Se uno Stato decide che i manifestanti in difesa dell'ambiente solo i nemici, significa che quello Stato fa delle catastrofi naturali un modo per controllare e gestire i cittadini.
La catastrofe assume il valore di "legittimità giuridica" mentre, al contrario, la denuncia di possibili catastrofi si configura come un delitto da perseguire a norma di legge.
Novembre 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
Cronache mese di novembre 2023
20 novembre 2023
Ora mi è chiaro il motivo per cui a molti sovranisti piace lo stoico Marco Aurelio.
Riporto:
"e con queste curò l'imperatore Marco Aurelio sino a farlo divenire dipendente dall'oppio, secondo i resoconti clinici dello stesso medico."
I deliri di eroinomani, oppiomani, sono particolarmente apprezzati da sovranisti, nazional-socialisti e leghisti che in quei deliri vedono la realtà ontologica capace di soddisfare i loro stessi desideri deliranti.
La caratteristica di chi usa oppiacei, dall'eroina alla morfina, amplia a dismisura l'educazione suprematista che ha ricevuto e che lo fa identificare con Dio o con Gesù.
Questo delirio si fissa nella sua coscienza e piega a sé stesso ogni manifestazione di sé come per le idee che razionalmente può esprimere sulla realtà del mondo.
Lui diventa l'unico oggetto di attenzione, il Dio unico che si eleva al di sopra degli uomini. Lui è il Dio unico a cui tutto, i suoi familiari compresi, si devono asservire.
Che questo eroinomane come unico usi violenza o meno, questo dipende da quanto dipendenti da lui sono le persone che lo circondano. Più le persone che lo circondano sono dipendenti psicologicamente da lui e maggiore è la violenza che esercita su di loro.
Io sono il "meglio", "io sono il più figo", "io sono l'unto del signore" e tutti mi devono obbedienza. "Io" dice l'eroinomane "non devo spiegare nulla perché le persone devono fare quello che dico." (io nel senso di "io in quanto persona" non io in quanto lavoro, idee o azione). E' un oppiomane a dire: "In verità, in verità vi dico...". Quando le persone sono educate a desiderare di essere al di fuori delle leggi e al di sopra delle norme sociali, anche se non fanno uso di oppiacei, trovano negli scritti dell'eroinomane o nel oppiomane la conferma culturale della correttezza dei propri desideri educazionalmente imposti.
E' fallimentare usare la cultura, come storicamente avrebbe potuto costruirsi se non fosse stata inquinata da persone che hanno fatto uso di droghe, in particolare negli ultimi 200 anni quando, chi faceva uso di oppiacei trovava negli "antichi" che usavano oppiacei conferme della loro visione del mondo
Antichi pieni di oppio hanno farneticato e gli esoteristi chiamano queste farneticazioni "antichi divini misteri".
20 novembre 2023
Quando noi osserviamo degli avvenimenti tendiamo a dare un giudizio su quanto vediamo, percepiamo o pensiamo di conoscere dell'avvenimento che osserviamo.
Un avvenimento che osserviamo è, come minimo, una relazione fra due soggetti che, al di là di come noi li classifichiamo nel nostro pensiero, sono due protagonisti nell'avvenimento stesso.
Per semplificare ulteriormente, diciamo che un'automobile che va a sbattere contro un platano ha due protagonisti, due soggetti, l'automobile e il platano. Il terzo soggetto di quella relazione è l'osservatore.
Mantenendo questa semplificazione dell'avvenimento, in quel momento è avvenuta una relazione fra un platano, che è cresciuto in quel luogo per centocinquanta anni, l'autista di quell'automobile, che si è trasformato in, diciamo, 30 anni e l'osservatore dell'avvenimento che, diciamo, si è trovato ad osservare l'avvenimento trasformandosi, a sua volta, per trenta anni arrivando nel luogo e nel momento in cui si è svolto l’accadimento.
L'accadimento è un prodotto del tempo, delle trasformazioni, a cui i tre soggetti hanno partecipato. Sia come accadimento vissuto che come lo spettatore lo interpreta.
Con questa considerazione noi entriamo nel campo delle Parche, delle Moire, delle Norme. Chiamatele come volete, hanno sempre la stessa origine e sono sempre state usate per definire il “destino”.
La prima delle tre Parche è la signora della vita. Un individuo nasce. Un soggetto nasce. Un soggetto vive una condizione di nascita, sempre e perennemente. La persistenza della nascita avviene per modificazione, trasformazione soggettiva.
Il senso della nascita è la trasformazione. La trasformazione determina la nascita di ogni soggetto e la trasformazione di ogni soggetto determina l'esistenza in vita, qualunque ne sia la vita, di ogni soggetto.
La Moira che si esprime nella nascita è l'apparire della coscienza soggettiva in un’unità di materia/energia (comunque la materia o l’energia noi la percepiamo, sono la stessa cosa organizzate e percepite soggettivamente).
