Il primo maggio si celebra il lavoro: si sono dimenticati di riempire di significato la parola "lavoro".
In questo modo è facile prendere in giro le persone. Lavora l'imprenditore, il politico e il mafioso. Lavora il ladro, il corrotto e il commerciante. Vengono celebrati ignorando il bracciante, il cameriere, l'operaio e chi pulisce i gabinetti.
Maggio 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

02 maggio 2024 cronache della religione pagana
Esopo e il concetto di fidarsi e affidare

Claudio Simeoni

Cronache mese di maggio 2024

Il concetto di divino come negazione del Dio monoteista (ebreo, cristiano, islamico e buddista)

 

02 maggio 2024

La Tifonomachia nella Teogonia di Esiodo

La Tifonomachia nella Teogonia di Esiodo

Dalla pagina:

Tifone è il nemico degli Dèi Olimpi nella loro esistenza. Il futuro degli Dèi Olimpi si risolve in Tifone.

Noi parliamo di mortali e di immortali in una relazione fra i due soggetti. Consideriamo noi stessi i mortali in quanto possiamo constatare che, nello stato in cui viviamo, il nostro corpo fisico cesserà di esistere: morirà.

Anche gli Dèi hanno un corpo fisico e anche quel corpo fisico morirà. Pensiamo all'Essere Terra, a Rea e al suo cuore, Echidna. Quando il sole esploderà, perché oggi la scienza ci dice che comunque la sua massa incandescente è destinata a modificare radicalmente la sua natura distruggendo la Terra e i Pianeti del Sistema Solare, anche l'Essere Terra, Rea, nello stato in cui esiste ora, morirà. E così l'atmosfera, Zeus, e così il respiro di libertà di ogni Essere della Natura, Demetra, e così la natura stessa, Hera, ecc. ecc.

La Tifonomachia è tutto questo. Lo scontro fra ciò che esiste e la sua distruzione: la sua morte del corpo fisico.

La Tifonomachia è la battaglia con la quale gli Dèi Olimpi riaffermano il loro diritto di costruire la vita della Natura allontanando da sé il momento della "morte".

Nella Natura il predatore si prende la vita dell'animale che preda per nutrire sé stesso; il predato mette in atto le proprie strategie per allontanare l'azione del predatore. Speso il predato riesce a sopravvivere al predatore, ma quando diventa vecchio le sue possibilità di resistere al predatore diminuiscono, le possibilità di difesa de predato diminuiscono fino al momento in cui morirà. Sia che il predatore sia un leone, un virus, un battere o un nemico alle porte della vita, un predatore arriva, anche per gli Dèi. Tifone vuole predare gli Dèi Olimpi quando sono nel loro vigore.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

E quel di stesso avrebbe compiuta un'impresa fatale,

e avrebbe avuto impero sug1i uomini tutti e sui Numi,

senza l'accorto consiglio del padre degli uomini e i Numi.

Emise un tuono secco, terribile; e intorno la Terra

diede un orrendo rimbombo, e il Cielo che immenso sovrasta,

e il Ponte, e le fluenti d'Oceano, e gli abissi terrestri;

e il grande Olimpo tutto tremò sotto i piedi immortali,

mentre moveva il Signore. Die' gemiti lunghi la Terra,

ed un incendio flagrò sul mar di viola, che acceso

fu dal baleno insieme, dal tuono, dall'orrido fuoco,

da folgori abbaglianti, da venti, da fiammee procelle.

Ed estuava tutta la Terra, col Cielo e col Mare,

e furiavano in giro su tutta la spiaggia i gran flutti,

sotto la spinta dei Numi, tutto era un tremuoto infinito.

Ade tremò, che impera sui morti distrutti, i Titani

che sono intorno a Crono tremaron nel Tartaro, quando

quella tremenda zuffa scoppiò, quel fragore incessante.

E Giove, poi che armò l'ira sua, poi che l'armi ebbe prese,

il tuono col baleno, col folgore fumido ardente,

con un gran lancio un colpo scagliò dall'Olimpo; e le teste

intorno intorno tutte bruciò di quell' orrido mostro.

E quello, poi che fu domato, spezzato dai colpi,

piombò giù mutilato, die' gemiti lunghi la Terra.

Ed una vampa sprizzò dal Dio folgorato percosso

nelle selvose convalli dell'Etna tutto aspro di rupi.

E lungo tratto ardea per quel fiato divino la terra

dall'ampio dorso, e al pari si liquefaceva di stagno

quando lo scaldano dentro nei cavi crogioli i garzoni,

oppur di ferro, ch' è fra tutti i metalli il più duro,

quando in convalli montane lo doma col rabido fuoco

entro la terra divina, lo liquefa Efèsto l'industre.

Così la terra al vampo del fuoco si liquefaceva.

E quindi, lo scagliò, furioso, nel Tartaro immenso.

Esiodo, Teogonia 836 880

---continua al link---

 

02 maggio 2024

Esopo e il concetto di "affidare e di fidarsi"

Di chi ci si deve fidare?

