Rea e i filosofi fondamentalisti contro dialettici
fase n. 9, azione 44

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Capitolo 45
Gli Dèi riflettono sui filosofi

di Claudio Simeoni

Continua dal precedente...

Sei capace di giocare a calcio?

"Volare alto!" rifletté Beppi di (o da) Lusiana "Noi abbiamo i piedi piantati sulla solida terra e quando la nostra fantasia ci trasporta, alimentiamo di illusioni la nostra immaginazione. Desiderare è una cosa, trasformare il desiderio in una realtà virtuale che imprigiona il nostro agire quotidiano, è un'altra cosa."

Era da poco partito Iperione. Il silenzio era calato su quel campo di calcio nebbioso e tetro dove quattro arbitri alimentavano un piccolo fuoco per togliersi di dosso un po' di umidità.

"Volare alto e cadere" disse Yahweh "Mi ricorda coloro che vollero costruire la Torre di Babele e io confusi le loro lingue per farli fallire."

"Ti diverti a fare questo" Disse Fanes rivolgendosi a lui "Se le persone deboli danno l'assalto al cielo tu hai la necessità di umiliarle perché nessuno si deve vantare davanti a Dio. Eppure, sono i soggetti deboli che strisciano sui pianeti che hanno trasformato l'universo dando vita e te stesso."

"Io sono il Dio che ha creato il mondo" disse Yahweh.

"Sì!" Gli rispose Fanes "Colui che ha preteso di far girare il Sole attorno alla Terra nel suo delirio di onnipotenza creativa".

Una risata scosse il piccolo bivacco degli Dèi-Arbitri. Fu una risata cristallina proveniente da chi si stava divertendo ad ascoltarli.

Gli arbitri si guardarono attorno stupiti. Nulla era cambiato, la nebbia era uguale, solo il suono continuava a rimbombare nelle loro orecchie come se chi aveva riso volesse ancora continuare a ridere cibandosi del loro stupore.

"Io sono Rea la Terra, figlia di Urano Stellato e compagna del tempo con cui attraverso i mutamenti del cosmo. Con Cronos abbiamo generato la vita nella forma e nella forma abbiamo soffiato l'emozione di nostro padre, Urano. I miei figli sono i generatori di vita e le mie figlie sono la vita che si dispiega sul pianeta sopra il quale poggiano i vostri piedi. Io stessa sono la Terra generatrice di vita perché la terra è il grembo da cui nasce ogni forma che voi chiamate "vita"."

"A Democrito di Abdera è parso che gli uomini siano stati originariamente procreati a partire dall'acqua e dal fango. Secondo Democrito, gli animali si sono originati dalla generazione degli organismi esemplari, protozoi, quando le sostanze viventi venivano generate dall'umidità. Gli Stoici dicono che il mondo e tutto quanto vi si trova sono stati prodotti in funzione dell'uomo, e identico è l'insegnamento che riceviamo dai testi sacri. Pertanto, ha sbagliato Democrito a ritenere che gli uomini siano sbucati dal suolo come i vermi, senza che esistesse alcun loro artefice e senza che ciò accadesse per una qualche ragione."

Democrito, Raccolta di frammenti e commentario di Salomon Luria, Bompiani, 2007, p. 643

