I governi decidono, ma i cittadini: che cosa desiderano?
Luglio 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
Argomenti del sito Religione Pagana
31 luglio 2024
Introdotti nei siti web di stregoneriapagana.it, federazionepagana.it e religionepagana.it cinque filmati.
Ho sfruttato la maggior velocità di caricamento che dispongo in questo momento.
Mi ha impegnato l'intera giornata e ancora non ho finito.
A che cosa serve una religione
Pensare il mondo in termini religiosi
La Stregoneria nella pratica di Stregoneria
Cosa e come si rivolge agli Dèi un Pagano
Cosa significa essere una Strega o uno Stregone
Pagina specifica dell'argomento
30 luglio 2024
Partita di calcio mondiale della filosofia
Con questa pagina, capitolo se preferite, ho concluso ho concluso il lavoro generale della Partita di calcio mondiale della filosofia.
E' un lavoro iniziato il 13 marzo 2018 (pubblicazione pagina indice) e durato fino al 28 luglio 2024.
A questo lavoro mancano le conclusioni e, probabilmente, non verranno mai scritte perché non esiste una conclusione
La conclusione la potranno fare altre persone che, scrivendo altre e diverse pagine di filosofia, potranno introdurre altri nuovi e diversi concetti.
I concetti non sono ciò che le persone vogliono che siano, ma sono ciò che ideologicamente rappresentano e che hanno la capacità di modificare la vita delle persone in chiave assolutista, rendendole schiave, o modificando le costrizioni a cui sono sottoposte liberando le loro condizioni di vita da condizioni di schiavitù.
Non esiste la libertà di costruire forme di schiavitù, come non esiste la libertà di ammazzare il più debole o di violare i diritti del più debole nella società. Non esiste un diritto, una libertà, nella pratica del razzismo, dell'emarginazione o del bullismo.
La filosofia che esalta la schiavitù dell'uomo è la filosofia maggiormente praticata perché, nel farlo, il filosofo si eleva al rango del Dio padrone, dice agli uomini che cosa devono fare in nome di Dio ed egli si eleva al ruolo di portavoce di Dio fra gli uomini.
Il filosofo che si fa padrone di uomini, anche se dice una qualche frase che suscita attenzione, questa serve solo a coprire il suo lavoro ideologico di schiavista al di là che lui pratichi o partecipi all'attività schiavista o che, più spesso, idealizzi un comportamento riconducibile a tecniche finalizzate alla sottomissione degli uomini ad un'autorità o ad una morale.
Cerbero e Beppi di (o da) Lusiana
La festa che Demetra aveva organizzato per l'arrivo di Persefone era ancora in corso.
Ganimede versava il vino da giorni nelle coppe degli Dèi e degli eroi bevendo e brindando egli stesso. La festa di primavera era la grande festa che attivava ogni Dio in ogni angolo del pianeta.
La forma delle cose è una rappresentazione delle cose in un contesto di forme che esistono solo entro limiti definiti da misure e da numeri.
Che cos'è la "cosa in sé"?
E' l'oggetto privo di misura, privo di confini, che fluisce in trasformazioni temporali e in manifestazioni emotive sempre diverse. Un flusso di cambiamenti e rappresentazioni che si compenetrano e si differenziano in un continuo mutare privo di forma e di definizione con cui la percezione soggettiva costruisce delle relazioni ma non definizioni.
Ogni volta che si usa una parola per definire un oggetto o una situazione, si limita l'oggetto alla parola che, per sua natura, attribuisce una forma ad un oggetto che in sé è privo di forma. Privo di nome. Privo di quella verità con cui il linguaggio vorrebbe rappresentarlo ad una mente che può pensarlo, raccontarlo, solo in quel modo perché quella mente si perderebbe nella realtà dell'oggetto in sé.
La forma degli oggetti crea delle gerarchie fra oggetti, ma la gerarchia è legata alla forma pensata e svanisce quando il pensatore cessa di pensare gli oggetti attraverso la forma, che attribuisce loro, per abitare gli oggetti che, nella frequentazione, cessano di essere forme per diventare fenomeni con i quali costruire le relazioni. Il fenomeno è un soggetto che costruisce delle relazioni e la sua forma è la dinamica attraverso la quale vive le relazioni perdendo i connotati di forma per assumere i connotati dell'azione.
Il messaggero è il messaggio e il messaggio qualifica il messaggero nei confronti della percezione del soggetto che lo riceve. La percezione del fenomeno qualifica l'oggetto in sé e l'oggetto in sé può costruire delle relazioni con quei suoi, e solo con quei, fenomeni.
Il mondo in cui viviamo può essere fatto da forme che descriviamo con la nostra mente razionale o può essere fatto da fenomeni che abitiamo e con i quali abbiamo, e hanno, delle relazioni modificando continuamente la loro, e nostra, esistenza.
Quando guardiamo il mondo: che cosa vediamo?
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Pagina specifica dell'argomento
29 luglio 2024
Ogni persona può essere ferita e colpita nel corso della propria vita, ma il dolore maggiore è quando a colpirti è qualcuno, o qualche cosa, a cui eri affezionato.
Scrive Esopo:
Un'aquila stava appollaiata sull'alto di una rupe, facendo la posta alle lepri, quando fu colpita da una freccia: la punta le trafisse il corpo, mentre la cocca, con le sue penne, le si fermava davanti agli occhi. A tal vista, essa esclamò: "Ecco un nuovo dolore per me: morire proprio per opera delle mie penne!".
[Tratto da: Esopo, Favole, "L'aquila trafitta", Edizione BUR, 1982, n. 7, pag. 43]
In questa favola Esopo espone il concetto di dolore. Un dolore profondo che non deriva dalla ferita o dalla morte imminente, ma dal fatto che quella ferita e quella morte imminente è stata provocata da ciò che era caro, da cose a cui il moribondo era affezionato.
La vita è un insieme di possibilità sia di essere feriti che di morire, ma quando le ferite e la morte viene provocata da quanto è caro al moribondo, il dolore è infinitamente maggiore perché trafigge le emozioni.
29 luglio 2024
Lo squadrismo in Italia si sta sempre più diffondendo godendo di piena copertura e appoggio da parte di un governo Italiano dichiaratamente fascista.
I fascisti si "iscrivono" al Partito Democratico?
Non è un'attenuante, l'apologia al fascismo è apologia al fascismo e va perseguita in quanto tale.
Non voler perseguire l'apologia al fascismo, perché il fascista è iscritto al Partito Democratico, significa giustificare l'apologia al fascismo.
E' squadrismo!
Quando in una prigione i detenuti sperano di morire significa che non è più una prigione come definito dalla Costituzione, per quanto duro possa essere il regime di prigionia, significa che è diventato un lager pronto per diventare un campo di sterminio.
E' un'altra forma di squadrismo che il Ministro Nordio sta costruendo ed alimentando in nome dell'ideologia nazifascista.
28 luglio 2024
Questo è il 75esimo commento agli Inni Orfici. Per completare lo schema degli Inni Orfici mi mancano da sistemare 12 commenti che, per altro, ho già scritto venticinque anni fa e migliorati, forse, dieci anni fa.
Mi sto sempre più convincendo che gli Inni Orfici sono stati scritti come "riassunto" del pensiero religioso Pagano nel II sec. d. c. come reazione all'assolutismo religioso di ebrei, neoplatonici e cristiani anche se sono stati adottati dagli ultimi neoplatonici (Proclo e Damascio). Non sono le immagni religiose di Omero, Esiodo e degli Orfici antichi, ma non accettano mediazioni con i principi assolutistici dell'Uno, dell'anima, della reincarnazione o della morale sessuale propri dei deliri delle religioni assolutiste che in quel periodo, grazie all'assolutismo degli imperatori cristiani, si stavano imponendo.
Inno Orfico a Palemone
Compagno del gioioso Dioniso che conduce i cori di baccanti
che abiti i santi abissi del mare bagnati dai flutti,
ti invoco, Palemone, di venire benevolo
alle celebrazioni conformi al rito, lieto del giovane viso,
e di salvare gli iniziati e sulla terra e sul mare:
sempre infatti alle navi erranti sul mare al comparire di una tempesta
chiaro appari unico salvatore per i mortali,
allontanando l'aspra ira sul flutto marino.
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Questo inno continua il precedente. Leucotea è il potere di Essere che si prende cura del futuro nel momento presente. Palemone, figlio di Leucotea, è la forza degli Dèi che intervengono nelle contraddizioni a fianco di chi le sta affrontando.
L'Essere della Natura, l'Essere Umano nel nostro caso, non è mai solo nell'affrontare la sua esistenza. La sua esistenza è all'interno di un insieme che lo spinge a trasformarsi in continuazione, ad affrontare le sfide della propria esistenza ad inserire in questa la sua volontà, le sue determinazioni, le sue tensioni di vita. Queste manifestazioni vengono affiancate dagli Dèi perché da queste azioni gli Dèi traggono forza e nutrono queste manifestazioni in quanto queste manifestazioni li esprimono.
Così arriva il soccorso quando come "navi erranti sul mare al comparire di una tempesta chiaro appari unico salvatore per i mortali".
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Pagina specifica dell'argomento
28 luglio 2024
E' difficile far capire che le aggressioni ai bambini dell'asilo sono atti di terrorismo eversivo perché si compromette il loro equilibrio psico-emotivo costruendo degli adulti disadattati.
