Continua il genocidio della popolazione Palestinese e le chiacchiere servono solo per nascondere la drammaticità e perpetuare il genocidio.
Aprile 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

20 aprile 2024 cronache della religione pagana
Riflessione sull'olocausto di ebrei e palestinesi

Claudio Simeoni

Cronache mese di aprile 2024

 

20 aprile 2024

Riflessione sull'olocausto di ebrei e palestinesi

L'ideologia del genocidio appartiene all'ideologia cristiana che è, indifferentemente, ideologia ebrea, cristiana e nazista.

Il concetto secondo cui l'uomo è creato da Dio e, in quanto tale, una proprietà di Dio che Dio e le chiese cristiane quali rappresentanti di Dio in terra possono macellare a piacimento perché "i poveri li avrete sempre con voi e potete far loro del bene ogni volta che vorrete!" è un'idea prettamente ebrea e cristiana.

Possedere gli individui, come concetto religioso, è un concetto esclusivamente biblico, alla base di tutta l'ideologia cristiana.

Senza qualcuno da identificare come artefice del male e poterlo perseguitare e sterminare, i cristiani non sono in grado di compattare il loro gregge di fedeli perché dovrebbero discutere dei contenuti della loro fede di cui sono privi.

Nazismo e cristianesimo furono un tutt'uno ideologico nell'attività di strage degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali e dei comunisti. Si tratta di figure sociali a cui attribuire ogni male e ogni nefandezza per poter giustificare il loro diritto a sterminarli.

La tecnica è la stessa usata dal Dio degli ebrei e dei cristiani che accusa gli uomini di malvagità, senza che questa accusa abbia un qualche fondamento giuridico, e poterli macellare secondo il proprio capriccio e il proprio tornaconto personale.

Ciò che gli storici fingono di non vedere è che nazismo e cristianesimo non furono alleati nella seconda guerra mondiale, ma erano la stessa cosa che esprimeva la medesima ideologia propria di vangeli e bibbia. Da quella medesima cosa, volta al genocidio dell'umanità (l'Italia entrò in guerra con il proposito di sterminare gli slavi per la supremazia della razza italica), quando la fortuna del nazismo iniziò a declinare, i cristiani finsero di allontanarsi. Tuttavia la chiesa cattolica e il Vaticano operarono per mettere in salvo gli assassini nazisti

Scrive Goldhagen in "Una questione morale - La chiesa cattolica e l'olocausto":

La responsibilità morale di gran parte dei vescovi e sacerdoti cattolici che accordarono il proprio sostegno alla tirannide e all'antisemitismo si accompagna alla responsabilità politica per attività volte a lavorire la causa della tirannide e della predicazione antisemita. A riguardo nessuno reca un più gravoso fardello di responsabilità dei due pontefici, Pio XI e Pio XII (quando era segretario di stato vaticano rei di aver riservalo buona accoglienza all'ascesa dei nazisti al potere, evento che aprì la strada all'annientamento delle istituzioni democratiche. Il Concordato costituì di fatto la prima legittimazione politica di Hitler e del suo regime.

Ciò fece dei due pontefici e di quella Chiesa che rappresentarono negli anni Trenta (fino a un parziale, tardivo ripensamento) un potente sussidio politico per il regime. In una predica del 1937, il cardinale Faulhaber vantava i meriti della Chiesa e del Concordato nel rafforzare il nazismo: In un periodo in cui i capi delle maggiori nazioni mondiali guardavano la nuova Germania con freddo riserbo e notevole diffidenza, la Chiesa cattolica, la più grande potenza morale del mondo, espresse per mezzo del Concordato la propria fiducia nel nuovo governo tedesco. Quest'atto ebbe un'importanza immensa per la reputazione del nuovo governo all'estero.

La responsabilità politica dei pontefici è condivisa dal clero della Chiesa cattolica tedesca che, tranne poche eccezioni, contribuì a legittimare il nazismo. Ciò vale, in termini generali, anche per le chiese di Italia, Francia, Slovacchia, Austria e Croazia, che non fecero mancare il proprio sostegno ai regimi criminali dei rispettivi paesi.

