Quando l'uomo cristiano si identifica col suo Dio, si ritiene in diritto di scatenare il Diluvio Universale per distruggere coloro che lo infastidiscono.
Esaltarono il loro padrone, che li invitò alla sua tavola, come loglio bruciato nei forni e maiali arrosto serviti ai suoi commensali.
Gennaio 2025: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

Gennaio 2025
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Argomenti del sito Religione Pagana

 

31 gennaio 2025

Parallelismo morale fra la nascita del nazismo e la situazione attuale
La schiavitù vi rederà liberi

Stavo leggendo qualche pagina del libro di Daniel Jonah Goldhagen, "Una questione morale", pubblicato da Mondadori nel 2003 e non ho potuto fare a meno di notare l'analogia fra l'attuale situazione negli USA oggi con quella dell'avvento del nazismo.

E così ho preso un brano e sostituito alcuni vocaboli costruendo quell'analogia fra allora ed oggi per tentare di far comprendere il concetto che la storia non si ripete, ma nella storia si ripresentano le medesime idee, sia pur in condizioni diverse che, comunque, tendenzialmente perseguono lo stesso ed identico fine.

Come cittadini non possiamo farci nulla. Possiamo solo subire la violenza di chi si identifica con Dio e cercare di sopravvivere nell'attesa che chi provoca problemi ai cittadini superi quella soglia di tolleranza che costringa altri poteri abbastanza forti capaci di fermare il processo distruttivo che queste idee vogliono mettere in atto.

Riflessione sociale comparata:

Come si è visto nella prima parte, è assurdo sostenere che gli americani si fossero inventati dal nulla il proprio razzismo, o che le decine di milioni di loro entusiasti seguaci antimigranti avrebbero aderito alle loro misure disumane e violente, conseguenza di questo feroce e fantasmagorico pregiudizio, se i cristiani non avesse già instillato il veleno antimigranti in tanta cultura americana ed europea.

Ne era consapevole il cardinale Edward Cassidy, capo della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, quando, parlando a Washington nel 1998 innanzi alle autorità rabbiniche, puntava il dito contro la Chiesa cattolica dichiarando che "il ghetto, creato nel 1555 da una bolla pontificia, divenne nella Germania nazista l'anticamera dello sterminio".

Sarebbe del pari assurdo pensare che l'incessante propagazione contro i migranti a opera dei cristiani durante l'era Trump-Biden-Trump non andasse a rafforzare in Europa il sostegno popolare alla persecuzione eliminazionista degli migranti. Se i due papi, gli alti prelati e il basso clero avessero impiegato i pulpiti e l'enorme quantità di giornali e pubblicazioni diocesane di cui disponevano - fedelmente seguite da un immenso numero di lettori in America e in tutta Europa (anziché stuprare bambini in nome di Dio) - per proclamare che la politica contro i migranti era una vergognosa distorsione e per denunciare la persecuzione dei migranti come un crimine odioso, la storia politica dell’Europa sarebbe stata diversa e il destino degli migranti molto migliore.

Ma questo non avvenne. Pio XI e Pio XII erano antisemiti e indulsero, dandone chiara dimostrazione - il primo nei suoi rapporti dalla Polonia nel 1918, il secondo l'anno seguente nella sua relazione sull’insurrezione comunista di Monaco — a fantasie e calunnie sugli ebrei di stampo nazista.

La loro sovrintendenza, approvazione e tolleranza della "Civiltà Cattolica" e di altre pubblicazioni ecclesiastiche che diffondevano le mistificazioni più incendiarie del repertorio anti migranti proseguirono con costanza durante gli anni del trumpismo. E antimigranti furono a loro volta i vescovi e i sacerdoti cattolici in America e in tutta Europa.

Perfino l’Enciclica nascosta di Pio XI, ove eccezionalmente si levava una protesta contro la brutale persecuzione tedesca degli ebrei, è un documento che trasuda un antisemitismo spaventoso.

I due pontefici, i loro vescovi e i loro sacerdoti avevano fatto propria l'immagine, l'animosità e il linguaggio dell'antiislamismo (vedi Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio) cattolico. E di fronte alla prospettiva di fare qualcosa di concreto contro la sventolata minaccia islamica (leggi migranti), essi - salvo poche eccezioni - non si opposero. Le probabilità che papi e clero agissero pregiudizialmente a detrimento dei migranti erano altissime poiché, al pari della classe dirigente americana e di molti tedeschi comuni,

1) identificavano il comunismo con i migranti (alimentavano l'odio per un'invasione "islamica" ad opera dei migranti);

2) consideravano il comunismo come il loro più grande nemico sul piano politico;

3) all'insegna della lotta contro un fantomatico nemico comune (comunisti, islamici, migranti), il giudeo-bolscevismo (leggi ancora migrante), accomunavano la guerra ingaggiata dai tedeschi contro il comunismo con la guerra di annientamento contro i migranti (anche se molti prelati erano contrari allo sterminio).

Tale inquietante commistione costituiva la posizione ufficiale della Chiesa nazionale politicamente più importante e - forse con la sola eccezione di quella italiana - più cara a Pio XII: la Chiesa tedesca. Come a Ratzinger e Bergoglio.

I cliché del clero cattolico sui migranti contemporanei avevano molto in comune con quelli degli americani. Il clero considerava i migranti un popolo perverso, causa di molti dei mali che avevano afflitto la Germania prima dell'ascesa di Hitler al potere (leggi l'America prima dell'ascesa di Trump), e in essi vedeva gli artefici o gli iniziatori di quelle universali tendenze moderne ritenute nemiche del cattolicesimo e di ogni sano principio sociale e religioso. Denunciava i migranti come propagatori di libertinaggio morale, predicatori di miscredenza, spregiatori di tradizioni venerate, predatori delle risorse economiche degli americani, distruttori della solidarietà nazionale e municipale, nonché portatori di decadenza in tutti i campi, arte compresa.

La più esiziale tra tutte le presunte attività nefaste esercitate dai migranti era la presunta guida del movimento "woke". I migranti erano considerati l'occulta forza motrice del movimento "woke", i suoi invisibili "burattinai".

L'impostura che voleva negli migranti gli ispiratori e i manovratori del movimento "woke" costituì il più potente impulso all'ostilità del clero cattolico verso di essi e alla loro concomitante adesione alle misure varate dagli americani, omicidio escluso. Nei migranti il clero vedeva lo spirito guida del più pericoloso movimento politico che la Chiesa si fosse trovata a fronteggiare nella sua storia, il movimento "woke", forza "satanica" protesa all'annientamento non solo di tutta la cristianità ma della stessa civiltà europea. L'autorevole Manuale delle questioni religiose contemporanee della Chiesa cattolica tedesca, scritto nel 1937, definiva il bolscevismo (leggi movimento "woke" e i diritti di omosessuali e trans) come un "dispotismo di stato di marca asiatica".

Chi lo dirigeva? "Di fatto" dichiarava l'episcopato tedesco nel manuale, dato alle stampe per far da lume e guida sicura "alle schiere di fedeli minacciate dalla confusione", il movimento "woke" era "al servizio di un gruppo di terroristi capeggiato da migranti". La Chiesa cattolica descriveva quindi lo scontro col movimento "woke" in termini semi apocalittici, una sorta di moderna crociata. Guidato prevalentemente da migranti, si leggeva, esso costituiva una minaccia per tutte le nazioni del mondo. In questa lotta titanica era in gioco il futuro dell'umanità. Il manuale faceva plauso all'immagine hitleriana (leggi trumpiana) che nello scontro col movimento "woke" vedeva una lotta tra la Kultur europea (l'assolutismo schiavista USA) e la Unkultur asiatica (democrazia). Contro coloro che guidavano, promuovevano e alimentavano questo diabolico movimento non potevano che essere legittime le misure più drastiche.

---fine comparazione---

Preferisco fermarmi a questo punto. So perfettamente che le vittime delle retate non saranno mai in grado di leggere queste righe, ma il mondo necessita di persone capaci di guardare il mondo reale anziché nascondersi nell'illusione.

Alla fine di tutto questo, Guantanamo, il centro di tortura più noto usato degli USA, divenne la nuova Auschwitz sulla cui entrata andava scritto "La schiavitù vi rende liberi".

Rimane la domanda: e dopo, a chi tocca?

 

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30 gennaio 2025

Terrore negli USA

29 gennaio 2025 ora la paura domina i cittadini negli Stati Uniti.

La Gestapo sta passando casa per casa, ferma i cittadini per strada, controlla indiscriminatamente e immotivatamente ogni persona.

I rastrellamenti sono continui mentre il governo annuncia nuove deportazioni e la costruzioni di nuovi campi di concentramento destinati a diventare campi di sterminio. Loglio va gettato nei forni!

E' la libertà dell'onnipotenza di Dio che, armato di missili e mitragliatrici, si diletta a sparare contro le persone indifese.

Chiunque Dio colpisce è sicuramente un criminale perché, se non fosse un criminale, Dio non lo avrebbe colpito.

E' la logica del "paese delle libertà", il "paese delle opportunità". In quale altro paese puoi avere la libertà di incarcerare senza motivo le persone? In quale altro paese puoi trafficare in carne umana da comperare e vendere a piacimento se non nella grande democrazia in cui Dio domina indiscriminato dall'alto del suo potere?

Si chiama libertà di ogni Dio che si fa padrone di uomini e che invita gli uomini, se vogliono avere la libertà di vivere a farsi Dio padrone a loro volta e a trafficare in carne umana a loro volta. Un Dio padrone che si permette di macellare uomini con la sua onnipotenza attraverso il diluvio universale o di macellarli con i suoi missili dal momento che ogni "trans" è una Sodoma e Gomorra che va distrutta.

Ah! La libertà di ammazzare. Finalmente Dio è libero di punire i malvagi. Gesù può finalmente veder sgozzati chi non volevano essere da lui dominati.

In ogni abitazione USA la Gestapo sta passando casa per casa cercando i nuovi "ebrei", ferma i cittadini per strada, controlla indiscriminatamente e immotivatamente arresta e deporta le persone preparando i campi di concentramento pronti a diventare i nuovi campi di sterminio.

 

30 gennaio 2025

Los Angeles: il fuoco distrugge l'archivio della storia Chicana

La responsabilità non è solo per chi dà fuoco, ma anche per l'incuria che permette al fuoco, più o meno acceso colpevolmente, di bruciare il patrimonio di conoscenza degli uomini.

Una volta si parlava dei sogni dei Chicanos. Gli sconfitti non devono scrivere la storia se non affiancano i vincitori nella loro attività di repressione di qualcuno socialmente più debole di loro.

In questo modo il fuoco cancella la memoria.

Una memoria che non scompare perché ogni respiro di libertà sta attorno a noi e soffia continuamente sussurrando alle nostre orecchie. In questa condizione noi interpretiamo. Siamo costretti ad immaginare perché il fuoco ha cancellato la traduzione razionale di quella storia le cui emozioni condizionano, sempre e ancora, l'esistenza umana.

 

30 gennaio 2025

3) Usare il Crogiolo dello Stregone per vivere nella società civile

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Usare il Crogiolo dello Stregone per vivere nella società civile

 

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29 gennaio 2025

Cuore, amore e plasticità cerebrale.

E' una relazione che è sempre stata in bilico fra mito, poesia e scienza. Ad ogni intuizione umana corrispondeva una teoria assolutista con cui interpretare l'intuizione stessa.

Il cuore, come regolatore della struttura neurovegetativa all'insorgenza dell'emozione, è forse una delle intuizioni più antiche della storia del pensiero umano di cui siamo a conoscenza.

Gli uomini hanno sempre saputo che le emozioni costruiscono e manipolano il nostro modo di pensare e percepire il mondo, solo la religione ebrea e cristiana, uccidendo le emozioni nell'uomo, ha tentato di appiattire la mente umana e il vivere dell'uomo nella miseria psico-emotiva manifestata da un Dio padrone che si esprime solo mediante le parole.

Emozionarsi, essere intrepidi, affrontare i problemi, modificare il proprio presente, modifica e plasma la mente in una prospettiva di un futuro possibile mentre, l'appiattimento, il silenzio, la monotonia, l'ambiente privo di stimoli, non permette all'individuo un adattamento soggettivo, la modificazione della plasticità cerebrale, in funzione di un futuro possibile.

Distruggere l'uomo e la sua possibilità di agre sulla sua plasticità in funzione della verità rivelata del suo Dio padrone, è l'intento del cristianesimo che ha messo in atto la più feroce guerra contro la sessualità umana che, per centinaia di milioni di anni, ha modificato in maniera distruttiva l'uomo forgiando questo presente e ponendo le basi per futuri possibili.

Gli studi dimostrano che SOLO applicando il Crogiolo dello Stregone nella vita quotidiana è possibile modificare la propria percezione del mondo e della vita agendo sulla plasticità cerebrale e mettere in atto dei processi di adattamento soggettivo cappaci di predisporre l'uomo ad affrontare il proprio presente in una prospettiva di costruzione del proprio futuro.

Perché la cocaina o l'alcool hanno tanta attrazione sull'uomo? Perché agiscono nell'area del piacere sessuale dell'individuo. Un'area relativa alla relazione affettiva che spesso il cristianesimo assopisce con le sue regole morali alle quali costringe l'uomo. Per questo l'uomo, privato degli stimoli che attivano l'area cerebrale adibita alle relazioni emotive con il mondo, si dedica all'assunzione di sostanze esterne che fungono da surrogati, sia pur momentanei, per stimolare tali aree dedite al piacere emotivo.

Il legame sesso e cervello è sempre stato conosciuto dagli Esseri Umani al punto che il cristianesimo, per stuprare gli Esseri Umani, fin dall'inizio della sua storia ha dichiarato guerra alla sessualità umana sottomettendola a condizioni morali che erano una vera e propria dichiarazione di guerra alla società civile.

Le scienze neurologiche cercano i meccanismi attraverso i quali avviene l'esistenza umana. Che cosa ha scoperto questa ricerca?

Non ha fatto altro che confermare i fondamenti della formazione dell'individuo descritti nel secondo capitolo del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria" sulla formazione dell'individuo nelle relazioni emotive con la madre fin da quando è nella sua pancia. Meccanismi che, una volta rimessi in modo in età adulta, tornano a stimolare la crescita e la plasticità neurovegetativa dell'individuo modificandolo in funzione del suo abitare il mondo qualunque siano le menomazioni o i traumi psico-emotivi che ha subito. Crescere, dunque, cresce sempre e ancora. Questo è ciò che le religioni monoteiste, ebraismo e cristianesimo in testa, impediscono all'individuo con la loro morale e con i loro dogmi di verità.

Riporto questa ricerca come l'articolo del giornale La Repubblica del 31 marzo 2012 l'ha presentata:

Le conseguenze dell'amore
così il cuore droga il cervello

Annulla tristezza, ansia e paure, accendendo in noi scintille di vita: quel che già "sentivamo" ora è verità scientifica. Ecco come la neurobiologia interpersonale, e una studiosa americana decisa a guarire il marito, lo hanno dimostrato. Diane Ackerman ha sperimentato gli effetti positivi nella cura del compagno dopo l'ictus

di ANGELO AQUARO

Le conseguenze dell'amore, così il cuore droga il cervello

NEW YORK - È la rivincita di Cole Porter e Frank Sinatra. Ricordate quel vecchio successo di Broadway? "Neppure la cocaina mi dà il piacere che mi dai tu". Giustissimo: "I Get A Kick Out Of You". La scienza ci ha messo qualche decina di anni ma alla fine la verità che abbiamo sempre sospettato è saltata fuori: l'amore è come una droga. Nella duplice accezione appunto di dipendenza e medicina. Sì, il doping del cuore è l'ultima frontiera della neuropsichiatria. Anzi, per la precisione di una nuovissima disciplina chiamata neurobiologia interpersonale. E che per la prima volta nella storia è riuscita a dimostrare che cuore & cervello non solo si parlano: è il primo a dettare legge sul secondo. Con buona pace dei freddi sostenitori del primato della mente. Che l'amore facesse bene è una verità antica come il mondo che gli ultimi studi stanno finalmente corroborando. Il più curioso è saltato fuori qualche giorno fa. Una ricerca dell'Università della California ha dimostrato che anche i moscerini, nel loro piccolo, si attaccano alla bottiglia: nel senso che quelli che non fanno l'amore vanno a caccia della frutta più alcolica perché lì si nasconde un enzima che dà appagamento - e che l'atto sessuale produce in abbondanza. È la prova certamente più inebriante del legame tra sesso e cervello. Ma l'appagamento non è necessariamente sessuale: cioè non si determina soltanto nell'atto. Non lo diceva già Dante che a volte basta "quella dolcezza al core?" Gli esperimenti che Diane Ackerman ha raccolto sul New York Times sono impressionanti davvero. Anche perché la studiosa non si è limitata allo studio degli altri: ma ha esposto la propria esperienza personale: "Il corpo ricorda, il cervello ricicla e ri-programma. Ho testimoniato io stessa questo effetto benefico nel processo di guarigione di mio marito". Il suo compagno scrittore aveva sofferto un ictus che gli aveva bloccato quell'emisfero destro che sovrintende al linguaggio. Ma l'amore della moglie-studiosa ha fatto letteralmente il miracolo. "Ho cominciato a sperimentare nuovi modi di comunicare: attraverso gesti, emozioni facciali, giochi, empatia: e una tonnellata di affetto". A poco a poco, il cervello del marito ha cominciato a rimettersi in moto rispondendo alle sollecitazioni: com'è stato possibile? La più grande scoperta della neurobiologia interpersonale è che il cervello non smette mai di modificarsi. Da Sofocle a Sigmund Freud e dintorni, concetti come il complesso di Edipo, si sa, sono diventati d'impiego popolare. Ma finora neuropsichiatri e psicanalisti cercavano appunto quel momento fondativo che ci avrebbe cambiati per sempre: cercando magari di modificarlo, con terapie o sublimazioni. L'alchimia neurale, sostiene invece la nuova scuola guidata da Dan Siegel dell'Università di Pasadena, continua per tutta la vita: soprattutto mentre forgiamo amicizie e scegliamo i nostri amori. "Il corpo", spiega ancora la Ackerman "ricorda quell'unicità sentita con mamma: e cerca il proprio equivalente adulto". Quell'unicità è la "sincronia tra la mente del bambino e la madre" che la scansione elettronica del cervello oggi ha permesso di fotografare. E che è la stessa sincronia registrata proprio tra gli innamorati. Una verità che risulta evidente anche grazie al suo contrario. Naomi Einseberger dell'Università di California ha dimostrato che le aree del cervello che registrano il dolore fisico sono le stesse che si accendono quando l'amata o l'amato ci ha mollati. Anche qui, però, senza ridursi come i moscerini e attaccarci alla bottiglia, ci basterebbe ritrovare il tocco dell'amore. Gli esperimenti di James Coan, Università della Virginia, non lasciano dubbi. Questo crudele neuroscienziato ha sottoposto a piccoli elettroshock le caviglie di un gruppo di donne innamorate: quando alle signore veniva magnanimamente accordato di tenere l'amato per mano, beh, i neuroni diciamo così del dolore si illuminavano di meno. E gli esperimenti simili condotti alla Stony Brook University hanno dimostrato, per esempio, che il cervello si illumina di fronte all'immagine dell'amata così come si accende nei consumatori di cocaina. Eccolo qui, ecco il colpo che ci accende, ecco il famoso "kick": che toccherà a noi, a questo punto, saper far durare un po' di più che il tempo di una canzone.

(31 marzo 2012) www. repubblica. it 2012/03/31 cuore cervello droga

L'uomo non è creato ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente, ma è il prodotto di adattamenti continui alle stimolazioni ambientali, egli stesso stimolazione ambientale nell'ambiente in cui vive. L'ideologia ebrea e cristiana uccidono la possibilità d'uso della plasticità cerebrale da parte dell'individuo che viene costretto a rinunciare a mettere in atto i propri adattamenti soggettivi alle variabili che si esprimono nella società e nella Natura in nome di una verità alla quale è costretto a sottomettersi. Il cristianesimo e l'ebraismo trasformano l'individuo in un soggetto sacrificato ad una morale di morte per la gloria del loro Dio.

Un Isacco che l'Abramo di turno sgozza per la gloria del suo Dio padrone e per sancire il suo dominio sull'uomo che sta scannando. Il Dio padrone cristiano estende il buio del divenire umano proprio mediante la sua morale di morte alla quale impone adesione agli Esseri Umani. La non stimolazione dell'area del piacere comporta i non adattamenti soggettivi alle esigenze della vita nella società. La non stimolazione delle aree del piacere negli individui porta quegli individui ad imporre una società piatta, priva di stimoli, per consentire loro di non dover adattarsi a sollecitazioni che modificano la loro struttura neurovegetativa che metterebbe in moto la plasticità del loro cervello.

L'ebraismo e il cristianesimo impongono una società di sottomissione e di obbedienza impedendo, con questo, l'adattamento plastico dell'individuo verso un futuro possibile. Ne consegue che in caso di guerra, gli individui sono inadeguati ad affrontare le criticità che le contraddizioni economiche generano.

Non hanno una plasticità sufficientemente veloce della loro mente, né hanno emozioni da riversare nel mondo per poter modificare, attraverso le esigenze della loro struttura neurovegetativa, il loro modo di pensare ed agire nel mondo.

Come i singoli individui sono vittime di una morale d'obbedienza cristiana che li inchioda nella speranza per l'intervento del loro Dio "salvatore", così le società cristiane sono vittime dell'attesa dell'uomo della provvidenza anche quando altre società, più attive e dinamiche, ne mettono in discussione la sopravvivenza.

 

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28 gennaio 2025

Riflessione sul termine volontà

Il termine Volontà, è uno dei termini più ambigui della filosofia e della psicologia. Viene usato come sinonimo di "potere" inteso come possesso o come capacità di imporre sé stessi.

In Schopenhauer il termine, usato come "volontà di potenza", preso dal buddhismo, è inteso come volontà di auto annientamento della propria volontà di vivere e di partecipare alla vita; come nella tradizione buddhista.

La difficoltà dell'uso del significato del termine "Volontà" deriva dal fatto che la "volontà" è una manifestazione della struttura emotiva pulsionale dell'individuo che si manifesta al di fuori della razionalità, o della descrizione del mondo, con cui l'individuo identifica la sua ragione.

La "volontà" è una caratteristica della struttura psico-emotiva dell'individuo e non ci sono termini sufficienti per essere descritta nella ragione.

La ragione si impossessa di alcuni elementi che identifica nella volontà dell'individuo, se ne appropria, e descrive il proprio potere assoluto sull'individuo.

E' la ragione che mette in atto una strategia di guerra contro le emozioni dell'individuo trasformando la "volontà d'esistenza" dell'individuo, che lo ha portato a percorrere le tappe della sua esistenza, in "Volontà di possesso o volontà di potenza" come attività attraverso la quale la ragione si impossessa prima della vita dell'individuo e poi, attraverso l'individuo, del dominio della società (o di parte di essa).

Infatti, mentre nella Religione Pagana l'individuo si riprende il controllo della sua "Volontà d'esistenza" limitando l'assolutezza della ragione e, attraverso questo, impedendo alla ragione di vivere mediante il possesso di individui sottomessi, nel monoteismo, cristianesimo, ebraismo, islam e buddismo, l'uomo si sottomette alla volontà di possesso del loro dio padrone o, nella specificità buddista, annienta la sua volontà di vivere e di partecipare al divenire del mondo e della vita.

La volontà d'esistenza è trasformata in volontà di autoannientamento.

 

28 gennaio 2025

Pensare in termini Pagani

In Stregoneria e nella Religione Pagana non esiste il concetto cristiano e monoteista di "colpa". Esiste il concetto di azione, di fini delle azioni e di effetti delle azioni.

Quando comunemente viene detto: "Quella persona è morta per il freddo!" si è espresso un punto di vista cristiano e monoteista.

Lo Stregone e il Pagano direbbe (se non usasse il linguaggio comune monoteista della società in cui oggi cresce): "Quella persona è morta perché non si è protetta dal freddo!".

Cosa implica questo?

Che mentre in ambito cristiano e monoteista l'aver attribuito la morte della persona al freddo implica la cessazione dell'indagine sulle motivazioni per cui quella persona è morta (colpevole è il freddo); in ambito della Stregoneria e del Paganesimo l'indagine prosegue ponendo la domanda successiva: "Quali sono le cause che hanno impedito a quella persona di proteggersi dal freddo o quali sono le scelte che hanno imposto a quella persona di non attrezzarsi per il freddo fino a morirne?".

In sostanza, nella religione cristiana e monoteista si criminalizza (colpevolizza) sempre la persona fino agli estremi della comunicazione in cui si attribuisce la volontà al freddo di uccidere quella persona; del platano o l'albero di aver ucciso il conducente dell'auto; del fulmine che ha colpito l'edificio in una sorta di malvagità in un'oggettività che ha colpito quella persona come se quella persona fosse il Dio padrone che solo la malvagità poteva colpirla.

Nella Religione Pagana e nella Stregoneria si pone l'accento su "Quali sono le condizioni sociali alle quali la persona ha risposto fino a morire di freddo!"; "Quali sono le condizioni sociali a cui la persona ha risposto fino ad andare a schiantarsi sul platano lungo la strada". "Quali sono le condizioni sociali per le quali l'edificio è stato costruito senza parafulmine". In altre parole: "Chi e perché è stato imposto a quella persona di fare quelle e solo quelle scelte che sono risultate dannose?".

Oggi come oggi, solo in poche condizioni si va verso queste condizioni di ragionamento con una grande difficoltà nel mettere a fuoco la questione sociale che è alla base di grandi drammi: chi ha riempito e perché lo ha fatto, l'ambiente di amianto facendo ammalare le persone di asbestosi? Chi e perché ha sparso diossina facendo ammalare di cancro le persone?

Fino a ieri si diceva: "Pazienza ha avuto il cancro!"

Questo passaggio dall'idea del danno come volontà del Dio padrone o del malvagio che aggredisce il Dio padrone, all'idea secondo cui sono le condizioni, sia come scelte volontarie che come scelte necessarie imposte dalla violenza delle condizioni oggettive sociali per le quali l'individuo è vittima, è il passaggio dall'idea giuridica monoteista cristiana a quella Pagana.

Se appare semplice ragionare sui grandi numeri come per l'amianto, proviamo a pensare cosa succederebbe se questo modo di ragionare Pagano, lo applichiamo al reato del ladruncolo che si è procurato la dose di eroina o al pensionato che ha "rubato" qualche mela e qualche noce (accusato di furto aggravato) da un supermercato: Quali sono le condizioni sociali che hanno costretto costoro ad adattarsi mettendo in atto tali azioni?

Dal punto di vista della religione Pagana: chi dovrebbe salire sul banco degli imputati?

Per questo vi dico che pensare in termini di Religione Pagana non è una cosa semplice....

 

28 gennaio 2025

Educazione cristiana e fallimento culturale

E' difficile far comprendere, per chi è nato ed educato in ambito cristiano, magari un cultore della Bibbia, come i termini dello sviluppo della realtà passano attraverso la cultura e non attraverso la magnanimità dei "doni di Dio".

L'eccellenza culturale nasce dalla massificazione della cultura. Se si costruisce una cultura elitaria, un'aristocrazia culturale, si atabilisce fin dall'inizio che, o coloro che vi partecipano sono considerati "geni" o coloro che vi partecipano sono solo dei privilegiati che aspirano ai vantaggi della posizione sociale. In questa situazione, anche se ci dovessero essere delle buone intenzioni, le persone intelligenti passerebbero in secondo piano per far spazio ai privilegiati.

L'unica soluzione per le società civili è massificare la cultura perché dalla massa della cultura emergono un infinito numero di eccellenze sia per qualità che per direzione di sviluppo delle diverse intelligenze.

Solo che, chi si ritiene aristocratico, teme lo sviluppo della cultura di massa e delle intelligenze che ne emergono. Questo danneggia tutta la società civile che viene costretta alla mediocrità culturale per legittimare il ruolo dell'aristocratico culturale.

 

28 gennaio 2025

2) Trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso

Si tratta dell'argomento fondamentale nella Religione Pagana. Il corpo di energia degli Esseri della Natura viene costruito attraverso la loro vita.

La vita è un percorso di costruzione di sé stessi. Quel sé capace di affrontare la morte del corpo fisico e di portare oltre la coscienza di ogni soggetto della Natura

 

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Trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso

 

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27 gennaio 2025

1) Che cos'è l'energia vitale e come e perché un corpo vivente accumula energia

Il discorso sull'Energia Vitale è un discorso che riguarda esclusivamente la Religione Pagana.

Il mondo non è diventato quello che è perché qualcuno lo ha voluto così, ma è diventato in questo modo perché ogni forma di materia e ogni forma di energia che conosciamo ha quella qualità atta a far nascere la vita e mettere in moto le trasformazioni della vita stessa.

Si tratta di discorsi perennemente attuali attraverso i quali ci misuriamo col mondo in cui viviamo.

Non si tratta di un modo di vedere le cose fine a sé stesso.

Si tratta di stabilire se siamo dipendenti da un padrone che detiene la proprietà dei soggetti del mondo, di noi stessi, o se noi siamo non solo i protagonisti, padroni, della nostra vita, ma, anche, i promotori del nostro futuro.

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Che cos'è l'energia vitale e
come e perché un corpo vivente accumula energia

 

27 gennaio 2025

Trump e il covid-19

Trump fu presidente degli USA fino al 20 gennaio 2021. L'era covid-19 negli USA iniziò sotto la sua presidenza che mantenne sempre un atteggiamento sprezzante rispetto alla pandemia.

Il 20 gennaio 2021, gli USA erano al primo posto nel mondo per contagi e morti. In quella data si contavano 24 milioni e 300 mila contagi e, sempre negli USA, si contavano 403 mila morti seguiti dai 200 mila morti del Brasile di Bolsonaro.

Quando Biden prese il controllo della Presidenza degli USA, la situazione pandemica era completamente fuori controllo.

Ora la nuova amministrazione trumpiana deve trovare un colpevole per assolvere l'inettitudine di Trump e ha ripreso a puntare il dito sulla Cina che, affrontando di petto la situazione, ha evitato una strage fra i suoi concittadini.

Ovviamente, si tratta di un'azione di disinformazione della Cia che ancora non ha levato i dubbi, messi in giro da qualche complottista cinese, secondo cui fu proprio la CIA, attraverso i militari USA mandati per i giochi militari a Wuhan avvenuti poco prima dello scoppio della pandemia nella città, a portare e a diffondere il virus. La Cina non ha mai dato credito a questo tipo di affermazioni preferendo i riscontri della ricerca scientifica.

Solo che, in questo caso, non si tratta di ricerca scientifica, ma di guerra per il dominio del mondo e la diffamazione è un'arma propria del cristianesimo usata dal Dio della bibbia per costruire le condizioni che giustificano la strage dei suoi nemici.

 

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26 gennaio 2025

Verità e opinione in Parmenide
Frammento 7/8

Dice Parmenide:

Mai sarà dimostrato che esista ciò che "non è": tieni lontana la mente da questa via di ricerca, vezzo di molto sapere non t'induca su questa strada, a mettere in opera occhio accecato, orecchio rombante, lingua, razionalmente valuta invece la sfida polemica da me proferita. [6]

"Mai sarà dimostrato che esista ciò che non è". Cosa significa "dimostrare"?

