Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen e Chien-Chi Chang

La vita, la globalizzazione, l'ambiente urbano

Presentate dal Taipei Fine Arts Museum di Taiwan

Castello 4209 - Venezia

53 Esposizione Internazionale d'Arte 2009

La Religione Pagana e la Biennale d'Arte di Venezia

di Claudio Simeoni

53esima Biennale di Venezia: La Religione Pagana come bisogno umano espresso nell'arte.

Argomenti di Religione Pagana.

 

English version: Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen and Chien-Chi Chang at the 53rd Venice Biennale

 

Il museo di Taipei in Taiwan alla 53esima Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, Biennale di Venezia, presenta tre artisti che descrivono le trasformazioni del mondo attraverso le trasformazioni sociali che la globalizzazione impone. Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen e Chien-Chi Chang, sono presentati dal Taipei Fine Arts Museum di Taiwan e sono in bilico fra denuncia e sfruttamento delle condizioni denunciate. Fra denuncia della miseria degli Esseri Umani che affrontano il futuro e lo sfruttamento della miseria di alcuni Esseri Umani per inchiodare al presente le prospettive nei confronti del futuro dei visitatori.

Alcuni di loro vivono negli USA. Proprio per questo sono in grado di documentare, attraverso l'arte, aspetti della globalizzazione spesso sconosciuti alla cronaca.

Nell'arte di Hsieh Ying-Chun viene rappresentato il passaggio da un'economia agricola e pastorale a quella edilizia. Il lavoro che si trasforma e trasforma l'uomo che lo svolge.

Alcune scene presentate da Hsieh Ying-Chun attraverso foto e filmati, sono estremamente drammatiche. Il lavoro che si separa dall'uomo. Non è più uno strumento con cui l'uomo trasforma il mondo in base alle proprie esigenze. L'uomo diventa uno strumento del lavoro. Il lavoro trasforma l'uomo in un alienato alla vita.

L'uomo non vive più. L'uomo lavora. Il lavoro diventa il soggetto che utilizza l'uomo. L'uomo diventa l'oggetto e fine del lavoro. Il lavoro considera, l'uomo che lavora, un costo.

Nel cambiamento della relazione lavoro-uomo sta tutta la drammaticità di quanto presentato alla Biennale di Venezia da Hsieh Ying-Chun.

La globalizzazione allontana l'uomo dalla vita precedente. Quella vita che lo ritraeva con bufali e capre: ma davvero era quella la vita migliore?

Il lavoro presentato da Hsieh evoca immagini schiaviste, ma quando lo schiavismo dal profondo dell'anima entra nella ragione, allora viene riconosciuto dalla coscienza dell'individuo. E in quel momento l'individuo immagina un futuro diverso.

Un futuro in bilico fra libertà e costrizione nelle condizioni, come nell'arte presentata da Chien-Chi Chang sui lavoratori illegali a New York a Chinattown. Persone che si adattano a vivere nelle pieghe della metropoli e che possiamo incontrare in Italia portando gli occhi là dove non vogliamo vedere. Persone che impongono sé stesse come persone a società che vorrebbero imporre loro il ruolo di "lavoratori". "lavoratori" che spariscono alla vista una volta riposti gli attrezzi con cui la società li ha sfruttati. "lavoratori", non persone. "lavoratori" che vengono criminalizzati non appena, per sopravvivere, scorgono delle pieghe nella società e tentano di infilarsi svolgendo lavori sporchi, spesso ai confini di criminalità emarginata, per poter sopravvivere.

Così gli emarginati di Chien-Chi Chang sono gli emarginati delle città del Veneto contro i quali sindaci come gli sceriffi Bitonci, Gentilini, Zanonato, Tosi, Cacciari, ecc. si divertono a scatenare le bande dei vigili urbani, in disprezzo della Costituzione, per perseguitare e vessare i disperati pur di avere una manciata di voti elettorali.

L'estetica della miseria viene rappresentata dall'artista che dalla miseria si separa.

Il turista si compiace della povertà, la considera "tipica".

Oggetto da fotografare e mostrare come fosse un trofeo di caccia.

Lo Stregone vive le stesse passioni; soffre con gli uomini quando le passioni e le aspettative per il loro futuro sono soffocate.

Lo Stregone si compiace ed esulta quando una sbarra della gabbia viene rimossa.

Uno Stregone non ama l'estetica della miseria: la miseria è miseria intesa come distruzione della vita.

Non ha nulla di nobile!

Uno Stregone non afferra l'aspetto estetico della vita; afferra l'aspetto emotivo!

Quando Achille trascina col suo carro il corpo esanime di Ettore, lo Stregone non coglie il trionfo di Achille, ma partecipa del dolore di Ettore.

Così non c'è "gloria" nel vigile urbano che abbandona l'anziana mendicante nella neve dopo averle tolto le scarpe, ma solo un sentimento di disprezzo nei confronti del Vigile Urbano e del suo sindaco (accadde a Como)!

La miseria della vita degli immigrati e le difficoltà di emigrare e immigrare.

Come le scene proposte da Chen Chieh-Jen. Difficoltà di emigrare; difficoltà ad immigrare. Difficoltà delle persone di percorrere il proprio spazio di vita ingabbiate in regole che vengono tenute nascoste per truffare le persone. Ingannare.

Le donne che leggono all'ufficio immigrazione la loro tristezza e la loro disperazione.

Non amo questo tipo di rappresentazione.

L'autore parla di "denuncia" delle difficoltà fra USA e Taiwan, mentre io colgo un tentativo di speculazione del dolore. Usare il dolore per coinvolgere le persone in operazioni che non solo non leniscono il dolore, ma lo alimentano al fine di garantire ad altri speculatori di coinvolgere le persone per i loro progetti.

Inchiodare le persone sul dolore vissuto da altre persone affinché anch'esse non siano in grado di progettare il loro futuro. Sfruttare la con-passione e l'empatia emotiva fra gli Esseri Umani per impedire ad una parte degli Esseri Umani di progettare il loro futuro perché qualcuno ha bloccato nel dolore e nelle difficoltà il futuro di alcuni (o la maggior parte) di Esseri Umani.

Chi vive nel Veneto, in Italia, conosce molto bene questo tipo di immigrazione ed è compartecipe del dolore di chi sta tentando di fondare il proprio futuro.

Chi vive in Veneto è consapevole dell'odio che gli amministratori del Veneto esercitano nei confronti dei poveri, degli emarginati, degli immigrati.

Chi ha vissuto l'evoluzione della società Veneta dagli anni '60 ad oggi ha assistito alla progressiva occupazione dell'emarginazione sociale (la riserva di manodopera per gli industriali e il terziario fatto di lavoro nero e precariato) dell'immigrazione sulla quale si riversava la ferocia di poliziotti, vigili urbani e amministratori locali.

Quando guardiamo l'esposizione artistica di Taiwan che si tiene presso Palazzo delle Prigioni Castello 4209; quale parte scegliamo?

Quello dell'artista o quello dei soggetti che l'artista rappresenta?

E' una domanda chiave in Stregoneria. A seconda della scelta emotiva che noi facciamo, il futuro che costruiremo, sempre che sapremo costruirlo, sarà diverso e, forse, nemmeno ci sarà.

Marghera, 28 giugno 2009

English version: Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen and Chien-Chi Chang at the 53rd Venice Biennale

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

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