Riflessione nella trasmissione radiofonica di RadioGamma5 --- dicembre 1997
Si tratta di un gruppo di sei riflessioni su antiche forme religiose precristiane il cui scopo era quello di dimostrare come fra tutte le antiche religioni ci fosse una visione comune della realtà religiosa anche se definita culturalmente con nomi diversi. Le riflessioni vennero scritte fra la fine del 1997 e l'inizio del 1998 e presentate nelle trasmissioni radiofoniche di RadioGamma5.
La popolazione hurrita è una popolazione molto particolare nel panorama mediorientale. E' una di quelle popolazioni che sono state in grado non solo di costruire una civiltà ma di fare da ponte fra civiltà diverse e trasformazioni diverse. Gli hurriti hanno costruito il divenire in direzione spaziale e in direzione temporale. In altre parole, hanno percorso lo spazio e impostato processi di mutamento oltre il tempo intervenendo nelle trasformazioni di altri popoli sia arricchendoli che adattandosi e integrandosi.
Il loro nome è di origine incerta, ma è probabile che derivi dal nome della città di Huri o, più probabilmente, si definivano abitanti della città di Huri, l'attuale città di Urfa nota in Grecia come Edessa. E' una città situata nella Turchia meridionale presso il confine con la Siria. Furono gli hurriti a respingere verso l'Egitto le popolazioni degli hyksos. Agli hurriti si sovrappose l'impero dei Mitanni che si sacrificherà nel tentativo di bloccare l'espansionismo degli Assiri.
E' necessario ricordare le differenze sociali esistenti fra i babilonesi e gli assiri per comprendere l'anomalia assira nel panorama mediorientale di quel tempo. Per capire le differenze sociali basta conoscere la posizione dell'essere umano femminile all'interno del sistema sociale e della famiglia. In Assiria, il potere del marito giungeva fino a poter uccidere la moglie. In babilonia la posizione giuridica della moglie invece, pure inferiore a quella del marito, era superiore a quella esistente in molti altri paesi dell'antichità, anche perché essa poteva avere un proprio patrimonio.
Si legge nel codice di Hammurabi legge 150:
"Se un uomo ha donato con regolare contratto, terre, casa o altri beni alla moglie, alla sua morte i figli non possono esigere nulla; la moglie lascerà questi beni al figlio che preferisce, non ad altri"
Queste poche riflessioni sono sufficienti per inquadrare l'entità della relazione fra società e religione. Questa impostazione sociale babilonese fu introdotta probabilmente dagli Elamiti una popolazione proveniente dell'attuale Belucistan. gli Elamiti assunsero la scrittura cuneiforme dai sumeri ma introdussero la percezione del lato femminile della vita come socialmente importante (gli Dèi degli Elamiti erano rappresentati con attributi animali).
Gli Hurriti, assieme al regno dei Mitanni, verrà fatto sparire dalla scena della storia, ma non del suo potere religioso. Le culture religiose passano da un popolo (o una cultura, all'altra come la Dea Nanaia degli Elamiti il cui culto continua con la divinità Persiana, Anahit che come acqua fecondatrice è venerata dagli Armeni e dai Greci. I Greci la venerano come Afrodite o come Artemide mentre gli Armeni vi hanno eretto un tempio a Erez. Poi, sparito il regno Assiro, la religiosità hurrita si trasformerà diventando l'antica religione siriana che tenterà di fermare il nuovo orrore che si stava articolando: quello della religione ebraica.
Nella religione Hurrita la cosmologia ha origine da Anu (è il cielo alto, una divinità comune con i Sumeri e altri popoli) che solo e assoluto si muove nel vuoto finché Kumarbi lo distrugge generando gli Dèi finché Teshup, non gli toglie il dominio dell'universo.
Questo è lo stesso schema della Teogonia di Esiodo:
"Kumarbi è figlio e coppiere di Anu, strappò al padre i genitali con un morso e tentò di detronizzarlo. Anu lo maledisse predicendogli la nascita di mostri furiosi dalle sue viscere. Kumarbi, in seguito, fu rovesciato da Teshup il "dio-uragano"."
Anu è Urano Stellato e Kumarbi (che gli Hittiti riferivano agli Hurriti) era assimilabile a Crono per la sua azione contro Anu. Nelle epoche tarde Kumarbi fu assunto a "Padre degli Dèi" e "Signore delle tempeste". Teshup, venerato dagli Hittiti e dagli Elamiti, fratello di Isthar, con la moglie, la Dea Hepet si diffuse in tutta la Siria. In Siria era raffigurato in groppa ad un toro, con aspetto fiero armato di ascia e di saette.