Io non fornisco formule educative, ma usare la violenza contro i bambini dell'asilo è un atto che rientra nell’ideologia nazista e cristiana (frustare i propri figli è un atto d’amore, vedi i proverbi o i salmi, vado a memoria); un'azione squadrista che realizza il significato "lasciate che i bambini vengano a me!".
Non per nulla le pene per la violenza sull'infanzia sono irrisorie; più formali per giustificare il diritto di "dominio dello Stato", rimosso dall’atto di violenza dell’educatore, che non volte a punire le aggressioni contro cittadini inermi ed indifesi. Non si punisce la violenza contro la persona, ma si punisce una “violazione amministrativa”.
La violenza sui bambini degli asili è estremamente diffusa, come è diffusa la violenza sugli anziani nelle case di riposo.
Sono strutture concepite più come dei lager che strutture al servizio dei cittadini. Cittadini che devono obbedire allo squadrista di turno che con "manganelli" (leggi azioni di violenza) vuole costringere gli indifesi all'obbedienza e alla sottomissione come gli è stato insegnato dall'ideologia criminale cristiana.
Sono cronache che ogni tanto vengono "scoperte" fra lo stupore dei lettori, ma la violenza sull'infanzia è talmente diffusa da riempire l'Italia di bulli e disperati che, ammalati da delirio suprematista, sono pronti ad invocare Gesù, il Duce, Hitler e qualche altro super padrone che li porti nel fango delle trincee in nome della superiorità della razza italica.
Non vi preoccupate: la violenza sarà punita con una diffida che permetterà al diffidato di fare altra violenza.
28 luglio 2024
Inno Orfico a Leucotea - 74esimo Inno Orfico
Inno Orfico a Leucotea
Invoco Leucotea figlia di Cadmo, demone augusto,
molto potente, nutrice di Dioniso dalla bella corona.
Ascolta, dea, custode del mare profondo,
che ti allieti dei flutti, somma salvatrice dei mortali:
in te infatti è lo slancio instabili delle navi che corrono il pelago,
sola risolvi nel mare la sorte pietosa dei mortali,
sui quali slanciandoti giungi amica salvatrice.
Ma, dea padrona, essendo soccorritrice vieni
sulle navi dai bei banchi salvatrice con volontà propizia,
portando agli iniziati sul mare un vento favorevole alla corsa delle navi.
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Il mare, al di fuori della ragione, è tempesta emotiva che si affronta attraverso l'intuizione e il saper maneggiare il timone di Intento. I naviganti sprovveduti impongono la ragione là dove la ragione non ha descrizione né elementi con cui imporsi: gli sprovveduti costruiscono la loro follia,
Anziché vivere il mondo che li circonda, proiettano sul mondo la loro immaginazione, il loro desiderio e le loro aspettative. Così, la tempesta della vita li avvolge ed essi vagano in balia dei flutti. Alimentano dentro di loro l'incertezza e l'angoscia che li rende impotenti davanti alla vita; si sentono sbattuti dai flutti del pelago dell'esistenza. Prigionieri del loro desiderio e privi di mezzi con cui veicolarlo nella quotidianità, sognano un destino desiderando una provvidenza che scaturisca dalle mani di un qualche salvatore.
Leucotea è un guerriero che si è fatto un Dio. Cosa fece di tanto prodigioso Leucotea per trasformarsi in un Dio? Seppe vivere. Seppe vivere guardando il tempo che le veniva incontro. Lei seppe fornire a Dioniso gli strumenti per affrontare il suo futuro. Lei seppe armare il presente affinché questo non fosse in balia dei flutti. Lei ha attrezzato il presente "risolvendo nel mare la sorte pietosa dei mortali".
Gli studiosi, leggendo quest'Inno dopo quello dedicato a Demone, non ne capiscono il senso e la collocazione. Se noi consideriamo che Daimon è l'Essere della Natura che si trasforma in un Dio (la parte emotiva di un corpo vivente) e Leucotea è colei che aiuta i mortali a trasformarsi in Dèi soccorrendoli nelle tempeste che attraversano il mare della loro vita, allora la collocazione appare corretta. Se canto un inno al soggetto che si trasforma in un Dio, canto un inno anche a chi consente al soggetto di trasformarsi in un Dio; Dio egli stesso.
---Continua al lik----
27 luglio 2024
DP Coll. III
...sotto...
Ognuno acquisisce un demone come medico...
Perché Dike castiga gli uomini che fanno del male attraverso
ognuna delle Erinni.
E i demoni che dimorano nel sottosuolo vegliano sempre
e in quanto inservienti degli déi essi... tutti... sono...
sono in modo che gli uomini ingiusti...
e hanno responsabilità...
...quali...
Tratto da Eleusis e Orfismo - I misteri e la tradizione iniziatica greca: a cura di Angelo Tonelli, Feltrinelli, 2022, pagina
La colonna 3 del Papiro di Derveni è molto lacunosa, tuttavia ci permette di ragionare su alcuni concetti.
Il primo concetto su cui ragionare è:
"Ognuno acquisisce un demone come medico..."
La prima domanda che ci facciamo è questa: che cosa si intende per "demone acquisito?"
Se noi pensiamo come i cristiani o come Platone, il demone è un soggetto esterno all'uomo e, in quanto soggetto esterno, è un estraneo che abita l'uomo. Se noi lo pensiamo nel significato antico, il Demone, il Daimon, altro non è che la parte divina di un corpo che abita il mondo.
Ogni Essere della Natura ha un proprio lato divino, è corpo e Daimon nello stesso insieme che abita il mondo.
Dando per corretta la traduzione, il Daimon agirebbe sul corpo come un medico; il cuore agisce sul corpo con le emozioni (diciamo così per semplificare); lo stomaco agisce sul corpo eliminando la fame; ecc.
Ogni parte del corpo agisce sul corpo con una funzione e fino ad ora, nel Papiro di Derveni, non si è incontrato il termine "anima".
Il secondo concetto che incontriamo è:
"Perché Dike castiga gli uomini che fanno del male attraverso ognuna delle Erinni."
Gli uomini non castigano altri uomini in nome di Dike, ma è Dike stessa, attraverso le Erinni, che castiga gli uomini che fanno del male. Fare del male non è una singola azione, ma è una pratica: facendo violenza il soggetto soddisfa sé stesso. Cerca continuamente questa soddisfazione finché questa soddisfazione non gli si ritorce contro, In altre parole, fai violenza a tanti deboli fino a quando trovi uno più forte che te le fa pagare tutte.
Segue un concetto la cui formulazione appare come se i demoni fossero cosa diversa dagli Esseri della Natura. Solo che, se metti in relazione gli Dèi con gli Esseri della Natura non li metti in relazione con il corpo degli Esseri della Natura, ma col loro Daimon e il Daimon degli Esseri della Natura è nel "sottoterra" dei loro corpi.
Dice:
E i demoni che dimorano nel sottosuolo vegliano sempre
e in quanto inservienti degli déi essi... tutti... sono...
sono in modo che gli uomini ingiusti...
e hanno responsabilità...
...quali...
La frase è mancante, a sembra che la cosa giusta e l'ingiustizia agisca sul Daimon che entra in relazione con gli Dèi e gli Dèi sembra che agiscano sul Daimon per le ingiustizie e le responsabilità.
Ovviamente, e parti mancanti non consentono un'interpretazione assolutamente corretta di quanto l'estensore del Papiro di Derveni voleva dire, ma interpretare le cose in maniera diversa è altrettanto ambiguo.
27 luglio 2024
Come si fa a stupirsi?
E' vissuto vendendo persone per il lavoro interinale e questa mentalità di venditore di persone (leggi venditore di schiavi) ha rivelato la sua mentalità di disprezzo per le persone.
Come si fa a stupirsi se Brugnaro ha fatto pressioni per simulare la bonifica di un terreno tossico da cedere, o offrire, come bonificato e ammazzare eventuali utilizzatori?
Il disprezzo per le persone appartiene all'ideologia cristiana e fascista. Una in nome del Dio padrone e l'altra in nome dello Stato padrone, le persone sono merce di scarso valore.
Avete voluto votarlo nella speranza di partecipare alla spartizione del bottino derivato dal saccheggio della società civile e non vi siete resi conto che voi siete solo le vittime della sua predazioe.
Pagina specifica dell'argomento
26 luglio 2024
Scrive l'Inno Omerico a Demetra
.... Suvvia, tutti gli dei che abitano le dimore dell'Olimpo
vi concedano legittimi sposi, e di generare figli
come gli sperano i genitori, così voi abbiate pietà di me, fanciulle,
e siate mie amiche. Care figlie, in quale casa potrei andare,
di quale uomo o quale donna sì che io compia per loro,
volenterosa, i lavori che si addicono ad una donna attempata?
Tenendo fra le braccia un bambino appena nato
io potrei allevarlo premurosamente, e avrei cura della casa,
e preparerei, nell'intimo delle camere ben costruite,
il letto dei signori, e addestrerei al lavoro le donne".
Da: Inno Omerico a Demetra
E' un insegnamento fondamentale per ogni Iniziato: è una questione di vita o di morte. Dove per vita e morte si intende il proseguimento del processo soggettivo di trasformazione o la cessazione dello stesso.
