Questo mese inizia con l'incriminazione di Trump, ex presidente degli USA. Inizia con l'ideologia fascista che, progressivamente, perde anche la forma per diventare puro disprezzo sociale. E' un mese che inizia nel "silenzio sospeso", come se fosse nell'attesa di eventi ancora non annunciati.
Aprile 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali nelle riflessioni proposte su Facebook.
25 aprile 2023
Ho caricaato nel dominio religionepagana.it direttamente la pagina dei lavori di oggi. Una pagina che per ora contiene un commento a "La teogonia orfica di Ieronimo e Ellanico raccontata da Damascio".
Il pezzo non l'ho condiviso su Facebook perché ho già iniziato a prendere in considerazione la discesa all'Ade di Persefone attraverso un Inno della ricerca di Demetra diverso dall'Inno Omerico.
I misteri di Eleusi sono una variazione dell'orfismo che ha alla sua base l'azione di Zeus per far germinare la vita.
Che sia orfismo, ho pochi dubbi. Zeus non crea. Zeus modifica le condizioni oggettive affinché la vita germini.
In altre parole, Zeus agisce sulle condizioni affinché il tempo, il mutamento abitando nei soggetti del mondo, li porti a trasformarsi.
25 aprile 2023
Tra tutte le versioni della teogonia degli orfici o attribuite agli orfici, un posto importante ha la teogonia che viene attribuita a Ieronico e a Ellanico.
Di questa teogonia ne parla Damascio, l’ultimo capo dell’ultima Accademia di Atene, costretto a fuggire in Persia e ne parlano molti cristiani al fine di polemizzare contro quelli che loro chiamano “pagani”.
Mi accontenterò di postare il commento di Damascio che ci dimostra come ancora nel V e VI secolo d.c. L’orfismo era ancora presente nella speculazione teologica e costituiva oggetto di dibattito filosofico
E’ difficile pensare che ci fossero ancora degli “iniziati” capaci di interpretare il mito orfico. Ma, soprattutto difficile pensare che ci fossero degli “iniziati” capaci di conoscere il valore dei principi orfici e di opporli al cristianesimo.
Anche se ci fossero stati degli “iniziati” in grado di interpretare il mito orfico, i cristiani non sono mai stati in grado di confrontarsi con persone di una diversa religione.
I cristiani, prima ammazzano le persone e poi si chiedono in cosa credevano le persone che hanno ammazzato. Come durante il colonialismo. Poi, mentre si chiedono in che cosa quelli credevano, le scrivono loro le credenze di chi hanno ammazzato attribuendo idee religiose a chi hanno sterminato. La forma di quelle idee dipende da come vogliono usare l’ipotetica cultura di coloro che hanno ucciso.
Damascio, legato all’ideologia di Platone, non ha nessuna nozione di “iniziazione” orfica e procede ad interpretare la qualità della teogonia orfica che gli è giunta all’interno della filosofia platonica e neoplatonica.
Damascio, trattato dei Primi Principi:
Damasc. De princ. 123 bis (1317, 15 Rue.)
Quella (la teologia orfica) tramandata secondo Ieronimo ed Ellanico, se non si tratta in realtà della stessa persona, è così: "In principio - dice - vi erano l'acqua e la materia, e in seguito alla condensazione si formò la terra", ponendo come primi questi due principi, l'acqua e la terra, questa ritenuta per natura passibile di dispersione, quella invece atta a tenerla insieme e unita; lascia invece misterioso il principio unico, anteriore ai due: infatti, lo stesso non dice nulla riguardo ad esso, mostra la sua natura indicibile; dopo questi due, il terzo principio si generò da essi, intendo cioè dall'acqua e dalla terra: era un serpente con due teste aderenti, una di toro e una di leone, e in mezzo il volto di un dio, aveva pure ali sulle spalle e si chiamava Tempo senza vecchiaia e lo stesso Eracle. A lui era congiunta Necessità, per natura identica ad Adrastea, incorporea, distesa lungo tutto il mondo, sino a raggiungerne i confini. Penso che questo sia definito il terzo principio, costituito secondo l'essenza, salvo che lo pose maschio-femmina, a indicare la causa generatrice di tutte le cose. E ritengo che la Teologia rapsodica, lasciando da parte i primi due principi, insieme a quello unico anteriore ai due, affidato al silenzio, abbia incominciato da questo terzo principio dopo i due, poiché esso sarebbe il primo a possedere qualcosa di dicibile e di compatibile con le orecchie degli uomini. Questo invero era il Tempo senza vecchiaia, molto onorato in quella, padre di Etere e di Caos. Certamente anche secondo questa teologia, questo Tempo, il serpente, genera una triplice prole: Etere, essa dice, umido, Caos senza limiti e, terzo dopo di essi, Erebo nebbioso; tramanda questa seconda triade come omologa alla prima, potenziale, come quella è patema. Perciò, il terzo elemento di essa è Erebo, nebbioso, e l'elemento primo e superiore è Etere, non puro, ma umido, mentre quello intermedio, va da sé, è Caos illimitato. Ma dentro di essi, come dice, il Tempo generò un uovo, che anche questa tradizione rappresenta come progenie del Tempo, generata entro questi, poiché anche la terza triade intelligibile procede da essi. Qual è questa, dunque? L'uovo; la diade delle nature che sono in lui, maschile e femminile, e la moltitudine di semi di ogni specie che si trova in mezzo; e, come terzo oltre a questi, un dio dal duplice corpo, con le ali d'oro sulle spalle, che aveva attaccate sui fianchi due teste taurine e sul capo un mostruoso serpente, che assomigliava alle forme più diverse degli animali selvaggi. Questo dio deve dunque essere ritenuto l'intelletto della triade; poi i generi intermedi, che sono i più numerosi, e la diade come potenza; l'uovo, invece, come il principio primo della terza diade, il terzo dio: e questa teologia lo proclama Protogono e lo chiama Zeus ordinato re di tutte le cose e dell'intero cosmo, onde viene denominato anche Pan. Siffatte e tali sono le cose che questa genealogia stabilisce intorno ai principi primi.
