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Gli arbitri si erano rassegnati. Allo scomparire di Cronos seppero che un altro Dio immortale sarebbe giunto.
Anche fra gli arbitri gli stereotipi abbondano e gli Dèi sono sempre pronti a favorire le immagini di chi fa delle immagini un modo per interpretare la realtà. Fu per questo motivo che la nebbia iniziò a diventare nera e oscura, quasi minacciosa. Gli arbitri Yahweh, Fanes, Allahu Akbar e Beppi di (o da) Lusiana non avevano paura per chi si sarebbe presentato, tuttavia una sorta di timore si impossessò di loro.
L'oscuro della nebbia a cui assistevano non era l'assenza di luce, ma un'assenza di coscienza che un po' alla volta li avvolse mentre una voce iniziò a raccontare "Io sono il senso della vita e mi chiamo Morte. Sono figlia di Nera Notte e tutti i viventi della natura aspirano alle mie braccia. Io plasmo la coscienza dei viventi e annullo ogni coscienza che si è sottomessa a condizioni che gli hanno impedito di agire nel mondo."
"Se volete ho anche la falce" continuò Morte "a volte mieto le vite come l'uomo miete il grano, ma non privo nessuna vita del destino che si è costruito nel corso della sua esistenza. Vivo nel mondo. I viventi sanno che io esisto e i viventi possono vivere solo se pensano e progettano come se fossero eterni. A mano a mano che la vita del singolo vivente si sviluppa, costui prende sempre più coscienza dell'inevitabilità della propria morte sia che questo si esprima come un desiderio di morte sia che questo si esprima come disperazione per la morte."
"Io sono Morte" continuò "e voi arbitri di questa folle contesa avete lavorato molto per fornirmi le vite degli uomini. Spesso vite disperate di uomini falliti che nella morte vedevano la fine delle loro sofferenze. Agisce bene padre Zeus quando punisce Esculapio perché porta in vita i morti. Non c'è ritorno nell'utero della vita quando la vita è finita, eppure gli uomini falliti desiderano una seconda possibilità. Non c'è una seconda possibilità. Ogni vivente ha una e una sola possibilità attraverso la quale affrontare la morte del suo corpo fisico. Il resto sono desideri di uomini falliti."
"Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Allora i farisei gli dissero: "Tu testimoni di te stesso; la tua testimonianza non è vera". Gesù rispose loro: "Anche se io testimonio di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove son venuto e dove vado; ma voi non sapete da dove io vengo né dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. Anche se giudico, il mio giudizio è veritiero, perché non sono solo, ma sono io con il Padre che mi ha mandato. D'altronde nella vostra legge è scritto che la testimonianza di due uomini è vera. Or sono io a testimoniare di me stesso, e anche il Padre che mi ha mandato testimonia di me". Essi perciò gli dissero: "Dov'è tuo Padre?" Gesù rispose: "Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio"."
Vangelo di Giovanni 8, 12-19
"L'arroganza annebbia la capacità critica degli uomini" continuò Morte "e l'inganno è arte dell'arrogante che disprezza gli uomini. " Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Allora diciamolo "Io sono il più figo!". Una volta sentita questa affermazione, l'uomo saggio dice "Dimostralo". L'uomo saggio non accetta affermazioni vuote di contenuti, vuole fatti concreti che dimostrino le affermazioni. Senza fatti concreti siamo davanti alle farneticazioni fatte da un malato mentale nello studio di uno psichiatra. Io dico che "sono bello" e dopo che l'ho detto, rimane solo l'opinione di me stesso. Quali uomini, se non li torturi, pensano di camminare nelle "tenebre"? Quale uomo o donna può pensare che dentro di lui non ci sia la "luce della vita"? Io sono Morte e porto i viventi nella luce della vita. La vita non è fatta da cadaveri privi di emozioni, ma di uomini e donne che, comunque, abitano il mondo. E' necessario usare tanta violenza per costringere uomini e donne a supplicare un po' di luce ignorando che la luce dell'esistenza è in loro fin dalla nascita. E' necessario diffondere tanta disperazione sociale affinché uomini e donne perdano la speranza di un futuro diverso."
"Il truffatore dice" continua Morte "che lui garantisce la qualità del proprio prodotto purché tu gli porti i soldi che lui desidera. " Or sono io a testimoniare di me stesso", come se ogni individuo non fosse in grado di testimoniare per sé stesso. Dall'uomo delirante all'uomo razionale. Tutti testimoniano per sé stessi: ma tu, tu che testimoni per te stesso, come puoi accettare che la testimonianza che l'altro fa per sé stesso abbia un qualche valore per te stesso? Lui, che testimonia per sé stesso, non ti dà nulla. Non mette in discussione sé stesso nella quotidianità che tu vivi, ma pretende che tu metta al suo servizio la tua quotidianità. Non sta pretendendo da te solo il denaro, sta pretendendo da te tutta la tua vita. Tu sei disposto a mettere la tua vita al suo servizio consapevole che le sue affermazioni appartengono all'ambito della farneticazione?"