"Era vasto l'orizzonte oltre il quale Democrito di Abdera sapeva osservare." Iniziò Rea il suo discorso: "Dall'acqua e dal fango iniziarono a muoversi coloro che oggi chiamiamo uomini. In quell'acqua e in quel fango presero coscienza e iniziarono le loro strategie d'esistenza. La materia diventava cosciente e la materia intendeva persistere nella coscienza adattandosi e trasformandosi continuamente. Ed io, Rea, compagna di Cronos e generatrice di Zeus, posi le basi per la nascita di mia figlia, Hera, che consapevolezza dopo consapevolezza da quell'acqua e da quel fango emerse trasformandosi generazione dopo generazione. Uomini e vermi sono portatori della medesima coscienza perché entrambi divengono per trasformazione soggettiva dalle medesime coscienze che presero vita in quel primitivo fango. Sbagliano gli stoici che nel loro folle delirio mettono l'uomo al centro dell'universo per effetto di un "artefice". Non c'è nessun artefice. C'è un continuo divenire e una continua trasformazione del presente e gli uomini, che guardano sé stessi dopo milioni di trasformazioni, si pensano perfetti e non colgono gli sforzi dei loro padri che in centinaia di milioni di anni si sono trasformati adattandosi all'ambiente in cui sono nati. Un ambiente in continua trasformazione che richiede adattamenti continui e sistematici. In questo modo io, Rea, la Terra, feci vomitare al Tempo, Hera il cui germinare delle coscienze in quel fango costruiva il suo corpo. Sacre sono le parole di Democrito di Abdera mentre i testi degli stoici possono essere usati solo per togliere lo sporco dopo aver defecato."

"Anche se in futuro potrà essere provato che tutte le razze umane sono perfettamente fertili tra loro, colui che era portato per altre ragioni a classificarle come specie distinte può giustamente argomentare che la fertilità e la sterilità non sono sicuri criteri di una distinzione specifica. Sappiamo che queste qualità vengono facilmente influenzate da mutate condizioni di vita, o da allevamenti di razze che vengono incrociate solo tra di loro e che esse sono regolate da leggi altamente complesse, per esempio, quella dell'ineguale fertilità degli incroci reciproci delle due stesse specie. Con forme che possono essere indubbiamente classificate come specie esiste una gradualità perfetta da quelle che sono assolutamente sterili, se incrociate, a quelle che sono parzialmente o totalmente fertili. I gradi della sterilità non coincidono strettamente con i gradi della differenza fra i genitori nelle strutture esterne o nelle abitudini di vita. L'uomo da parecchi punti di vista può essere paragonato a quegli animali che sono stati da lungo tempo addomesticati, e una vasta gamma di prove può essere avanzata in favore della dottrina di Pallas che l'addomesticamento tende ad eliminare la sterilità, che è generalmente il risultato dell'incrocio delle specie in uno stato naturale. Da queste diverse considerazioni può essere giustamente arguito che la perfetta fertilità di razze umane incrociate fra loro, se provata, non può assolutamente impedirci di classificarle come specie distinte."

Charles Darwin, L'origine dell'uomo, Newton, 1972, p. 197 - 198

"Quello che verrà considerato il padre dell'evoluzione e della diversificazione delle specie era un razzista e un suprematista bianco, colonialista e cristiano convinto della creazione di Dio." In questo modo continuò Rea "Tutto si modifica lentamente nella testa degli uomini e le società interpretano distorcendo ogni idea nuova che giunge. Gli animali, allevati nei recinti, sono come gli uomini allevati da chi crea greggi di uomini obbedienti. Ma non è la stessa cosa. Le greggi di uomini obbedienti hanno come ideale, per quanto poco, il loro pastore e il pastore diventa l'oggetto del desiderio. L'oggetto a cui tendere per uscire dal gregge ed elevare sé stessi. E questo fino a quando il pastore diventa il nemico, dapprima come concorrente da spodestare e sostituire, poi come colui che va distrutto per un mondo diverso. Non si dividono gli uomini in razze per "studio", li si dividono per dominarli e discriminarli. Puoi dividere le pecore per razze e decidere quali sono "le più adatte" a vivere in quel territorio, ma quando dividi gli uomini per razze lo fai per negare ad alcuni lo status di uomini e considerarli altro. Quando tutto e tutti diventano altri da te, tu ti identifichi con l'onnipotente che uccide e stupra perché padrone di tutto ciò che è altro da te. Non importa se tu puoi esercitare la violenza o meno, il desiderio di farlo sta nella tua testa ed esprimi tale desiderio ogni volta che incontri una situazione favorevole. Allora dichiari che la tua violenza è "regolata da leggi altamente complesse" quando il tuo desiderio di possesso è l'unica cosa che esprimi e che, anziché dire "io lo voglio", preferisci dire "è una legge della natura". Solo che in "natura" non esiste la sopraffazione per la sopraffazione, esiste l'equilibrio del vivere che implica molte cose che non possono essere separate l'una dall'altra se non per squilibrare il vivere dell'insieme. E quando tutte le prove che hai tentato di portare per giustificare la differenza di razza fra gli uomini hanno dimostrato il loro fallimento, allora ti rifugi nel tuo delirio di onnipotenza dichiarando: "Da queste diverse considerazioni può essere giustamente arguito che la perfetta fertilità di razze umane incrociate fra loro, se provata, non può assolutamente impedirci di classificarle come specie distinte". Dunque, buoni per i campi di sterminio o per essere dichiarati "non-uomini" e discriminati in quanto tali. Non basta scoprire il divenire e la diversificazione delle specie per costruire la mentalità dell'uguaglianza della vita nelle infinite diversificazioni della vita. La mentalità razzista, che decide la superiorità di qualcuno nei confronti di qualcun altro, si riproduce sempre, prove o non prove. Il razzismo è una sorta di "fiume carsico" che si muove nella struttura psichica degli uomini e ha la sua fonte nell'educazione cristiana che porta ogni singolo uomo ad identificarsi con l'onnipotenza di Dio di cui egli è creato ad immagine e somiglianza."