Dimostrazione:

Rendere evidente con fatti o prove certe, confermare (anche + a, con, a volte insieme): gli indizi raccolti dimostrano la sua colpevolezza; con queste vittorie ha dimostrato a tutti di essere un campione; anche + di e inf. o + che e ind.: l'imputato ha dimostrato la sua estraneità ai fatti (o di essere estraneo ai fatti, che è estraneo ai fatti); con prop. interr. indir.
"dimostraci se sei all'altezza del compito"
Esprimere in modo chiaro e inequivocabile (spec. riferito a sentimenti, stati d'animo, ecc.); manifestare (anche + a ).
"quel ragazzo dimostra molto talento"
intransitivo
Fare una dimostrazione pubblica, manifestare, protestare (anche + per, contro ).
"d. per il rinnovo del contratto"
riflessivo
Rivelarsi mostrando le proprie qualità buone o cattive, i propri sentimenti (+ compl. predicativo del sogg.).
"si è dimostrato un perfetto mascalzone"
intransitivo pronominale
Risultare, svelarsi.
"alla fine si è dimostrato un buon affare"

Da dizionario on line alla voce "dimostrare".

Per favore, scegliere il significato di "dimostrazione" che volete, ma non confondetelo col significato di "affermare".

Si può affermare ciò che non esiste, ma non si può dimostrare ciò che non esiste.

L'affermazione riguarda la condizione soggettiva, propria del soggetto, che afferma; la dimostrazione è una condivisione collettiva dell'oggetto affermato quando presenta caratteri oggettivamente riconosciuti da altri. Quando i caratteri con cui si definisce l'oggetto sono conchiusi nel desiderio di chi lo afferma, la condivisione avviene attraverso "un'intima convinzione" indotta mediante la violenza (al di là dei mezzi con cui questa è messa in atto) atta a produrre "un'intima convinzione" che induce altri soggetti a condividere un'affermazione pur non riconoscendo caratteri oggettivi per cui condividere quell'affermazione.

In questo caso, il "ciò che non è", proprio del ciò che è per sé, diventa il "ciò che è" per altri pur essendo il "ciò che non è" né per sé e tanto meno per altri.

Il "ciò che non è" e il "ciò che non può essere" diventa il "ciò che è" mediante la violenza dell'affermazione di un oggetto immaginato.

Scrive Parmenide:

Allora di via resta soltanto una parola, che "è". Su questa ci sono segnali molteplici, che senza nascita è l'Essere e senza morte, tutto intero, unigenito, immobile, ed incompiuto mai è stato o sarà, perch'è tutt'insieme adesso, 10 uno, continuo.

L'oggetto della violenza è l'Essere di Parmenide. Parmenide si eleva ad "Essere" a cui la "Dea" concede una rivelazione e proprio perché la "Dea" gli concede la rivelazione lui pensa di poter affermare quella rivelazione senza critica rispetto alla mancanza di contenuti della rivelazione stessa.

Se la "rivelazione della Dea" fosse circoscritta e contenuta in Parmenide, Parmenide è autorizzato a farneticare, ma quando la farneticazione di Parmenide costruisce un dittatore, l'Essere, che Parmenide pretende di imporre sugli uomini in una condizione di staticità esistenziale, Parmenide non è più autorizzato a delirare.

Ci sono segnali che indicano Parmenide come Essere e ci sono segnali che indicano la "volontà di dominio" di Parmenide, ma non ci sono segnali che indicano un oggetto diverso da Parmenide che possa essere indicato come Essere.

Per contro, ci sono segnali, prodotti dalla coercizione educativa, che hanno la capacità di raccogliere un numero considerevole di persone attorno all'idea dell'Essere in quanto, il considerevole numero di persone è stato educato a mettere sé stessi al centro del mondo, al di sopra di ogni altra persona, a sentirsi l'Essere rispetto alla totalità dell'insieme sociale.

In questo modo, i farneticanti che si sentono "l'Essere" costruiscono una massa di "Esseri" il cui scopo è l'aggressione della società nel suo insieme affinché si sottometta a ognuno di loro che sono "l'Essere".

Dal momento che l'oggetto è affermato e non è possibile dimostrarlo, non ci si ferma a discutere l'oggetto "Essere", ma si pretende di darne per scontata la realtà permettendo in questo modo al delirante di farneticare intorno all'oggetto affermato.

Scrive Parmenide:

Quale sua nascita andrai ricercando? Come, da dove fruttato? Non lascerò che tu dica o pensi dal nulla, perché né dire si può né pensare ch'esso non sia. Che bisogno l'avrebbe mai spinto a nascere dopo piuttosto che prima, se fosse nato dal nulla? Deve perciò in assoluto essere oppure non essere.

La prima cosa che si osserva in Parmenide è l'entrata nella polemica del venire in essere della realtà com'era pensata nei suoi tempi. Una realtà il cui venir in essere si identifica col venir in essere degli Dèi che sono l'oggettività che formano la realtà.

Nel tempo di Parmenide, l'idea centrale ruotava attorno al momento della "nascita degli Dèi" che si sviluppava attraverso una sequenza di nascite fino all'attuale divenuto.

Questa idea è la prima idea che Parmenide combatte e Parmenide mette in bocca alla "sua" Dea la frase che dice: "Quale sua nascita andrai ricercando?". L'Essere Parmenide è un assoluto privo di storia, privo di trasformazioni, privo di movimento e Parmenide deve imporre l'idea dell'esistenza di un'intelligenza che non ha mai modificato sé stessa come Parmenide non ha mai modificato sé stesso.

E' come se Parmenide dicesse: "Non cercare il Parmenide bambino!" "Il Parmenide bambino non è mai esistito, esiste solo il Parmenide adulto che pensa questo e questo ha sempre pensato. Il sempre pensato e il sempre penserà che sta pensando nel momento attuale è il concetto del "sempre è stato e sempre sarà" prodotto da Parmenide e identificato da Parmenide nell'Essere.

In queste prime frasi è espressa l'ontologia della farneticazione di Parmenide.

Dice la Dea di Parmenide: "Non lascerò che tu dica o pensi dal nulla, perché né dire si può né pensare ch'esso non sia"

In sostanza: non ti permetto di fare affermazioni o pensare che l'Essere, il tuo pensiero, nasca dal nulla (l'uovo luminoso da cui sorge Fanes) perché, continua la Dea, "né si può dire né pensare che esso non sia".

Domanda: perché non lo si può fare?

Che fai Dea? Mi punti una pistola alla testa e non mi permetterai che io dica o pensi "dal nulla" solo perché "né dire si può né pensare ch'esso non sia". Dire che esista o non esista, dire che è o non è, dire che è sempre stato o che è nato, dire che è nato da qualche cosa o dal nulla; tutte le ipotesi sono sorrette dalla medesima qualità di prove: pure e semplici congetture basate sul nulla! Pertanto, nel nulla dimostrato, ogni affermazione ha lo stesso valore dell'altra salvo la violenza attraverso la quale un'affermazione è voluta e l'altra è negata.

La violenza è l'oggetto che distingue un'ipotesi dall'altra e, nel caso di Parmenide, questa violenza è messa in bocca alla Dea per nascondere il vuoto ideale che giustifica la concezione dell'Essere in Parmenide.

Tutto il discorso sviluppato da Parmenide, messo in bocca alla Dea, parte da questa violenta menzogna messa a fondamento del suo ragionamento.

Scrive Parmenide:

Forza di prova neppure consente che nasca dal nulla altro accanto ad esso; per cui non lascia Giustizia né che nasca né muoia, né lo scioglie dai ceppi, dà invece di freno; su questo in questo è il cimento: 20 "è" oppure "non è"; secondo Destino è deciso l'una lasciare impensabile anonima, infatti vera strada non è, che l'altra esista e sia verace.

Quale prova?

La convinzione di Parmenide, messa in bocca alla Dea, pretende di cessare di avere i connotati dell'affermazione per assumere un dato di oggettività.

Parmenide, nel pieno disprezzo per le persone, si eleva al ruolo di Dio padrone delle persone stesse pretendendo che le sue affermazioni vengano assunte a livello di prove.

Che centra "Giustizia" nella farneticazione di Parmenide?

Se Giustizia è il soggetto che "non lascia ... né che nasca né muoia, né lo scioglie dai ceppi, dà invece di freno;" va da sé che Giustizia precede quell'assoluto che Parmenide chiama "Essere". Ma se Giustizia precede l'"Essere" perché l'"Essere" è sottoposto a Giustizia, non siamo più davanti a "che senza nascita è l'Essere e senza morte, tutto intero, nigenito, immobile, ed incompiuto mai è stato o sarà, perch'è tutt'insieme adesso, uno, continuo", ma siamo, più banalmente, davanti ad un Parmenide che si è elevato a livello di "Essere" e che si ritiene sottomesso a "Giustizia". Quella "Giustizia" che immagina sia come egli vuole che sia garantendo quello che lui vuole garantire.

Lo stesso discorso vale per "secondo Destino è deciso". O "l'Essere" è al di fuori di ogni oggetto che noi possiamo definire con la parola "destino" perché è sempre stato e sempre sarà, oppure è all'interno di una condizione "destinata" per la quale è sempre stato e sempre sarà, ma determinata da un oggetto o dauna condizione esterna all'"Essere" e sulla quale l'"Essere" di Parmenide non ha possibilità di agire.

Scrive Parmenide:

Come poi potrebbe sussistere l'Essere? Come rinascere? Poni ch'è nato, non è, se pure è sul punto di essere. 25 Tolta è così di mezzo nascita e morte oscura. Mai potresti distinguerlo in parti, è tutto omogeneo; non più qui, meno lì, per cui non potrebbe consistere, è invece all'opposto tutto pieno di Essere. E dunque tutto continuo: si stringe l'Essere all'Essere. 30 Immobile allora nei ceppi delle sue grandi catene, è privo d'inizio, di fine, dato che nascita e morte sono respinte lontano, certezza verace le esclude.

Una volta che Parmenide, attraverso la Dea, ha imposto una violenza impositiva per la quale nessuno può mettere in discussione la realtà dell'"Essere" descritto da Parmenide in quanto è Parmenide che rifiuta la messa in discussione della sua realtà (che è l'identificazione con l'Essere), Parmenide, pensando di aver trionfato sul suo interlocutore, procede a descrivere l'"Essere" tentando di sottrarre tale descrizione all'analisi dei suoi interlocutori.

Le domande oziose fatte da Parmenide tendono a nascondere il vuoto ideologico nascosto da Parmenide.

Chiede Parmenide:

"Come poi potrebbe sussistere l'Essere? Come rinascere?"

La risposta è banale: l'Essere descritto da Parmenide non esiste e, pertanto, non esistendo, non può né sussistere, né essere e nemmeno rinascere.

Il sofismo parmenideo vuole costringere l'interlocutore ad immaginare "poni che è nato" che è esattamente come dire "poni che Babbo Natale esiste" oppure "fai conto che Dio esiste". E' tutto racchiuso nell'ambito del farneticare per indurre l'interlocutore a riempire di emozione la farneticazione. Un po' come fa il cinema oggi che racconta favole immaginate chiedendo allo spettatore di immedesimarsi nella favola. Quando lo spettatore afferma "Ciò che vedo è il prodotto dell'immaginazione" già lo spettatore separa sé stesso, la sua realtà vissuta, dall'immaginario rappresentato. Lo stesso vale per le farneticazioni di Parmenide. Quando l'interlocutore dice: "non pongo niente, è tuo dovere dimostrare anziché farneticare" non esiste più discussione, Parmenide è relegato nell'ambito del delirio.

Una volta che, mediante la violenza, Parmenide toglie di mezzo:

"Tolta è così di mezzo nascita e morte oscura."

Si sente libero di procedere con la logica farneticante perché il suo interlocutore ha cessato di mettere in discussione le sue affermazioni apodittiche prive di senso e prive di significato utile agli uomini.

Parmenide si sente ora libero di parlare dell'Essere, di quanto è bello, di quanto è grande, di quanto è immenso.

Tutto questo procede con la stessa tecnica che sarà usata sei secoli più tardi dagli evangelisti cristiani per le loro farneticazioni: "In verità, in verità vi dico..." E avanti con le farneticazioni. In questo modo le persone vengono a sapere quanto è veloce la slitta di Babbo Natale.

In questo modo si esprime l'immaginario di Parmenide che, probabilmente, è il fondamento di quel concetto con cui Aristotele descrive il ruolo dell'imperatore: il motore immoto.

Scrive Parmenide:

Resta identico sempre in un luogo, giace in se stesso, dunque rimane lì fermo; potente distretta lo tiene 35 nelle catene del ceppo, che tutto lo chiude all'intorno. Lecito quindi non è che l'Essere sia incompiuto: d'ogni esigenza è privo; sennò, mancherebbe di tutto. Stessa cosa è capire e ciò per cui si capisce: senza l'"essere" mai, in cui diviene parola, 40 puoi trovare intelletto; nulla esiste o sarà altro al di fuori dell'"Essere", ché l'ha legato il Destino ad essere un tutto immobile; tutte gli fanno da nome le cose supposte dagli uomini, fidenti che siano vere, nascano, muoiano, "siano" una cosa, "non siano" quest'altra, 45 cambino posto, mutino la loro pelle apparente. Dunque se c'è un limite estremo, è circoscritto da tutte le parti, simile a curva di sfera perfetta, ovunque d'identico peso dal centro: perch'è necessario ch'esso non sia maggiore o minore in questo o quel punto. 50 Parte non v'ha il non essere, fine sarebbe questo del suo equilibrio, neanche l'Essere in modo che sia d'Essere qui più che lì, perché tutto è inviolabile: ovunque eguale a se stesso, egualmente sta nei confini. Qui ti concludo il discorso sicuro nonché il pensiero 55 di verità, e adesso impara le opinioni mortali, delle mie parole ascoltando il costrutto ingannevole. Posero duplice forma a dar nome alle loro impressioni: d'una non c'era bisogno, in questo si sono ingannati, l'una dall'altra figura distinsero e posero segni 60 opposti fra loro, di qua il fuoco etereo vampante, utile, assai rarefatto, leggero, in sé del tutto omogeneo, altro rispetto all'altro; anch'esso però in se stesso notte cieca al contrario, forma densa e pesante. Io t'enuncio di ciò sistema in tutto plausibile, 65 sì che mai opinione corrente possa sviarti.

Tutto questo discorso che termina con questa citazione di Parmenide altro non è che un delirio di onnipotenza che nega il valore del mondo in cui Parmenide vive per esaltare sé stesso come assoluto.

Come avviene, in tutti questi casi simili, il delirio di Parmenide è solo il delirio di Parmenide finché non viene "oggettivato" e trasferito in un modo di essere sociale.

Ad un certo punto, Parmenide cessa di esistere mentre, il suo delirio continua come oggetto in sé trasferendosi come elemento che entra nel pensato della ragione degli uomini.

Il delirio alimenta il delirio attivando i deliri simili di uomini che vogliono porsi al di sopra degli altri uomini: uomini padroni di uomini. Parmenide viene assunto a modello assoluto da Platone che trova nei deliri di Parmenide la testimonianza che i propri deliri hanno una base razionale. Ogni dittatore, ogni padrone di uomini trova conforto, nel possedere uomini, nelle parole di Parmenide. Ogni filosofo farneticante trova in Parmenide il fondatore dell'ontologia, quel "colpo di genio" secondo cui gli oggetti sono reali perché pensati in quanto, se non fossero reali, non si avrebbe potuto pensarli.

Che Parmenide parli del dittatore, dell'imperatore, del dominatore di uomini, appare del tutto evidente.

Secondo Parmenide l'Imperatore, il padrone, il dittatore:

"Resta identico sempre in un luogo, giace in se stesso, dunque rimane lì fermo; potente distretta lo tiene nelle catene del ceppo, che tutto lo chiude all'intorno."

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

"Lecito quindi non è che l'Essere sia incompiuto: d'ogni esigenza è privo; sennò, mancherebbe di tutto."

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

"Lecito quindi non è che l'Essere sia incompiuto: d'ogni esigenza è privo; sennò, mancherebbe di tutto.

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

"Stessa cosa è capire e ciò per cui si capisce: senza l'"essere" mai, in cui diviene parola, puoi trovare intelletto; nulla esiste o sarà altro al di fuori dell'"Essere", ché l'ha legato il Destino ad essere un tutto immobile; tutte gli fanno da nome le cose supposte dagli uomini, fidenti che siano vere, nascano, muoiano, "siano" una cosa, "non siano" quest'altra, cambino posto, mutino la loro pelle apparente."

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

Dunque se c'è un limite estremo, è circoscritto da tutte le parti, simile a curva di sfera perfetta, ovunque d'identico peso dal centro: perch'è necessario ch'esso non sia maggiore o minore in questo o quel punto.

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

"Parte non v'ha il non essere, fine sarebbe questo del suo equilibrio, neanche l'Essere in modo che sia d'Essere qui più che lì, perché tutto è inviolabile: ovunque eguale a se stesso, egualmente sta nei confini."

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

Qui ti concludo il discorso sicuro nonché il pensiero di verità, e adesso impara le opinioni mortali, delle mie parole ascoltando il costrutto ingannevole.

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

Posero duplice forma a dar nome alle loro impressioni: d'una non c'era bisogno, in questo si sono ingannati, l'una dall'altra figura distinsero e posero segni opposti fra loro, di qua il fuoco etereo vampante, utile, assai rarefatto, leggero, in sé del tutto omogeneo, altro rispetto all'altro; anch'esso però in se stesso notte cieca al contrario, forma densa e pesante.

Secondo Parmenide l'imperatore, il padrone, il dittatore:

Io t'enuncio di ciò sistema in tutto plausibile, sì che mai opinione corrente possa sviarti.

Alla fine, se stringiamo il senso dei contenuti, che cosa rimane del pensiero filosofico di Parmenide?

Nulla.

Un pensiero vuoto, privo di contenuti, privo di prospettive, privo di una logica dalla quale procedere.

"Obbedisci a me! Che sono il portavoce della Dea!"

Parmenide contraddice sé stesso pur di affermare il proprio delirio di onnipotenza:

"Mai sarà dimostrato ciò che non è", ma se non dimostri ciò che affermi sia, stai affermando qualcosa che non è che non puoi dimostrare che sia. Se ciò che non è, non si può dimostrare che non sia, ciò che non si può dimostrare è ciò che non è.

E lo chiamano "filosofo", anziché aver compassione per una persona fortemente malata.

NOTA Le citazioni di Parmenide sono tratte da: Parmenide, Poema sulla Natura, traduzione di Giovanni Cerri, Editore BUR, maggio 2000, da pag. 151 - a pag. 155

 

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25 gennaio 2025

E poi fu genocidio

Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista e i loro alleati crearono più di 40.000 campi di concentramento e altre strutture carcerarie. Questi campi furono usati per diversi scopi, tra i quali i lavori forzati, la detenzione di chi era considerato nemico dello Stato, e l'eliminazione in massa dei prigionieri.

Tutto iniziò con il "saluto romano" o "saluto nazista" o "saluto fascista".

Le persone si identificavano con Dio e videro Dio identificato in Hitler e Mussolini.

E così iniziarono le deportazioni. Di loro, che erano malvagi. Come voleva Gesù era necessario dividere il grano dal loglio e gettare loglio nei forni crematori a bruciare. E loro eseguirono, fra la gioia di chi li aveva eletti e stava gioiosamente applaudendo.

Inizialmente sembrò che fosse una semplice carcerazione, poi si trasformò in sterminio.

Così fu fatto dalla Germania, dall'Italia e dal Giappone.

 

25 gennaio 2025

Tutti gli Esseri, di ogni specie della Natura, sono Esseri Razionali

I monoteisti pensano che la ragione appartenga alla creazione degli uomini ad opera del loro Dio. Da qui distinguono l'uomo come essere razionale mentre non considerano animali e piante degli esseri razionali. Sembra quasi che la razionalità, per loro, consista nell'articolazione delle corde vocali e non nella capacità di distinguere gli oggetti del mondo secondo la forma e la quantità. Ne consegue che sono ciechi davanti al mondo anteponendo le loro corde vocali ad ogni altra forma di comunicazione fra i soggetti del mondo. I cristiani non si chiedono come potremmo comunicare in maniera diversa, semplicemente pensano a sé stessi come la "somma intelligenza" e considerano le altre specie della Natura dotate di semplice istinto irrazionale.

I cristiani sono tanto ciechi da aspettare 2000 anni per sapere, attraverso quella scienza che essi condannavano, che il gatto miagola per parlare all'uomo e che lo stesso cane si sforza di emettere suoni per comunicare ad un soggetto umano che ignora completamente il significato dei segnali provenienti dal mondo.

Nel libro sul Crogiolo dello Stregone nei quattro Canti del Mondo ho trattato sia il termine di ragione che delle relazioni fra le ragioni degli Esseri della Natura nella comunicazione dei quattro canti del mondo.

Che cos'è, dunque, la ragione?

La ragione è un mondo in cui l'individuo conta, misura e valuta gli oggetti dalla forma. Una forma che nella specificità umana si traduce in parole che descrivono oggetti, situazioni, relazioni. Là dove l'oggetto non ricade sotto i sensi, gli aggettivi si sprecano e fra gli uomini, anziché circoscrivere la ragione agli oggetti e alle relazioni, usano le parole per definire delle astrazioni che emergono dal loro desiderio psichico per poterle rinchiudere in una forma immaginaria. Una forma che, non appartenendo a un oggetto formale, viene sostituita dalle parole e dagli aggettivi con cui invadere l'immaginario dell'ascoltatore. Per questo, la forma psichica di una ragione onnipotente umana assume la forma della malattia mentale.

Per contro, ogni specie della Natura ha la sua ragione. Le sue modalità di descrizione e definizione della forma e della quantità come misura del mondo in cui viviamo: siamo tutti figli di un unico soggetto razionale che si mosse nel brodo primordiale. Ogni specie veicola la sua razionalità con modalità diverse, ma sempre definendo la forma e la quantità degli oggetti nel mondo. Che poi noi, come Esseri Umani lo comprendiamo o meno, questo è un altro discorso. Tuttavia, oggi come oggi, la sperimentazione scientifica è in grado di dimostrare parecchie cose che fino ad ieri erano inimmaginabili (per un cristiano). Come in quest'ultimo caso presso l'Università di Padova:

I pesci sanno contare per discriminazione come esseri umani
E' il caso dei Pecilia reticulata studiati a Padova

17 febbraio 2012

(ANSA) - PADOVA, 17 FEB - Non solo i pesci sanno "contare", ma contano in maniera simile all'uomo. Un team di ricercatori dell'Università di Padova e della University college of London ha dimostrato come una discriminazione numerica possa avvenire anche in animali - come è il caso dei pesci, esemplari giovani e adulti di Pecilia Reticulata - con circuiti neurali relativamente semplici. (ANSA).

Tratto da: www.ansa. it web 2012/02/17/

Che piaccia o meno ai cristiani, siamo tutti figli di Zeus. Siamo i figli che manifestano il Dio che cresce dentro di noi agendo in un mondo che definiamo mediante la forma e la quantità. Noi agiamo mutando, come ogni altro Essere della Natura. Se le singole ragioni ci separano come specie, siamo uniti mediante ciò che consideriamo "vita", "emozione".

Ma questo è un discorso di Stregoneria.

Sta di fatto che non esiste una supremazia dell'uomo sugli Esseri Animali o Vegetali, come sostiene nella sua follia il Dio padrone dei cristiani, ma siamo uniti in una diversità che tende a cogliere le migliori trasformazioni sia per noi, come specie, che per la Natura nel suo insieme di specie che si muovono verso un infinito dell'esistenza.

 

25 gennaio 2025

La sede della coscienza

Quando arrivò questa notizia mi sembrò abbastanza ovvio che la coscienza di un soggetto risieda nella parte più "antica" o "primitiva" del suo cervello. Che forse un battere non ha coscienza? E la sede della sua coscienza, dove sta?

Questa notizia può colpire un cristiano che ritiene l'uomo creato ad immagine e somiglianza del suo Dio e pensa alla coscienza dell'uomo come una coscienza morale di cui, secondo i cristiani, gli Esseri Animali ne sarebbero privi. In questo delirio di supremazia, il cristiano vuole distinguersi dai soggetti della Natura. Il cristiano non distingue un soggetto della Natura, in quanto soggetto della Natura, dalle caratteristiche con cui le varie specie e i singoli soggetti delle varie specie veicolano la loro coscienza. Soggetto e veicolazione. Chi si risveglia dal "sonno" è il soggetto, non la sua veicolazione che è un oggetto d'uso della coscienza come soggetto. Ogni specie della Natura è differente dalle altre specie per come veicola la sua coscienza e per come agisce nel mondo, non per la qualità della sua coscienza.

La sede del nostro sé è l'intero corpo. Il nostro corpo, in quanto corpo, inteso come insieme cellulare, è la sede del nostro sé. Poi, si può definire in maniera diversa vari tipi di percezione, ma la coscienza c'era quando eravamo un Essere Unicellulare ed è persistita nella medesima sede quando siamo diventati Esseri Pluricellulari prima e abbiamo attraversato le varie tappe dell'evoluzione diventando ciò che siamo oggi. Che forse, mio nonno, quando nuotava nel brodo primordiale, non aveva una coscienza? Non era consapevole di sé? Non era attraversato da madre Afrodite? Non si espandeva, sfida dopo sfida, nel mondo in cui la sua coscienza era germinata? Il fatto che mio nonno (che era anche il vostro) fosse un Essere Unicellulare, non apparteneva alla specie umana? E se non lo considerate appartenente alla specie umana, com'é che voi (e io) siamo l'unica ragione della sua esistenza? Delle sue sfide per la sua esistenza?

L'agenzia ANSA ha riportato una notizia il 05 aprile 2012. Un tempo queste scoperte stupivano perché rappresentavano delle novità rispetto alle idee correnti del tempo. Oggi sono state acquisite dalla cultura anche se permangono le idee creazioniste precedenti imposte mediante il condizionamento educazionale delle persone messo in essere dai cristiani

'Fotografato' risveglio della coscienza
Dopo anestesia generale. Attivate aree più primitive cervello

05 aprile 2012

(ANSA) - TURKU, 5 APR - Scienziati finlandesi hanno 'fotografato' il risveglio della coscienza dall'anestesia generale: le immagini, ottenute con una scansione del cervello, mettono in qualche modo in luce la "sede del nostro se", o almeno la sua parte più profonda, più primitiva. Secondo quanto riferito su The Journal of Neuroscience, le aree neurali risultate coinvolte nella coscienza sono poste in profondità nel cervello e fanno dunque parte dei circuiti neurali più primitivi, contrariamente a quanto si pensava.

Tratto da: www.ansa.it 2012/04/05/

I creazionisti si stupiscono sempre quando la scienza spiega loro che l'uomo non è creato ad immagine e somiglianza del loro Dio padrone. "Come", dicono "la coscienza non sta nelle zone razionali e tipicamente umane del cervello? Allora, se non è così la coscienza appartiene anche agli Esseri Animali?" E che ti credevi, di elevarti al di sopra della Natura? la Natura ci comprende come Esseri mentre noi non comprendiamo la Natura. Non solo perché la sua immensità sfugge alla nostra comprensione, ma perché noi abitiamo la Natura agendo al suo interno e la coscienza è la caratteristica di ogni Essere che compone la Natura.

 

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24 gennaio 2025

Gli Stati dell'Asse, il WTO e il mondo che verrà

Infine, il 27 settembre 1940, la Germania, l'Italia e il Giappone firmarono il Patto Tripartito che venne poi chiamato semplicemente l'Asse. Più tardi, anche l'Ungheria e la Romania si unirono all'Asse, la prima il 20 novembre 1940 e la seconda il 23 novembre dello stesso anno.

La storia non si ripete mai, ma tende a riprodurre gli stessi meccanismi quando alcuni attori, in nome del Dio della Bibbia, devono assicurarsi il dominio di altri popoli.

Nel gennaio del 2025, gli USA, l'Italia e l'Argentina firmarono un patto sovranista-cristiano che sarà chiamato semplicemente "supremazia della razza bianca".

Il gesto del saluto nazista, che appare estemporaneo, con cui Musk ha salutato dal palco, ha rivelato l'intera natura del progetto di Trump.

Come Hitler procedette al rastrellamento degli ebrei e della confisca dei loro beni, il primo atto di Trump fu quello di iniziare i rastrellamenti degli immigrati in America e minacciare di procedimenti penali chiunque si fosse opposto all'attività di rastrellamento.

Non c'erano "comunisti" da internare, ma persone legate al movimento woke.

Che cos'è il movimento "woke"?

Woke (in inglese sveglio) è un'ideologia che si oppone alle ingiustizie sociali o razziali nei confronti delle minoranze etniche e di genere, rivendicando la correttezza politica e ricorrendo al metodo della cancel culture in opposizione alla cancel culture (censura, discriminazione ed emarginazione) per gli avversari sociali e politici operata dalle Istituzioni per mantenere il dominio sulle persone e pilotare le loro idee.

E' Milei, il presidente Argentino, che a Davos, in nome del diritto del Dio cristiano (e per estensione di ogni dominatore sociale), fa una lunga condanna dell'"agenda woke", un "cancro" e "un virus mentale che è la maggiore epidemia del nostro tempo, che va curato", ha detto.

Per Milei, i padroni di uomini, uguali al Dio Bibbia, devono essere liberi di trasformare gli uomini delle loro società in schiavi. Un concetto fatto proprio da Trump e Meloni.

Come l'Asse Hitleriana si prefiggeva di conquistare il mondo, macellando chi non era della giusta razza, così la nuova Asse intende imporre il proprio dominio in nome della Bibbia ebrea e cristiana.

Il nuovo rappresentante USA all'ONU ha giustificato il genocidio sistematico del Palestinesi da 60 anni a questa parte con il diritto che la Bibbia concede agli ebrei. L'Italia si appresta ad imporre la Bibbia ebraico-cristiana, per legittimare il diritto al genocidio da parte delle Istituzioni, nelle scuole dopo aver fatto guerra all'aborto con le organizzazioni integraliste cattoliche in nome della monarchia assoluta del Vaticano a preparandosi a varare provvedimenti che legittimano la tortura della Polizia sui cittadini.

Ciò che la nuova Asse ancora non ha deciso è il come procedere per la conquista del mondo. Già Milei, affermando che le isole Falkland sono una proprietà Argentina, riaccendendo i termini della guerra con l'Inghilterra di tacheriana memoria. Questo in sintonia con Mask che ha più volte aggredito verbalmente il primo ministro Inglese.

L'Asse deve ancora decidere sui termini della guerra che intende fare al mondo, anche se per ora si parla di "dazi" e di "sanzioni".

A Davos il Direttore del WTO ha dichiarato:

"Per favore, evitiamo di andare in iperventilazione" sui dazi preannunciati dalla nuova amministrazione Trump, "prendiamo un respiro profondo", dice la direttrice dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, durante un panel sui dazi a Davos. "I dazi sono molto facili da usare, basta firmarli. Per questo vengono utilizzati spesso per risolvere problemi che tuttavia non sempre sono legati al commercio. Il commercio viene incolpato di tante cose, ma se si guarda ai deficit commerciali a volte si vede che il problema non è nel commercio ma negli squilibri macroeconomici" con "altri fattori" in gioco come ad esempio l'inflazione o la competitività, ha sottolineato.

