L'uomo, attraverso la ragione, può scegliere se vivere come Essere della Natura e continuare il processo di evoluzione della specie o se separarsi dalla Natura in un "delirio patologico" che lo pone al di fuori di essa.
La scelta è fra vivere o non vivere. La scelta è sempre fra vivere o suicidarsi. La tendenza al suicidio o la strategia del lemming è la costante che attraversa l'uomo che non sceglie e non affronta i problemi della propria esistenza. Il suicidio è la scelta di chi si rinchiude in una patologia delirante. Il suicidio è la scelta di chi si mette in ginocchio davanti ad un Dio padrone e ne invoca la provvidenza. La speranza dell'intervento esterno è l'attesa del suicida.
La tendenza al suicidio è rivelata dalle azioni autodistruttive delle persone. Le persone che pregano un Dio padrone che manifestano la speranza nei miracoli o in una provvidenza esterna, sono persone che stanno manifestando tendenze suicide. Queste tendenze possono essere mascherate da potere di possesso o dalla violenza di relazioni istituzionali. La violenza sugli altri maschera la violenza a sé stessi e la propria disperazione esistenziale. Per fermare la violenza di possesso e di dominio è necessario fermare la disperazione esistenziale.
La società in cui viviamo non ha mai posto al centro dell'attenzione la questione dell'infanzia finendo per considerare i bambini animali da allevamento che possono essere impunemente costretti in ginocchio davanti ad un Dio padrone e privati degli strumenti con cui affrontare le esigenze della loro società. Ne consegue che quei bambini veicolano nella società gli strumenti psico-emotivi che la specie ha forgiato vivendo nella Natura per centinaia di milioni di anni e che la società, anziché veicolarli in modo opportuno per arricchire le relazioni umane, combatte come nemici pericolosi finendo per trasformare i suoi figli in disperati e emarginati sociali.
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Claudio Simeoni
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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