"Poiché sono invisibili, i demoni sono superiori agli Dèi visibili, proprio in quanto sono invisibili? No di certo: la sostanza divina, infatti, ovunque essa sia e qualsivoglia sorte abbia ottenuto, possiede sempre il medesimo potere e la medesima signoria sulla totalità di coloro che sono collocati sotto di lei. E così tale sostanza, anche se è visibile, comanda allo stesso modo i demoni invisibili, e anche se si trova vicino alla terra signoreggia sui demoni dell'aria. Che il luogo e la parte del mondo che li accoglie non creano un mutamento nel potere degli Dèi, ma la loro sostanza totale rimane ovunque la stessa, invisibile e immutabile, ed è venerata allo stesso modo da tutte le realtà inferiori secondo l'ordine naturale."

Giamblico, I misteri degli egiziani, BUR, 2003, p. 137

"Si invoca un "ordine naturale" nei vaneggiamenti. Sia quando si vogliono distinguere gli uomini per razza e poterli dominare, sia quando si fantastica su una "realtà divina" dividendola per razze e costruendo gerarchie di potere e di domini." Continua Rea "E per favore, non venite a dirmi che "prima venne Giamblico e dopo Darwin". No! Le affermazioni di Giamblico e Darwin sono fatte nel medesimo tempo perché la pulsione di dominio e di supremazia è una pulsione senza tempo che attraversa uomini deliranti anche se questi uomini la manifestano nel mondo in maniera diversa. Per interessi diversi. Che sia una gerarchia di Dèi e demoni o una gerarchia di colore della pelle, il meccanismo razzista non cambia. E' sempre un meccanismo di potere di sopraffazione. Un potere di dominio su soggetti che dovrebbero essere "naturalmente contenti" di essere dominati da una qualche entità superiore. In quest'ottica il "potere superiore" è giustificato dalla "razza più evoluta" o da " non creano un mutamento nel potere degli Dèi, ma la loro sostanza totale rimane ovunque la stessa, invisibile e immutabile, ed è venerata allo stesso modo da tutte le realtà inferiori secondo l'ordine naturale". Io sono Rea, la Terra, che col Tempo, Cronos, ha generato la vita sul pianeta. Pensate, forse, che nel farlo io non sia cambiata? Sono mutata giorno dopo giorno, azione dopo azione. Mi sono trasformata come ho trasformato la Terra immergendomi nel Tempo di cui sono compagna. Gli Dèi si trasformano, divengono. Gli Dèi nascono e partoriscono il loro "corpo luminoso" manipolando la loro energia emotiva. Trasformano la materia inconsapevole in materia consapevole rispondendo alla loro necessità soggettiva."

