Non è solo il prigioniero che sta rivendicando la propria libertà, ma tutta la realtà sta rivendicando il proprio diritto di liberarsi dalle illusioni e dai preconcetti.
Questo può avvenire solo se la realtà sociale eleva illusioni e preconcetti al ruolo di dominatori.
Dopo un periodo di dominio di illusioni e preconcetti sull'uomo, questi si potrà liberare chiamandoli col loro vero nome.
Gennaio 2025: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

Gennaio 2025
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Argomenti del sito Religione Pagana

13 gennaio 2025

La Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

La Partita Mondiale di Calcio della Filosofia è una visione mistico-teologica della filosofia metafisica come comunemente è insegnata e raccontata in ambito culturale e scolastico.

Che cos'è la filosofia metafisica?

La filosofia metafisica è l'arte logico-razionale mediante la quale costringere gli uomini e le donne in schiavitù, sottomessi, comunque siano le condizioni attraverso le quali questo avviene. Sottomissione significa privare uomini e donne della proprietà assolta del proprio corpo e della proprietà assoluta del loro tempo d'esistenza. La sottomissione ruba a uomini e donne parte del loro corpo e delle sue funzioni (imponendo doveri o imperativi morali in contrasto con i loro desideri) e parte del loro tempo mediante imposizioni sociali che, spesso, non sono contrattate dalle parti (obblighi di lavoro, obblighi di partecipazione sociale, ecc.). La filosofia metafisica nasce dalla necessità di sottomettere uomini e donne a condizioni estranee agli uomini e alle donne.

La liberazione, sia dalla sottomissione, sia dalle strategie dialettiche attraverso le quali viene ingabbiata la soluzione di ogni tensione, individuale o collettiva, per uscire dalla sottomissione, da quella cultura, da quel tempo storico, passa attraverso l'elaborazione di una filosofia metafisica antagonista alla filosofia metafisica che definisce il diritto di sottomettere l'uomo.

      

La filosofia metafisica è il tutto ideologico entro il quale l'uomo vive. Rendere la filosofia metafisica noiosa e superficiale è l'arte di chi, controllando il dominio dell'uomo sull'uomo, impedisce lo sviluppo di ogni forma di dibattito affinché l'uomo non esca dalla condizione di sottomissione, ma esaurisca nel "nulla di fatto" le proprie spinte pulsionali alla ricerca di condizioni esistenziali diverse.

Da questa considerazione nasce l'idea della Partita Mondiale di Calcio della Filosofia. Uno scontro che vede in campo 60 filosofi che nel corso della storia sono stati fra i protagonisti del pensiero umano occidentale.

Le loro idee vengono messe a confronto. Le loro idee non sono le idee che vengono usate comunemente dalla cultura per omaggiare questo o quel filosofo, ma sono le idee che hanno caratterizzato l'essenza e il significato reale dei loro scritti.

Nel corso della costruzione di questo lavoro è sorta la necessità di scrivere le biografie di quei 60 filosofi. Ne è nata un'opera in tre volumi pubblicata precedentemente e a parte. Sono consapevole che per scrivere la biografia di 60 filosofi sono necessari almeno 60 volumi, ma il mio scopo non era quello di scrivere delle biografie che entrassero in concorrenza con le biografie presenti sul mercato a cui tanti studiosi hanno dedicato il loro lavoro.

           

Il mio scopo era quello di tentare di capire le condizioni di vita dei filosofi e i loro progetti esistenziali alla base della formazione del loro pensiero filosofico. Quali condizioni di vita, quali progetti ha fatto propri il filosofo che ha giustificato con le sue idee filosofiche?

Il primo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Socrate a Maometto.

Il secondo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Tommaso d'Aquino a Michail Bakunin.

Il terzo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Karl Marx a Jean-Paul Sartre giungendo fino ai giorni nostri.

Non è stato semplice, per me, sviluppare questo tipo di ricerca perché esistono sempre degli "atteggiamenti soggettivi" delle "predilezioni soggettive" che guidano la ricerca e la riflessione. Inoltre, io non giustifico idee che hanno giustificato i genocidi, lo stupro, la sottomissione e la violenza sulle donne. Non giustifico il razzismo o il disprezzo per una qualche forma di essere nella società civile.

Di tutto questo le biografie ne risentono, ma solo in questo modo si può comprendere la Partita Mondiale di Calcio della Filosofia.

Infine, una riflessione a parte riguarda la Stregoneria. L'esistenza umana su più piani della percezione che nell'esistenza umana non sono mai separati l'uno dall'altro, ma che possono entrare nel mondo reale solo sotto forma di simboli, di situazioni romanzate, dove la situazione percepita deve essere trasformata in forme e descritta mediante relazione fra le forme.

Nella mia miseria culturale, penso di aver fatto un buon lavoro che, qualunque siano le condizioni che gli Dèi gli riserveranno, mi ha permesso di estendere la mia conoscenza nella filosofia metafisica e ha ampliato le mie capacità emotive di percepire realtà che la ragione umana mai potrà descrivere.

 

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12 gennaio 2025

Riflessione su Democrito in Salomon Luria

Fare una recensione del lavoro di Salomon Luria su Democrito, pubblicato dalla Bompiani è impossibile.

Quando si legge un lavoro di quella portata di oltre 1700 pagine con testo greco a fronte e il lavoro originale in russo di Luria mi posso solo limitare a cercare quello che mi serve per il mio lavoro: le idee di Democrito.

Io mi limito a questo. Solo che Luria non pubblica solo i frammenti che si trovano nel Diels-Kranz, ma anche le varie lezioni e, soprattutto il suo commento.

Luria ha la particolarità di staccarsi da ogni forma "religiosa idealistica" e assume come metodo l'idea che Platone e Aristotele non fossero delle autoritas alle quali fare necessariamente riferimento per trattare chi, come Democrito ed Epicuro, erano assolutamente estranei all'idea aristocratica e assolutista di entrambi.

Il frammento 365 (p. 441) viene composto usando frammenti di Eusebio, Dossografi e Cicerone "De fato". E' l'insieme delle idee che portarono Marx a fare la sua tesi universitaria e ad elaborare il suo concetto di libertà.

Vale la pena di riprodurre il frammento 365 come presentato da Luria:

"Democrito sosteneva che due erano i caratteri intrinseci degli atomi, vale a dire la grandezza e la figura, mentre Epicuro aggiungeva a questi la pesantezza. Infatti, dice che i corpi si muovono necessariamente per la spinta dovuta al loro peso.

- Democrito sostiene che i corpi primi (che sono quelli solidi) non hanno peso, "ma" si muovono di conseguenza dell'urto vicendevole nell'infinito.

- L'atomo, affermava Epicuro, devia. E perché, in primo luogo? Perché agli atomi, Democrito, attribuivi una certa forza motrice impulsiva diversa, che chiami "urto", mentre tu, Epicuro, parli di pesantezza e di gravità."

Questa diversità viene colta da Marx che nella sua tesi universitaria afferma che l'atomo cade per pesantezza, ma non cade nella medesima direzione in quanto, le forze interne gli permettono di deviare, sia pur leggermente, dalla sua traiettoria. Ne consegue che gli atomi possono deviare dal loro corso e questa è una spiegazione per la diversificazione delle specie. Dove la specie della natura, un atomo che emerge consapevole dall'inconsapevole nel vivere la sua vita (muovendosi nello spazio), devia dalla traiettoria imposta dalla forza pulsionale iniziale (della specie) per scegliere, date la condizioni dello spazio in cui si muove: "una diversa traiettoria" d'esistenza.

La scelta soggettiva di deviare dalla traiettoria o urto nell'oggettività porta a deviare dalla traiettoria.

La stessa idea di Democrito sul sonno è paragonabile alle teorie attuali verificate con le tecniche neurologiche (frammento 511 pag.641) sulla disgregazione della coscienza e la riaggregazione della stessa dopo aver elaborato nuovi aspetti dell'esperienza.

In fondo, la confutazione delle idee di Democrito non avviene opponendo idee diverse, ma dimostrando come quelle idee non abbiano spiegazioni. Se alle idee di Democrito introduciamo il concetto di gravità o il concetto di attrazione e repulsione dei corpi,le idee di Democrito assumono un valore ancor oggi. Quando al concetto di "caos", "per caso", introduciamo gli effetti della volontà soggettiva di "adattamento soggettivo alle variabili oggettive"; molti effetti vengono spiegati anche se, nell'insieme, visti dall'esterno, possiamo sempre considerarli come "caos".

Noi possiamo parlare di Democrito perché Democrito, in filosofia, introduce il metodo induttivo in contrapposizione al metodo deduttivo di Platone e Aristotele.

Democrito, prima osserva e poi, con la sua cultura, tenta di dare una spiegazione. Le spiegazioni lasciano il tempo che trovano, le osservazioni restano. Se io faccio derivare una filosofia dall'osservazione dei fenomeni, questa teoria si può modificare nella sua articolazione a mano a mano che approfondisco la meccanica e le forze che intervengono nella formazione di quei fenomeni.

Lo sviluppo delle scoperte approfondiscono le teorie che avevo, ma non entrano in contrapposizione con loro perché l'oggetto del discutere è il fenomeno per come si presenta e non il "giudizio di necessità" che uso per spiegare quel fenomeno. Il fenomeno è un oggetto in sé, il "giudizio di necessità" è la comprensione che ha un soggetto di quel fenomeno nel momento storico e nella cultura in cui sta vivendo.

Ma se io uso i fenomeni per confermare delle credenze aprioristiche la spiegazione dei medesimi, una volta che approfondisco le forze che mettono in atto quel fenomeno, smentisco le idee che ho messo in atto con cui spiegavo quel fenomeno.

Si tratta della differenza fra metodo induttivo e metodo deduttivo con cui analizzo la realtà in cui vivo.

Il cristianesimo, che fa derivare la realtà dalla volontà di Dio, impone il metodo deduttivo, Democrito, Epicuro, usano il metodo di analisi induttiva della realtà. Così Democrito trova le forze della vita nella vita, nella realtà che vive, a differenza di Platone che le forze della vita le trova fuori della vita stessa, come se la vita fosse l'involucro di forze spirituali estranee alla vita.

Mentre da Platone e dal cristianesimo si sviluppa una filosofia capace di soddisfare bisogni patologici, da Democrito ed Epicuro c'è lo sviluppo di una filosofia religiosa alimenta la conoscenza legando l'uomo alla vita.

Lo stesso concetto che Plutarco nel dialogo "L'E di Delfi" definisce "... è empietà, anche soltanto ascoltarlo!"

Non scindere gli Dèi dalla materia; non scindere il divino dal reale vissuto separando il reale da una immaginata intelligenza divina.

Al frammento 448 pag.549 dice:

"Parmenide, Empedocle e Democrito dicono che sono identiche l'anima e l'intelligenza; stando alla loro opinione, non esiste alcun vivente animato che sia una bestia priva di ragione nel vero senso della parola."

Nello stesso frammento si dice che Democrito sosteneva che "persino i cadaveri" hanno un'anima. A questo passo commenta Luria:

"i corpi morti", ovvero "i cadaveri", per quanto riguarda questi ultimi, Democrito alludeva propriamente ai sepolti vivi oppure a quel minimun di vita che attribuiva alle piante probabilmente anche alle pietre. Ovviamente, è impossibile che Democrito parlasse di coscienza umana nei cadaveri, si tratta di una calunnia epicurea." pag. 1157

Ora sappiamo, sia dal punto di vista religioso che dal punto di vista biologico, che Democrito aveva ragione: se così non fosse quale vita ha una singola cellula? E quando eravamo nel brodo primordiale, come possiamo pensare le strategie d'esistenza di come eravamo allora?

Democrito apparteneva al suo tempo, è indubbio. Ma è indubbio che fu uno dei massimi geni filosofici davanti al quale Platone fa la parte del povero pazzo che sognava una realtà perfetta ad immagine e somiglianza di un suo desiderio patologico a differenza di un Democrito o di un Epicuro che, invece, abitavano e vivevano il mondo anteponendo il vivere il mondo alle interpretazioni del mondo.

Platone aveva un solo desiderio: bruciare i libri di Democrito. Fu dissuaso nell'intento da Archita di Taranto che gli fece notare la grande diffusione dei libri di Democrito e l'impossibilità di bruciarli tutti.

 

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11 gennaio 2025

Riflessione sul concetto di anima in Eraclito

La cosa che più colpisce nel leggere i frammenti eraclitei riportati da varie persone a proposito dell'anima, è che in Eraclito non esiste nessun accenno alla qualità dell'anima e alla relazione fra anima e corpo.

