Se una persona fosse cieca e sorda e ci parlasse della società, noi metteremmo attenzione a ciò che dice e, magari, faremmo distinzione nelle affermazioni in cui essere sorda e cieca comprometterebbero il suo giudizio.
Ma se una persona è schizofrenica, malata di cuore o nevrotica (e quant'altro) tendiamo a non capire dove la sua patologia la rende handicappata nel suo giudizio sociale e finiamo per discutere di ciò che lei afferma anziché del perché lei lo afferma.
Luglio 2022: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

09 luglio 2022
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Cronache mese di luglio 2022

 

09 luglio 2022

Filosofia metafisica

Oltre al brano che ho condiviso su Democrito, oggi ho preparato altre due riflessioni, una riguardo a Descartes, Cartesio, e l'altra a Pascal. Tutte e tre queste riflessioni le inserirò nella pagina relativa a marzo-2019 dei messaggii su Facebook. In quel mese avevo preparato le biografie di questi autori, oltre a quella di Proclo, e i pezzi che ho scritto oggi vanno a compendio della presentazione delle biografie che feci su Facebook.

E' un'altra delle tecniche di lavoro che sto sperimentando.

 

09 luglio 2022

Covid-19, le statistiche

Questa è la situazione della diffusione del covid-19 ad oggi, 09 luglio 2022 alle ore 20.00. So benissimo che la cosa non interessa nessuno, ma da 400000 contagi al giono siamo passati a 700000 contagi al giorno registrati dai servizi sanitari di tutto il mondo e anche i morti, sia pur più lentamente, hanno cominciato a crescere. Dopo due anni e mezzo di covid-19 la tendenza è quella di dire "crepate e non rompete le palle" è l'idea del capitalismo occidentale in cui l'economia e il profitto viene prima delle persone.

Se questo è il vostro modo di pensare, buon pro vi faccia, ma io continuo a dire "proteggetevi".

 

09 luglio 2022

Alpini e covid-19

Oggi, sull'Altipiano di Asiago grande raduno per la diffusione del covid-19, tanto loro, pieni di grappa, sono convinti di essere immortali.

 

09 luglio 2022

Morti con covid-19

Continua ad aumentare il numero di morti per covis-19, oggi in Italia 93 a fronte di quasi 100000 contagi. Stiamo scalando la classifica mondiale dei paesi più contagiati da covid-19.

 

09 luglio 2022

Democrito di Abdera e il complottismo di Platone

La mia riflessione di oggi

E' complesso parlare di Democrito di Abdera dal momento che i seguaci dell'assolutismo, da Platone ai neoplatonici e ai cristiani, hanno avuto l'accortezza di distruggere tutte le sue opere.

Cosa ci è rimasto di Democrito?

Ci sono rimasti frammenti, idee che vengono desunte da autori che criticano Democrito e dai quali si desume una visione della realtà altra rispetto agli assolutisti anche se spesso, le citazioni e il loro uso, appare contraddittorio se non strumentale.

Di Democrito possiamo dire che è un uomo che ha pensato il mondo in cui è vissuto con una relazione coerente fra il mondo degli uomini e il mondo degli Dèi. Un uomo che non ha mai usato il complottismo divino per spiegare una realtà che osservava, ma della quale non afferrava i meccanismi (vorrei sapere chi lo faceva nel suo tempo).

Archimede ha scoperto il principio di galleggiamento e Newton ha scoperto la gravità.

L'uno e l'altro scoprono dei meccanismi della realtà in cui vivono, ma tali scoperte vanno messe in relazione all'attività di Democrito in una perenne ricerca delle connessioni del reale, non certo in relazione all'attività di Platone.

La realtà è formata da atomi variamente organizzati.

E' una realtà anche oggi acquisita, nonostante la ricerca abbia messo in luce l'esistenza di altre particelle subatomiche che rendono la realtà fisica infinitamente più complessa che non protoni e neutroni, ecc.

