Sei capace di giocare a calcio?
La nebbia rende indistinta ogni forma consentendo alla non-forma di emergere dall'indistinto senza essere costretta a manifestare una forma che renderebbe dolorosa la propria rappresentazione in una forma determinata.
La nebbia protegge e rende indistinta la forma permettendo all'oggetto in sé di essere sé stesso senza la necessità dell'apparire. In questa situazione è Chimera, la figlia di Tifone ed Echidna, ad apparire senza apparire davanti agli arbitri.
Chimera vive l'indistinto di un futuro desiderato nelle possibilità offerte dal presente. Il presente appartiene alle considerazioni di Chimera. Un presente che chiede di essere analizzato per poter essere definito e per poter essere vissuto.
La presenza di Chimera mette a disagio gli arbitri Yahweh, Fanes, Allahu Akbar e Beppi di (o da) Lusiana, abituati a costruire i propri giudizi sulla forma.
Chimera inizia in questo modo il suo discorso "Avete guardato la partita, ma non l'avete vista. Avete preferito guardare gli uomini che palleggiavano nel campo, ma non avete notato gli effetti delle loro azioni. Io possiedo tre teste con cui pensare. Una delle teste pensa il passato, una seconda testa pensa il futuro ed una terza testa agisce in questo presente perché le parole sono vane se non descrivono azioni che modificano il presente stesso. Pensare in maniera diversa il mondo, mentre si striscia nella terra, dal come lo si pensa mentre si salta sulle rocce o si corre rapidi in una zona di caccia. Costruire una sintesi dell'essere nel mondo in un numero infinito di soggettività che abitano un numero infinito di situazioni costrette a prendere un infinito numero di decisioni che producono un infinito numero di adattamenti e di trasformazioni soggettive come elemento di sintesi di un'esistenza che annulla il passato e il futuro per presentarsi nell'attimo presente: questo è il tuo corpo! Il corpo fisico è la Chimera della coscienza, capace di abitare e conoscere un mondo estraneo alla coscienza nascosto dietro ad una forma rassicurante e definita in cui la coscienza si è rifugia. Io sono Chimera" continua questa nebbia indistinta "non cercare le motivazioni del mio essere nel mondo, io sono il modo con cui un futuro desidera il presente e del presente coglie aspetti del reale che il passato ancora non ha fatto germinare."
"E' pura tautologia dire che le crisi provengono dalla mancanza di un consumo in grado di pagare o di consumatori in grado di pagare. Il sistema capitalistico non conosce altre specie di consumo all'infuori del consumo pagante, eccettuato quello "sub forma pauperis" o quello del "mariuolo". Il fatto che merci siano invendibili non significa altro se non che non si sono trovati per esse dei compratori in grado di pagare, cioè consumatori (sia che le merci in ultima istanza vengano comperate per consumo produttivo ovvero individuale). Ma se a questa tautologia si vuol dare una parvenza di maggiore approfondimento col dire che la classe operaria riceve una parte troppo piccola del proprio prodotto, e che al male si porrebbe quindi rimedio quando essa ne ricevesse una parte più grande, e di conseguenza crescesse il suo salario, c'è da osservare soltanto che le crisi vengono sempre preparate quando da un periodo in cui il salario in generale cresce e la classe operaia "realiter" riceve una quota maggiore della parte del prodotto annuo destinata al consumo. Al contrario, quel periodo - dal punto di vista di questi cavalieri del sano e "semplice" buon senso - dovrebbe allontanare la crisi. Sembra quindi che la produzione capitalista comprenda delle condizioni indipendenti dalla buona o cattiva volontà, che solo momentaneamente consentono quella relativa prosperità della classe operaia, e sempre e soltanto come procellaria di una crisi."