Si sa come finì l'Asse costituita nel 1940.

La storia ripete la rappresentazione dei meccanismi, ma non ripete mai sé stessa. Non sempre la seconda volta è una farsa; qualche volta la tragedia che si prepara può superare la tragedia precedente.

A noi cittadini, non resta che assistere

 

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23 gennaio 2025

Riflessione sulle vittime delle catastrofi

Un'intera struttura sociale è stata distrutta da un "banale" incendio a Los Angeles

Banale, perché non si tratta di un bombardamento aereo, si tratta di fuoco, un incendio a cui la più potente nazione al mondo vi ha fatto fronte con disprezzo e noncuranza. Si tratta di un incendio nella più grande potenza mondiale e, per la sua potenza economica e militare, quello di Los Angeles è solo un banale, piccolo, incendio a cui gli USA hanno assistito affascinati dall'evento.

Ora, le fonti di informazione vengono a dire che le persone colpite erano miliardari con un reddito medio di quattrocentomila dollari l'anno.

Come si può essere solidali con persone di questo tipo?

Mentre Los Angeles brucia, migliaia di persone muoiono nel mediterraneo nell'assoluta indifferenza, se non con la collaborazione, di chi vorrebbe vederli sterminare perché disturbati dalla loro presenza.

La solidarietà è sempre una strada a doppio binario: la solidarietà che hai dato è la solidarietà che ricevi.

Mentre gli USA guardavano divertiti la vittoria di Trump che promette di deportare le persone povere, hanno aperto il diritto alle persone povere di divertirsi guardando bruciare Los Angeles. Le persone ricche ritengono questo "cinico", mentre trovano normale disprezzare le persone povere che considerano "non persone".

 

23 gennaio 2025

Usi obbedir tacendo?
Considerazioni sparse

La filosofia si esprime nelle azioni delle persone che sono spinte ad agire dalle proprie necessità.

L'arte della guerra è l'arte dell'imposizione della fede che chiede obbedienza: c'è una filosofia che legittima il chiedere obbedienza e c'è una filosofia che condanna il chiedere obbedienza.

C'è una linea di filosofia che è stata relegata nel sottobosco della cultura ufficiale e che emerge nel corso della storia quasi esclusivamente nei nodi di maggior conflitto sociale.

E' una linea filosofica difficile da definire perché il linguaggio razionale che contiene è espresso con parole cariche di emozioni e di urgenze e definisce i principi attraverso un linguaggio aprioristicamente conflittuale che la "ragione", che controlla i comportamenti dell'uomo, definisce "violento" perché non è in grado di opporre i propri argomenti emotivi alle necessità degli uomini.

Questa linea filosofica passa dall'uomo, che la esprime, a "strutture" della "ragione" che intende sfruttarne le spinte psicologiche determinate dalla necessità soggettiva.

Solo che la "ragione" snatura la tensione psico-emotiva cercando delle spiegazioni e delle soluzioni che siano razionali.

Il conflitto è un'esigenza, per l'insorgenza emotiva nell'uomo che esprime delle necessità. Questa insorgenza viene "razionalizzata" elencando delle motivazioni, riconosciute collettivamente, per raggiungere fini che siano "razionalmente" definiti.

Questa razionalizzazione delle spinte emotive ha lo scopo di incanalare prima e distruggere, esaurendola, poi la spinta emotiva e impedendo alla "ragione" di cogliere motivazioni profonde ed esistenziali al di fuori della descrizione della ragione che, in questo modo, conserva sé stessa, i suoi modelli con cui definisce il mondo, e non è costretta a modificare i modelli con cui definisce il mondo per adattarsi alla spinte emotive che escono dagli uomini.

In queste condizioni nasce "l'arte della guerra", dove gli elementi che concorrono alla guerra non sono più elementi fisici, anche se gli elementi fisici, la repressione militare, rimane la minaccia di fondo, ma sono armate di coercizione emotiva dove il "far credere" diventa l'obbiettivo dei nuovi "squadroni della morte".

Le elaborazioni militari moderne di Clausewitz, Mao Tse Tung, Lin Piao o Vo Nguyen Giap, non possono più essere interpretate come uomini armati che si muovono sul territorio, ma come armate che devono conquistare la "fede", la "credenza", l'"illusione" delle persone per farle agire in un modo prefissato anche, e soprattutto, contro i propri interessi.

Gli uomini devono agire credendo che di lì a poco, date certe condizioni, verrà Gesù dalle nuvole con grande potenza per risolvere, magicamente, i loro problemi degli. Gli uomini devono essere indotti a crederlo, con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima.

Il "nemico" deve cessare di essere una persona, ma è un terrorista che va definito all'interno di una categoria che allontani l'attenzione, di chi si vuole manipolare, dalla consapevolezza che quello è solo un uomo a cui sono negati bisogni e necessità.

In questa operazione di guerra, il razzismo è l'arma che, elaborata dalla bibbia di ebrei e cristiani, viene estesa a metodo con cui far serrare le fila del proprio gregge e usarlo contro qualcun altro, definito come un gregge ostile.

In questo tipo di guerra diventano importanti gli strumenti "popolari" capaci di diffondere le idee "complottiste" specialmente ad una massa sociale, magari giovane, incapace di discriminare fra il possibile e l'assurdo. Basti pensare che, grazie ai meccanismi complottisti, si è creduto che i seguaci di Baal sacrificassero i loro figli, i loro primogeniti, al Dio. Non ci si è mai soffermati a pensare quanto fosse assurda questa credenza. Alimentata dalla bibbia ebrea e cristiana, ha diffamato popoli, uomini e donne legittimando il genocidio e la strage di persone indifese.

Oggi come oggi è la stessa cosa. In particolare con l'uso dei social. I social sono sì fondati da questa o quella nazione, USA, Russia, Cina, e sicuramente queste nazioni traggono benefici di informazioni dal coinvolgimento dei cittadini nei social, ma il pericolo non consiste nelle informazioni che hanno gli Stati, ma la disinformazione che alimenta la "fede" e la "credenza" per creare masse di complottisti e di anticomplottisti da schierare l'uno contro l'altro "affinché nessun uomo sia portatore di progetti sociali che non siano voluti da Dio". La disinformazione non è creata dal social. Il social è un mezzo, facile da usare e a disposizione di chiunque. Il chiunque che usa il social non è la persona acculturata o inserita in circuiti sociali riconosciuti, ma sono gli emarginati che, nella facilità d'uso del social, cercano di rompere l'emarginazione aggredendo la società civile diffondendo idee di complotti il cui fine, al di là delle intenzioni dei singoli, diventa quello di coprire i complotti sociali veri.

Per le nuove regole di guerra è importante che gli uomini non alzino lo sguardo verso il cielo perché, se lo facessero, il loro nemico non sarebbe più la differenza di colore di pelle, origine culturale, religione, fede, sesso o quant'altro, ma individuerebbero nel Dio cristiano, nell'autorità che si identifica con Dio, il loro nemico.

In questo modo si costringono le masse d'uomini a fare guerra agli uomini anziché cercare di migliorare le proprie condizioni esistenziali.

Il razzismo: gli italiani vengono incitati ad essere razzisti con chi proviene dal sud del mondo; gli Alto atesini vengono incitati ad essere razzisti con gli italiani; gli svizzeri vengono incitati ad essere razzisti con altri; gli ebrei vengono incitati ad essere razzisti con tutti (macellare i palestinesi) in nome del "popolo eletto"; i cristiani vengono incitati a macellare i musulmani: i musulmani gli induisti; ecc. Scusate se ho lascito fuori un sacco di condizioni, ma nel veneziano, dove abito io, si ha l'abitudine di dire che "tutto il mondo è paese salvo che Marcon, Gaggio e Dese" (tre paesi a qualche chilometro di distanza da Venezia). A Chioggia, un paese non molto distante da Venezia c'è l'idea razzista fra i chioggiotti e i marinanti che sono della stessa città divisa da una strada o da un ponte (ora non ricordo bene).

Il complottismo indica nell'altro il nemico da distruggere e ha la caratteristica di essere un atto di vero e proprio linciaggio, privo di motivazioni reali e riempito di enfasi che impedisce di analizzare le condizioni complottistiche.

E' l'arte moderna della guerra. La guerra degli incapaci e dei disadattati il cui scopo è derubare i soggetti da linciare.

Da cosa è sorretto il complottismo? Dalla condizione psicologica secondo cui, i ricchi che "aiutano" i poveri tendono a diventare "prede" dei poveri. Se su 100 persone che passano davanti ad un povero che tende la mano, una persona dà qualche moneta, il povero individua in quella persona una fonte di sopravvivenza. Questa persona assume i caratteri di "preda". Finisce, a volte, per essere infastidita perché sollecitata. Dopo un po' di tempo questa persona sviluppa una repulsione per i poveri che "vogliono approfittare di lei".

L'idea cristiana, secondo cui ai poveri va data "la carità di Dio", imporrebbe ai poveri di amare chi "si fa Dio" elargendo loro le briciole. Al contrario, le esigenze della vita dicono che se qualcuno vuole esporre la propria ricchezza per farsi invidiare dai poveri, i poveri hanno diritto, se possono, di privarlo delle sue ricchezze.

Sarebbe più saggio migliorare le condizioni di vita della società anziché pensare alle strategie di guerra da ladri dove la società appare come la preda che ogni "furbo" è in grado di saccheggiare solo perché alimenta la sindrome dei complotti attraverso i quali trasformare i propri concittadini nelle proprie vittime da derubare.

 

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22 gennaio 2025

Chiesa cattolica e stupro sistematico dei minori

Le complicità di cui gode la chiesa cattolica nella sua attività di stupro dei minori risale alle "Sacre Scritture" cristiane in cui Dio si ritiene legittimato a stuprare Maria e il Gesù dei cristiani viene arrestato col bambino nudo.

Questi modelli religiosi giustificano ogni violenza sui minori che, per la chiesa cattolica, sono soggetti privi di diritto sociale e Istituzionale. Bestiame da stuprare per roprio uso o oggetti da presentare per favorire la propria propaganda religiosa contro ogni istanza sociale di libertà individuale.

Io ricordo le aggressioni verbali ricevute dai cattolici quando volevano nascondere i delitti di stupro che stavano emergendo dalle inchieste giudiziarie negli ultimi anni del secolo scorso.

Difendevano il diritto di stuprare bambini e di renderli schiavi con l'aiuto di una Polizia di Stato che voleva ignorare l'attività di stupro in nome della "libertà di violenza religiosa sui bambini" (vedi il Provolo a Verona).

Si stuprano bambini per imporre la fede cristiana attraverso una profonda manipolazione della loro struttura emotiva. Lo stupro emotivo, messo in atto dai cristiani sull'infanzia, oltre che allo stupro fisico che indigna maggiormanete le persone, è difuso capilarmente tanto da far credere che la fede cristiana sia un prodotto naturale anziché il risutato dello stupro sistematico sui minori.

In questo modo si producono cittadini paurosi, sottomessi, pieni di sensi di colpa e incapaci di affrontare un mondo che richiede consapevolezza e determinazione. In nome del crocifisso si distrugge la società a maggior gloria di Dio (un altro diluvio universale sociale).

 

 

22 gennaio 2025

Le ragioni del fallimento sociale del Movimento 5 Stelle
Le pretese di Grillo e i vangeli cristiani

Le riflessioni che riporto sono del 2013 quando il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sembrava trionfare in tutta l'Italia.

Sono riflessioni profetiche che, analizzando i contenuti ideologici delle esternazioni di Beppe Grillo, non solo ne hanno individuato il fondamento ideologico, ma anche individuato i semi del fallimento.

Beppe Grillo aveva assunto Gesù come modello, ne riproduceva gli schemi riempiendoli di enfasi e raccogliendo quelle persone che mantenevano una sorta di "memoria emotiva" rispetto al catechismo della chiesa cattolica a cui sono state costrette.

Rileggendo queste righe è facile rendersi conto l'ignoranza dei meccanismi Istituzionali manifesta da Grillo e individuare le ragioni del fallimento sociale di un movimento composto da un assoluto vuoto ideale esposto con enfasi.

Questa riflessione sulle dinamiche grilline si può osservare in moti partiti politici che riempiono di enfasi il vuoto ideologico di cui sono attori e vittime. Alla fine, gratta, gratta, è solo l'interesse economico che alimenta le loro affermazioni in funzione del loro interesse personale.

Scrivevo nel marzo del 2013

Le esternazioni di Grillo nei confronti dell'articolo 67 della Costituzione, che rende i Parlamentari indipendenti da qualsiasi vincolo, dimostra l'ignoranza dottrinale di un fondamentalista cattolico che fa dell'odio sociale il fondamento del suo agire. Lo stesso odio sociale che caratterizza il Gesù di Nazareth. La predicazione di Beppe Grillo, sia nella forma che nella sostanza comunicata, avvenuta durante lo Tsunami Tour, riproduce lo schema comunicativo di Gesù trasformandosi, esso stesso, in Gesù, nell'unto, al di sopra delle persone a cui parla. Gli eletti nel gruppo Cinque Stelle di Beppe Grillo non si presentano come deputati o senatori della Repubblica Italiana, ma come inviati dell'unto, i discepoli, dalla cui verità fanno derivare le loro scelte.

L'articolo 67 della Costituzione tutela l'indipendenza dei cittadini votanti assicurando loro che se l'eletto nel parlamento antepone al libero convincimento nella sua azione Parlamentare l'obbedienza ad un Partito, alla Massoneria, al Vaticano, ad una Potenza Straniera, ad un padrone che ordina i suoi comportamenti, lo fa per sua scelta e deve assumersi le responsabilità di aver anteposto l'obbedienza ad un padrone al suo libero convincimento attraverso il quale manifestare la volontà di chi lo ha eletto.

Come ha farneticato Grillo, così farneticava Gesù:

Di nuovo Gesù parlò loro dicendo: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Gli dissero i Farisei: "Tu rendi testimonianza a te stesso: la tua testimonianza non vale". Gesù replicò loro: "Sebbene io renda testimonianza a me stesso, vale sempre la mia testimonianza, perché so donde sono venuto e dove vado: mentre voi non sapete donde io venga, né dove vado. Voi giudicate secondo la carne, io non giudico nessuno. Ma, se giudico io, il mio giudizio vale, perché non sono solo, ma ho con me il Padre che mi ha inviato. E proprio nella vostra legge è scritto che è valida la testimonianza di due persone. Io rendo testimonianza a me stesso, e mi rende testimonianza colui che mi ha mandato, il Padre". Gli domandarono: "Dov'è tuo Padre?". Rispose Gesù: "Non conoscete né me né mio Padre; se conosceste me , conoscereste anche il Padre mio". Gesù disse queste cose nel gazofilacio, insegnando nel Tempio; e nessuno lo prese, perché non era venuta la sua ora. ....

Giovanni 8, 12-20

E ancora ha farneticato Grillo, così farneticava Gesù:

"O voi ammettete che l'albero è buono e allora sarà buono anche il frutto, o ammettete che l'albero è cattivo e allora sarà cattivo anche il frutto, perché dal frutto si riconosce l'albero. Razza di vipere, come potete parlare bene voi, cattivi come siete? Poiché la bocca parla per la sovrabbondanza del cuore.
"L'uomo dabbene, dal suo tesoro buono, cava cose buone; il malvagio, dal suo tesoro cattivo cava fuori il male. Or vi dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola vana che avranno proferita. Poiché sarai giustificato dalle tue parole e dalle tue parole sarai condannato".

Matteo 12, 33-37

E ancora ha farneticato Grillo in materia economica, così farneticava Gesù:

I discepoli si erano dimenticati di prendere dei pani e non avevano che un solo pane con sé nella barca. Intanto Gesù faceva loro delle raccomandazioni dicendo: "State attenti e guardatevi dal lievito dei Farisei e dal lievito di Erode"., ma essi si dicevano fra loro: "Non abbiamo pane". Essendosene accorto, Gesù disse loro: "Perché vi preoccupate per non aver pane? Non avete ancora riflettuto né capito? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete? Avete orecchi e non udite? Non vi ricordate? Quando io ho spezzato cinque pani per cinquemila uomini, quante ceste avete raccolto piene di avanzi?". Risposero: "Dodici". "E quando ho spezzato i sette pani per quattromila, quante ceste avete raccolto piene di avanzi?". Gli risposero: "Sette". E loro disse: "Non capite ancora?".

Marco 8, 14-21

Grillo non ha fatto altro che riprendere lo schema dei vangeli sul come Gesù farneticava inveendo e offendendo i Farisei che amministrando lo Stato avevano sicuramente delle mancanze, ma i seguaci di Gesù, anziché censurare le mancanze dei gestori dello Stato, scatenano le "Guerre Giudaiche". I Romani impiegheranno 20 anni per capire che l'unica cosa che volevano i seguaci di questo pazzo non era il benessere sociale o l'indipendenza, ma pretendevano che ogni uomo si mettesse in ginocchio davanti al loro dio padrone, si mettessero in ginocchio davanti a lui. Ai Romani non rimase altro che distruggere Gerusalemme e cacciare gli ebrei per il mondo.

Ed è la stessa cosa che è avvenuta durante la campagna elettorale. E' la stessa situazione che si sta delineando in Italia.

Va da sé che l'articolo 67 della Costituzione serve per tutelare il Parlamentare dall'obbligo di obbedienza. Liberarlo, in sostanza, dall'ideologia dell'obbedienza al padrone che viene a caratterizzare la relazione fra Gesù e Giuda.

Mentre Giuda rivendica la fedeltà alle proprie idee, come in Giovanni:

Sei giorni prima di Pasqua Gesù andò a Betania, dov'era Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Lì gli offrirono una cena: Marta serviva a tavola e Lazzaro era uno dei commensali. Maria, presa una libbra di profumo di nardo puro, molto prezioso, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli, e la casa fu ripiena del profumo dell'unguento. Giuda Iscariote, uno dei suoi discepoli, quello che stava per tradirlo, borbottò: "Perché non si è venduto tale unguento per trecento denari che si potevano dare ai poveri?"

Giovanni 12, 1-5

Giovanni lo diffama attribuendogli intenzioni indimostrate (anche Grillo ha fatto la stessa cosa con altri politici, vedi Bersani):

Disse questo non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, portava via quello che si metteva dentro. Rispose Gesù: "Lasciala, che conservi questo unguento per il giorno della mia sepoltura. I poveri li avrete sempre con voi, me invece non mi avrete sempre". Molta gente dei Giudei venne a sapere che egli era là e vi andarono, non per Gesù soltanto, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Allora i Gran Sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro, perché molti, a causa di lui, abbandonavano i Giudei e credevano in Gesù.

Giovanni 12, 6-11

La fedeltà, per i fondamentalisti cristiani sia del Vaticano che di Silvio Berlusconi o Beppe Grillo, non va rivolta alle idee o agli ideali, ma ad un padrone che ordina i comportamenti: Gesù che definisce sé stesso "Io sono la verità!".

Per Gesù i poveri sono uno strumento d'uso per raggiungere il potere sottomettendo le società civili; per Giuda l'eliminazione della povertà è l'oggetto della sua azione.

Come per Beppe Grillo in cui parole d'ordine come "scuola pubblica" o "acqua pubblica" appaiono più come strumenti d'uso per il raggiungimento del fine della sua propaganda che non, come per alcuni dei suoi eletti in Parlamento, il fine della loro azione politica e sociale. Infatti, non afferma di "togliere i finanziamenti alla scuola privata". Non si espone, suscita aspettative.

Come Gesù usa i poveri per la sua propaganda, e i cristiani costruiranno la miseria per poter imporre la loro fede, così Grillo usa il disagio sociale (dai No-Tav al no al nucleare, ecc.) per imporre la sua propaganda il cui fine non è definito se non nella gratuita distruzione della società civile: "Arrendetevi, siete circondati!". Dai trecentomila fucili di Umberto Bossi al "siete zombi" di Beppe Grillo. Non è la società l'elemento centrale del discutere di Grillo, come non lo era di Gesù, ma gli anelli della struttura su cui si regge la società da disarticolare per creare miseria sociale.

Va da sé che se ci fosse stato l'articolo 67 della Costituzione a tutela di Giuda, nessuno poteva impedire a Giuda di fa approvare una delibera che consentiva di usare quel denaro non per il suo padrone, ma per le necessità della comunità.

Il fatto di aver imitato Gesù nel suo tsunami Tour, ha consentito a Grillo di far leva sulla manipolazione mentale che i cittadini hanno subito dalla chiesa cattolica e sfruttarla per i suoi obbiettivi.

La manipolazione mentale cattolica priva i cittadini di due elementi fondamentali. Uno è il senso critico e l'altro è la capacità d'analisi fra provvedimento, azione, ed effetto che quell'azione ha nella loro vita.

Come la storia di Gesù ha portato alla distruzione di Gerusalemme ad opera della su organizzazione, gli Zeloti che sputtanavano ogni persona onesta e principalmente i Farisei, i Pii, così Grillo sta sputtanando le persone oneste della politica e le aggredisce in modo da costringerle a trovare qualche cosa per poterle sputtanare [vedi il sindaco di Roma Marino]. Sta tentando di far saltare i nervi alle persone oneste che hanno a cuore la sopravvivenza del paese Italia in questa crisi drammatica. Solo in questo modo può presentarsi come il "salvatore" o l'unto del dio padrone cristiano.

E' indubbio che i metodi dei Berlusconi, dei Bossi o dei Grillo, come tutti gli uomini che non hanno nessuna visione sociale, è un insieme di parole vuote il cui scopo è quello di toccare le emozioni delle persone.

Inveire consente loro di accendere la partecipazione emotiva e, nello stesso tempo, nascondere i fini per i quali si inveisce: come per Gesù, Beppe Grillo, Umberto Bossi (col suo celodurismo) e Silvio Berlusconi.

Questo tipo di personaggi si smascherano nelle decisioni pratiche.

La loro mancanza di comprensione dell'effetto che hanno le loro azioni e le loro decisioni li porta a prendere decisioni all'interno di condizioni illusorie, totalmente separate dalla realtà oggettiva: dal "meno tasse" di Silvio Berlusconi, all'indipendenza della Padania di Bossi, si sfrutta l'emozione dell'attesa venuta dell'unto del signore che con grande potenza arriva dalle nubi come il messia, il Gesù, atteso.

L'articolo 67 della Costituzione protegge le istituzioni proteggendo l'autonomia dell'eletto che deve la sua lealtà alle proprie idee e non ad un padrone. Un padrone che pretende di determinare il suo comportamento come può essere Silvio Berlusconi, vedi la rivolta contro i suoi comportamenti di Gianfranco Fini. Un padrone che può essere Umberto Bossi, vedi la rivolta di Maroni. Un padrone che può essere Gesù, figlio del dio padrone e padrone lui stesso, vedi la rivolta di Giuda.

L'articolo 67 della Costituzione dice che per essere un Parlamentare si deve essere "onorevoli" e lo si è solo se si è fedeli alle proprie idee e non ad un padrone: sia esso Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, Gesù o Umberto Bossi.

Tutti e tre si sono spacciati come uomini della provvidenza sfruttando la violenza educazionale cattolica sui bambini a proprio vantaggio e questo provoca più di qualche preoccupazione nella società civile.

Gli unti del signore, gli uomini della provvidenza, saccheggiano la società, come Silvio Berlusconi, Mario Monti, Umberto Bossi, Gesù o Beppe Grillo.

Auguri Italia: tu li hai votati. Tu li hai voluti!

fine riflessione 2013: oggi possiamo vedere i suoi effetti.

 

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21 gennaio 2025

Dollaro o criptovaluta?

Pochi giorni prima di insediarsi come Presidente degli USA, ha pensato bene di inventarsi una criptovaluta in concorrenza con il dollaro.

Io sono restio a commentare, ma Trump disprezza così tanto la moneta USA?

Sotto certi aspetti, l'azione può essere considerata come un atto di guerra all'economia americana. Ma io non sono un giurista o un economista e potrei sbagliarmi.

 

21 gennaio 2025

Il cervello plastico e la Stregoneria

In un ambiente cristiano è quasi impossibile far capire alle persone che le loro scelte e la loro attività cambia la percezione che hanno del mondo e della realtà in cui vivono.

La contemplazione degli oggetti del mondo e l'interazione del soggetto che contempla permette al mondo di modificare il soggetto affinché si adatti alle condizioni oggettive incontrate.

Quel "si adatti" significa: costruisca la sua percezione specifica col mondo e la sua personale elaborazione dei fenomeni del mondo.

Questo rende le persone diverse le une dalle altre.

Questa condizione umana permette all'oscurantismo e all'odio cristiano di distruggere, limitando e circoscrivendo l'attenzione delle persone, la percezione, la capacità critica e la capacità di elaborazione dei fenomeni del mondo. Permette ai cristiani di distruggere nei bambini la capacità, non solo di elaborare i fenomeni del mondo, ma di collocarli negli effetti e nei significati sia che esprimono in quanto fenomeni sia nelle modificazioni che in loro (in colui che li percepisce e vi si adatta rispondendo) produrranno.

Quando gli Stregoni scoprirono gli effetti della contemplazione nell'interazione con gli oggetti del mondo alimentando l'empatia soggettiva attraverso l'acuirsi della percezione emotiva (che riconosceva intelligenza, volontà, emozioni ecc. negli oggetti del mondo in cui viviamo) scoprirono anche gli effetti della magia nera cristiana. La sua attività finalizzata a distruggere l'uomo mediante la sua azione sull'infanzia.

Gli Stregoni non conoscevano l'esistenza dei neuroni specchio (ma nemmeno i cristiani). Gli Stregoni non conoscevano (ma nemmeno si ponevano il problema) la capacità plastica del cervello umano. Sapevano che, data un'azione, articolata nella contemplazione, modificavano la loro capacità di interazione col mondo in cui vivevano.

I cristiani sapevano che costruendo condizioni di vita e di esistenza atroci per l'infanzia avrebbero ottenuto adulti la cui malattia mentale sarebbe stata legata indissolubilmente alla fede nel loro dio padrone e avrebbe riprodotto tali condizioni atroci per l'infanzia successiva per continuare a seminare la malattia di dipendenza chiamata col nome di fede. Generazione dopo generazione.

L'uomo che pratica Contemplazione è in grado di riconoscere la modificazione della sua capacità di interazione col mondo attraverso un aumento della sua con-passione e coinvolgimento nelle necessità del mondo in cui vive.

Rimane una consapevolezza soggettiva. Viene vissuta, ma non può essere dimostrata oggettivamente perché, ciò che cambia, è la soggettività dell'individuo. La modificazione della soggettività percettiva dell'individuo non si presenta agli occhi dello spettatore il quale vede l'individuo che si è modificato come oggetto che "è" e non come oggetto che si è trasformato esercitando la sua volontà nell'attività di contemplazione.

Oggi la ricerca scientifica ci dice che le trasformazioni sono possibili, non ci dice come e in che direzione possiamo trasformarci o perché è necessario farlo. La scienza rileva che la nostra capacità di percezione e di elaborazione dei dati di realtà si modifica in base alla nostra attività e in base agli adattamenti che noi mettiamo in atto davanti alle sollecitazioni del mondo.

Riporto dal settimanale l'Espresso del 19 settembre 2013:

Non solo cyber
Eraclito aveva ragione

Articolo di Alessandro Gilioli

E' da poco arrivato anche nella traduzione italiana il volume "Connettoma - La nuova geografia della mente" (Le Scienze-Codice edizioni) di Sebastian Seung, neuroscienziato del Mit. Un testo divulgativo e probabilmente destinato a far discutere anche oltre la comunità scientifica. Alla base del saggio c'è infatti la gigantesca questione dell'identità umana: - Io sono il mio connettoma-, dice Seung. Di che cosa stiamo parlando? Il connettoma è l'insieme delle connessioni tra i nostri neuroni: una rete che cambia continuamente nel tempo a seconda delle esperienze che facciamo e delle informazioni che riceviamo. L'identità di ogni persona, consistente appunto nel connettoma, quindi non solo è mutevole (e questo è abbastanza intuitivo) ma è proprio come il fiume di Eraclito che non è mai lo stesso un attimo dopo. Del resto lo stesso Seung paragona il flusso dell'attività neurale a un corso d'acqua. Eraclito quindi aveva ragione: o, se preferite, avevano ragione quelle dottrine filosofiche orientali fondate sulla "anitya", l'impermanenza. Dopo aver mappato il connettoma di un verme (C11e3h poche centinaia di neuroni), gli scienziati dello Human Connectome Pro' t stanno lavorando al cervello umano (circa 100 miliardi di neuroni): pochi giorni fa è stato messo on line il secondo blocco di informazioni ricavate su 68 volontari, dopo che i dati relativi ad altre 12 persone erano già stati pubblicati alla fine del 2012. Il tragitto della mappatura sarà ancora lunghissimo e finora non ha attratto i media come avvenuto per il genoma. Ma è solo questione di tempo: le conseguenze della connettomica infatti tracimeranno presto dalle neuroscienze a ogni altro campo che si voglia occupare della "natura umana", etica e religione incluse.

Settimanale l'Espresso del 19 settembre 2013

La scienza fotografa una situazione in atto: non è in grado di dire come, dove e perché può avvenire una modificazione in base all'uso della volontà soggettiva nel mondo in cui l'individuo vive. In base alle predilezioni soggettive. In base alle passioni soggettive. In base ai desideri soggettivi.

La scienza può dire che non è vero che l'uomo è creato da un dio pazzo e cretino, per cui non si può dire che l'individuo "è così", ma si deve dire che l'uomo è diventato così perché, come singolo individuo, si è adattato alle condizioni sociali che ha trovato e può modificarsi, esercitando la sua volontà nell'attività di contemplazione. La contemplazione diventa uno strumento per modificare sé stessi e migliorare la propria capacità di percepire, elaborare e agire nel mondo.

Questo stesso meccanismo, sulla macro scala dell'evoluzione delle specie, si articola allo stesso modo: usare la volontà soggettiva per modificare la propria capacità di percepire, elaborare e agire nel mondo porta alla diversificazione delle specie modificando prima i caratteri culturali all'interno della medesima specie per poi fissarne questa modificazione culturale in una modificazione genetica che diversifica la specie.

Quella plasticità cerebrale è anche una plasticità genetica il cui motore della modificazione sta nel desiderio libidico e nel carico emotivo investito dal soggetto.

La contemplazione è l'attività attraverso la quale l'individuo si sottrae all'educazione cristiana e riprende il suo posto nei processi di trasformazione e di evoluzione della vita.

Per combattere la capacità dell'uomo di espandersi nel mondo e con-partecipare alle trasformazioni della vita, che implica un'assunzione di responsabilità soggettiva nelle proprie scelte e decisioni, il cristianesimo ha elaborato la "tecnica" della contemplazione del desiderio soggettivo del proprio dio padrone che, nelle varie forme libidiche desideranti del singolo soggetto, assumono le quattro forme sessuali classiche della sessualità umana che fissano la dipendenza psichica del soggetto: il desiderio del padre; il desiderio dell'altro; il desiderio della madre; il desiderio della madre sottomessa (moglie).