La filosofia che noi incontriamo in Democrito è la filosofia dell'abitare il mondo spiegata spesso con giudizi di necessità. Spiegazioni e giudizi costretti, forzati, in assenza di conoscenze capaci di dare spiegazioni che oggi riterremo sufficienti (ma c'è ancora tanto da scoprire che non è il caso di essere arroganti...).

A differenza di Platone, Democrito non ricorre mai al complottismo divino.

Scrive il Diels-Kranz:

Aristosseno nei Commentari storici narra che Platone voleva dar fuoco a tutte le opere di Democrito, quante aveva potuto procurarsene, ma ne fu distolto dai pitagorici Amicla e Clinia che gli fecero osservare che non c'era frutto, perché quei libri erano già nelle mani di moltissimi. E si capisce: infatti lo stesso Platone, che fa menzione di quasi tutti gli antichi filosofi, non ricorda mai il nome di Democrito, neppure là dove proprio dovrebbe polemizzare con lui, ben sapendo che si sarebbe cimentato col migliore dei filosofi; e basta ricordare l'elogio fatto ne da Timone, che suona così:

Come Democrito il gran saggio, signore della parola, io riconosco tra i migliori acutissimo nel conversare.

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 666

Lo scontro fra il "razionalista", Democrito, che abita il mondo e il "complottista", Platone, che alla realtà del mondo antepone una realtà ontologica è una contrapposizione che si è perpetrata nel corso della storia della filosofia e che ha danneggiato grandemente la vita degli uomini.

Proviamo a riflettere su questa citazione:

p. 1110 F. Che cosa dice infatti Democrito? Che sostanze infinite di numero, indivisibili e senza differenze, e inoltre prive di qualità sensibili e inalterabili, si muovono nel vuoto in cui sono disseminate; e quando si avvicinano tra loro o si incontrano o si intrecciano, si formano delle aggregazioni di cui l'una si presenta come acqua, l'altra come fuoco, l'altra come pianta, l'altra come uomo. E tutto costituiscono le " forme indivisibili ", com'egli le chiama, e non esiste null'altro che queste: perché non vi è generazione dal non essere ma neanche dagli esseri potrebbe nascere nulla poiché non possono, per la loro solidità, né subire alcunché né trasformarsi: onde né il colore può provenire da ciò che non ha colore, né la natura o l'anima da ciò che è privo di qualità e (inalterabile).

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 691

Le sostanze infinite di numero e senza differenze, prive di qualità sensibili e inalterabili, si muovono nel vuoto in cui sono disseminate. Si intrecciano, si scontrano, si aggregano, ecc.

E' solo un concetto di fisica oggi acquisito?

E' anche un concetto religioso che pone la materia al centro della vita e con la materia, l'energia che altro non è che materia organizzata in un diverso modo (si può dire anche il contrario e cioè che la materia è energia organizzata in altro modo).

Anche l'osservazione che fa Aristotele in merito all'attività filosofica di Democrito è curiosa:

65. ARISTOT. phys. e 1. 252 a 32. E' del tutto erroneo il supporre di dare un principio sufficiente col dire che è sempre o accade sempre così che è la concezione a cui Democrito riconduce le cause della natura, in base alla considerazione che i fenomeni del passato si sono prodotti nello stesso modo di ora; e la causa dell'eterno, poi, non ritiene di dover ricercare.

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 694

I meccanismi di trasformazione della materia sono avvenuti in passato e avvengono tutt'ora nello stesso modo e ha ragione Democrito nel ritenere di non dover cercare le cause dell'eternità in quanto ciò che ora è, e le sue trasformazioni, è ciò che noi stiamo vivendo. In realtà, chi ricerca la "causa dell'eterno" è il complottista che sta cercando le "cause" che spieghino un presente per giustificare il proprio porsi al di fuori del presente.

O si è nella materia e nella vita, o si è fuori della materia e della vita.

Cito:

Parmenide e Democrito affermano che tutto avviene per necessità: e che essa è fato e giustizia e provvidenza e produttrice del mondo.

