Continua il genocidio della popolazione Palestinese e le chiacchiere servono solo per nascondere la drammaticità e perpetuare il genocidio.
Aprile 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

29 aprile 2024 cronache della religione pagana
Il treno

Claudio Simeoni

Cronache mese di aprile 2024

 

29 aprile 2024

Inno Orfico a Giustizia

Inno Orfico a Giustizia

E questo è il 62 Inno Orfico che sistemo.

  Inno Orfico a Giustizia

  Canto l'occhio di Giustizia che tutto vede, dalle belle forme,
che siede presso il sacro trono di Zeus sovrano
osservando dal cielo la vita dei mortali dalle molte stirpi,
piombando giusta vindice sugli ingiusti,
con equità conducendo alla verità cose dissimili;
infatti tutto ciò che, difficile da giudicare, è condotto con cattive intenzioni
dai mortali che con disegni ingiusti vogliono il di più,
sola avanzando risvegli la giustizia contro gli ingiusti;
nemica degli ingiusti, propizia ti unisci ai giusti.
Ma, dea, vieni giusta alle buone intenzioni,
sempre finché giunga il giorno della vita segnato dal destino.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Cosa cantavano con l'Inno a Giustizia gli estensori degli Inni Orfici? Cantavano le lodi a Temi o cantavano le lodi a Dike?

Gli Dèi vivono e partecipano alle tensioni e alle contraddizioni vissute dagli Esseri della Natura. Vivono, lottano e si trasformano con loro. Le lotte e le trasformazioni degli Dèi sono le lotte e le trasformazioni degli Esseri della Natura, di noi stessi nel nostro continuo andare, trasformazione dopo trasformazione.

Giustizia nello stridere fra ciò che l'uomo desidera e ciò che è giustizia per come è vissuta dall'uomo. Giustizia è ripristino degli equilibri in un tempo di trasformazioni diverso da quello che l'uomo vive e abita.

Il "presto, qui e ora" è il tempo di Nemesi, non il tempo di Giustizia. Nemesi, figlia di Nera Notte, alimenta le tensioni del qui e ora, Giustizia ripristina gli equilibri modificando l'oggettività che permette la nascita di nuovi e diversi equilibri, di nuove e diverse armonie.

Chi canta l'Inno eleva le sue emozioni enfatizzando il bisogno di Giustizia, ma la giustizia a cui anela non è l'azione di Giustizia; è più vicino al desiderio dell'intervento di un "Dio della vendetta" che ripari i torti soggettivamente subiti.

Prega per la giustizia chi si ritiene creato ad immagine e somiglianza di un Dio padrone e, per estensione, chi si ritiene demandato a fare giustizia in base ad un altro Dio padrone che può essere un codice di leggi civile, penale o le disposizioni di chi si ritiene socialmente più forte. Fare la volontà del più forte, non è manifestare Giustizia; è manifestare servilismo.

---continua nella pagina linkata----

 

29 aprile 2024

Il treno

Sono all'interno di un vagone. Un vagone enorme di un treno sui binari.

All'interno del vagone si affollano molte persone.

Voci, discussioni, passioni, desideri, aspettative e propositi. Tutti si intrecciano.

Piano piano il treno si mette in moto.

Le voci aumentano, qualche volta si fanno grida.

Ora il treno rallenta per fermarsi ad una stazione.

Si aprono le porte. Persone scendono, qualcuna sale.

Poi il treno si mette in moto e le voci continuano il loro clamore.

Io, seduto, a volte partecipo a quel clamore, altre volte rimango in silenzio. Qualche volta asserisco, ma più delle volte contesto e argomento.

Ancora il treno rallenta, giunge ad un'altra stazione. Persone scendono da quel vagone, poche altre salgono.

Continuano le discussioni. Continuano le voci.

Stazione dopo stazione il vagone si sta svuotando. Sento le voci calare e sempre maggiore sono gli spazi di silenzio fra una voce e l'altra.

Il treno corre su quelle rotaie. Trascinando con sé quel vagone ad ogni fermata sempre più vuoto.

Io sono seduto in quel vagone.

Ora non ci sono più voci né suoni.

Solo silenzio.

Il treno continua a sferragliare su binari senza meta.

Ogni tanto quel treno si ferma ad una stazione. Le porte si aprono, ma nessuno scende e nessuno sale.

Ora c'è solo lo sferragliare del treno mentre dal finestrino osservo il rosso tramonto di un Sole che racconta di una nuova alba.

 

29 aprile 2024

Tifone nella Teogonia di Esiodo

Tifone nella Teogonia di Esiodo

Le caratteristiche che Esiodo indica in Tifone ci permettono di riconoscerlo. Le teste di serpe che compongono Tifone altro non sono che la rappresentazione dei diversi modi con cui la vita esprime le consapevolezze nelle specie del pianeta. In questo caso, come in molte altre simbologie, il serpente altro non è che il movimento dell'Energia Vitale impresso da Necessità e finalizzato da Eros mentre passa da inconsapevole a consapevole quale espressione nelle varie specie del pianeta. Le cento teste di serpe equivalgono alle diecimila creature nel Quang Tsu. Equivalgono ad un grande numero. Le braccia, i piedi e la grande forza espressa da Tifone altro non è che la volontà che le Coscienze di Sé hanno sommato alla Necessità' che le ha portate ad esistere. Come hanno esercitato le proprie determinazioni. In Tifone sono unite assieme. Non sono più specie divise che germinano il loro potere e che spesso disperdono per arricchire Hera. In Tifone sono sé stesse, per questo possono dare l'assalto al cielo. Qui non siamo in presenza di Apollo armato di arco alla cui apparizione gli Dèi dell'Olimpo sono presi da sussulto. E' sufficiente che Latona gli tolga l'arco e lo appenda ad un chiodo d'oro perché gli DEI lo accolgano e si tranquillizzino. Tifone rivendica la loro Consapevolezza. Non rivendica soltanto il diritto di costruire sé stesso. Pretende che gli Dèi dell'Olimpo partecipino alla sua costruzione.

Le lingue nere sono i linguaggi inconoscibili alla ragione. Lingue nere che vibrano. Lingue nere che emettono suoni incomprensibili agli orecchi di chi giudica dai suoni e dalle parole. Lingue nere fatte di linguaggi emotivi. Lingue nere che parlano mediante l'azione. Dagli occhi, sotto le ciglia, splendevano occhi di fuoco: gli occhi della conoscenza e della consapevolezza delle infinite specie di cui Tifone era formato. Quante voci emettevano quelle lingue nere; quante voci si alzavano da quelle teste. Erano le voci di tutti gli Esseri della Natura, di tutte le specie che su questo pianeta hanno tentato di costruire loro stesse nell'infinito dei mutamenti. Sono voci senza suoni, voci che mettevano suoni di ogni tipo. Ognuna secondo la propria specie, la propria azione, ognuna secondo il fine del proprio Intento. Tutto questo era emanato da Tifone. Solo gli Dèi comprendevano quelle voci. La loro era voce di tuono. Era emanazione del loro Potere di Essere. A volte sembrava un toro superbo muggire dall'alto dell'infinito, a volte la possanza di quelle voci era simile a quella di un leone deciso a dare l'assalto all'infinito. Qualche volta, quelle voci sembravano un canto di cani, un insieme che tenta di agire all'unisono fondendo loro stessi; a volte sembrava un lungo fischiare tanto che le montagne ne portavano l'eco.

Tifone è la forza della vita che emerge dal mondo del tempo e non separa la materia di Gaia all'azione o da Eros che costruisce la sua coscienza.

---continua al link----

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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