E' un aspetto significativo perché, se Eraclito avesse definito in qualche modo la qualità dell'anima e la relazione fra anima e corpo, tutte le scuole filosofiche che hanno inventato l'anima, separata dal corpo, per controllare gli uomini vi si sarebbero o scagliati contro o ne avrebbero usato la sua autorità per confermare le proprie teorie.

Scrive Aristotele, Sull'anima 405a 25-29

Eraclito ritiene che l'anima sia principio, se è l'esalazione da cui egli costituisce tutto l'altro: aggiunge che è al massimo incorporea e sempre fluente e che, d'altra parte, il mosso si conosce per mezzo del mosso: anch'egli, infatti, come i più dei filosofi credeva che le cose fossero sempre in movimento.

Da Aristotele, opere 4, dell'anima, Biblioteca universale Laterza, 1994, p. 109

L'anima, rileva Aristotele, è un principio con cui si vogliono definire delle manifestazioni "il mosso si conosce per mezzo del mosso" e l'oggetto che differenzia il non-mosso dal mosso, per come appare ai nostri sensi, diventa un oggetto del discutere in quanto oggetto in sé stesso che ha la proprietà di manifestarsi.

A tal proposito una citazione di Eraclito molto tarda ci racconta:

68 A. Cleante, SVF I 519 [Ario Didimo presso Eusebio, Preparazione evangelica XV 20, 2] (DK 22 B 12)

Per quanto concerne l'anima Cleante, ponendo a confronto la dottrina di Zenone con quella degli altri filosofi della natura, afferma che Zenone designa l'anima come un'esalazione capace di sensazione, allo stesso modo di Eraclito. Infatti quest'ultimo, volendo mostrare che le anime, quando vengono esalate, divengono sempre percettive, le ha paragonate ai fiumi dicendo così:
a coloro che entrano negli stessi fiumi, affluiscono acque sempre diverse, ma anche "anime" esalano dall'umidità.

p. 429

Nel fiume della vita affluiscono condizioni e contraddizioni sempre diverse e coscienze esalano dall'umidità dell'esistenza.

Il fatto che Eraclito usi il termine anima nel suo significato "ciò che anima o ciò che rende animato" e che sia alla ricerca del fondamento della vita formandosi un'idea in merito, non autorizza Cleante di legittimare il concetto di anima come intesa dallo stoicismo.

L'abitudine di certi filosofi assolutisti di dare per scontato che una parola, usata da un altro filosofo, abbia lo stesso significato della stessa parola da loro usata nel loro contesto e nella loro condizione culturale, non è solo fastidiosa, ma è un atto di propaganda criminale e come tale va censurata. Che poi Zenone usi la stessa soluzione proposta da Eraclito nell'individuare in meccanismo di "ciò che anima", è irrilevante in quanto Eraclito fa derivare "ciò che anima" dalla terra, dall'acqua, dal fuoco, cioè dagli oggetti dell'esistenza che ricade sotto i sensi, dalla "natura generatrice" e non da un qualche potere al di fuori della natura.

68 C. Aezio, IV 3, 12 (DK 22 A 15)

Eraclito afferma che l'anima del mondo è esalazione proveniente dall'umidità in esso contenuta, quella che si trova negli esseri viventi è costituita invece dall'esalazione proveniente dall'esterno e da quella proveniente dall'interno che sono dello stesso genere.

p. 431

Anche iper Aezio, per quanto dubbio può essere l'autore, Eraclito crea l'unità fra anima e corpo. Dice anche qualcos'altro. Costruisce la relazione fra "le anime" del mondo esterno e "ciò che anima" del singolo individuo individuando nell'umidità del mondo esterno e nell'umidità propria del singolo individuo l'origine della propria anima.

Questa riflessione è suffragata anche da una citazione di Eraclito fatta da Clemente di Alessandria.

L'anima di Eraclito non è l'anima dei neoplatonici o di Platone. Il "ciò che anima" nasce dall'acqua e muore nell'acqua.

Riporto:

69. Clemente Alessandrino, Stromati VI 17, 2 (DK 22 B 36)

Eraclito, che ha composto i suoi discorsi partendo da questi versi [di Orfeo], scrive all'incirca così: per le anime è morte divenire acqua, per l'acqua è morte divenire terra; ma dalla terra nasce l'acqua e dall'acqua l'anima.

p. 433

Eraclito non è un "filosofo della Natura", Eraclito si rifiuta di farneticare, di immaginare, a differenza di Parmenide il cui "Poema sulla natura" appare più come le farneticazioni di un malato di schizofrenia sul divano dello psichiatra. Eraclito è un filosofo metafisico. Cosa che non si può dire di Parmenide che, per quanto è dato sapere da quanto ci è pervenuto, va associato al delirio di onnipotenza.

Che ciò che anima provenga dall'acqua è l'elaborazione di un'osservazione empirica elevata a riflessione astratta. "ciò che anima" può non provenire dall'acqua, ma la ricerca scientifica moderna ipotizza la nascita della vita da una condizione liquida o, quanto meno, argillosa.

Eraclito non cavalca dentro sé stesso con la propria immaginazione come Parmenide. Anche quando dice che il sole è grande quanto noi lo vediamo è un modo per sottrarsi a speculazioni che ad Eraclito appaiono di scarso interesse. E' come se dicesse: "Il sole è grande quanto lo vediamo, se non lo fosse, ti cambia qualche cosa?".

Diverso è il discorso di Platone nel Fedro, a proposito dell'anima, che vale la pena di trattare in un'altra parte.

Nota: Le citazioni, quando non specificate, sono prese da: Presocratici, Vol. 1, Sentieri di sapienza attraverso la Ionia e oltre da Talete a Eraclito, a cura di M. Laura Gemelli Marciano, Editore Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 2023, (numero di pagina dopo la singola citazione).

 

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10 gennaio 2025

Le piante, il pensiero astratto e la religione pagana

La ricerca scientifica, ogni volta che approfondisce un aspetto del mondo in cui viviamo, altro non fa che confermare le visioni proprie della religione Pagana.

I Pagani non hanno mai dubitato che le piante fossero intelligenti, sensibili, portatrice di strategie, di progetti di sviluppo e di scopi.

Il fatto che noi umani scopriamo solo ora il linguaggio "chimico", avendo sempre tenuto in gran conto il linguaggio verbale, il verbo dei cristiani, ciò non toglie che, comunque, sappiamo decifrare, quando non siamo in ginocchio davanti al Dio padrone cristiano, anche i linguaggi chimici e le emozioni che veicolano fornendo delle risposte al mondo in cui viviamo.

L'uomo ha sempre riconosciuto l'intelligenza delle piante, solo gli ebrei e i cristiani hanno negato quell'intelligenza facendo della Natura una creazione del loro padrone.

Riporto l'articolo dal giornale La Repubblica del 12 gennaio 2010

Piante
Sensibili a parole e carezze
anche loro hanno un'anima

Ascoltare una voce amica e suadente fa bene, una carezza influenza il comportamento, ti muovi sul tuo territorio tastandolo, attento ai segnali ostili. Finora pensavamo che solo il genere umano e gli animali avessero queste doti. Invece no: anche nel mondo della botanica sensazioni, percezioni e valutazione del momento, quasi un embrione d´intelligenza e di anima, esistono. Ce lo rivelano studi scientifici dell´università di Bonn e di ricercatori americani. Il suono d´una voce che ti saluta fa bene alle piante, le radici orientano la loro crescita sotterranea e dialogano tra loro con emissioni di sostanze chimiche, alcuni fiori reagiscono al contatto con la mano dell´uomo, altri attirano gli insetti producendo più polline, perché in cambio gli insetti li liberano dai parassiti.

Attenti ogni volta che comprate una pianta, per il giardino, per il balcone, la finestra o il salotto. Anche le piante hanno un´anima, una vita di emozioni. Lentissima, rispetto a uomini e animali, perché il mondo della botanica non dispone di un sistema nervoso, ma funzionante e da rispettare. «Per noi esistono pochissime differenze tra il mondo botanico e la fauna», spiega il professor Dieter Volkmann, dell´università di Bonn, al quotidiano tedesco Die Welt che al tema ha dedicato un paginone. "Le piante - spiega - non hanno nervi come il genere umano o le specie animali, ma dispongono di strutture paragonabili". I segnali chimici viaggiano attraverso una pianta a velocità infinitamente più lenta che non nel corpo umano: un centimetro al secondo, 10mila volte meno veloce che dalla pelle umana al cervello. Eppure il segnale comunica messaggi.

Questa "anima delle piante" si esprime in diversi modi. Le radici riconoscono se crescono vicino ad altre piante della stessa specie, e allora limitano la loro crescita per non sottrarre spazio vitale. Oppure deviano il loro sviluppo da ogni punto del terreno in cui sentono sostanze nocive. E non è finita. Gli esperimenti hanno provato che se coltivi due piante di pomodoro una vicino all´altra, e parli con una più che con l´altra, la prima cresce meglio. Forse è così anche perché parlando l´essere umano emette anidride carbonica, vitale per le piante. Ma è noto il recente esperimento in Toscana, di vitigni cresciuti meglio al suono della musica di Mozart. La reazione agli stimoli esterni è anche tattile: la mimosa è una delle piante più veloci a reagire. Se accarezzi una foglia, la chiude, e la riapre dopo pochi minuti. Scienziati californiani hanno coltivato due piante di semi di senape, quella carezzata è cresciuta bassa e larga, quella ignorata si è sviluppata solo in altezza.

Non mancano i sistemi di autodifesa. L´acacia è capace di reagire alla minaccia degli animali che divorano le sue foglie: quanto più a lungo vengono mangiate, tanto più velocemente aumenta nel loro tessuto la concentrazione di sostanze tossiche. Attenti alle piante, dunque. Almeno un quarto delle donne che le coltivano in casa parlano con loro. Molto più rari in questa abitudine sono gli uomini. Il più famoso è il principe Carlo del Regno Unito. Guarda caso, l´estetica del giardinaggio inglese è ritenuta la più raffinata del mondo.

Non è mai esistita una ricerca scientifica che abbia dimostrato una qualche forma di razionalità nelle credenze cristiane. Invece, la ricerca scientifica non fa altro che trovare prove e riscontri sull'amore per la vita della Religione Pagana che considera l'uomo parte e divenuto nella Natura. La ricerca scientifica conferma l'idea del mondo che l'uomo Pagano si è fatto nel suo abitare il mondo e la validità delle strategie per modificarsi in esso. Una fra le tante specie della Natura.

Il Pagano non nega alle piante la loro intelligenza o le loro strategie d'esistenza, riconosce la diversità anche quando non è in grado di descrivere, mediante la ragione, le peculiarità di intelligenze divenute e sviluppatesi in maniera diversa dalla sua.

C'è un aspetto che la ricerca scientifica non ha ancora affrontato ed è che la comunicazione fra i viventi. Al di là di come i viventi la mettono in atto, non è altro che un supporto razionale che serve come mezzo per veicolare la comunicazione emotiva.

Nel riquadro dell'articolo stampato, ci sono varie osservazioni sulle reazioni delle piante.

Ce né una che dice:

"Se si coltivano due piante di pomodoro una vicina all'altra, e si parla più verso una che verso l'altra, la prima cresce meglio."

La questione non è il suono o le parole, ma la veicolazione delle emozioni, attraverso le parole, di chi parla verso la pianta a cui la sua parola si dirige. Si costruisce un legame emotivo che favorisce la crescita.

A noi non interessa dimostrarlo. Sappiamo com'è, come si esprime e come lo possiamo usare nel nostro abitare il mondo.

 

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09 gennaio 2025

L'idea del fuoco in Eraclito

Noi non conosciamo le vie attraverso le quali si diffondono le idee metafisiche, come si trasmettono, come si elaborano. Questo perché le idee possono sì essere pensate come oggetti in sé, nel momento in cui diventano degli strumenti, ma vengono elaborate e si fissano in base ai bisogni e alla necessità degli uomini di quel tempo. Poi, quelle stesse idee, prese da uomini in contesti diversi e con bisogni diversi, vengono trasmesse con un diverso significato. Si perde il significato originale e si attribuisce a quelle idee significati correnti.

Parlo di un certo tipo di idee. Idee che divergono dal controllo militare che il cristianesimo mette in atto sulla possibilità di pensare una filosofia metafisica che diverge dalla sua "verità". Un pensiero a cui non è consentito deviare dalla verità di Dio.

