Quando le Istituzioni, o Dio, non rispettano le leggi imposte ai cittadini, all'infanzia in particolare, i processi adattativi dei cittadini, dell'infanzia in particolare, tendono ad identificarsi con Dio o con le Istituzioni che pensano sé stesse al di fuori della legge e privi di doveri nei rispetto a quella legge che, al contrario, a loro è imposta con la violenza.
Settembre 2022: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

09 settembre 2022
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Cronache mese di settembre 2022

 

09 settembre 2022

Orfeo

Ho ripreso a lavorare sulla Partita di Calcio mondiale della Filosofia.

Ho terminato il 51esimo scontro con la presenza di Orfeo. Domani lo pubblico e imposterà l'ultimo scontro il 52esimo. E' un lavoro che ho sospeso per tutta l'estate.

 

09 settembre 2022

Riflessione sulla morte di una regina

Mi stavo chiedendo se alle persone interessa di più la morte di una novantaseienne nullafacente e superpagata, mi riferisco a Elisabetta II ricordando che ieri, nel silenzio più totale, sono morte in Italia 89 persone di covid-19 e alcune di loro più giovani di lei, o l'aumento dei tassi di interesse (un aumento fatto con molto ritardo che ha messo in pericolo la moneta e che ha ignorato le dinamiche inflattive per troppo tempo) operati dalla BCE che si riversa sui conti italiani.

Il discorso vuole sottolineare: su che cosa le persone mettono attenzione scegliendo fra gli avvenimenti? Non esiste "questo e quello", esistono un infinito numero di "questi e quelli" nei quali scegliamo e a seconda di che cosa eccita le nostre emozioni, in quella direzione organizziamo la nostra vita.

Commenti

A. J. A.

Certamente c'è il feretro della regina ma anche gli innumerevoli feretri viventi che la piangono.

 

09 settembre 2022

Orfeo si presenta agli arbitri della Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

spiega l'azione n. 51

---continua dal precedente---

"Tu sei un uomo!" Esclamò Yahweh

"Già!" Gli fece eco Allahu Akbar "Come è possibile che tu possa fare ciò che a noi non solo non è concesso di fare, ma che si sta configurando come la nostra morte di Dèi rinchiusi in un nulla senza fine?"

"Gli uomini, come tutti gli Esseri della Natura, figli di Hera e Zeus, sono degli Dèi qualora imparino ad usare la loro volontà nella loro esistenza e per la loro esistenza." Mentre diceva questo, Orfeo fissò Beppi di (o da) Lusiana continuando "A te è possibile ciò che è impossibile per Yahweh e Allahu Akbar. Loro sono la verità immobile e per questa immobilità hanno sacrificato le loro possibili trasformazioni e il loro possibile divenire. Loro si sono erti a verità di un universo immobile e nella violenza per riaffermare questo diritto all'immobilità, alla verità, si sono condannati alla dissolvenza. Finché potranno, ancora si nutriranno della disperazione degli uomini che, supplici, doneranno loro il loro dolore e le loro angosce, ma ciò non dura in eterno e sentono che il loro tempo sta per finire. Tu, uomo, sei un Essere della Natura e ad ogni nuovo nato concedi la possibilità di eternità. Al di là che tu fornisca al nuovo nato gli strumenti per trasformarsi o meno, al nuovo nato è sempre offerta una po ssibilità di eternità."

Poi, Orfeo, fissando la sua attenzione su Fanes disse: "Da uomo divenni Dio. Nacqui capretto e caddi nel latte seguendo i sentieri di Persefone rivelai agli uomini il cammino attraverso il quale è divenuto l'universo. Ho raccontato di quando Eros, dispiegando le sue ali d'oro, si trasformò nell'intento della materia per consentirle di diventare cosciente. In questo modo Nera Notte divenne utero della vita e il nero dell'universo fu abitato dalle luci delle stelle."

Si incrociarono gli occhi di Fanes e Orfeo e per un attimo, agli occhi degli arbitri che osservavano, Orfeo e Fanes si fusero come fossero la stessa persona. Un attimo, solo un attimo. Poi le figure parvero separarsi e Orfeo tacque.

---continua---

 

09 settembre 2022

Orfeo

Orfeo e i filosofi fondamentalisti contro esistenzialisti fase n. 10, azione 51

Ho terminato il commento di Orfeo alla 51esima azione della Partita mondiale della filosofia. Orfeo riflette su citazioni da Nietzsche, dal corano, dai vangeli, da Paolo di Tarso e da Bergson.