"Nel nostro Stato una donna si intende in età feconda dai venti anni fino ai quaranta; un uomo, invece, genererà per lo Stato dal momento in cui ha raggiunto il punto massimo della sua corsa, fino all'età di cinquantacinque anni".
"Sia in un caso che nell'altro - ne convenne - in questo periodo di tempo si tocca il culmine del vigore fisico e intellettuale".
"Pertanto, se qualcuno al di sotto o al di sopra di questi limiti di età si mettesse in mente di generare figli alla società, il suo gesto lo considereremo come un peccato contro la volontà degli Dèi e contro la legge. Invero è come se avesse generato per lo Stato un figlio, il quale, posto anche che sfuggisse al pubblico controllo, sarà comunque il frutto di un concepimento non consacrato e non benedetto dalle preghiere che sacerdoti, sacerdotesse e la Città intera elevano in occasione di ogni matrimonio, perché dai buoni venga una prole ancor migliore, e da chi serve utilmente lo Stato figli ancor più utili. Questo figlio, al contrario, sarà stato concepito nell'oscurità, frutto di una riprovevole intemperanza".
"Giusto", approvò quello."

Platone, Repubblica, Tutti gli scritti, Bompiani, 2014, p. 1194

"Quando costruisci gerarchie discriminando uomini e animali finisci per discriminare tutti, anche le donne che, a quel punto, cessano di essere dei cittadini per diventare oggetti d'uso. "Continua il suo discorso Rea "La donna diventa bestiame che "genera per il padrone del gregge", per lo Stato come padrone degli uomini. Per Dio, "non lo fo' per piacer mio, ma per dare figli a Dio", che necessita di greggi da condurre in olocausto. Valuta le donne, i cittadini di sesso femminile, allo stesso modo con cui valuta una capra. Dal momento che questo è il modo di rapportarsi, perché stupirsi se poi il padrone, o chi si fa padrone, decide di accoltellare la donna che lui pensa solo come un oggetto in suo possesso che deve obbedire ai suoi ordini? E cosa facciamo? dice Platone, "Se qualcuno volesse fare figli fuori da questa età, diremmo che ha violato la legge degli Dèi". Ma tu, Platone, chi ti credi di essere per parlare per gli Dèi? Mai gli Dèi hanno controllato la sessualità degli uomini! Mai gli Dèi hanno detto come gli uomini e le donne devono o possono fare sesso! Mai gli Dèi hanno detto agli uomini come e quando fare sesso! Non attribuire agli Dèi la tua malvagità con la quale vuoi trasformare le persone in oggetti di possesso. Chi trasforma le persone in oggetti di possesso pone le basi per l'omicidio di quelle persone. Come per la discriminazione di razza fra gli uomini per tratti o colore della pelle. Come la discriminazione fra divini come se tutti non fossero in continua trasformazione in relazioni dialettiche fra di loro. Ogni potere coercitivo discrimina per dominare e perseguitare. Il potere della sopraffazione, della discriminazione, della necessità di emarginare l'altro è un potere malvagio in sé. Non importa quale volto prenda, a lui va tolta la cittadinanza fra gli uomini. Che discrimini le donne nella società, che discrimini gli Dèi, che discrimini gli uomini e i "popoli", che discrimini nella natura costruendo delle gerarchie su una ipotetica scala evolutiva (si evolve sempre il meno adatto a sopravvivere alle condizioni, se non si evolvesse, sparirebbe) è sempre la stessa pulsione razzista che alimenta il desiderio di dominio del despota incapace di vivere fra uguali."