Eppure, qualche considerazione va fatta in relazione per idee che negano il concetto di verità.

Ad esempio, il concetto di fuoco in Eraclito.

Cosa intendeva per fuoco Eraclito?

Diogene Laerzio parla delle idee di Eraclito, ma, secondo alcuni, ne parla non per aver letto le idee di Eraclito, ma per averle lette attraverso Teofrasto a cui interessava usare la propria personale interpretazione per avallare teorie platoniche e aristoteliche.

Scrive Diogene Laerzio:

I punti fondamentali della sua dottrina in generale sono i seguenti: tutto si forma dal fuoco e in esso si risolve. Tutto diviene secondo una fatale necessità e le cose che sono si compongono in armonia per mezzo di ricorrenti opposizioni.

Diogene Laerzio, vite dei filosofi, edizione Mondadori, 2009, pag. 354

Diogene Laerzio prende per letterali le parole di Teofrasto e, probabilmente, Teofrasto era convinto che il concetto di fuoco, affermato da Eraclito, era quello degli elementi di Aristotele.

Un'interpretazione diversa del concetto di fuoco viene data dagli stoici che trasformano il fuoco eracliteo nel "logos seminale" che dà origine all'universo secondo la loro dottrina.

Il fuoco di Eraclito non ha "intelligenza", non ha "progetto" e non ha "scopo". E' colui dal quale la realtà sorge ed è colui nel quale la realtà viene annientata, annullata.

Non si tratta di fuoco che brucia, ma di fuoco che anima.

Ci sono altre citazioni curiose a proposito del fuoco di Eraclito sulle quali vale la pena di soffermarsi e riflettere, anche se non tutti gli studiosi concordano nel valore da attribuire a quei riferimenti ad Eraclito.

Una citazione è riportata da Ippolito.

A. Ippolito, Confutazione di tutte le eresie IX 10, 7 (DK 22 B 66) [dopo 84]
Dice anche che il giudizio del cosmo e di tutte le cose che sono in esso avviene attraverso il fuoco. Afferma infatti:
il fuoco, sopravvenendo, giudicherà e condannerà tutte le cose [forse: tutti?].

p. 415

Se la traduzione è corretta, il significato della frase eraclitea è che "tutte le cose dell'esistenza cesseranno di essere nel fuoco". Tutto, non tutti.

Dal momento che la citazione di Eraclito è riportata da un cristiano, costui tende a dare alla citazione il significato che a lui interessa.

Questo tipo di citazioni è usato per avvalorare un'idea predefinita accostandola ad un autore, che si considera "autorità in merito", citandolo.

Come ad esempio questa:

B. Clemente Alessandrino, Protrettico 22, 2 (DK 22 B 14)
A chi profetizza Eraclito di Efeso? [cit. 27]; a costoro minaccia le punizioni dopo la morte, a costoro profetizza il fuoco.

P. 415

Eraclito non aveva l'idea di punizione col fuoco dopo la morte. Non ha espresso idee di inferno e di paradiso. Pertanto, il cristiano Clemente Alessandrino immagina che la distruzione attraverso il fuoco sia una punizione dopo la morte.

La stessa operazione ideologica la fa Clemente Alessandrino:

Clemente Alessandrino, Pedagogo II 99, 5 (DK 22 B 16)
[...] Infatti forse si rimarrà celati alla luce sensibile, ma a quella intellegibile è impossibile o, come dice Eraclito:
come si potrebbe restare celati a ciò che non tramonta mai?

p. 415

Qual è l'oggetto che non tramonta mai in Clemente Alessandrino e qual è l'oggetto che non tramonta mai in Eraclito?

Clemente Alessandrino, Stromati V 104, 2 (DK 22 B 30)
Ma che [Eraclito] sapesse che il mondo individualmente formato da tutta la sostanza è eterno, lo rende chiaro dicendo:
quest'ordine qui, lo stesso di tutti [scil. i corpi celesti?], non lo creò ne un dio né un uomo, ma era sempre ed è e sarà; fuoco sempre vivente, che si accende a misura e si spegne a misura.

p.417

L'universo è fuoco che si accende a misura e si spegne a misura. Il fuoco è eterno, non le forme o le sostanze nelle quali noi abitiamo.

L'idea è la stessa idea della cosmogonia di Esiodo ed è la stessa idea cosmologica degli Orfici.

Che la visione sia quella del fuoco che arde percepito come Eros o sia quello della luce che squarcia Nera Notte, la percezione dell'universo è quella secondo cui il suo divenuto non lo creò nessun Dio e nessun uomo.

Anche Ippolito cala, su un'idea eraclitea che riporta, la medesima interpretazione cristiana distorcendone il significato in senso creazionista.

Ippolito, Confutazione di tutte le eresie IX io, 7 (DK 22 B 64) [dopo 53 A]
[...] E dice anche che questo fuoco è intelligente e causa del governo dell'universo, con queste parole:
tutte queste cose le pilota - cioè le dirige - il fulmine,
indicando con fulmine il fuoco eterno. E lo chiama indigenza e sazietà; indigenza è, secondo lui, la formazione del mondo, la conflagrazione, invece, sazietà.

p.417

Nella citazione di Eraclito, fatta da Ippolito, "tutte queste cose le pilota il fulmine", il soggetto è il fulmine quale agente della trasformazione. Chiamare uno stato di essere del mondo "sazietà" e uno stato "indigenza"; Eraclito altro non farebbe che indicare uno stato quantitativo seguito da una trasformazione qualitativa che, una volta stabilizzata, diventa uno stato quantitativo nell'attesa di una nuova e diversa qualità.

Il fulmine non "pilota" le trasformazioni, ma è l'agente che modifica la realtà essendo parte della realtà in perenne trasformazione.

A mio avviso il fulmine appare nel fuoco quando una frazione di fuoco si trasforma in coscienza, ma è una mia personale opinione. Come distinguere, altrimenti, il fulmine dal fuoco in cui si esprime?

La stessa riflessione sul movimento della realtà, fra quantità dell'esistente che viene modificata dalla qualità che emerge o viene introdotta nell'esistente, può essere ripresa, come immagine, dall'atto del mangiare ed elevata a concetto astratto mediante il quale pensare la realtà vissuta. Una realtà che il soggetto, che abita il mondo, vive nell'indigenza, nella fame, finché non introduce del cibo che lo rende sazio modificando sé stesso e giungendo ad una nuova qualità di sé stesso.

Se questo modello viene elevato a modello universale, va da sé che l'universo vive uno stato di quiete fintando che l'emergere di una forza, un fuoco, non modifica il suo stato di quiete creando una turbolenza che necessita della ricerca di un nuovo stato di quiete.

Ma se l'universo è percepito come fuoco in continua trasformazione, il fuoco modifica il fuoco e fuoco è la realtà nella quale gli Esseri Viventi stanno vivendo. Solo percependo la realtà come fuoco, che in ogni istante trasforma, gli Esseri possono costruire sé stessi nel fuoco e terminare sé stessi quale fuoco che si spegne nel fuoco.

Non è un caso che a queste riflessioni gli assolutisti guardano con preoccupazione come fa Filone di Alessandria:

B. Filone Alessandrino, Allegorie delle leggi III 7 (Marcovich 55b)
[...] Il gonorroico, facendo derivare tutte le cose dal mondo e riconducendole al mondo, ritenendo che nulla sia stato generato da dio, è seguace della dottrina eraclitea, poiché introduce "sazietà e indigenza" e "il tutto uno" e "tutte le cose per scambio".

p.419

Per Filone d'Alessandria il concetto, secondo cui la vita diviene in sé stessa, per sé stessa, e non dipende da una qualche forma di assoluto che la determini, è chiaro nella dottrina eraclitea. Il fuoco eracliteo non ha intelligenza, non ha progetto, non ha scopo, è una potenza in modificazione, come Fanes, Eros.

Sia gli Stoici che i cristiani usarono pesantemente le idee di Eraclito modificando il significato dell'idea eraclitea per farla aderire ai loro preconcetti.

La realtà diviene in sé e per sé. Se la realtà diviene in sé e per sé non è possibile controllare gli uomini che, consci di quella realtà, divengono in sé e per sé. Per dominare gli uomini è necessario imporre il concetto che gli uomini non divengono in sé e per sé, ma sono divenuti per il volere di volontà diversa da sé; sia che venga chiamata Dio o che venga chiamata Logos. Gli uomini devono obbedire a Dio, al Logos, e non progettare la loro esistenza in sé e per sé.

In questo sono chiare le riflessioni di Clemente d'Alessandria come riportato:

A. Clemente Alessandrino, Stremati V 104, 3-105, 1 (DK 22 B 31) [dopo 55]
104, 3. Quanto segue indica tuttavia che egli [sai. Eraclito] riteneva il mondo soggetto a nascita e distruzione:
“conversioni” del fuoco: prima mare, del mare poi una metà terra, un'altra turbine infuocato.
In teoria dice infatti che il fuoco, per opera del logos [il principio razionale degli stoici] e dio che tutto governa, attraverso l'aria si volge in umido, quello che costituisce come il seme della formazione del cosmo, che egli chiama mare; da questo si generano poi a loro volta terra e cielo e i corpi in esso contenuti.
Come poi il mondo venga ricondotto allo stato anteriore e conflagri, lo mostra chiaramente con queste parole:
li mare [scil. che si era condensato in terra] si scioglie e si misura nella stessa proporzione che aveva prima di diventare terra.
Allo stesso modo egli si esprime sugli altri elementi.
Teorie simili a queste sostengono anche i più famosi fra gli stoici quando parlano della conflagrazione, della formazione del cosmo e del mondo singolo, degli uomini e della sopravvivenza delle nostre anime.

p.419 - 421

Il mondo è soggetto a nascita e distruzione. A nascita e distruzione. A nascita e distruzione. Nulla permane uguale a sé stesso. Vivere il mutamento è il contrario di vivere nella "verità" immutabile di un Dio o di un Logos.

Il mutamento era l'essenza stessa della Antiche religioni al di là di come il mutamento continuo della realtà veniva descritto, interpretato o vissuto. Un mutamento di cui parla anche Plutarco nella "E di Delphi".

Plutarco, nel tentativo di dimostrare una sua idea numerologica, cita Eraclito dicendo che Eraclito dice:

"Il tutto si cambia nel fuoco" e "il fuoco nel tutto, come l'oro fa le monete e le monete fanno l'oro"

Tratto da Plutarco, E di Delfi, in Dialoghi Delfici, edizione Adelphi, 1995, pag. 145

Con questa citazione, Plutarco dimostra solo che secondo Eraclito tutto emerge dal fuoco e che tutto viene riassorbito da fuoco.

Appare evidente che per Eraclito il fuoco altro non è che l'emozione, il mare emotivo, che pervade l'universo e attraverso il quale emerge la vita, la coscienza, attraverso la materia. Questo cammino di emersione, di un fuoco che brucia in tutte le coscienze che vengono in essere, ha come inevitabilità il ritorno nel fuoco emotivo allo stesso modo in cui il corpo fisico ritorna alla materia.

L'aria, la terra e il fuoco emotivo. Corpi della natura composti di materia, che respirano aria e che sono attraversati dal fuoco emotivo dalla nascita alla crescita, alle relazioni con il mondo fino a dissolversi nella "frammentazione dionisiaca" in cui i Titani si prendono il loro fuoco lasciando il fuoco dell'individuo della natura ad affrontare la nuova condizione dell'esistenza.

Plutarco, nella E di Delfi, di fatto cita un "tempo di Apollo" e un tempo di "Dioniso". Un tempo in cui si canta il Peana (Apollo) mentre, a Dioniso si intona il Ditirambo.

Scrive Plutarco:

"Se qualcuno chiedesse cos'ha tutto questo a che fare con Apollo, noi risponderemo che ciò riguarda non solo lui, ma anche Dioniso, che in Delfi ha un ruolo non meno importante che Apollo. I teologi affermano e cantano, talora in poesia e talora in prosa, che il Dio è per natura incorruttibile ed eterno, ma che, per effetto di una legge fatale, va soggetto a trasformazioni. E talvolta brucia nel fuoco la sua natura, eguagliando tutte le sostanze in un magma unico; altre volte si moltiplica in ogni sorta di forme, di proprietà e di stati - come accade attualmente - e con il più illustre dei suoi appellativi è chiamato "mondo". I sapienti, per tener nascosto il loro pensiero alla folla, danno alla trasformazione del Dio in fuoco il nome di Apollo a causa della sua unicità e quello di Febo per la sua purezza incorruttibile. Quando poi la trasformazione del Dio dà luogo all'aria, all'acqua, alla terra, agli astri, alla vita delle piante e degli animali, i sapienti occultano questo processo sotto i simboli della lacerazione e dello smembramento. Essi lo chiamano con i nomi di "Dioniso", "Zagrèo", "Nictelio", "Isodaète"; e favoleggiano di morti e di sparizioni e poi di rinascite e palingenesi, alludendo con questi favolosi enigmi alle trasformazioni di cui si è detto."

