Menzogna e bugia come giudizio di necessità

Il giudizio di necessità nella metafisica della Stregoneria - Seconda parte (di 3)

di Claudio Simeoni

Il giudizio di necessità

 

Nel discorso relativo al Giudizio di Necessità entriamo nel mondo sociale con la verifica di quel comportamento che comunemente viene definito come Menzogna.

Menzogna, mentire, giudizi ingannatori o semplicemente bugia.

Il giudizio che noi diamo sulla menzogna altro non è che un'imposizione educazionale relativa ai bisogni espressi dal Comando Sociale. Il Comando Sociale, qualunque sia il suo ruolo, non tollera il mentire delle persone sottomesse, perché il mentire gli impedisce di gestire al meglio il suo potere, ma, d'altro canto, il Comando Sociale fa' della menzogna e dell'inganno uno degli strumenti attraverso i quali gestire il Sistema Sociale. Molti aspetti di questa menzogna vanno sotto il nome di "diplomazia"!

Il mentire è normale per la ragione dove, la prima menzogna della ragione, consiste nell'affermazione di una verità. Un modello immaginato a cui tutto l'individuo deve riferirsi. Il meccanismo, poi, si estende. La ragione dell'individuo socialmente più forte impone la verità immaginata dalla propria ragione a tutte le ragioni degli individui del Sistema Sociale. A tutte le ragioni sottomesse.

Finché la ragione del Wojtyla del tempo non dichiarò che le donne, chiamate Streghe, esistevano in quella forma e andavano bruciate, nessuno osava bruciarle.

Senza il concetto di una verità dichiarata, non esiste il concetto di menzogna. E' necessario conoscere la violazione della dignità umana per rivendicare i diritti sociali a tutela della dignità umana. Se non si conosce e non si denuncia ciò che è distruttivo per la vita non si può nemmeno individuare gli ostacoli che vanno rimossi e la direzione in cui rimuoverli per favorire lo sviluppo della vita stessa.

Dal momento che la verità non esiste, sia come oggetto in sé che come giudizio di un individuo, non esiste nemmeno un concetto oggettivo o obbiettivo di menzogna.

Nel Sistema Sociale, sia pur con altri mezzi, si trasferisce il gioco dell'inquisitore cattolico.

L'inquisitore dice alla Strega: "Io so qual è la verità della tua pratica e ti torturo fintanto che tu non mi confermi quanto io dico che tu fai!" La verità è quanto l'inquisitore afferma e la Strega deve solo confermarla! Dopo di che sarà bruciata. Questo gioco, sia pur con mezzi diversi si trasferisce nelle modalità delle relazioni sociali: "Dimmi la verità!" Dice la madre minacciosa al figlio. Una verità che già immagina e guarda con disprezzo il figlio quando, quanto dice, non conferma la sua immaginazione.

Il concetto di menzogna o di bugia esiste solo in relazione ad un individuo che si fa' giudice. Un individuo che si erge ad immagine e somiglianza del dio padrone, garante di una verità oggettiva e socialmente da accettare.

Il concetto di menzogna, in Stregoneria, non esiste, perché non esiste il concetto di verità.

La menzogna è definita come: "... occultamento o una falsa riproduzione di fatti allo scopo di creare situazioni vantaggiose, di evitare situazioni difficili, di non recare danno a sé o agli altri."

Appare evidente come, in questa definizione, la menzogna assume una connotazione negativa nei confronti di chi la manifesta come se la sua pratica non fosse una condizione naturale.

Come ci si difende da chi usa sistematicamente la menzogna?

La menzogna è formulata mediante le parole. Le parole, manifestate dall'individuo, aprono e chiudono la menzogna. Quando noi ascoltiamo, manifestiamo sempre un atteggiamento scettico; quando guardiamo: osserviamo le mani!

Questo ci sottrae dall'inganno della menzogna.

Ma che cos'è la menzogna? Altro non è che una forma di Giudizio di Necessità.

Nel bambino che dice le bugie: chi ne ha creato la necessità?

Perché manifesta la necessità di dire questo o quello che un adulto chiama, bugie?

La manifestazione del bambino nei confronti di una verità imposta alla quale non riesce ad adeguarsi con e nella sua quotidianità!

Proviamo a leggere le tappe dello sviluppo della mente dei neonati.

E' necessario conoscere le tappe di sviluppo della mente nell'età neonatale per riuscire a comprendere i meccanismi che ci hanno indotto ad assumere alcuni tipi di comportamenti e poterli variare.

Prendo dal giornale La Repubblica del 08 agosto 2005 le tappe sullo sviluppo della mente infantile:

"LE TECNICHE - La mente dei neonati viene esaminata usando l'elettroencefalogramma e il laser che segue i movimenti dell'occhio. In futuro si userà anche la risonanza magnetica.

10 settimane - ASSENZA Non è vero che per i neonati vale il cliché "lontano dagli occhi, lontano dal cuore"; già a 10 settimane di vita capiscono, ad esempio, che, quando mamma si allontana dalla loro vista, continua ad esserci.
CELLULE - Il cervello di un neonato è di circa un terzo di quello di un adulto ed è ridondante, ossia possiede migliaia di cellule in sovrannumero.

4 Mesi - ESPRESSIONI Distinguono le emozioni dalle espressioni del volto. I neonati sono deliziati da un sorriso, distolgono lo sguardo se vedono qualcuno triste e sono vigili e in allerta davanti ad un viso arrabbiato.
VISTA - Aumentano le connessioni fra neuroni ed aree cerebrale. Cresce la capacità delle aree predisposte alla vista.

