La stagnazione economica, tanto voluta e desiderata, sta facendo soffiare sussurri di guerra. La guerra, come ricerca del consenso elettorale, in un tempo in cui l'informazione corre veloce, è pura follia. Fra troppe nazioni avanza il desiderio di genocidio e troppi uomini sono ciechi davanti agli eventi.
Febbraio 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
Cronache mese di febbraio 2024
29 febbraio 2024
Il concetto di "partecipazione morale" è uno strumento di giudizio sociale che osserva l'origine dei fatti, partendo dalle condizioni ideologiche che hanno generato le condizioni ideali affinché quel fatto si manifestasse, e giudica il fatto osservato individuando le condizioni ideologiche che quel fatto provoca o modifica.
Il giudizio di "partecipazione morale" è un giudizio sociale. Facciamo un esempio: i cristiani stuprano bambini! Questo è il fatto. Giudizio ideologico: i cristiani stuprano bambini ad imitazione di Gesù. Perché le azioni dei cristiani devono essere ricondotte a Gesù? Perché Gesù è il modello del cristiano e Gesù viene idealizzato dal cristiano anche quando viene arrestato col bambino nudo. Il cristiano non condanna Gesù rispetto al bambino nudo; il cristiano promuove e giustiica Gesù. Anche se è ipotizzabile che la maggioranza dei cristiani non stuprerà mai bambini, tutti i cristiani giustificano quell'attività di Gesù o, quanto meno, tendono ad ignorarla o a pensarla con leggerezza (senza compartecipazione emotiva alla struttura emotiva del bambino).
In presenza di questi atti, commessi dai cristiani che vengono ad indicare l'ideologia cristiana nella commissione di tali atti, esistono due tipi di giudizio: uno giuridico e uno sociale.
Il giudizio giuridico dice: "chi commette tali atti va condannato". Il giudizio giuridico non mette in discussione l'ideologia e l'insieme ideale dal quale talli atti provengono o sono stimolati, condanna l'azione attraverso un procedimento penale.
Diverso è il giudizio sociale. Il giudizio sociale ha lo scopo di prevenire gli atti censurando, modificando e criticando l'insieme ideologico attraverso il quale quegli atti vengono imposti mediante la manipolazione ideologica ed emotiva dell'infanzia.
Questo doppio binario è la soluzione adottata dalle società per uscire dall'orrore sociale imposto dai cristiani, chiamato oscurantismo. ed è una mediazione fra due concezioni della vita, dell'esistenza sociale umana:
1) L'idea che l'uomo è creato da Dio comporta che l'ambiente oggettivo in cui l'uomo nasce e cresce è oggettivamente innocente rispetto alle scelte dell'uomo. Le scelte "malvage" sono fatte dall'uomo perché l'uomo è "malvagio" e l'uomo va punito per le sue azioni "malvage". Questo partorisce l'idea secondo cui "Dio ha creato quell'uomo malvagio" e, dunque, la malvagità non va imputata all'uomo, ma va imputata a Dio. Allora si impone di pensare il "malvagio Dio" come "buono" in contrapposizione all'uomo che diventa oggettivamente "malvagio" e che, pertanto, va punito in nome di Dio. Il che produce "la punizione dell'uomo" come oggetto in sé che deve essere giustificata indicando gli uomini da punire come "malvagi" da chi li uccide e li tortura.
Questa distorsione produce una diversa concezione della relazione fra l'uomo e il mondo:
2) L'uomo nasce in sé privo di capacità di giudizio sul mondo e si crea il giudizio sul mondo rispondendo alle sollecitazioni dell'ambiente in cui nasce e cresce. In queste condizioni, le azioni malvage dell'uomo non sono il prodotto dell'uomo in sé, ma sono indotte dall'ambiente che costringe l'uomo ad adattarsi e a commettere quelle azioni nel suo processo di adattamento soggettivo alle sollecitazioni ambientali. Il responsabile delle azioni malvage non è solo l'uomo che le commette, ma l'ambiente è compartecipe e corresponsabile inducendo nell'uomo la necessità di mettere in atto quelle azioni.