E ancora:

67. SIMPLIC. phys. 327, 24. Ma anche Democrito, là dove dice "dal tutto si distaccò un vortice di forme d'ogni genere" [B 167] (ma non dice come né per qual causa), sembra significare che il vortice si produce spontaneamente e casualmente.

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 694

Il venir in essere del mondo e della materia vivente procede da un mondo vorticoso dove il movimento trasforma il presente, ma il movimento è oggetto intrinseco della materia che si trasforma a differenza dell'idea di Platone che alla materia sovrappone un'entità che domina e comanda la materia.

Platone è il padre dei complottisti che alla realtà esistente sovrappone un'altra diversa realtà che la domina e la controlla. La caratteristica dei complottisti non è solo quella di inventare e diffondere l'idea di una realtà immaginaria, ma è anche quella di mettere in atto complotti eversivi nella società

Pensare che il complottista sia solo quello che vede complotti in ogni azione è fuorviante, il complottista vede complotti in ogni azione che gli è avversa solo perché lui mette in atto complotti contro la società per assicurarsi vantaggi personali e ha ragione, la società e gli individui della società civile, di sentirsi minacciati dai complotti dei complottisti che, ventilando complotti immaginari, coprono e nascondono complotti reali.

Scrive Aristotele criticando Democrito:

69. ARISTOT. phys. B 4. 196 a 24. Vi sono poi di quelli che attribuiscono al caso la causa dell'esistenza di questo nostro cielo e di tutti i mondi: dal caso deriva il vortice e il movimento che separò gli elementi e ordinò nella sua forma presente l'universo ... E quel che fa veramente meraviglia è che, mentre dicono che gli animali e le piante né esistono né nascono fortuitamente, sibbene hanno una causa, sia poi questa la materia o la mente o qualcosa di simile (giacché da ogni singolo seme non viene fuori ciò che capita, ma da questo qui viene l'olivo, da quell'altro l'uomo ecc.), affermano per contro che il cielo e tutto quanto vi è di più divino tra i fenomeni derivano dal caso e che non vi è punto per essi una causa analoga a quella che c'è per gli animali e per le piante.

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 695

Appare ovvio che il termine fuorviante è il termine "caso" che, in questo caso, viene contrapposto ad una volontà determinatrice esterna all'esistente di cui stiamo parlando. E' "il caso che determina l'esistenza di questo nostro cielo e di tutti i mondi". Se anziché usare il termine "caso" usiamo il termine "adattamento soggettivo alle variabili oggettive" che modifica il presente al presentarsi di variabili, di fenomeni o di modificazioni, il discorso di Democrito è coerente rispetto ad ogni altro discorso che, pretendendo di togliere il "caso" come produttore del presente, pretende di metterci una volontà ordinatrice e, pertanto, padrona del presente.

Certo che animali e piante non nascono fortuitamente, hanno cause, ma hanno cause a monte delle cause che ne alimentano le generazioni e cause a monte anche di queste cause. Tutte queste cause, e la catena di cause che le precedono, sono riconducibili alla materia (e all'energia che poi è materia organizzata in un diverso modo) e ai suoi processi di adattamento. Processi di adattamento che non possono essere visti come processi di adattamento passivo, ma anche, e soprattutto, come processi di adattamento in cui i soggetti esercitano la loro volontà e la loro libertà di scelta fra più e diverse opzioni che l'oggettività, nel modificarsi, presenta loro.

La disputa è chiara:

LACT. inst. divo I-2 .... cominciare da quella questione che sembra essere per natura la prima, se vi sia una provvidenza che a tutte le cose provvede o se tutto nel mondo sia stato prodotto e si svolga per opera del caso, opinione questa che ebbe il suo primo assertore in Democrito ed ebbe un propugnatore in Epicuro.

Hermann Diels e Walter Kranz, I Presocratici – testimonianze e frammenti, Laterza, 1990, Pag. 695

La questione per Aristotele: o è Dio che provvede (chiamala provvidenza o qualsiasi altro nome attribuisci a Dio) o è il "caso" inteso come casualità di miscelamento di elementi presenti come materia.