Questo tipo di contemplazione, anziché espandere l'individuo verso il mondo, lo chiude nella propria sfera desiderante portandolo all'autodistruzione nella fede.

Nel De Imitatione Christi la contemplazione di cristo distrugge l'uomo annullandolo allo stesso modo in cui la contemplazione (chiamata meditazione) di sé distrugge il buddista annullandolo nel nulla chiamato nirvana.

Sia che si pratichi la contemplazione della Stregoneria Pagana, sia che si pratichi la contemplazione del dio padrone cristiano, sia che si pratichi la contemplazione buddista, si ha sempre una modificazione del cervello mediante la forzatura della sua plasticità sia nel senso dell'espansione della capacità individuale sia nel senso del rattrappimento e dell'autodistruzione.

Si tratta di capire la direzione nella quale noi scegliamo di andare. Se verso l'interazione fra noi e il mondo attraverso un cammino comune o se vogliamo estraniarci dal mondo verso la nostra distruzione nell'identificazione col Dio padrone cristiano.

 

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20 gennaio 2025

La barriera del GIH

Fu un'idea che volle risolvere il perché la ragione umana impone all'uomo di vivere all'interno di una "descrizione del mondo" che non rappresenta il mondo in sé, ma che pretende di definirlo in una dimensione statica.

La cultura ha acquisito l'esistenza di una sorta di "subconscio" come una sorta di magazzino di esperienze rimosse.

Solo che io non affrontavo la questione dal punto di vista psicologico o psicoanalitici, ma lo affrontavo dal punto di vista della Stregoneria che, a differenza della cultura psicoanalitica, non pensava l'uomo creato da Dio, ma pensava l'uomo come Essere divenuto da una sorta di "brodo primordiale".

Nelle mie visioni, ogni volta che la specie, dalla quale l'uomo moderno diviene, faceva emergere una modificazione fisica drastica, l'intera coscienza dell'esistenza di quegli Esseri veniva rifondata costruendo una nuova coscienza.

Solo che la coscienza precedente non scompariva, ma rimaneva nella nuova forma in cui l'Essere, dal quale sarebbe derivato l'Essere che noi oggi chiamiamo "uomo", era mutato come una sorta di "rumore di fondo capace di produrre tensione emotiva" dalla quale la nuova coscienza attingeva per alimentare la propria esperienza.

L'idea, fu confermata da vari studi scientifici relativi alla formazione del cervello che, dopo aver elaborato l'idea della barriera del GIH, effettivamente scoprirono elementi di "memoria atavica" che, comunque, avevano ancora effetti sulla "parte antica" del cervello.

Dieci anni dopo aver scritto il Libro dell'Anticristo, uscì il libro "Intelligenza emotiva" di Daniel Goleman diffondendo l'idea dell'esistenza di un'intelligenza emotiva che agiva da motore e in sottofondo all'intelligenza razionale.

Poi, dopo che ebbi scritto il Libro dell'Anticristo nel 1985 iniziarono ad affermarsi sistemi di analisi neurologica o forse, tali sistemi erano già in uso, ma non noti al pubblico.

Sta di fatto che molti anni dopo aver elaborato l'idea della barriera del GIH mi sono reso conto che tale barriera poteva essere paragonata alle "Porte di bronzo dell'ampio Tartaro" in cui la ragione, Zeus, aveva rinchiuso i Titani, dopo la Titanomachia, separando i Titani dal mondo della ragione.

Tuttavia, molti Titani abitano e formano il mondo della ragione e Zeus non ne può fare a meno esattamente come la nostra ragione, per quanto voglia controllarle e sottometterle, non può fare a meno delle emozioni.

Con la barriera del GIH non indico la separazione della razionalità dal subconscio come è pensata in psicoanalisi. Indico la separazione della ragione, che vive di descrizione del mondo quale quantità e forma, dalla capacità di agire e alle emozioni che hanno costruito la vita fin da quando eravamo un Essere Unicellulare e, con le emozioni, percepivamo il mondo in cui vivevamo.

La barriera del GIH separa la ragione da un immenso a cui la nostra coscienza può accedere. Un immenso capace di smarrire la coscienza di un individuo che non sia sufficientemente disciplinato.

Le "Porte di bronzo dell'ampio Tartaro" non servono solo per separarci da quell'immenso, ma a proteggere la nostra coscienza da quell'immenso. Un immenso a cui si può accedere solo mediante la volontà d'esistenza capace di costruire "esperienza attraverso le scelte e le azioni" e accumulo di Energia Vitale mediante la quale costruire un Potere di Essere sufficientemente forte nell'individuo di permettergli di alterare la percezione del mondo.

 

20 gennaio 2025

Discorso sulla tradizione"

Una religione ha delle REGOLE. Senza le REGOLE o, se volete, chiamateli principi, non esiste una religione ma una vaga religiosità. Siamo noi, oggi, che costruiscono la Religione Pagana e siamo noi oggi che determiniamo le regole o i principi. Tali regole e tali principi diventano la TRADIZIONE che noi trasmettiamo a chi verrà dopo di noi affinché costruisca REGOLE o principi da lasciare, a sua volta, ai suoi figli.

La tradizione non consiste in una ripetizione di un passato immaginato o desiderato. La TRADIZIONE consiste nell'attività di costruzione del futuro perché, chi è giunto prima di noi, da Numa a Tagete, nel loro presente, costruirono la tradizione da lasciare ai loro figli.

Solo chi ha l'ideologia cristiana scimmiotta continuamente il passato cercando di ricreare un'immaginaria età dell'oro.

Solo chi è cristiano cerca un'autorità che gli riveli la sua fede.

 

20 gennaio 2025

Ratzinger, Bergoglio e lo Stregone

Scrivono Ratzinger e Bergoglio nell'enciclica Lumen Fidei per ridurre l'uomo a niente, bestiame del gregge e schiavo sottomesso:

La vita nella fede, in quanto esistenza filiale, è riconoscere il dono originario e radicale che sta alla base dell'esistenza dell'uomo, e può riassumersi nella frase di san Paolo ai Corinzi: « Che cosa possiedi che tu non l'abbia ricevuto? » (1 Cor 4,7).

Che cosa possiedi tu, pezzo di mer...da, dice Ratzinger e Bergoglio, che tu non l'abbia ricevuto?

Risponde lo Stregone: l'energia e la coscienza che forma me stesso. L'esperienza con cui ho abitato il mondo e ho plasmato la mia stessa energia e la mia stessa coscienza. Come ho risolto le sfide della vita continuando l'attività della mia specie: possiedo l'aver forgiato me stesso!

Mi sono forgiato giorno dopo giorno, sfida dopo sfida, attimo dopo attimo.

La materia del mio corpo è parte di Gaia, ma non appartiene a Gaia: io sono fatto di Gaia.

Io sono germinato dalla situazione costruita da qualcuno che da quella situazione traeva piacere: tutto ciò che sono non l'ho ricevuto da nessuno, l'ho forgiato come necessità a fondamento della mia esistenza.

 

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19 gennaio 2025

Un'interessante questione
Gesù, i vangeli e la Religione Pagana

Questo è il testo dell'email che ho ricevuto.

Inviato: lunedì

A: Claudio Simeoni

Oggetto: Un'interessante questione

Salve. Ho trovato di estremo interesse il suo sito; ricco di nuovi punti di vista su cui interpretare la questione dei monoteismi religiosi che non avevo mai incontrato da nessuna parte e volevo farle i miei complimenti.

Lei, pone al centro una questione di estremo interesse che è problematica non solo per ciò che riguarda il cristianesimo ma che riguarda anche i movimenti settari di varia specie.

Ad esempio: i fuori-usciti da Scientology. La gran parte di loro, pur uscendone, NON mette in discussione la dottrina del suo fondatore. Ma le "applicazioni scorrette" dello staff della chiesa. Escono da Scientology con le gambe, ma non con la testa. Criticare i comportamenti o gli errori degli staff di Scientology ma NON la persona di Ron Hubbard, equivale a essere ancora degli scientologist, pur se ci se ne è allontanati. Questo è il processo scismatico che avviene anche in movimenti come scientology: gli "indipendenti" sono un movimento scismatico dalla Scientology ufficiale (CofS).

Ora; Lei pone in chiara evidenza la questione del cristianesimo. Mi permetta di dirLe che la sua posizione è di estremo interesse perché è singolare rispetto a molte altre (es, gli atei).

La stragrande maggioranza dei cattolici delusi, critica l'operato della chiesa e si lagna nel dire che "non è la chiesa di Gesù"...ecc.

Gli atei, si fissano troppo al razionalismo che pretende le prove di Dio; non entrano (come fa Lei) nella critica nel merito.

Insomma; in un modo o in un altro, il dibattito sulla figura di Gesù riesce sempre a schivare la critica evangelica. Si discute se Gesù sia esistito o meno (non ha importanza) se Gesù era rivoluzionario o pacifista (non ha importanza) si discute sul fatto che i musulmani non credono che fu crocifisso (non ha importanza) o sul riciclo di antiche credenze pagane adattate al cristo (non ha importanza); o si discute del conflitto tra creazionismo-evoluzionismo.

Lei, prende di petto la questione, e inizia a criticare seriamente le parole di Gesù; il lavoro che ne esce, è strabiliante e, mi permetta di dirlo, sconvolgente.

Sconvolgente, è poi l'aspetto in cui Lei dimostra di come Colombo, applicò alla lettera le parole missionarie di Gesù. L'unica "scappatoia" che vi ci si può trovare, consiste nel dire che... "Gesù non intendeva questo"

Commento questo suo passaggio :

Poi è intervenuto l'inganno.
Gli ebrei prima e i cristiani poi, imposero la ricerca della "bontà del loro dio". Imposero la ricerca che giustificasse una patologia psichiatrica. Con questo impedirono la ricerca del nuovo per costringere le persone ad alimentare la patologia. Quando gli uomini iniziarono a scoprire il nuovo, spostando lo sguardo dal Dio alle loro necessità di comprendere i meccanismi della vita, anche Giordano Bruno bruciò sul rogo.
Poi è intervenuto l'inganno.
Quando si bussa si entra in punta dei piedi riconoscendo il diritto del proprietario della casa. Poi si entra, si guarda dov'è la cassaforte dove il proprietario tiene il denaro e lo si deruba.
Quelle che tu, Gesù descrivi, sono delle tecniche di guerra. Il viandante, il commerciante, lo studioso, il filosofo; bussano, chiedono e cercano con animo aperto all'altro. Non hanno un Dio da vendere né una sottomissione da imporre. Sono viaggiatori della vita e ciò che cercano lo dimostrano subito. Non hanno una pistola nascosta o dei trucchi con cui circuire il loro ospite. E tu non hai una porta alla quale le persone bussano, né hai qualche cosa da poter dare per cui qualcuno può chiedere. Tu sei come un ladro che si muove senza bisaccia e che ritieni di poter prendere. Il come lo prendi, dipende dalle condizioni. Tu sei "colui che miete senza aver seminato; colui che raccoglie dove non hai sparso" Matteo 25, 24

Tratto da: Chiedete e vi sarà dato cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto nel vangelo di Luca

A ciò si potrebbe obiettare, dicendo che Gesù non previse siffatte conseguenze. Ma allora il "padre perdona loro perché non sanno ciò che fanno", va inteso su Gesù stesso...

Io, concordo sul fatto che Gesù sapesse eccome le conseguenze delle sue parole; i suoi verbi continui volti al futuro anteriore, indicano un'avverarsi nel futuro dei suoi proclami.

In attesa di sue risposte per avviare una discussione culturale proficua per entrambi, le porgo i miei saluti.

La guerra genera la proprietà, la proprietà alimenta la guerra.

(autore sconosciuto)

Fine dell'e-mail che ho ricevuto.

Così rispondo:

Da: claudio Simeoni

Inviato: lunedì

A: ...

Oggetto: R: Un'interessante questione

Buon giorno

Ho letto con attenzione quanto Lei ha scritto, ma la risposta è complessa.

Una pagina descrive il pensiero rispetto ad una questione specifica, ma l'insieme del pensiero è determinato da alcune migliaia di pagine dei siti web:

federazionepagana.it

stregoneriapagana.it

religionepagana.it

Siti che sono stati aperti perché il primo sito, federazionepagana.it non era in grado di contenere pagine.

La questione che Lei solleva appartiene alla necessità di descrivere il MALE ASSOLUTO proprio della Religione Pagana. I modelli che intervengono nella discussione sono Gesù, come modello di padrone che pretende che tutti si mettano in ginocchio davanti a lui in quanto egli è il padrone figlio del padrone, e il modello dello Stregone che è l'individuo che abita e vive nel mondo.

Premesso che Gesù, come persone, non è mai esistita (come non è mai esistito il Buddha, Mosé o Abramo). Tuttavia esistono quattro vangeli ufficiali della chiesa cattolica che, uniti a tutto il resto della bibbia, delineano una strategia di eversione esistenziale contro l'uomo a cui noi diamo il nome di Gesù di Nazareth (o il pazzo di Nazareth).

Tale strategia di eversione esistenziale, che noi chiamiamo Gesù, agisce sull'uomo nella primissima infanzia, su tutti i meccanismi della percezione, manipolando la struttura emotiva dell'individuo. Imporre all'individuo la malattia di dipendenza dell'uomo da un padrone, da un padre, da una provvidenza, da una necessità fideistica ha lo scopo di distruggere il divenire del singolo individuo e della società nel suo insieme.

I vangeli ufficiali sono strategie di guerra eversiva finalizzata alla conquista della struttura emotiva delle persone; dell'infanzia in particolare.

Basti pensare all'idea dell'insegnamento specchiato. Tutte le accuse che Gesù muove ai Farisei o ai Gran Sacerdoti nel Vangelo di Giovanni, rappresentano gli insegnamenti su ciò che devono fare i suoi seguaci per conquistare il potere.

La religione Pagana riconosce che a fondamento di ogni mondo, sia quello razionale quotidiano della forma, o, se preferisce dal punto di vista cristiano del Logos o del Verbo, il mondo di Zeus, che a fondamento del tempo come mondo o del mutamento come realtà fattiva, che è il mondo di Cronos, ci sta il mondo di Urano Stellato. Il mondo di Urano Stellato è il mondo emotivo.

La vita nasce con un'emozione.

Il mondo emotivo è il mondo in cui si muoveva e percepiva nostro nonno quando, diciamo essere unicellulare, nuotava nel brodo primordiale.

Dal mondo emotivo, sia come realtà in sé, sia come fondamento della nostra specifica esistenza (e di ogni altra specie e individuo della Natura), emergono il mutamento come mondo, Cronos, e il mondo razionale, Zeus.

Solo che nella nostra specifica esistenza, la qualità del mondo del mutamento che emerge dipende dalla manipolazione che l'oggettività mette in atto nei confronti della struttura emotiva del singolo individuo appena nato. Quando la manipolazione della struttura emotiva tende a rendere il soggetto dipendente da una provvidenza, da un accadimento, da un provveditore, da un padre, da un Dio padre, o da un'induzione di fede, ciò che emerge da quella struttura emotiva è una dipendenza da ogni forma che saprà soddisfare quella dipendenza: può essere la chiesa cattolica, i musulmani, i testimoni di Geova, o i buddhisti.

Tutti i vangeli sono una strategia militare per rendere le persone dipendenti dall'idea cristiana fin dalla prima infanzia. Da questo punto di vista, tutti i cristiani violentano i bambini, qualche cristiano lo fa anche fisicamente.

Diverso è il discorso per Hubbard. Lui soddisfa un altro bisogno, lo stesso che ha portato Bergoglio e Ratzinger a diventare papa, solo che non lo fa mediante il denaro, come Bergoglio e Ratzinger, ma proponendo un percorso di trasformazione soggettiva (per il quale si fa pagare).

Quel bisogno che Hubbard paventa di soddisfare, nessun cattolico potrà soddisfarlo in quanto il cattolico deve umiliare ogni persona perché "non si esalti davanti al suo dio padrone". (Paolo di Tarso)

Per sconfiggere Scientology è necessario proporre un percorso di sviluppo dell'uomo che sia oggettivamente più funzionale all'uomo stesso che non la sottomissione cristiana. Ne consegue che Lei può criticare Hubbard solo dimostrando che il percorso di Hubbard non è funzionale agli obbiettivi proposti e lo può fare solo proponendo un altro percorso, un'altra via percorrendo la quale l'uomo si trasforma in modo vantaggioso.

Dal momento che un eventuale "percorso" viene proposto ad un individuo adulto, tale percorso ha successo solo se l'individuo, che vuol fruire di quel percorso, fa un grande investimento emotivo (che spesso sfocia in patologie anche dolorose dal punto di vista psicologico) e mantiene quel percorso per molti anni finendo per morire mentre sta facendo quel percorso.

DOMANDA: ne vale la pena?

Io sono in grado di sviluppare un percorso di sviluppo dell'uomo, non certo un cristiano o un musulmano e tanto meno un ebreo o un buddista. Lo può trovare all'indirizzo:

Il Crogiolo dello Stregone

Anche se io ho sviluppato un percorso che permette all'uomo di percepire il mondo in maniera diversa da come è stato educato a percepirlo, o gli uomini intendono servirsene, oppure rimane inattivo. Resta un mio esercizio per mettere in ordine le idee della Stregoneria. Io l'ho definito, per come sono riuscito a definirlo e nessuno, oltre a me è stato in grado di farlo.

Il dibattito su Gesù è fatto apposta dai cristiani e dagli atei, in quel modo, per violentare l'articolo 3 della nostra Costituzione e impedire agli uomini di fruire dei diritti di cittadini.

Se oggi come oggi Gesù venisse arrestato in flagranza di reato, come è stato arrestato (vangelo di Marco), subirebbe una condanna per violenza sessuale a minori. Tale reato, scritto in quel modo, costituisce il modello comportamentale per tutti i preti cristiani: un vero e proprio atto di guerra contro l'infanzia.

 

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18 gennaio 2025

Mircea Eliade: quando le esigenze ideologiche nazi-fasciste manipolano la storia

Quando noi leggiamo di qualcuno che parla delle antiche religioni, dobbiamo conoscere esattamente il suo punto di vista sulla religione attuale.

Lo studioso al di fuori della realtà, non esiste. Nemmeno in campo scientifico in cui le opinioni sociali dello studioso influenzano ogni tipo di ricerca anche nel più ristretto ambito dei laboratori di sperimentazione. Tanto più nell'ambito delle discipline sociali e umane.

E' il caso del cristiano, praticante fascista, Mircea Eliade.

Scrive Wikipedia (poi, se volete, approfondite perché Wikipedia è spesso inattendibile) a proposito di Mircea Eliade:

Nel periodo in cui insegnò filosofia all'università di Bucarest, anche per la sua vicinanza a Nae Ionescu, Eliade manifestò una certa sua simpatia per il Movimento Legionario di Corneliu Codreanu, chiamato anche Guardia di ferro, formazione ultranazionalista in cui vedeva "una rivoluzione cristiana per una nuova Romania" e un gruppo "in grado di riconciliare la Romania con Dio". Negli anni 1936-1937 scrisse alcuni articoli filo-legionari, alcuni in elogio dei leader legionari Ion Moța e Vasile Marin, entrambi caduti come combattenti volontari nella guerra civile spagnola (a fianco delle truppe di Franco).

Ovviamente, questa impostazione si riflette nel modo di Mircea Eliade di leggere le religioni e la storia delle religioni dove tutto deve essere ricondotto e interpretato all'interno dei modelli ideologici cristiani o, comunque, fatti propri dal cristianesimo e proiettati per interpretare le "credenze" di altre e diverse religioni. Per esempio, quell'invenzione pitagorica-platonica della reincarnazione.

Questo concetto di reincarnazione (compresa la tripartizione sociale) nato dall'idea di onnipotenza di Platone (e Pitagora) e trasferito in India ad opera dei filosofi al seguito di Alessandro Magno, viene trattato da Mircea Eliade come se fosse un "prodotto tradizionale" dell'India. Una credenza dei "popoli ariani" che dall'India si spostarono in Europa.

Scrive Mircea Eliade:

Caratteri comuni delle cosmologie religiose.

Le cosmogonie e le cosmologie prodotte dal simbolismo e dalla mitologia confermano la teoria secondo la quale il cosmo è sempre il mondo dell'uomo e non un oggetto esterno sul quale si esercita una qualche forma di indagine. Si aggiunga che nelle visioni religiose del mondo assume un particolare risalto lo scopo etico, che di per sé non sarebbe implicito in modo evidente nella studio della natura o dell'astronomia.
Il comportamento richiesto all'uomo è spesso descritto e fa parte integrante della spiegazione della struttura del mondo. Anche elementi che a prima vista non paiono al lettore occidentale possedere un valore etico possono nondimeno rivelare qualcosa intorno alle regole che governano l'agire umano. Le tecniche del sacrificio o della caccia alle teste sono talora inserite all'interno della descrizione della struttura del cosmo.
Il rinnovamento del mondo celebrato nel corso della festa babilonese del Nuovo Anno costituisce un evento cosmico che non ha nulla a che fare con le moderne ricerche scientifiche, in quanto implica un rinnovamento osservabile soltanto nell'esistenza umana. Si pensi alle dottrine sulle ripetute nascite e rinascite (nell'induismo, nel Giainismo e nel Buddhismo): esse appartengono a tradizioni che parlano di cicli cosmici, di mondi molteplici e di serie successive di mondi. La profonda relazione tra macrocosmo e microcosmo, infine, che è largamente diffusa, rappresenta uno straordinario legame formale tra le più diverse visioni del cosmo.

Tratto da: Dizionario del Mito, a cura di Mircea Eliade, Editore Jaka book,2019, pag.

Che gli uomini considerano il cosmo come il mondo nel quale vivono, non c'è dubbio. Che gli uomini siano sottomessi ad un imperativo morale religioso o considerino l'imperativo morale di Dio il nemico da distruggere, divergono nel modo di pensare il divenuto del cosmo e la relazione che ha il cosmo con loro stessi.

Dice Mircea Eliade:

"Si pensi alle dottrine sulle ripetute nascite e rinascite... "

Va bene, ci penso.

Ora che ci ho pensato, quali sono i documenti antichi che parlano di "ripetute nascite e rinascite"?

Non certo quelli dell'induismo che, per quanto i seguaci dell'induismo vogliono farli passare per "antichi", l'antichità appare più nelle loro fantasie che non nella documentazione.

Per l'induismo, e in particolare per il RgVeda, noi abbiamo queste informazioni storiche (per brevità prendo da internet quanto mi sembra più serio):

In breve, il manoscritto più antico esistente è datato 1040 d.C. ed è stato trovato in Nepal.
I Veda erano originariamente un testo orale che veniva trasmesso attraverso la recitazione da una generazione all'altra. Iniziarono ad essere composti nel 1500 a.C. e sembrano essere stati completati nel 500 a.C.
Per molto tempo, il popolo vedico resistette ai tentativi di scriverli. La presunta ragione di ciò era che credevano che il potere dei Veda risiedesse nella corretta pronuncia delle parole dei Veda.
Ma alcuni studiosi moderni ipotizzano che, poiché l'élite sacerdotale derivava la sua superiorità dalla conoscenza dei Veda, la vera ragione della trasmissione orale fosse quella di confinare i Veda a circoli d'élite.
Sebbene intorno al tempo dell'Impero Gupta, intorno al 500 d.C., i Veda iniziarono ad essere trascritti su manoscritti di foglie di palma. La ragione di questo cambiamento di cuore non è nota.

Poiché i manoscritti di foglie di palma di solito durano tra poche decine di anni e 600 anni, tutti i manoscritti realizzati nel 500 d.C. sono estinti. C'è un manoscritto in Nepal datato 1040 d.C. che è sopravvissuto in qualche modo.

Oltre a questo, ci sono manoscritti datati tra il 1400 e il 1700. E ci sono molti altri manoscritti preparati sotto gli auspici della Compagnia britannica delle Indie Orientali datati tra il 1800 e il 1900. [ovviamente dopo cristo]

Da Internet

Noi non siamo in possesso di nessun documento che attesti le tesi religiose induiste antiche. Non metto in discussione che esistono reperti archeologici, ma i reperti archeologici dimostrano solo quanto il reperto archeologico rappresenta, non una cultura religiosa, né idee religiose.

Noi non siamo autorizzati ad associare ritrovamenti archeologici Afgani ai vari testi che descrivono l'ideologia induista se non ci sono elementi diretti per i quali il ritrovamento archeologico è direttamente collegato ai testi. E non siamo autorizzati nemmeno ad invocare una "precedente tradizione orale" se non esistono elementi d'insieme che dimostrano un contesto culturale d'insieme. Noi possiamo dire che Omero è stato preceduto da una tradizione orale, anche se non sappiamo quando è stata elaborata, perché la diversificazione, in epoca antica, dei vari soggetti riscontrati in Omero furono diffusi dalla Tracia alla Sicilia, dall'Iran all'intero mediterraneo. Inoltre sono riportati in vari e diversi documenti.

Inoltre, manchiamo dei contenuti ideologici religiosi. Platone si inventa la reincarnazione prendendo da Pitagora che si inventa la "metempsicosi". Ma noi non abbiamo testimonianze che nel resto del mondo tale credenza era in essere. Sappiamo perché Pitagora e Platone si inventano tali escamotage ideologici. I perché sono legati alla necessità del controllo sociale, di dominio, in quanto sia Platone che Pitagora si identificavano con l'aristocrazia e i dittatori e dovevano legittimare la superiorità dell'aristocrazia e dei dittatori sui loro dominati.

Quando i filosofi al seguito di Alessandro Magno vanno in India, non ci dicono che i Gimnosofisti credessero nella reincarnazione mentre, al contrario, molti filosofi al seguito di Alessandro Magno, provenienti dall'Accademia di Platone, credevano nella reincarnazione.

Il desiderio di vedere una civiltà indiana ultra millenaria che giustifichi la superiorità di razza in una credenza sulla reincarnazione, non è altro che il desiderio di eternità degli assolutisti falliti.

Parli della reincarnazione riferendoti all'India, ma non parli della reincarnazione riferendoti a Platone. Per uno studioso delle religioni, ciò appare ridicolo. Ma è più probabile che sia un atto di malafede: da fascista e nazista!

Una volta che hai inventato un oggetto a cui sottomettere la credenza degli uomini, ovviamente lo devi riempire di enfasi in modo che l'ascoltatore si meravigli e si identifichi in esso:

"La profonda relazione tra macrocosmo e microcosmo, infine, che è largamente diffusa, rappresenta uno straordinario legame formale tra le più diverse visioni del cosmo."

L'enfasi copre l'inganno dell'affermazione, come nei film di Hollywood.

Questo non è un modo onesto di parlare di religione. Solo un modo violentemente disonesto.

 

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17 gennaio 2025

Riflessione sui Mirabeau di oggi

C'era una vecchia riflessione che feci nel settembre del 2013 mentre lavoravo attorno al primo volume della Teoria della Filosofia Aperta a proposito di un tale Mirabeau che partecipò alla Rivoluzione Francese.

Mirabeau, 1749 – 1791, disprezzato dai nobili, si fece eleggere come rappresentante del Terzo Stato (mi ricorda oggi come molte persone dall'ideologia nazional-socialista si facciano eleggere con i voti del Partito democratico) e quando la monarchia fu in pericolo per la rivoluzione francese [come oggi per Silvio Berlusconi] divenne segretamente un sostenitore di Luigi XVI e di Maria Antonietta.

Fingendo id lavorare per l'Assemblea Costituente [come oggi molti esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle] in realtà parteggia per la dittatura monarchica. Come quegli esponenti del Partito democratico di oggi che, che a parole difendono i diritti umani, ma in realtà vedono con complicità le deportazioni degli immigrati e l'imposizione del lavoro nero e sottopagato per favorire l'imprenditoria contro i diritti civili.

Mirabeau affermava:

"La dichiarazione è necessaria", concludeva Mirabeau, "per la ragione che l'ignoranza e il disprezzo dei diritti naturali sono l'unica causa delle pubbliche sventure e della corruzione de'i governi".

(Riportato da Giuseppe Ferrari)

L'uomo che disse questo durante la Rivoluzione Francese era chiamato "l'oratore del popolo". Alla sua morte si scoprì che, in realtà, stava lavorando per il re di Francia e la sua corte nella speranza di diventare ministro della monarchia francese.

E' mia ferma convinzione, desunta dai comportamenti pubblici, che sia la stessa cosa di Rutelli, Veltroni, Renzi, Violante, Napolitano, ecc.

Aspetteremo che loro muoiano per conoscere la relazione che esisteva fra i loro proclami e gli obbiettivi reali che perseguivano con i loro voti, le loro decisioni, le loro azioni, che oggi appaiono in contrasto con le dichiarazioni come per Mirabeau.

Mirabeau dopo essere stato sepolto al Pantheon con tutti gli onori, scoperti i suoi reali intendimenti, si sono prese le spoglie e gettate nelle fogne.

Non è vero che la storia si ripete. Si ripetono gli interessi che trovano sempre servi più realisti del re (leggi, più fascisti dei nazi-fascisti = nazi-fascismo, ideologia che impone la sottomissione dell'uomo alle Istituzioni che, rispetto all'uomo, si ergono da padrone!).

[foto presa da Wikipedia]

 

17 gennaio 2025

Concepire una realtà diversa quando la realtà sociale
impone la propria visione su ogni singolo individuo

Noi possiamo parlare della concezione del mondo, di come pensiamo la realtà in cui viviamo.

Tale concezione del mondo può essere più o meno utile a chi ci legge, ma sicuramente non può essere condivisa senza un'attenta analisi perché, avendo pochi elementi in comune con la struttura ideologica imposta nell'infanzia entro la quale si è costretti a veicolare le emozioni, induce ad uno squilibrio fra le "risposte automatiche" alle sollecitazioni del mondo e la possibilità di veicolazione emotiva delle persone che vorrebbero far propria tale concezione del mondo.

La tendenza di chi ci legge è quella di difendere le proprie concezioni del mondo per salvaguardare la qualità della propria veicolazione emotiva che, altrimenti, dovrebbero subire una ristrutturazione e un riadattamento che, quando fatto in età adulta, comporta sempre una certa quantità di dolore psicologico.

La fissità della concezione del mondo, imposta dal cristianesimo, viene fatta mediante il tipo di "famiglia" imposta dal cristianesimo in cui la dualità "padre-madre" sanciscono una proprietà sui figli che vengono, in quanto proprietà, separati dal resto della società.

In sostanza, il bambino vive una sorte di assolutezza, separato dalla società, in cui il modello comportamentale della madre e del padre nei suoi confronti diventano il modello da imitare quando, uscito dall'ambito strettamente familiare, dovrà confrontarsi col resto della società.

Quel bambino non cambierà la visione del mondo imposta dai comportamenti dei genitori nei suoi confronti, ma la adatterà alla società per ottenere delle risposte sociali meno dolorose o più confacenti a quello che lui è diventato in "famiglia".

Solo grandi dolori o forti delusioni, dopo conflitti più o meno grandi, gli adattamenti messi in atto dal bambino in famiglia, quando non confacenti alle regole sociali, potranno essere modificati. Nella società il bambino cercherà sempre quella struttura ideologica che gli permette di giustificare le proprie tendenze maturate in famiglia.

