Si possono affrontare i problemi prima che si presentano; quando i problemi si presentano, allora li si affronta in una condizione di emergenza con tutti gli altri problemi e i disastri che l'azione in emergenza presenta e comporta.
Non si può gestire una società mettendo la polvere sotto il tappeto.
Gennaio 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
10 gennaio 2024
Riflessione dell'eternità di uomini e donne nell'orfismo in un frammento della Teologia Platonica di Proclo
Vale la pena di discutere sul desiderio di eternità e di immortalità che, da Platone ai neoplatonici, ha alimentato le speranze di uomini falliti che interpretavano parole "iniziatiche" come fossero speranza.
Il rifiuto a diventare vecchi e la paura della morte attraversa un po' tutti i filosofi nella continua ricerca di "perfezione" ideale che li avvicini a Dio o che permetta loro di entrare nelle grazie di Dio in modo da beneficiare della sua benevolenza.
Il desiderio dei filosofi è alla base di molte storpiature ideologiche che si generano da un'interpretazione che pone l'interpretazione dei principi filosofici al servizio dei desideri personali del filosofo.
Le affermazioni di eternità e di immortalità non partono mai da colui che scrive, ma colui che le scrive le attribuisce ad un'"autoritas" che, né chi scrive né chi legge, è in grado di interrogare perché collocata in un passato remoto.
Scrive Kern in Orfici "Discorsi sacri in ventiquattro rapsodie":
142. [1] - (245) Procl. Theolog. Plat. V 10 p. 264,20
Poiché i teologi affermano che il non invecchiare si addice a quest'ordine (di Crono), come sostengono non solo i barbari, ma anche il teologo dei Greci, Orfeo - infatti, costui dice in modo mistico che i peli sul volto di Crono erano sempre neri e che non diventavano mai bianchi (v. fr. 130) - , io ammiro l'intelletto divinamente ispirato di Platone, che fa su questo dio le stesse rivelazioni di quanti camminano sulle sue tracce. Infatti, nell'era di Crono, dice che le anime rigettano la vecchiaia, ritornano alla giovinezza, si sbarazzano dei loro capelli bianchi e riprendono i capelli scuri. Infatti (dice Plat. Polit. 270 d. e) "i capelli bianchi dei vecchi diventavano neri. Le guance di coloro che avevano la barba, rese lisce, tornavano alla loro trascorsa giovinezza". Queste sono parole dello Straniero di Elea. Orfeo dice cose simili a queste riguardo al Dio
(Crono):
- - - - - Sotto Zeus, figlio di Crono,
una vita immortale procurarsi con la fatica, col mento incorrotto,
- - - roride chiome profumate, né
- - che rende deboli mescolarsi al bianco fiore;
- - - - - ma una florida chioma.
Muovendo da qui sembra si debba ricostruire questo testo:
- " " - " " - " Sotto Zeus, figlio di Crono,
ottenere in sorte e una vita immortale, col mento incorrotto,
e roride chiome profumate, né affatto
mescolarsi al fiore bianco della vecchiaia che rende deboli,
ma avere intorno alle tempie una florida chioma.
Tratto da: Orfici, testimonianze e frammenti (Rapsodie Orfiche), Otto kern, Editore Bompiani, 2011, pagina 407
[Rorido: termine poetico che indica, bagnato di sudore o di rugiada]
La citazione di Platone dal Politico usata decontestualizzata da Proclo, rimessa nel contesto del discorso suona in questo modo:
"Straniero – Quest'età che ciascun animale aveva, innanzi tutto, si ferma, per tutti, e ogni essere mortale cessa di procedere verso un'apparenza più vecchia, ma cambiando direzione in senso contrario, germoglia come fosse più giovane e più fresco. E i capelli bianchi dei vecchi tornano neri, e le guance di coloro che avevano la barba, tornano di nuovo lisce, riportano ciascuno nella stagione trascorsa; i corpi degli adolescenti, diventano lisci e più piccoli di giorno in giorno, tornano di nuovo alla natura del bambino neonato, ridiventandogli simile nell'anima e nel corpo; da questo momento, ormai, consumati del tutto, scompaiono completamente. D'altra parte. Il cadavere di coloro che morivano di morte violenta i quel periodo di tempo subiva questi medesimi effetti e rapidamente, in pochi giorni, si distruggeva e scompariva.
Straniero – E' chiaro, Socrate, che nell'ordine naturale di allora non si nasceva gli uni dagli altri, ma quel genere nato dalla terra, che si dice esserci stato una volta, era proprio questo, che in quel tempo rispuntava di nuovo dalla terra, e il suo ricordo veniva tramandato dai primi nostri progenitori, i quali si trovavano vicini, nel tempo immediatamente successivo al primo ciclo che stava terminando, e nacquero nel presente ordine naturale. Infatti, sono stati costoro a farsi per noi araldi di questi racconti, ai quali oggi molti, a torto, non prestano fede."
Tratto da Platone, Tutti gli scritti (Politico), Editore Bompiani, 2014, p. 331
Platone mette in bocca la frase ad uno Straniero che spiega al giovane Socrate le trasformazioni del divenire degli uomini nelle età del mondo prima dell'età presente.