L'Iniziato, o il Dio, hanno il "potere della consapevolezza e della conoscenza". Al di là dei mezzi che possono procurarsi per intervenire nell'oggettività, la lucidità che hanno raggiunto, nella possibilità di intervento nell'oggettività, è sufficiente che si mostri una condizione oggettiva favorevole per dominare la situazione. In questo caso, è la Dea che potrebbe avere il sopravvento facilmente sull'ambiente e che rinuncia a prevalere per mettersi al servizio dell'ambiente stesso.
Si mette al servizio non come un gesto di umile sottomissione, ma come colei che offre dei servigi con diligenza e impegno. Non troverete mai nessuna parola di sottomissione emessa dalla DEA, non troverete ricerca di compassione. La Dea è triste, ma nonostante questa sua condizione psicologica presenta un vero e proprio curriculum di quanto è in grado di fare e di offrire: nulla di divino, ma tutte prerogative di una persona che ha accumulato esperienza.
Chiedo qualche cosa e offro qualche cosa!
Sono in grado di fare tutti questi lavori, ho esperienza, e le sue parole certificano la sua esperienza. Si chiamano "parole alate".
Alle ragazze non dice: "Per favore aiutatemi!"; alle ragazze dice: "Siate mie amiche!"
Io, Dea, o Iniziato, ho necessità della vostra amicizia!
Io, donna anziana, ho necessità della vostra amicizia!
Come suonano strane le parole della Dea a chi è abituato ad osservare il potere di dominio anziché il Potere di Essere che abita il mondo, partecipa al mondo, ma non domina nessuno.
Eppure, ella ha necessità di quell'amicizia; eppure, ella è manifestata da ogni Essere che esiste nell'universo.
Suonano strane le parole della Dea specie per il fatto che siamo educati dal cristianesimo a un ben altro tipo di amicizia:
"Voi siete miei amici se farete quello che vi comando."
(Vangelo di Giovanni 15,14).
Viviamo in un sistema sociale che impone l'amicizia come metodo di sottomissione delle persone e si è perso il senso del piacere della vicinanza fisica ed emozionale delle persone. La Dea è questo che chiede alle figlie di Celeo: la vicinanza.
Cosa che non è in grado di fare nessun dio padrone monoteista. Non lo può fare un prete cattolico, né un prete ebreo o musulmano, ma lo può fare l'Iniziato ai misteri di Eleusi per il quale è importante un camminare assieme per affrontare la vita e non un impadronirsi di Esseri Umani da sottomettere.
La pietà che chiede la Dea è la Pietas delle antiche religioni: la Dea chiede attenzione per sé come la Dea mette attenzione al mondo.
Chiedere attenzione per sé significa: "Potete aiutarmi a trovare la casa nella quale posso lavorare e vivere?"
Questo non ha nulla del pietismo a cui i cristiani hanno indotto le persone a pensare, ma è l'attenzione per il mondo e gli enti che lo abitano e che ci circondano. Quando uno di questi enti si presenta, noi gli dedichiamo pietas: gli dedichiamo la nostra attenzione. Non gli diciamo come deve comportarsi; non gli chiediamo se è portatore di gloria o di inganno. Lo accettiamo per come si presenta e per come si presenta gli dedichiamo la nostra attenzione in base ai nostri intenti.
Ed ora parliamo dell'augurio che fa la Dea alle ragazze.
Demetra augura alle ragazze che abbiano la migliore condizione familiare possibile e augura loro di avere "figli come i genitori desiderano!".
Nell'augurio della Dea non c'è l'imposizione ad una morale coercitiva; non c'è la richiesta di obbedire o sottomettersi a dei doveri: c'è l'augurio delle migliori condizioni possibili di vita e il raggiungimento dei loro obiettivi e dei desideri di loro.
Con un amico si cammina a fianco, per brevi o lunghi tratti, e gli si augura che riesca nei suoi obiettivi e nei suoi intenti.
Se poi i suoi obiettivi e i suoi intenti sono anche i nostri obiettivi e i nostri intenti, l'augurio che gli facciamo è anche l'augurio che noi facciamo a noi stessi. C'è solo servilismo là dove qualcuno obbedisce ad un comando e suona beffardo chiamare, chi è costretto ad obbedire, amico!
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25 luglio 2024
Il governo Meloni è il responsabile del terrorismo squadrista che sta seminando il terrore nel paese. Lui deve garantire la sicurezza dei cittadini.
Il fascismo vive solo di terrorismo e violenza. La sua ideologia schiavista, in nome di Dio e dello Stato che si fa Dio padrone degli uomini, vive esclusivamente di terrore e di violenza. Non hanno idee sociali da misurare con altri; per il fascismo l'uomo non è un cittadino, ma un suddito che si deve sottomettere.
Come ieri il fascismo con la complicità delle Istituzioni fu responsabile degli attentati terroristici di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, attentati ai treni, oggi è responsabile del terrorismo squadrista diffuso sul territorio nazionale.
In questo scritto mi occuperò solo di un aspetto delle manifestazioni squadriste fasciste.
Il responsabile è Georgia Meloni? Noi cittadini non lo possiamo dire se lei è la mandante. Noi non intercettiamo le telefonate, noi cittadini non facciamo indagini.
Noi cittadini facciamo deduzioni per analogia. E sono deduzioni che non hanno valenza giudiziaria, ma contribuiscono alla riflessione politica.
Sta di fatto che questi episodi di violenza, col governo Meloni, si stanno moltiplicando.
Nella sentenza per la strage di Bologna, la magistratura ha rilevato come persone, dipendenti del Ministero degli Interni o della Difesa, avevano contribuito a depistare le indagini e, dunque, erano moralmente complici dell'attentato.
Altre sentenze giudiziarie hanno evidenziato comportamenti loschi del Ministero degli Interni ... ma lasciamo perdere ciò che appartiene all'ambito giudiziario.
C'è uno squadrismo diffuso, sulle cui azioni vengono fatte delle indagini, ma nessun lavoro di prevenzione e di repressione degli squadristi.
Il caso del giornalista picchiato dai fascisti a Torino ha raccolto l'attenzione della stampa:
E per non parlare degli episodi di Verona dove le bande armate di Casapoud sono state inquisite: fermarle prima, no! Qualcuno ha voluto farle proliferare seminando impunità.
E a Roma? Quanto odiano i fascisti la Costituzione della Repubblica Italiana, aggredire le persone che hanno partecipato alla manifestazione in sostegno dei principi Costituzionali, sembra sia lo sport del momento.
I fascisti non esibiscono solo il "fascio", ma esibiscono il crocifisso, come ha fatto Georgia Meloni esaltando, col crocifisso, il diritto al genocidio di Dio (il suo genocidio dell'umanità col suo diluvio universale allo stesso modo del genocidio hitleriano).
E i gay? Secondo l'ignoranza psicologica e sociale, i gay sarebbero individui di sinistra. Ovviamente sbagliano. I gay sono sostenuti, nell'esercizio della propria libertà personale, dalla sinistra perché la sinistra dovrebbe (uso il condizionale perché mi sto riferendo ad un sentire comune su ciò che è destra e ciò che è sinistra nella politica) sostenere i principi di uguaglianza della Costituzione che dice:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (art. 3)
ma i gay, in sé stessi, per sé stessi, non possono essere pensati automaticamente di "sinistra". Basti pensare ai preti cattolici che sono quasi tutti omosessuali e ferocemente di destra (vedi la "frosciaggine" di Bergoglio) come sono gay, dichiarati o non dichiarati, è irrilevante, i militanti di Casapound la cui omosessualità è deducibile dalla necessità di esibizione del proprio machismo e della loro misoginia. I preti cattolici, in quanto preti cattolici che vivono la monarchia assoluta del Vaticano sono persone della desta fondamentalista.
La Polizia di Stato è stata superficiale?
Piuttosto io penso che sia sottovalutato il clima di terrore che viene messo in atto contro i cittadini. Difficile pensare che dietro ad episodi diversi ci sia una regia generale anche se, usando un po' di fantasia, non si può escluderlo aprioristicamente.
Quando i terroristi indipendentisti assalirono il campanile di san Marco a Venezia, sembra abbiano sorpreso una polizia che non aveva nessun controllo del territorio mentre, al contrario, metteva in atto azioni, percepite come violenza gratuita (vedi Gentini a Treviso) contro i lavoratori extracomunitari di religione musulmana (vestirli da leprotti per far divertire i cacciatori).
Perché non controllare e reprimere le azioni di terrorismo dei no vax che con la loro azione hanno contribuito a favorire i contagi da covid-19 e, di conseguenza, aumentare i morti?
La stessa Polizia che schedò chi disse (più o meno, vado a memoria) "Viva la Costituzione antifascista", ora cerca di identificare queste quattro persone.
Che piaccia o meno, fintanto che il regime in cui viviamo è una democrazia retta da questa Costituzione, queste azioni, rivolte contro i diritti costituzionali dei cittadini, sono azioni di terrorismo.
Pagina specifica dell'argomento
24 luglio 2024
Il bisogno sessuale si esprime con un'insorgenza emotiva talmente forte da spazzare via ogni idea aprioristica che abbiamo sul mondo. L'altro, o l'altra, non appaiono più per ciò che sono, ma per ciò che il desiderio sessuale vuole che siano.
L'attrazione sessuale cancella l'analisi critica dell'altro. L'altro, o l'altra, è talmente bello o bella, desiderabile, che non importano le sue idee, il suo modo di relazionarsi col mondo, le sue aspettative o i suoi progetti.