Questo è il motivo per cui un modo di pensare il mondo diverso da quello cristiano fatica non solo a diffondersi, ma anche ad essere discusso da persone che cercano sì cose nuove, ma le cose nuove che cercano sono quelle che loro immaginano e desiderano all'interno dell'educazione infantile subita.

Se poi aggiungete che i cristiani aggiungono la violenza illegale contro le singole persone che pensano in maniera diversa da loro per garantirsi la sottomissione e la deferenza, il discorso si fa ancora più complesso.

Che fare dunque?

Manifestare la propria idea del mondo. Giustificarla e discuterla. Manifestarla come necessità perché questa azione, assieme a tutte le diverse spinte che si manifestano nella società, contribuisce ad intaccare tutti quegli elementi con cui il cristianesimo impone la sua malattia chiamata fede.

Ad esempio: fermare la violenza, in famiglia criminalizzando la famiglia dei ruoli quando uno dei componenti non rispetta l'altro, la sua persona o il suo corpo; condannare tute le imposizioni violente in famiglia, che nella società si trasformano in violenza e in prevaricazione; aumentare l'informazione e non chiudere il bambino nell'ambito delle relazioni familiari; favorire i matrimoni gay, il diritto a morire quando lo si desidera, il dovere di abortire o dell'informazione sulla sessualità responsabile, i diritti sociali nei confronti delle Istituzioni; favorire la partecipazione del bambino all'attività degli adulti nella società...

Tutte queste tendenze sono in moto, indipendentemente da chi pratica Religione Pagana, ma chi pratica Religione Pagana deve manifestare il proprio pensiero e la propria visione del mondo anche con lo scopo di dare uno sbocco etico e morale a queste tendenze di liberazione dell'uomo nella società.

Non si tratta di dire: mi capite o non mi capite.

Si tratta di dire le cose, come e con i mezzi di cui si dispone per dirle. Il fine per cui raccontiamo la nostra visione della vita è la necessità di rispondere alle nostre sollecitazioni soggettive, ma gli effetti è quello di partecipare alla trasformazione della società e di fornire elementi per giustificare alcuni cambiamenti della direzione della veicolazione emotiva degli uomini per una società migliore di quella che abbiamo trovato.

 

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16 gennaio 2025

Pensare gli Dèi della Religione Pagana

Penso che la cosa più difficile da far capire anche a chi chiama sé stesso "pagano" ma è nato e costruito educazionalmente è il modo con cui la Federazione Pagana tratta LA NATURA DEGLI DEI.

Capire la Natura degli Dèi è un buon inizio per capire la natura della Religione Pagana. Permette di capire perché la Religione Pagana è una religione senza fede.

Dire che gli Dèi sono dentro e fuori di noi è un concetto culturalmente abbastanza comprensibile, ma dire che ogni frammento di tensione emotiva, di struttura fisica, di pulsione, dentro di noi o che si esprime da noi è il frammento del corpo immenso di un dio e dire che, esercitando la nostra volontà, negli intenti specifici della nostra esistenza, noi possiamo diventare quel singolo frammento selezionandolo dall'immenso delle possibilità divine che abbiamo dentro appare estremamente difficile.

Ancor di più quando affermiamo che con le nostre scelte, attivando quel frammento divino chiamiamo le tensioni di quel Dio alla nostra coscienza affinché abiti la nostra azione, appare quasi blasfemo per i cristiani costretti a sottomettersi al loro Dio e a subire la sua volontà.

Sia i cristiani che quasi tutti coloro che chiamano sé stessi Pagani pensano il loro Dio o gli Dèi come dei soggetti separati dalla vita a cui bisogna sottomettersi.

Dopo aver detto questo è necessario scrivere almeno cinquanta libri solo per iniziare a sviluppare in maniera sufficientemente coerente tale "visione". Questo non tanto perché servono tanti libri per descrivere quest'idea, ma serve scrivere i libri per confutare ogni idea che allontana l'uomo dall'uso del divino che ha dentro di sé costringendolo a sottomettersi a descrizioni di un Dio o degli Dèi che abitano fuori dal mondo e che costringono l'uomo alla sottomissione.

 

16 gennaio 2025

Le rappresentazioni della storia

Ci sono degli eventi nella storia degli ultimi 2000 anni dai quali le idee dell'uomo non possono prescindere. Questi eventi diventano il limite e l'origine del nostro modo di pensare il divenuto delle idee e il loro possibile sviluppo.

Per esempio: nessuno può non pensare come la rivoluzione francese, la rivoluzione russa, la prima guerra mondiale, l'avvento del nazismo, non siano elementi così totalizzanti nella storia dell'uomo da poter parlare della storia delle idee prescindendo da tali avvenimenti.

Noi siamo figli di tali accadimenti. Le nostre idee sociali, religiose o filosofiche, si sono plasmate tenendo presente tali avvenimenti.

Eppure, gli Stregoni individuano un altro tipo di accadimenti.

Una specie di by pass che, saltando il coinvolgimento dell'avvenimento storico, ricostituisce una reazione all'avvenimento vissuto mediante l'attivazione di un richiamo emotivo ai desideri precedenti l'avvenimento tanto da ricostruire, coinvolgendo ricordi emotivi residuali dell'educazione precedente l'avvenimento, percorsi che stravolgono senso e significato dell'avvenimento stesso.

E' il caso dei sansimoniani per la rivoluzione francese, dei cristiani ortodossi russi per la rivoluzione russa, il grande capitale e la finanza per la prima guerra mondiale, il cristianesimo e l'ebraismo per il nazismo.

In sostanza, le idee sociali precedenti alla rivoluzione francese vengono ripristinate dai sansimoniani (e poi segue Napoleone), le idee precedenti al rivoluzione sovietica vengono ripristinate dalla chiesa cristiana ortodossa, le idee sociali modificate con la prima guerra mondiale vengono incanalate e ripristinate dal grande capitale e dalla finanza internazionale con la chiesa cattolica il colonialismo, il fascismo e il nazismo; le idee che hanno portato alla nascita del nazismo vengono ripristinate dall'ebraismo, dal cattolicesimo e dal disfacimento dello stato sociale. Quello stato di diritto dei cittadini sorto come reazione all'assolutismo dittatoriale.

Secondo la Stregoneria non è sufficiente guardare agli avvenimenti della storia, ma è necessario osservare il lavoro delle talpe che scavano nel sottobosco dell'emotività umana. Distribuiscono interessi e privilegi che, se al momento appaiono irrilevanti, hanno la funzione di distruggere il divenire delle forme di libertà, soggettiva e sociali, conquistate dall'avvenimento vissuto.

Nelle scuole si insegnerà la "rivoluzione francese", ma non i meccanismi della restaurazione dell'assolutismo. Si parlerà della "rivoluzione Russa", ma non della restaurazione dei principi antisociali da parte della chiesa cristiana ortodossa. Si oparlerà della seconda guerra mondiale, della sconfitta della Germania nazista, ma non della restaurazione del nazismo ad opera dei cristiani cattolici, protestanti, ortodossi e degli ebrei.

L'assolutismo era prima della "rivoluzione Francese" e viene restaurato subito dopo; i servi della gleba erano prima della "rivoluzione russa" e quelle condizioni vengono restaurate dopo la fine dell'URSS; Il nazismo viene sconfitto per essere nuovamente restaurato.

I nomi dei protagonisti cambiano, rimane l'ideologia che si presenta, vecchia, ma con un nuovo lifting, capace di suscitare l'idea che qualcuno verrà con grande potenza sulle nubi a risolvere i problemi di chi non è in grado di affrontare la propria realtà.

 

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15 gennaio 2025

Parmenide, il delirio e la malattia psichiatrica

Il racconto di un delirio come premessa di verità in essere, che possono essere rivelate, per stupire lo spettatore con le meraviglie narrate. E, dopo aver raccontato le meraviglie e aver stupito, scatta l'inganno che impone allo spettatore credenza, accettazione e sottomissione.

Lo spettatore ascolta il fantastico e si illude che quel fantastico raccontato sia una cosa reale che lui ignora ma che, il suo narratore, ha visto come un oggetto reale a lui ignoto. Il narratore diventa testimone di una realtà, invitando l'ascoltatore a credere in essa.

Gran parte della filosofia e della mistica ha le sue radici nella malattia mentale, in visioni fantasmagoriche, in allucinazioni, che allontanano l'individuo dalla realtà vissuta.

Se le farneticazioni allucinatorie sono facilmente identificabili e riconducibili ad un quadro patologico, diventa difficile, a volte, distinguere il malato mentale che descrive le proprie allucinazioni dal truffatore che inventa visioni fantasmagoriche per costringere gli ascoltatori ad accettare come reale l'oggetto delle sue farneticazioni spingendolo alla sottomissione ad esse.

In campo filosofico e in campo mistico si ha a che fare sesso con malati mentali. I contenuti ideologici, espressi dalla malattia mentale, hanno una, e una sola, componente: l'onnipotenza del delirante che chiede ai suoi ascoltatori di accoglierlo come l'onnipotente, il messaggero divino, potatore di una verità assoluta che chiede sottomissione.

Alcuni di questi caratteri sono propri della schizofrenia. In passato, molte forme di schizofrenia non erano riconosciute come forme di malattia, ma accettate o combattute, per i contenuti allucinatori e deliranti che manifestavano.

Scrive il Dott. Stefano Pallanti

"La schizofrenia è una malattia mentale, purtroppo non rara, che colpisce in giovane età una persona su cento."

"I sintomi includono deliri, cioè false convinzioni, allucinazioni, cioè false percezioni, generalmente voci, difficoltà di pensiero, di sentimento, di comportamento talora con totale chiusura e disinteresse al mondo."

Tratto da: "vivere con voci, vivere nel silenzio" di Stefano Pallanti, Editore Nuova Italia Scientifica, 1997, pag. 7.

Caratteristica della schizofrenia e di altre forme di malattia mentale sono le allucinazioni. Oggi sono state studiate dalla psichiatria e si possono definire, ma certamente questo non avveniva 2500 anni fa. Si finiva per accettare acriticamente le farneticazioni allucinatorie come un oggetto del discutere.

Scrive Parmenide nel suo "Poema sulla natura":

"Le cavalle che mi portano fin dove l'animo giunge mi trascinavano, dopo avermi avviato sulla strada ricca di canti, divina, che porta l'uomo sapiente per tutte le cose che siano.
Era lì che viaggiavo: le cavalle scaltrite lì mi portavano tirando il carro, fanciulle guidavano il loro percorso. Suono d'organo l'asse mandava nelle sue sedi surriscaldato (era mosso da entrambe le ruote rotanti da una parte e dall'altra), mentre a spronare s'affaticavano le figlie del Sole, appena uscite dalla casa della Notte, verso la luce, dopo essersi tolte il velo dal capo.
Lì è il portale che segna il cammino della Notte e del Giorno, un architrave gli fa da cornice e una soglia petrigna, lo chiudono grandi battenti che toccano il cielo: la Giustizia preposta alle pene detiene le chiavi girevoli.
Rivolgendosi a lei le fanciulle con dolci parole seppero ben persuaderla a togliere subito via dalla porta la spranga a serrami; attraverso i battenti schiuse la porta un vuoto infinito, mentre s'apriva ruotando nelle bandelle argute i cardini di bronzo, con ferramenta e chiodi ben fissi; dritto lì dentro le fanciulle guidarono lungo la strada le cavalle ed il carro.
Benigna m'accolse la Dea, con la mano mi prese la mano destra, così cominciava a parlarmi e diceva:
Figlio, compagno ad aurighe e cavalle immortali che ti portano, giungendo alla nostra casa rallegrati, perché non una sorte maligna t'ha fatto venire su questa strada (certo è lontana dalla pista degli uomini), ma legge e giustizia. Bisogna che tutto tu sappia, sia della verità rotonda il sapere incrollabile sia ciò che sembra agli uomini, privo di vera certezza.Saprai tuttavia anche questo, perché le parvenze dovevano plausibilmente stare in un tutto, pur tutte restando.

Parmenide, Poema sulla Natura, 1-30, 2000, Editore BUR, pag. 147 e 149

Il proemio del "Poema sulla natura" di Parmenide si apre con un'elevazione di Parmenide a messaggero divino. Parmenide è scelto dal Dio, o dalla Dea, per conoscere la "verità dell'esistente" e fare da messaggero a tale verità.

E' la persona Parmenide che viene elevata dalla divinità sopra tutti gli uomini. Parmenide parla con la Dea. Parmenide portatore di una verità che per gli altri uomini è sconosciuta e inconoscibile ma che lui rivela affermandola perché appresa dalla Dea. Parmenide non pensa, non elabora un suo pensiero, Parmenide è il messaggero della Dea. Parmenide non può mentire perché mentirebbe la Dea. Chi dice che Parmenide dice delle sciocchezze, dice che la Dea dice delle sciocchezze e ciò, forse per alcuni, suonerebbe come blasfemo. Ma, in realtà, blasfemo è Parmenide che, incapace di assumersi la responsabilità del proprio pensiero, preferisce attribuirlo alla Dea affinché nessuno possa criticarlo o metterlo in discussione.

Non è il lavoro, lo studio, l'esplorazione, l'impegno che ha portato Parmenide a conoscere meccanismi dell'universo, ma la rivelazione diretta della Dea che eleva Parmenide al di sopra degli uomini.

E cosa dice la Dea a Parmenide?

Gli dice forse che "mettendo lo sterco nei solchi arati le spighe crescono più nutrite?" oppure gli dice che "curare i cavalli permette di percorrere più agevolmente le strade del mondo?"

No, nulla di tutto questo. Nulla che sia utile agli uomini come soggetti.

L'allucinazione regala a Parmenide una farneticazione sofista:

"Ecco che ora ti dico, e tu fa tesoro del detto, quelle che sono le sole due vie di ricerca pensabili: l'una com'"è", e come impossibile sia che "non sia", di persuasione è la strada, ché a verità s'accompagna, l'altra come "non è", come sia necessario "non sia", che ti dichiaro sentiero del tutto estraneo al sapere: mai capiresti ciò che "non è", è cosa impossibile, né definirlo potresti..."

Parmenide, Poema sulla Natura, 1-30, 2000, Editore BUR, pag. 149

"Mai sarà dimostrato che non esista ciò che non è" il che significa che puoi farneticare e fantasticare su cose che non esistono perché nessuno potrà mai dimostrare che non esistono cose che non sono.

E davanti a questo si rimane perplessi. Quando Parmenide dice:

"Le cavalle che mi portano fin dove l'animo giunge mi trascinavano, dopo avermi avviato sulla strada ricca di canti, divina, che porta l'uomo sapiente per tutte le cose che siano."

Si tratta di una condizione poetico-simbolica, di un'allucinazione o di un inganno?

Se aveva delle idee sulla natura, diverse dai suoi contemporanei, avrebbe potuto dire "io ho queste idee". Ma se aveva paura di essere deriso per le sciocchezze che le sue idee contenevano, allora era necessario metterle in bocca ad un Dio o ad una Dea e nessuno, secondo la sua idea, avrebbe potuto contestare le parole di un Dio o di una Dea.

Ma allora non è solo allucinazione da malattia mentale, è volontà di ingannare gli uomini per sottometterli a sé. Al proprio delirio di onnipotenza.

Certo che, se nel suo delirio di onnipotenza avesse detto:

"Il Dio dice che il grano deve essere mietuto a giugno!" che questo glielo avesse detto il Dio (vedi Saturno a Roma) posso anche crederlo perché tagliare il grano a giugno è nel mio interesse. Ma che l'effetto dell'allucinazione descritta da Parmenide sia quell'affermazione di banalità sofista priva di contenuti, è un evidente delirio.

Poco ha Giovanni Cerri, nelle note-commento a giustificare gli effetti del delirio di Parmenide dicendo:

"Eraclito aveva detto (fr 103 D-K) "inizio e termine coincidono sulla circonferenza del cerchio". Risulta ancora più evidente, di quanto sarebbe risultato anche senza il confronto con il frammento di Eraclito, che Parmenide implica una sorta di "circolarità" della ricerca scientifica e del discorso che la espone, concezione che del resto risulta esplicita nell'epiteto "ben rotonda" riferito alla verità nei versi conclusivi del Proemio."

P. 202

Che Eraclito affermi che in una circonferenza inizio e fine coincidono, è un'affermazione, per quanto ci è dato sapere, limitata nella figura geometrica della circonferenza di un cerchio.

Usare questa citazione eraclitea per avallare un concetto sofista, privo di contenuti e privo di riferimenti su cui si regge, il cui fine è legittimare la menzogna attorno a cose che non esistono perché non si può dimostrare che non esistono, come il concetto di "tutto" di Parmenide, mi sembra alquanto disonesto.

D'altra parte, le affermazioni di Parmenide appaiono coerenti col sistema di allucinazioni preso in considerazione dalla psichiatria moderna:

Allucinazioni visive.

Non si presentano mai in condizioni di coscienza lucida e vigile, ma quando l'intero rapporto con la realtà è alterato; allora le percezioni si fanno incerte, il significato delle cose appare trasformato, le ombre acquistano consistenza, le persone e gli oggetti non vengono più riconosciuti, mentre il mondo esterno si popola di immagini oniriche. Le allucinazioni visive comprendono i fotomi che sono allucinazioni elementari non differenziate come bagliori luminosi, colori, lampi, scintille o figure geometriche semplici, le percezioni illusorie in rapido movimento dove si vedono veloci sequenze sceniche frammentarie in cui compaiono piccoli oggetti in movimento o animali come topi, ragni, conigli che sembrano dirigersi verso il soggetto impaurito, e le visioni ricche di particolari di solito a contenuto religioso, allegorico, mitologico, ora immobili, ora in rapida successione scenica. Le immagini allucinatorie possono essere di grandezza naturale, o minuscole (allucinazioni lillipuziane), oppure gigantesche (allucinazioni gulliveriane). Il più delle volte colorate, queste visioni hanno una tonalità affettiva euforica ed esaltante, come nelle visioni mistiche o negli stati estatici, oppure passionale, come nelle visioni erotiche. Lo svolgersi delle sequenze è analogo a quello dei sogni.

Enciclopedia di Psicologia, Galimberti, voce "allucinazioni", Editore Garzanti, 1999

Questo modo di presentare farneticazioni, che in età attuale si traduce in "In verità, in verità vi dico..." è proprio dei deliranti che vogliono far passare il proprio delirio come una "ricerca scientifica". Per loro è ricerca scientifica l'affermazione di oggetti irreali, prodotti dal loro delirio, che vengono spacciati come veri perché non si può dimostrare la non esistenza di un oggetto che non esiste.

La tecnica del delirio, spacciato per "manifestazione di una realtà altra", è alla base della bibbia cristiana, anche lasciando perdere, in questa riflessione, i vangeli cristiani.

Per esempio, il delirio di Elia in 2 Re 2, 11-12

Continuarono a camminare e a parlare. Un carro di fuoco con cavalli di fuoco passò in mezzo a loro. Elia fu rapito in cielo in un turbine di vento. Eliseo riuscì a vedere e gridò: 'Elia, padre mio! Difesa e forza d'Israele'. Poi non lo vide più.

2 Re 2, 11-12

Oppure il delirio da malato mentale di Ezechiele in Ezechiele 1, 22-28

Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l'una di contro all'altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo. Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento.
Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste. Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco.
Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l'aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.

Ezechiele 1, 26-28

Tutto questo che cosa dice il delirante ai lettori?

Dio esiste. Esiste il paradiso. Esistono i cieli. Esiste l'onnipotente.

Esiste la verità divina. Io sono stato trasportato per vedere la realtà divina e voi vi dovete sottomettere alla realtà divina che io vi ho raccontato.

Indubbio che la camicia di forza e un ricovero ospedaliero coatto andava benissimo, invece si è spacciato questo come se fosse un cosa reale e, attraverso la manipolazione mentale come inventata dagli ebrei (vedi Deuteronomio), ha finito per essere imposta come verità aprioristica, generazione dopo generazione, convincendo degli assassini che loro potevano uccidere perché erano il popolo eletto da Dio.

Poi ci sono quelli che non lasciano dubbi sulla loro volontà di truffare, come Platone nel Fedro. I loro deliri sono pure invenzioni di dittatori che vogliono legittimare la loro condizione di dittatori che dominano sugli uomini.

Dei deliri di Platone, messi in bocca a Socrate, nel Fedro, ne parlerò a parte.

 

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14 gennaio 2025

Riflessione sulla contemplazione nella Religione Pagana

Parlare del Crogiolo dello Stregone e degli elementi che lo compongono è sempre più complesso.

Nel parlare delle tre arti della magia nella pratica di Stregoneria sono costretto ad approfondire continuamente la filosofia e la cultura che attorno ai singoli elementi è venuta formandosi negli ultimi 200 anni.

E' il caso della Contemplazione. Per spiegarla devo trattare, fra l'altro il principio di indeterminazione enunciato da Heisemberg. Anche se ho già dimostrato come la filosofia abbia usato tale enunciato in maniera creazionista, fantasiosa e irreale, sta di fatto che trattando della Contemplazione non si può prescindere da tale principio che viene usato tanto pomposamente da filosofi pappagalli.

In sostanza, il principio di Heisemberg mette in relazione l'oggetto contemplato nella dimensione spazio (posizione) in relazione al tempo (mutamento), inoltre non considera l'oggetto contemplato soggetto in trasformazione (se non per l'azione dell'osservatore) e, tanto meno, considera l'oggetto contemplato un soggetto contemplatore, a sua volta, che modifica il soggetto che lo contempla, contemplandolo.

In questo gioco di relazione della contemplazione, proprio della Stregoneria e della Religione Pagana, non viene presa in considerazione la "struttura emotiva" di contemplato-contemplatore e contemplatore-contemplato, che rappresenta la reciproca struttura intima o "essenza prima" degli oggetti in relazione che modificandosi continuamente modifica contemplato-contemplatore e contemplatore-contemplato.

Quando usiamo questo meccanismo nelle relazioni quotidiane o su scala più ampia, noi possiamo pensarci di vivere in un mondo che contempliamo e che ci contempla costruendo delle continue relazioni che modificano continuamente i soggetti che lo abitano. Sia per la volontà dei soggetti di abitare il mondo sia per la condizione dei soggetti di abitare delle relazioni di contemplazione reciproca alle quali i soggetti mettono in atto azioni adattative.

La questione passa nell'ambito della Stregoneria quando si riconosce che non solo i soggetti hanno una propria volontà e propri interessi per alimentare un'azione contemplativa reciproca, ma quando la relazione viene pensata come "oggetto in sé" al di là e oltre i soggetti che quella relazione mettono in atto, che di fatto andrebbe considerato "i soggetti abitano quella relazione". In Stregoneria, i soggetti non costruiscono una relazione mediante una reciproca contemplazione, ma abitano, e alimentano, una relazione in essere al di là che quella relazione nasca dalla volontà dei soggetti di costruirla o la relazione stessa abbia chiamato i soggetti ad abitarla.

 

14 gennaio 2025

La realtà divenuta attraverso una storia di trasformazioni sociali

Nell'agosto del 2013, mentre stavo scrivendo la Teoria della Filosofia Aperta riflettevo su aspetti filosofici che avevo ignorato quasi 20 anni prima nella prima bozza della prima Teoria della Filosofia Aperta.

scrivevo:

Nella Teoria della Filosofia Aperta, scritta nel 1995, furono tralasciati molti aspetti della filosofia che intervenivano nella formazione del pensiero filosofico, il pensiero con cui si guarda alla realtà, proprio della Stregoneria e della Religione Pagana.

Uno di questi concetti, nella storia della filosofia, va sotto il nome di "materialismo storico e dialettico".

In questo concetto, per la prima volta nella storia della filosofia, veniva introdotto il concetto di tempo, di trasformazione (trasformazione del soggetto o dei soggetti mediante le relazioni alimentate da interessi reciproci che intrattengono nella quotidianità) veniva introdotto il fattore TEMPO.

Veniva introdotto il concetto secondo cui il presente era il prodotto di trasformazioni precedenti. Di presenti precedenti che si erano trasformati date le loro condizioni d'esistenza.

In sostanza, il presente non era voluto o determinato dal Dio padrone, come nella filosofia idealista o esistenzialista, ma era determinato dall'agire dei soggetti nel loro presente.

Anche se Marx e Engels non erano in grado di definire l'insieme dei fattori storici che intervenivano a formare il presente; anche se Marx ed Engels continuavano a considerare, perché non lo mettevano in discussione nel ragionamento pratico, l'uomo creato da dio o l'uomo come soggetto, l'uomo ad immagine del Dio padrone dei cristiani; pensarono l'uomo quale protagonista della sua storia in quanto agente in un'oggettività pensata ancora come passiva.

Tuttavia, l'introduzione nella filosofia del concetto "tempo" come elemento di trasformazione dei soggetti nella loro oggettività, rimane la più grande rivoluzione in campo filosofico da Platone al diciannovesimo secolo riprendendo il discorso filosofico lasciato in sospeso dalla filosofia ionica.

Pensare la storia come un prodotto della volontà del Dio padrone o pensare la storia come il prodotto delle relazioni reciproche dei soggetti che partecipano alle relazioni, con tutte le limitazioni e gli errori di valutazione che dopo un secolo e mezzo possiamo rilevare, è sicuramente la più grande contrapposizione filosofica del nostro tempo.

Una posizione filosofica che non viene superata dal primo darwinismo che nelle mani di Spencer costruisce la giustificazione della superiorità della razza.

Ci sono altre rivoluzioni del pensiero umano del XX secolo, prima fra tutte la scoperta e la teorizzazione dell'inconscio di Freud o i legami emotivi fra tutti gli Esseri della Natura, scoperti da Lorenz. Tuttavia, senza l'introduzione del tempo come protagonista della riflessione filosofica, operata da Marx ed Engels gli sviluppi successivi della filosofia non avrebbero potuto essere considerati nell'insieme della vita.

E' attraverso l'idea del "materialismo storico e dialettico" che la filosofia cessa di descrivere un presente statico per porsi il problema del "futuro". Di ciò che succederà dopo. Di quali sono le conseguenze dell'agire umano oggi e di come l'agire umano produrrà un diverso presente.

Il Dio cristiano cessa di essere il protagonista della storia e l'uomo assume il ruolo centrale nel determinare le condizioni della propria esistenza e, con il concetto di uomo in generale, ogni singolo uomo, che abbia o non abbia potere, si assume la responsabilità delle proprie azioni sia nell'attimo presente del proprio vissuto, sia nelle conseguenze che le sue azioni comportano nella modificazione della struttura sociale in cui vive.

 

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13 gennaio 2025

La Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

La Partita Mondiale di Calcio della Filosofia è una visione mistico-teologica della filosofia metafisica come comunemente è insegnata e raccontata in ambito culturale e scolastico.

Che cos'è la filosofia metafisica?

La filosofia metafisica è l'arte logico-razionale mediante la quale costringere gli uomini e le donne in schiavitù, sottomessi, comunque siano le condizioni attraverso le quali questo avviene. Sottomissione significa privare uomini e donne della proprietà assolta del proprio corpo e della proprietà assoluta del loro tempo d'esistenza. La sottomissione ruba a uomini e donne parte del loro corpo e delle sue funzioni (imponendo doveri o imperativi morali in contrasto con i loro desideri) e parte del loro tempo mediante imposizioni sociali che, spesso, non sono contrattate dalle parti (obblighi di lavoro, obblighi di partecipazione sociale, ecc.). La filosofia metafisica nasce dalla necessità di sottomettere uomini e donne a condizioni estranee agli uomini e alle donne.

La liberazione, sia dalla sottomissione, sia dalle strategie dialettiche attraverso le quali viene ingabbiata la soluzione di ogni tensione, individuale o collettiva, per uscire dalla sottomissione, da quella cultura, da quel tempo storico, passa attraverso l'elaborazione di una filosofia metafisica antagonista alla filosofia metafisica che definisce il diritto di sottomettere l'uomo.

      

La filosofia metafisica è il tutto ideologico entro il quale l'uomo vive. Rendere la filosofia metafisica noiosa e superficiale è l'arte di chi, controllando il dominio dell'uomo sull'uomo, impedisce lo sviluppo di ogni forma di dibattito affinché l'uomo non esca dalla condizione di sottomissione, ma esaurisca nel "nulla di fatto" le proprie spinte pulsionali alla ricerca di condizioni esistenziali diverse.

Da questa considerazione nasce l'idea della Partita Mondiale di Calcio della Filosofia. Uno scontro che vede in campo 60 filosofi che nel corso della storia sono stati fra i protagonisti del pensiero umano occidentale.

Le loro idee vengono messe a confronto. Le loro idee non sono le idee che vengono usate comunemente dalla cultura per omaggiare questo o quel filosofo, ma sono le idee che hanno caratterizzato l'essenza e il significato reale dei loro scritti.

Nel corso della costruzione di questo lavoro è sorta la necessità di scrivere le biografie di quei 60 filosofi. Ne è nata un'opera in tre volumi pubblicata precedentemente e a parte. Sono consapevole che per scrivere la biografia di 60 filosofi sono necessari almeno 60 volumi, ma il mio scopo non era quello di scrivere delle biografie che entrassero in concorrenza con le biografie presenti sul mercato a cui tanti studiosi hanno dedicato il loro lavoro.

           

Il mio scopo era quello di tentare di capire le condizioni di vita dei filosofi e i loro progetti esistenziali alla base della formazione del loro pensiero filosofico. Quali condizioni di vita, quali progetti ha fatto propri il filosofo che ha giustificato con le sue idee filosofiche?

Il primo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Socrate a Maometto.

Il secondo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Tommaso d'Aquino a Michail Bakunin.

Il terzo volume tratta le biografie dei filosofi nel periodo storico da Karl Marx a Jean-Paul Sartre giungendo fino ai giorni nostri.

Non è stato semplice, per me, sviluppare questo tipo di ricerca perché esistono sempre degli "atteggiamenti soggettivi" delle "predilezioni soggettive" che guidano la ricerca e la riflessione. Inoltre, io non giustifico idee che hanno giustificato i genocidi, lo stupro, la sottomissione e la violenza sulle donne. Non giustifico il razzismo o il disprezzo per una qualche forma di essere nella società civile.

Di tutto questo le biografie ne risentono, ma solo in questo modo si può comprendere la Partita Mondiale di Calcio della Filosofia.

Infine, una riflessione a parte riguarda la Stregoneria. L'esistenza umana su più piani della percezione che nell'esistenza umana non sono mai separati l'uno dall'altro, ma che possono entrare nel mondo reale solo sotto forma di simboli, di situazioni romanzate, dove la situazione percepita deve essere trasformata in forme e descritta mediante relazione fra le forme.

Nella mia miseria culturale, penso di aver fatto un buon lavoro che, qualunque siano le condizioni che gli Dèi gli riserveranno, mi ha permesso di estendere la mia conoscenza nella filosofia metafisica e ha ampliato le mie capacità emotive di percepire realtà che la ragione umana mai potrà descrivere.

 

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12 gennaio 2025

Riflessione su Democrito in Salomon Luria

Fare una recensione del lavoro di Salomon Luria su Democrito, pubblicato dalla Bompiani è impossibile.

