Continua il genocidio della popolazione Palestinese e le chiacchiere servono solo per nascondere la drammaticità e perpetuare il genocidio.
Aprile 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
23 aprile 2024
Oggi Beppi di (o da) Lusiana ha lasciato il suo corpo fisico.
Mi ha accompagnato per oltre 35 anni facendomi vedere, nella pratica, il significato della parola "onore" e il significato della parola "passione".
Dall'undicesima fatica di Beppi di (o da) Lusiana:
il giardino delle Esperidi
[...]
Beppi fu assalito da quella sensazione e poi attraversato dall'emozione di quel vissuto. Guardò l'anziano negli occhi e chiese: "Ma voi, al di là di chi siete o potreste essere; che cosa volete da me?"
"Devi restituire quello che hai preso," disse l'altro anziano "ma non puoi restituire quanto hai preso se non riesci a ricordare che cosa hai preso, perché lo hai preso e dove hai nascosto quello che hai preso."
Un giudizio non dissimile va fatto di quella che chiamiamo libertà d'insegnamento. Essendo fuor di dubbio che la sola verità debba informare le menti, perché in essa sola sta il bene, il fine e la perfezione delle nature intellettuali, l'insegnamento non deve perciò dettar altro che il vero, tanto a chi l'ignora quanto a chi lo sa, affinché ne rechi agli uni la notizia, la conservi negli altri. Per questa cagione è stretto dovere degli insegnamenti affrancare gli animi dall'errore, e premunirli contro di esso mediante efficaci argomenti. Dal che apparisce, essere al tutto contraria alla ragione, e tale da pervertire totalmente le intelligenze, quella libertà di cui parliamo, la quale si arroga una sconfinata licenza d'insegnar ciò che le piace; licenza che ai cittadini il pubblico potere non può accordare senza fallire ai suoi doveri. Tanto più che l'autorità dei maestri ha grande influenza sopra i discepoli, e raro è assai che questi possano discernere da se stessi se le dottrine di quelli siano vere o false. E' necessario dunque, che anche questa libertà, perché sia onesta, contengasi entro certi confini, e ciò per non lasciare impunemente che in istrumento di corruttela si converta il magistero. Il vero poi, che ha da essere l'unico oggetto dell'insegnamento, si distingue in due specie, naturale e rivelato. Le verità naturali, quali sono i primi Princìpi e le prossime conseguenze che ne trae la ragione, formano nell'ordine delle idee il patrimonio comune del genere umano: e poiché su quei veri riposano, come su fondamento saldissimo, morale, giustizia, religione, lo stesso umano consorzio, sarebbe la cosa più empia del mondo e più stolidamente disumana permettere che questo sacro retaggio sia impunemente dilapidato. Né va conservato meno gelosamente il preziosissimo e santissimo tesoro della verità che conosciamo per divina rivelazione. Per molte luminose prove si giunge a stabilire, come usarono spesso gli Apologisti, certi punti principalissimi, quali sono: che Iddio ha divinamente rivelato alcune verità; che per rendere testimonianza alla verità l'Unigenito Figlio di Dio si è incarnato; ch'Egli ha fondato una società perfetta, cioè la Chiesa, della quale è capo Egli stesso, e con la quale promise di rimanere sino alla consumazione dei secoli. Tutte le verità insegnate col divino suo labbro Egli volle affidate a questa società, con ordine di custodirle, difenderle e autorevolmente dichiararle; comandando nel medesimo tempo a tutti i popoli di credere e obbedire alla Chiesa sua, come a Lui stesso, pena, chi facesse il contrario, l'eterna dannazione. Così è chiaro, che Iddio è all'uomo il migliore e più sicuro maestro, fonte e principio d'ogni verità: è l'Unigenito, ch'è nel seno del Padre, è via, verità, vita, luce vera che illumina l'uomo, e di cui tutti gli uomini devono essere docili ed ossequiosi discepoli. "E saranno tutti ammaestrati da Dio" (Giovanni, VI, 45)"
Tratto da: Leone XIII, Enciclica Libertas, 20 giugno 1888
L'anziano alla destra si rivolse a Beppi e disse: "Erano tempi in cui si esprimevano instabili equilibri. L'Italia era stata unificata e il nuovo Stato da un lato continuava a rafforzare le vecchie gerarche, dall'altro lato aveva l'esigenza di un nuovo insieme di persone, culturalmente preparate. Si chiedeva come fosse meglio prepararle. Murat a Napoli, settanta anni prima, aveva imposto l'idea di una scuola pubblica, obbligatoria e gratuita, sia per uomini e per donne (un concetto inconcepibile per la chiesa cattolica) che doveva fornire a tutti "uguaglianza di opportunità" valorizzando gli specifici talenti. Cosa diversa dalla dipendenza dell'uomo dal "sapere innato dato da Dio" che alimentava la dipendenza delle pecore dal gregge e dal pastore che le istruiva affinché fossero pecore che si comportavano da pecore. Ciò che percorreva la penisola non era il "vento dell'Unità d'Italia", era il vento di un futuro possibile a cui la chiesa cattolica non era ammessa. La chiesa cattolica ancora ricordava le parole di Giuseppe Garibaldi: "Che diavolo di libertà vuole un popolo che tutti i giorni va a prostrarsi a' piedi d'un prete, piedistallo di tutte le tirannidi e soldato del più atroce de' tiranni d'Italia? Io crederò che il nostro popolo vuol essere libero quando lo vedrò cambiar la bottega di S. Petronio in un asilo di indigenti, quando, sulla chierica del negromante buffone, lo vedrò infrangere il fiasco di S. Gennaro." Impedire alle persone di essere istruite, nemmeno Ladone avrebbe potuto pensare a mostri così paurosi e potenti capaci di impedire agli Esseri Umani di accedere al Giardino delle Esperidi."