E' l'ultimo scontro fra fondamentalisti ed esistenzialisti.

Orfeo e i filosofi fondamentalisti contro esistenzialisti fase n. 10, azione 51

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09 settembre 2022

Orfeo racconta in cosa consiste la ferocia di Gesù

Orfeo riflette su Gesù davanti a Pilato.

Scrive il Vangelo di Giovanni:

"Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?". Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un assassino. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa". Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa". Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio". All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove sei?". Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande". Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei grid arono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare". Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!". Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare".

Vangelo di Giovanni 18, 36 - 40 e 19, 1 - 15

"Il regno del nulla è abitato dal nulla che nutrendosi di nulla affascina gli uomini e le donne mediante illusioni." Riprende Orfeo "Si legge la storia di Ulisse, il "glorioso Ulisse", che torna ad Itaca dopo aver distrutto Ilio. Ulisse è un uomo. Un uomo che non governa la nave da solo. Ha con sé altri uomini. Uomini che spesso non hanno un nome, non hanno una storia, non hanno un'Itaca nella quale tornare. Uomini che avrebbero benissimo potuto rimanere ad Ilio e costruire la propria vita, ma hanno rinunciato alla loro vita per seguire il sogno di Ulisse. Tornare ad Itaca. Omero non ci racconta dei sogni e delle aspettative di quegli uomini. Per seguire il sogno di Ulisse quegli uomini hanno rinunciato al loro nome, alla loro personalità, ai loro desideri mettendosi al servizio del sogno e dei desideri di Ulisse che non avrebbe potuto realizzare il proprio sogno se non lastricando il proprio viaggio dei loro cadaveri che ha disseminato lungo il suo percorso. "...i miei schiavi avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei". Io con un nome, loro solo un numero. Senza personalità, senza bisogni, senza desideri se non quelli di servire lui, Gesù, Ulisse. Loro numeri, massa informe, relegati nel rumore di fondo della storia mentre io, Gesù emergo come un eroe servito da mani invisibili. Gesù lastrica di cadaveri del nulla il suo cammino di morte e quei cadaveri desiderano quel nulla immaginando un mondo di gloria che li sottragga al dolore di una colpa immaginaria nella quale sono rinchiusi. Gesù è il re; Gesù è il padrone; Gesù è la verità a cui tutti si devono sottomettere. E la sottomissione trasforma uomini e donne in cadaveri del nulla. In cosa consiste la colpa di chi pretende di essere il padrone degli uomini? E' nella pretesa, il delitto commesso. Perché la pretesa si veicola nella vita e la pretesa pretende accettazione, sottomissione e umiltà agli uomini che devono sottomettersi e poco importa se chi pretende è socialmente impotente e vive la sofferenza di non essere riconosciuto come un padrone o vive l'arroganza di chi massacra persone ribelli alle sue pretese o brucia le persone, chiamandole loglio, nei forni, Il delitto è nella pretesa, la veicolazione del delitto qualifica in maniera diversa il delitto stesso, ma non ne attenua la gravità soggettiva con la quale è commesso. Sia che la pretesa di Gesù si esprima come arroganza umile e sofferente davanti a Pilato, sia che l'arroganza di Gesù si esprima con i campi di sterminio di Hitler, non cambia la gravità del delitto commesso in quanto l'uno e l'altro sono veicolazione dello stesso delitto: la pretesa di essere padrone degli uomini. Pilato non coglie il delitto nella pretesa di Gesù di essere il padrone degli uomini. Forse egli stesso, in quanto delegato di Roma, si considera un padrone degli uomini e non coglie il delitto in chi pretende di essere il padrone degli uomini senza mettere in discussione la sua autorità di padrone degli uomini. Ma chi dovrebbe sottomettersi a questo padrone, a Gesù, coglie l'attività delinquenziale di Gesù. I soldati sbarrano la strada a Gesù che pretende di essere il loro padrone e i "sacerdoti" si rifiutano di accettare un Gesù padrone non per la sua "capacità", ma per una pretesa discendenza di razza e di sangue. E quando Pilato dice: "Ecco il vostro re; il vostro padrone!" non c'è alternativa al condannarlo a morte. Noi, dicono i "sacerdoti", non abbiamo altra autorità sociale che lo Stato e non abbiamo altra autorità che il nostro Dio. Non esistono attenuanti al delitto che ha commesso Gesù. Lui è l'istigatore di infiniti genocidi di popoli che si perpetueranno in duemila anni di storia. Lui non porta la "verità" lui è la "verità" alla quale gli uomini o si sottomettono o devono morire."

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

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