Tutto viene piegato a noi stessi e noi stessi modifichiamo le nostre priorità ideali, la nostra etica, il nostro stesso modo di pensare per renderlo, almeno in apparenza, appetibile all'altro.
Solo che l'insorgenza emotiva cresce, travolge la nostra coscienza e le nostre idee, tende ad esplodere dentro di noi e poi, sia che venga soddisfatta o meno, tende a decrescere. In quel momento la coscienza razionale riprende il controllo e anche l'analisi critica del mondo inizia a mettersi in moto dentro di noi.
Non è più solo l'aspetto sessuale dell'altro che acceca la nostra coscienza, ma l'altro o l'altra vengono analizzati da coscienze e messo, o messa, in relazione con le nostre idee e col nostro modo di affrontare il mondo.
Le "belle forme" o la "disponibilità" ha accecato la nostra coscienza, ma quando l'emozione si ritira, la razionalità riprende il controllo della coscienza e la relazione sessuale e sentimentale può continuare solo in presenza di affinità ideali, etiche, morali e comportamentali rispetto non solo alla relazione, ma al mondo nel quale viviamo.
E' un fenomeno da molto tempo sotto la lente della psicologia, come dimostra questo breve articolo apparso su Salute di Repubblica del 17 ottobre del 2002.
Quando finisce l'attrazionee si scopre di avere idee diverse
Avere idee diverse può essere un problema nelle coppie in cui il confronto produce effetti antagonisti all'Intimità e alla sessualità. Il conflitto di ideali produce però effetti dirompenti, soltanto quando la sessualità e l'attrazione emotiva stanno calando. E' in quella fase, infatti, che si tende a razionalizzare e a chiedersi come si possa continuare ad amare una persona che ha idee così "sbagliate".
Questo pensiero è reso più preoccupante dall'idea di un progetto famiglia, perché si immaginano i conflitti che potranno nascere nell'educazione dei figli: è allora che ci si domanda angosciati chi avrà diritto di esprimere i valori. Altre volte non è il futuro Il problema, ma il presente: si può considerare umiliante provare dipendenza e paura di perdere il rapporto con una persona che non ha la nostra stima. Le forti emozioni che sono in gioco possono portarci a nascondere le idee, a compiacere l'altro (o l'altra), ma questo diventa un'arma contro di noi quando siamo lontani e, a freddo, ci appare evidente che abbiamo venduto i nostri valori.
Ci si chiede a quel punto come si possa aver accettato certi compromessi, aver fatto finta di avere idee simili solo per non perdere il partner. Il desiderio sessuale in genere è un'ottima colla, fa saltare la dialettica delle Idee e permette di essere sospesi fuori dal cerchio dei pensieri, per questo forse è solo il passare del tempo che fa emergere Il conflitto di valori nelle sue forme distruttive. La sessualità può essere esaltata o inibita dal litigi, le discussioni possono farci capire quanto amiamo l'altra persona al di là di tutto e stimolare fa rafforzare i legami.
Forse resta importante non sposare mai completamente le idee dell'altro, non diventare simili ad ogni costo perché n quel momento sentiremo che abbiamo sposato il nostro persecutore, che per salvarci abbiamo abbassato le armi e siamo diventati complici del nemico, spesso per sentirci assolti dalla accusa di incoerenza che viene dal nostro interno o da parte delle persone che ci circondano.
Ma ridurre la differenza è un modo per perdere la nostra unicità irripetibile, di abiurare alla nostra storia, di separarci dalla nostra competenza intellettuale e spesso ha un costo che si riflette sui rapporti e sullo scambio sessuale. SI può rischiare di chiudere la sessualità e renderla sgradevole solo perché non abbiamo il coraggio del conflitto e della differenza.
Istituto Internazionale di Sessuologia, Firenze
Articolo di Roberta Giommi su Salute di Repubblica del 17 ottobre del 2002
Questo tipo di fenomeno lo riscontriamo anche nella cinematografia. Con le sue scene suscita l'emozione che, sorgendo in noi, annulla ogni condizione critica nei confronti della storia a cui stiamo assistendo. Solo più tardi, una volta che il picco emotivo è rientrato, possiamo analizzare la storia e capire l'artificiosità usata per suscitare emozione e impedirci di cogliere il senso o il significato della storia.
Suscitare emozione nell'infanzia è l'arte della manipolazione mentale messa in atto nei confronti dei bambini. Le storie della bibbia sono costruite per emozionare bambini ignari, suscitare emozioni che invadono la coscienza e lasciano, ai bambini, la convinzione che la forma biblica, che ha suscitato quell'emozione, sia una cosa reale. Più o meno come il primo film di Guerre stellari che ha fatto nascere una sorta di religione della "forza". L'emozione, suscitata nelle persone, le ha portate a rompere le barriere fra il reale e l'immaginario e fare dell'immaginario una componente della realtà in cui vivono.
L'emozione ha la funzione di destrutturare la coscienza e portare alla costruzione di una nuova e diversa coscienza. Come se l'individuo razionale morisse ad ogni insorgenza emotiva e rinascesse una volta che l'emozione si ritira o si placa e la sua coscienza rinascesse comprendendo la nuova esperienza.
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23 luglio 2024
Scrive l'Inno Omerico a Demetra:
Così dissero; e la veneranda fra le dee rispose con queste parole:
"Care figlie, chiunque voi siate tra le donne,
io vi saluto, e a voi risponderò; certo, è giusto
che alle vostre domande io risponda la verità.
Dono è il mio nome: così infatti mi chiamò la madre veneranda;
e ora da Creta, sull'ampia superficie del mare,
sono venuta senza volerlo: con la violenza e la costrizione, contro il mio desiderio,
i pirati mi portarono via. Essi poi
con la nave veloce approdarono a Torico, dove le donne
scesero a terra tutte insieme, ed essi
preparavano il pasto presso gli ormeggi della nave.
Ma il mio cuore non desiderava il cibo dolce come il miele:
e nascostamente avviandomi attraverso il cupo entroterra
fuggivo i miei tracotanti padroni, perché essi
non traessero guadagno da me, vendendomi senza avermi comprata.
In tal modo, vagando, sono giunta fin quì, e non so affatto
quale paese sia questo, e chi vi abiti...........
Infatti, le figlie di Celeo non volevano conoscere "la verità"! Questa appartiene a chi si eleva a giudice degli avvenimenti, o a dio padrone. Alle figlie di Celeo viene dato ciò che le figlie di Celeo chiedono: la verità!
Cioè, quell'insieme di avvenimenti secondo i quali una donna anziana è giunta fino a lì.
E il racconto della Dea è un racconto di verità che entra in sintonia con le figlie di Celeo!
Qualcuno vorrebbe sostenere che non si tratta della verità?
E allora dimostri dove sta l'inganno, la truffa, il raggiro messo in atto da Demetra!
Non è il cuore e l'Intento di Demetra puro come il cristallo? Nasconde intenti diversi da quanto manifesta?
E allora perché chi legge il racconto mette l'accento sulle sue parole anziché sul suo INTENTO?
E' l'INTENTO espresso dalle persone che stabilisce il VERO!
E' l'INTENTO che le persone manifestano attraverso le loro azioni che da' il nome alle cose.
Questo è forse uno dei più grandi misteri degli Iniziati di Eleusi: CHIAMARE LE COSE COL LORO VERO NOME!
Il vero nome delle cose è dato dalle azioni che le cose compiono nel mondo in cui esistono.
Le azioni, gli Intenti, manifestano il nome delle cose!
Noi oggi siamo DISEDUCATI a cogliere la verità delle cose.
Quando si dice: "Voglio conoscere la verità!"
Ci si immedesima sempre nelle vesti di un dio padrone che chiede a dei "sottomessi" di aprirsi a lui. Di fornirgli degli strumenti di giudizio e, pertanto, degli strumenti attraverso i quali articolare il gioco della sottomissione confermando la sua superiorità.
Si è creata, educazionalmente, l'illusione che ci sia una verità da conoscere, una verità oggettiva al di là della relazione intima con cui il soggetto si relaziona col mondo.
Una verità che non è il conoscere le cose. Non è la ricerca della conoscenza o del sapere scientifico (che non ha nulla a che vedere col concetto di verità anche se il concetto di verità trae la sua ragione di esistere proprio in questo) che sviluppandosi giunge ad aprire continuamente nuovi orizzonti sia soggettivi che sociali. La relazione delle persone con il mondo ha la sua "purezza" nelle intenzioni quando queste vengono espresse per sé stesse al di là della forma con cui tali intenzioni vengono manifestate.
Siamo davanti a due soggetti, uno che parla e l'altro che ascolta. Chi parla afferma delle cose che escono dal suo insieme vissuto, chi ascolta inserisce quelle stesse cose nel suo insieme vissuto e assumono un diverso significato perché diverso è il suo vissuto. L'attenzione consiste nel manifestare una forma affinché, l'altro che ascolta, possa percepire l'intento che si vuole trasmettere.
Si tratta della verità come REALTA' di manifestazione di un oggetto che non può esistere, in nessun altra forma, se non in quella REALTA': in quella verità!
Il sistema educazionale restringe l'individuo all'interno di strutture di vita elementari. Quanto succede è il prodotto di una causa: la verità che manifesta un fenomeno.
In pratica, il vivere, il pensare, l'agire di un individuo è un fenomeno che risponde ad un numero limitato e circoscritto di cause.