Tratto da Plutarco, E di Delfi, in Dialoghi Delfici, edizione Adelphi, 1995, pag. 145 - 146

In questo, scritto da Plutarco, al di là delle necessità stoiche e platoniche, c'è quel concetto di trasformazione dell'universo, un fluire dell'universo attraverso le trasformazioni, che nascono dal fuoco e terminano nel fuoco, che ha in Eraclito il suo filosofo metafisico.

Nell'idea di Eraclito, non è l'elemento fuoco alla base del suo pensiero teologico. L'elemento fuoco è la rappresentazione fisica, i processi di trasformazione della materia, che diventano simbolo e modello del fuoco emotivo, dell'energia vitale, dell'intento, che permea l'universo e che alimenta la nascita e la dissoluzione delle coscienze.

Nota: Le citazioni, quando non specificate, sono prese da: Presocratici, Vol. 1, Sentieri di sapienza attraverso la Ionia e oltre da Talete a Eraclito, a cura di M. Laura Gemelli Marciano, Editore Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 2023, da pag. 415 a 421 (numero di pagina dopo la singola citazione).

 

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La strada che il mondo sta percorrendo
Alcune recenti riflessioni

08 gennaio 2025

Gli USA vogliono dichiarare guerra all'Europa?

Il discorso di Trump lascia ben poco all'interpretazione. Dazi al Messico, dazi al Canada del quale auspica che diventi il cinquantunesimo stato USA e ha manifestato l'intenzione di prendersi la Groenlandia con i mezzi militari o con la coercizione economica.

Intende, inoltre, occupare militarmente il Canale di Panama.

Il delirio biblico de "Il mondo è mio" sembra che stia imperversando in un contesto ideologico che fa delle bombe e del genocidio l'unico modo per affrontare i problemi del mondo. Problemi veri o immaginari che siano.

08 gennaio 2025

A volte, leggendo la cronaca dei giornali, ci si rende conto la strada che il mondo in cui viviamo ha imboccato.

Si leggono e si assistono a notizie che sgomentano, ma i cittadini non ci possono fare nulla.

I cittadini subiscono perché ai cittadini è ora vietato esternare la loro indignazione.

Il concetto di libertà religiosa è un concetto che viene violentato in funzione dell'ideologia assolutista: la libertà religiosa deve essere garantita ai cittadini o la libertà religiosa deve essere garantita a chi esercita la violenza sui cittadini?

Un conto è la libertà religiosa dell'uomo e un altro conto è la libertà religiosa di Dio nei confronti dell'uomo.

Se Dio, o i religiosi che "rappresentano Dio" sono liberi, sono liberi anche di stuprare, violentare, schiavizzare l'uomo per la gloria di Dio, come è stato fatto per secoli. Ma se la libertà riguarda l'uomo, il cittadino, deve essere aprioristicamente protetto dalla violenza di Dio e di chi pretende di rappresentarlo.

Le Istituzioni civili devono sapere che i cristiani, gli ebrei e i musulmani fanno violenza sugli uomini e sono oggettivamente, per la loro ideologia e per le loro azioni, colpevoli sempre di violenza. Non dovrebbero permettersi di intervenire quendo "scoprono il fatto", ma dovrebbero prevenire il fatto partendo dal presupposto che l'ideologia delle religioni assolutiste è una violenza assoluta e sistematica nei confronti dell'uomo.

Questi criminali sono ebrei. Il Guatemala doveva sapere che gli ebrei che si sono installati in Guatemala lo fecero con intenzioni criminali. Non dovevano aspettare che dei ragazzi fuggissero da quel campo di concentramento per iniziare ad indagare.

L'aguzzino ebreo è fuggito dal Guatemala e si era rifugiato in El Salvador. Il gruppo di ebrei denominato Lev Tahor in Guatemala, probabilmente avrebbero voluto fare come stanno facendo i loro correligionari sterminando i palestinesi.

Quanta sofferenza nel mondo è stata imposta dalle religioni assolutiste.

Fino a quando si potranno tollerare?

 

08 gennaio 2025

Sembra che anche Facebook ha scelto la sua linea editoriale.

Dopo repressioni sistematiche di chi "violava" le "sue regole", regole che venivano interpretate unilateralmente per fini che non sono mai stati chiari, ma certamente diversi da quelli dichiarati, ora sembra che tutto diventi più chiaro e più logico.

Mentre in Italia la "X" di Musk ha perso un terzo degli iscritti di Twitter, Facebook sembra allinearsi al nuovo corso trumpiano.

E' certamente una scelta editoriale. Facebook avrà sicuramente valutato la convenienza della sua scelta.

 

08 gennaio 2025

Anche il nuovo corso che sta prendendo la "democrazia" USA lascia, quanto meno, perplessi.

Ovviamente, si tratta di scelte ben ponderate. E' possibile pensare che un miliardario faccia delle scelte politiche non ben ponderate?

Starmer si è sempre dichiarato un "amico degli USA" e come tale ha sempre appoggiato le iniziative USA.

Probabilmente, le sue iniziative sono in contrasto con gli interessi USA e Starmer viene percepito da Musk come un "soggetto pericoloso per la democrazia USA"

 

08 gennaio 2025

Il governo Argentino, a guida sovranista, ha ripreso la rivendicazione della sovranità territoriale sulle isole Falkland o, come chiamate in Argentina, Malvinas.

Il Presidente Argentino Milei non ha mai nascosto le sue simpatie per Musk e per Trump.

Appena eletto, per alleanza con gli USA (non dimentichiamo che in campagna elettorale ha messo la dollarizzazione del pesos argentino come obbiettivo del suo governo) ha rotto immediatamente i trattati commerciali con la Cina con il plauso di Trump.

Non è ardito pensare che la rivendicazione delle isole Falkland sia un tentativo di alleanza con Musk. Più un tentativo di compiacere Musk che non quello di rivendicare qualcosa che già in passato ha portato al disastro l'Argentina.

Io ho l'impressione che in tutto il mondo i sovranisti si sentano orfani di quel nemico che chiamavano "comunismo". Ora sembrano ossessionati nella ricerca di un nemico, un nemico qualunque, che consenta loro di distruggere le società civili del mondo e trionfare, finalmente, sopra una montagna di cadaveri.

 

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07 gennaio 2025

Violenza giovanile oggi come 15 anni fa

Io segnalavo l'aumento della violenza giovanile ancora 15-20 anni fa.

Era un fenomeno in aumento esponenziale che le autorità sociali pensavano di tenerlo confinato nelle discoteche senza voler vedere che i luoghi, in cui la violenza maturava, erano luoghi istituzionali, come le scuole o le città.

Prendendo spunto dalla cronaca, il 27 gennaio 2010 scrivevo:

Il razzismo e il nazismo in Veneto imperversa. Grazie a magistrati e poliziotti che si fanno gli affari loro e perseguono delle stupidaggini anziché perseguire quei reati che sono gravi. Non perché la gravità suoni nella testa del poliziotto o del magistrato alimentandone le fantasie erotiche, ma perché lo sono oggettivamente in quanto aggrediscono i principi Costituzionali fondanti la Repubblica e la democrazia.

L'aggressione razzista non colpisce gente come Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Maroni, Brunetta o Zaia, ma da loro parte quell'azione che, di fatto, fa aggredire in maniera razzista e violenta le persone fragili e indifese della società.

Prova a dare del "terrone" a Giorgio Napolitano e il poliziotto "zelante" ti denuncia per "offese al capo dello stato" quando, invece, con quell'appellativo hai apostrofato il sig. Giorgio Napolitano (indignato per qualche sua azione) e non il Presidente in quanto persona. Come il poliziotto e il magistrato infingardo finge di non capire nulla di leggi per prendere in giro i cittadini, così si finge di non vedere l'odio, il terrore e la violenza, a cui le persone fragili ed indifese della società sono sottoposte. Poliziotti e magistrati si dimenticano l'articolo 3 della Costituzione. Troppo spesso applicano i principi del crocifisso e troppo spesso sputano sulle Istituzioni di questo paese. Così il terrorismo si diffonde nella società civile. Poliziotti in ginocchio davanti al crocifisso, anziché rispettosi davanti alla Costituzione.

Come esempio possiamo usare sia le aggressioni alla ragazza romena che la rapina fatta da "ragazzi di famiglie bene", cioè ricchi, idioti, annoiati, criminali, delinquenti, vigliacchi e chi più ne ha più ne metta (questo è il significato quando di un criminale si dice che è di "famiglia bene"). La rapina messa in atto dai figli degli imprenditori veneti che derubano l'extracomunitaria, che voleva curare il fratello, dei suoi risparmi

Sono i personaggi legati a Zaia, Bitonci, Tosi, Gentilini e compagni.

Raramente le persone comprendono che se oggi questi analfabeti mettono in atto il terrore contro persone fragili; domani quali saranno le loro vittime?

La ragazza si è buttata dalla finestra per la gravità delle aggressioni ricevute.

Da Il Gazzettino:

Padova. A scuola le dicono: "Tu puzzi" Tredicenne romena si butta dalla finestra

La ragazza è ancora ricoverata in ospedale Visitata da amici della scuola ma non dai compagni di classe.

E' l'educazione a cui gli imprenditori del Veneto sottopongono i loro figli: rendendoli idioti, stupidi, arroganti, senza dignità e senza una morale come la nostra società civile richiede.

Non si può dire che questi figli di imprenditori sono delle eccezioni. Piuttosto sono la regola in quanto sono il prodotto di un'educazione il cui scopo è la distruzione dell'individuo. Una distruzione che questi figli di imprenditori riaffermano calpestando e derubando chi è "socialmente" più fragile di loro, ma socialmente più impegnato.

Sono azioni che andrebbero perseguite come atti di terrorismo, ma magistrati infingardi e poliziotti paurosi fuggono davanti ai loro doveri. Così la società entra in sofferenza e coloro che sono demandati alla sua salvaguardia si trincerano dietro a slogan propagandistici che offendono più che giustificare la loro omissione di atti d'ufficio.

Verona. Ragazzini rubano i soldi per bimbo malato e li spendono in griffe

Baby gang scippa a una 25enne la borsetta con 6.000 euro destinati al fratello. I genitori dei ladruncoli l'hanno risarcita

Una baby gang che delinque per noia, spiegano i carabinieri: ragazzini che hanno tutto, a cui manca solo il brivido da adrenalina che la scuola non gli dà, tanto da collezionare pessimi voti ed assenze ingiustificate. Così si improvvisano teppisti prima e ladri poi per comprare, con il frutto delle loro bravate, tutto il superfluo possibile: con i soldi destinati a curare un bambino malato, al quale manca anche il necessario. Alla ragazza derubata sono stati restituiti tutti i 6.000 faticosamente accumulati: parte della somma infatti è stata recuperata dai carabinieri, il resto lo hanno sborsato i genitori dei baby-ladri, che nel frattempo lo avevano già speso.

[Il gazzettino- 21 gennaio 2010]

C'è un problema di polizia e magistratura che applica pene lievi per persone benestanti, ma c'è soprattutto un problema sociale. Una società in cui il dibattito non è permesso se non quello che omaggia le Istituzioni specialmente quando il loro comportamento appare quasi complice della criminalità teppista.

Un dibattito che viene impedito in nome dell'ideologia assolutista reprimendo violentemente chiunque non si allinea all'assolutismo come diritto dell'uomo di sopraffare uomini più fragili.

In questo modo si legittima il terrorismo.

Non ci si chiede chi saranno le prossime vittime.

Violare le regole democratiche, in quelle che alcuni ritengono siano "piccole cose", non sono atti indolore, ma si creano le premesse per i grandi disastri sociali (e se ne è moralmente complici).

 

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06 gennaio 2025

L'uomo fra natura e società

Lo stridere fra l'Essere Umano divenuto per milioni e milioni di anni nella Natura in continui adattamenti soggettivi alle variabili incontrate e la sua necessità di veicolare le pulsioni nella società che, rispetto a queste, diventa un ambiente ostile, è ben osservato da una parte della psicologia moderna.

