Se uno Stato decide che i manifestanti in difesa dell'ambiente solo i nemici, significa che quello Stato fa delle catastrofi naturali un modo per controllare e gestire i cittadini.
La catastrofe assume il valore di "legittimità giuridica" mentre, al contrario, la denuncia di possibili catastrofi si configura come un delitto da perseguire a norma di legge.
Novembre 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

26 novembre 2023 cronache della religione pagana
Riflessioni su Esopo e le strategie dello schiavo

Claudio Simeoni

Cronache mese di novembre 2023

 

26 novembre 2023

Riflessioni su Esopo e le strategie dello schiavo

Esopo scrive le sue storie nel VI secolo a.c siamo nell'epoca in cui i "sette saggi" stanno formulando i loro principi sociali, etici e morali.

A differenza dei "sette saggi" Esopo è uno schiavo. Un lavoratore del braccio.

Le sue favole sono un vero e proprio manuale di sopravvivenza dei sottoposti in un mondo fatto di padroni voraci dai quali le persone si devono difendere.

Spesso la "morale" espressa da Esopo è abbastanza semplice. La difficoltà per il lettore non consiste nell'incapacità di individuare il meccanismo morale, ma nell'inserire tale meccanismo nell'insieme dell'esistenza di Esopo e trasferire quell'esperienza in un diverso contesto culturale e sociale come quello di oggi.

Per esempio, la breve favola delle mosche dice:

In una dispensa si era versato del miele. Le mosche accorsero, se lo succhiarono, e la dolcezza era tale che non sapevano staccarsene. Quando però le loro zampe rimasero impigliate e, incapaci di levarsi in volo, esse si sentirono affogare, esclamarono: "Poverette noi! per un attimo di dolcezza ci rimettiamo la vita."

[Esopo, Le mosche, 239]

I concorrenti all'avvenimento sono vari. Le mosche sono l'oggetto-soggetto di cui parla la storia, ma esiste anche la dispensa che concorre alla storia e il miele versato da una causa di cui Esopo non parla. Le mosche sono il soggetto-oggetto al di fuori delle cause e delle trasformazioni. Scelgono in un'oggettività e periscono in quell'oggettività in seguito alle loro scelte perché l'autore ha conchiuso la vicenda fra questi attori. Il lettore si immagina persone che vanno a succhiare il miele, inteso come situazione dolce e fortunosa, all'interno di una trappola che non necessariamente è una trappola ma che, senza l'uso del miele, ogni truffa non andrebbe a buon fine.

La morte delle mosche è stata provocata dalla credenza, dal miele, da chi ha versato il miele oppure è dovuta esclusivamente alla scelte delle mosche in un ambito in cui le mosche non erano attrezzate per poter scegliere perché conoscevano il dolce del miele, ma non la possibilità che il miele si solidificasse e le intrappolasse?

Se si vuole leggere Esopo davvero è necessario conoscere le condizioni in cui Esopo viveva e le strategie che Esopo metteva in atto per sopravvivere in quelle condizioni.

Esopo non è il rivoluzionario che usa la spada. Esopo è un rivoluzionario della sopravvivenza che in un ambiente ostile pratica strategie di adattamento soggettivo. Anziché descrivere le strategie di sopravvivenza preferisce definirla attribuendole a comportamenti animali.

Nessuno accuserà Esopo perché non ha voluto mettere le mani nel miele quando rifletteva sulle conseguenze che avrebbe dovuto sopportare se avesse messo la mani nel miele. Se il padrone gli avesse ordinato di mettere le mani nel miele Esopo doveva sapere le conseguenze di mettere le mani nel miele o di non mettere le mani nel miele.

Conoscere le conseguenze, e non fare la fine delle mosche, è un modo, per uno schiavo, di sopravvivere. Ieri come oggi, anche se gli schiavi di oggi si chiamano "dipendenti" o "operai".

 

26 novembre 2023

Esopo - La cornacchia e il corvo

La cornacchia, gelosa del corvo, il quale dà auspici agli uomini, prevede il futuro ed è perciò da essi invocato come testimone, si mise in testa di fare altrettanto.
Vedendo passare dei viandanti, volò su un albero e, piantatasi là, cominciò a gracchiare a tutta forza.
Al suono della sua voce quelli si volsero spaventati, ma uno disse subito: "Niente, niente amici, andiamo pure avanti. E' solo una cornacchia e le sue grida non significano nulla".
Così anche tra gli uomini, chi si mette a gareggiare con i più sapienti di lui, non solo non riesce ad uguagliarli, ma si guadagna anche le beffe.

[Esopo, La cornacchia e il corvo, 170]

Chissà se chi legge questa si mette a ridere della cornacchia pensando di essere un corvo.

Le storie di Esopo sono aperte ad ogni interpretazione perché ogni arrogante si sente un corvo che gracchia come una cornacchia con l'applauso di masse di cornacchie che vedono, in quel gracchiare, l'arrivo della provvidenza.

Forse, anziché applaudire, sarebbe stato meglio se si fossero girati ad osservare il corvo che scuote, sconsolato, la testa.

La favola di Esopo va divisa in due parti. Io non ho capito se la seconda parte va attribuita ad Esopo o ad autori che vogliono spiegare la favola di Esopo. Sta di fatto che ho l'impressione che la favola di Esopo sia un oggetto in sé mentre la spiegazione può essere diversa adattando i personaggi della favola ad ogni diversa cultura.

La favola è il meccanismo mentre la spiegazione è l'idea soggettiva che viene proposta dall'interprete partendo dalla favola inserita nel proprio vissuto e nelle proprie intenzioni.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

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