Karl Marx, Il capitale, Libro secondo, Editori Riuniti, 1994 p. 429 - 430
"E' "tautologia" [nota: Definizione illusoria, che ripropone in termini solo formalmente diversi l'enunciazione di quanto dovrebbe costituire oggetto di spiegazione o di svolgimento.] affermare cause logiche (solo in apparenza) capaci di descrivere i mutamenti di una realtà vissuta." Continua Chimera "affermare che le crisi economiche siano frutto di mancato consumo e non di calcoli finalizzati al controllo e alla sottomissione dell'uomo è l'affermazione di un falso il cui fine è nascondere una realtà pensata, voluta e pilotata in funzione del controllo sia dei produttori di merci che di consumatori. Il movimento di crisi economica sociale e l'uscita dalla crisi economica sociale sono condizioni volute e programmate da chi controlla le società, dal capitalismo o dalla finanza internazionale, pur contenendo al proprio interno tutta una serie di variabili prodotte dai singoli soggetti che sfuggono al controllo del capitalismo o della grande finanza. In tempo di crisi queste singole forze possono assumere un ruolo importante, sia pur per tempi limitati, territori limitati, limitando o modificando, sia pur parzialmente, i progetti sociali del capitalismo o della grande finanza. Le crisi sociali vengono programmate quando apparentemente le società sono in sviluppo o in espansione economica. Lo scopo della crisi è quello di distruggere il "capitale diffuso", cioè tutto quell'insieme economico (finanziario, immobiliare, fruizione di servizi sociali, ecc.) a cui può accedere il singolo cittadino e che costituiscono la sua ricchezza personale mantenendo inalterata la capacità di controllo dell'élite capitalista o della finanza internazionale sulle singole società. Programmare una guerra e distruggere le città, costringendo cittadini a diventare profughi (come Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, ecc.); programmare la distruzione di capitali finanziari, (come la crisi immobiliare del 2007); programmare la distruzione di una struttura sociale (come quella dell'URSS) distruggendo i servizi sociali dei cittadini; sono tutti effetti della strategia del grande capitale finanziario internazionale che può agire perché i cittadini antepongono un'illusione nel proprio presente alla capacità di analisi degli effetti che le loro scelte comportano nell'insieme in cui vivono. Il grande capitale finanziario, la cui intrusione negli affari sociali non avviene direttamente, avviene attraverso il sollecitare aspettative in settori di cittadini che ritengono sia loro più conveniente porsi degli obbiettivi immaginari contro la società civile che non le trasformazioni a cui porta la situazione presente. Per esempio, le organizzazioni mafiose sollecitano distruzione del presente sociale per favorire modifiche giuridiche a loro vantaggio e a svantaggio dell'intera collettività. Cittadini che non sanno gestire Chimera dentro di loro perché qualcun altro gestisce il loro essere Chimera contro i loro stessi interessi."
"Certamente bisogna riconoscere che c'è differenza fra coloro che vedono Dio, nel senso che uno lo vede più perfettamente d'un altro. Ma ciò non dipenderà dall'immagine divina, impressa più perfettamente in uno che in un altro. E questo perché la visione non si effettuerà per mezzo di immagine. Ciò dipenderà, invece, dal fatto che un'intelligenza avrà maggiori capacità di un'altra alla visione di Dio."
Tommaso d'Aquino, La conoscenza di Dio, Fabbri Editori, 1996, p. 117
"Vivere l'inconsistenza di una realtà che sfugge alla ragione" continua Chimera "costringe le persone ad immaginare cause e fini di accadimenti percepiti come provvidenza o come condanne per colpe mai confessate. La realtà si presenta alla coscienza come una Chimera per l'impossibilità della conoscenza delle dinamiche causali del presente che vuole ignorare, ma alle quali non ci si può sottrarre. E allora, perché non spiegare quelle cause con l'azione di Dio nel mondo? Ed ecco che l'immaginazione si fa oggetto nella coscienza ed assume una forma definita che può essere descritta. Quella risposta, descritta dalla ragione, diventa rassicurante. Non è la grande finanza che ha organizzato la crisi economica del 2007, ma la volontà di Dio che punisce i peccati degli uomini. Non è la grande finanza che ha decretato la fine dei servizi sociali dell'URSS sottraendoli alla fruizione dei cittadini, ma la volontà di Dio che ha combattuto l'ateismo (e non importa se l'ateismo fu abolito da Stalin quarant'anni prima per coinvolgere gli ortodossi nella gestione dello Stato). Non è la grande finanza che ha decretato la distruzione dei paesi mediorientali per imporre il velo alle donne, bloccare il laicismo ed imporre l'integralismo religioso, è stata la volontà di Dio che ha voluto punire i seguaci di Maometto."
"La fuga dell'intelligenza dall'abitare il reale la porta inevitabilmente a trovare Dio. La fuga dell'intelligenza si conchiude nel delirio dell'intelligenza stessa che si auto eleva ad un assoluto separato dal mondo. Quell'assoluto separato dal mondo, l'intelligenza separata dalla realtà, lo chiama Dio. Tutta la realtà vissuta dipende da Dio, dalla sua volontà, dai suoi immaginari progetti. In questo modo quell'intelligenza pensa che è Dio che manipola in maniera "misteriosa" e "provvidenziale" la realtà che lei vive e non la grande finanza con i suoi progetti di controllo sociale. In questo modo l'intelligenza è giustificata. L'intelligenza non può interferire con i piani "misteriosi" di Dio. Quell'intelligenza può astenersi da ogni azione che possa interferire con i progetti della grande finanza perché l'intelligenza dell'uomo non può competere con Dio."
