Se una persona fosse cieca e sorda e ci parlasse della società, noi metteremmo attenzione a ciò che dice e, magari, faremmo distinzione nelle affermazioni in cui essere sorda e cieca comprometterebbero il suo giudizio.
Ma se una persona è schizofrenica, malata di cuore o nevrotica (e quant'altro) tendiamo a non capire dove la sua patologia la rende handicappata nel suo giudizio sociale e finiamo per discutere di ciò che lei afferma anziché del perché lei lo afferma.
Luglio 2022: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
10 luglio 2022
A 70 anni c'è il grande privilegio della consapevolezza che non manca moltissimo alla morte del corpo fisico. Il punto è che non sono solo io che è arrivato a quest'età, ma anno dopo anno tutta la mia generazione, anno più, anno meno, si sta avvicinando a questo traguardo. Io so che prima o dopo morirò, ma intanto, il piacere di vedere molti di coloro che così, tanto per sport, furono ostacoli sulla mia strada precedermi in questa futura condizione, sinceramente, non ha prezzo.
10 luglio 2022
Marzo 2019, la religione pagana su Facebook
La pagina che ho fatto è questa. Si tratta di pagine molto corpose, ma mettono in evidenza che cosa si è detto attorno alla Religione Pagana pubblicato in Facebook nel mese di Marzo 2019. Inoltr son state aggiunte tre riflessioni su altrettanti filosofi (Cartesio, Pascal e Democrito), quelle che ho messo in questi giorni circoscritte agli amici, ma che cancellerò. Tanto, chi vuole le trova sul sito.
Marzo 2019, la religione pagana su Facebook
FEDERAZIONEPAGANA.IT
I post di religione pagana messi su Facebook nel mese di marzo del 2019.
10 luglio 2022
Il sistema che ho adottato per fare le nuove pagine è piuttosto pesante perché implica l'integrazione con riflessioni originali dei vari filosofi.
Però, è sicuramente un arricchimento almeno fintanto che con i mesi di recupero post non arrivo alla presenza massiccia dei post fatti per i blog. Con marzo 2019 che carico questa sera sono 40 mesi di post.
10 luglio 2022
Siamo nati come corpi desideranti e ci siamo trasformati nel desiderio. Nel desiderio ci siamo emozionati ed emozionandoci abbiamo plasmato la nostra energia emotiva, che è l'energia della vita, costruendo il nostro corpo luminoso.
Coloro che negano la centralità del dessiderio nella vita, praticano il sacrificio umano dell'uomo. Voi, che negate i vostri desideri, avete acceso il fuoco che distruggerà la vostra possibilità di eternità.
10 luglio 2022
Come tutti i filosofi metafisici legati al potere anche Cartesio ha lo scopo di giustificare l'idea di Dio spacciandola come un'idea naturale da imporre sull'uomo.
Il testo che permette di comprendere la relazione fra Cartesio e l'idea, educazionalmente imposta, di Dio che Cartesio vuole far passare come "idea naturale" è "Meditazioni metafisiche". E' in questo testo che si esprime tutta la capacità di Cartesio di assoggettare sé stesso all'idea di Dio assoluto.
Il passo che cito è abbastanza ampio e contiene un ragionamento cartesiano sull'esistenza di Dio e su come l'esistenza di Dio agisce su Cartesio alimentando il convincimento dell'esistenza di Dio quale giustificazione della manipolazione mentale subita che lo costringe a mettere la superstizione di un'esistenza immaginata al di sopra della realtà vissuta finendo per piegare la realtà vissuta agli obblighi che egli attribuisce provenire dalla propria superstizione.
Scrive Descartes:
Resta dunque la sola idea di Dio, nella quale bisogna considerare se vi sia qualcosa che non sia potuta provenire da me. Con il termine "Dio" intendo una certa sostanza infinita, indipendente, sommamente intelligente, sommamente potente, e dalla quale tanto io stesso, quanto tutto il resto che esiste - se dell'altro esiste - è stato creato. Tutte queste cose sono certamente tali che, quanto più attentamente le osservo, tanto meno mi sembra che possano essere procedute da me solo. Pertanto, da quanto detto in precedenza, bisogna concludere che Dio esiste necessariamente.
Infatti sebbene l'idea di sostanza sia in me invero per ciò stesso che io sono una sostanza, non per questo tuttavia sarebbe "in me" l'idea di sostanza infinita, essendo io finito, se non procedesse da qualche sostanza che fosse effettivamente infinita.
Né debbo pensare di non cogliere l'infinito mediante una vera idea, ma soltanto mediante la negazione del finito, così come colgo la quiete e le tenebre mediante la negazione del movimento e della luce; all'opposto, comprendo invece in modo manifesto che c'è maggior realtà in una sostanza infinita che non in una finita, e che quindi in me la percezione dell'infinito è in qualche modo antecedente a quella del finito, cioè quella di Dio a quella di me stesso. In quale maniera infatti sarei consapevole di dubitare, di desiderare, cioè di esser mancante di qualcosa, e di non essere del tutto perfetto, se in me non ci fosse l'idea di un ente più perfetto, confrontandomi col quale riconoscessi le mie mancanze?