Nel primo caso si dovrebbe punire Dio, per aver creato l'uomo malvagio, e solo in un secondo caso si punisce l'uomo. Nel secondo caso si dovrebbe punire, prima di tutto, l'ambiente sociale. Punire Dio e punire l'ambiente sociale sembra, apparentemente, più complesso che non perseguitare il singolo individuo. Sembra che Dio e l'insieme sociale non siano raggiungibili dalle manette della Polizia di Stato. Però sono raggiungibili dalla censura e dalla critica sociale che non agisce per il presente, ma in funzione del futuro.
Nelle mediazioni accolte dalle società occidentali, il sistema giuridico punisce gli atti, l'ambiente sociale critica, censura e condanna moralmente, il sistema ideologico da cui gli atti sono generati.
Non sarebbe consentito al sistema giuridico di interferire con i giudizi morali sociali rispetto a sistemi ideologici (anche se nella sua funzione è compresa la distinzione fra critica sociale e il delitto commesso mediante ingiuria, denigrazione, diffamazione, diffusione di notizie false, incitamento al razzismo e alla discrinazione) che comporterebbe atti di terrorismo eversivo rispetto alla libertà di pensiero, di manifestazione e di parola dei cittadini. Allo stesso modo in cui non è consentito ai cittadini di intervenire nei giudizi giuridici là dove questi intervengono su fatti e non su questioni di ordine ideologico dove la critica al giudizio del magistrato è un dovere sociale.
Poi, esiste la propaganda di parte e come questa viene venduta e spacciata per controllare i cittadini. Solo che questo aspetto voglio escluderlo da questo discorso.
Il concetto di "partecipazione morale" è un metodo di giudizio civile: "non tutti i cristiani stuprano bambini; tutti i cristiani sono responsabili di stupro di bambini perché, non condannando Gesù, si rendono socialmente comportecipi allo stupro dei bambini!"
Ci fu una violazione di questo principio quando la Magistratura Italiana, in nome del nazi-fascismo, aggredì la società civile mediante discriminazione alimentata da deliri complottistici estendendo un'interpretazione della "partecipazione morale" come metodo per giustificare azioni penali con cui perseguitare le persone: chiunque pensava in quel modo era responsabile di tutti i reati commessi da chi li commetteva pensando in quel modo. In nome del crocifisso, la Magistratura Italiana si fece Dio torturatore e assassino. In nome del nazifascismo incarcerò e uccise cittadini; in nome dell'assolutismo, col quale protesse gli assassini della società civile (gli assassini di Piazza Fontana ad esempio). Poi, anche la Magistratura Nazionale modificò quel metodo di giudizio, ma il delirio secondo cui alcune persone avrebbero organizzato un'insurrezione contro lo Stato solo perché pensavano in maniera diversa da Ennio Fortuna, Pietro Calogero, Carlo Mastelloni, Dalla Costa e altri in giro per l'Italia, fu uno dei maggiori delitti contro le Istituzioni democratiche. Questi squadristi, che agivano protetti da un "onore del magistrato" che non avevano, trasformarono cittadini in bestiame privo diritti sociali negando ogni elementare diritto alla difesa. Deridevano, insultavano le persone solo perché avevano interesse a proteggere chi gettava gli operai dalle impalcature. Altro non fu che un atto insindacabile di squadrismo legato all'ideologia nazista che la magistratura aveva fatto proprio per allontanare oppositori politici al sovranismo e all'assolutismo. Non è un diritto del magistrato favoleggiare su reati inesistenti per perseguitare cittadini per la loro forma di pensiero.
La separazione fra ciò che è relativo alla società civile e ciò che è relativo alla magistratura è un confine che l'uno e l'altro non potrebbero valicare se non come aggressione alla società democratica.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
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