Ora, la materia/energia si combina per la presenza di forze interne alla materia/energia. Il fatto che tali forze non rientrino sotto i nostri sensi non permette alle persone di non riconoscere che la materia/energia, di cui loro sono fatte, mette in atto processi adattativi e di trasformazione a seconda dei fenomeni che incontra nel mondo. Ovviamente, né Aristotele né Democrito conoscevano i fotoni, ma uno sviluppo logico si contrappone ad un altro quando uno riconosce nella luce una caratteristica della materia, anche a livello cosmologico, e l'altro come un prodotto della provvidenza divina (sia la luce e la luce fu).

Oggi, che abbiamo superato l'evoluzionismo cristiano (e positivista) per comprendere alcuni meccanismi dell'evoluzionismo biologico, noi sappiamo che, date le condizioni oggettive, un vivente si trasforma in un diverso vivente. Questo tipo di processo noi non lo attribuiamo né al caso né alla provvidenza, ma, in questo caso, alla necessità del vivente di sopravvivere a condizioni diverse che si sono manifestate nel mondo in cui vive.

Tanto per non andare molto lontano è il caso delle variabili e sottovariabili del covid-19 che da qualche anni imperversa sulla terra. L'uomo si difende e lui si adatta, si trasforma, fa nascere nuove specie e nuove sottospecie: esattamente come è avvenuto in natura nei processi di milioni di anni di diversificazione delle specie.

Più si scoprono cause e condizioni e più ci si allontana dall'uso del termine "caso", tuttavia non ci si avvicina mai al termine "provvidenza" o "volontà di Dio" se non nelle fantasie erotiche di coloro che ventilano complotti divini per coprire complotti reali nella società civile: come Platone!

 

09 luglio 2022

Covid-19

Il problema non è che io mi prenda il covid-19 e magari mi illudo di poter superarlo senza problemi; la questione è che per migliaia che non hanno problemi alcuni muoiono e altri soffrono per mesi. La distruzione della nostra società attuale passa anche attraverso la distruzione di fasce deboli e fragili della società. Pensarci dopo è troppo tardi.

 

09 luglio 2022

La società stagnante che i numeri non sanno descrivere

C'è un articolo sul giornale La Repubbliche che non sono in grado di leggere tutto perché non sono un abbonato, ma il solo titolo definisce un modo di essere della società che è chiaro, per chi vive nella società, da oltre 15 anni.

Si tratta di un'affermazione dell'INPS secondo cui La società sta stagnando e non esistono numeri per descrivere statisticamente questa stagnazione.

Si tratta degli effetti del berlusconismo, del leghismo, del salvinismo che hanno aggredito violentemente tutte le forze culturali nella società costringendole a ritirarsi dal dibattito sociale e aprendo al controllo ideologico mafioso della società stessa.

Il ritirarsi degli individui nel personale ignorando i problemi sociali ha, di fatto, immiserito psicologicamente ed emotivamente la società ccivile svuotando di contenuuti culturali gli stessi nemici di coloro che combattebano. In sostanza, se reprimi le forze che chiedono il rinnovamento sociale, dopo un certo tempo di repressione, le forze del rinnovamento sociale si ritirano dal palcoscenico della società perché devono, comunque sopravvivere, ma anche la tensione della repressione si svuota e diventa atto inutile di violenza fine a sé stessa che alla fine si nutre di pura devastazione sociale.

In questo vuoto assoluto ci sono persone che si agitano e che vengono, di volta in volta, indicate dai media come le novità, ma si tratta solo di propaganda volta a distruggere, ulteriormente, la società stessa.

La cura è sempre la stessa: togliere i diritti Costituzionali a Dio e riconoscerli agli uomini della società. Istituire galera per gli evasori fiscali e smetterla di usare le leggi per reprimere idee e istanze sociali delle persone. Ma questo richiede che la società esca dal sistema mafia che la sta dominando.

REPUBBLICA.IT

La società stagnante che i numeri non sanno descrivere

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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