Quel nome fece sussultare Beppi. Un ricordo, una sensazione, lo aveva assalito. Il ricordo del Giardino dai diecimila fiori e diecimila tipi di alberi in un orizzonte infinito di beatitudine dove ogni frutto apriva gli orizzonti della mente e alimentava il desiderio di esplorare l'universo.
"Ricorda?" chiese l'anziano alla sinistra di Beppi. La donna continuava a fissarlo. Beppi si sorprese a pensare: "Io questa donna l'ho vista. L'ho vista ancora, ma non qui. Non la ricordo a gestire questo ristoro." L'anziano alla destra rispose all'altro anziano "Non era ancora nato. La storia che gli ho raccontato gli è estranea, Il sentiero su cui camminò inizierà dopo, ma ancora la premessa di quel cammino non è completata.
"E allora prosegui." Lo invitò l'anziano alla destra di Beppi.
"Di tale cristiana istruzione appare evidentemente cresciuta la necessità sia da tutto l'andamento dei tempi e dei costumi moderni, sia specialmente da quelle pubbliche scuole, prive di ogni religione, dove si tiene quasi per sollazzo il deridere le cose più sante, e del pari sono aperte alla bestemmia e le labbra dei maestri e le orecchie dei discepoli. Parliamo di quella scuola che si chiama per somma ingiuria neutra o laica, ma che non è altro che tirannide prepotente di una setta tenebrosa. Un siffatto giogo di ipocrita libertà voi già denunciaste ad alta voce e intrepidamente, o Venerabili Fratelli, massima in quei paesi dove più sfrontatamente furono calpestati i diritti della religione e della famiglia, anzi soffocata la voce stessa della natura, che vuole rispettata la fede e il candore dell'adolescenza"
[Pio X, Enciclica Editae saepe Dei, 26 maggio 1910].
"Pensare alle persone come create da Dio" aggiunge l'anziano alla sinistra di Beppi "rende la scuola uno strumento con cui controllare le persone e non uno strumento che necessita ai cittadini per il loro sviluppo intellettuale e culturale. Quando gli uomini pensano a sé stessi come "creati da Dio" sono convinti che la loro intelligenza e la loro cultura sia un "dono di Dio" e per sfruttare quel "dono" si fanno "furbi" costringendo altri uomini a non sviluppare la loro cultura e la loro conoscenza: "guarda io che bravo che sono, tu sei stupido!" e questo è l'atteggiamento che hanno nei confronti dei ragazzi. I ragazzi sono stupidi. Non sanno. Loro, al contrario sanno e anziché usare quel poco di conoscenza che hanno per aiutare i ragazzi, preferiscono entrare in concorrenza conflittuale con loro, umiliandoli, per promuovere sé stessi come ente superiore uguale a Dio. C'è un altro modo per pensare la scuola. Un modo che si sta facendo largo nella coscienza delle persone. Un modo che come un Ladone dalle cento teste inizia ad entrare nell'immaginario collettivo di una nazione giovane dai passi incerti."
"In queste generalità rimane a parere mio sufficientemente indicatala possibilità dell'educazione e il valore proprio dell'istruzione come mezzo educativo. Perché istruire non vuol dire ammaestrare teoricamente circa i possibili casi della vita, né comunicare le massime cui le particolari operazioni devano essere in seguito conformate, né tampoco coartare la volontà a divenire docile istrumento di passiva esecuzione, ma invece adoperarsi perché nello svolgimento interiore, che mette capo nella personale autonomia, prevalgano quegli appunto fra gli elementi della vita spirituale, nei quali si prepara il predominio dell'ideale etico. Le operazioni educative sono adunque indirette, in quanto che non si ha in mira di ottenere per mezzo loro il nudo effetto dell'imitazione, ma sì di promuovere i principi interiori della retta scelta e della retta operazione. Attività ordinata, rivolta a produrre attività, ecco il preciso assunto del compito educativo."