"Da noi i contadini sono straordinariamente dispersi, isolati, nelle campagne c'è la massima ignoranza, si è abituati all'azienda individuale, si considera una sopraffazione il divieto di commerciare liberamente il grano, e qui, naturalmente, capitano a proposito i truffatori politici, i socialisti-rivoluzionari e i menscevichi di ogni risma, che istigano i contadini e dicono loro: "Vi derubano!". Ci sono infatti dei furfanti che, dopo un anno di lavoro sovietico, quando, tra l'altro, gli addetti agli approvvigionamenti hanno dimostrato che negli ultimi mesi abbiamo dato alla campagna 42.000 vagoni di prodotti, ricevendone in cambio solo 39.000 vagoni di grano, ci sono dei furfanti che tuttavia gridano: "Contadini, il potere sovietico vi deruba!". Mentre gli operai si estenuano nelle città - e in nessun luogo c'è fame così tormentosa come nelle città e nella Russia non agricola - mentre i contadini hanno preso tutte le terre dei grandi proprietari fondiari e si sono presi il grano, mentre la massa dei contadini - lo sappiamo - nel primo anno di potere sovietico ha lavorato per sé e non per il padrone e per il mercante, migliorando così la propria alimentazione, mentre il paese è dilaniato dalla fame nelle città e nelle zone non agricole, mentre tutti i capitalisti si sforzano di metterci alle strette con la fame, ecco che si trovano delle persone, travestiti da menscevichi o da socialisti-rivoluzionari o con altre livree da pagliaccio, che osano affermare: "Vi derubano!". Costoro sono agenti del capitalismo, e noi li tratteremo da agenti del capitalismo e non dovremmo trattarli diversamente."

Lenin, Successi e difficoltà del potere sovietico, in Le Opere, Editori Riuniti, 1970, p. 1235 - 1236

"Quando le persone sono educate ad essere discriminate" Continua Rea "la discriminazione entra tanto profondamente in loro che ogni proclama di uguaglianza e di solidarietà viene inteso come un'ulteriore e diversa discriminazione. In questa situazione è facile alimentare idee di complotto contro chi, tentando di costruire un futuro, non porta risultati immediati e immaginifici. Ciò che Lenin non considerava era che il controllo della chiesa ortodossa sulla società russa era capillare e se i contadini vivevano isolati dalle città e dai problemi delle città, non erano isolati dai preti cristiani che li incitavano a ribellarsi al potere centrale per poter controllare i contadini e riportarli ad essere servi della gleba. Lenin vede solo i sobillatori esterni, ma i sobillatori continuano a vivere accanto ai contadini, formano la loro coscienza e la loro morale e incitano i contadini a discriminare il principio di solidarietà per garantirsi più potere nei confronti delle città anche quando le città mandano ai contadini mezzi e macchinari che attenuano la fatica del lavoro. Il periodo post insurrezione è un periodo duro per la Russia. Le potenze occidentali tentano di invaderla e finanziano ogni struttura antibolscevica pur di distruggere la nuova nazione. In questo modo le fake news corrono per tutta la Russia, alimentano il sospetto e costruiscono apprensione per il futuro. Allontanano i contadini dal progetto di costruzione dello Stato e molti contadini iniziano a seguire i banditi cosacchi o gli zaristi, gli stessi che li hanno ridotti in schiavitù, nel tentativo di ripristinare un ordine del quale, però, vogliono essere i signori e i padroni. Quando sei stato discriminato per tutta la vita, il tuo ideale diventa quello di poter discriminare gli altri. Dell'uguaglianza non sai che fartene."

"Stadio inferiore. Fanciullezza del genere umano, il quale viveva almeno in parte sugli alberi - solo così si spiega il suo sopravvivere di fronte ai giganteschi animali da preda - e si trovava ancora nelle sue sedi originarie: foreste tropicali o subtropicali. Frutta, noci, radici, gli servivano di nutrimento; la formazione del linguaggio articolato è il risultato principale di questo periodo. Di tutti i popoli conosciuti in epoche storiche, neppure uno si trova più in tale stato primitivo. Sebbene, questo periodo abbia potuto durare migliaia di anni, non abbiamo prove dirette della sua esistenza, ma una volta ammessa la discendenza dell'uomo dal regno animale, bisogna necessariamente ammettere questo passaggio."

