Cosa contraddice il delirio di onnipotenza della ragione?

Il fatto che noi siamo divenuti come Esseri della Natura. Per evoluzione, sedimentazione e diversificazione delle specie. Al fine di favorire la trasformazione dell'energia vitale da inconsapevole a consapevole le specie della natura si sono diversificate nel tempo e si sono ingigantite nello spazio. Noi abbiamo sempre la sensazione di far parte di un tutto dal quale ci sembra di essere esclusi. Questo tutto è la Natura nel suo insieme.

La ragione vive con angoscia la separazione dal tutto in cui è germinata.

La ragione elabora un "tutto" immaginario per giustificare sé separata dal mondo.

La ragione vive un desiderio nostalgico. Separata dal "tutto emotivo" che non può né dominare, né comandare, sente il peso dell'esilio e cosí si costruisce un mondo virtuale, immaginario, che lei può descrivere mediante la forma e gli aggettivi e nel quale essa si sente signora e padrona.

La ragione vorrebbe comprendere il mondo mentre, al contrario, la ragione è compresa nel mondo come strumento sviluppato dall'uomo per poter descrivere alcune relazioni fra sé e il mondo in cui vive.

Il tutto, di cui spesso sentiamo la mancanza o il desiderio nostalgico, altro non è che la Natura nel suo insieme. La ragione, per riafermare il suo dominio, trasferisce la sensazione nostalgica su un ente immaginato ed estraneo alla vita e alla Natura. Lo chiama "Dio" o "assoluto" e con esso si identifica.

E' facile, oggi, affermare che noi abbiamo lo stesso DNA della mosca, del topo, della tigre o dell'albero. Eppure abbiamo lo stesso antenato, manipoliamo la stessa energia vitale, manifestiamo lo stesso Intento, Fanes, che emerse dagli albori del tempo nel Big Bang. Come tutti gli Esseri della Natura, noi viviamo e moriamo. Come tutti gli Esseri della Natura abbiamo la possibilià di costruire il corpo luminoso che cresce dentro di noi.