La mitologia è molto chiara. Anu è la coscienza di sé che precede l'universo che, quando cessa di esistere, costruisce il caos, la luce dell'esistente nella quale si formano le coscienze di sé e il ciclo delle trasformazioni divine. Il caos stesso perde il controllo di sé in quanto il tempo, attraverso il processo di adattamento di tutti gli elementi presenti nel caos, riordina, struttura e adatta fino a ricostruire la coscienza di Anu alla fine del tempo. Teshup veniva raffigurato sopra due montagne o nell'atto di soggiogare il giorno e la notte: Sheri e Khurri. Il giorno e la notte la cui sequenzialità determina la misura del tempo, la sequenza del mutamento attraverso il quale si ricostruiva la coscienza di sé Anu. Coscienza di sé Anu la cui costruzione passava attraverso la coscienza di sé dell'essere sole, CHEPAT (KHEPA), che veniva considerata moglie del tempo. Una moglie dura e determinata nel dare l'assalto al cielo tanto che veniva raffigurata in groppa ad un leone.
Con varie letture soggettive e rispondendo a diverse esigenze religiose, questa sequenza è fondamentale in tutto il medioriente, attraversa la Grecia e giunge fino a noi. La coscienza Anu viene esautorata dal padre degli dei che viene esautorato dal tempo che andranno a ricostruire Anu. E' la sequenza generale su cui si fonda tutto il paganesimo, al di là dei nomi e dei significati che attribuiamo agli Dèi. La ciclicità assoluta delle trasformazioni. Tutte le altre divinità sono coscienze che entrano nel gioco della fondazione del divenire. Il divenire è la ricostruzione della coscienza di sé Anu.
Il meccanismo religioso percepito attraversa lo spazio e il tempo. Si trasferisce nella religione dell'antica Siria. Adone, considerato la natura, rinasce ad ogni stagione. Dopo l'inverno la primavera della vita. Costituirà una base culturale di interpretazione dei culti misterici nella Grecia antica mentre il lato femminile della natura, col nome di Atargatis venne accettato ed ammesso anche dai romani sotto il nome di DEA SYRIA.
La divinità più importante dell'antica Siria era BAAL: l'energia della vita. L'energia della vita che dalla madre terra si sprigiona per alimentare l'essere natura. Favoriva la fertilità dei campi, regolava le piogge e le falde freatiche. Questa figura subì parecchie trasformazioni a mano a mano che la percezione dei popoli si espandeva. Fu identificato sempre con l'energia vitale, la forza in grado di costruire le coscienze di sé di qualunque essere. Divenne il temporale, come padre degli esseri di sola energia vitale, divenne un toro come identificazione del principio maschile dell'Essere Natura, fu identificato col cielo come padre e generatore dell'Essere Natura e ancora con l'Essere Sole come espressione dell'energia vitale che si irradia nello spazio. Anche Baal, quand'era identificato con l'essere natura, moriva e rinasceva a seconda della velocità con cui l'energia vitale scorreva e dello sviluppo delle coscienze di sé. Baal non è nessuno delle divinità hurrite ma è la sostanza di Anu che priva della coscienza di sé ricostruisce Anu. questo sistema religioso divenne proprio dei Fenici.
BAAL fu considerato il maggior rivale del Dio di Israele. Se Baal è l'energia vitale che si trasforma in coscienza di sé, il Dio degli ebrei è la coscienza che si ciba di energia vitale stagnata. E' il padrone degli esseri umani, colui che vuole sbarrare la strada affinché gli esseri umani non possano cogliere dall'albero della vita eterna e diventare Dèi. Baal è il costruttore della coscienza ed è l'alimentatore dell'eternità di ogni coscienza di sé esistente.
Nell'antica religione siriana abbiamo un'altra divinità che muore e rinasce identificata anch'essa nella natura ed è ESHMUN considerato Dio della natura e della salute del corpo fisico.
Anche questa divinità ripercorre le tappe della costruzione della coscienza di ogni essere che si sviluppa attraverso dei cicli a seconda dello stadio di sviluppo e crescita in cui si trova.
E' importante parlare della rinascita dal punto di vista pagano. La rinascita pagana non è né un processo di metempsicosi, né un processo di reincarnazione, né un processo karmico. Il paganesimo riconosce un processo continuo di costruzione della coscienza che nell'essere della natura va dall'attimo in cui la coscienza tenta di dilatarsi al divenire uno con l'universo. Questo processo è diviso in fasi di sviluppo, dove una fase costruisce gli elementi per affrontare la fase seguente. Le rinascite sono gli arrivi nelle fasi seguenti, non il ritorno al corpo fisico. Per quanto riguarda la rinascita di Adone (dal punto di vista fenicio, non greco), la rinascita di Eshmun, le rinascite di Baal non rappresentano delle rinascite, ma scandiscono il respiro dell'Essere Natura, il suo rinnovarsi, il giorno e la notte dell'Essere Natura come appaiono alla ragione.
