La stagnazione economica, tanto voluta e desiderata, sta facendo soffiare sussurri di guerra. La guerra, come ricerca del consenso elettorale, in un tempo in cui l'informazione corre veloce, è pura follia. Fra troppe nazioni avanza il desiderio di genocidio e troppi uomini sono ciechi davanti agli eventi.
Febbraio 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

23 Febbraio 2024 cronache della religione pagana
Esopo e il rapporto schiavo padrone

Claudio Simeoni

Cronache mese di febbraio 2024

 

23 febbraio 2024

Esopo e il rapporto schiavo padrone

La misura della lealtà è la misura con cui si considera la relazione fra schiavo e padrone. Una volta che un soggetto si fa schiavo di un padrone, fa saltare tutte le relazioni sociali fra sé e le altre persone con cui intratteneva legami.

Esopo ci racconto del padrone che, avendo la necessità di accontentare un ospite, decide di sacrificare all'ospite la pernice che usava come richiamo nella sua attività di caccia.

C'è una distanza fra il padrone che soddisfa le sue necessità e la morale della pernice che si riteneva in diritto di riconoscenza per i servizi che aveva reso a quel padrone. Solo che il padrone riteneva che i servizi, fatti dalla pernice nei suoi confronti, fossero un dovere della pernice per i quali lui non doveva nulla alla pernice.

Le persone che si fanno schiavi (per estensione "dipendenti" o "subalterni") ad un qualche padrone ritengono che il loro servilismo debba essere ricompensato da quel padrone mentre, il padrone ritiene che quelle persone siano tanto miserabili che possono vivere solo servendolo e, pertanto, devono essere riconoscenti al padrone che si fa, da loro, servire.

E' un aspetto che Esopo non prende in considerazione perché la schiavitù, vissuta da Esopo, non era la schiavitù cristiana che costringeva lo schiavo ad amare il padrone "con tutto il suo cuore e tutta la sua anima". Ma era una "schiavitù" di natura economica anche se, all'interno di quella schiavitù si presentavano dinamiche di "pretesa di amore del padrone" o "pretese di riconoscenza dello schiavo da parte del padrone".

Scrive Esopo nella favola "L'uccellatore e la pernice":

Un uccellatore, essendo giunto da lui un ospite a sera tarda e non avendo nulla da imbandirgli, si volse alla sua pernice addomesticata e stava per ucciderla, quando questa cominciò ad accusarlo d'ingratitudine, perché intendeva ammazzarla, dopo esser stato tanto aiutato da lei, che attirava gli uccelli della sua razza e glieli consegnava. "Ma questa", disse lui, "sarà una ragione di più per sacrificarti, se non risparmi nemmeno i tuoi fratelli!".

[Esopo: L'uccellatore e la pernice, Editore BUR, 1982, 285, pag. 311]

La pernice ha possibilità di scegliere? Può la pernice scegliere di non far da richiamo per altre pernici favorendo il proprio padrone?

Se la pernice non ha scelta, la pernice è incolpevole.

Il padrone si priva di uno strumento con cui si è arricchito per compiacere il suo ospite. Per il padrone la pernice è solo uno "strumento d'uso", appunto "uno schiavo", che in quel momento serve il padrone soddisfacendo l'ospite del padrone.

Noi possiamo ipotizzare che se la pernice avesse avuto una scelta, probabilmente sarebbe volata via.

Quando si è incatenati, al di là della sostanza e della realtà delle catene, l'unica scelta che rimane all'uomo incatenato è la scelta fra il suicidio e la sopravvivenza ad ogni costo e non c'è infamia in chi tenta di sopravvivere in uno stato di schiavitù.

 

23 febbraio 2024

Riflessione sulla morte

Gli antichi avevano grande attenzione per gli "antenati". Avevano grande attenzione per la morte. La morte non era vissuta con dolore. Semmai il dolore riguardava la perdita che i vivi subivano.

Esempi noi li troviamo nell'Antalogia Palatina dove i morti parlano ai vivi raccontando la loro condizione. Come Antifilo:

176 Di Antifilo

Non perché il sepolcro m'abbia rifiutato,
nudo cadavere qui giaccio sotto
le zolle feconde di grano; anch'io
fui prima sepolto, ma il vomere alla terra
mi ha ora strappato col suo artiglio di ferro.
Chi disse la morte fine dei mali, o straniero,
se anche la tomba non m'è ultima sventura?

Da Antologia Palatina (sepolcrali)

Tutti noi moriamo e molti di noi desiderano la morte come quel definitivo pensionamento rispetto ad una vita vissuta con passione e intensità.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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