Per far si che esista un dio padrone che agisce nelle azioni umane è necessario che le azioni umane siano il prodotto di cause circoscritte ad una ragione descrittiva la cui logica derivi dal fatto che il dio padrone agisce sulle azioni umane. Da qui le azioni umane che vengono meno alla logica imposta dal dio padrone, pertanto, vanno giudicate dal dio padrone non conformi. Il sistema giudiziario dei paesi occidentali ha questa organizzazione perché la vita sociale nei paesi occidentali (e ormai in tutto il mondo) risponde a questa organizzazione educazionale. Tutto deve essere circoscritto in ragioni formali che tutti possono capire. Quando è troppo difficile, tutto va ignorato.
Ne consegue che l'intera vita umana è relegata all'interno di un semplicismo razionalistico che di razionale ha solo il nome, alienata dalla percezione del reale nel quale viviamo.
Il dio padrone vuole conoscere (l'Essere Umano estende all'infinito con aggettivi infiniti la possibilità e il conoscere del suo dio padrone) e gli uomini che obbediscono vengono separati dagli uomini che si ribellano (dividere il grano dal loglio); il magistrato vuole conoscere la verità del fatto giuridico: assurdo perché l'Essere Umano non potrà mai conoscere la realtà nella quale sta vivendo!
Quando parliamo della vita possiamo parlare solo di avvenimenti che sono prodotti da degli insiemi di avvenimenti, che sono prodotti da insiemi di avvenimenti, che sono prodotti da insiemi di avvenimenti. Nessuno, come singolo, è in grado di comprendere l'insieme e di risalire dall'insieme al suo insieme da cui scaturiscono le azioni che mi si presentano. L'indagine degli insiemi da cui scaturiscono i fenomeni semplici sono tali da portarmi via tutto il tempo della mia esistenza (si fa per dire, in realtà ci vorrebbero molte esistenze).
A differenza di quando fu scritta l'azione di Demetra (passatemela perché altrimenti mi tocca indagare sull'insieme e perdo la vita) la specie cui appartengo ha accumulato una serie di nozioni e "sapere" dal quale posso attingere. Ad esempio, posso sapere che il mio corpo altro non è che una colonia di batteri specializzati per raggiungere un fine comune! Da cui deduco che dal momento che il battere è un Essere Vivente e pensante che costruisce le proprie strategie d'esistenza (se volete trovare il corpo di Hera, l'Essere Natura, Giunone Lucina guardate i batteri, i Virus e quant'altro....) nel mio corpo c'è un numero (direi quasi infinito....) di batteri che pensano (sto usando il termine pensare nell'eccezione più nobile e alta che la filosofia ha elaborato: il NOUS. Cioè quella capacità che non è solo pensiero, ma il pensiero manifestato dallo scopo, dal progetto, dagli intenti, della volontà del soggetto. Quel tipo di pensiero che i monoteisti e i neoplatonici attribuiscono solo al loro dio assoluto!) ed agiscono per sé stessi e in sé stessi e che riversano su quella parte della coscienza che io riconosco come essere IO le loro tensioni e i loro bisogni!
Qual è la verità di me stesso? Qual è la causa delle mie azioni?
A questo punto sorge un'altra esigenza: se io non sono in grado di definire, se non approssimativamente, l'insieme delle cause che producono un'azione, ma quest'azione comunque è manifestazione delle mie necessità (il viaggio di Demetra), ma qual è la verità che devo presentare affinché il soggetto che mi guarda non sia bloccato nella sua capacità d'azione?
Gli Dèi si manifestano mediante l'azione. La loro rappresentazione è azione! L'azione è l'oggetto materiale del dio! Un oggetto materiale esiste SOLO nella misura in cui agisce nella sua oggettività! [questo aspetto della vita l'ho trattato nel dibattito sull'Intento all'interno del ciclo de Il Crogiolo dello Stregone]
Il Dio necessita dell'azione per manifestarsi (gli spiriti neri necessitano di bloccare l'azione nella sottomissione degli Esseri Umani per nutrirsi). L'azione degli Dèi si manifestano nelle azioni degli Esseri che rientrano sotto i nostri sensi in quanto gli Esseri altro non sono che sostanza di Dèi che si manifestano dalla quale ogni singolo soggetto separa sé stesso, la propria coscienza per tentare un cammino e trasformarsi in un DIO.
Come divinità devo far si che le figlie di Celeo continuino a trasformare sé stesse, a vivere delle proprie passioni e a determinare, per quanto possibile, il loro futuro. Dalla loro azione (che è azione di crescita dei soggetti nell'oggettività) Demetra si nutre, quelle azioni Demetra può nutrire. E' la simbiosi che in milioni di anni i soggetti hanno costruito con gli Dèi (e viceversa).
Diverso sarebbe stato se Demetra avesse detto: "Io sono la Grande Demetra alla ricerca di mia figlia Persefone!" Le figlie di Celeo si sarebbero immediatamente messe in ginocchio pronte a servirla. Avrebbero cessato le loro azioni; avrebbero smesso di fare i loro progetti per mettersi al servizio di Demetra.
Non vi ricorda qualche cosa?
Il significato delle apparizioni cristiane? "Io sono la madonna, quella dalla figa vergine, mettetevi in ginocchio e pregate perché il vostro dio padrone è molto addolorato per i peccati del mondo!"
Da un lato abbiamo Demetra che si cura di non bloccare le azioni e lo sviluppo degli uomini perché per lei quelle azioni e quello sviluppo sono preziosi; dall'altro abbiamo le operazioni degli Spiriti Neri il cui scopo è bloccare lo sviluppo emozionale dell'Essere Umano al solo scopo di cibarsi della sua sottomissione!
Questo è uno degli insegnamenti dato agli Iniziati di Eleusi. Non esiste una verità da trovare; ma esiste una libertà da praticare attraverso la nostra volontà e le nostre azioni all'interno di un mondo fatto da Esseri che manifestano la loro volontà praticando la loro libertà attraverso le loro azioni!
Per quanto la nostra specie accumuli conoscenza e sapere scientifico noi non saremmo mai in grado di comprendere l'esistente perché l'esistente ci comprende e noi dobbiamo imparare ad usare la nostra volontà e il nostro Intento per vivere in esso!
NOTA: Si tratta della revisione di pagine scritte oltre venticinque anni fa. Vedi vecchio lavoro sui Misteri di Eleusi
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22 luglio 2024
Ogni tanto, da qualche laboratorio sparso nel mondo, filtrano aspettative immaginifiche indotte da osservazioni, più o meno scientifiche, che prospettano la possibilità di creare una sorta di "elisir di lunga vita" capace di allontanare la disperazione dei disperati che hanno distrutto la loro vita.
"Vivremo fino a 120 anni!" proclamava il fallito Sivio Berlusconi con il fallito don Verzé.
Il fallimento esistenziale porta le persone alla disperazione e all'affannosa ricerca di un qualche tipo di eternità. Si sono dimenticati di vivere da persone, hanno saccheggiato la società e ora vivono gli ultimi tempi da disperati nell'ossessiva speranza di posticipare il momento della loro morte.
Notizie immaginifiche come queste hanno ampio spazio nell'informazione e sui giornali. Alimentano le aspettative dei disperati.
Come la notizia apparsa il 09 novembre 2006 su La Salute di Repubblica:
Il mistero del topolìno "millenario"
Un topo selvatico, diffuso nelle zone desertiche dell'Africa orientale, sta mettendo in crisi quello che ora si sa su invecchiamento, genesi dei tumori e di malattie degenerative.
L' "eterocefalo glabro", questo il nome scientifico del topo, vive ben dieci volte di più del suo "cugino" comune (28 anni contro 3, quasi mille anni riportato su una scala umana) nonostante produca molti più radicali liberi e sia anche meno dotato dei sistemi fisiologici (anti-ossidanti) che li inattivano.
La scoperta è di ricercatori della Comell University di New York e dell'Università del Texas a San Antonio e contraddice quella che, è bene ricordarlo, è una teoria scientifica basata su evidenze sperimentali.
La teoria dice che i prodotti di scarto del metabolismo, i "radicali liberi", essendo altamente tossici per le cellule e per il Dna, sono la principale causa di invecchiamento e malattie varie. Ma il topo desertico è un produttore di radicali liberi ben maggiore del topo comune. Inoltre anche la produzione fisiologica di antiossidanti naturali e di quelli assunti con l'alimentazione si attesta nel roditore africano su livelli molto inferiori a quelli del topo comune. "Vi devono essere altri meccanismi alla base della longevità", dice Blazej Andziak, uno dei ricercatori. Identificarli è il prossimo obbiettivo.
Tratto da: 09 novembre 2006 Salute di Repubblica
E' indubbio che la ricerca medica e scientifica può allungare di qualche anno l'esistenza come può migliorare le condizioni di vita qualora l'assistenza medica sia socialmente diffusa.
Questo è un problema sociale, non un problema individuale. O meglio, può essere un problema individuale all'interno dell'intero complesso sociale. Alcuni individui possono vivere di più di altri, a parità di condizioni sociali, ma il problema va affrontato socialmente.
Solo l'ideologia cristiana e nazista (che poi sono sinonimi) mette al centro del proprio pensiero il super-uomo, il Gesù figlio del padrone, che prospera in eterno nella ricchezza e nel benessere mentre tutte le altre persone sono condannate all'indigenza e all'inferno.