Va sottolineato come la religione ebraica esprima un odio feroce contro la vita e nel contempo la necessità della sottomissione. Sia Elia che Osea si accaniscono violentemente contro il culto di Baal nel tentativo di distruggere la vita. Non è un caso che nei vangeli al momento della trasfigurazione accanto a Gesù ci siano i due maggiori criminali della storia ebraica: Elia il macellaio della vita e Mosé l'artefice della sottomissione assoluta mediante i dieci comandamenti.
La contrapposizione diretta all'ideologia religiosa ebraica, avviene proprio da parte della religione fenicia. Per questo motivo diventa importante terminare quest'escursione del pensiero e della religiosità pagana con la religiosità fenicia alla quale la religione ebraica oppone il proprio terrore. A parte Baal che era un sentire religioso comune a tutti i popoli semitici (e lo sputtanamento e denigrazione del quale è stato fatto oggetto dall'ideologia religiosa degli ebrei e del loro Dio padrone). C'è l'essere natura chiamato ADONE e venerato sia dai fenici dell'isola di Cipro che nella città di Byblos. Un altro aspetto dell'Essere Natura noto come ESHMUN che ciclicamente muore e rinasce (dalla quale i cristiani prenderanno spunto per descrivere la favola della resurrezione del loro inesistente Gesù di Nazareth). C'è BEELZEBUB (sarebbe più corretto Baal Sebub), il caos dell'energia vitale dal quale prendono forma le coscienza (o se vogliamo gli Dèi, visto che ogni coscienza di sé è un Dio partecipe alle trasformazioni consapevoli, appunto all'insieme dei divino, dell'universo) venerato nella città Palestinese di Accaron. Gli ebrei, che disprezzano la vita adorando un Dio che si compiace del sapore dell'olocausto, definiscono Beelzebub il signore delle mosche (invocato anche per tener lontano le mosche dalla carne?) dimenticando che essi stessi sono coscienze che lavorano per diventare eterni se non preferissero essere sacrificati in olocausto per compiacere il loro Dio (infatti si definiscono il popolo proprietà del loro dio). Nel nuovo testamento il disprezzo per Baal Sebul giunge in Matteo che esaltando il Gesù che distrugge il divino dentro gli esseri umani (Gesù scaccia il demone: il divino che cresce nell'essere umano) ha terrore della vita che si trasforma in coscienza di sé diventando divinità fondando il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
Nel vangelo di Luca troviamo anche l'idolo detestabile: MELEK (DETTO ANCHE MOLOCH). I cristiani lo detestano davvero, infatti MOLEK altro non è che la coscienza di sé Sole mentre fonda il proprio divenire nei mutamenti favorendo lo sviluppo di ogni coscienza di sé in questa parte dello spazio. I cristiani indicano questa funzione nell'attività del loro Dio, il loro padrone, non negli Dèi che circondano e formano gli Esseri Umani.
Ecco come la storia religiosa di un paganesimo attraversa tremila anni prima del profeta dei cristiani e giunge fino a noi. L'essenza attraversa cinquemila anni. Anche se le figure sono distorte, spesso dimenticate, attraversando momenti percettivi diversi ci portano l'essenza del paganesimo antico affinché noi possiamo ricostruire il paganesimo futuro.
Lunghi fili rossi legano i paganesimi attraversando le percezioni specifiche. Un lungo filo rosso dal paganesimo hurrita giunge fino a noi. Noi ci limitiamo a prenderlo, guardarlo con dolcezza, lo facciamo nostro e speriamo di alimentarlo rinnovando la forza della percezione umana per quanto possiamo.
Nota: per il lavoro mi sono servito della traccia dell'Enciclopedia delle Religioni della Garzanti 1989.
Marghera, --- dicembre 1997
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Non esiste, nella società in cui viviamo, una disciplina o delle regole per chi voglia costruire una Religione o, più in generale, un pensiero religioso autonomo e diverso dalla religione cattolica che domina ogni anfratto dell'esistenza umana. Chi lo fa viene visto con sospetto. Un nemico da combattere e quando viene aggredito, le Istituzioni tendono ad ignorare le aggressioni. Eppure, costruire una religione è l'unico modo per agire sulle proprie emozioni e costruire i legami fra sé stessi e il mondo in cui siamo nati.
Marghera, 19 gennaio 2012
Claudio Simeoni
Meccanico
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Guardiano dell'Anticristo
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