua ossessione religiosa finendo per distruggere la relazione che aveva iniziato.
Per aprirsi al mondo è necessario superare le idee ossessive. Chi adora Gesù, la sua ossessione costruisce la relazione con Gesù, è separato dal mondo perché l'ossessione lo ha "elevato" rispetto alla "miseria" del mondo che appare ai suoi occhi.
Come si superano le ossessioni?
A noi non interessa l'ossessione come patologia, ma ci interessa individuare l'ossessione come blocco della capacità dell'Essere Umano di ASCOLTARE IL MONDO ATTORNO A NOI e come effetto dell'attività coercitiva che l'individuo ha subito e che gli impedisce di manifestare le sue determinazioni nel mondo.
L'Ossessione, per continuare a svolgere il proprio ruolo, deve accentrare su sé stessa l'attenzione dell'individuo che la alimenta di energia (e la rinnova) ogni volta che la evoca.
L'ossessione tende a sparire quando l'attenzione del soggetto e la sua energia è attratta da altri interessi: interessi che eccitano le sue emozioni.
Sia le idee ossessive che le attività compulsive costituiscono una barriera fra l'intuire soggettivo e i fenomeni che dal mondo arrivano.
Le idee ossessive e le compulsioni sono oggetti nei quali si esaurisce l'energia dell'individuo sottraendola alla sua attività di Ascoltare il Mondo attorno a noi. Impegnandoci a mettere attenzione sul mondo e i suoi messaggi non facciamo altro che spostare una parte dell'energia dall'idea ossessiva e dalle compulsioni all'ascolto del mondo. Dal momento che l'eccitazione prodotta dalla scoperta del mondo come Essere Vivente e generatore di fenomeni attiva le nostre emozioni finiamo per svuotare l'idea ossessiva dell'energia che la alimenta per concentrarla sull'Ascoltare il mondo.
Quando l'individuo lavora per bloccare il dialogo interno sottrae attenzione ed energia all'ossessione che col dialogo interno si alimenta. Stesso discorso nella pratica del Vivere per Sfida. Quando il soggetto eccita le proprie emozioni le idee ossessive tendono a retrocedere.
Però, mentre il dialogo interno è comunque utile alla vita dell'individuo e dopo averlo sospeso l'individuo lo riprende, l'ossessione diminuisce spostando una parte dell'energia che la alimenta sull'ASCOLTARE IL MONDO ATTORNO A NOI (i nuovi o i rinnovati interessi dell'individuo) rinnovando o liberando i collegamenti fra la corteccia cerebrale (controllo, giudizio) con la parte più antica del cervello (cervello antico - cervello interno) sede dell'intuito, del sentire, della percezione non verbale e dell'emotività.
Si chiama: prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita. Ciò che è stato bloccato dall'esterno (o modellato dall'esterno socio-ambientale attraverso il condizionamento educazionale) è liberato o modificato dall'interno attraverso l'uso della volontà dell'individuo.
Noi abbiamo bloccato il dialogo interno, dunque stiamo tentando di bloccare anche il proiettare le nostre aspettative aprioristiche sul mondo. Quando faccio un'azione nel mondo in cui vivo al fine di ottenere delle risposte da questo, organizzo la mia azione partendo dai fenomeni che giungono dal mondo. I fenomeni possono essere usati per quello che sono, per quello che io riesco a comprendere di ciò che sono (una parte o un aspetto) o per quello che io voglio che siano. Nel primo caso io comprendo il fenomeno nella sua realtà, nel secondo caso comprendo alcune realtà del fenomeno, nel terzo caso sostituisco la mia immaginazione al fenomeno e alla sua interpretazione.
Penso che sia superfluo descrivere come la nostra azione sia diversa a seconda di come noi ci poniamo davanti al fenomeno.
Il distacco dalle nostre aspettative nell'interpretazione di un fenomeno porta ad una trasformazione continua.
Un distacco che si costruisce progressivamente attraverso un processo di trasformazione dell'individuo nella sua attività pratica quando sperimenta le incongruenze del suo giudizio relativo al fenomeno quando questo giudizio non gli consente di organizzarsi in modo utile.
Il ragionamento non è in grado di cambiare il nostro giudizio su un fenomeno; specialmente in campo sociale.
Per passare da quanto si immagina di un fenomeno a leggere alcuni aspetti della realtà del fenomeno è necessario che venga eccitata o coinvolta la nostra struttura emozionale. SOLO DOPO INTERVIENE IL RAGIONAMENTO LOGICO E LA RAGIONE PER RIMODELLARE LA DESCRIZIONE DEL FENOMENO.
La sperimentazione, parte del Vivere per Sfida dell'individuo, è in grado di cambiare il giudizio su un fenomeno con tanta più efficacia quanto più la struttura emotiva è coinvolta.
Quando un fenomeno giunge, noi lo inseriamo nella nostra strategia come siamo in grado di farlo. Quando la nostra strategia fallisce siamo costretti a sospendere il respiro: blocchiamo le emozioni. Davanti a quel fenomeno o noi ci ritiriamo (ne affermiamo la non esistenza o la non validità) o riconsideriamo il fenomeno e la sua collocazione all'interno della nostra strategia esistenziale.
Quando riprendiamo il respiro (a riversare le nostre emozioni) la ragione, attraverso la sua logica ricolloca il fenomeno in maniera diversa all'interno della nostra descrizione e, per conseguenza, nella nostra strategia esistenziale.
La ragione ricolloca il fenomeno in base a quanta intuizione emozionale noi siamo riusciti a riversare nella ragione. I tempi attraverso i quali la ragione ricolloca la nuova intuizione nel proprio descritto dipendono dalle necessità della ragione di salvaguardare sé stessa dalle incongruenze del proprio descritto e dall'impellenza della ragione di continuare a determinare le attività dell'individuo.
Per alcune trasformazioni profonde servono anni e a volte eventi drammatici che coinvolgono violentemente la nostra vita: le nostre emozioni sono scosse in maniera violenta.
trascritto 09.01.2004 a Marghera Mantenuto il testo del ciclo del 2001/2002
Ascoltare il mondo attorno a noi
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Cod. ISBN 9788891170897
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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