La coscienza soggettiva appare. Il soggetto che diventa cosciente non ha un ruolo nell'apparire della propria coscienza. Chiunque esso sia, Cloto ha deciso e lui è.
Nel momento in cui un soggetto è, è "destinato" inevitabilmente a ripetere il mutamento della propria nascita nelle condizioni fisiche della propria esistenza. Se in un essere fisico si può osservare una "crescita" nel "corso degli anni" come una continua ripetizione della nascita (aggiunta di cellule fisiche al corpo se preferite), allo stesso modo si osserva una crescita della coscienza e della consapevolezza di ogni soggetto come capacità soggettiva di penetrare lo sconosciuto in cui il soggetto è nato e, penetrandolo, costruisce la propria conoscenza, alimenta la propria coscienza e modifica la propria consapevolezza.
Cloto si è espressa. A Cloto il soggetto aggiunge sé stesso veicolando la propria volontà.
La veicolazione della volontà soggettiva nella sua nascita porta il soggetto ad iniziare a crescere; manifesta altrettante Cloto a cui ha aggiunto la propria volontà; si fa Cloto scegliendo, di volta in volta, cose diverse nelle possibilità che egli individua nell'oggettività in cui vive.
Questa aggiunta della propria volontà soggettiva trasforma la Cloto della sua nascita in Lachesi come un filo di infinite e successive Cloto che gli permette, aggiungendo la sua volontà, di trasformare il filo della sua vita. Quando la "materia/energia" si fa Cloto, inevitabilmente quella "materia/energia" cesserà di farsi Cloto e, per cessare di farsi Cloto, deve cessare di trasformarsi. Deve morire.
Il "deve morire" è il trionfo di Cloto, del suo venir in essere in quella "materia/energia".
Cloto trionfa quando quella "materia/energia" muore.
Fra il venir in essere di Cloto in quella "materia/energia" e il trionfo di Cloto, manifestato la Atropo, c'è il "filo della vita" forgiato da Lachesi.
La serie di trasformazioni che una coscienza vive attraverso la "materia/energia" che la esprime, per la "natura" del suo venir in essere, percorre un filo dell'esistenza che la porta al trionfo di Cloto quando Atropo taglia il filo.
Quel filo della vita è nelle mani del soggetto che vive e all'inevitabilità delle trasformazioni, per la qualità della materia/energia che esprime, il soggetto vi intesse la sua volontà; vi esprime i suoi bisogni; vi impone i suoi desideri; dando a quell'inevitabile filo della sua esistenza, consistenza e direzione, per quanto è possibile, delle trasformazioni che modificano la sua coscienza, ampliano o non ampliano la sua conoscenza, modificano la direzione di sviluppo della sua consapevolezza.
Quello che viene chiamato "destino" o "fato" è il risultato di più fattori che concorrono a formarlo.
La nascita della coscienza nella materia/energia. La nascita determina la vita, la materia/energia le condizioni in cui quella vita si esprime. La nascita determina anche il tipo di trasformazioni possibili. La volontà soggettiva, di ogni soggetto, determina la qualità di trasformazione della propria coscienza, della propria conoscenza e della propria consapevolezza. Tutto si esprime in una continua riproduzione del meccanismo della nascita in cui la trasformazione soggettiva passa attraverso la disgregazione della coscienza precedente e dell'organizzazione di una nuova coscienza che comprenda, continuamente, le nuove esperienze che vengono fagocitate dal corpo consapevole.
Il trionfo del cammino è Atropo.
Un Atropo che ogni coscienza può allontanare un po' trasformandosi ancora, o può anticipare mettendo fine alle proprie trasformazioni.
A Cloto non interessa quali trasformazioni i soggetti metteranno in atto intessendo la propria volontà con la Lachesi della loro vita. Una volta che il filo Lachesi inizia il cammino, quel cammino è nelle mani del soggetto.
Il soggetto determina il proprio "destino" attraverso le proprie "scelte" nelle condizioni in cui è venuto in essere.
L'uomo, dunque, non vive passivamente il proprio "destino" come non lo vive il platano cresciuto sul ciglio di quella strada. L'uomo che guidava quell'automobile ha scelto. Nella sequenza di scelte che ha fatto, nell'insieme delle scelte che altri soggetti hanno fatto e che hanno costituito l'oggettività in cui ha scelto, ha scelto di andare addosso al platano. E questo vale anche per l'osservatore che, attraverso la qualità e la quantità delle sue scelte in un mondo di soggetti che sceglievano, si è trovato ad assistere ad un avvenimento che ha interpretato attraverso il divenuto della sua coscienza e della sua conoscenza.
Questo è il senso del "destino", del "fato", nella Religione Pagana.
Tutti i testi del mese di novembre 2023 in un'unica pagina
Indice pagine mensili di cronache Pagane
Torna agli argomenti del sito Religione Pagana
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Iside con bambino - Museo di Napoli prestata a Torino!
Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.