Le responsabilità politiche della Chiesa per una violazione come quella di predicare a milioni di persone una rappresentazione calunniosa degli ebrei, istigandole così a sentimenti di rifiuto e di ostilità, sono talmente grandi che non richiedono commenti. Il Vaticano e le varie chiese nazionali europee - in Germania, Polonia, Francia, Italia e altrove - diedero spazio nei loro giornali e periodici alle più feroci diffamazioni antisemite, tra cui, in particolare, l'identificazione degli ebrei con la minaccia bolscevica. Al termine del suo studio su Chiesa cattolica polacca e antisemitismo, Ronald Modras si sofferma sulla predicazione antisemita del clero e sulle sue responsabilità per la violenza che contribuì a scatenare:

Nel dilagante antisemitismo che imperversava in Polonia nella seconda meta degli anni Trenta, il clero cattolico, a giudicare dalla stampa religiosa e dai pronunciamenti dei vescovi, non assolse al ruolo di spettatore innocente di astante passivo. Insieme ai nazional democratici, esso ne fu parte integrante, come attestato dai loro avversari liberali e come conferma l'intera documentazione da me visionata. Anche quando la gioventù nazionalista tradusse in atti violenti l'ideario antisemita, mai si udirono aperte denunce da parte dei rappresentanti della Chiesa e della stampa cattolica. Invece di condannare senza mezzi termini la violenza, i prelati preferirono argomentare il proprio antisemitismo con spiegazioni che servivano, in ultima istanza, a giustificarlo.

Predicare ai cattolici che tutti gli ebrei erano colpevoli della crocifissione di Gesù - probabilmente la più nefasta fra tutte le montature antisemite - costituiva la linea ufficiale della Chiesa. Odio e avversione antisemita erano radicati nell'impianto dottrinale, teologico e liturgico della Chiesa cattolica e distribuiti in dosi variabili ai fedeli, in Polonia come negli altri paesi europei, annualmente, settimanalmente e quotidianamente: il periodo di più fervida agitazione antisemita era, ovviamente, la settimana santa precedente la Pasqua, quando la Chiesa rivolgeva direttamente la propria collera contro coloro che, con anatema liturgico, erano definiti i "perfidi" responsabili della morte di Gesù.

I nazisti trovarono negli insegnamenti della Chiesa un terreno talmente fertile da attingere regolarmente e con naturalezza al frasario antisemita cristiano onde facilitare, da un punto di vista politico e culturale, la diffusione e il rafforzamento del proprio antisemitismo. Rivolgendo un messaggio natalizio a duemila bambini di Norimberga, nel 1936, Julius Streicher si limitava a mettere in moto senza sforzo quelle cognizioni cristiane che i fanciulli già possedevano: ""Sapete chi è il diavolo?" chiese alla muta trepidante platea. "L'ebreo, l'ebreo" risuonarono le voci di mille bambini".

Questa era solo una goccia in un infinito diluvio di lezioni ammannite dagli insegnanti nazisti ai loro già edotti allievi cattolici (e protestanti), che prevedeva tra l'altro cartelli situati all'ingresso delle città e nelle campagne in cui si denunciava la parentela tra gli ebrei e il diavolo della tradizione cristiana. Un anno prima, Streicher ricorreva a una delle immagini predilette del repertorio cristiano, dichiarando: "Solo un popolo è uscito vittorioso da questa guerra spaventosa, quel popolo il cui progenitore Cristo ha indicato nel Diavolo". Come decine di milioni di persone in Germania e in Europa, Streicher conosceva il Vangelo e riproponeva qui la famigerata impostura giovannea che vuole gli ebrei artefici della morte di Cristo: "voi che avete per padre il diavolo" mette in bocca a Gesù l'evangelista "e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui" Identificare gli ebrei con il diavolo dell'immaginano cristiano era il pane quotidiano...

Goldhagen "Una questione morale - La chiesa cattolica e l'olocausto", Editore Mondadori,2003, pag. 38, 39, 40

Gli ebrei si scontrano con i cristiani. I cristiani li sterminano per tener compatto il loro gregge ed indicare un nemico da combattere. Gli ebrei occidentali, conquistata una certa uguaglianza sociale, trovano le affinità ideologiche con l'ideologia positivista che diventerà uno dei supporti del razzismo mentre, gli ebrei russi saranno costretti a combattere per l'uguaglianza, loro negata dallo Zar, e parteciperanno alla Rivoluzione d'ottobre prima, alla resistenza russa contro l'invasione delle potenze occidentali e, poi, con Trozky al tentativo di colpo di Stato contro Stalin.

Stalin li sconfigge e li invita ad andare in Palestina, allora colonia Inglese.

Il libello, confezionato dalla polizia segreta zarista quale "I "Protocolli" dei "savi anziani" di Sion" diventa, in piccolo, una sorta di manuale di guerra per costruire il "Grande Israele".

Israele si costituisce come Stato Fondamentalista di religione ebraica e si pone l'obbiettivo di sterminare i Palestinesi cacciandoli dalla loro Terra.

E' difficile non cogliere, nell'attività di guerra e della propaganda di guerra ebraica contro i Palestinesi e gli Stati confinanti, cose come questa:

La vera scienza delle condizioni sociali, ai segreti della quale non ammettiamo i Gentili, convincerebbe il mondo che il lavoro e gli impieghi si dovrebbero assegnare a caste ben distinte, allo scopo di evitare le sofferenze umane derivanti da una educazione non corrispondente al lavoro che gli individui sono chiamati ad eseguire. Se essi studiassero questa scienza, il popolo si sottometterebbe volontariamente ai poteri governativi e alle caste di governo classificate da essi.