Quando si legge un lavoro di quella portata di oltre 1700 pagine con testo greco a fronte e il lavoro originale in russo di Luria mi posso solo limitare a cercare quello che mi serve per il mio lavoro: le idee di Democrito.

Io mi limito a questo. Solo che Luria non pubblica solo i frammenti che si trovano nel Diels-Kranz, ma anche le varie lezioni e, soprattutto il suo commento.

Luria ha la particolarità di staccarsi da ogni forma "religiosa idealistica" e assume come metodo l'idea che Platone e Aristotele non fossero delle autoritas alle quali fare necessariamente riferimento per trattare chi, come Democrito ed Epicuro, erano assolutamente estranei all'idea aristocratica e assolutista di entrambi.

Il frammento 365 (p. 441) viene composto usando frammenti di Eusebio, Dossografi e Cicerone "De fato". E' l'insieme delle idee che portarono Marx a fare la sua tesi universitaria e ad elaborare il suo concetto di libertà.

Vale la pena di riprodurre il frammento 365 come presentato da Luria:

"Democrito sosteneva che due erano i caratteri intrinseci degli atomi, vale a dire la grandezza e la figura, mentre Epicuro aggiungeva a questi la pesantezza. Infatti, dice che i corpi si muovono necessariamente per la spinta dovuta al loro peso.

- Democrito sostiene che i corpi primi (che sono quelli solidi) non hanno peso, "ma" si muovono di conseguenza dell'urto vicendevole nell'infinito.

- L'atomo, affermava Epicuro, devia. E perché, in primo luogo? Perché agli atomi, Democrito, attribuivi una certa forza motrice impulsiva diversa, che chiami "urto", mentre tu, Epicuro, parli di pesantezza e di gravità."

Questa diversità viene colta da Marx che nella sua tesi universitaria afferma che l'atomo cade per pesantezza, ma non cade nella medesima direzione in quanto, le forze interne gli permettono di deviare, sia pur leggermente, dalla sua traiettoria. Ne consegue che gli atomi possono deviare dal loro corso e questa è una spiegazione per la diversificazione delle specie. Dove la specie della natura, un atomo che emerge consapevole dall'inconsapevole nel vivere la sua vita (muovendosi nello spazio), devia dalla traiettoria imposta dalla forza pulsionale iniziale (della specie) per scegliere, date la condizioni dello spazio in cui si muove: "una diversa traiettoria" d'esistenza.

La scelta soggettiva di deviare dalla traiettoria o urto nell'oggettività porta a deviare dalla traiettoria.

La stessa idea di Democrito sul sonno è paragonabile alle teorie attuali verificate con le tecniche neurologiche (frammento 511 pag.641) sulla disgregazione della coscienza e la riaggregazione della stessa dopo aver elaborato nuovi aspetti dell'esperienza.

In fondo, la confutazione delle idee di Democrito non avviene opponendo idee diverse, ma dimostrando come quelle idee non abbiano spiegazioni. Se alle idee di Democrito introduciamo il concetto di gravità o il concetto di attrazione e repulsione dei corpi,le idee di Democrito assumono un valore ancor oggi. Quando al concetto di "caos", "per caso", introduciamo gli effetti della volontà soggettiva di "adattamento soggettivo alle variabili oggettive"; molti effetti vengono spiegati anche se, nell'insieme, visti dall'esterno, possiamo sempre considerarli come "caos".

Noi possiamo parlare di Democrito perché Democrito, in filosofia, introduce il metodo induttivo in contrapposizione al metodo deduttivo di Platone e Aristotele.

Democrito, prima osserva e poi, con la sua cultura, tenta di dare una spiegazione. Le spiegazioni lasciano il tempo che trovano, le osservazioni restano. Se io faccio derivare una filosofia dall'osservazione dei fenomeni, questa teoria si può modificare nella sua articolazione a mano a mano che approfondisco la meccanica e le forze che intervengono nella formazione di quei fenomeni.

Lo sviluppo delle scoperte approfondiscono le teorie che avevo, ma non entrano in contrapposizione con loro perché l'oggetto del discutere è il fenomeno per come si presenta e non il "giudizio di necessità" che uso per spiegare quel fenomeno. Il fenomeno è un oggetto in sé, il "giudizio di necessità" è la comprensione che ha un soggetto di quel fenomeno nel momento storico e nella cultura in cui sta vivendo.

Ma se io uso i fenomeni per confermare delle credenze aprioristiche la spiegazione dei medesimi, una volta che approfondisco le forze che mettono in atto quel fenomeno, smentisco le idee che ho messo in atto con cui spiegavo quel fenomeno.

Si tratta della differenza fra metodo induttivo e metodo deduttivo con cui analizzo la realtà in cui vivo.

Il cristianesimo, che fa derivare la realtà dalla volontà di Dio, impone il metodo deduttivo, Democrito, Epicuro, usano il metodo di analisi induttiva della realtà. Così Democrito trova le forze della vita nella vita, nella realtà che vive, a differenza di Platone che le forze della vita le trova fuori della vita stessa, come se la vita fosse l'involucro di forze spirituali estranee alla vita.

Mentre da Platone e dal cristianesimo si sviluppa una filosofia capace di soddisfare bisogni patologici, da Democrito ed Epicuro c'è lo sviluppo di una filosofia religiosa alimenta la conoscenza legando l'uomo alla vita.

Lo stesso concetto che Plutarco nel dialogo "L'E di Delfi" definisce "... è empietà, anche soltanto ascoltarlo!"

Non scindere gli Dèi dalla materia; non scindere il divino dal reale vissuto separando il reale da una immaginata intelligenza divina.

Al frammento 448 pag.549 dice:

"Parmenide, Empedocle e Democrito dicono che sono identiche l'anima e l'intelligenza; stando alla loro opinione, non esiste alcun vivente animato che sia una bestia priva di ragione nel vero senso della parola."

Nello stesso frammento si dice che Democrito sosteneva che "persino i cadaveri" hanno un'anima. A questo passo commenta Luria:

"i corpi morti", ovvero "i cadaveri", per quanto riguarda questi ultimi, Democrito alludeva propriamente ai sepolti vivi oppure a quel minimun di vita che attribuiva alle piante probabilmente anche alle pietre. Ovviamente, è impossibile che Democrito parlasse di coscienza umana nei cadaveri, si tratta di una calunnia epicurea." pag. 1157

Ora sappiamo, sia dal punto di vista religioso che dal punto di vista biologico, che Democrito aveva ragione: se così non fosse quale vita ha una singola cellula? E quando eravamo nel brodo primordiale, come possiamo pensare le strategie d'esistenza di come eravamo allora?

Democrito apparteneva al suo tempo, è indubbio. Ma è indubbio che fu uno dei massimi geni filosofici davanti al quale Platone fa la parte del povero pazzo che sognava una realtà perfetta ad immagine e somiglianza di un suo desiderio patologico a differenza di un Democrito o di un Epicuro che, invece, abitavano e vivevano il mondo anteponendo il vivere il mondo alle interpretazioni del mondo.

Platone aveva un solo desiderio: bruciare i libri di Democrito. Fu dissuaso nell'intento da Archita di Taranto che gli fece notare la grande diffusione dei libri di Democrito e l'impossibilità di bruciarli tutti.

 

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11 gennaio 2025

Riflessione sul concetto di anima in Eraclito

La cosa che più colpisce nel leggere i frammenti eraclitei riportati da varie persone a proposito dell'anima, è che in Eraclito non esiste nessun accenno alla qualità dell'anima e alla relazione fra anima e corpo.

E' un aspetto significativo perché, se Eraclito avesse definito in qualche modo la qualità dell'anima e la relazione fra anima e corpo, tutte le scuole filosofiche che hanno inventato l'anima, separata dal corpo, per controllare gli uomini vi si sarebbero o scagliati contro o ne avrebbero usato la sua autorità per confermare le proprie teorie.

Scrive Aristotele, Sull'anima 405a 25-29

Eraclito ritiene che l'anima sia principio, se è l'esalazione da cui egli costituisce tutto l'altro: aggiunge che è al massimo incorporea e sempre fluente e che, d'altra parte, il mosso si conosce per mezzo del mosso: anch'egli, infatti, come i più dei filosofi credeva che le cose fossero sempre in movimento.

Da Aristotele, opere 4, dell'anima, Biblioteca universale Laterza, 1994, p. 109

L'anima, rileva Aristotele, è un principio con cui si vogliono definire delle manifestazioni "il mosso si conosce per mezzo del mosso" e l'oggetto che differenzia il non-mosso dal mosso, per come appare ai nostri sensi, diventa un oggetto del discutere in quanto oggetto in sé stesso che ha la proprietà di manifestarsi.

A tal proposito una citazione di Eraclito molto tarda ci racconta:

68 A. Cleante, SVF I 519 [Ario Didimo presso Eusebio, Preparazione evangelica XV 20, 2] (DK 22 B 12)

Per quanto concerne l'anima Cleante, ponendo a confronto la dottrina di Zenone con quella degli altri filosofi della natura, afferma che Zenone designa l'anima come un'esalazione capace di sensazione, allo stesso modo di Eraclito. Infatti quest'ultimo, volendo mostrare che le anime, quando vengono esalate, divengono sempre percettive, le ha paragonate ai fiumi dicendo così:
a coloro che entrano negli stessi fiumi, affluiscono acque sempre diverse, ma anche "anime" esalano dall'umidità.

p. 429

Nel fiume della vita affluiscono condizioni e contraddizioni sempre diverse e coscienze esalano dall'umidità dell'esistenza.

Il fatto che Eraclito usi il termine anima nel suo significato "ciò che anima o ciò che rende animato" e che sia alla ricerca del fondamento della vita formandosi un'idea in merito, non autorizza Cleante di legittimare il concetto di anima come intesa dallo stoicismo.

L'abitudine di certi filosofi assolutisti di dare per scontato che una parola, usata da un altro filosofo, abbia lo stesso significato della stessa parola da loro usata nel loro contesto e nella loro condizione culturale, non è solo fastidiosa, ma è un atto di propaganda criminale e come tale va censurata. Che poi Zenone usi la stessa soluzione proposta da Eraclito nell'individuare in meccanismo di "ciò che anima", è irrilevante in quanto Eraclito fa derivare "ciò che anima" dalla terra, dall'acqua, dal fuoco, cioè dagli oggetti dell'esistenza che ricade sotto i sensi, dalla "natura generatrice" e non da un qualche potere al di fuori della natura.

68 C. Aezio, IV 3, 12 (DK 22 A 15)

Eraclito afferma che l'anima del mondo è esalazione proveniente dall'umidità in esso contenuta, quella che si trova negli esseri viventi è costituita invece dall'esalazione proveniente dall'esterno e da quella proveniente dall'interno che sono dello stesso genere.

p. 431

Anche iper Aezio, per quanto dubbio può essere l'autore, Eraclito crea l'unità fra anima e corpo. Dice anche qualcos'altro. Costruisce la relazione fra "le anime" del mondo esterno e "ciò che anima" del singolo individuo individuando nell'umidità del mondo esterno e nell'umidità propria del singolo individuo l'origine della propria anima.

Questa riflessione è suffragata anche da una citazione di Eraclito fatta da Clemente di Alessandria.

L'anima di Eraclito non è l'anima dei neoplatonici o di Platone. Il "ciò che anima" nasce dall'acqua e muore nell'acqua.

Riporto:

69. Clemente Alessandrino, Stromati VI 17, 2 (DK 22 B 36)

Eraclito, che ha composto i suoi discorsi partendo da questi versi [di Orfeo], scrive all'incirca così: per le anime è morte divenire acqua, per l'acqua è morte divenire terra; ma dalla terra nasce l'acqua e dall'acqua l'anima.

p. 433

Eraclito non è un "filosofo della Natura", Eraclito si rifiuta di farneticare, di immaginare, a differenza di Parmenide il cui "Poema sulla natura" appare più come le farneticazioni di un malato di schizofrenia sul divano dello psichiatra. Eraclito è un filosofo metafisico. Cosa che non si può dire di Parmenide che, per quanto è dato sapere da quanto ci è pervenuto, va associato al delirio di onnipotenza.

Che ciò che anima provenga dall'acqua è l'elaborazione di un'osservazione empirica elevata a riflessione astratta. "ciò che anima" può non provenire dall'acqua, ma la ricerca scientifica moderna ipotizza la nascita della vita da una condizione liquida o, quanto meno, argillosa.

Eraclito non cavalca dentro sé stesso con la propria immaginazione come Parmenide. Anche quando dice che il sole è grande quanto noi lo vediamo è un modo per sottrarsi a speculazioni che ad Eraclito appaiono di scarso interesse. E' come se dicesse: "Il sole è grande quanto lo vediamo, se non lo fosse, ti cambia qualche cosa?".

Diverso è il discorso di Platone nel Fedro, a proposito dell'anima, che vale la pena di trattare in un'altra parte.

Nota: Le citazioni, quando non specificate, sono prese da: Presocratici, Vol. 1, Sentieri di sapienza attraverso la Ionia e oltre da Talete a Eraclito, a cura di M. Laura Gemelli Marciano, Editore Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 2023, (numero di pagina dopo la singola citazione).

 

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10 gennaio 2025

Le piante, il pensiero astratto e la religione pagana

La ricerca scientifica, ogni volta che approfondisce un aspetto del mondo in cui viviamo, altro non fa che confermare le visioni proprie della religione Pagana.

I Pagani non hanno mai dubitato che le piante fossero intelligenti, sensibili, portatrice di strategie, di progetti di sviluppo e di scopi.

Il fatto che noi umani scopriamo solo ora il linguaggio "chimico", avendo sempre tenuto in gran conto il linguaggio verbale, il verbo dei cristiani, ciò non toglie che, comunque, sappiamo decifrare, quando non siamo in ginocchio davanti al Dio padrone cristiano, anche i linguaggi chimici e le emozioni che veicolano fornendo delle risposte al mondo in cui viviamo.

L'uomo ha sempre riconosciuto l'intelligenza delle piante, solo gli ebrei e i cristiani hanno negato quell'intelligenza facendo della Natura una creazione del loro padrone.

Riporto l'articolo dal giornale La Repubblica del 12 gennaio 2010

Piante
Sensibili a parole e carezze
anche loro hanno un'anima

Ascoltare una voce amica e suadente fa bene, una carezza influenza il comportamento, ti muovi sul tuo territorio tastandolo, attento ai segnali ostili. Finora pensavamo che solo il genere umano e gli animali avessero queste doti. Invece no: anche nel mondo della botanica sensazioni, percezioni e valutazione del momento, quasi un embrione d´intelligenza e di anima, esistono. Ce lo rivelano studi scientifici dell´università di Bonn e di ricercatori americani. Il suono d´una voce che ti saluta fa bene alle piante, le radici orientano la loro crescita sotterranea e dialogano tra loro con emissioni di sostanze chimiche, alcuni fiori reagiscono al contatto con la mano dell´uomo, altri attirano gli insetti producendo più polline, perché in cambio gli insetti li liberano dai parassiti.

Attenti ogni volta che comprate una pianta, per il giardino, per il balcone, la finestra o il salotto. Anche le piante hanno un´anima, una vita di emozioni. Lentissima, rispetto a uomini e animali, perché il mondo della botanica non dispone di un sistema nervoso, ma funzionante e da rispettare. «Per noi esistono pochissime differenze tra il mondo botanico e la fauna», spiega il professor Dieter Volkmann, dell´università di Bonn, al quotidiano tedesco Die Welt che al tema ha dedicato un paginone. "Le piante - spiega - non hanno nervi come il genere umano o le specie animali, ma dispongono di strutture paragonabili". I segnali chimici viaggiano attraverso una pianta a velocità infinitamente più lenta che non nel corpo umano: un centimetro al secondo, 10mila volte meno veloce che dalla pelle umana al cervello. Eppure il segnale comunica messaggi.

Questa "anima delle piante" si esprime in diversi modi. Le radici riconoscono se crescono vicino ad altre piante della stessa specie, e allora limitano la loro crescita per non sottrarre spazio vitale. Oppure deviano il loro sviluppo da ogni punto del terreno in cui sentono sostanze nocive. E non è finita. Gli esperimenti hanno provato che se coltivi due piante di pomodoro una vicino all´altra, e parli con una più che con l´altra, la prima cresce meglio. Forse è così anche perché parlando l´essere umano emette anidride carbonica, vitale per le piante. Ma è noto il recente esperimento in Toscana, di vitigni cresciuti meglio al suono della musica di Mozart. La reazione agli stimoli esterni è anche tattile: la mimosa è una delle piante più veloci a reagire. Se accarezzi una foglia, la chiude, e la riapre dopo pochi minuti. Scienziati californiani hanno coltivato due piante di semi di senape, quella carezzata è cresciuta bassa e larga, quella ignorata si è sviluppata solo in altezza.

Non mancano i sistemi di autodifesa. L´acacia è capace di reagire alla minaccia degli animali che divorano le sue foglie: quanto più a lungo vengono mangiate, tanto più velocemente aumenta nel loro tessuto la concentrazione di sostanze tossiche. Attenti alle piante, dunque. Almeno un quarto delle donne che le coltivano in casa parlano con loro. Molto più rari in questa abitudine sono gli uomini. Il più famoso è il principe Carlo del Regno Unito. Guarda caso, l´estetica del giardinaggio inglese è ritenuta la più raffinata del mondo.

Non è mai esistita una ricerca scientifica che abbia dimostrato una qualche forma di razionalità nelle credenze cristiane. Invece, la ricerca scientifica non fa altro che trovare prove e riscontri sull'amore per la vita della Religione Pagana che considera l'uomo parte e divenuto nella Natura. La ricerca scientifica conferma l'idea del mondo che l'uomo Pagano si è fatto nel suo abitare il mondo e la validità delle strategie per modificarsi in esso. Una fra le tante specie della Natura.

Il Pagano non nega alle piante la loro intelligenza o le loro strategie d'esistenza, riconosce la diversità anche quando non è in grado di descrivere, mediante la ragione, le peculiarità di intelligenze divenute e sviluppatesi in maniera diversa dalla sua.

C'è un aspetto che la ricerca scientifica non ha ancora affrontato ed è che la comunicazione fra i viventi. Al di là di come i viventi la mettono in atto, non è altro che un supporto razionale che serve come mezzo per veicolare la comunicazione emotiva.

Nel riquadro dell'articolo stampato, ci sono varie osservazioni sulle reazioni delle piante.

Ce né una che dice:

"Se si coltivano due piante di pomodoro una vicina all'altra, e si parla più verso una che verso l'altra, la prima cresce meglio."

La questione non è il suono o le parole, ma la veicolazione delle emozioni, attraverso le parole, di chi parla verso la pianta a cui la sua parola si dirige. Si costruisce un legame emotivo che favorisce la crescita.

A noi non interessa dimostrarlo. Sappiamo com'è, come si esprime e come lo possiamo usare nel nostro abitare il mondo.

 

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09 gennaio 2025

L'idea del fuoco in Eraclito

Noi non conosciamo le vie attraverso le quali si diffondono le idee metafisiche, come si trasmettono, come si elaborano. Questo perché le idee possono sì essere pensate come oggetti in sé, nel momento in cui diventano degli strumenti, ma vengono elaborate e si fissano in base ai bisogni e alla necessità degli uomini di quel tempo. Poi, quelle stesse idee, prese da uomini in contesti diversi e con bisogni diversi, vengono trasmesse con un diverso significato. Si perde il significato originale e si attribuisce a quelle idee significati correnti.

Parlo di un certo tipo di idee. Idee che divergono dal controllo militare che il cristianesimo mette in atto sulla possibilità di pensare una filosofia metafisica che diverge dalla sua "verità". Un pensiero a cui non è consentito deviare dalla verità di Dio.

Eppure, qualche considerazione va fatta in relazione per idee che negano il concetto di verità.

Ad esempio, il concetto di fuoco in Eraclito.

Cosa intendeva per fuoco Eraclito?

Diogene Laerzio parla delle idee di Eraclito, ma, secondo alcuni, ne parla non per aver letto le idee di Eraclito, ma per averle lette attraverso Teofrasto a cui interessava usare la propria personale interpretazione per avallare teorie platoniche e aristoteliche.

Scrive Diogene Laerzio:

I punti fondamentali della sua dottrina in generale sono i seguenti: tutto si forma dal fuoco e in esso si risolve. Tutto diviene secondo una fatale necessità e le cose che sono si compongono in armonia per mezzo di ricorrenti opposizioni.

Diogene Laerzio, vite dei filosofi, edizione Mondadori, 2009, pag. 354

Diogene Laerzio prende per letterali le parole di Teofrasto e, probabilmente, Teofrasto era convinto che il concetto di fuoco, affermato da Eraclito, era quello degli elementi di Aristotele.

Un'interpretazione diversa del concetto di fuoco viene data dagli stoici che trasformano il fuoco eracliteo nel "logos seminale" che dà origine all'universo secondo la loro dottrina.

Il fuoco di Eraclito non ha "intelligenza", non ha "progetto" e non ha "scopo". E' colui dal quale la realtà sorge ed è colui nel quale la realtà viene annientata, annullata.

Non si tratta di fuoco che brucia, ma di fuoco che anima.

Ci sono altre citazioni curiose a proposito del fuoco di Eraclito sulle quali vale la pena di soffermarsi e riflettere, anche se non tutti gli studiosi concordano nel valore da attribuire a quei riferimenti ad Eraclito.

Una citazione è riportata da Ippolito.

A. Ippolito, Confutazione di tutte le eresie IX 10, 7 (DK 22 B 66) [dopo 84]
Dice anche che il giudizio del cosmo e di tutte le cose che sono in esso avviene attraverso il fuoco. Afferma infatti:
il fuoco, sopravvenendo, giudicherà e condannerà tutte le cose [forse: tutti?].

p. 415

Se la traduzione è corretta, il significato della frase eraclitea è che "tutte le cose dell'esistenza cesseranno di essere nel fuoco". Tutto, non tutti.

Dal momento che la citazione di Eraclito è riportata da un cristiano, costui tende a dare alla citazione il significato che a lui interessa.

Questo tipo di citazioni è usato per avvalorare un'idea predefinita accostandola ad un autore, che si considera "autorità in merito", citandolo.

Come ad esempio questa:

B. Clemente Alessandrino, Protrettico 22, 2 (DK 22 B 14)
A chi profetizza Eraclito di Efeso? [cit. 27]; a costoro minaccia le punizioni dopo la morte, a costoro profetizza il fuoco.

P. 415

Eraclito non aveva l'idea di punizione col fuoco dopo la morte. Non ha espresso idee di inferno e di paradiso. Pertanto, il cristiano Clemente Alessandrino immagina che la distruzione attraverso il fuoco sia una punizione dopo la morte.

La stessa operazione ideologica la fa Clemente Alessandrino:

Clemente Alessandrino, Pedagogo II 99, 5 (DK 22 B 16)
[...] Infatti forse si rimarrà celati alla luce sensibile, ma a quella intellegibile è impossibile o, come dice Eraclito:
come si potrebbe restare celati a ciò che non tramonta mai?

p. 415

Qual è l'oggetto che non tramonta mai in Clemente Alessandrino e qual è l'oggetto che non tramonta mai in Eraclito?

Clemente Alessandrino, Stromati V 104, 2 (DK 22 B 30)
Ma che [Eraclito] sapesse che il mondo individualmente formato da tutta la sostanza è eterno, lo rende chiaro dicendo:
quest'ordine qui, lo stesso di tutti [scil. i corpi celesti?], non lo creò ne un dio né un uomo, ma era sempre ed è e sarà; fuoco sempre vivente, che si accende a misura e si spegne a misura.

p.417

L'universo è fuoco che si accende a misura e si spegne a misura. Il fuoco è eterno, non le forme o le sostanze nelle quali noi abitiamo.

L'idea è la stessa idea della cosmogonia di Esiodo ed è la stessa idea cosmologica degli Orfici.

Che la visione sia quella del fuoco che arde percepito come Eros o sia quello della luce che squarcia Nera Notte, la percezione dell'universo è quella secondo cui il suo divenuto non lo creò nessun Dio e nessun uomo.

Anche Ippolito cala, su un'idea eraclitea che riporta, la medesima interpretazione cristiana distorcendone il significato in senso creazionista.

Ippolito, Confutazione di tutte le eresie IX io, 7 (DK 22 B 64) [dopo 53 A]
[...] E dice anche che questo fuoco è intelligente e causa del governo dell'universo, con queste parole:
tutte queste cose le pilota - cioè le dirige - il fulmine,
indicando con fulmine il fuoco eterno. E lo chiama indigenza e sazietà; indigenza è, secondo lui, la formazione del mondo, la conflagrazione, invece, sazietà.

p.417

Nella citazione di Eraclito, fatta da Ippolito, "tutte queste cose le pilota il fulmine", il soggetto è il fulmine quale agente della trasformazione. Chiamare uno stato di essere del mondo "sazietà" e uno stato "indigenza"; Eraclito altro non farebbe che indicare uno stato quantitativo seguito da una trasformazione qualitativa che, una volta stabilizzata, diventa uno stato quantitativo nell'attesa di una nuova e diversa qualità.

Il fulmine non "pilota" le trasformazioni, ma è l'agente che modifica la realtà essendo parte della realtà in perenne trasformazione.

A mio avviso il fulmine appare nel fuoco quando una frazione di fuoco si trasforma in coscienza, ma è una mia personale opinione. Come distinguere, altrimenti, il fulmine dal fuoco in cui si esprime?

La stessa riflessione sul movimento della realtà, fra quantità dell'esistente che viene modificata dalla qualità che emerge o viene introdotta nell'esistente, può essere ripresa, come immagine, dall'atto del mangiare ed elevata a concetto astratto mediante il quale pensare la realtà vissuta. Una realtà che il soggetto, che abita il mondo, vive nell'indigenza, nella fame, finché non introduce del cibo che lo rende sazio modificando sé stesso e giungendo ad una nuova qualità di sé stesso.

Se questo modello viene elevato a modello universale, va da sé che l'universo vive uno stato di quiete fintando che l'emergere di una forza, un fuoco, non modifica il suo stato di quiete creando una turbolenza che necessita della ricerca di un nuovo stato di quiete.

Ma se l'universo è percepito come fuoco in continua trasformazione, il fuoco modifica il fuoco e fuoco è la realtà nella quale gli Esseri Viventi stanno vivendo. Solo percependo la realtà come fuoco, che in ogni istante trasforma, gli Esseri possono costruire sé stessi nel fuoco e terminare sé stessi quale fuoco che si spegne nel fuoco.

Non è un caso che a queste riflessioni gli assolutisti guardano con preoccupazione come fa Filone di Alessandria:

B. Filone Alessandrino, Allegorie delle leggi III 7 (Marcovich 55b)
[...] Il gonorroico, facendo derivare tutte le cose dal mondo e riconducendole al mondo, ritenendo che nulla sia stato generato da dio, è seguace della dottrina eraclitea, poiché introduce "sazietà e indigenza" e "il tutto uno" e "tutte le cose per scambio".

p.419

Per Filone d'Alessandria il concetto, secondo cui la vita diviene in sé stessa, per sé stessa, e non dipende da una qualche forma di assoluto che la determini, è chiaro nella dottrina eraclitea. Il fuoco eracliteo non ha intelligenza, non ha progetto, non ha scopo, è una potenza in modificazione, come Fanes, Eros.

Sia gli Stoici che i cristiani usarono pesantemente le idee di Eraclito modificando il significato dell'idea eraclitea per farla aderire ai loro preconcetti.

La realtà diviene in sé e per sé. Se la realtà diviene in sé e per sé non è possibile controllare gli uomini che, consci di quella realtà, divengono in sé e per sé. Per dominare gli uomini è necessario imporre il concetto che gli uomini non divengono in sé e per sé, ma sono divenuti per il volere di volontà diversa da sé; sia che venga chiamata Dio o che venga chiamata Logos. Gli uomini devono obbedire a Dio, al Logos, e non progettare la loro esistenza in sé e per sé.

In questo sono chiare le riflessioni di Clemente d'Alessandria come riportato:

A. Clemente Alessandrino, Stremati V 104, 3-105, 1 (DK 22 B 31) [dopo 55]
104, 3. Quanto segue indica tuttavia che egli [sai. Eraclito] riteneva il mondo soggetto a nascita e distruzione:
"conversioni" del fuoco: prima mare, del mare poi una metà terra, un'altra turbine infuocato.
In teoria dice infatti che il fuoco, per opera del logos [il principio razionale degli stoici] e dio che tutto governa, attraverso l'aria si volge in umido, quello che costituisce come il seme della formazione del cosmo, che egli chiama mare; da questo si generano poi a loro volta terra e cielo e i corpi in esso contenuti.
Come poi il mondo venga ricondotto allo stato anteriore e conflagri, lo mostra chiaramente con queste parole:
li mare [scil. che si era condensato in terra] si scioglie e si misura nella stessa proporzione che aveva prima di diventare terra.
Allo stesso modo egli si esprime sugli altri elementi.
Teorie simili a queste sostengono anche i più famosi fra gli stoici quando parlano della conflagrazione, della formazione del cosmo e del mondo singolo, degli uomini e della sopravvivenza delle nostre anime.

p.419 - 421

Il mondo è soggetto a nascita e distruzione. A nascita e distruzione. A nascita e distruzione. Nulla permane uguale a sé stesso. Vivere il mutamento è il contrario di vivere nella "verità" immutabile di un Dio o di un Logos.

Il mutamento era l'essenza stessa della Antiche religioni al di là di come il mutamento continuo della realtà veniva descritto, interpretato o vissuto. Un mutamento di cui parla anche Plutarco nella "E di Delphi".

Plutarco, nel tentativo di dimostrare una sua idea numerologica, cita Eraclito dicendo che Eraclito dice:

"Il tutto si cambia nel fuoco" e "il fuoco nel tutto, come l'oro fa le monete e le monete fanno l'oro"

Tratto da Plutarco, E di Delfi, in Dialoghi Delfici, edizione Adelphi, 1995, pag. 145

Con questa citazione, Plutarco dimostra solo che secondo Eraclito tutto emerge dal fuoco e che tutto viene riassorbito da fuoco.

Appare evidente che per Eraclito il fuoco altro non è che l'emozione, il mare emotivo, che pervade l'universo e attraverso il quale emerge la vita, la coscienza, attraverso la materia. Questo cammino di emersione, di un fuoco che brucia in tutte le coscienze che vengono in essere, ha come inevitabilità il ritorno nel fuoco emotivo allo stesso modo in cui il corpo fisico ritorna alla materia.

L'aria, la terra e il fuoco emotivo. Corpi della natura composti di materia, che respirano aria e che sono attraversati dal fuoco emotivo dalla nascita alla crescita, alle relazioni con il mondo fino a dissolversi nella "frammentazione dionisiaca" in cui i Titani si prendono il loro fuoco lasciando il fuoco dell'individuo della natura ad affrontare la nuova condizione dell'esistenza.

Plutarco, nella E di Delfi, di fatto cita un "tempo di Apollo" e un tempo di "Dioniso". Un tempo in cui si canta il Peana (Apollo) mentre, a Dioniso si intona il Ditirambo.