Un venir in essere dell'uomo senza il concorso della donna: gli uomini che nascono dalla terra già adulti e che, anziché invecchiare, ringiovaniscono.
E' la premessa sulle teorie sulla nascita della donna di Platone: la donna altro non sarebbe che la reincarnazione di uomini malvagi perché, secondo Platone, la donna è malvagia e va punita sottomettendola all'uomo e alla servitù domestica.
La cosa che dobbiamo stabilire è: in che cosa si inquadrano le affermazioni di Platone prese in considerazione da Proclo per ragionare su Cronos? Quali sono gli intenti psico emotivi per i quali Platone fa quelle affermazioni?
Leggiamo alcuni passi dal Politico di Platone:
"Straniero – Ebbene, trascuriamo una di queste parti, e prendiamo, invece, l'altra, e, presala, dividiamo il suo insieme in due.
Straniero – Senza dubbio, quella che da ordini riguardanti gli esseri viventi. Infatti, il compito della scienza regia non sta certo nel sovraintendere alle cose inanimate, come fa, per esempio, l'architettura, bensì è più nobile, in quanto ha il potere sempre tra gli esseri viventi, ed in relazione proprio a loro.
Straniero – E la generazione e l'allevamento degli esseri viventi si può ben vedere che è, da una parte, allevamento di un singolo, e, dall'altra, la cura dei giovani animali nelle greggi.
Straniero – Ma il politico non lo troveremo certo come allevatore di individui, come chi si cura di un solo bue o di un solo cavallo, ma, piuttosto, somigliante ad uno che pascola mandrie di cavalli e di buoi."
Tratto da Platone, Tutti gli scritti (Politico), Editore Bompiani, 2014, p. 322
Allevare persone comporta introdurre, fra le persone, idee farneticanti sulla loro vita e sul divenuto della loro esistenza. Si allevare persone per poterle comandare, per poterle controllare, inducendo nelle persone idee farneticanti che allontanano le persone comandate dall'analisi della realtà nella quale vivono.
E' in questo contesto, volto al dominio dell'uomo sull'uomo, che leggiamo l'interpretazione fatta da Proclo del frammento orfico.
Quando il frammento dice:
- - Sotto Zeus, figlio di Crono,
una vita immortale procurarsi con la fatica, col mento incorrotto,
- roride chiome profumate, né
- che rende deboli mescolarsi al bianco fiore;
- - ma una florida chioma.
Il dominatore dell'uomo sull'uomo interpreta:
- " " - " " - " Sotto Zeus, figlio di Crono,
ottenere in sorte e una vita immortale, col mento incorrotto,
e roride chiome profumate, né affatto
mescolarsi al fiore bianco della vecchiaia che rende deboli,
ma avere intorno alle tempie una florida chioma.
Un'interpretazione che appare logica per un creazionista come Proclo, ma è meno corretta del:
Sotto Zeus ci si procura con la fatica [della quotidianità o nella quotidianità] una vita immortale.
Il mento incorrotto non sta nella "corruzione fisica del viso", come pensa Proclo, ma è simbolico e si riferisce alla faccia di un uomo che decide la sua azione fra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto e non si lascia corrompere perché la corruzione, che impedisce di giungere all'eternità, avviene quando gli uomini scendono a compromessi sostituendo quanto ritengono giusto con quanto loro, al momento, conviene.
Le "roride chiome profumate" non riguarda l'aspetto fisico, ma l'aspetto intellettuale dell'uomo e della donna che affronta la sua quotidianità. Poi c'è un "né" che, comunque, è una negazione e, anche se manca una parola nel testo riportato da Proclo, appare logico dedurre che "la fatica, il mento incorrotto e le roride chiome profumate" non " rende deboli mescolarsi al bianco fiore;" di una vecchiaia che avanza.
Che la vita fisica invecchi e il corpo fisico muoia insieme al corpo di energia di ogni singolo vivente che respira Zeus è effetto della trasformazione, del tempo, di Cronos, che abita in ogni vivente della Natura. Che poi ogni vivente della natura costruisca la propria eternità con fatica, giustizia e onore, questo non appartiene a Crono, ma alle prerogative dei nati nella natura.
Prerogative che vengono meno quando il dominio dell'uomo sull'uomo trasforma gli uomini in animali da allevamento, greggi da condurre al macello della loro esistenza per il profitto immediato di qualche re, padrone, filosofo-padrone che pretende di dominare le società degli uomini.
Orfeo dice che i peli sul volto di Cronos sono sempre neri. E in effetti, tutti i presenti che si sono manifestati, in tutti i mutamenti dell'universo, sono tutti presenti, in ogni attimo, come presenti in Cronos. Cronos è manifestazione di presenti che si fanno presenti perché in Cronos, nel tempo, non c'è passato e non c'è futuro, ma tutto è ora, l'adesso in cui tutte le trasformazioni sono presenti ora.
Nel mondo di Zeus, al contrario, tutto nasce e tutto si trasforma continuamente. Qualche cosa muore e qualche cosa continua ad esistere trasformandosi attraverso "la fatica, il mento incorrotto e le roride chiome profumate".
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Claudio Simeoni
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