Date le condizioni attuali della scienza, che segue una linea tracciata da noi, la plebe, nella sua ignoranza, crede ciecamente nelle parole stampate e nelle illusioni erronee opportunamente ispirate da noi, ed odia tutte le classi che crede più elevate della sua. Ciò perchè essa non comprende l'ignoranza di ogni singola casta. Questo odio diventerà ancora più acuto quando si tratterà di crisi economiche, perché allora arresterà i mercati e la produzione.

Determineremo una crisi economica universale con tutti i mezzi clandestini possibili e coll'aiuto dell'oro, che è tutto nelle nostre mani. In pari tempo getteremo sul lastrico folle enormi di operai in tutta l'Europa. Allora queste masse si getteranno con gioia su coloro dei quali, nella loro ignoranza, sono stati gelosi sin dall'infanzia, ne saccheggeranno gli averi e ne verseranno il sangue.

Tratto da: Polizia segreta zarista, "I "Protocolli" dei "savi anziani" di Sion", Editore Roma - La vita Italiana, 1938, pag. 33

L'azione di Israele contro i paesi vicini, la sua attività di destabilizzazione, i finanziamenti e le protezioni offerte all'Isis contro la Siria e contro l'Iraq, trovano la loro definizione non solo nelle strategie del Grande Israele definite dalla Bibbia, ma anche nel testo diffamatorio contro gli ebrei dei "Protocolli dei savi di Sion". Non sono in grado di destabilizzare il mondo, ma i paesi confinanti, sì!

E' esattamente come se gli ebrei avessero fatto proprio il manuale della Polizia Zarista, usato dai nazisti come scusa per massacrarli, al fine di massacrare allo stesso modo libanesi, siriani, palestinesi e tutte le popolazioni che si frappongono all'espansionismo ebraico.

L'ideologia dello Stato di Israele è ideologia nazista come era di ideologia nazista chi volle sterminare gli ebrei dopo aver studiato la bibbia e i vangeli cristiani. Di ideologia nazista sono i cristiani che ora, anziché continuare a sterminare gli ebrei, volgono la loro attenzione per sterminare gli arabi destabilizzando tutti i paesi arabi impedendo loro il progresso economico e scientifico.

 

20 aprile 2024

La guerra di oggi

Quando guardate i fatti del mondo, le notizie, ricordate che i "contenuti strategici sulla conduzione della guerra" sono cambiati. Non siamo più alle idee sulla guerra di Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz. Là era l'esercito prussiano contro Napoleone. Oggi viviamo la condizione che oscilla fra le regole della guerra finalizzate al genocidio, proprie dell'ideologia della bibbia fatta propria da ebrei e statunitensi, e le condizioni dell'oggettività dove la conquista della realtà è economica e tecnologica.

La cultura delle persone, all'interno dei singoli Stati, è la più poderosa arma per affrontare questo nuovo tipo di guerra. Assistiamo, da un lato a chi immiserisce la cultura della propria popolazione per sentirsi più forte all'interno e all'esterno della propria nazione; dall'altro lato assistiamo a chi rende culturalmente più forte la propria popolazione per aumentare la propria forza all'interno e all'esterno della propria nazione.

Da un lato Dio vuole che le persone siano povere, sofferenti e ubbidienti, dall'altro lato le persone vogliono essere ricche e felici.

In questo momento, questi due modi di pensare sono in guerra fra di loro. Usano armi e strategie diverse e hanno una diversa visione del futuro.

Io non so chi fra i due riuscirà a prevalere, ma preferirei non ricevere bombe in testa anche se molti popoli saranno battezzati con bombe, stragi e distruzione.

 

20 aprile 2024

Il prigioniero

Se un prigioniero scava un tunnel per fuggire dalla prigione, è nel suo interesse che solo pochissimi conoscano l'esistenza di tale progetto affinché tale progetto possa andare a buon fine. Il suo scopo è quello di evadere da quella prigione.

Se un prigioniero scava un tunnel per fuggire dalla prigione e fa sapere a tutti che sta scavando quel tunnel allo scopo di evadere dalla prigione, il suo scopo non è quello di evadere dalla prigione, ma quello di acquisire notorietà nel carcere. Lui viene nominato come "quello che ha provato a fuggire", ma non è riuscito nell'intento. Un intento che non ha perseguito, non voleva perseguire, ma solo millantare.

Questo è anche nella vita sociale. C'è chi agisce e chi millanta. Le persone tendono a legittimare la millanteria perché per loro può diventare difficile osservare le azioni e da queste risalire ai sistemi di pensiero che le generano e che, troppo spesso, appaiono loro estranei.

 

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Claudio Simeoni

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