E' abbastanza facile parlare delle relazioni fra oggetti fisici, misurabili nella loro qualità e nei loro effetti, che concorrono fra gli uomini e l'ambiente in cui vivono; più complesse sono le relazioni fra tensioni emotive soggettive, che necessitano di veicolazione, e manipolazione di quelle strutture emotive soggettive operata dalle società nella psiche delle persone per definire comportamenti sociali, estranei alla Natura, nella quale gli Esseri Umani vengono costretti a vivere. Va da sé che, in una percentuale grande di casi, i conflitti interiori, magari veicolati con violenza nella società, esteriorizzano il disagio sociale.

Noi non siamo creati ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente; noi non siamo esseri che aderiscono a modelli predefiniti della Natura; noi siamo soggetti a cui le generazioni precedenti hanno fornito un bagaglio psico-emotivo che dalla nascita alla prima infanzia viene manipolato dalla società per costringerci ad adattarci ad essa.

Prendo un esempio da Hanno Sauer dal suo "L'invenzione del bene e del male":

Una delle conseguenze più interessanti della psicologia evoluzionista è che fornisce una spiegazione a molte delle disfunzioni del nostro modo di pensare e di agire. L'esempio forse più noto dell'incongruenza tra la nostra mente e l'ambiente in cui viviamo è il nostro desiderio quasi insaziabile di zuccheri. Per il corpo umano i carboidrati sono una fonte essenziale di energia e l'energia, in passato, aveva anzitutto una caratteristica: era molto scarsa. L'aver sviluppato per via evolutiva una disposizione mirata a sfruttare ogni occasione per assumere zuccheri aveva quindi un senso. Questa disposizione può essere considerata adattiva finché i carboidrati continuano a scarseggiare e il desiderio di zucchero svolge efficacemente la funzione di farci ingerire una preziosa fonte di energia. Ma dal momento in cui abbiamo abbandonato l'ambiente del nostro adattamento evolutivo e negozi, supermarket e distributori automatici ci offrono un accesso continuo a illimitate riserve di zuccheri, la nostra avidità diventa un problema: da quel momento siamo costretti a intervenire volontariamente per tenere sotto controllo l'imperativo evolutivo che ci impone di assumere quanti più zuccheri possibile per prepararci ai tempi di magra.
Purtroppo, la nostra psicologia dispone di un intero arsenale di tendenze ataviche per le quali le società moderne costituiscono un ambiente sempre più ostile, cosicché siamo costretti continuamente e con gran dispendio di energia a reprimere schemi mentali e di comportamento di origine primordiale. Ne consegue una crescente necessità di autocontrollo e un vago "disagio della civiltà": se da un lato la civiltà azzera le nostre difficoltà materiali, dall'altro moltiplica le sfide che pone alla nostra disciplina cognitiva. Si perpetua così una percezione paradossale: il benessere materiale delle società umane evolute contiene in sé una promessa di felicità che viene soddisfatta con una lentezza esasperante e mai del tutto, perché più aumenta la complessità sociale più sale il prezzo da pagare in termini di sovraccarico cognitivo.

Hanno Sauer, "L'invenzione del bene e del male", editore Laterza, 2023, pag. 20-21.

Quando noi ci si chiede: "Che cosa fa violenza all'uomo?" la risposta sta nel tipo di coercizione che viene imposta alle necessità di veicolazione emotiva dell'uomo nel sistema sociale.

Tanto più è grande il divieto sociale e tanto maggiore è la violenza che l'individuo subisce. Tanto maggiore è la mediazione che la società fa fra necessità degli uomini e proprie esigenze soggettive per regolare la veicolazione delle pulsioni nella società e tanto minore è la violenza che il singolo soggetto subisce e che, il medesimo soggetto, mette in atto nelle sue azioni.

 

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05 gennaio 2025

L'uovo e la gallina

L'educazione cristiana è organizzata, fra l'altro, per costringere il bambino a cogliere dall'attimo presente.

Il detto popolare "Meglio un uovo oggi che una gallina domani" non ha lo scopo di indicare alle persone di accontentarsi di quanto hanno raggiunto, ma di smorzare psicologicamente ogni tensione verso il raggiungimento di traguardi possibili. La forza con la quale vengono tarpate le ali delle persone nel loro progettare un futuro è costituita dalle difficoltà che le persone incontrano. Ad ogni difficoltà le persone incontrano una sorta di disprezzo sociale che dice loro "hai tentato di costruire la "torre di Babele" e ora cadi". Un piacere che le società provano contro tutti coloro che vorrebbero costruire qualche cosa e, al contrario, una solidarietà marcata per tutti coloro che farneticano "In verità, in verità ti dico...." incontrando i meccanismi psico emotivi che l'educazione ha imposto fin dall'infanzia alle persone.

Una condizione diversa noi possiamo osservarla in popolazioni in cui sono stati introdotti fattori educazionali che condizionano in maniera diversa la struttura psico-emotiva. Il domani da costruire diventa più importante che il vivere oggi. Un po' per le condizioni oggettive che non permettono loro di agire nel presente, un po' perché il presente produce fatica e dolore e loro intendono uscire da questo dolore, un po' perché la prospettiva futura diventa speranza che alimenta l'azione dell'individuo che, persistendo in quel presente faticoso, lo porta a costruire qualche cosa di diverso.

La condizione psicologica del "prendere l'uovo nel presente" porta al saccheggio della società civile. Dal momento che le persone sono educate ad arraffare l'uovo presente nella società, si finisce col non esserci più galline capaci di produrre uova.

Arraffare, perché così si è furbi, alimenta la convinzione psicologica che esista una sorta di impunità, sia in termini sociali che esistenziali, nell'arraffare alimentando nell'individuo la tendenza ad ampliare la sua sfera d'azione finché arrafferà qualche cosa che gli distrugge la vita.

Non sto qui ad elencare le situazioni, ma una società che non è in grado di applicare delle regole per impedire l'arraffamento sociale proteggendo, di fatto gli arraffatori di comodo per proteggerli da arraffatori di una qualche parte sociale avversa, è una società che si è costruita una tomba.

Così, tanto per riflettere in astratto, Trump ha detto allo Stato di Panama che ho accorda privilegi alle navi USA o userà l'esercito per riprendersi il Canale di Panama. Arraffare è un pessimo modo per vivere nella società. Ci si mangia la società pezzetto per pezzetto e ci si immagina che non ci siano conseguenze solo perché non si è in grado di vedere gli adattamenti sociali che le azioni di arraffamento inducono.

E' il Gesù dei cristiani che prende ciò che non ha arato o mietuto. Lui arraffa perché i suoi arraffatori hanno diritto alla paga.

Chi è educato cristianamente è educato ad essere un ladro che guarda con ammirazione ladri e delinquenti più bravi di lui.

 

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Riflessioni sugli Dei dai templi di Pestum

 

04 gennaio 2025

Esoteristi, parapsicologi e la morte

Gli esoteristi, i parapsicologi, come i cristiani, fanno della morte un commercio per accaparrarsi le credenze e la fede di uomini che, dopo aver vissuto da disperati nella speranza, trovano, nelle loro promesse oltre la morte, il conforto che alimenta la loro disperazione.

Molti esoteristi divennero famosi e personaggi come Jung e Freud hanno alimentato le "speranze" parapsicologiche in soggetti che un po' insofferenti alle gerarchie cristiane, cercavano altre descrizioni dei mondi che li attendevano oltre la morte del corpo fisico.

Fra tutti i personaggi che si sono occupati della vita oltre la morte e, più in generale, di parapsicologia la cui attività è stata elevata a cattedra universitaria c'è questo personaggio, Robert Lyle Morris (1942 - 2004), che nel maggio del 1997 ha partecipato, esponendo il suo punto di vista, ad una conferenza sulle esperienze di premorte alla quale io ho assistito.

L'idea di fondo della parapsicologia, come quella del cristianesimo, è la ricerca della conferma della realtà del Dio dei cristiani e del mondo dopo la morte creato dal Dio dei cristiani.

Quelle che seguono sono le mie riflessioni su quanto disse in quella conferenza.

Robert Lyle Morris della cattedra di Parapsicologia dell'università di Edimburgo

Robert Lyle Morris 1942 - 2004

La morte del corpo fisico è la felicità che indica alla vita la necesità di cercare continuamente la felicità.

Morris è titolare della cattedra di Parapsicologia dell'università di Edimburgo in Scozia. E' l'unica cattedra di Parapsicologia nel mondo. Appare evidente la preoccupazione di Morris di non avallare, con la sua ufficialità, un fenomeno se non dopo aver fatto quanto in suo potere per ridurlo ad un fenomeno spiegabile razionalmente dopo averne scoperto i meccanismi attraverso i quali si produce.

Per Morris, la sperimentazione deve essere precisa. Egli deve rendere conto del suo lavoro all'università. Qualora si scoprissero leggerezze o imperfezioni tutto il lavoro della facoltà verrebbe ridicolizzato. Per questo motivo il suo intervento sperimentale non può uscire dall'ambito del mondo della ragione nel quale egli riscontra i fenomeni che sono espressione di cose non relative ad elementi del mondo della ragione.

Partendo da questa premessa ecco Morris illustrarci come siano stati scoperti 48 modi per fingere delle apparizioni; 48 modi per fingere delle sparizioni; 50 modi per produrre delle trasposizioni; 54 modi per far credere delle penetrazioni; 46 modi per far credere che un oggetto venga distrutto e ricostruito; 13 modi per far credere in una levitazione; 16 modi per far credere che un oggetto si animi ecc..

Morris ci mette in guardia dai trucchi degli imbonitori. Per noi questo è molto importante. Noi conosciamo l'intento del truffatore: costringere lo spettatore ad aderire acriticamente alla sua messinscena. Costringere lo spettatore a sottomettersi a quanto presenta: magari impedendogli di verificare.

Il truffatore usa la messa in scena del trucco attraverso il quale convalidare le proprie affermazioni. Io sono il figlio di dio perciò faccio i miracoli; oppure: siccome faccio i miracoli voi dovete credere che io sia figlio di dio e dunque accettare quanto dico?

Le sue affermazioni sono false e truffaldine ma il pubblico non può obiettare in quanto rapito e assoggettato dalla scenografia.

Ecco come il secondario copre il principale sviando l'attenzione dello spettatore su ciò che è realmente importante. Così lo spettatore aderendo alla farsa perde ciò che è realmente importante: la sua capacità critica attraverso la quale determinare la propria esistenza! Così il divenire degli spettatori viene distrutto in quanto la loro attenzione è bloccata dalla sceneggiata e la loro vita viene sottomessa ad idee e comportamenti distruttivi.

La preoccupazione di serietà e obiettività è la preoccupazione di ogni parapsicologo. Spesso si sono avallati fenomeni normali o trucchi passandoli per dei fenomeni paranormali nel desiderio che qualche cosa di extranormale ci sia.

Morris ci elenca i principi che guidano il suo lavoro:

1) Considerare la Parapsicologia come lo studio di quelli che sembrano nuovi mezzi di comunicazione e interazione tra un organismo e il proprio ambiente;

2) La Parapsicologia rappresenta un'area problematica interdisciplinare, non una disciplina;

3) La Parapsicologia pone delle domande più che assumere a priori: si indaga sulle facoltà attribuite a degli individui;

4) Il lavoro si svolge lungo due direttrici: la Pseudopsi (ciò che sembra ma non è); e l'ipotesi PSI cioè ciò che sembra sia;

5) Si studia le interferenze realizzate dagli osservatori;

6) Si utilizzano gli strumenti della scienza compreso la descrizione dettagliata degli eventi, le indagini, studio delle correlazioni, studi sperimentali ecc.;

La ricerca, dice Morris segue due direttrici. La prima comprende lo studio di ciò che non è medianico ma sembra tale. Questo per liberare la Parapsicologia dall'autoinganno e dall'errore della percezione nel ricordo e nell'attività decisionale umana. Nella struttura messa in piedi c'è un progetto di analisi di un modello comprendente quei fattori che entrano in gioco nella formazione delle credenze riguardo ai fenomeni medianici, formatisi durante la crescita che negli Esseri Umani adulti. Oltre a questo l'equipe di Morris si occupa della psicologia della congiura e dell'inganno deliberato partendo da scritti relativamente oscuri di maghi professionisti, frodatori e studi sperimentali.