"Tali esseri, comunque, possiedono una mente eccelsa, costituiscono una razza che impara facilmente e ha ottima memoria. Diciamo pure che conoscono tutto quello che ci passa per la testa, ed hanno una particolare predilezione per chi di noi è moralmente buono e una viva avversione per il malvagio. In effetti i demoni partecipano del dolore, a differenza degli Dèi che, avendo in sé la perfezione della natura divina, sono assolutamente estranei a tutti questi sentimenti, al dolore e al piacere, e sono invece onniscienti e onnisapienti. Ora, siccome il cielo è pieno di esseri animati, i demoni fanno da interpreti l'uno con l'altro, con tutti gli Dèi superiori, e con ogni altro essere, potendo essi con lieve sforzo passare dalla terra ad ogni regione del cielo, grazie alla posizione intermedia che occupano fra i viventi."
Platone, Tutti gli scritti, Epinomide, Bompiani, 2014, p. 1780
"Ogni volta che diffondi la convinzione nella realtà di un assurdo ideale" continua il suo discorso Morte "crei un ambiente umano che fa di quell'assurdo il fondamento del proprio essere nel mondo. L'assurdo coinvolge le emozioni, le eccita e le rende dipendenti e nulla può più essere pensato senza mettere quell'assurdo a fondamento del proprio pensiero. In questo modo inizi a pensare alla mente eccelsa propria di quell'assurdo e ti compiaci del fatto che la tua mente può accedere a quella mente eccelsa. In questo modo tu immagini te stesso come un soggetto che potendo immaginare una mente eccelsa, sicuramente è in possesso di una mente eccelsa a sua volta. Non come i miscredenti che non possono, evidentemente, accedere alla mente eccelsa a cui tu accedi. Immagini questa mente eccelsa appartenere ad un "razza che impara facilmente". Anche tu, che puoi accedere immaginando quella mente eccelsa appartieni ad una "razza superiore" non come questi "negri" che non sanno immaginare quella mente eccelsa. " Diciamo pure che conoscono tutto quello che ci passa per la testa..." sono così potenti da leggere il pensiero, le intenzioni, e vogliono ciò che vuole Platone perché ciò che vuole Platone è sicuramente il bene e non ciò che vogliono i "nemici democratici" di Platone che sono sicuramente il male. Quando costruisci un ambiente culturale di questo tipo, stai solo costruendo una prigione nella quale rinchiudi gli uomini per poterne dominare il loro modo di pensare."
"O Beni Adam non vi tenti il Saytan allo stesso modo con cui ha tentato i progenitori fino al punto di farli uscire dal Gannat, strappandogli di dosso gli abiti, rendendo visibile la loro nudità! Egli e la sua ciurma vi osservano, ma voi non li vedete. Abbiamo dato i shaytan come nemici a coloro che non credono."
Maometto, Corano, Sura VII, versetto 27, Oscar Mondadori, 1980, pag. 235
"Loro sono così potenti," continuò Morte "nell'immaginazione degli uomini. Gli uomini pensano ad oscure armate che minacciano la loro vita se non obbediscono e nutrono la loro ossessione ingigantendola con la loro paura. In questo modo i nemici immaginari prendono il sopravvento sulla realtà vissuta e pericoli immaginari costringono gli uomini ad agire di conseguenza impedendo loro di affrontare i pericoli reali che si presentano nella loro vita quotidiana. Ti impongo la paura di " Saytan" come ti impongo la paura di " il cielo è pieno di esseri animati, i demoni fanno da interpreti l'uno con l'altro, con tutti gli Dèi superiori, e con ogni altro essere, potendo essi con lieve sforzo passare dalla terra ad ogni regione del cielo, grazie alla posizione intermedia che occupano fra i viventi" e tu vivi rispondendo a questa paura e ti sei dimenticato di chiedere a costoro di dimostrarti la realtà di quanto asseriscono. La paura in un assurdo blocca la tua capacità di analisi e ti rinchiudi in te stesso. Muori giorno dopo giorno e ti allontani dalla luce che io, Morte, potevo offrirti. Avevi la possibilità dell'immenso e lo hai perso rinchiudendoti nella paura e nell'angoscia. Quando un tuo vicino decide di mettere da parte la sua paura e di investigare la realtà nella quale vivi, tu non ti congratuli con lui per il suo coraggio e per le possibilità che ti offre, ma lo combatti come un nemico feroce perché ha osato mettere in discussione la tua paura che è diventata il tuo rifugio per non affrontare il mondo.
"Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo". Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai". Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; a11e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra".
