Dimenticate la mafia come ve la rappresentano al cinema. La mafia è un sistema capillare che controlla la società attraverso istituzioni, o ruoli istituzionali, che si separano da essa. E' una struttura fatta di banchieri e di bancari, di prefetti e questori, di poliziotti e magistrati, di insegnanti, industriali a vario livello, commercianti e tenutari di concessioni governative [quelli che tralascio è per opportunità]. Hanno il controllo delle Istituzioni anche perché, nella loro attività, costruiscono schedari sui comportamenti e sui problemi di chi potrebbe creare loro dei problemi e intervengono ricattando poliziotti onesti, questori onesti, magistrati onesti, commercianti onesti industriali onesti,
Agosto 2022: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
29 agosto 2022
Noi abbiamo recitato la Devotio mentre gli aerei delle Frecce Tricolore occupavano con i loro rumori il cielo sotto un Sole di fine agosto. Davanti a noi bruciava il fuoco che ogni vita alimenta per poter assicurare un futuro agli uomini e alle loro società nonostante i continui problemi.
29 agosto 2022
Ho controllato il filmato della Devotio col continuo passaggio delle Frecce Tricolore e l'elicottero finale. Non pubblicherà quel filmato, lo tengo per noi come documento è un rito troppo intimo per metterlo in pubblico. Ciò che è stato pubblicato è più che sufficiente per documentare il rito.
29 agosto 2022
Non c'è nulla di più "insano" in campo religioso dell'idea dell'esistenza di un Dio assoluto, di un "Tutto cosciente", di un "Essere assolutamente necessario", da porre al di sopra e a tutore morale della vita degli uomini.
Ogni singolo uomo o donna sono la totalità della loro esistenza e fine e trasformazione della loro esistenza sono loro stessi in cui abitano le forze della vita che chiamiamo "Dei" e che loro esprimono nelle loro azioni e nelle loro decisioni.
Porre un Essere Supremo, un Dio assoluto, un Tutto, un Uno al di sopra di uomini e donne che determini morale, comportamenti e fini della vita dell'uomo (karma, reincarnazione, paradiso/inferno, nirvana, ecc.) è uno strumento con cui dominare gli Dèi che l'uomo esprime nella sua esistenza.
E' un modo per impedire all'uomo e alla donna di aprire le "bronzee porte" per permettere ai Titani di uscire dall'Ade del suo cuore e abitare, per qualche istante di consapevolezza, la sua coscienza.
Se Zeus ha posto "bronzee porte" per separare la coscienza razionale dal fiume emotivi che da dentro l'uomo tende a riversarsi in essa, imporre regole morali e sensi di colpa equivale a distruggere l'equilibrio di Zeus dentro l'uomo e portare l'uomo al fallimento della sua esistenza.
29 agosto 2022
Non ci sono molti esempi nella storia dell'uso della reincarnazione per fissare il dominio dell'uomo sull'uomo.
Lo stesso concetto platonico di reminiscenza pone l'accento sull'impossibilità dell'uomo di costruire la sua conoscenza in quanto tutto è ricordo delle esperienze di vite passate che determinano la qualità dell'esistenza nel tempo presente. "Sei stato un malvagio e per questo nasci donna"! Hai commesso una serie di azioni e per questo nasci ricco o povero e non hai diritto di modificare la tua condizione assegnata alla nascita.
Per fissare il dominio dell'uomo sull'uomo mediante la reincarnazione è necessario stabilire una serie di caratteri oggettivi rivelatori della reincarnazione del soggetto in un "nuovo corpo".
Che l'uomo sia una reincarnazione o non sia una reincarnazione, non interessa. Ma quando si stabiliscono dei caratteri per i quali si stabilisce un potere, un dominio dell'uomo sull'uomo affermando che quei caratteri certificano la qualità del reincarnato, la questione cessa di essere una questione puramente religiosa per diventare una questione sociale e di controllo sociale.
Scrive il Dizionario del Mito a cura di Mircea Eliade:
Successione non genealogica.
Il Buddhismo tibetano (Lamaismo) illustra le qualità opposte di un ordine dinastico da cui è stata totalmente bandita la successione genealogica. Nel XV secolo i monasteri della setta Dge-lugs-pa (Gelugpa), un ordine che praticava il celibato, sede originaria della dinastia del Dalai Lama, promulgò una dottrina che contemplava le reincarnazioni successive come il modo di accesso all'autorità divina. Si credeva che il Dalai Lama sarebbe rinato in qualche fanciullo non imparentato con lui e a lui ignoto, e che attraverso questa reincarnazione egli avrebbe continuato la sua opera di illuminazione. Scoperto al termine di una estenuante ricerca che ne portava alla luce i tratti divini e la prova di un'esistenza precedente, il nuovo Dalai Lama veniva istruito sui doveri della sua carica durante un periodo interinale di reggenza. La dottrina tibetana poneva da parte le considerazioni tradizionali sull'individualità e la distinzione familiare in modo tale che la presenza divina, man ifestazione del Buddha, apparisse direttamente, in forma quasi umana. Tuttavia, per quanta autorevolezza questo sistema si sia guadagnato a favore di una maggiore immediatezza di accesso alla fonte religiosa, essa fu almeno in parte dissipata dalla dispersività delle sue parti costitutive. Privi di affiliazione a una linea sistematica di successione, gli aderenti al Lamaismo erano liberi di aderire a uno qualunque dei numerosi monasteri, ciascuno dei quali era guidato da un abate, lui stesso reincarnazione di un lama minore.