Ciò che Morris sembra omettere deliberatamente è l'influsso della costrizione religiosa sui bambini nella predisposizione all'autoinganno. Morris non ha trattato, speriamo che ciò sia dovuto per non destare polemica, il condizionamento cristiano all'autoinganno. Morris ignora come il mondo sia creato in sette giorni a colpi di bacchetta magica; l'uomo è fatto col fango e col soffio del dio; Lazzaro risorge; col fango e lo sputo il cieco ci vede; un ordine e il vento si ferma; con un'imprecazione si uccide il fico; pregando si gettano le montagne a mare. La crescita del bambino avviene convincendolo che queste bugie sono vere e poi ci si stupisce se le persone sono pronte a credere nei colpi di bacchetta magica. Ci pensa poi la chiesa cattolica ad alimentare la truffa con la menzogna della sindone che spaccia per sacra e miracolosa; al sangue di San Gennaro che si scioglie; alle ampolle d'acqua di Lourdes; alle giaculatorie che preservano dal purgatorio; ai giochini del sangue e delle lacrime delle varie madonne pellegrine, Medjugorje, Ostia e varie.

Qualcuno dice di non voler entrare nell'ambito della fede, sfera diversa dalla Parapsicologia, ma di fatto l'Essere Umano che si autoinganna davanti ai truffatori è quello che a quella fede maggiormente è sottomesso.

E' inutile e fuorviante chiedersi perché le persone si ingannano se non si analizzano i loro processi di crescita e di adattamento al loro ambiente. Gli esperimenti dell'equipe di Morris evidenzia come i trucchi e gli inganni riescono nel loro intento quanto più l'individuo che vi assiste è convinto delle facoltà extrasensoriali.

Ed è qui che Morris afferma, quasi scusandosi: "Tutti insieme stiamo lavorando per sviluppare un modello generale di inganno che comprenda anche il ruolo del contesto sociale alla base di tali atti ingannatori.".

"L'artista della fiducia" la capacità di afferrare l'attenzione degli spettatori e piegarla secondo i propri intenti. Tecniche psicologiche attraverso le quali vendere la propria merce. Strategie verbali attraverso le quali ottenere fiducia. Tutto questo serve alla Parapsicologia fornendogli uno strumento attraverso il quale smascherare gli imbroglioni assieme ai meccanismi che preparano le persone per essere imbrogliate.

Ricordiamo che la ricerca dei meccanismi d'inganno non serve soltanto per impedire l'inganno ma anche per perfezionarlo e migliorarlo. Uno studio è uno strumento; l'uso di quello strumento dipende da chi ha il controllo del contesto in cui quello strumento può essere utilizzato.

Uno strumento rivelatore dei meccanismi dell'inganno non viene dato alla gente. La gente non ha lauree o dottorati per appropriarsene, ma viene messo a disposizione di chi gestisce la gente: loro possiedono i dottorati! Non saranno mai strumenti utili per le persone ma saranno strumenti utili per perfezionare, variare e articolare sistemi attraverso i quali ingannare.

Nel corso della storia ci sono stati molti sistemi rivelatori di inganni sociali. Fin dai tempi in cui gli Scettici dell'Accademia criticavano e incalzavano gli Stoici. Pur in difficoltà questi non rimuovevano la loro struttura filosofica truffaldina ma la variavano, adattandola, rendendola più efficace nell'appropriarsi degli individui. Saranno i cristiani a rinnovare l'aberrazione Stoica appropriandosene (con le opportune modificazioni) e depennando, costringendo all'oblio, la struttura filosofica degli Scettici.

Partendo da questo presupposto non esistono elementi PSI che siano misurabili (o riscontrabili) nel mondo della ragione in quanto gli strumenti (cervello dell'osservatore neutrale compreso), non può essere diversamente, sono tarati sugli elementi conosciuti o descritti nel mondo della ragione. L'Essere Umano è divenuto col contesto in cui oggi si trova attraverso milioni di anni e ha sviluppato le proprie capacità adattandosi al circostante. Se nel corso dell'evoluzione avessimo scoperto dei vantaggi spostando gli oggetti con la mente (o col pensiero) noi avremmo sviluppato la mente (o il pensiero) con cui muovere gli oggetti. Il muovere gli oggetti col "pensiero" è considerata una facoltà PSI che non rientra nel mondo della ragione. Qualche effetto si può produrre, specialmente in poltergeist, ma il suo esprimersi si esaurisce in breve tempo. Ogni volta che una capacità PSI viene esercitata nel mondo della ragione esaurisce il centro e l'energia che interviene a produrre quel fenomeno.

Questo è un fatto assoluto!

L'unico modo per sviluppare quanto sta avvenendo è quello di ignorare la capacità PSI o usarla per proprio divertimento o per propri scopi finché il centro produttivo e l'energia non si integrano con l'insieme della vita, dei bisogni e delle tensioni dell'individuo. Quando l'attenzione diventa ossessiva e bramosa di riprodurre il fenomeno la capacità di riprodurlo si esaurisce. Quando giunge lo sperimentatore il fenomeno ha già cessato di manifestarsi e l'individuo che lo manifestava, per crearsi un po' di credibilità, spesso è costretto a ricorrere a trucchi.

Preso atto di tutto questo, su cosa si può concentrare l'attenzione della facoltà di Parapsicologia? Sui fenomeni di dejà-vù all'interno della famiglia, sui racconti delle esperienze OBE e sulle esperienze di premorte, NDE.

Su effetti soggettivi di capacità PSI.

In altre parole la facoltà di Parapsicologia altro non fa che accumulare dati e storie di OBE, NDE e sincronicità all'interno di relazioni personali.

Morris fa un esempio parlando di un'ipotesi su stati d'ansia di sua figlia scoprendo poi che il ragazzo con cui stava parlando ha avuto un incidente stradale. Egli vuole spiegare il suo tipo di indagine. Afferma che se l'ansia di sua figlia non avrebbe avuto ragioni di esserci in quanto fra lei e il ragazzo non c'erano problemi, la strada era asciutta, né c'erano possibilità che succedesse qualche cosa di strano, allora Morris deduce che c'è stata una percezione. Ma se aveva litigato col ragazzo e questo era partito nervoso o ubriaco, o se c'era un forte temporale era facile supporre che l'ansia fosse determinata da fattori ambientali, ad una preoccupazione soggettiva, non era legata alla preoccupazione dell'imminente pericolo cui il ragazzo stava incontrando. In questo secondo caso questa non era prettamente una percezione ma poteva essere un fatto normale di apprensione per delle situazioni che si erano svolte precedentemente.

Ciò che Morris non espone è il fatto che la sua considerazione della percezione è assolutamente irrilevante. Il fatto si è comunque verificato! Il fatto è che la percezione viene messa in moto non dal fatto percepito ma viene sempre imputata a fattori noti. In psicologia esiste tutta una branca di studio sulle proiezioni nel circostante delle proprie fantasie o allucinazioni soggettive. Lo stato d'ansia non viene comunque riferito all'incidente subito dal ragazzo ma a cause varie e diverse. Tant'è che sono proprio cause diverse che permettono alla percezione di aggirare la barriera del GIH che tende ad inibirle. Probabilmente la ragazza sarà in uno stato d'ansia per il compito in classe il giorno dopo. L'idea di un compito in classe il giorno dopo permette il manifestarsi dello stato d'ansia che altrimenti la ragione avrebbe respinto in quanto non in linea con la sua descrizione. Una motivazione apparente e del tutto logica permette l'espressione e la manifestazione di una percezione che altrimenti sarebbe stata rimossa.

L'idea della ragione ha aperto l'espressione di un canale percettivo.

Questi meccanismi di sovrapposizione Morris non riuscirà mai ad identificarli. Appartengono a schemi complessi che hanno alla base la modificazione percettiva e intellettuale dell'individuo e nulla hanno a che vedere con l'impostazione accademica che presuppone l'accademico creato ad immagine e somiglianza del dio che lui incarna come studioso mentre guarda il mondo.

Un'altra cosa di difficile lettura e nella quale indagherà sarà la sincronicità fra più persone. In che modo i legami affettivi giustificano e coprono legami PSI fra le persone? Per Morris saranno legami affettivi ignorando che i legami affettivi sono espressione di legami PSI che possono esprimersi proprio perché sono descritti dalla ragione come legami affettivi.

Qual è lo sviluppo della ricerca? Quanto sostengono gli Stregoni: la capacità dell'Essere, dell'Essere Umano nel nostro caso, di soggettivare l'oggettività. Di esprimere gli stessi bisogni del circostante, di ricercare la stessa soddisfazione dei bisogni del circostante. Fondare la propria soggettività con le soggettività del circostante.

Morris ipotizza fusioni minime come quelle che avvengono all'interno della famiglia. Proprio per la presenza minima che sorge quasi spontaneamente fra persone con legami affettivi affrontano la stessa oggettività è possibile pensare, sia pur solo a rigore di logica, la possibilità di inglobare l'intera soggettività. D'altronde la persona con la quale ci leghiamo è oggettività nei nostri confronti e per vivere dei deja-vù è necessario che noi soggettiviamo la persona fondendoci con essa. Esattamente come l'idea di perfezione, in filosofia (alla faccia del filosofo che ha espresso il suo convincimento contrario) nasce dall'imperfezione che attraverso le contraddizioni dell'esistenza tende a perfezionarsi e a migliorarsi.

La direzione della ricerca conforta quanto gli Stregoni sapevano: la via verso l'eternità passa attraverso la capacità di soggettivare l'oggettività!

Dal momento che l'oggettività cosciente che ci circonda è l'Anticristo inteso come insieme di tensioni coscienti che tendono a dilatare il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti, la ricerca di Morris, al di là di quello e di come lo cerca, lo porta a cercare le relazioni intime e coscienti fra soggetto e l'oggettività che lo circonda.

La capacità di soggettivare l'oggettività è una capacità legata agli Esseri Umani e si esprime con una certa frequenza nei rapporti interpersonali. Diverso è il discorso per i rapporti che superino i legami affettivi immediati; là ci vuole una grande volontà d'espansione dell'individuo.

Anche OBE e NDE sono espressione soggettive che difficilmente potranno essere provate e misurate, ma solo raccontate.

Il dejà-vù porta l'individuo ad agire. Le sollecitazioni che dall'esterno arrivano vengono interpretate dall'individuo. Nel caso della figlia di Morris questo si esprime in ansia. Ma il ragazzo potrebbe avere in auto il telefonino e Morris potrebbe telefonare al ragazzo dicendogli di stare attento perché la ragazza era in ansia modificando in questo modo un possibile evento. Potrebbe concludere affermando che l'ansia della ragazza era fuori luogo.

L'OBE non ci permette l'azione. Io ricordo quando quindici anni fa feci uscire il corpo luminoso e cercavo vendetta per feroci torti subiti: intervennero Esseri di Energia per bloccarmi. Impedirmi di distruggermi. Più o meno quanto ricordato da Morganti quando nella sua relazione il Buddha impedisce al monaco di volare perché la via è un'altra cosa. Non si può legare l'attività del corpo luminoso alle tensioni provenienti dal quotidiano della ragione: lo si distruggerebbe! Dell'OBE se ne può solo parlare anche se non è escluso che Morris trovi qualche individuo che glielo dimostri esprimendolo consentendo a Morris di formulare delle ipotesi ma distruggendo la capacità dell'individuo che glielo ha dimostrato. Questa è un'eventualità molto remota.

Per l'NDE il discorso è uguale. Si possono registrare delle storie, ma nulla più! Chissà, forse un giorno, con maggiori finanziamenti, la cattedra di Parapsicologia può insediarsi in un ospedale di una grande città e cercare indizi nelle sale di rianimazione.

Lo studio di Morris ha individuato un punto importante: gli effetti PSI si possono ottenere solo quando le persone riducono al silenzio la propria ragione. Morris utilizza la tecnica Ganzfeld in aggiunta al rilassamento progressivo. Riuscire a lanciare immagini o messaggi PSI mentre si sta parlando o facendo altre cose è molto più difficile.

Morris ha parlato dei lavori di Caterine Watt nei quali evidenzia come i risultati migliori siano ottenuti da quei personaggi più disponibili e meno scettici. Gli altri sono schermati o corazzati!

Morris termina la sua relazione elencando le altre aree nelle quali alcuni sperimentatori stanno lavorando nell'ambito della sua facoltà:

1) Tecniche atte a sviluppare capacità psichiche (non ha dato grandi risultati, ma ha permesso di dichiarare false molte tecniche proposte);

2) Tentativi di influenzare attraverso l'attività mentale il funzionamento di attrezzature elettroniche (hanno ottenuto risultati molto deboli);

3) Tentativi da parte di un agente di influenzare la fisiologia del corpo di un soggetto ricevente situato a diverse stanze di distanza.