"Certamente la personalità divina viene distinta in tutti i modi possibili da quella umana perché sia celata la sua identità; ma questa differenze sono o puramente fantastiche o mere rassicurazioni, miraggi la cui nullità è mostrata dal fatto della deduzione. Tutte le ragioni positive della creazione si riducono solo alle determinazioni, a quelle ragioni che impongono all'io la coscienza della necessità di un'altra essenza personale. Elaborate tutte le speculazioni che volete, non riuscirete mai a ricavare la vostra personalità da Dio se già non l'avrete prima inserita in lui, se Dio stesso non sarà già il concetto della vostra personalità, la vostra propria essenza soggettiva."
Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Laterza, 2003, p. 127
"L'immaginazione è la Chimera del reale" continua Chimera "affermare l'esistenza reale dell'oggetto immaginato equivale a pensare come reale l'immaginazione dalla quale si fa discendere una serie di considerazioni che non possono prescindere dall'oggetto immaginato costruendo una chimera logica che nasconde il presente e le sue dinamiche alla coscienza degli individui. Il trasferimento psichico che il delirio di onnipotenza dall'uomo vuole elevarsi al di sopra di una realtà che non vuole comprendere perché il lavoro per la sua comprensione gli risulta faticoso e doloroso. Per difendersi dal dolore l'uomo costruisce la chimera umana che imprigiona la sua vita rendendolo vulnerabile e passivo rispetto alle attività dei soggetti del mondo. L'uomo che cerca Dio nella sua immaginazione è l'uomo che è stato costretto ad elaborare Dio mediante una violenza che lo ha separato dalla realtà in cui l'uomo è nato. Se l'uomo non rimuove la chimera dentro di sé dichiarando una guerra di liberazione della sua coscienza dall'occupazione messa in atto dalla sua immaginazione desiderante, la chimera dell'illusione invade ogni fibra del suo corpo e diventerà padrona di ogni sua azione e di ogni sua scelta impedendogli di costruire il Dio che avrebbe potuto diventare."
"Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande"."
Vangelo di Luca 6, 43-49
"L'oggetto, l'Essere della Natura, l'uomo non sono in sé stessi per sé stessi, ma sono sé stessi perché diventati sé stessi nelle infinite scelte che hanno compiuto nella loro esistenza fin dalla nascita. Cattivo e buono sono condizioni soggettive in relazione ad un oggetto che si erge a giudice di un uomo senza assumersi la responsabilità di mettere sotto processo l'oggettività che ha costretto quell'uomo alla sequenza di scelte che lo ha portato ad essere ciò che diventato e che, in quanto diventato, viene sottoposto a giudizio come se fosse un uomo in sé, creato in qual modo da un dio pazzo, cretino e deficiente (perché non si è sprecato a crearlo meglio)." Continua chimera nelle sue riflessioni "Dopo di lui il mondo è pieno di personaggi che proclamano sé stessi come la verità di chi "Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande" un'affermazione di verità priva di realtà, priva di oggettività costruita anteponendo sé stessi e i propri desideri all'analisi del mondo reale. In questo modo si costruisce chimera dentro gli uomini e chimera distrugge il divenire dell'uomo perché lo avvolge nelle illusioni."
"Illusioni che avvolgono l'uomo come un serpente che emerge dalla terra, come una capra che salta sulle rocce della realtà, come un leone che corre fra gli sterpi di una savana desolata composta di illusioni e di farneticazioni" continua Chimera "e non lasciano spazio per definire le cause oggettive di una realtà in trasformazione. E nell'uomo muore l'eroe di quand'era neonato. Muore giorno dopo giorno diventando un adulto pauroso e supplice. Un uomo che supplica un mondo anziché capire che il serpente, la capra e il leone stanno tutti dentro di lui e lui può diventare, di volta in volta, serpente, capra o leone ed affrontare un mondo che alla sua coscienza appare come ostile."
" del Signore dei cieli e della terra e di ciò che sta a mezzo. Egli, l'abbonante in misericordia. Non potranno rivolgergli alcun verbo. Nel giorno in cui lo spirito e gli angeli saranno schierati in campo. Non pronuncerà parola se non colui a cui è stato concesso dall'abbondante in misericordia, e dirà il vero!"