Né si può dire che forse questa idea di Dio è materialmente falsa, e che pertanto può venire dal nulla, come poco fa ho constatato a proposito delle idee di calore e di freddo, e simili; all'opposto infatti, essendo essa massimamente chiara e distinta, e contenendo maggior realtà oggettiva di qualunque altra, non ce n'è nessuna di per sé più vera, né tale che in essa si trovi minor sospetto di falsità. Questa idea dell' ente sommamente perfetto e infinito è, affermo, massimamente vera; per quanto infatti sia possibile forse figurarsi che un tale ente non esiste, non è però possibile figurarsi che l'idea di esso non mi rappresenti nulla di reale, come ho detto in precedenza dell'idea di freddo. Essa è anche chiara e distinta al massimo; infatti tutto ciò che colgo chiara- mente e distintamente, che sia reale e vero, e che comporti una qualche perfezione, è contenuto totalmente in essa. Né a ciò è di ostacolo il fatto che io non comprenda l'infinito, o che in Dio vi siano innumerevoli altre cose, che non posso in nessun modo né comprendere, e neppure forse raggiungere col pensiero; è infatti proprio, dello statuto di infinito di non essere compreso da me, che sono finito; ed è sufficiente che io intenda, e giudichi, che tutte quelle cose che concepisco chiaramente, e che so che contengono qualche perfezione - e forse anche innumerevoli altre che ignoro - si trovano in Dio o formalmente o eminentemente, perché l'idea che ho di lui sia in senso assoluto la più vera, la più chiara e distinta di tutte quelle che si trovano in me. Ma forse sono qualcosa di più di quanto io stesso intenda, e tutte quelle perfezioni che attribuisco a Dio, si trovano in me in qualche modo in potenza, anche se ancora non compaiono, e neppure sono tradotte in atto. Ho già sperimentato infatti che la mia conoscenza aumenta poco a poco; e non vedo che ostacolo ci sia a che aumenti sempre di più all'infinito, e neppure perché, una volta che la conoscenza sia così aumentata, io non possa grazie ad essa conseguire tutte le restanti perfezioni di Dio; né infine per quale motivo l'avere tali perfezioni in potenza, se ce le ho, non è sufficiente a produrre l'idea.
Però nulla di tutto ciò è possibile. Infatti in primo luogo, per quanto sia vero che la mia conoscenza aumenta per gradi, e che in me vi sono in potenza molte cose che non sono ancora in atto, niente di tutto ciò si applica all'idea di Dio, nella quale non c'è proprio assolutamente nulla di potenziale; infatti questo stesso aumentare gradatamente è motivo certissimo di imperfezione. Inoltre, sebbene la mia conoscenza aumenti sempre di più, ciò nonostante intendo che essa non sarà mai con ciò infinita in atto, perché non diventerà mai tale, da non essere suscettibile di un incremento ulteriore; giudico invece che Dio sia infinito in atto in modo tale che nulla può essere aggiunto alla sua perfezione. E infine percepisco che l'essere oggettivo di un'idea non può provenire da un essere che esista solo in potenza, e che parlando propriamente non è nulla, ma solamente da un essere attuale o formale.
Cartesio, Meditazioni metafisiche, Bompiani, 2017, p. 203 - 207
Tutto l'esercizio di Descartes è quello di affermare non solo l'esistenza di Dio, ma il possesso dell'uomo da parte di Dio in quanto Dio non è una mera idea, ma un soggetto attivo, formale, che agisce attivamente nei confronti di Descartes.
Dal momento che questo è il modo di fare filosofia, tanto varrebbe che discutessimo sulla realtà degli asini che volano e delle prodezze compiute dagli asini nel loro volo dal momento che io, avendo l'dea che gli asini possono volare, necessariamente quest'idea non mi può provenire da qualche cosa in potenza, ma da qualche cosa in atto, cioè dal volo degli asini.
E a questo non è di ostacolo che io non comprenda le leggi che regolano il volo degli asini perché è proprio dello statuto degli asini che io non possa comprendere il volo degli asini.
Certamente la capacità del volo degli asini, che io non comprendo, certamente si trovano in me che essendo finito non posso comprendere la grandezza del volo degli asini.
E non si può dire che forse quest'idea del volo degli asini sia materialmente falsa provenendo dal nulla, da una fantasia, come del resto abbiamo constatato parlando dell'idea del caldo e del freddo, all'opposto infatti, essendo l'idea del volo dell''asino massimamente chiara e distinta e contenendo maggior realtà oggettiva di qualunque altra, non c'è nessuna di per sé più vera, né tale che in essa si trovi minor sospetto di falsità. L'idea degli asini che volano è, affermo, massimamente vera; per quanto infatti sia possibile forse figurarsi che gli asini non volino non è possibile figurarsi che l'idea del volo degli asini non esiste come ho detto in precedenza dell'idea del freddo.
Dopo di che si piglia Descartes e lo si ricovera in un manicomio. E' possibile che questi filosofi pensano che l'idea di un assoluto al di fuori della vita sia innocuo per la vita stessa? Con quanta leggerezza usano raggiri retorici per dimostrare non solo l'indimostrabile affermato, Dio, ma giustificare tutta la violenza che da Dio procede per violentare la società civile affinché sia sottomessa all'idea di Dio.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
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