Questo tipo di notizie, per come vengono date, tendono ad allontanare la questione sociale in nome di speranze personali immaginifiche: nonostante il suo desiderio e una super assistenza medica, Silvio Berlusconi è morto in un'età che spesso è superata dalla gente comune (molti muoiono prima, ovviamente).
Creare delle buone condizioni di vita dovrebbe essere l'obbiettivo dei politici e della società nel suo insieme ma, pur di non farlo, si preferisce alimentare la pulsione: "Verrà dalle nuvole con grande potenza l'elisir di lunga vita mentre i miserabili moriranno!". E via con gli applausi!
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21 luglio 2024
Non sempre le persone riescono a comprendere quanto danno fanno all'infanzia quando, ritenendo che il bambino nel primo anno di vita sia un povero "deficiente", si comportano nei suoi confronti come se fosse un animale da allevare.
Nel primo anno d'età del bambino si fissano le pulsioni emotive che il bambino ha conosciuto nella pancia della madre e tali pulsioni ricevono un indirizzo, una modalità di rappresentazione, della soddisfazione soggettiva quando si esprimono nel mondo. La veicolazione si fissa mediante odori, relazioni tattili, l'uso della bocca e delle sensazioni gustative. L'osservazione emotiva delle emozioni degli adulti. L'alterazione dei suoni che, al di là dei contenuti, modulano le manifestazioni emotive.
Un adulto stupratore è il prodotto dell'imprinting sessuale imposto dai genitori e dall'ambiente parentale sul bambino
La soluzione delle relazioni sessuali mediante l'uso di coltelli, quello che viene chiamato "femminicidio", è il prodotto dell'ambiente genitoriale e parentale.
Oggi, di questo problema, non se ne parla più. Si preferisce pensare al bambino come un soggetto creato ad immagine e somiglianza di Dio assolvendo l'ambiente genitoriale e parentale dalla violenza che ha messo in atto nei confronti dei bambini.
Un tempo si parlava maggiormente delle relazioni fra crescita dell'individuo e ambiente, poi, le necessità della magistratura di ridurre al minimo le giustificazioni del "delinquente" e di ridurre il carico di lavoro dei magistrati nelle inchieste, ha finito per cancellare la questione dal dibattito sociale. Meglio condannare un individuo per delitto che non mettere sotto processo l'intero ambiente parentale dal quale il "delinquente" è stato prodotto. Meglio l'idea che l'individuo è malvagio perché così creato da Dio e, se qualcuno contesta il concetto, si provvede ad aggredirlo: "vuoi tu mettere in discussione la "creazione divina"?"
Riporto questo breve articolo da Salute di Repubblica del 07 dicembre 2006:
Imprinting sessuale
Questo termine, introdotto dall'etologo Konrad Lorenz, esprime un concetto che dal mondo animale è stato poi esteso anche all'uomo. Esso sta a significare che uomini e animali subiscono un Imprinting sessuale - una sorta di impronta, di impostazione - molto prima del raggiungimento della maturità sessuale.
A differenza di quanto molti pensano, l'uomo riceve l'imprinting sessuale in età molto precoce, intorno al primo anno di età, Quando la maggior parte dei genitori ritiene che il bambino non sia in grado di recepire molto dall'ambiente circostante. In realtà, anche se il bambino molto piccolo non è in grado di parlare è però capace di percepire e registrare tutto ciò che accade intorno a lui. Ed è proprio in questo periodo che il comportamento sessuale dei genitori o delle persone di riferimento assume un'importanza decisiva per lo sviluppo sessuale futuro del bambino.
Ciò significa che la scelta oggettuale (ovvero del partner sessuale futuro) del bambino in età adulta è in qualche modo influenzata sin dalla primissima infanzia dal comportamento delle sue persone di riferimento. Infatti, nell'operare tale scelta gioca un ruolo importante l'imprinting delle percezioni sensoriali recepite in tenerissima età come l'odore, il timbro della voce, il ritmo dei movimenti del corpo...
Le caratteristiche della persona che ci attrae, senza che ne siamo consapevoli dei motivi di tale fascinazione, si spiegano con questi primissimi ricordi. Ciò che nell'età pregenitale è stato recepito come piacevole continuerà ad apparire tale nel corso di tutta la propria esistenza. Lo zoologo americano Harlow ha verificato questa tesi basandosi su una serie di esperimenti sui primati ed è giunto a delle conclusioni interessanti.
Una di queste rileva che i cuccioli di scimmia che non sono stati abbracciati, accarezzati e curati dalle madri, diventano dei soggetti asociali che non mostrano alcun desiderio di accoppiarsi. Applicando all'uomo i risultati di questi esperimenti, possiamo dire ad esempio che soltanto grazie alla tenerezza parentale o materna l'individuo apprende la tenerezza sessuale.
E' vero che l'essere Umano possiede una pulsione sessuale innata, ma molto di come essa sarà veicolata ed espressa dipende dall'ambiente. Analogamente a un cucciolo che, se allevato da genitori di una specie diversa, non apprenderà mai il comportamento sessuale specifico della propria specie, anche il bambino educato da genitori sessuofobici non riuscirà ad imparare da loro come condurre una vita sessuale serena.
Tratto da: Salute di Repubblica del 07 dicembre 2006
Come se gli Esseri Umani non fossero Esseri Animali che esprimono gli stessi meccanismi nella formazione della conoscenza, della coscienza, nelle fasi di crescita al di là degli specifici meccanismi usati dalle singole e diverse specie (per esempio, l'uomo non ha il radar ad ultrasuoni dei pippistrelli, o il meccanismo olfattivo del cane).
La seconda parte dell'articolo è un po' confusa. L'articolista, probabilmente, vorrebbe dire alcune cose, ma sembra che non sia nella possibilità di dirle.
In quel primo anno d'esistenza, molte forme educative sono veri e propri stupri della struttura emotiva dell'infanzia. Stupri fatti col sorriso da un ambiente parentale che si sente assolto da ogni responsabilità.
L'estensore dell'articolo non è in grado di fornire delle ricette educative a genitori che cercano una formula certa, o meccanismi certi, per ottenere "un buon prodotto umano" da loro figlio.
Non esiste una ricetta.
Il figlio percepisce i genitori e veicola le sue emozioni percependo le emozioni dei genitori anche quando i genitori pensano di non trasmettere emozioni, in quel momento o in quella situazione.
C'è una sola soluzione che si può dare all'ambiente parentale: essere coerente con sé stesso ed essere consapevole che se non vengono rimosse alcune risposte emotive dai loro comportamenti, volenti o nolenti, queste influenzeranno la qualità della crescita del bambino costruendo un individuo adulto disadattato.
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20 luglio 2024
Dalle persone povere ed indigenti io sono disposto ad accettare molti "affronti" e molte "offese" che non sono disposto ad accettare quando le stesse azioni sono fatte da persone ricche o da persone che agiscono tramite strutture Istituzionali o istituzionalizzate.
Un'offesa fatta da un poliziotto è un'offesa a mano armata, una minaccia di morte. Un'offesa fatta da un senza tetto, a cui non ho dato una moneta, è solo un gesto di rabbia conchiuso in sé stesso.
Un'affermazione incoerente fatta da un magistrato equivale al "testa di cazzo, pezzo di merda, figlio di puttana" che si può ricevere come offesa in un bar.
Forma e sostanza. La sostanza è importante, non la forma con cui si presenta. Ma, soprattutto, è importante la collocazione della persona che quella sostanza presenta, comunque la articoli.
20 luglio 2024
Se questo dovesse essere il mondo che dobbiamo affrontare, questo sarà il mondo per il quale dobbiamo attrezzarci.
Distruggere il presente, qualunque presente, è una sorta di veicolazione emotiva di tensioni che attraversano gli individui e che li spinge a desiderare la "fine del mondo", come fine delle loro preoccupazioni, perché non sanno affrontarle in un modo diverso.
Si tratta di una sorta di suicidio generale, generazionale, che si diffonde nella società al seguito del profeta della fine del mondo che, di tanto in tanto si presenta agli uomini.
Alimentata dal cristianesimo, questa pulsione porta gli individui a pensare a sé stessi come a dei "sopravvissuti della catastrofe" che loro stessi auspicano. Non li porta a pensarsi come le vittime della catastrofe.
La distruzione delle prospettive esistenziali alimenta il desiderio di distruzione e il desiderio di distruzione alimenta il delirio di onnipotenza in una supremazia autodistruttiva.
In questa situazione i profeti della fine del mondo, la fine della quotidianità, prolificano nell'attesa che gli altri, le masse di individui, si precipitino nel baratro della distruzione e permettano a loro, sopravvissuti alla catastrofe, di beneficiare dei beni che hanno lasciato.
L'ignoranza dei meccanismi sociali, economici e morali porta queste persone ad identificarsi con la volontà di Dio. Li abbiamo già visti nelle religioni del Cargo, ma ora li vediamo proliferare in un'esaltazione collettiva, in una sbornia da superpotenza nel momento stesso in cui stanno chiudendo in sé stessi, per sé stessi, tutta la società civile di cui possono avere il controllo.
Se quanto enunciato, in questo programma di Trump dovesse essere il mondo sociale in divenire negli USA, con questo mondo sociale dovremmo convivere e in questo mondo sociale, le persone, dovranno costruire le loro strategie d'esistenza.