Scrive Plutarco:

"Se qualcuno chiedesse cos'ha tutto questo a che fare con Apollo, noi risponderemo che ciò riguarda non solo lui, ma anche Dioniso, che in Delfi ha un ruolo non meno importante che Apollo. I teologi affermano e cantano, talora in poesia e talora in prosa, che il Dio è per natura incorruttibile ed eterno, ma che, per effetto di una legge fatale, va soggetto a trasformazioni. E talvolta brucia nel fuoco la sua natura, eguagliando tutte le sostanze in un magma unico; altre volte si moltiplica in ogni sorta di forme, di proprietà e di stati - come accade attualmente - e con il più illustre dei suoi appellativi è chiamato "mondo". I sapienti, per tener nascosto il loro pensiero alla folla, danno alla trasformazione del Dio in fuoco il nome di Apollo a causa della sua unicità e quello di Febo per la sua purezza incorruttibile. Quando poi la trasformazione del Dio dà luogo all'aria, all'acqua, alla terra, agli astri, alla vita delle piante e degli animali, i sapienti occultano questo processo sotto i simboli della lacerazione e dello smembramento. Essi lo chiamano con i nomi di "Dioniso", "Zagrèo", "Nictelio", "Isodaète"; e favoleggiano di morti e di sparizioni e poi di rinascite e palingenesi, alludendo con questi favolosi enigmi alle trasformazioni di cui si è detto."

Tratto da Plutarco, E di Delfi, in Dialoghi Delfici, edizione Adelphi, 1995, pag. 145 - 146

In questo, scritto da Plutarco, al di là delle necessità stoiche e platoniche, c'è quel concetto di trasformazione dell'universo, un fluire dell'universo attraverso le trasformazioni, che nascono dal fuoco e terminano nel fuoco, che ha in Eraclito il suo filosofo metafisico.

Nell'idea di Eraclito, non è l'elemento fuoco alla base del suo pensiero teologico. L'elemento fuoco è la rappresentazione fisica, i processi di trasformazione della materia, che diventano simbolo e modello del fuoco emotivo, dell'energia vitale, dell'intento, che permea l'universo e che alimenta la nascita e la dissoluzione delle coscienze.

Nota: Le citazioni, quando non specificate, sono prese da: Presocratici, Vol. 1, Sentieri di sapienza attraverso la Ionia e oltre da Talete a Eraclito, a cura di M. Laura Gemelli Marciano, Editore Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 2023, da pag. 415 a 421 (numero di pagina dopo la singola citazione).

 

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La strada che il mondo sta percorrendo
Alcune recenti riflessioni

08 gennaio 2025

Gli USA vogliono dichiarare guerra all'Europa?

Il discorso di Trump lascia ben poco all'interpretazione. Dazi al Messico, dazi al Canada del quale auspica che diventi il cinquantunesimo stato USA e ha manifestato l'intenzione di prendersi la Groenlandia con i mezzi militari o con la coercizione economica.

Intende, inoltre, occupare militarmente il Canale di Panama.

Il delirio biblico de "Il mondo è mio" sembra che stia imperversando in un contesto ideologico che fa delle bombe e del genocidio l'unico modo per affrontare i problemi del mondo. Problemi veri o immaginari che siano.

08 gennaio 2025

A volte, leggendo la cronaca dei giornali, ci si rende conto la strada che il mondo in cui viviamo ha imboccato.

Si leggono e si assistono a notizie che sgomentano, ma i cittadini non ci possono fare nulla.

I cittadini subiscono perché ai cittadini è ora vietato esternare la loro indignazione.

Il concetto di libertà religiosa è un concetto che viene violentato in funzione dell'ideologia assolutista: la libertà religiosa deve essere garantita ai cittadini o la libertà religiosa deve essere garantita a chi esercita la violenza sui cittadini?

Un conto è la libertà religiosa dell'uomo e un altro conto è la libertà religiosa di Dio nei confronti dell'uomo.

Se Dio, o i religiosi che "rappresentano Dio" sono liberi, sono liberi anche di stuprare, violentare, schiavizzare l'uomo per la gloria di Dio, come è stato fatto per secoli. Ma se la libertà riguarda l'uomo, il cittadino, deve essere aprioristicamente protetto dalla violenza di Dio e di chi pretende di rappresentarlo.

Le Istituzioni civili devono sapere che i cristiani, gli ebrei e i musulmani fanno violenza sugli uomini e sono oggettivamente, per la loro ideologia e per le loro azioni, colpevoli sempre di violenza. Non dovrebbero permettersi di intervenire quendo "scoprono il fatto", ma dovrebbero prevenire il fatto partendo dal presupposto che l'ideologia delle religioni assolutiste è una violenza assoluta e sistematica nei confronti dell'uomo.

Questi criminali sono ebrei. Il Guatemala doveva sapere che gli ebrei che si sono installati in Guatemala lo fecero con intenzioni criminali. Non dovevano aspettare che dei ragazzi fuggissero da quel campo di concentramento per iniziare ad indagare.

L'aguzzino ebreo è fuggito dal Guatemala e si era rifugiato in El Salvador. Il gruppo di ebrei denominato Lev Tahor in Guatemala, probabilmente avrebbero voluto fare come stanno facendo i loro correligionari sterminando i palestinesi.

Quanta sofferenza nel mondo è stata imposta dalle religioni assolutiste.

Fino a quando si potranno tollerare?

 

08 gennaio 2025

Sembra che anche Facebook ha scelto la sua linea editoriale.

Dopo repressioni sistematiche di chi "violava" le "sue regole", regole che venivano interpretate unilateralmente per fini che non sono mai stati chiari, ma certamente diversi da quelli dichiarati, ora sembra che tutto diventi più chiaro e più logico.

Mentre in Italia la "X" di Musk ha perso un terzo degli iscritti di Twitter, Facebook sembra allinearsi al nuovo corso trumpiano.

E' certamente una scelta editoriale. Facebook avrà sicuramente valutato la convenienza della sua scelta.

 

08 gennaio 2025

Anche il nuovo corso che sta prendendo la "democrazia" USA lascia, quanto meno, perplessi.

Ovviamente, si tratta di scelte ben ponderate. E' possibile pensare che un miliardario faccia delle scelte politiche non ben ponderate?

Starmer si è sempre dichiarato un "amico degli USA" e come tale ha sempre appoggiato le iniziative USA.

Probabilmente, le sue iniziative sono in contrasto con gli interessi USA e Starmer viene percepito da Musk come un "soggetto pericoloso per la democrazia USA"

 

08 gennaio 2025

Il governo Argentino, a guida sovranista, ha ripreso la rivendicazione della sovranità territoriale sulle isole Falkland o, come chiamate in Argentina, Malvinas.

Il Presidente Argentino Milei non ha mai nascosto le sue simpatie per Musk e per Trump.

Appena eletto, per alleanza con gli USA (non dimentichiamo che in campagna elettorale ha messo la dollarizzazione del pesos argentino come obbiettivo del suo governo) ha rotto immediatamente i trattati commerciali con la Cina con il plauso di Trump.

Non è ardito pensare che la rivendicazione delle isole Falkland sia un tentativo di alleanza con Musk. Più un tentativo di compiacere Musk che non quello di rivendicare qualcosa che già in passato ha portato al disastro l'Argentina.

Io ho l'impressione che in tutto il mondo i sovranisti si sentano orfani di quel nemico che chiamavano "comunismo". Ora sembrano ossessionati nella ricerca di un nemico, un nemico qualunque, che consenta loro di distruggere le società civili del mondo e trionfare, finalmente, sopra una montagna di cadaveri.

 

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07 gennaio 2025

Violenza giovanile oggi come 15 anni fa

Io segnalavo l'aumento della violenza giovanile ancora 15-20 anni fa.

Era un fenomeno in aumento esponenziale che le autorità sociali pensavano di tenerlo confinato nelle discoteche senza voler vedere che i luoghi, in cui la violenza maturava, erano luoghi istituzionali, come le scuole o le città.

Prendendo spunto dalla cronaca, il 27 gennaio 2010 scrivevo:

Il razzismo e il nazismo in Veneto imperversa. Grazie a magistrati e poliziotti che si fanno gli affari loro e perseguono delle stupidaggini anziché perseguire quei reati che sono gravi. Non perché la gravità suoni nella testa del poliziotto o del magistrato alimentandone le fantasie erotiche, ma perché lo sono oggettivamente in quanto aggrediscono i principi Costituzionali fondanti la Repubblica e la democrazia.

L'aggressione razzista non colpisce gente come Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Maroni, Brunetta o Zaia, ma da loro parte quell'azione che, di fatto, fa aggredire in maniera razzista e violenta le persone fragili e indifese della società.

Prova a dare del "terrone" a Giorgio Napolitano e il poliziotto "zelante" ti denuncia per "offese al capo dello stato" quando, invece, con quell'appellativo hai apostrofato il sig. Giorgio Napolitano (indignato per qualche sua azione) e non il Presidente in quanto persona. Come il poliziotto e il magistrato infingardo finge di non capire nulla di leggi per prendere in giro i cittadini, così si finge di non vedere l'odio, il terrore e la violenza, a cui le persone fragili ed indifese della società sono sottoposte. Poliziotti e magistrati si dimenticano l'articolo 3 della Costituzione. Troppo spesso applicano i principi del crocifisso e troppo spesso sputano sulle Istituzioni di questo paese. Così il terrorismo si diffonde nella società civile. Poliziotti in ginocchio davanti al crocifisso, anziché rispettosi davanti alla Costituzione.

Come esempio possiamo usare sia le aggressioni alla ragazza romena che la rapina fatta da "ragazzi di famiglie bene", cioè ricchi, idioti, annoiati, criminali, delinquenti, vigliacchi e chi più ne ha più ne metta (questo è il significato quando di un criminale si dice che è di "famiglia bene"). La rapina messa in atto dai figli degli imprenditori veneti che derubano l'extracomunitaria, che voleva curare il fratello, dei suoi risparmi

Sono i personaggi legati a Zaia, Bitonci, Tosi, Gentilini e compagni.

Raramente le persone comprendono che se oggi questi analfabeti mettono in atto il terrore contro persone fragili; domani quali saranno le loro vittime?

La ragazza si è buttata dalla finestra per la gravità delle aggressioni ricevute.

Da Il Gazzettino:

Padova. A scuola le dicono: "Tu puzzi" Tredicenne romena si butta dalla finestra

La ragazza è ancora ricoverata in ospedale Visitata da amici della scuola ma non dai compagni di classe.

E' l'educazione a cui gli imprenditori del Veneto sottopongono i loro figli: rendendoli idioti, stupidi, arroganti, senza dignità e senza una morale come la nostra società civile richiede.

Non si può dire che questi figli di imprenditori sono delle eccezioni. Piuttosto sono la regola in quanto sono il prodotto di un'educazione il cui scopo è la distruzione dell'individuo. Una distruzione che questi figli di imprenditori riaffermano calpestando e derubando chi è "socialmente" più fragile di loro, ma socialmente più impegnato.

Sono azioni che andrebbero perseguite come atti di terrorismo, ma magistrati infingardi e poliziotti paurosi fuggono davanti ai loro doveri. Così la società entra in sofferenza e coloro che sono demandati alla sua salvaguardia si trincerano dietro a slogan propagandistici che offendono più che giustificare la loro omissione di atti d'ufficio.

Verona. Ragazzini rubano i soldi per bimbo malato e li spendono in griffe

Baby gang scippa a una 25enne la borsetta con 6.000 euro destinati al fratello. I genitori dei ladruncoli l'hanno risarcita

Una baby gang che delinque per noia, spiegano i carabinieri: ragazzini che hanno tutto, a cui manca solo il brivido da adrenalina che la scuola non gli dà, tanto da collezionare pessimi voti ed assenze ingiustificate. Così si improvvisano teppisti prima e ladri poi per comprare, con il frutto delle loro bravate, tutto il superfluo possibile: con i soldi destinati a curare un bambino malato, al quale manca anche il necessario. Alla ragazza derubata sono stati restituiti tutti i 6.000 faticosamente accumulati: parte della somma infatti è stata recuperata dai carabinieri, il resto lo hanno sborsato i genitori dei baby-ladri, che nel frattempo lo avevano già speso.

[Il gazzettino- 21 gennaio 2010]

C'è un problema di polizia e magistratura che applica pene lievi per persone benestanti, ma c'è soprattutto un problema sociale. Una società in cui il dibattito non è permesso se non quello che omaggia le Istituzioni specialmente quando il loro comportamento appare quasi complice della criminalità teppista.

Un dibattito che viene impedito in nome dell'ideologia assolutista reprimendo violentemente chiunque non si allinea all'assolutismo come diritto dell'uomo di sopraffare uomini più fragili.

In questo modo si legittima il terrorismo.

Non ci si chiede chi saranno le prossime vittime.

Violare le regole democratiche, in quelle che alcuni ritengono siano "piccole cose", non sono atti indolore, ma si creano le premesse per i grandi disastri sociali (e se ne è moralmente complici).

 

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06 gennaio 2025

L'uomo fra natura e società

Lo stridere fra l'Essere Umano divenuto per milioni e milioni di anni nella Natura in continui adattamenti soggettivi alle variabili incontrate e la sua necessità di veicolare le pulsioni nella società che, rispetto a queste, diventa un ambiente ostile, è ben osservato da una parte della psicologia moderna.

E' abbastanza facile parlare delle relazioni fra oggetti fisici, misurabili nella loro qualità e nei loro effetti, che concorrono fra gli uomini e l'ambiente in cui vivono; più complesse sono le relazioni fra tensioni emotive soggettive, che necessitano di veicolazione, e manipolazione di quelle strutture emotive soggettive operata dalle società nella psiche delle persone per definire comportamenti sociali, estranei alla Natura, nella quale gli Esseri Umani vengono costretti a vivere. Va da sé che, in una percentuale grande di casi, i conflitti interiori, magari veicolati con violenza nella società, esteriorizzano il disagio sociale.

Noi non siamo creati ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente; noi non siamo esseri che aderiscono a modelli predefiniti della Natura; noi siamo soggetti a cui le generazioni precedenti hanno fornito un bagaglio psico-emotivo che dalla nascita alla prima infanzia viene manipolato dalla società per costringerci ad adattarci ad essa.

Prendo un esempio da Hanno Sauer dal suo "L'invenzione del bene e del male":

Una delle conseguenze più interessanti della psicologia evoluzionista è che fornisce una spiegazione a molte delle disfunzioni del nostro modo di pensare e di agire. L'esempio forse più noto dell'incongruenza tra la nostra mente e l'ambiente in cui viviamo è il nostro desiderio quasi insaziabile di zuccheri. Per il corpo umano i carboidrati sono una fonte essenziale di energia e l'energia, in passato, aveva anzitutto una caratteristica: era molto scarsa. L'aver sviluppato per via evolutiva una disposizione mirata a sfruttare ogni occasione per assumere zuccheri aveva quindi un senso. Questa disposizione può essere considerata adattiva finché i carboidrati continuano a scarseggiare e il desiderio di zucchero svolge efficacemente la funzione di farci ingerire una preziosa fonte di energia. Ma dal momento in cui abbiamo abbandonato l'ambiente del nostro adattamento evolutivo e negozi, supermarket e distributori automatici ci offrono un accesso continuo a illimitate riserve di zuccheri, la nostra avidità diventa un problema: da quel momento siamo costretti a intervenire volontariamente per tenere sotto controllo l'imperativo evolutivo che ci impone di assumere quanti più zuccheri possibile per prepararci ai tempi di magra.
Purtroppo, la nostra psicologia dispone di un intero arsenale di tendenze ataviche per le quali le società moderne costituiscono un ambiente sempre più ostile, cosicché siamo costretti continuamente e con gran dispendio di energia a reprimere schemi mentali e di comportamento di origine primordiale. Ne consegue una crescente necessità di autocontrollo e un vago "disagio della civiltà": se da un lato la civiltà azzera le nostre difficoltà materiali, dall'altro moltiplica le sfide che pone alla nostra disciplina cognitiva. Si perpetua così una percezione paradossale: il benessere materiale delle società umane evolute contiene in sé una promessa di felicità che viene soddisfatta con una lentezza esasperante e mai del tutto, perché più aumenta la complessità sociale più sale il prezzo da pagare in termini di sovraccarico cognitivo.

Hanno Sauer, "L'invenzione del bene e del male", editore Laterza, 2023, pag. 20-21.

Quando noi ci si chiede: "Che cosa fa violenza all'uomo?" la risposta sta nel tipo di coercizione che viene imposta alle necessità di veicolazione emotiva dell'uomo nel sistema sociale.

Tanto più è grande il divieto sociale e tanto maggiore è la violenza che l'individuo subisce. Tanto maggiore è la mediazione che la società fa fra necessità degli uomini e proprie esigenze soggettive per regolare la veicolazione delle pulsioni nella società e tanto minore è la violenza che il singolo soggetto subisce e che, il medesimo soggetto, mette in atto nelle sue azioni.

 

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05 gennaio 2025

L'uovo e la gallina

L'educazione cristiana è organizzata, fra l'altro, per costringere il bambino a cogliere dall'attimo presente.

Il detto popolare "Meglio un uovo oggi che una gallina domani" non ha lo scopo di indicare alle persone di accontentarsi di quanto hanno raggiunto, ma di smorzare psicologicamente ogni tensione verso il raggiungimento di traguardi possibili. La forza con la quale vengono tarpate le ali delle persone nel loro progettare un futuro è costituita dalle difficoltà che le persone incontrano. Ad ogni difficoltà le persone incontrano una sorta di disprezzo sociale che dice loro "hai tentato di costruire la "torre di Babele" e ora cadi". Un piacere che le società provano contro tutti coloro che vorrebbero costruire qualche cosa e, al contrario, una solidarietà marcata per tutti coloro che farneticano "In verità, in verità ti dico...." incontrando i meccanismi psico emotivi che l'educazione ha imposto fin dall'infanzia alle persone.

Una condizione diversa noi possiamo osservarla in popolazioni in cui sono stati introdotti fattori educazionali che condizionano in maniera diversa la struttura psico-emotiva. Il domani da costruire diventa più importante che il vivere oggi. Un po' per le condizioni oggettive che non permettono loro di agire nel presente, un po' perché il presente produce fatica e dolore e loro intendono uscire da questo dolore, un po' perché la prospettiva futura diventa speranza che alimenta l'azione dell'individuo che, persistendo in quel presente faticoso, lo porta a costruire qualche cosa di diverso.

La condizione psicologica del "prendere l'uovo nel presente" porta al saccheggio della società civile. Dal momento che le persone sono educate ad arraffare l'uovo presente nella società, si finisce col non esserci più galline capaci di produrre uova.

Arraffare, perché così si è furbi, alimenta la convinzione psicologica che esista una sorta di impunità, sia in termini sociali che esistenziali, nell'arraffare alimentando nell'individuo la tendenza ad ampliare la sua sfera d'azione finché arrafferà qualche cosa che gli distrugge la vita.

Non sto qui ad elencare le situazioni, ma una società che non è in grado di applicare delle regole per impedire l'arraffamento sociale proteggendo, di fatto gli arraffatori di comodo per proteggerli da arraffatori di una qualche parte sociale avversa, è una società che si è costruita una tomba.

Così, tanto per riflettere in astratto, Trump ha detto allo Stato di Panama che ho accorda privilegi alle navi USA o userà l'esercito per riprendersi il Canale di Panama. Arraffare è un pessimo modo per vivere nella società. Ci si mangia la società pezzetto per pezzetto e ci si immagina che non ci siano conseguenze solo perché non si è in grado di vedere gli adattamenti sociali che le azioni di arraffamento inducono.

E' il Gesù dei cristiani che prende ciò che non ha arato o mietuto. Lui arraffa perché i suoi arraffatori hanno diritto alla paga.

Chi è educato cristianamente è educato ad essere un ladro che guarda con ammirazione ladri e delinquenti più bravi di lui.

 

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Riflessioni sugli Dei dai templi di Pestum

 

04 gennaio 2025

Esoteristi, parapsicologi e la morte

Gli esoteristi, i parapsicologi, come i cristiani, fanno della morte un commercio per accaparrarsi le credenze e la fede di uomini che, dopo aver vissuto da disperati nella speranza, trovano, nelle loro promesse oltre la morte, il conforto che alimenta la loro disperazione.

Molti esoteristi divennero famosi e personaggi come Jung e Freud hanno alimentato le "speranze" parapsicologiche in soggetti che un po' insofferenti alle gerarchie cristiane, cercavano altre descrizioni dei mondi che li attendevano oltre la morte del corpo fisico.

Fra tutti i personaggi che si sono occupati della vita oltre la morte e, più in generale, di parapsicologia la cui attività è stata elevata a cattedra universitaria c'è questo personaggio, Robert Lyle Morris (1942 - 2004), che nel maggio del 1997 ha partecipato, esponendo il suo punto di vista, ad una conferenza sulle esperienze di premorte alla quale io ho assistito.

L'idea di fondo della parapsicologia, come quella del cristianesimo, è la ricerca della conferma della realtà del Dio dei cristiani e del mondo dopo la morte creato dal Dio dei cristiani.

Quelle che seguono sono le mie riflessioni su quanto disse in quella conferenza.

Robert Lyle Morris della cattedra di Parapsicologia dell'università di Edimburgo

Robert Lyle Morris 1942 - 2004

La morte del corpo fisico è la felicità che indica alla vita la necesità di cercare continuamente la felicità.

Morris è titolare della cattedra di Parapsicologia dell'università di Edimburgo in Scozia. E' l'unica cattedra di Parapsicologia nel mondo. Appare evidente la preoccupazione di Morris di non avallare, con la sua ufficialità, un fenomeno se non dopo aver fatto quanto in suo potere per ridurlo ad un fenomeno spiegabile razionalmente dopo averne scoperto i meccanismi attraverso i quali si produce.

Per Morris, la sperimentazione deve essere precisa. Egli deve rendere conto del suo lavoro all'università. Qualora si scoprissero leggerezze o imperfezioni tutto il lavoro della facoltà verrebbe ridicolizzato. Per questo motivo il suo intervento sperimentale non può uscire dall'ambito del mondo della ragione nel quale egli riscontra i fenomeni che sono espressione di cose non relative ad elementi del mondo della ragione.

Partendo da questa premessa ecco Morris illustrarci come siano stati scoperti 48 modi per fingere delle apparizioni; 48 modi per fingere delle sparizioni; 50 modi per produrre delle trasposizioni; 54 modi per far credere delle penetrazioni; 46 modi per far credere che un oggetto venga distrutto e ricostruito; 13 modi per far credere in una levitazione; 16 modi per far credere che un oggetto si animi ecc..

Morris ci mette in guardia dai trucchi degli imbonitori. Per noi questo è molto importante. Noi conosciamo l'intento del truffatore: costringere lo spettatore ad aderire acriticamente alla sua messinscena. Costringere lo spettatore a sottomettersi a quanto presenta: magari impedendogli di verificare.

Il truffatore usa la messa in scena del trucco attraverso il quale convalidare le proprie affermazioni. Io sono il figlio di dio perciò faccio i miracoli; oppure: siccome faccio i miracoli voi dovete credere che io sia figlio di dio e dunque accettare quanto dico?

Le sue affermazioni sono false e truffaldine ma il pubblico non può obiettare in quanto rapito e assoggettato dalla scenografia.

Ecco come il secondario copre il principale sviando l'attenzione dello spettatore su ciò che è realmente importante. Così lo spettatore aderendo alla farsa perde ciò che è realmente importante: la sua capacità critica attraverso la quale determinare la propria esistenza! Così il divenire degli spettatori viene distrutto in quanto la loro attenzione è bloccata dalla sceneggiata e la loro vita viene sottomessa ad idee e comportamenti distruttivi.

La preoccupazione di serietà e obiettività è la preoccupazione di ogni parapsicologo. Spesso si sono avallati fenomeni normali o trucchi passandoli per dei fenomeni paranormali nel desiderio che qualche cosa di extranormale ci sia.

Morris ci elenca i principi che guidano il suo lavoro:

1) Considerare la Parapsicologia come lo studio di quelli che sembrano nuovi mezzi di comunicazione e interazione tra un organismo e il proprio ambiente;

2) La Parapsicologia rappresenta un'area problematica interdisciplinare, non una disciplina;

3) La Parapsicologia pone delle domande più che assumere a priori: si indaga sulle facoltà attribuite a degli individui;

4) Il lavoro si svolge lungo due direttrici: la Pseudopsi (ciò che sembra ma non è); e l'ipotesi PSI cioè ciò che sembra sia;

5) Si studia le interferenze realizzate dagli osservatori;

6) Si utilizzano gli strumenti della scienza compreso la descrizione dettagliata degli eventi, le indagini, studio delle correlazioni, studi sperimentali ecc.;

La ricerca, dice Morris segue due direttrici. La prima comprende lo studio di ciò che non è medianico ma sembra tale. Questo per liberare la Parapsicologia dall'autoinganno e dall'errore della percezione nel ricordo e nell'attività decisionale umana. Nella struttura messa in piedi c'è un progetto di analisi di un modello comprendente quei fattori che entrano in gioco nella formazione delle credenze riguardo ai fenomeni medianici, formatisi durante la crescita che negli Esseri Umani adulti. Oltre a questo l'equipe di Morris si occupa della psicologia della congiura e dell'inganno deliberato partendo da scritti relativamente oscuri di maghi professionisti, frodatori e studi sperimentali.

Ciò che Morris sembra omettere deliberatamente è l'influsso della costrizione religiosa sui bambini nella predisposizione all'autoinganno. Morris non ha trattato, speriamo che ciò sia dovuto per non destare polemica, il condizionamento cristiano all'autoinganno. Morris ignora come il mondo sia creato in sette giorni a colpi di bacchetta magica; l'uomo è fatto col fango e col soffio del dio; Lazzaro risorge; col fango e lo sputo il cieco ci vede; un ordine e il vento si ferma; con un'imprecazione si uccide il fico; pregando si gettano le montagne a mare. La crescita del bambino avviene convincendolo che queste bugie sono vere e poi ci si stupisce se le persone sono pronte a credere nei colpi di bacchetta magica. Ci pensa poi la chiesa cattolica ad alimentare la truffa con la menzogna della sindone che spaccia per sacra e miracolosa; al sangue di San Gennaro che si scioglie; alle ampolle d'acqua di Lourdes; alle giaculatorie che preservano dal purgatorio; ai giochini del sangue e delle lacrime delle varie madonne pellegrine, Medjugorje, Ostia e varie.

Qualcuno dice di non voler entrare nell'ambito della fede, sfera diversa dalla Parapsicologia, ma di fatto l'Essere Umano che si autoinganna davanti ai truffatori è quello che a quella fede maggiormente è sottomesso.

E' inutile e fuorviante chiedersi perché le persone si ingannano se non si analizzano i loro processi di crescita e di adattamento al loro ambiente. Gli esperimenti dell'equipe di Morris evidenzia come i trucchi e gli inganni riescono nel loro intento quanto più l'individuo che vi assiste è convinto delle facoltà extrasensoriali.

Ed è qui che Morris afferma, quasi scusandosi: "Tutti insieme stiamo lavorando per sviluppare un modello generale di inganno che comprenda anche il ruolo del contesto sociale alla base di tali atti ingannatori.".

"L'artista della fiducia" la capacità di afferrare l'attenzione degli spettatori e piegarla secondo i propri intenti. Tecniche psicologiche attraverso le quali vendere la propria merce. Strategie verbali attraverso le quali ottenere fiducia. Tutto questo serve alla Parapsicologia fornendogli uno strumento attraverso il quale smascherare gli imbroglioni assieme ai meccanismi che preparano le persone per essere imbrogliate.

Ricordiamo che la ricerca dei meccanismi d'inganno non serve soltanto per impedire l'inganno ma anche per perfezionarlo e migliorarlo. Uno studio è uno strumento; l'uso di quello strumento dipende da chi ha il controllo del contesto in cui quello strumento può essere utilizzato.

Uno strumento rivelatore dei meccanismi dell'inganno non viene dato alla gente. La gente non ha lauree o dottorati per appropriarsene, ma viene messo a disposizione di chi gestisce la gente: loro possiedono i dottorati! Non saranno mai strumenti utili per le persone ma saranno strumenti utili per perfezionare, variare e articolare sistemi attraverso i quali ingannare.

Nel corso della storia ci sono stati molti sistemi rivelatori di inganni sociali. Fin dai tempi in cui gli Scettici dell'Accademia criticavano e incalzavano gli Stoici. Pur in difficoltà questi non rimuovevano la loro struttura filosofica truffaldina ma la variavano, adattandola, rendendola più efficace nell'appropriarsi degli individui. Saranno i cristiani a rinnovare l'aberrazione Stoica appropriandosene (con le opportune modificazioni) e depennando, costringendo all'oblio, la struttura filosofica degli Scettici.

Partendo da questo presupposto non esistono elementi PSI che siano misurabili (o riscontrabili) nel mondo della ragione in quanto gli strumenti (cervello dell'osservatore neutrale compreso), non può essere diversamente, sono tarati sugli elementi conosciuti o descritti nel mondo della ragione. L'Essere Umano è divenuto col contesto in cui oggi si trova attraverso milioni di anni e ha sviluppato le proprie capacità adattandosi al circostante. Se nel corso dell'evoluzione avessimo scoperto dei vantaggi spostando gli oggetti con la mente (o col pensiero) noi avremmo sviluppato la mente (o il pensiero) con cui muovere gli oggetti. Il muovere gli oggetti col "pensiero" è considerata una facoltà PSI che non rientra nel mondo della ragione. Qualche effetto si può produrre, specialmente in poltergeist, ma il suo esprimersi si esaurisce in breve tempo. Ogni volta che una capacità PSI viene esercitata nel mondo della ragione esaurisce il centro e l'energia che interviene a produrre quel fenomeno.

Questo è un fatto assoluto!

L'unico modo per sviluppare quanto sta avvenendo è quello di ignorare la capacità PSI o usarla per proprio divertimento o per propri scopi finché il centro produttivo e l'energia non si integrano con l'insieme della vita, dei bisogni e delle tensioni dell'individuo. Quando l'attenzione diventa ossessiva e bramosa di riprodurre il fenomeno la capacità di riprodurlo si esaurisce. Quando giunge lo sperimentatore il fenomeno ha già cessato di manifestarsi e l'individuo che lo manifestava, per crearsi un po' di credibilità, spesso è costretto a ricorrere a trucchi.

Preso atto di tutto questo, su cosa si può concentrare l'attenzione della facoltà di Parapsicologia? Sui fenomeni di dejà-vù all'interno della famiglia, sui racconti delle esperienze OBE e sulle esperienze di premorte, NDE.

Su effetti soggettivi di capacità PSI.

In altre parole la facoltà di Parapsicologia altro non fa che accumulare dati e storie di OBE, NDE e sincronicità all'interno di relazioni personali.

Morris fa un esempio parlando di un'ipotesi su stati d'ansia di sua figlia scoprendo poi che il ragazzo con cui stava parlando ha avuto un incidente stradale. Egli vuole spiegare il suo tipo di indagine. Afferma che se l'ansia di sua figlia non avrebbe avuto ragioni di esserci in quanto fra lei e il ragazzo non c'erano problemi, la strada era asciutta, né c'erano possibilità che succedesse qualche cosa di strano, allora Morris deduce che c'è stata una percezione. Ma se aveva litigato col ragazzo e questo era partito nervoso o ubriaco, o se c'era un forte temporale era facile supporre che l'ansia fosse determinata da fattori ambientali, ad una preoccupazione soggettiva, non era legata alla preoccupazione dell'imminente pericolo cui il ragazzo stava incontrando. In questo secondo caso questa non era prettamente una percezione ma poteva essere un fatto normale di apprensione per delle situazioni che si erano svolte precedentemente.