Friedrich Engels, "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato", Editori Riuniti, 1971 p. 51

"Gli uomini sono animali," Riprende a parlare Rea "animali con delle peculiarità, come tutti gli animali hanno le loro peculiarità. Queste peculiarità non elevano gli uomini al di sopra delle altre specie animali, semmai danneggiano l'uomo quando l'uomo, proprio per le sue peculiarità, porta il delirio di onnipotenza a devastar-mi. Distruggere la Terra, distruggermi, sembra essere la missione dell'uomo e delle sue mani eppure, proprio per quelle mani e per il suo delirio di onnipotenza, io Rea, con altri Dèi, ho favorito lo sviluppo di questa specie. Una specie che uccide, distrugge e devasta spesso al solo scopo di distruggere, uccidere o devastare. L'uomo non ha compreso che anche devastare è un costruire. Devastare è modificare un ambiente e questa modifica determina condizioni future. Per me Rea, la devastazione è salutare, ma l'uomo riuscirà a comprendere che nel devastare deve salvaguardare l'ambiente che favorisce la sua stessa vita o porterà la devastazione a livelli così drammatici da mettere in pericolo la sua stessa esistenza? Io Rea continuo a viaggiare nello spazio in compagnia del Sole e degli altri Pianeti. Milioni di anni dopo milioni di anni una nuova vita può germinare dalla distruzione oppure l'uomo fermerà la distruzione prima che il suo stesso ambiente sia compromesso e, comunque, la vita continuerà a germinare. Si! L'uomo è uno dei tanti animali della Natura, nato per diversificazione delle specie e adattatosi all'ambiente in cui è nato. Tu puoi spiegare come l'uomo sia sopravvissuto nel passato in condizioni che tu immagini drammatiche, ma non è così. Ogni animale è ugualmente intelligente, ugualmente forte, ugualmente attrezzato per affrontare le condizioni del mondo. Nessun animale è mai stato "primitivo" perché non c'era un primo, c'erano condizioni a cui la materia si è adattata diventando cosciente di sé. L'esperienza dell'uomo è quella di ogni animale. Un'intelligenza che esprime una conoscenza e un sapere costruito in centinaia di milioni di anni e riassunto dentro di sé nel suo corpo. Sarebbe sufficiente che l'uomo ascoltasse un po' di più il suo corpo e non fosse ammalato di eternità."

"Quel vero mediatore che è l'uomo Cristo Gesù, divenuto mediatore tra Dio e gli uomini "assumendo la condizione di servo", come Dio ricevette il sacrificio insieme con il Padre, con il quale è un Dio unico, ma come servo preferì diventare sacrificio, invece che riceverlo, perché non si pensasse, neppure in questa occasione, che si doveva offrire il sacrificio ad una creatura. Per questo egli è sacerdote, offerente ed offerta. Ha voluto quindi che il sacramento quotidiano di questa realtà fosse il sacrificio della Chiesa, la quale, essendo il corpo di cui Egli è il capo, impara per suo tramite ad offrire sé stessa."