Se da un lato fa ribrezzo vedere delle "ex potenze colonialiste" che, dopo aver saccheggiato il mondo, tendono a chiudersi in sé stesse ignorando che la residua ricchezza che abitano dipende dal resto del mondo, dall'altro lato il mondo non è in grado, per ora, di liberarsi dall'ideologia colonialista che, con la violenza, è stata imposta a quei cittadini.
Eppure, il mondo si trasforma, giorno dopo giorno. E' in grado di fare senza le "ex-potenze colonialiste" che saranno relegate alla periferia disagiata, piena di drogati e di emarginati, della vita degli uomini.
20 luglio 2024
Il terrorismo di questo personaggio non consiste nel fatto che abbia molestato alcune donne, azione squallida in sé che a volte oscilla fra la violenza e il "provarci", ma consiste nel suo commercio della morale che spaccia alle persone in nome di Dio e nello stridere dei sui comportamenti in aperto contrasto con la morale imposta.
La violenza consiste nell'imporre una morale criminale, a bambini indifesi prima e ad adulti poi, che blocca la veicolazione delle emozioni delle persone rendendole schiave.
Questo miserabile ha svolto la sua attività alimentando la povertà e la miseria fra le persone. Ha usato le persone povere, fragili ed indifese, per la propria promozione personale in nome di Dio.
La sua attività, quale profittatore della miseria delle persone, per farsi sovvenzionare, ha alimentato l'odio sociale nascondendosi dietro ad una propaganda che alimentava l'idea della negazione della sessualità esaltando, nel contempo, l'attività di stupro come presentata dalla madonna dei cristiani che si onora ed esalta per lo stupro subito da Dio.
Pur essendo a conoscenza dell'ideologia criminale che presentava, noi cittadini viviamo nel terrore travolti da una propaganda, alimentata dalle armi e dal ricatto sociale, che ci vorrebbe costringere a pensare al Dio dei cristiani, e ai suoi sgherri, come un "Dio buono" mentre, nella realtà della dottrina ideologica cristiana, è quel feroce assassino che si è reso responsabile del genocidio dell'umanità con il diluvio universale.
Da questa ideologia nasce lo stridere fra la propaganda che invita le persone a sottomettersi all'odio e la prassi del Dio dei cristiani, e dei suoi sgherri, che si pensano al di fuori e al di sopra di ogni legge e di ogni norma sociale.
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19 luglio 2024
Hanno fatto la guerra ai Sinti affinché continuassero a rubare, a vivere nell'indigenza creando allarme sociale.
Hanno fatto la guerra alla costruzione della rete tramviaria di Mestre per impedire che Mestre e Venezia fossero collegate con il tram all'aereoporto.
Non vi fate illusioni, saranno assolti. Un po' di rumore per creare una parvenza di "giustizia" e poi la bolla fa pluff e non rimane nulla!
19 luglio 2024
L'astrologia nasce dall'astronomia. L'osservazione dei fenomeni celesti è il motore oggettivo che alimenta una credenza soggettiva, un'immaginazione che, proiettata sui fenomeni celesti, vuole costruire una significazione simpatica fra quanto osservato e la convinzione soggettiva di un significato da attribuire a quanto osservato.
L'individuo non si limita ad osservare e descrivere quanto osservato, ma sull'osservato proietta il suo desiderio soggettivo di comprensione di una realtà dalla quale si sente estraneo.
Il punto è che non è che l'uomo appare e osserva i fenomeni celesti. L'uomo diviene in milioni di anni all'interno dei fenomeni celesti. Vive e si adatta ai fenomeni celesti. Si adatta al giorno e alla notte, alle fasi lunari, al cielo stellato e fra il cielo stellato e la terra, l'uomo abita i fenomeni atmosferici.
Quando l'uomo ha cercato di significare tali fenomeni proiettando su di loro interpretazioni soggettive capaci di descrivere una realtà altra dalla quale si sente emarginato?
Quando è diventato cosciente dell'emarginazione che è avvenuta fra sé e il mondo.
Prima non era cosciente dell'emarginazione fra la sua coscienza e il mondo perché la sua coscienza era un tutt'uno con il mondo. Il mondo non veniva "pensato", ma veniva vissuto, abitato da un corpo consapevole in un mondo conosciuto per quanto serviva conoscere.
Pensare il mondo significa descrivere il mondo. Significa inserire ogni cosa, ogni oggetto, in una sorta di equazione matematica in cui ogni oggetto, appartenendo all'insieme del pensato, acquista una funzione, un valore quantitativo la cui variazione di significato apre a nuove formulazioni della descrizione stessa. La descrizione diventa la realtà vissuta dal soggetto che può vivere tale realtà soltanto se mantiene fissa quella descrizione, chiamandola "verità", in modo da permettergli di difendere le sue certezze aprioristiche nei confronti della realtà vissuta. Pensare il mondo significa piegare la realtà del mondo a come il soggetto vuole che tale realtà sia.
Ci fu un tempo in cui la realtà vissuta non era descritta dal soggetto. Non descrivere la realtà non significa non conoscerla o abitarla, significa che non è necessario descriverla memorizzandola. Conoscere e descrivere sono due cose diverse. Il conoscere è ciò che noi, della realtà, percepiamo e articoliamo mediante i nostri bisogni. Il descrivere è quanto riusciamo ad elencare di quanto conosciamo giustificando razionalmente quell'elenco che appare come un'infima parte di quello che noi percepiamo, ma che non siamo in grado di catalogare o elencare.
Un uomo cammina in mezzo agli alberi. Li conosce tutti, uno ad uno. Sa perfettamente quali frutti producono, quali siano commestibili, quali velenosi. Sa come salire sull'albero e sa muoversi nella vegetazione del sottobosco. So quanto mi serve sapere: quell'albero fa il frutto in autunno, ma ora non è autunno e quell'albero non fa frutti. Non è un sapere che mi è stato culturalmente tramandato, anche se in epoche recenti del vissuto dell'uomo questo è avvenuto, ma è un sapere che ho perché sono nato in quel mondo. Non è genetico. Genetica è la risposta alle sollecitazioni del mondo. Genetica è la difesa dai pericoli che in quel mondo nascono, ma la conoscenza dell'abitare il mondo appartiene alla percezione del soggetto al di là che tale conoscenza giunga o meno alla coscienza. Genetico è il meccanismo di risposta soggettivo alle sollecitazioni del mondo, ma non il conoscere il mondo. Questo perché il mondo che sta vivendo il soggetto oggi non è il mondo che hanno vissuto le generazioni che lo hanno preceduto. I meccanismi di risposta sono simili, tramandabili, la razionalità in cui quei meccanismi si esprimono è diversa. Diversa sia come oggetto in sé, sia nella percezione che di essa ne ha il soggetto.
Le risposte soggettive, anche quelle genetiche, mi permettono di conoscere il mondo. Un conoscere che avviene col corpo e non con la mente(pensiero razionale): un corpo che conosce il mondo in cui abita senza descrivere il mondo stesso.
Una mente, un cervello, che iniziano ad elaborare una descrizione del mondo fatta dal corpo selezionando alcuni fenomeni e distinguendoli da altri che, proprio per poterli distinguere, vengono relegati nel rumore di fondo di un conoscere razionale che viene negato alla coscienza.
Una mente, che identifichiamo approssimativamente col cervello, che un po' alla volta prende il sopravvento sul corpo e inizia a dire al corpo che cosa il corpo deve fare affinché funzioni all'interno del mondo che la mente descrive e, spesso, immagina. Un mondo che viene descritto da una mente che non è in grado di descrivere il mondo e per questo, per piegare il corpo a sé stessa, finisce per immaginare un mondo in cui lei è la protagonista e in quell'immaginazione imprigiona il corpo e le sue scelte.
Osservare il cielo significa osservare mutazioni continue di un'oggettività che si riflette nell'idea della modificazione continua della realtà vissuta.
Mentre il corpo si adatta alle trasformazioni del cielo, alle trasformazioni dell'ambiente, la mente pretende che la sua descrizione sia sempre "vera", statica. Non comprende le trasformazioni, tanto meno di sé stessa. Il mondo non si trasforma, altre menti, con altre descrizioni devono agire per trasformare il mondo e, in questo sistema, la mente pensa ad un sé stesso, grande ed immenso, assoluto, padrone determinatore dei cambiamenti a cui la "mente ristretta" è costretta a sottostare.
L'osservazione del cielo e dei suoi mutamenti, attraverso la magia simpatica e le analogie, la mente razionale cerca di spiegare il mutamento che osserva e che mette in discussione il suo concetto di "verità".
Osservando gli astri una mente potrebbe dire: quegli sono gli astri che si muovono. Oppure, luci che si muovono in un cielo di stelle fisse. Osservando gli astri una mente può attribuire gli accadimenti che il soggetto di quella mente sta vivendo alla posizione degli astri nel cielo rispetto alle stelle fisse.
La ragione ritiene sé stessa come una stella fissa nel cielo dell'esistenza, la verità. Le condizioni dell'esistenza si modificano non perché i soggetti con cui si relaziona vivono, ma perché potenze estranee alla sua esistenza, come le stelle, mandano i loro influssi dalla loro posizione nel cielo.
L'astronomia, osservazione del cielo, diventa astrologia, proiezione della realtà vissuta sulla posizione delle stelle che determinerebbero la realtà vissuta: la mente giustifica la sua incapacità di percepire il reale in cui vive e usa l'immaginazione per giustificare la propria incapacità attribuendo gli accadimenti a volontà esterne al reale vissuto.