Maometto, Il Corano, Sura LXXVIII versetti 37 e 38, Oscar Mondadori, 1980, p. 860
"lui è, tu non sei." Sta riflettendo Chimera "Lui è, tu non sei. Più pensi a lui-che-è e più grande è la morte di una parte di te. Ti consumi nel pensare alla grandezza di lui dimenticando che tu sei la ragione per la quale milioni di generazioni hanno vissuto. Non verbi, parole, vanno rivolte alla realtà nella quale vivi, ma azioni che scaturiscono dal tuo desiderio perché le azioni sono le parole che modificano il mondo in cui vivi. Allora chiediti: che mondo vuoi? E per quel mondo agisci nella tua esistenza. Per il mondo che tu vuoi getta nella quotidianità le tue emozioni."
"La pace delle armi" continua Chimera "è la potenza del costruttore. Il silenzio della motosega sottolinea il rumore dell'albero che cresce e che si trasforma. Le volpi scavano tane e gli uccelli intrecciano fili e rami per costruire un nido, ma il signore del cielo e della terra non è in grado nemmeno di raccogliere la legna caduta per accendere un fuoco. E tu, uomo e donna, all'incapace e all'impotente chiedi misericordia?"
"A questo punto io dissi: "E allora? Sai a quale pericolo tu ti esponi, affidando a lui la tua anima? Se tu dovessi affidare il tuo corpo a qualcuno, mettendolo nella possibilità di divenire buono o cattivo, penseresti molto sull'opportunità di affidarlo o no, e ti consiglieresti con gli amici e con i parenti e rifletteresti molti giorni. Invece, trattandosi di ciò che stimi ben più del corpo, ossia dell'anima, dalla quale, a seconda che sia buona o cattiva, dipende interamente la buona o cattiva condotta della tua vita: ebbene, trattandosi di questo, non hai parlato con tuo padre, né con tuo fratello, né con alcuno dei tuoi amici, se sia opportuno o no che tu affidi la tua anima a questo forestiero ora arrivato, ma, avuta notizia di lui la sera prima, come mi dici, vieni qui di primo mattino, e, senza riflettere sulla cosa e senza chiedere consiglio se tu debba o no affidarti a lui, sei disposto a spendere il denaro tuo e quello degli amici, senz'altro deciso a metterti alla Scuola di Protagora, che pure, come affermi, non conosci, e con il quale non hai mai discusso, e che, per giunta, chiami Sofista, però mostrano di ignorare che cosa sia questo Sofista al quale stai per affidare te stesso"."
Platone, Tutti gli scritti, Protagora, Bompiani, 2014, pag. 813
"Hanno preso il tuo corpo" continua Chimera "e lo hanno trasformato in cadavere togliendogli sentimenti ed emozioni che chiamano "anima". Si impossessano dei tuoi sentimenti e delle tue emozioni perché, dicono, che non ti appartengono, non sono parte del tuo corpo, appartengono a Dio e vanno organizzate secondo i loro bisogni e non i tuoi. Quando cerchi strumenti in cui e attraverso i quali veicolare le tue emozioni e i tuoi sentimenti ti dicono come e da chi devi apprendere. " Sai a quale pericolo tu ti esponi, affidando a lui la tua anima?". Cosa succede se io mi affido a te? Io non conosco lui e non conosco te. Alla mia coscienza siete due sconosciuti che affermano di fornirmi strumenti adeguati affinché io possa affrontare in maniera vantaggiosa il mondo in cui vivo. Come posso scegliere fra Protagora e Platone? Razionalmente non posso perché non ho dati razionali sui quali basare la mia scelta. Eppure, la scelta viene fatta ugualmente perché esiste un sentire e delle predilezioni che guidano le scelte degli uomini. Certamente non scelgo Socrate. Come posso accettare il criterio secondo cui per studiare alla scuola di Protagora dovrei discutere con i maestri di quella scuola? Se io sono in grado di discutere con la scuola di Protagora non ho bisogno di studiare da Protagora. Questo perché io sperimento studiando ciò che non conosco e non cerco ciò che già conosco. Io devo affrontare lo sconosciuto nel quale vivo, non vedo perché dovrei studiare ciò che già conosco.
