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21 gennaio 2024 cronache della religione pagana
Riflessioni sul Tafuri che interpreta l'Inno Orfico ad Ecate

Claudio Simeoni

Cronache mese di gennaio 2024

 

21 gennaio 2024

Come Tafuri interpreta l'Inno Orfico ad Ecate

Proviamo a vedere come il Tafuri interpreta Ecate che, posta all'inizio degli Inni Orfici in continuazione con l'introduzione di "Orfeo a Museo", sembra un Inno a sé, staccato da ogni altro Inno Orfico.

Per Tafuri la forma materiale è la forma di giudizio. Il fatto che gli antichi indicavano Ecate come protettice delle strade; le strade materiali sono il riferimento del Tafuri. Avendo il Tafuri la concezione che l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio e che, pertanto, non si può trasformare percorrendo un cammino di mutazione perché nulla può modificare la creazione di Dio, può concepire solo l'esistenza di strade materiali e non di percorsi divini che Ecate protegge.

Nei crocicchi delle strade c'erano delle edicole dedicate a Ecate e in queste edicole veniva lasciato del cibo per i viandanti bisognosi. Veniva chiamato "il pasto di Ecate". La vita degli Esseri della Natura è una strada che porta dalla nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Una strada fatta di crocicchi dove, ogni Essere della Natura, ad ogni crocicchio deve scegliere che cosa fare. La sua scelta lo porta ad imboccare una strada verso un futuro possibile piuttosto che un'altra strada.

Per il Tafuri, "Sepolcrale: Selene è padrona anche dei morti a causa del flusso e del mutamento e per questo la chiama sepolcrale."

Ecate non è "padrona dei morti", Ecate tiene aperta la porta verso un futuro possibile alla morte del corpo fisico degli Esseri della Natura. Non è Ecate che determina il passaggio dalla vita fisica ad un diverso stato di vita. Questo è determinato dalle scelte delle persone nella loro quotidianità. Ecate si limita ad aprire la porta cedendo un po' di energia a chi ce la potrebbe fare, ma non ce la fa perché, con le sue scelte, non ne ha accumulato energia emotiva a sufficienza.

Perse è un Titano, figlio di Euribia e Crio, fratello di Astreo e di Pallante che, con Asteria, generò Ecate. Perse è il distruttore di un presente dal quale si genera un diverso presente di cui Ecate è la guardiana nel passaggio fra l'uno e l'altro. Fra un passato che si disgrega in un presente che lo riaggrega per un futuro possibile.

Il Tafuri interpreta la discendenza di Ecate da Perse, figlio di Elio e Perseide fratello di Eete, Circe e Pasifae. Una confusione che si trova anche in qualche autore antico.

Ma qui stiamo parlando di Ecate dai tre volti, figlia di Titani, alla quale Zeus apre le porte dell'Olimpo. Non stiamo parlando di una guerra fra fratelli in cui Medea uccide lo zio per restituire il trono al padre Eete.

Ecate è detta "protettrice dei cani" perché anche nell'oscurità gli Esseri Cani sanno ritrovare la via quando gli uomini l'hanno smarrita. E non solo la via come strada, ma anche la via della vita che l'uomo può percorrere col suo onore.

Ecate ha alcune analogie con Luna. Ecate è giovane, si trasforma in ogni presente e invecchia. E' la vita degli uomini che come altrettante lune, che attraversano il cielo con le sue fasi, attraversano il cielo della loro vita con le loro fasi.

Le analogie della trasformazione legano Ecate a Selene, ma si tratta solo di analogie del mutamento. Selene illumina la nostra via, Ecate è un compagno di viaggio verso l'infinito.

Ecate è detta anche "domatrice di tori" e, mentre il Tafuri lega la questione all'astrologia, dimentica i simboli del toro nelle Antiche religioni Scrive un dizionario dei simboli:

"Nella tradizione greca i tori indomiti simboleggiano lo scatenarsi sfrenato della violenza. Sono animali consacrati a Posidone, "Dio degli oceani e delle tempeste", a Dioniso, Dio della virilità feconda. "Bestia altera" lo dice Esiodo "dall'impeto indomabile" (Teogonia 832). Zeus assume la forma di un toro dal biancore abbagliante per sedurre Europa. Si avvicina lentamente alla giovane e si accoscia ai suoi piedi; ella lo accarezza e si siede sul suo dorso; subito l'animale si slancia perso il cielo portandola seco, attraverso il mare, discende a Creta dove i due si uniscono; e la leggenda aggiunge che ebbero tre figli." Tratto da: Dizionario dei simboli, di Chevalier e Gheerbrant, edizione BUR, 1988, voce "toro".

Domare questo tipo di tori è proprio di Ecate.

Anche l'invocazione dell'Inno a Ecate quale "Signora custode di tutto il mondo" induce il Tafuri ad associare ulteriormente Ecate a Selene mettendo Selene al "stando al servizio delle decisioni delle entità supreme". Entità supreme che appartengono all'educazione ricevuta dal Tafuri, ma che non sono presenti in nessuna parte degli Inni Orfici di cui, Ecate, appare una sorta di "divinità suprema" quale accompagnatrice degli Esseri della Natura verso la morte del corpo fisico.

Ecate viene indicata come "Guida, ninfa e nutrice dei giovani". Un potere che li accompagna nelle trasformazioni della vita. E li accompagna fino alla fine del cammino perché le scelte che faranno i giovani sono le scelte che influiranno sulla qualità della loro vita nel proseguo della loro esistenza.

Tafuri, al contrario, porta queste affermazioni in una dimensione astrologica. Scrive Tafuri:

"Nutrice dei giovani: poiché gli astronomi dicono che i primi quattro tempi dei fanciulli sono sotto l'influsso di Selene per la loro tenera età, ogni tenerezza, infatti, è ricondotta a Selene."

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.111

E, infine: dove abita Ecate?

Nel culmine delle scelte di ogni Essere della Natura.

Le scelte sono "cime dei monti" che ogni Essere scala mediante la propria consapevolezza e la propria conoscenza fino a raggiungere la cima della scelta che deve fare. E dopo la salita, c'è la discesa, irta di conseguenze per la scelta fatta.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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