Ciò che Morris non espone è il fatto che la sua considerazione della percezione è assolutamente irrilevante. Il fatto si è comunque verificato! Il fatto è che la percezione viene messa in moto non dal fatto percepito ma viene sempre imputata a fattori noti. In psicologia esiste tutta una branca di studio sulle proiezioni nel circostante delle proprie fantasie o allucinazioni soggettive. Lo stato d'ansia non viene comunque riferito all'incidente subito dal ragazzo ma a cause varie e diverse. Tant'è che sono proprio cause diverse che permettono alla percezione di aggirare la barriera del GIH che tende ad inibirle. Probabilmente la ragazza sarà in uno stato d'ansia per il compito in classe il giorno dopo. L'idea di un compito in classe il giorno dopo permette il manifestarsi dello stato d'ansia che altrimenti la ragione avrebbe respinto in quanto non in linea con la sua descrizione. Una motivazione apparente e del tutto logica permette l'espressione e la manifestazione di una percezione che altrimenti sarebbe stata rimossa.

L'idea della ragione ha aperto l'espressione di un canale percettivo.

Questi meccanismi di sovrapposizione Morris non riuscirà mai ad identificarli. Appartengono a schemi complessi che hanno alla base la modificazione percettiva e intellettuale dell'individuo e nulla hanno a che vedere con l'impostazione accademica che presuppone l'accademico creato ad immagine e somiglianza del dio che lui incarna come studioso mentre guarda il mondo.

Un'altra cosa di difficile lettura e nella quale indagherà sarà la sincronicità fra più persone. In che modo i legami affettivi giustificano e coprono legami PSI fra le persone? Per Morris saranno legami affettivi ignorando che i legami affettivi sono espressione di legami PSI che possono esprimersi proprio perché sono descritti dalla ragione come legami affettivi.

Qual è lo sviluppo della ricerca? Quanto sostengono gli Stregoni: la capacità dell'Essere, dell'Essere Umano nel nostro caso, di soggettivare l'oggettività. Di esprimere gli stessi bisogni del circostante, di ricercare la stessa soddisfazione dei bisogni del circostante. Fondare la propria soggettività con le soggettività del circostante.

Morris ipotizza fusioni minime come quelle che avvengono all'interno della famiglia. Proprio per la presenza minima che sorge quasi spontaneamente fra persone con legami affettivi affrontano la stessa oggettività è possibile pensare, sia pur solo a rigore di logica, la possibilità di inglobare l'intera soggettività. D'altronde la persona con la quale ci leghiamo è oggettività nei nostri confronti e per vivere dei deja-vù è necessario che noi soggettiviamo la persona fondendoci con essa. Esattamente come l'idea di perfezione, in filosofia (alla faccia del filosofo che ha espresso il suo convincimento contrario) nasce dall'imperfezione che attraverso le contraddizioni dell'esistenza tende a perfezionarsi e a migliorarsi.

La direzione della ricerca conforta quanto gli Stregoni sapevano: la via verso l'eternità passa attraverso la capacità di soggettivare l'oggettività!

Dal momento che l'oggettività cosciente che ci circonda è l'Anticristo inteso come insieme di tensioni coscienti che tendono a dilatare il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti, la ricerca di Morris, al di là di quello e di come lo cerca, lo porta a cercare le relazioni intime e coscienti fra soggetto e l'oggettività che lo circonda.

La capacità di soggettivare l'oggettività è una capacità legata agli Esseri Umani e si esprime con una certa frequenza nei rapporti interpersonali. Diverso è il discorso per i rapporti che superino i legami affettivi immediati; là ci vuole una grande volontà d'espansione dell'individuo.

Anche OBE e NDE sono espressione soggettive che difficilmente potranno essere provate e misurate, ma solo raccontate.

Il dejà-vù porta l'individuo ad agire. Le sollecitazioni che dall'esterno arrivano vengono interpretate dall'individuo. Nel caso della figlia di Morris questo si esprime in ansia. Ma il ragazzo potrebbe avere in auto il telefonino e Morris potrebbe telefonare al ragazzo dicendogli di stare attento perché la ragazza era in ansia modificando in questo modo un possibile evento. Potrebbe concludere affermando che l'ansia della ragazza era fuori luogo.

L'OBE non ci permette l'azione. Io ricordo quando quindici anni fa feci uscire il corpo luminoso e cercavo vendetta per feroci torti subiti: intervennero Esseri di Energia per bloccarmi. Impedirmi di distruggermi. Più o meno quanto ricordato da Morganti quando nella sua relazione il Buddha impedisce al monaco di volare perché la via è un'altra cosa. Non si può legare l'attività del corpo luminoso alle tensioni provenienti dal quotidiano della ragione: lo si distruggerebbe! Dell'OBE se ne può solo parlare anche se non è escluso che Morris trovi qualche individuo che glielo dimostri esprimendolo consentendo a Morris di formulare delle ipotesi ma distruggendo la capacità dell'individuo che glielo ha dimostrato. Questa è un'eventualità molto remota.

Per l'NDE il discorso è uguale. Si possono registrare delle storie, ma nulla più! Chissà, forse un giorno, con maggiori finanziamenti, la cattedra di Parapsicologia può insediarsi in un ospedale di una grande città e cercare indizi nelle sale di rianimazione.

Lo studio di Morris ha individuato un punto importante: gli effetti PSI si possono ottenere solo quando le persone riducono al silenzio la propria ragione. Morris utilizza la tecnica Ganzfeld in aggiunta al rilassamento progressivo. Riuscire a lanciare immagini o messaggi PSI mentre si sta parlando o facendo altre cose è molto più difficile.

Morris ha parlato dei lavori di Caterine Watt nei quali evidenzia come i risultati migliori siano ottenuti da quei personaggi più disponibili e meno scettici. Gli altri sono schermati o corazzati!

Morris termina la sua relazione elencando le altre aree nelle quali alcuni sperimentatori stanno lavorando nell'ambito della sua facoltà:

1) Tecniche atte a sviluppare capacità psichiche (non ha dato grandi risultati, ma ha permesso di dichiarare false molte tecniche proposte);

2) Tentativi di influenzare attraverso l'attività mentale il funzionamento di attrezzature elettroniche (hanno ottenuto risultati molto deboli);

3) Tentativi da parte di un agente di influenzare la fisiologia del corpo di un soggetto ricevente situato a diverse stanze di distanza.

4) Un ultimo filone riguarda la storia e il contesto sociale del criticismo nella psicologia e i metodi impiegati nell'analisi parapsicologica.

Come si può notare tutti i campi di ricerca non sono volti a promuovere lo sviluppo dell'uomo psichistico ma sono volti ad appropriarsi di armi attraverso le quali trasformarsi in psichisti. Quali sono i passaggi, quali sono i metodi oggettivi, come ripeterli e renderli omogenei e funzionali. Dietro alla ricerca parapsicologica si nasconde innanzitutto il desiderio di scoprire le azioni truffaldine e nello stesso tempo di appropriarsi di quanto può servire. Io non contesto le intenzioni degli Esseri Umani. Cristoforo Colombo scopre le Americhe e gli Indios vengono massacrati. Livingstone apre le vie africane e 200-400 milioni di individui vengono venduti come schiavi nelle Americhe.

Non ho la minima difficoltà ad accettare il fatto che Morris e la sua equipe accerti la falsità delle tecniche adottate per aumentare le capacità PSI. In realtà le capacità PSI sono o espressione di crepe nel controllo della ragione o effetti nello sviluppo del corpo luminoso. Normalmente quando il corpo luminoso si sviluppa è estremamente attento a non farsi usare o sottomettere dalla ragione. Morris, come quasi tutti i ricercatori, pensa l'Essere Umano come un creato, un essere definito, non pensa ad un essere divenuto e in continuo divenire. Non vede un processo di trasformazione continua cui l'Essere deve seguire per svilupparsi.

Questo è il difetto di quasi tutti i relatori al congresso.

I ricercatori non sono davanti a degli Esseri Umani che cercano la propria libertà, che divengono trasformandosi, ma sono davanti a degli individui il cui desiderio è dimostrare che la Parapsicologia è una cosa seria e pur di ottenere ciò sono disposti a tutto. Questo vale anche per il suo contrario; negare ogni effetto per negare la Parapsicologia. La ricerca universitaria diventa patrimonio del Comando Sociale e Morris si guarderà bene dal metterlo in discussione. Così quando Morris dice, nella sua relazione: "Tutti insieme stiamo lavorando per sviluppare un modello generale di inganno che comprenda anche il ruolo del contesto sociale alla base di tali atti ingannatori", si guarda bene dal citare il ruolo truffaldino e coercitivo della religione cristiana sia protestante, che anglicana e cattolica.

E' prudente quando si tratta di affrontare l'inganno che non sia quello del maghetto truffatore ma socialmente impotente. Egli è asservito al Comando Sociale sia come struttura universitaria sia nella figura delle chiese cristiane.

Questo atteggiamento, sia pure comprensibile, lascia perplessi sui fini della ricerca.

La ricerca di Morris diventerà un'indagine sulla percezione soggettiva ma non riuscirà a stabilire l'oggettività della ricerca in quanto questa non esiste. L'oggettività è la possibilità dell'Essere Umano di sviluppare la sua soggettività, non è oggetto in presenza da analizzare. Non è oggetto da presentare. E' possibilità dell'individuo. Per qualche motivo che Morris ignora alcuni individui sviluppano delle percezioni soggettive di OBE, di NDE o di Dejà-vù ma molti altri individui ignorano questi effetti giungendo non solo a negarne l'esistenza ma a combattere chiunque afferma di affrontare simili fenomeni. Affrontare fenomeni soggettivi mette in discussione l'oggettività della creazione. Impone una responsabilità soggettiva come fondazione del proprio divenire. Indica la responsabilità del Comando Sociale nella distruzione della soggettività degli individui.

Di tutto questo parleremo sviluppando gli altri oratori e nelle conclusioni finali.

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

 

Pagina specifica dell'argomento

 

03 gennaio 2025

Il mondo oltre la morte del corpo fisico

Il capitolo 6 del Libro dell'Anticristo tratta del mondo oltre la morte del corpo fisico. Mentre per un cristiano la percezione che ne ha del mondo è la percezione data dalla sua "anima", per un Pagano la percezione del mondo è data dal corpo fisico del pagano che abita il mondo in cui è nato.

Ne segue che un cristiano percepisce il dopo morte come un luogo (paradiso, inferno, reincarnazione, ecc.) abitato con le stesse modalità e gli stessi sentimenti con cui abita il mondo fisico (nel cristianesimo esiste l'immagine del fuoco dell'inferno), per un Pagano la morte è un "cambio di stato" non si modifica il mondo in cui viviamo, ma si modifica la percezione del mondo e il modo di abitarlo.

Per la ragione il mondo è quanto lei può descrivere, ma al momento della morte del corpo fisico muore anche la ragione e, con essa tutta la descrizione del mondo nella quale ha costretto l'individuo a vivere.

Il mondo dopo la morte non è diverso dal mondo che abitiamo. Diverso è il corpo che lo abita, diversa è la percezione che viene esercitata, diversi sono i bisogni, che sono relativi a quel corpo. Pertanto, gli oggetti del mondo appaiono diversi perché gli oggetti erano tali perché la nostra ragione li ha descritti in quanto tali, non perché fossero come lei li descriveva.

 

03 gennaio 2025

Sperimentatori e cavie

La morte del corpo fisico è la felicità che indica alla vita la necesità di cercare continuamente la felicità.

Ho assistito con grande attenzione il Congresso sulle NDE tenuto a S. Marino il 16, 17, 18 maggio 1997. Ho assistito all'intera esposizione delle relazioni trovandole assolutamente interessanti e ricavando una notevole mole di dati.

Il Congresso intendeva esporre il livello attuale della ricerca sulle NDE e su quanto, dal punto di vista "scientifico", era in corso nel tentativo di determinare l'origine degli effetti NDE.

Lo sforzo degli organizzatori è stato notevole. La loro capacità di esporre un così ampio ventaglio di interventi quasi impressionante. In tre giorni di interventi non si poteva, obiettivamente, trovare spazio per nessun tipo di dibattito.

La quantità di materiale presentata è stata notevole ma ancora una volta si è assistito alla separazione netta fra sperimentatore e ricercatore da un lato e la cavia dall'altro. Questo Congresso ha dimenticato che non stava parlando della ricerca sul virus Ebola o l'analisi delle feci dei rettili preistorici ma stava parlando di Esseri Umani. Il Congresso si è dimenticato che chi stava parlando parlava di sé stesso.

Questa sensazione era netta. Chi era portatore di effetti PSI, OBE o NDE era l'oggetto di studio che non doveva esprimere sé stesso ma poteva, la sera del primo giorno del congresso, presentarsi all'hotel dov'erano alloggiati gli "studiosi" ed esporre la propria esperienza. Solo Di Simone, fra i relatori, ha accennato a qualche cosa di suo.

Anche quando tre persone con esperienze NDE hanno raccontato la loro esperienza sono state aggredite quando, uscendo dal racconto puro e semplice, volevano esporre interpretazioni e concetti propri.

Eppure non c'è nulla di più intimo che esperienze OBE e NDE. Appartengono all'intimo. E' un tesoro prezioso che sommano l'intera vita dell'individuo, le sue scelte, la sua volontà, le sue determinazioni.

Da un lato si è espresso il rispetto di chi considera la persona che analizza la cavia dei suoi esprimenti dall'altro l'individuo ben cosciente di quanto gli è successo e che tentava di dare una interpretazione. L'individuo che aveva vissuto l'NDE aveva lo scopo di costruire la sua vita: lo studioso voleva, con modi gentili e rispettosi, stuprarlo per carpirne i "segreti".

OBE, NDE e Dejà-vù sono cose talmente intime da coinvolgere la vita e i sentimenti più profondi dell'individuo. Per le persone che esprimono OBE, NDE e Dejà-vù si tratta del proprio essere: espressione del suo Potere di Essere. Lo studioso, col suo bisturi, glielo strappa per sezionarlo: espressione del suo Potere di Avere (il suo ruolo sociale); espressione della Consapevolezza della loro sconfitta personale.

A questo punto c'è da chiedersi: perché gli studiosi non praticano essi stessi una NDE, un'OBE o dei Dejà-vù?

La loro pretesa asetticità nasconde la loro sconfitta!

In quest'ottica sono degli accattoni che stuprano persone nel tentativo di cercare speranze del loro fallimento. Difendere sé stessi è un diritto: specialmente davanti agli uomini vuoti che cercano negli altri quanto essi hanno distrutto dentro sé stessi.

Questa è stata l'impressione negativa del Congresso di S. Marino. Un Congresso al quale ho assistito sperando che le visioni della vita riportate nel Libro dell'Anticristo incontrassero una qualche contraddizione. Invece il Libro dell'Anticristo, pur essendo scritto malissimo e pur esprimendo solo visioni del mio cammino, ne è uscito rafforzato dalle relazioni.

La sensazione del distacco fra gli "studiosi" e le loro cavie ha trovato riscontro fra il pubblico. La domenica, il terzo giorno del Congresso, in sala c'erano si e no una quarantina di persone. Un Congresso con un tema molto sentito era riuscito a costruire una barriera fra relatori e pubblico.

"La scienza, la scienza, solo la scienza!" dice il ricercatore mentre infila il bisturi nella sua cavia. Ci sono bisturi di tante fogge e dimensioni ma c'è un solo essere scienza all'interno di questo Comando Sociale. Non c'è molta differenza fra questo scienziato e l'inquisizione che alza i roghi: entrambi devono piegare le loro cavie davanti a qualcosa!

Scritto nel 1997

Pagina specifica delle NDE

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

 

Pagina specifica dell'argomento

 

02 gennaio 2025

Riflessione sulla sensazione di morte

Il concetto di morte è alimentato dal desiderio di eternità che, proprio della ragione che controlla la coscienza, alimenta il desiderio che si espande nella struttura emotiva dell'individuo.

La ragione dell'individuo desidera l'eternità allo stesso modo in cui la ragione dell'individuo desidera l'onnipotenza che trasferisce nell'immagine specchiata di sé stessa chiamata "Dio padrone onnipotente, creatore".

La ragione, in un complesso educazionale cristiano, non è in grado di ammettere di essere solo uno strumento usato dall'individuo per costruire delle relazioni specifiche, tra l'altro limitate alle relazioni sociali, e consentire al suo corpo, al complesso più ampio degli strumenti con cui l'individuo abita il mondo, di alimentare la coscienza soggettiva mediante l'esperienza del vissuto.

La paura della morte del corpo fisico altro non è che la paura della ragione di perdere il controllo della coscienza dell'individuo e di morire con la morte del corpo fisico. Con la morte del corpo fisico muore anche la ragione e la sua specifica descrizione del mondo.

La ragione ha imprigionato la coscienza dell'individuo per tutta l'esistenza dell'individuo costringendo la sua azione entro mura della giustificazione razionale: "Faccio questo perché ...".

Il problema per la ragione è che il corpo ha sistemi di percezione e di adattamento in grado di agire al di fuori di ogni categoria razionale: lo ha fatto per centinaia di milioni di anni prima che la ragione occupasse l'intera coscienza dell'individuo allontanando la sua coscienza dalla percezione emotiva costringendola nella descrizione del mondo come forma e quantità.

Nonostante il controllo della ragione sulla coscienza dell'individuo, il corpo di ogni individuo continua a percepire il mondo in cui vive e la ragione, per il corpo, diventa un "fenomeno del mondo" alla quale il corpo tende ad adattarsi in una ricerca continua di adattamenti che possano mediare fra le necessità della ragione di controllare il corpo e le necessità del corpo di alimentare la migliore sopravvivenza nell'ambiente in cui è nato e favorire, nonostante la ragione, i processi di crescita e di trasformazione.

La ragione tende a conchiudere tutta la vita dell'individuo fra la razionalità della sua descrizione e il delirio della sua immaginazione che impone all'individuo come realtà ontologica alla quale l'individuo si deve sottomettere. In questa dualità si è inserita quella che storicamente viene chiamata la guerra fra ragione ed oscurantismo. Una guerra in cui la ragione razionale combatte la ragione delirante che , all'indagine dei meccanismi del mondo (scienza) oppone i concetti aprioristici della "verità" propri dell'ideologia cristiana (anche quando veicolata con il nome di altre ideologie religiose assolutiste).

La morte del corpo fisico pone fine anche a questa dualità. La ragione muore e con essa tutto l'apparato ontologico con cui la ragione ha giustificato il suo dominio su ogni singolo individuo.

Quando il corpo muore, e con esso la ragione, rimane l'energia emotiva, l'energia vitale, che ha alimentato il corpo e che il corpo ha manipolato nel corso della propria esistenza mediante le sue azioni, le sue scelte, i suoi desideri e le sue necessità che dal profondo sollecitavano la sua coscienza ad agire per abitare il mondo.

E' necessario partire da questo presupposto per iniziare a comprendere il concetto di nascita del Libro dell'Anticristo. Un concetto di nascita che la ragione chiama "morte" perché la ragione, in quella nascita, non è partecipe. La ragione è l'oggetto annientato dalla morte del corpo fisico e tutte le sensazioni di paura della morte che l'individuo vive altro non sono che le paure della ragione di cessare di esistere.

Tanto più una ragione domina un individuo, sia con la descrizione razionale, che nella migliore rappresentazione chiamiamo "analisi scientifica", sia con le sue varie dimensioni ontologiche in cui la ragione immagina la propria immortalità, tanto più debole sarà l'energia emotiva con cui l'individuo affronta la morte del proprio corpo fisico.

In estrema sintesi, possiamo dire che noi, con le nostre scelte nella nostra quotidianità, qualunque sia l'oggettività nella quale scegliamo, decidiamo su come affronteremo la morte del corpo fisico e le possibilità che abbiamo di superare la fine della vita in quanto Esseri della Natura.

 

Pagina specifica dell'argomento

 

 

01 gennaio 2025

Riflessione sulla morte del corpo fisico

Nel 1985 tentai, per la prima volta, di dare razionalità alle mie visioni e al mio vissuto descrivendo la relazione fra l'uomo, la morte del corpo fisico e il mondo che si presentava dopo la morte del corpo fisico.

L'attenzione non fu concentrata sulla qualità del mondo che si incontrava oltre la morte del corpo fisico, ma fu concentrata sul come arrivare oltre la morte del corpo fisico.

Tutte le religioni danno per scontata l'esistenza di un oltre la morte del corpo fisico. Questo inganno, al di là dei premi o delle pene, rende indifferenti le persone perché, comunque queste hanno vissuto, certamente possono accedere ad un'altra vita dopo la morte del corpo fisico.

Le mie visioni non davano questa possibilità per scontata. Così dovetti riflettere sulla relazione fra il corpo fisico, il mondo, le sue trasformazioni e la sua possibilità di affrontare la morte del corpo fisico.

Queste che posto, come capitolo del Libro dell'Anticristo, sono le riflessioni del 1985 dalle quali partì tutta la riflessione che ne è seguita.

Il quarto stadio di sviluppo della specie umana
(e di tutte le specie della Natura)!

Il quarto stadio di sviluppo per gli Esseri Umani è la trasformazione in Esseri Luminosi: essere Esseri Luminosi. Questo stadio è presente in forma diversa anche in altri stadi, come il terzo è presente nel secondo e il secondo nel primo. Il feto è già fanciullo o fanciulla, e un fanciullo o una fanciulla ha già dell'uomo o della donna come un uomo e una donna sono già potenzialmente Esseri Luminosi. Esseri Luminosi o Esseri eterei, o "fatti di puro spirito" come amano dire o giocare alcune religioni.

Se il compito del feto è quello di trasformarsi in fanciullo o una fanciulla e quest'ultimi in uomini e donne, compito di questi è quello di trasformarsi in Esseri Luminosi. Nessuno può obbligare un individuo ad effettuare il passaggio. Nelle trasformazioni, in natura, per cause diverse e disparate fra loro, non tutte le uova dell'Essere Storione diventano Storione, pur essendo in potenza Storioni, così non tutti i feti diventano fanciulli o fanciulle, così non tutti i fanciulli e le fanciulle diventano uomini o donne, così, ancora, non tutti gli uomini e le donne diventano Esseri Luminosi.

Esistono molte ragioni per giustificare il desiderio di disperdere la propria Energia Vitale nel vento anziché raccogliere e accumulare, giorno dopo giorno, il Potere Personale attraverso il quale effettuare la trasformazione. Quando l'Energia Vitale ristagna, il primo desiderio che nasce nell'individuo è il rifiuto del movimento, anche in senso materiale. La sua tendenza sarà quella di rimanere fermo o il più fermo possibile (attenzione al rapporto sostanza ed apparenza nella formazione del giudizio) e delegare ad altri il compito di muoversi. Farà quanto in suo "potere" perché tutto ruoti attorno alla sua persona imponendo di essere "servito". Tenderà a non trasformare la materia con le proprie mani perché considererà questo umiliante o doloroso e faticoso.

Dalle mani escono alcune linee di Energia personale con le quali ci si lega al mondo circostante. Usare le mani significa "palpare" il mondo e questo da piacere solo a chi non è malato di Energia Vitale Stagnata. Egli vorrà o tenderà a "dirigere". In realtà sarà appropriazione del lavoro di altre mani.

Costui sarà abilissimo nello strisciare davanti ad ogni altro Essere, come lui malato di Energia Vitale Stagnata, considerato più forte e sarà abilissimo e prontissimo nel costringere a strisciare ogni Essere che riterrà di lui "più debole".

Dividerà gli Esseri della propria specie (umana) in categorie funzionali al suo desiderio di dominio. Uomini e donne, bambini e bambine, e ancora divisi per razza, patria, religione, per pensiero, per abbigliamento, per mestiere ecc..Questo per poter meglio bloccare i flussi di Energia Vitale libera negli Esseri della propria specie.

Sarà "vigliacco" nelle affermazioni pubbliche (lui la definisce diplomazia) quando dovrà giustificare il proprio fare e le motivazioni alla base dello stesso. Si manterrà sempre nascosto dietro i propri fantasmi.

Egli agirà così perché "dio" lo vuole.

Egli agirà così perché la "legge" lo vuole.

Egli agirà così perché la "morale" lo vuole.

Egli agirà così perché il "capo" lo vuole.

Egli agirà così perché "la ragion di stato" lo vuole.

Non agirà mai per suo progetto o per suoi bisogni (anche se quella è la motivazione reale) ma perché forze maggiori, poverino, lo costringono a farlo. Se a quest'Essere fosse consentito agire fino alle estreme conseguenze, con i mezzi tecnici oggi esistenti, il Pianeta Terra dovrebbe impiegare almeno un miliardo di anni per riportare lo sviluppo della Natura al punto in cui oggi è arrivata. Quest'Essere, nascosto dietro i propri fantasmi, distruggerebbe ogni cuore che pulsa ed ogni flusso di linfa. Sempre non per suo desiderio, ma come asservimento ai suoi fantasmi. Nessuno costringe un Essere Umano a fare il salto nel quarto stadio di sviluppo, ma molti umani godono nel tentare di bloccare il passaggio nel quarto stadio di sviluppo ad altri Esseri Umani.

Quest'Essere dichiarerà la propria propensione per la pace e la tranquillità. Ma quanti Esseri dovranno non averla sottomettendosi per consentirgli la sua?

Infine soccomberà alla vecchiaia.

Ciò che più temeva è arrivato.

Ora è solo.

Anche prima era solo, ma troppo occupato per accorgersene. Nella sua follia non s'avvedeva come l'Energia che fuoriesce dalle mani, dai piedi, dallo stomaco e da ogni altro punto del corpo e costituente il suo collegamento col mondo circostante, si rattrappiva giorno dopo giorno, scelta dopo scelta. Non ha più radici attraverso le quali legarsi al mondo circostante.

Ha terrore del vuoto della propria morte ma la disperazione del nulla nel quotidiano lo costringe a desiderare di disperdere la propria Energia rimasta al vento. Forse uno dei suoi fantasmi gli impedisce di spararsi alla testa, ma quello è il suo desiderio.

Esistono Esseri Umani che non anelano ad effettuare il passaggio (non ricercano e non coltivano specificatamente il sentiero atto ad effettuare il passaggio trasformandosi in Esseri Luminosi), sono centinaia di milioni, non già perché l'Energia Vitale sia stagnata, quella poca bloccata la potrebbero eliminare in poco tempo, ma perché un qualche cosa nell'oggettività in cui vivono non funziona.

Essi lo potrebbero fare, ma non lo possono fare. Chi ha fame pensa di come procurarsi in qualunque modo gli è possibile cibo, non certo il passaggio al Quarto Livello. Come chi sta in prigione desidera spezzare le sbarre più che pensare al passaggio. Oltre a cause macroscopiche ed evidenti ve ne sono molte di piccole, quotidiane e contingenti. Essere proprietà ed essere dipendenti da qualcuno o da qualcosa comprende quasi tutte queste microcause.

Questi Esseri non appartengono al gruppo precedentemente descritto, ne sono piuttosto le vittime. In qualche caso possono trovare lungo il proprio cammino sufficiente Potere Personale per passare al Quarto Livello.

Quali sono le caratteristiche di un individuo in cui l'Energia Vitale non ristagna?

Il primo effetto sarà il movimento. Non il movimento sportivo, ma una dinamicità nel fare nel quotidiano. Un movimento intenso che può dare l'idea, allo spettatore, di caos e incostanza. Movimento "mentale", movimento nei bisogni, movimento nei gusti. Incostanza nelle scelte.

Il mondo vissuto da un individuo si mostra con miliardi di sfaccettature ed è tendenza naturale di un individuo tendere ad afferrarle tutte (o il maggior numero soggettivamente possibile).

Mentre l'individuo in cui l'Energia Vitale ristagna si contrae su se stesso, l'individuo in cui l'Energia Vitale scorre libera è un'esplosione verso l'esterno.

Attivismo sfrenato, voglia di fare, fame di Sapere e Conoscenza, di qualsiasi Sapere e qualsiasi Conoscenza, sono caratteristiche dell'individuo in cui l'Energia Vitale scorre libera. Il tutto attraverso il piacere del fare. Quest'individuo tende a non delegare nulla a nessuno; sarà allergico ad avere servi ed estremamente insofferente nei confronti di qualsiasi padrone. Per lui le mani saranno "sacre", qualsiasi sia la scelta sociale attraverso la quale si "guadagnerà" di cui vivere le sue mani non saranno mai ferme.

Ammirerà il lavoro di altre mani ma il suo orgoglio lo spingerà ad allenare le proprie mani a fare meglio. La sua sarà una sorte di ribellione costante e quotidiana a cui a volte non saprà dar sfogo ma che comunque non gli consentirà di strisciare difronte a nessuno né permetterà a nessuno di umiliarsi a lui.

Si piegherà solo davanti alla violenza e al ricatto quando non avrà forza sufficiente per controbattere attendendo tempi e condizioni migliori per la sua rivincita; non è espropriabile in quanto la sua ricchezza reale sarà l'abilità delle sue mani, l'agilità del proprio pensiero, le sensazioni della propria percezione.

Per quest'Essere un Essere è un Essere!

Non importa la specie o la funzione. Non da importanza alle categorie, anche se a volte le subisce, chi gli sta davanti è chi gli sta davanti. Non tende a dominare né a possedere per possedere in quanto lo sviluppo della percezione tende ad estenderlo come Essere e questo lo riempie.

Cosa desidera? Condizioni migliori per percepire più agevolmente. Chiamerà cose e condizioni col loro nome e, quello che farà, sarà perché egli ha deciso di farlo o perché ciò che viene fatto corrisponde alle sue esigenze ma non nasconderà la responsabilità dei propri atti e non avrà importanza con chi si sta confrontando.

Il suo comportamento non varierà (a parità di condizioni e di contraddizioni), sia che si troverà davanti alla più infima e irriproducibile forma vivente o all'Universo nella sua totalità cosciente. Per lui importante è l'atto. Quando ricorrerà alla violenza lo farà solo se costretto, solo se gli aggressori non gli hanno lasciato nessuna via di uscita.

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci e l'ultima risorsa dei disperati.

Inoltre egli sa come la violenza sia stata codificata allo scopo di assoggettarlo.

Proteggerà la vita. Perché proteggendo la vita proteggerà se stesso. Col mondo sospenderà il giudizio, soddisferà i propri bisogni prendendo con discrezione e si proteggerà contro ogni aggressione ed ogni saccheggio. La protezione della vita e della natura sarà funzionale al proprio Essere e allo sviluppo della propria percezione. Più Esseri Umani accumulano Potere Personale e maggiore sarà la protezione ricevuta sulla strada da lui scelta per accumulare Potere Personale sviluppando la Coscienza di Sé lungo il cammino per raggiungere la Coscienza del Se.

Prima parte de Il Libro dell'Anticristo capitolo quinto: IL QUARTO STADIO DI SVILUPPO DELLA SPECIE UMANA!

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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