E' la domanda che si fa Esopo.

Viviamo in un mondo di predatori e ognuno di essi tende a trasformare gli altri uomini in prede.

Gli uomini, nella società, sono vittime di un infinito numero di predatori e, essi stesi, quando si presenta l'occasione e ne hanno bisogno, si trasformano in predatori di altri uomini.

La logica del predare nasce dalla necessità dei soggetti sociali di appropriarsi di quanto altri soggetti sociali hanno accumulato per accumulare a propria volta.

Ogni soggetto che nella società si appropria ha le proprie strategie d'azione. Ha le proprie strategie d'inganno. Ha capacità per cogliere le specifiche opportunità che gli si presentano.

Non si è mai esclusivamente vittime e non si è mai esclusivamente predatori.

L'esempio che ci fa Esopo è conchiuso nella relazione fra il pastore e il lupo. Il pastore agisce, il lupo agisce, le pecore mancano di decisione e di azione. Le pecore sono vittime, prede, sia del pastore, che le ha accumulate in un gregge, che del lupo che vorrebbe predarle sottraendole al pastore.

Di chi può fidarsi il pastore?

Nella società in cui viviamo oggi, le persone non sono considerate criminali se non dopo aver commesso un crimine. Fino al giorno prima erano delle persone "oneste" o, comunque, considerate innocue. Poi, commettono il crimine.

E' un poò come succede nella testa del pastore che si "fida" del lupo. Lui che ha rubato la vita alle pecore rinchiudendole in un gregge di cui lui dispone, si fida di un soggetto che, per quanto non abbia ancora tentato di rubargli le pecore, vive mangiando pecore. Fin prima era "soggetto di fiducia" da parte del pastore, poi diventa, per il pastore, un criminale.

scrive Esopo:

Un lupo andava dietro a un gregge di pecore, senza far loro nulla di male. Il pastore da principio si guardava da lui come da un nemico e lo sorvegliava pien di sospetto. Ma poiché quello continuava a seguirli e non faceva neppure un tentativo di rapina, finì col considerarlo più un guardiano che un nemico in agguato e, quando ebbe bisogno di recarsi in città, partendo, affidò le pecore a lui. Il lupo pensò che era giunto il momento buono, e, piombando addosso al gregge, ne sbranò la maggior parte. Quando, al suo ritorno, il pastore vide il gregge distrutto, esclamò: "Ahimè! la colpa è tutta mia: perché ho affidato delle pecore a un lupo?".

[Tratto da: Esopo, Favole, "Il lupo e il pastore", Edizione BUR, 1982, n. 229, pag. 255]

Questa storia non vi sembra simile alla storia di molti bancari e broker fuggiti con i soldi dei clienti? I clienti si fidavano. Era una brava persona che aspettava il momento giusto per predarli.

Prendo una notizia come esempio fra le tante apparse in cronaca negli ultimi anni:

VIGONOVO - Broker di Vigonovo indagato per truffa. Secondo le numerose denunce presentate alla Guardia di Finanza veneziana (ma anche alla Procura della Repubblica), il promoter finanziario avrebbe raggirato varie decine di investitori della Riviera del Brenta. Tra i suoi clienti figurano persone di ogni ceto sociale, piccoli, medi e grandi risparmiatori, compresi diversi imprenditori calzaturieri rivieraschi. Impossibile per il momento quantificare l’entità della truffa, ma a quanto pare si tratterebbe di una cifra milionaria. Esiste anche un dato economico sommerso: alcuni suoi clienti si fidavano talmente del broker che, in cambio del denaro consegnatogli, non hanno neppure richiesto la ricevuta scritta.

[Fonte: Il gazzettino online 26 marzo 2022]

In questo caso non è il pastore che si fida del lupo, sono le pecore che si fidano del lupo allo stesso modo con cui le pecore si fidano del pastore quando le conduce sulla strada del macello.

Un po' come chi affidava i propri figli ai preti cattolici fingendo di non sapere che i preti cattolici li avrebbero violentati.

Rimane la domanda: di chi si si può fidare?

Solo di colui che mangia il tuo stesso pane e che con te è sicuro di continuare a mangiare il pane anche domani. Ma devi essere comunque accorto perché non è detto che tu stesso possa diventare il pane che lui mangerà domani.

 

02 maggio 2024

Riflessione sulla libertà

La libertà non è una condizione generica. Per parlare di libertà è necessario dire che cosa si intende per libertà indicando le limitazioni all'uomo che agiscono nel momento presente.

Altrimenti, non si parla di libertà, ma si vendono illusioni a chi ha problemi e desidera che quei problemi vengano rimossi.

E' necessario dire da cosa si desidera essere liberi e non sempre, una volta che ci si libera di quanto opprimeva, si aprono quegli orizzonti che si speravano. Così è necessario, una volta rimosso quanto ci opprimeva, ridefinire il concetto di libertà per rimuovere quanto opprime.

La scelta del mezzo, mediante il quale liberarsi, determina la qualità della libertà che si vuole ottenere.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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