Antonio Labriola, Tutti gli scritti filosofici, Dell'insegnamento della storia, Editore Bompiani, 2014 pag. 934
"La lotta è forte ed atroce." continua l'anziano a sinistra di Beppi "I cattolici temono che una diversa istruzione scolastica faccia perdere i loro fedeli, specialmente i ragazzi che non vengono più indottrinati e costretti a credere nella loro superiorità di razza in quanto cattolici. I cattolici sono convinti che l'imposizione della loro fede passi attraverso l'insegnamento scolastico e prescolastico. Questo lo credono anche chi vorrebbe allontanare i cattolici dall'insegnamento scolastico. In realtà, la fede che porta alla sottomissione viene imposta mediante la percezione, da parte del feto e del neonato, della struttura emotiva della madre e dell'ambiente parentale prima ancora che il bambino impari a parlare. Tuttavia, la chiesa cattolica non vuole perdere il controllo sulla scuola come non vuole perdere il controllo della struttura sanitaria e delle strutture carcerarie che alimentano il loro potere di controllo sulle persone fragili, deboli e facilmente utilizzabili per giustificare il loro potere nella società civile."
"Ma dove non potremo mai essere d'accordo è in tutto ciò che vuol comprimere, menomare, negare quel diritto che la natura e Iddio hanno dato alla famiglia e alla Chiesa nel campo dell'educazione. Su questo punto Noi non vogliamo dire di essere intrattabili, perché la intrattabilità non è una virtù, ma soltanto intransigenti, come non potremmo non essere intransigenti se ci domandassero quanto fa due più due. Fa quattro e non è colpa nostra se non fa né tre, né cinque, né sei, né cinquanta. Quando si trattasse di salvare qualche anima, di impedire maggiori danni di anime, ci sentiremmo il coraggio di trattare col diavolo in persona. Ed è proprio per impedire un male maggiore che, come tutti hanno potuto ben sapere, in qualche momento abbiamo trattato, allorché si decideva la sorte dei Nostri cari esploratori cattolici; abbiamo fatto dei sacrifici per impedire mali maggiori, ma abbiamo documentato tutto il cordoglio che sentivamo per essere costretti a tanto"
[Pio XI, Discorso agli allievi del collegio Mondragone, 16 maggio 1929].
"Ed è questo il punto" continua l'anziano alla sinistra di Beppi "il controllo militare della scuola è il controllo militare dell'educazione che, anche se non è funzionale per imporre la fede cattolica, è funzionale ad impedire ai ragazzi di uscire dall'educazione cattolica affinché continuino a prostrarsi confidando in Dio anziché far uscire la forza della cultura e della conoscenza da sé stessi. La lotta si faceva sempre più serrata."
Il problema dell'educazione è un problema pratico e difficile, e conviene distinguerne gli elementi essenziali. La scuola riceve delle individualità già in qualche modo formate, dei subbietti formati, e ogni parola che il maestro dice, trova una rifrazione nella mente del fanciullo. Il maestro si deve preoccupare di tutto ciò che v'è d'erroneo nell'educazione, e fare che qualunque sua azione educativa sia miglioratrice, modificatrice; che sia sorrettrice delle tendenze naturali del fanciullo, non abolitrice. La questione della scuola popolare non è questione puramente amministrativa, ma sociale e morale. Col crescere degli anni cresce la reazione all'azione educatrice, e cresce coll'individualità. L'educazione non deve servire a deprimere l'individualità, ma deve convertirla in persona. E se si è combattuta l'educazione dei cenobi [religiosi cattolici], ciò non fu per spirito anticlericale, ma perché la loro educazione deprimeva l'individualità. La personalità ha un valore infinito, e senza di essa non vi è né libertà, né morale. L'azione educativa che ha luogo nel periodo compreso tra la fanciullezza e la maturità si converte in personalità umana. La nostra disciplina rispetta l'individualità, perché l'istruire non è rifare da capo tutta la vita intellettuale, ma è dirigere le attitudini naturali dell'individuo.
Antonio Labriola, Tutti gli scritti filosofici, Lezioni di pedagogia, Editore Bompiani, 2014 pag. 1017
"La lotta era in corso" disse l'anziano alla sinistra di Beppi mentre l'anziano alla destra annuiva "la differenza non stava nelle idee, ma nel denaro e nel potere sociale che la chiesa cattolica aveva contro chiunque avesse idee diverse dall'imposizione della sottomissione."
Beppi ascoltava attentamente, aveva intuito che questo era solo il prologo e che stava preparando una storia che aveva costretto le sue emozioni a trasformarsi per costruire e legittimare una prospettiva di futuro che qualche potenza stava negando agli uomini.
--continua nell'undicesima fatica di Beppi da Lusiana---
Tutti i testi del mese di aprile 2024 in un'unica pagina
Indice pagine mensili di cronache Pagane
Torna agli argomenti del sito Religione Pagana
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Iside con bambino - Museo di Napoli prestata a Torino!
Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.