"Dio essendo tutto, il mondo reale e l'uomo è nulla. Dio essendo la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza, e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte: Dio essendo il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé stesso la giustizia, la verità e la vita eterna, non può arrivarvi che per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, Messia, profeti, preti e legislatori, inspirati da Dio stesso; e questi una volta riconosciuti come rappresentanti della divinità sulla terra, come santi istitutori dell'umanità eletti da Dio stesso per dirigerla nella via della salute, esercitano necessariamente un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la ragione divina non c'è ragione umana, e contro la giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della chiesa e dello stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla chiesa. Ecco quello che - fra tutte le religioni che esistono o che sono esistite - il cristianesimo ha negli o degli altri compreso, meglio della maggior parte delle antiche religioni orientali, le quali non abbracciavano che popoli distinti e privilegiati; mentre il cristianesimo ha la pretesa d'abbracciare l'umanità tutta intera; il che, fra tutte le sette cristiane, fu solo il cattolicesimo romano a proclamare e realizzare con coscienza rigorosa. Perciò il cristianesimo è la religione assoluta, l'ultima religione; e la chiesa apostolica e romana la sola conseguente, legittima e divina. Non spiaccia dunque ai metafisici ed agli idealisti religiosi, filosofi, politici o poeti: l'idea di Dio implica l'abdicazione della ragione e della giustizia umana: essa è la negazione più decisiva della libertà umana e ha per scopo la servitù degli uomini, tanto in teoria che in pratica. "
Bakunin, Dio e Stato, Samona e Savelli, 1971, Pag. 27 - 28
"Chimera" disse Chimera "è proclamare l'inesistenza di Dio o prendere atto che Dio è il padrone che sostituisce sé stesso all'uomo rendendolo schiavo. Certo, il Dio padrone rende l'uomo schiavo. Però tu prova ad andare dallo schiavo e dirgli che Dio lo vuole come schiavo e lui ti ucciderà perché per lui la schiavitù di Dio è la sua libertà. Lo schiavo si ritiene libero di amare il proprio Dio e non può concepire nessun'altra libertà che non quella di essere schiavo del proprio Dio. La chimera dell'illusione consiste anche nel credere che proclamando il vero questo sia immediatamente riconosciuto nel significato di chi lo proclama. Si chiama libertà non solo il diritto dell'uomo di non essere ucciso, ma si chiama libertà anche la pretesa dell'uomo di uccidere senza essere perseguito dalla legge. Essere libero di sterminare popoli interi riempie di gioia lo schiavo che si prostra davanti al suo padrone e riconosce il suo diritto di imporgli come deve vivere e quando deve morire. Quanti popoli anelano alla libertà di vessare il più debole. Di bullizzare la vittima di turno. Di discriminare uomini e donne per razza, sesso e religione. E' potente il legame fra schiavo e padrone. Puoi proclamare " Non spiaccia dunque ai metafisici ed agli idealisti religiosi, filosofi, politici o poeti: l'idea di Dio implica l'abdicazione della ragione e della giustizia umana: essa è la negazione più decisiva della libertà umana e ha per scopo la servitù degli uomini, tanto in teoria che in pratica", ma non hai indicato in Dio il nemico da eliminare dall'orizzonte dell'uomo. Combatti la religione, combatti la metafisica, ma eviti, vigliaccamente, di combattere Dio. Come, - dici a te stesso - io non sono un profeta, non sono un "illuminato" o un "ispirato". In questo negare te stesso c'è il tuo pensiero che cerca Dio. Non sei forse "ispirato" dai bisogni dell'uomo? Non percepisci forse le emozioni dell'uomo? Non sei in grado di comprendere i legami emotivi fra l'uomo e il mondo in cui l'uomo vive? Allora non ti resta che farti profeta dell'uomo e come profeta dell'uomo hai un solo nemico: Dio. Dio è il tuo nemico e, con esso, chiunque ne proclami l'esistenza e il diritto di Dio di trasformare l'uomo in schiavo. Soprattutto, il tuo nemico sono tutte le giustificazioni filosofiche che affermano la qualità del Dio padrone, il diritto del Dio padrone, la volontà del Dio padrone e gli effetti che tali affermazioni hanno nella realtà quotidiana riferite direttamente alla responsabilità del Dio padrone. Ma se fuggi dal combattere Dio proclamando che Dio non esiste, non sei in grado di affrontare gli effetti che Dio ha sull'uomo perché, se Dio non esiste, esiste la sottomissione che dall'immagine di Dio si nutre e fintanto che quell'immagine non inizia ad essere combattuta continuerà ad alimentare la schiavitù dell'uomo che continuerà a vivere come se Dio esistesse e come se fosse un suo dovere essere libero di essere uno schiavo di Dio. Non abbassarti a combattere gli uomini che adorano Dio, combatti Dio stesso e conquista quegli uomini alla vita."
Poi Chimera tacque. Tacque di colpo. La nebbia non aveva fatto trasparire nessuna forma e continuò a non aver forma per istanti che parvero infiniti mentre un turbine di silenzio emotivo avvolse gli arbitri.
Il significato della partita di calcio della filosofia spiegate dagli Dèi.
Marghera, 22 gennaio 2020
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