Gesù gli rispose: "E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo". Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato."
Vangelo di Luca 4, 7 - 12
"L'uomo si pensa circondato da nemici invisibili" continua Morte " e i suoi veri nemici alimentano la sua credenza in nemici invisibili e terrifici che popolano la sua psiche resa impotente. L'irrilevante viene ingigantito e ciò che è importante viene nascosto alla vista dell'uomo. Così, chi si ritiene il padrone del mondo verrebbe, secondo questa sciocchezza, tentato con l'offerta dei suoi stessi beni e le persone che ascoltano, anziché mettersi a ridere per la situazione comica che viene presentata loro, identificano la propria situazione tentata da un onnipotente. Il virtuale, nella loro testa, diventa reale e la loro vita reale diventa "naturale" con tutti i problemi che comprende."
Scuote la testa Morte: "Corpi che abitano il mondo che vogliono pensarsi come "anime immortali" negano ciò che di prezioso hanno nel presente, ma, soprattutto, si negano le possibilità future che quei corpi possono realizzare."
"Se ella fosse vera, bisognerebbe ammettere che le credenze religiose sono altrettante rappresentazioni allucinatorie; senza alcun fondamento oggettivo. Si suppone infatti che esse siano derivate tutte dalla nozione di anima, poiché negli spiriti e negli dèi si vedono soltanto anime sublimare. Ma la stessa nozione di anima, secondo TYLOR e i suoi discepoli, è costruita interamente con le vaghe e inconsistenti immagini che occupano il nostro spirito durante il sonno: infatti l'anima è il duplicato, e il duplicato non è altro che l'uomo quale appare a se stesso mentre dorme. Gli esseri sacri sarebbero, da questo punto di vista, soltanto concezioni immaginarie create dall'uomo in una specie di delirio che lo coglie regolarmente ogni giorno, senza che sia possibile vedere a quali fini utili esse servano, né a che cosa esse corrispondano in realtà. Se egli prega, se compie sacrifici o offerte, se si attiene alle privazioni molteplici che il rito gli prescrive, ciò avviene dunque perché una specie di aberrazione costitutiva gli ha fatto scambiare i suoi sogni per percezioni, la morte per un sonno prolungato, i corpi inanimati per esseri viventi e pensanti."
Emilé Durkheim, Le forme elementari della vita religiosa, Le principali concezioni della religione elementare, ed. Comunità, 1971, p. 73
"Cosa porta l'uomo a pensare gli Dèi come una realtà fattuale della sua vita?" chiede Morte rivolta agli arbitri "La vita stessa! Una soggettività composta da un numero infinito di tensioni e un'oggettività piena di azioni e di modificazioni che continuamente interagisce con ogni singolo vivente. Qual è la realtà degli Dèi se non le intelligenze progettuali che si manifestano mediante l'azione nell'oggettività? Qual è la realtà degli Dèi se non l'oggettività stessa in cui ogni soggetto si muove sensibile ad ogni azione che in essa si esprime? Qual è la realtà degli Dèi se non l'azione che nell'immenso tempo, da un lontano passato, ha generato il presente. Questa è la realtà degli Dèi, ma ogni soggetto che compone la realtà che vive interpreta e seleziona una parte di realtà che adatta a sé stesso e che interpreta per poter organizzare la propria esistenza. La realtà selezionata dal soggetto viene interpretata dal soggetto e anche se il soggetto ritiene tale interpretazione "la realtà", si tratta della sua idea di realtà che riveste mediante la sua immaginazione e le sue aspettative. In questo modo l'uomo interpreta gli Dèi che agiscono nel mondo per ridurli alla sua dimensione interpretativa. Gli Dèi cessano di essere ciò che sono nella realtà fattuale in cui l'uomo vive per diventare ciò che quel singolo uomo vuole che siano per poter interpretare la realtà in cui vive. Tuttavia, l'interpretazione muore con il soggetto mentre la realtà degli Dèi sopravvive oltre il soggetto anche se viene interpretata soggettivamente da altri uomini che moriranno a loro volta portando con sé le loro interpretazioni."
"Così vediamo dappertutto nella natura contesa, battaglia e alternanze di vittorie; ed in ciò appunto conosceremo più chiaramente d'ora innanzi l'essenziale dissidio della volontà da sé medesima. Ogni grado nell'obbiettivazione della materia contende all'altro la materia, lo spazio, il tempo. Senza tregua deve la permanente materia mutar di forma, mentre, seguendo il filo conduttore della causalità, fenomeni meccanici, fisici, chimici, organici, facendo avidamente ressa per venire alla luce, si strappano l'un l'altro la materia stessa - poiché ciascuno vuole rendere manifesta la propria idea."
Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, Laterza, 1986, p. 211
"Interpretazioni" continua Morte "che col tempo cessano di essere interpretazioni della realtà per diventare proiezioni del soggetto sulla realtà. Dove la realtà cessa di essere interpretata dal soggetto per diventare una "realtà" come desiderata dal soggetto dove tutto è distorto per rispondere ai suoi desideri soggettivi. Per l'uomo che vive l'angoscia di conflitti dei quali ha cessato di analizzare le cause, tutto diventa casualità, tutto diventa provvidenza, tutto diventa azione di forze superiori alle quali quell'uomo vuole sottomettersi. La contraddizione è il modo d'esistenza della vita. La vita è continua modificazione attraverso una continua modificazione dei soggetti che la manifestano. Tutti i soggetti mutano e tutti i soggetti hanno costruito in milioni di anni le loro strategie d'esistenza. Alla Necessità che induce ogni singolo soggetto ad espandersi nel mondo in cui è venuto in essere, ogni singolo soggetto somma la propria volontà per scegliere i migliori adattamenti e le migliori strategie d'esistenza capaci di consentirgli i migliori adattamenti possibili. Tutto cresce, tutto si trasforma, tutto si modifica, Chiamare la contraddizione "conflitto" significa voler ridurre la vita alla dimensione umana. Una dimensione propria delle attuali società umane. La vita diviene per "Armonia" e "disarmonia". La vita diviene per "Amicizia" e "Contesa furente". La vita diviene per relazione, dove la relazione modifica continuamente i soggetti che partecipano alla relazione. Quando non c'è relazione e mutamento, non c'è vita. Solo cadaveri."
"Ma conoscere è conoscere con certezza, e si dubita di ciò che non si conosce, o di cui non si conosce quel tanto, che è per l'appunto materia di dubbio. Si dubita di Dio nel senso che se ne conosce l'essenza, ma non l'esistenza: si sa che cosa dovrebbe essere, se fosse; ma che sia, non si riesce a sapere, non si conosce. Si dubita del valore obbiettivo delle cognizioni umane, non perché siano ignote, esse stesse, queste cognizioni: il loro essere e contenuto è anzi il dato da cui nasce il problema; ma s'ignora quel rapporto fra il contenuto di esse e il contenuto di una presunta realtà esterna a cui pur le cognizioni dovrebbero corrispondere; e questo che s'ignora è oggetto del dubbio."
Giovanni Gentile, L'attualismo, Bompiani, 2014, p. 761
"Cosa conosci con certezza? Chiese Morte agli arbitri per poi proseguire immediatamente "conosci solo l'oggetto che attira il tuo desiderio, ma non conosci né l'origine del tuo desiderio e nemmeno che cosa davvero il tuo desiderio ti spinge a desiderare. Tanto meno conosci la realtà che ti circonda e meno ancora conosci il tuo corpo che abita il mondo. Tuttavia vivi, tuttavia scegli, tuttavia metti in atto strategie d'esistenza e questo è possibile non "perché tu conosci le cose", ma perché il tuo corpo si adatta alle cose e risponde alle sollecitazioni del mondo. Il tuo corpo non conosce, ma agisce e quell'agire è la sua conoscenza del mondo che la tua mente enfatizza. Tu sai che Dio non esiste, ma ne desideri l'esistenza per poterti identificare in lui. Proprio perché tu sai che Dio non esiste, lo crei secondo il tuo desiderio e lo immagini come una realtà esterna attraverso la quale giustifichi la tua vita e pretendi di importi su altri Esseri Umani. Non c'è dittatura, non c'è violenza, che non sia riconducibile al desiderio degli uomini di identificarsi con un Dio onnipotente creatore del mondo. Un Dio immaginato proprio di una realtà virtuale che viene imposta all'uomo."
Poi, dopo un attimo, Morte emise un lungo respiro e concluse il suo discorso: "Io sono Morte e sono il fine a cui tende il mutamento. Io ero prima che la vita fosse perché io sono la porta che una coscienza, nata e costruita da un corpo fisico, attraversa per giungere all'eternità continuando i suoi mutamenti. Tutta la vita è una lunga corsa verso Morte. Troppi uomini spezzano le gambe ad altri uomini affinché non siano forti e veloci quando raggiungono Morte. E in realtà, troppi uomini e troppe donne sono già morte di sottomissione e di paura prima di raggiungere Morte. Sono diventate preda di "vampiri" che, sottomettendole, hanno succhiato loro la vita. Immaginate quanto volete, ma quando gli uomini fuggono dalla realtà vissuta per rifugiarsi nell'immaginazione uccidono una parte di loro stessi."
Era triste Morte mentre guardava uno ad uno gli arbitri. Continuava a gravare la coltre di nebbia che a poco a poco inghiottì Morte diventando ancora più fitta ed ancora più oscura.
Il significato della partita di calcio della filosofia spiegate dagli Dèi.
Marghera, 8 febbraio 2020
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