4) Un ultimo filone riguarda la storia e il contesto sociale del criticismo nella psicologia e i metodi impiegati nell'analisi parapsicologica.

Come si può notare tutti i campi di ricerca non sono volti a promuovere lo sviluppo dell'uomo psichistico ma sono volti ad appropriarsi di armi attraverso le quali trasformarsi in psichisti. Quali sono i passaggi, quali sono i metodi oggettivi, come ripeterli e renderli omogenei e funzionali. Dietro alla ricerca parapsicologica si nasconde innanzitutto il desiderio di scoprire le azioni truffaldine e nello stesso tempo di appropriarsi di quanto può servire. Io non contesto le intenzioni degli Esseri Umani. Cristoforo Colombo scopre le Americhe e gli Indios vengono massacrati. Livingstone apre le vie africane e 200-400 milioni di individui vengono venduti come schiavi nelle Americhe.

Non ho la minima difficoltà ad accettare il fatto che Morris e la sua equipe accerti la falsità delle tecniche adottate per aumentare le capacità PSI. In realtà le capacità PSI sono o espressione di crepe nel controllo della ragione o effetti nello sviluppo del corpo luminoso. Normalmente quando il corpo luminoso si sviluppa è estremamente attento a non farsi usare o sottomettere dalla ragione. Morris, come quasi tutti i ricercatori, pensa l'Essere Umano come un creato, un essere definito, non pensa ad un essere divenuto e in continuo divenire. Non vede un processo di trasformazione continua cui l'Essere deve seguire per svilupparsi.

Questo è il difetto di quasi tutti i relatori al congresso.

I ricercatori non sono davanti a degli Esseri Umani che cercano la propria libertà, che divengono trasformandosi, ma sono davanti a degli individui il cui desiderio è dimostrare che la Parapsicologia è una cosa seria e pur di ottenere ciò sono disposti a tutto. Questo vale anche per il suo contrario; negare ogni effetto per negare la Parapsicologia. La ricerca universitaria diventa patrimonio del Comando Sociale e Morris si guarderà bene dal metterlo in discussione. Così quando Morris dice, nella sua relazione: "Tutti insieme stiamo lavorando per sviluppare un modello generale di inganno che comprenda anche il ruolo del contesto sociale alla base di tali atti ingannatori", si guarda bene dal citare il ruolo truffaldino e coercitivo della religione cristiana sia protestante, che anglicana e cattolica.

E' prudente quando si tratta di affrontare l'inganno che non sia quello del maghetto truffatore ma socialmente impotente. Egli è asservito al Comando Sociale sia come struttura universitaria sia nella figura delle chiese cristiane.

Questo atteggiamento, sia pure comprensibile, lascia perplessi sui fini della ricerca.

La ricerca di Morris diventerà un'indagine sulla percezione soggettiva ma non riuscirà a stabilire l'oggettività della ricerca in quanto questa non esiste. L'oggettività è la possibilità dell'Essere Umano di sviluppare la sua soggettività, non è oggetto in presenza da analizzare. Non è oggetto da presentare. E' possibilità dell'individuo. Per qualche motivo che Morris ignora alcuni individui sviluppano delle percezioni soggettive di OBE, di NDE o di Dejà-vù ma molti altri individui ignorano questi effetti giungendo non solo a negarne l'esistenza ma a combattere chiunque afferma di affrontare simili fenomeni. Affrontare fenomeni soggettivi mette in discussione l'oggettività della creazione. Impone una responsabilità soggettiva come fondazione del proprio divenire. Indica la responsabilità del Comando Sociale nella distruzione della soggettività degli individui.

Di tutto questo parleremo sviluppando gli altri oratori e nelle conclusioni finali.

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

 

Pagina specifica dell'argomento

 

03 gennaio 2025

Il mondo oltre la morte del corpo fisico

Il capitolo 6 del Libro dell'Anticristo tratta del mondo oltre la morte del corpo fisico. Mentre per un cristiano la percezione che ne ha del mondo è la percezione data dalla sua "anima", per un Pagano la percezione del mondo è data dal corpo fisico del pagano che abita il mondo in cui è nato.

Ne segue che un cristiano percepisce il dopo morte come un luogo (paradiso, inferno, reincarnazione, ecc.) abitato con le stesse modalità e gli stessi sentimenti con cui abita il mondo fisico (nel cristianesimo esiste l'immagine del fuoco dell'inferno), per un Pagano la morte è un "cambio di stato" non si modifica il mondo in cui viviamo, ma si modifica la percezione del mondo e il modo di abitarlo.

Per la ragione il mondo è quanto lei può descrivere, ma al momento della morte del corpo fisico muore anche la ragione e, con essa tutta la descrizione del mondo nella quale ha costretto l'individuo a vivere.

Il mondo dopo la morte non è diverso dal mondo che abitiamo. Diverso è il corpo che lo abita, diversa è la percezione che viene esercitata, diversi sono i bisogni, che sono relativi a quel corpo. Pertanto, gli oggetti del mondo appaiono diversi perché gli oggetti erano tali perché la nostra ragione li ha descritti in quanto tali, non perché fossero come lei li descriveva.

 

03 gennaio 2025

Sperimentatori e cavie

La morte del corpo fisico è la felicità che indica alla vita la necesità di cercare continuamente la felicità.

Ho assistito con grande attenzione il Congresso sulle NDE tenuto a S. Marino il 16, 17, 18 maggio 1997. Ho assistito all'intera esposizione delle relazioni trovandole assolutamente interessanti e ricavando una notevole mole di dati.

Il Congresso intendeva esporre il livello attuale della ricerca sulle NDE e su quanto, dal punto di vista "scientifico", era in corso nel tentativo di determinare l'origine degli effetti NDE.

Lo sforzo degli organizzatori è stato notevole. La loro capacità di esporre un così ampio ventaglio di interventi quasi impressionante. In tre giorni di interventi non si poteva, obiettivamente, trovare spazio per nessun tipo di dibattito.

La quantità di materiale presentata è stata notevole ma ancora una volta si è assistito alla separazione netta fra sperimentatore e ricercatore da un lato e la cavia dall'altro. Questo Congresso ha dimenticato che non stava parlando della ricerca sul virus Ebola o l'analisi delle feci dei rettili preistorici ma stava parlando di Esseri Umani. Il Congresso si è dimenticato che chi stava parlando parlava di sé stesso.

Questa sensazione era netta. Chi era portatore di effetti PSI, OBE o NDE era l'oggetto di studio che non doveva esprimere sé stesso ma poteva, la sera del primo giorno del congresso, presentarsi all'hotel dov'erano alloggiati gli "studiosi" ed esporre la propria esperienza. Solo Di Simone, fra i relatori, ha accennato a qualche cosa di suo.

Anche quando tre persone con esperienze NDE hanno raccontato la loro esperienza sono state aggredite quando, uscendo dal racconto puro e semplice, volevano esporre interpretazioni e concetti propri.

Eppure non c'è nulla di più intimo che esperienze OBE e NDE. Appartengono all'intimo. E' un tesoro prezioso che sommano l'intera vita dell'individuo, le sue scelte, la sua volontà, le sue determinazioni.

Da un lato si è espresso il rispetto di chi considera la persona che analizza la cavia dei suoi esprimenti dall'altro l'individuo ben cosciente di quanto gli è successo e che tentava di dare una interpretazione. L'individuo che aveva vissuto l'NDE aveva lo scopo di costruire la sua vita: lo studioso voleva, con modi gentili e rispettosi, stuprarlo per carpirne i "segreti".

OBE, NDE e Dejà-vù sono cose talmente intime da coinvolgere la vita e i sentimenti più profondi dell'individuo. Per le persone che esprimono OBE, NDE e Dejà-vù si tratta del proprio essere: espressione del suo Potere di Essere. Lo studioso, col suo bisturi, glielo strappa per sezionarlo: espressione del suo Potere di Avere (il suo ruolo sociale); espressione della Consapevolezza della loro sconfitta personale.

A questo punto c'è da chiedersi: perché gli studiosi non praticano essi stessi una NDE, un'OBE o dei Dejà-vù?

La loro pretesa asetticità nasconde la loro sconfitta!

In quest'ottica sono degli accattoni che stuprano persone nel tentativo di cercare speranze del loro fallimento. Difendere sé stessi è un diritto: specialmente davanti agli uomini vuoti che cercano negli altri quanto essi hanno distrutto dentro sé stessi.

Questa è stata l'impressione negativa del Congresso di S. Marino. Un Congresso al quale ho assistito sperando che le visioni della vita riportate nel Libro dell'Anticristo incontrassero una qualche contraddizione. Invece il Libro dell'Anticristo, pur essendo scritto malissimo e pur esprimendo solo visioni del mio cammino, ne è uscito rafforzato dalle relazioni.

La sensazione del distacco fra gli "studiosi" e le loro cavie ha trovato riscontro fra il pubblico. La domenica, il terzo giorno del Congresso, in sala c'erano si e no una quarantina di persone. Un Congresso con un tema molto sentito era riuscito a costruire una barriera fra relatori e pubblico.

"La scienza, la scienza, solo la scienza!" dice il ricercatore mentre infila il bisturi nella sua cavia. Ci sono bisturi di tante fogge e dimensioni ma c'è un solo essere scienza all'interno di questo Comando Sociale. Non c'è molta differenza fra questo scienziato e l'inquisizione che alza i roghi: entrambi devono piegare le loro cavie davanti a qualcosa!

Scritto nel 1997

Pagina specifica delle NDE

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

 

Pagina specifica dell'argomento

 

02 gennaio 2025

Riflessione sulla sensazione di morte

Il concetto di morte è alimentato dal desiderio di eternità che, proprio della ragione che controlla la coscienza, alimenta il desiderio che si espande nella struttura emotiva dell'individuo.

La ragione dell'individuo desidera l'eternità allo stesso modo in cui la ragione dell'individuo desidera l'onnipotenza che trasferisce nell'immagine specchiata di sé stessa chiamata "Dio padrone onnipotente, creatore".

La ragione, in un complesso educazionale cristiano, non è in grado di ammettere di essere solo uno strumento usato dall'individuo per costruire delle relazioni specifiche, tra l'altro limitate alle relazioni sociali, e consentire al suo corpo, al complesso più ampio degli strumenti con cui l'individuo abita il mondo, di alimentare la coscienza soggettiva mediante l'esperienza del vissuto.

La paura della morte del corpo fisico altro non è che la paura della ragione di perdere il controllo della coscienza dell'individuo e di morire con la morte del corpo fisico. Con la morte del corpo fisico muore anche la ragione e la sua specifica descrizione del mondo.

La ragione ha imprigionato la coscienza dell'individuo per tutta l'esistenza dell'individuo costringendo la sua azione entro mura della giustificazione razionale: "Faccio questo perché ...".

Il problema per la ragione è che il corpo ha sistemi di percezione e di adattamento in grado di agire al di fuori di ogni categoria razionale: lo ha fatto per centinaia di milioni di anni prima che la ragione occupasse l'intera coscienza dell'individuo allontanando la sua coscienza dalla percezione emotiva costringendola nella descrizione del mondo come forma e quantità.

Nonostante il controllo della ragione sulla coscienza dell'individuo, il corpo di ogni individuo continua a percepire il mondo in cui vive e la ragione, per il corpo, diventa un "fenomeno del mondo" alla quale il corpo tende ad adattarsi in una ricerca continua di adattamenti che possano mediare fra le necessità della ragione di controllare il corpo e le necessità del corpo di alimentare la migliore sopravvivenza nell'ambiente in cui è nato e favorire, nonostante la ragione, i processi di crescita e di trasformazione.

La ragione tende a conchiudere tutta la vita dell'individuo fra la razionalità della sua descrizione e il delirio della sua immaginazione che impone all'individuo come realtà ontologica alla quale l'individuo si deve sottomettere. In questa dualità si è inserita quella che storicamente viene chiamata la guerra fra ragione ed oscurantismo. Una guerra in cui la ragione razionale combatte la ragione delirante che , all'indagine dei meccanismi del mondo (scienza) oppone i concetti aprioristici della "verità" propri dell'ideologia cristiana (anche quando veicolata con il nome di altre ideologie religiose assolutiste).

La morte del corpo fisico pone fine anche a questa dualità. La ragione muore e con essa tutto l'apparato ontologico con cui la ragione ha giustificato il suo dominio su ogni singolo individuo.