Da: Dizionario del Mito, a cura di Mircea Eliade, ed. Jaca Book, 2019, al vocabolo "Genealogia", p. 219 - 220
I caratteri che individuavano il reincarnato determinavano il potere sociale non tanto del reincarnato, ma dell'insieme sociale che manipolava la struttura emotiva del nuovo nato per adattarlo ai doveri imposti a cui dovrà attendere una volta adulto.
Trasferire un concetto del genere in una struttura sociale garantisce privilegi per alcune persone e la schiavitù, in virtù delle reincarnazioni, della massa delle persone.
Il reincarnato e la sua cerchia non zappano la terra, ma costringono altre persone a zappare la terra fruendo dei prodotti del loro lavoro: appunto, schiavitù.
Riporto da un sito internet un piccolo estratto:
" Nel 1953, la maggioranza della popolazione rurale - circa 700.000 su una popolazione totale stimata 1.250.000 - era composta da servi della gleba. Vincolati alla terra, veniva loro assegnata soltanto una piccola parcella fondiaria per poter coltivare il cibo atto al sostentamento. I servi della gleba e il resto dei contadini dovevano in genere fare a meno dell'istruzione e dalle cure mediche. Trascorrevano la maggioranza del loro tempo sgobbando per i monasteri e per i singoli Lama di alto rango, e per un'aristocrazia secolare, laica, che non contava più di 200 famiglie. Essi erano in effetti proprietà dei loro signori, che gli comandavano quali prodotti della terra coltivare e quali animali allevare. Non si potevano sposare senza il consenso del loro signore o Lama. Se il suo signore lo avesse inviato in un luogo di lavoro lontano, un servo avrebbe potuto essere facilmente separato dalla sua famiglia. I servi potevano essere venduti dai loro padroni, o sottoposti a tortura e morte.
Se dobbiamo dar credito al racconto di una donna ventiduenne, ella stessa serva fuggiasca, il signore tibetano era solito selezionare fra il meglio della popolazione femminile di servitù della gleba: "Tutte le ragazze graziose della servitù erano solitamente prese dal proprietario come domestiche e trattate come lui desiderava." Esse "erano soltanto schiave senza alcun diritto." La servitù necessitava di un permesso per recarsi ovunque. I proprietari terrieri avevano l'autorità legale di catturare e impiegare metodi coercitivi, sino alla violenza, nei confronti di quelli che tentavano di fuggire, obbligandoli a tornare indietro."
Tratto da: " Feudalesimo amichevole: il mito del Tibet"
Capisco la voglia di individui di rivendicare "vite passate gloriose" per ovviare alla miseria che vivono in questo presente. Ma è la miseria in questo presente il loro vero problema che non vogliono affrontare rivendicando un glorioso passato.
Nel Tibet lo schiavismo fu abolito nel 1959 dal Partito Comunista Cinese che se ne sbatteva altamente dei diritti dei reincarnazionati che pretendevano di essere i padroni degli uomini e quando i reincarnazionati vollero riprendere il potere (con l'aiuto della CIA degli USA) partirono come migranti dal Tibet portando via i loro averi che avevano rubato alla popolazione.
Questo significato sociale della reincarnazione era lo stesso significato che alla reincarnazione attribuiva Platone e le sue ipotesi d'uso se fosse stato il padrone e dominatore di una qualche società. Platone lo ha teorizzato, qualcuno lo ha applicato. D'altro canto, il buddismo è una costola del platonismo. Lo stesso vale per l'indicazione di Gesù di bruciare le persone, che ritiene loglio, nei forni: poi, qualcuno, educato nel catechismo cristiano, finisce davvero per costruire i forni crematori.
Non è buffo, ma è triste. E' triste vedere degli uomini e delle donne fallite nello sviluppo della loro esistenza e identificarsi coll'essere dei "padroni di schiavi" per volontà divina e non identificarsi con gli "schiavi" e modificare in meglio le condizioni di vita della società.
29 agosto 2022
Due girini discutevano nello stagno nuotando nell'acqua torbida. Uno girava come impazzito fra le canne che spuntavano dalla melma e uno annoiato cercava un po' di acqua limpida. Veloci si muovevano i pesci in quelle acque stagne. Per questo loro muoversi, uno divenne rana e l'altro cibo.
[pubblicato nel dic. 2017]
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
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Tel. 3277862784
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