Tratto da: Orfici, testimonianze e frammenti, Otto Kern. Editore Bompiani, 2011, p. 293-295
Qui siamo all’interno di una visione orfica molto tarda, rielaborata nel corso dei secoli e che, sicuramente ha subito molte azioni della filosofia speculativa, per rispondere alle quali ha subito vari e diversi adattamenti perdendo parte del significato originale in quanto i lettori non erano più in grado di interpretare le rappresentazioni simboliche.
Veniva ammessa un’interpretazione allegorica in contrapposizione ad un’interpretazione letterale che veniva considerata come “ignorante”, propria del volgo.
Eppure, l’interpretazione letterale è la più corretta non perché le parole hanno il significato comune, ma perché le parole avevano un significato che era andato perduto lasciando spazio a significati formali che venivano usati per oggetti razionali anziché per definire le forme del mito.
Se io non so che Cronos è il Tempo e Fanes l’intento proprio della materia, Cronos e Fanes li si vedono solo come mostri di cui uno dalle ali d’oro con due teste di toro ai fianchi e la testa di serpente.
Per comprendere il significato della simbologia orfica, è necessaria l’iniziazione ai misteri orfici. Solo che i misteri orfici, originati da Orfeo e scritti da Museo (così alcuni raccontano) appartengono ad un mondo in cui la filosofia ancora non era e, nel corso dei mille anni, dopo i quali questa interpretazione è stata fatta da Damascio, molti significati dei simboli sono stati modificati dai filosofi per farli aderire a ciò che loro pensano dell’orfismo.
Un punto rimane fondamentale e intoccabile: nessuno ha creato il mondo o il presente in cui viviamo.
Gli orfici non avevano un “dio creatore” e, pertanto, non avevano l’idea di usare il sentimento religioso per sottomettere gli uomini ad un’autorità che si identificasse col dio creatore padrone del mondo.
Davanti ai cristiani che uccidevano chi non si metteva in ginocchio; davanti ai cristiani che distruggevano l’ultima accademia di Atene costringendo Damascio a fuggire in Persia; l’orfismo non aveva creato eserciti di fedeli fanatici da opporre ai fanatici cristiani. Gli Dèi potevano solo attendere che le condizioni sociali degli uomini si modificassero.
“All’inizio era Caos” scriveva Esiodo. In questa teogonia si dice che all’inizio c’era Tempo. Come se Tempo, non fosse Caos.
Dal Caos, l’incomprensibile della ragione, nasce, per trasformazione, il presente: mutamento dopo mutamento come misura del tempo del mutare.
Caos come inconoscibile della ragione. Caos come sconosciuto che circonda la ragione. Caos come tempo che trasforma ogni presente da cui la ragione è esclusa. Caos come possibile futuro che il Tempo, le trasformazioni, generano.
Si tratta di un concetto diverso da quello di Parmenide secondo cui:
Parmenide Fr. 6
Dire e capire dev'essere “essere”; l'”essere” esiste, nessuna cosa “non è”: su questo t'invito a riflettere. Questa è la via di ricerca da cui ti distolgo per prima, poi da quest'altra, la quale persone che nulla sanno s'inventano, gente a due teste: impotenza nel loro petto guida la mente raminga; trascinare si lasciano questi sordi e ciechi ad un tempo, storditi, gente insensata, ch'”essere” pensa e “non essere” sia e non sia lo stesso, torna così all'indietro il cammino di tutte le cose.
Parmenide, Poema sulla Natura, BUR, 2000, p. 149
Un concetto diverso dove l’ “essere” di Parmenide è immobile, fuori dal tempo, fuori dal mutamento, afferrato e descritto dalla ragione umana altro non può che essere una proiezione della ragione umana. La ragione umana che proietta sé stessa ad “essere”.
In Parmenide tutto è statico, immobile. Negli orfici tutto è divenire e trasformazione anche quando il Mito viene modificato dal susseguirsi delle generazioni, il concetto di mutamento, di trasformazione, del presente da una nascita, permane.
25 aprile 2023
Ottenere fiducia è la prima azione del truffatore.
Chiunque vuole ottenere la vostra fiducia sta cercando di truffarvi.
"In verità, in verità ti dico ...."
Abbi fiducia!
"In verità, in verità ti dico che sei uno stolto."
"Ti sei fidato? Ora piangi e rimpiangi!"
25 aprile 2023
Riflessione sulla dottrina religiosa di Pitagora come esposta da Diogene Laerzio
Ho preparato questa pagina con una certa difficoltà commentando quanto Diogene Laerzio dice di Pitagora nella sua "Vite dei filosofi".
Inizialmente volevo fare la pagina con tutte le citazioni dei paragrafi di Diogene Laerzio, ma poi li ho tolti per alleggerire la pagina. Ne è risultato un discorso spesso non scorrevole, ma è un discorso in grado di mettere in rilievo quanto presentato da Diogene Laerzio sulla dottrina di Pitagora.
Il confronto con vari aspetti del cristianesimo e le analogie, spesso maggiori di quelle che io sottolineo, sono in grado di far nascere l'idea come i vangeli cristiani e la vita di Pitagora abbiano troppe analogie per non pensare che siano state elaborate in un comune ambiente culturale.
Non so ancora quante pagine farò su Pitagora e gli Orfici, ma il periodo storico mi incuriosisce molto.
Tutti i testi del mese di Aprile 2023 in un'unica pagina
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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