Continua il genocidio della popolazione Palestinese e le chiacchiere servono solo per nascondere la drammaticità e perpetuare il genocidio.
Aprile 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

18 aprile 2024 cronache della religione pagana
Segreti e misteri in Stregoneria

Claudio Simeoni

Cronache mese di aprile 2024

 

18 aprile 2024

La Titanomachia come parto della vita nella Teogonia di Esiodo

La Titanomachia come parto della vita nella Teogonia di Esiodo

La Titanomachia è una lettura della costruzione dell'esistente. Dopo che Esiodo ha descritto le condizioni all'interno delle quali divengono gli Dèi Olimpi è necessario che quella descrizione partorisca le condizioni attraverso le quali il presente si formi e maturi.

Gli Dèi Olimpi e lo stesso Zeus devono essere considerati come il bambino che nella pancia della madre spinge per nascere e iniziare il proprio processo di crescita. La vita si genera attraverso un atto di violenza. Un atto di volontà perpetrato dalla Coscienza di Sé che viene in essere e che separandosi dall'inconsapevole che la circonda decide di usare la falce dentata, che per i suoi figli Gaia forgiò, per costruire sé stessa recidendo il cordone ombelicale con la madre e il padre. La nascita del bambino è un atto di violenza attraverso il quale il bambino afferma la propria indipendenza dalla madre. La nascita del bambino è una perdita per la madre la quale, alla volontà di nascita del bambino, opporrà la propria esistenza contro la sua volontà di indipendenza.

Il bambino separa sé stesso dalla madre per iniziare la propria costruzione. La madre genera il bambino opponendo resistenza e bisogno di separazione insieme. Resistenza alla separazione e necessità della separazione sono le condizioni attraverso le quali il bambino può maturare. La resistenza della madre alla separazione garantisce la crescita nella madre del bambino. Il bambino potrà vincere quella resistenza soltanto quando si sarà attrezzato per trionfare rispondendo alle necessità di separazione di sé e della madre insieme.

Purtroppo, quando le madri (all'interno della specie umana) oppongono una resistenza eccessiva e psichicamente quale emanazione della pulsione di morte, la resistenza che oppongono alla nascita del bambino diventa la resistenza che metteranno in atto per l'intera vita costruendo la dipendenza nel figlio, legandolo a sé, ed evitando di fornirgli strumenti psico-fisci-culturali con cui fondare la propria esistenza indipendentemente dalla madre e dal padre. La madre che non è malata di morte, opporrà sì resistenza alla volontà di indipendenza del figlio, ma solo per costringere il figlio a mettere in atto quelle strategie che sconfiggeranno i suoi tentativi rendendo il figlio sufficientemente forte ed armato di volontà e intento per affrontare da solo l'intera esistenza. La resistenza che distrugge, contrapposta alla resistenza che costruisce.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Disse; e assentirono i Numi datori di beni, all'udire

quelle parole; e assai più di prima agognava la zuffa

il cuor d'ognuno; e tutti destaron la pugna crudele,

quel di, femmine e maschi, Titani, e figliuoli di Crono,

e quei che Giove aveva dall'Erebo tratti alla luce,

terribili, gagliardi, dotati d'immenso vigore:

ché cento mani ad essi balzavano fuor da le spalle,

similemente a tutti, sugli omeri a ognuno cinquanta

capi crescevano sopra le fulgide membra. E ai Titani

stettero a fronte a fronte, quel di nella dura battaglia,

nelle massicce mani stringendo gran picchi di monti.

Dall' altra parte, i Titani solleciti empievan le schiere,

e gli uni e gli altri mostra facean della possa del braccio,

con gesta grandi. Echeggiò terribile il pelago immenso,

die' gran rimbombo la terra, squassato gemé r ampio cielo,

dalle radici fu scrollato l'Olimpo infinito,

sotto la furia dei Numi, del Tartaro ai baratri oscuri

giunse l'orribile crollo, dei piedi l'acuto frastuono

e del tumulto, che mai non cessava, dei colpi gagliardi.