Agostino d'Ippona, La città di Dio, Bompiani, 2015, p. 487

"E' talmente pieno di arrogante supponenza Agostino d'Ippona che si pone al di sopra di una gerarchia di uomini che devono a lui sottomettersi in quanto lui parla in nome e per conto di Dio." Riprende il discorso Rea " Attraverso questo esalta il servo che si fa servo per il gusto di farsi servo trovando in questa "auto imposta condizione" una sorta di legittimazione dell'autorità di Dio sugli uomini. In queste condizioni nasce l'idea del "servo dei servi" appellativo con cui i capi della chiesa cattolica per secoli (e anche oggi, anche se più in privato) definiscono il loro ruolo nella relazione fra il loro Dio immaginario e gli uomini di cui si sentono i padroni. Gesù è il "servo dei servi" di Dio. Cioè il padrone di tutti i sottomessi a Dio che devono riconoscerlo come Dio stesso. Capo del corpo della chiesa cristiana, padrona e stupratrice degli uomini, al di fuori di ogni legge e di ogni norma sociale, che manipola l'infanzia preparandola ad agire contro la loro stessa società. Da qui la nascita della discriminazione fra gli uomini, la nascita del razzismo e della discriminazione delle donne e di chi non fa sesso in funzione delle necessità della chiesa cattolica che è Gesù. Il meccanismo della coercizione appare complesso perché gli uomini vengono costretti a prendere atto dell'attimo presente e non delle trasformazioni che hanno portato all'attimo presente. E' come per me, Rea, la Terra, non sono così, sono diventata così. L'uomo mi vede oggi per come sono, ma non ha assistito a tutte le trasformazioni che mi hanno portato ad essere ciò che oggi sono. L'uomo vive in un mondo che discrimina gli uomini. Alcuni uomini resistono e rifiutano la discriminazione, ma altri uomini alimentano la discriminazione perché non sanno spiegare il motivo per cui loro, creati ad immagine e somiglianza di Dio, dovrebbero essere considerati uguali, sottoposti alle stesse leggi e alle stesse regole, di altri uomini o donne che, secondo loro, non sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Per questo gli uomini devono imparare ad uccidere Dio" e in quel momento Rea fissò Yahweh e Allahu Akbar con una sorta di ghigno che sembrò deformargli il volto continuando "perché solo in quel modo possono pensarsi uguali fra uguali, sottoposti alla medesima legge."

Poi Rea si interruppe. Sembrava che il suo discorso l'avesse esaurita. Fece una lunga pausa e concluse.

"Io sono Rea, la Terra vivente sopra la quale posate i vostri piedi. Ciò che sono oggi, non è ciò che ero ieri. Oggi sono ciò che le mie scelte hanno voluto che io sia. Lo stesso vale per ogni oggetto del mondo in cui viviamo. Ciò che è oggi non è ciò che era ieri anche se l'oggi è trasformazione dello ieri. Le decisioni che prendo oggi, non sono le decisioni che avrei preso ieri nelle medesime condizioni e per i medesimi problemi. E questo vale per gli uomini, le decisioni di oggi non sono quelle che avrebbero preso ieri."

Rea osservò gli arbitri uno ad uno e poi disse loro:

"Nemmeno voi siete gli stessi di ieri."

"Se oggi tu volessi spacciare per vera la possibilità di un "diluvio universale", gli uomini ti deriderebbero. Lo stesso vale per la chiesa cattolica e per i cristiani che per secoli hanno terrorizzato gli uomini con il terrore di un nuovo diluvio universale e che oggi verrebbero derisi dagli uomini se sorpresi a riaffermare un simile paradigma." Disse Rea guardando Yahweh.

"E tu" Rea guardò Allahu Akbar "Non sei più quello delle armate di ?ala? al-Din Yusuf ibn Ayyub, sei un'immagine sbiadita, relegata in un tempo passato e rispolverata da fanatici che ancora sventolano la tua gloria di onnipotenza per dissetare la loro disperazione."

Poi Rea girò lo sguardo e fissò Beppi di (o da) Lusiana e disse: "Zappa e trasforma la terra. Cambiami e modificami, ma ricordati che io non sono più ciò che ero ieri. Se ho sopportato la tua zappa che si infilava nella terra fu perché tu mi hai dato molto di più di quanto prendevi da me. Ma le cose cambiano e se non metti attenzione prima o poi non avrai più una terra in cui piantare la zappa."

Infine Rea guardò Fanes dicendoli "Continua a sbattere le ali d'oro. Vola nella materia e rendila cosciente. Tu stesso non sei più ciò che nacque all'origine del tempo da quell'uovo primordiale che espresse tutto l'universo. Ora sei l'Intento che trasforma, sa di trasformare e già pensa la direzione che avrà la trasformazione di questo presente."

Poi la Terra tacque. Il campo da gioco fu riavvolto nel silenzio mentre la nebbia continuava ad avvolgere i quattro arbitri che apparivano sempre più smarriti.

Marghera, 27 novembre 2021

 

Continua...

Il significato delle azioni della partita di calcio della filosofia spiegate dagli Dèi.

 

Marghera, 27 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 26 gennaio 2022

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