6 Mesi - VOLTI Hanno uno spettro visivo pieno di sfumature che permette loro di notare differenze anche minime, specialmente nei volti, che bambini più grandi e adulti non sono più in grado di vedere.
CORTECCIA - La corteccia cerebrale resta attiva anche nel sonno. Il cervello continua ad accrescersi in modo sorprendente.

7 Mesi - EMPATIA E' una delle prime emozioni che provano i neonati: per questo quando sentono altri piangere, piangono o, sopra i sei mesi, fanno smorfie di tristezza. Tra i 13 e i 15 mesi cercano persino di consolare un compagno di giochi in lacrime.
AREE CEREBRALI - Crescono le aree predisposte alla comprensione del linguaggio. I bambini cominciano ad imitare i primi suoni.

8 Mesi - LINGUAGGIO I bambini sperimentano combinazioni vocali in grado di destare attenzione e, a 9 mesi, sono capaci di distinguere i fonemi di una lingua straniera, ma solo interagendo con adulti di madrelingua.
IPPOCAMPO - L'ippocampo, area del cervello implicata nei processi di memorizzazione, si sviluppa finché, raggiunti i 12 mesi, i bambini sono in grado di tenere a mente episodi avvenuti qualche minuto prima.

Oltre 10 mesi - SGUARDO I bambini sono capaci di seguire lo sguardo. Comprendendo lo sguardo i neonati cominciano a comprendere l'altro. Secondo i ricercatori, questo è non solo un segno di crescita emotiva e sociale, ma anche base del futuro sviluppo del linguaggio.
CAPACITA' CEREBRALE - Dopo 12 mesi, durante il sonno la corteccia rimane inattiva. A 18 mesi sotto controllo della corteccia prefrontale i piccoli possono fare programmi. A 24 mesi, con la capacità cerebrale aumentata, esplorano l'ambiente.

Tutto l'adattamento soggettivo del bambino altro non è che un processo di adattamento soggettivo alla "menzogna" o, se si preferisce, all'illusione del reale che la società degli adulti gli presenta. Alle impellenze e alle necessità di rappresentarsi che la società adulta richiede al bambino.

Tutto questo: da io che emetto un giudizio necessario alla mia necessità di rappresentare me stesso attraverso il giudizio è, comunque, una menzogna.

In natura esiste la lotta per sopravvivere (l''affetto che il bambino dimostra per la madre è parte della lotta per la sua sopravvivenza che il bambino mette in atto!). Solo che nella Natura non si chiama mentire (l'Essere Natura non ha una verità cui adeguarsi). Si chiama: combattere con i propri mezzi!

Il giudizio di necessità passa dalla mia necessità di esprimere un giudizio, al giudizio che esprimo per giungere al mio intento che rappresenta la mia necessità!

Io guardo ammutolito i fenomeni che non comprendo ed emetto il giudizio necessario a proseguire la mia vita e le mie scelte pur consapevole della sua limitatezza: ai miei figli cosa trasmetto? La consapevolezza della mia limitatezza o il giudizio di necessità elevato a verità? Sta a me scegliere e, a seconda delle mie scelte, favorire o tarpare il loro futuro!

Io comprendo i fenomeni ed emetto un giudizio funzionale al mio intento, all'obiettivo che perseguo.

Quando guardo ammutolito i fenomeni che non comprendo emettendo un giudizio necessario a proseguire la mia esistenza, sto praticando il giudizio di necessità; quando io emetto un giudizio funzionale a perseguire il mio intento, sto praticando la follia controllata.

Mentire consapevolmente può avvenire solo nel Sistema Sociale: provate a mentire parlando ad un albero! Fuori dal Sistema Sociale, mentire danneggia solo sé stessi.

Il non mentire all'interno del Sistema Sociale è un atto di sottomissione allo stesso.

Ci si sottomette solo quando si presume di essere al centro del mondo.

Quando si usa l'atteggiamento settico ci si sottrae. Quando si usa consapevolmente il giudizio di Necessità significa che si è diventati consapevoli di vivere nell'inganno e nella menzogna e si è consapevoli di confrontarsi in essa e con essa.

Se il mondo reale è un'illusione organizzata dai nostri sensi data la qualità della nostra esistenza, il mondo della politica è un mondo di menzogna in cui quanto si manifesta non corrisponde alla manifestazione dell'oggetto (la proposta politica o sociale), ma è finalizzato ad ottenere adesioni (voti) per fini diversi da quelli manifestati.

"ABOLISCO LE TASSE!"

Una frase classica, sentita spesso negli ultimi anni, per cercare consenso che, se non fosse una menzogna presupporrebbe che l'avversario o sia stupido o sia incapace.

"Lui non è in grado di creare consenso attorno a sé abbassando le tasse!"

Oppure:

Chi fa quell'affermazione gioca su illusioni o aspettative delle persone che non conoscono le implicazioni di quanto afferma per crearsi consenso.

DUNQUE, UN GIUDIZIO DI NECESSITA'!

Al quale:

1) Si può aderire partecipandovi!

2) Ci si può difendere mediante l'atteggiamento scettico!

Da queste emozioni e dal loro contrario noi possiamo individuare l'origine del giudizio di necessità di chi lo emette: i suoi INTENTI!

Noi, a nostra volta, dobbiamo diventare consapevoli di quali sono le tensioni emozionali che ci spingono nell'emettere giudizi di necessità!

NOI, qualsiasi sia il NOI!

Cosa ci spinge ad agire?

Cosa spinge ad agire ciò che noi subiamo?

Cosa spinge ad agire colui che emette il giudizio di Necessità?

 

27 gennaio 2006 data dell'ultima modifica

 

Il Giudizio di necessità

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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