Cosi gli uni sugli altri lanciavano i colpi dogliosi;

e perveniano al cielo le grida di questi e di quelli,

e gli uni sopra gli altri piombavan con impeto grande.

Esiodo, Teogonia 664 712

Eccolo il bambino mentre manifesta le intenzioni attraverso le quali assumersi la responsabilità della propria vita.

"Devo uscire da questa trappola" affermò il bambino nel ventre della madre:

"Disse; e assentirono i Numi datori di beni, all'udire

quelle parole; e assai più di prima agognava la zuffa

il cuor d'ognuno; e tutti destaron la pugna crudele,

Immediatamente iniziò la lotta per uscire dal ventre della madre. Quel ventre era un Essere vitale e al desiderio di libertà contrappone il desiderio di non soffrire. Fu una contrapposizione di terribile violenza. In quel momento, il bambino, convocò tutte le forze che potevano aiutarlo nella costruzione di sé stesso. Convocò le antiche forze che i suoi avi, Urano Stellato e Gaia, avevano forgiato per consentirgli di costruire il suo divenire. Chiamò a raccolta le sue forze, chiamò a raccolta le sue tensioni e i suoi desideri fondendoli nella necessità del suo Potere di Essere.

In quel momento:

ché cento mani ad essi balzavano fuor da le spalle,

similemente a tutti, sugli omeri a ognuno cinquanta

capi crescevano sopra le fulgide membra. E ai Titani

stettero a fronte a fronte, quel di nella dura battaglia,

nelle massicce mani stringendo gran picchi di monti.

Il bambino si girò, con sforzo titanico, pronto a spingere con la sua testa contro la barriera che lo separava dall'infinito. Il bambino afferrò le sue forze per uscire da quella situazione. Afferrò rocce infinite che gli impedivano il movimento ed agì per rimuovere gli ostacoli che come forze titaniche sembravano impedirne i movimenti. La madre rinforzò le sue schiere e le sue forze. Non poteva permettersi il lusso di perire dopo il primo parto. E con opera di mani e di forze contrasse il suo addome affinché chi stava partorendo non danneggiasse sé stessa e la sua capacità di partorire.

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18 aprile 2024

Segreti e misteri in Stregoneria

I misteri nel mondo della magia non sono tali perché sono oggetti nascosti, ma sono tali perché l'individuo non sa che cosa farsene dell'oggetto che sta sotto i suoi occhi.

E' come per i segreti che non sono tali perché nessuno li conosce, ma sono tali perché essendo alla comune conoscenza le persone li scambiano per banalità e non vi prestano attenzione.

Per contro, tutto ciò che è magia viene coperto da una fitta coltre di illusioni, desideri, credenze, aspettative, che costruiscono castelli immaginari che imprigionano l'attenzione delle persone in uno stato ansioso d'attesa che impedisce loro la comprensione di ogni effetto della realtà che si discosta da quell'immaginario.

La realtà si allontana sempre più dall'orizzonte della percezione e la persona attende la realizzazione di quanto immagina limitando sempre di più l'orizzonte percettivo.

Quando si inizia il cammino contrario, ogni allargamento dell'orizzonte della percezione appare come un'illuminazione, come se la percezione si accendesse e quella luce, che appare nuova, si affaccia alla coscienza dell'individuo che inizia una diversa elaborazione del proprio conoscere.

Spesso quel conoscere è il riconoscere di una quello che sarebbe stata una banalità se la percezione dell'individuo non fosse stata rinchiusa in un immaginario fantastico.

La differenza fra immaginazione e reale percepito viene data al soggetto solo ed esclusivamente dall'esperienza che il soggetto vive. Tanto più il soggetto è coinvolto nelle relazioni nella società e nella natura, tanto più il suo corpo, la sua psiche e la sua percezione si adatta a quel reale, tanto più l'individuo si ritrae dalle relazioni sociali, nella natura tanto più la sua percezione, il suo corpo e la sua psiche si adattano a quel sottrarsi e tanto più si rinchiude nell'immaginario per poter difendersi da quel reale che descrive come ostile e minaccioso.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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