Quando il corpo muore, e con esso la ragione, rimane l'energia emotiva, l'energia vitale, che ha alimentato il corpo e che il corpo ha manipolato nel corso della propria esistenza mediante le sue azioni, le sue scelte, i suoi desideri e le sue necessità che dal profondo sollecitavano la sua coscienza ad agire per abitare il mondo.

E' necessario partire da questo presupposto per iniziare a comprendere il concetto di nascita del Libro dell'Anticristo. Un concetto di nascita che la ragione chiama "morte" perché la ragione, in quella nascita, non è partecipe. La ragione è l'oggetto annientato dalla morte del corpo fisico e tutte le sensazioni di paura della morte che l'individuo vive altro non sono che le paure della ragione di cessare di esistere.

Tanto più una ragione domina un individuo, sia con la descrizione razionale, che nella migliore rappresentazione chiamiamo "analisi scientifica", sia con le sue varie dimensioni ontologiche in cui la ragione immagina la propria immortalità, tanto più debole sarà l'energia emotiva con cui l'individuo affronta la morte del proprio corpo fisico.

In estrema sintesi, possiamo dire che noi, con le nostre scelte nella nostra quotidianità, qualunque sia l'oggettività nella quale scegliamo, decidiamo su come affronteremo la morte del corpo fisico e le possibilità che abbiamo di superare la fine della vita in quanto Esseri della Natura.

 

Pagina specifica dell'argomento

 

 

01 gennaio 2025

Riflessione sulla morte del corpo fisico

Nel 1985 tentai, per la prima volta, di dare razionalità alle mie visioni e al mio vissuto descrivendo la relazione fra l'uomo, la morte del corpo fisico e il mondo che si presentava dopo la morte del corpo fisico.

L'attenzione non fu concentrata sulla qualità del mondo che si incontrava oltre la morte del corpo fisico, ma fu concentrata sul come arrivare oltre la morte del corpo fisico.

Tutte le religioni danno per scontata l'esistenza di un oltre la morte del corpo fisico. Questo inganno, al di là dei premi o delle pene, rende indifferenti le persone perché, comunque queste hanno vissuto, certamente possono accedere ad un'altra vita dopo la morte del corpo fisico.

Le mie visioni non davano questa possibilità per scontata. Così dovetti riflettere sulla relazione fra il corpo fisico, il mondo, le sue trasformazioni e la sua possibilità di affrontare la morte del corpo fisico.

Queste che posto, come capitolo del Libro dell'Anticristo, sono le riflessioni del 1985 dalle quali partì tutta la riflessione che ne è seguita.

Il quarto stadio di sviluppo della specie umana
(e di tutte le specie della Natura)!

Il quarto stadio di sviluppo per gli Esseri Umani è la trasformazione in Esseri Luminosi: essere Esseri Luminosi. Questo stadio è presente in forma diversa anche in altri stadi, come il terzo è presente nel secondo e il secondo nel primo. Il feto è già fanciullo o fanciulla, e un fanciullo o una fanciulla ha già dell'uomo o della donna come un uomo e una donna sono già potenzialmente Esseri Luminosi. Esseri Luminosi o Esseri eterei, o "fatti di puro spirito" come amano dire o giocare alcune religioni.

Se il compito del feto è quello di trasformarsi in fanciullo o una fanciulla e quest'ultimi in uomini e donne, compito di questi è quello di trasformarsi in Esseri Luminosi. Nessuno può obbligare un individuo ad effettuare il passaggio. Nelle trasformazioni, in natura, per cause diverse e disparate fra loro, non tutte le uova dell'Essere Storione diventano Storione, pur essendo in potenza Storioni, così non tutti i feti diventano fanciulli o fanciulle, così non tutti i fanciulli e le fanciulle diventano uomini o donne, così, ancora, non tutti gli uomini e le donne diventano Esseri Luminosi.

Esistono molte ragioni per giustificare il desiderio di disperdere la propria Energia Vitale nel vento anziché raccogliere e accumulare, giorno dopo giorno, il Potere Personale attraverso il quale effettuare la trasformazione. Quando l'Energia Vitale ristagna, il primo desiderio che nasce nell'individuo è il rifiuto del movimento, anche in senso materiale. La sua tendenza sarà quella di rimanere fermo o il più fermo possibile (attenzione al rapporto sostanza ed apparenza nella formazione del giudizio) e delegare ad altri il compito di muoversi. Farà quanto in suo "potere" perché tutto ruoti attorno alla sua persona imponendo di essere "servito". Tenderà a non trasformare la materia con le proprie mani perché considererà questo umiliante o doloroso e faticoso.

Dalle mani escono alcune linee di Energia personale con le quali ci si lega al mondo circostante. Usare le mani significa "palpare" il mondo e questo da piacere solo a chi non è malato di Energia Vitale Stagnata. Egli vorrà o tenderà a "dirigere". In realtà sarà appropriazione del lavoro di altre mani.

Costui sarà abilissimo nello strisciare davanti ad ogni altro Essere, come lui malato di Energia Vitale Stagnata, considerato più forte e sarà abilissimo e prontissimo nel costringere a strisciare ogni Essere che riterrà di lui "più debole".

Dividerà gli Esseri della propria specie (umana) in categorie funzionali al suo desiderio di dominio. Uomini e donne, bambini e bambine, e ancora divisi per razza, patria, religione, per pensiero, per abbigliamento, per mestiere ecc..Questo per poter meglio bloccare i flussi di Energia Vitale libera negli Esseri della propria specie.

Sarà "vigliacco" nelle affermazioni pubbliche (lui la definisce diplomazia) quando dovrà giustificare il proprio fare e le motivazioni alla base dello stesso. Si manterrà sempre nascosto dietro i propri fantasmi.

Egli agirà così perché "dio" lo vuole.

Egli agirà così perché la "legge" lo vuole.

Egli agirà così perché la "morale" lo vuole.

Egli agirà così perché il "capo" lo vuole.

Egli agirà così perché "la ragion di stato" lo vuole.

Non agirà mai per suo progetto o per suoi bisogni (anche se quella è la motivazione reale) ma perché forze maggiori, poverino, lo costringono a farlo. Se a quest'Essere fosse consentito agire fino alle estreme conseguenze, con i mezzi tecnici oggi esistenti, il Pianeta Terra dovrebbe impiegare almeno un miliardo di anni per riportare lo sviluppo della Natura al punto in cui oggi è arrivata. Quest'Essere, nascosto dietro i propri fantasmi, distruggerebbe ogni cuore che pulsa ed ogni flusso di linfa. Sempre non per suo desiderio, ma come asservimento ai suoi fantasmi. Nessuno costringe un Essere Umano a fare il salto nel quarto stadio di sviluppo, ma molti umani godono nel tentare di bloccare il passaggio nel quarto stadio di sviluppo ad altri Esseri Umani.

Quest'Essere dichiarerà la propria propensione per la pace e la tranquillità. Ma quanti Esseri dovranno non averla sottomettendosi per consentirgli la sua?

Infine soccomberà alla vecchiaia.

Ciò che più temeva è arrivato.

Ora è solo.

Anche prima era solo, ma troppo occupato per accorgersene. Nella sua follia non s'avvedeva come l'Energia che fuoriesce dalle mani, dai piedi, dallo stomaco e da ogni altro punto del corpo e costituente il suo collegamento col mondo circostante, si rattrappiva giorno dopo giorno, scelta dopo scelta. Non ha più radici attraverso le quali legarsi al mondo circostante.

Ha terrore del vuoto della propria morte ma la disperazione del nulla nel quotidiano lo costringe a desiderare di disperdere la propria Energia rimasta al vento. Forse uno dei suoi fantasmi gli impedisce di spararsi alla testa, ma quello è il suo desiderio.

Esistono Esseri Umani che non anelano ad effettuare il passaggio (non ricercano e non coltivano specificatamente il sentiero atto ad effettuare il passaggio trasformandosi in Esseri Luminosi), sono centinaia di milioni, non già perché l'Energia Vitale sia stagnata, quella poca bloccata la potrebbero eliminare in poco tempo, ma perché un qualche cosa nell'oggettività in cui vivono non funziona.

Essi lo potrebbero fare, ma non lo possono fare. Chi ha fame pensa di come procurarsi in qualunque modo gli è possibile cibo, non certo il passaggio al Quarto Livello. Come chi sta in prigione desidera spezzare le sbarre più che pensare al passaggio. Oltre a cause macroscopiche ed evidenti ve ne sono molte di piccole, quotidiane e contingenti. Essere proprietà ed essere dipendenti da qualcuno o da qualcosa comprende quasi tutte queste microcause.

Questi Esseri non appartengono al gruppo precedentemente descritto, ne sono piuttosto le vittime. In qualche caso possono trovare lungo il proprio cammino sufficiente Potere Personale per passare al Quarto Livello.

Quali sono le caratteristiche di un individuo in cui l'Energia Vitale non ristagna?

Il primo effetto sarà il movimento. Non il movimento sportivo, ma una dinamicità nel fare nel quotidiano. Un movimento intenso che può dare l'idea, allo spettatore, di caos e incostanza. Movimento "mentale", movimento nei bisogni, movimento nei gusti. Incostanza nelle scelte.

Il mondo vissuto da un individuo si mostra con miliardi di sfaccettature ed è tendenza naturale di un individuo tendere ad afferrarle tutte (o il maggior numero soggettivamente possibile).

Mentre l'individuo in cui l'Energia Vitale ristagna si contrae su se stesso, l'individuo in cui l'Energia Vitale scorre libera è un'esplosione verso l'esterno.

Attivismo sfrenato, voglia di fare, fame di Sapere e Conoscenza, di qualsiasi Sapere e qualsiasi Conoscenza, sono caratteristiche dell'individuo in cui l'Energia Vitale scorre libera. Il tutto attraverso il piacere del fare. Quest'individuo tende a non delegare nulla a nessuno; sarà allergico ad avere servi ed estremamente insofferente nei confronti di qualsiasi padrone. Per lui le mani saranno "sacre", qualsiasi sia la scelta sociale attraverso la quale si "guadagnerà" di cui vivere le sue mani non saranno mai ferme.

Ammirerà il lavoro di altre mani ma il suo orgoglio lo spingerà ad allenare le proprie mani a fare meglio. La sua sarà una sorte di ribellione costante e quotidiana a cui a volte non saprà dar sfogo ma che comunque non gli consentirà di strisciare difronte a nessuno né permetterà a nessuno di umiliarsi a lui.

Si piegherà solo davanti alla violenza e al ricatto quando non avrà forza sufficiente per controbattere attendendo tempi e condizioni migliori per la sua rivincita; non è espropriabile in quanto la sua ricchezza reale sarà l'abilità delle sue mani, l'agilità del proprio pensiero, le sensazioni della propria percezione.

Per quest'Essere un Essere è un Essere!

Non importa la specie o la funzione. Non da importanza alle categorie, anche se a volte le subisce, chi gli sta davanti è chi gli sta davanti. Non tende a dominare né a possedere per possedere in quanto lo sviluppo della percezione tende ad estenderlo come Essere e questo lo riempie.

Cosa desidera? Condizioni migliori per percepire più agevolmente. Chiamerà cose e condizioni col loro nome e, quello che farà, sarà perché egli ha deciso di farlo o perché ciò che viene fatto corrisponde alle sue esigenze ma non nasconderà la responsabilità dei propri atti e non avrà importanza con chi si sta confrontando.

Il suo comportamento non varierà (a parità di condizioni e di contraddizioni), sia che si troverà davanti alla più infima e irriproducibile forma vivente o all'Universo nella sua totalità cosciente. Per lui importante è l'atto. Quando ricorrerà alla violenza lo farà solo se costretto, solo se gli aggressori non gli hanno lasciato nessuna via di uscita.

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci e l'ultima risorsa dei disperati.

Inoltre egli sa come la violenza sia stata codificata allo scopo di assoggettarlo.

Proteggerà la vita. Perché proteggendo la vita proteggerà se stesso. Col mondo sospenderà il giudizio, soddisferà i propri bisogni prendendo con discrezione e si proteggerà contro ogni aggressione ed ogni saccheggio. La protezione della vita e della natura sarà funzionale al proprio Essere e allo sviluppo della propria percezione. Più Esseri Umani accumulano Potere Personale e maggiore sarà la protezione ricevuta sulla strada da lui scelta per accumulare Potere Personale sviluppando la Coscienza di Sé lungo il cammino per raggiungere la Coscienza del Se.

Prima parte de Il Libro dell'Anticristo capitolo quinto: IL QUARTO STADIO DI SVILUPPO DELLA SPECIE UMANA!

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

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Tel. 3277862784

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