L'astronomia cessa di essere "osservazione del cielo" e si trasforma in astrologia: lettura della volontà di Dio nel determinare il "destino" degli uomini.
Chi è incapace di osservare il mondo diventa un astrologo che racconta ad altri com'è fatto il suo mondo immaginario.
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18 luglio 2024
Il terrorismo squadrista sta imperversando nella società civile.
Coloro che avrebbero il dovere di fermalo, in realtà collaborano con la violenza squadrista che si rivolge contro i cittadini al fine di destabilizzare le Istituzioni stesse.
Magistrati corrotti ed eticamente vigliacchi, come quelli che ho conosciuto io, certificano il diritto di sparare agli insegnati.
Secondo questi magistrati e il ministero degli interni, l'attività squadrista contro gli insegnati di scuola diventa un atto "penalmente irrilevante", giustificato, favorendo ed incitando alla violenza squadrista al fine di imporre il fascismo contro la democrazia. Gli insegnanti che fanno cultura sono nemici dell'ignoranza necessaria per il fascismo.
Ed è nell'ottica dell'imposizione dello squadrismo fascista, imposto da un governo neo-nazista, che la Croce Rossa si è trasformata in un covo di torturatori e assassini.
Macellai corrotti, al servizio del crocifisso, che si ritengono in diritto di violentare le persone più deboli per i loro interessi mafiosi forti di una Polizia di Stato che ritiene i cittadini merce da violentare (non per niente espongono i crocifisso sui muri anziché la Stella a Cinque punte della Repubblica Italiana).
Lo squadrismo fascista che alimenta la schiavitù. Una schiavitù non solo fatta di catene, ma anche di droga e che uno stato fascista ritiene "normale", salvo reprimere il singolo caso che "finge" di aver scoperto.
E tutto questo grazie ad una Polizia di Stato che con i suoi comportamenti asociali diffonde l'idea che le persone siano soggetti che non hanno diritti, merde, che devono obbedire a chi, di volta in volta, ritenendo di ver subito un torto, si ritiene in diritto di violentarle.
Una polizia di Stato legata agli squadrisi e ai terroristi che alimenta, con i suoi comportamenti, una tendenza sociale secondo cui, chi tenta di sopravvivere, è un soggetto che si può violentare impunemente.
Forse che qualche magistrato imputerà a questo criminale un reato per terrorismo? Forse che qualcuna di queste donne si riterrà in diritto di denunciarlo per terrorismo?
Viviamo in una società che fa della violenza contro le persone, affinché non pensino a sé stesse come a dei cittadini, il fondamento della propria prassi politica.
Che siano partiti politici di destra o di sinistra, tutti sventolano il crocifisso contro la nostra Costituzione; tutti si sentono padroni degli uomini che, a loro avviso, devono essere ridotti in schiavitù in nome del Macellaio di Sodoma e Gomorra.
Partiti Politici che non si vergognano ad esaltare la monarchia assoluta di Bergoglio pur di offendere e stuprare la nostra Costituzione.
Stiamo vivendo in un pessimo mondo.
18 luglio 2024
Invoco il Demone più grande che fa tremare,
mite Zeus, generatore di tutte le cose, che dà vita ai mortali,
grande Zeus, sempre in movimento, che non lascia impuniti, re di tutto,
dispensatore di ricchezza, quando dovizioso entra nella casa,
e che al contrario raggela la vita dei mortali dalle molte pene:
in te infatti sono le chiavi del dolore e della gioia.
E dunque, beato, santo, cacciando i dolori che causano molti lamenti,
quanti mandano la distruzione della vita per tuta la terra,
concedi un glorioso buon fine di vita.
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Penso che quest'Inno abbia lasciato perplesso più di qualcuno!
Chi perde la memoria è condannato a dover ricordare passando per una via di dolore e sofferenze. Demoni positivi o benigni e Demoni negativi o maligni.
E' una delle classiche denominazioni dei cristiani.
I cristiani interpretano in base ai propri modelli ideologici. Tali modelli ideologici privano l'uomo delle proprie determinazioni e dei propri processi di trasformazione nella società in cui vive.
I modelli ideologici cristiani sono finalizzati ad impedire all'uomo la trasformazione in funzione di una “verità della creazione” che sottomette l'uomo alla volontà e alla morale del Dio dei cristiani. Il buono e il cattivo è solo un escamotage per promuovere ciò che “secondo loro” il loro Dio vuole e ciò che “secondo loro” il loro Dio non vuole.
-----Continua al link-----
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17 luglio 2024
La verità sociale dei fatti viene desunta dalle condizioni in cui il fatto avviene.
Si tratta di una verità che non è giudiziaria, ma si tratta della verità all'apparire del fatto. La verità giudiziaria arriverà con comodo ad opera dei magistrati, ma i cittadini, per capire, non possono aspettare i comodi dei giudici.
Trump, un uomo privo di idee sociali, volto a conservare uno status da miliardario in una situazione che lo vede imputato di numerosi reati e che vuole sottrarsi alla giustizia USA facendosi eleggere Presidente USA, ha la necessità di un colpo teatrale ad effetto su cui concentrare l'attenzione dell'opinione pubblica.
Cosa di meglio che non farsi colpire di striscio da una pallottola sparata da un suo militante politico che poi, disgraziatamente, viene colpito a morte?
La teatralità con cui coprire il vuoto politico.
Come non ricordare la stessa attività nella destra Italiana? Dal caso Telecom Serbia al caso Penati al caso Riace montato da Salvini per odio sociale contro i migranti, al caso Ignazio Marino a Roma montato da Renzi con la collaborazione dei fascisti del movimento 5Stelle?
E' la destra di oggi!
Legata alla mafia, alla corruzione, all'evasione fiscale che ha negli emarginati e negli immigrati i nemici da rinchiudere nei campi di concentramento (e non sanno socialmente cosa questo comporta). Una destra che compra armi per portare l'Italia in guerra.
Trump si è fatto sparare per aumentare le proprie possibilità di vincere le elezioni politiche: come se con Biden ce ne fosse stato bisogno. Sarebbe bastata un po' di intelligenza politica e meno incitamento all'odio.
Questi fascisti sono bambini insicuri, privi di idee sociali e pieni della necessità di calcare la finzione teatrale.
Trump si è fatto sparare, ferito leggermente, da un elettore del suo stesso partito politico.
La polizia ha ucciso l'attentatore, così Trump non ha potuto gestire la messa in scena.
L'assoluta mancanza di idee politico-sociali oggi, caratterizza quello che eufemisticamente viene chiamato "confronto politico" che altro non è che il naturale sviluppo dell'ideologia del "celodurismo", proprio della Lega di Bossi prima e di Salvini oggi. Fanno a gara a chi spara le coglionaggini più grosse sventolando cazzi perché privi di cervelli da mostrare (leggi idee sociali).
17 luglio 2024
XXVIII Rito della Devotio
Domenica 25 agosto 2024 dalle 17.00 alle 19.00
Presso il Bosco Sacro in Jesolo
L'appuntamento è al Bosco Sacro di Jesolo il 25 agosto 2024 alle ore 17.00 in Via Ca' Gamba 7^ traversa Jesolo - Venezia.
La celebrazione è molto semplice e consiste nell'accensione del fuoco al centro dell'Altare e nella recitazione della Devotio, l'elenco degli Dèi e delle loro qualità, come esempio di come noi Pagani pensiamo gli Dèi con i quali abitiamo il mondo. Il Rito ha lo scopo di legare le emozioni delle persone alle emozioni degli Dèi, i soggetti del mondo in cui abitiamo. Sull'Altare ci sarà il Fuoco Sacro, ma non ci sarà la grande catasta che facciamo per i riti dell'Equinozio, dei Solstizi o del Giorno Pagano della Memoria. Il fuoco è contenuto nel braciere e rappresenta il nostro fuoco che alimentiamo dentro di noi. Il fuoco emotivo che alimentiamo in tutti i problemi della vita. Tutta la Devotio sarà recitata e ad ogni pagina ogni partecipante alimenterà simbolicamente quel fuoco.
Fra tutte le celebrazioni religiose della Religione Pagana, il Rito della Devotio è quella finalizzata a legare gli uomini al mondo e il mondo agli uomini. Un mondo pieno di Dèi con cui gli uomini costruiscono le relazioni per diventare essi stessi Dèi. Il rito della Devotio si inserisce nei riti dei Pagani Politeisti da quando Decio, un comandante dell'esercito romano in guerra contro i sanniti, decise di sacrificarsi per la società in cui viveva.
La Devotio manifesta la volontà dei partecipanti al rito mediante la recitazione dell'intento umano in relazione agli Dèi. La semplicità apparente del rito rappresenta la forza emotiva dei legami che i Pagani hanno col mondo, con la società in cui vivono e con il suo possibile futuro. Il Rito della Devotio è il rito magico per eccellenza perché crea legami fra l'uomo e gli Dèi; proprio per questo il rito della Devotio non è spettacolare perché è un rito emotivamente profondo per chi vuole vivere quella profondità nella quotidianità della propria vita.
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16 luglio 2024
Demetra ora ha conosciuto dove si trova sua figlia. Non può modificare la decisione di Zeus, ma non può nascondere il suo dolore.
Decide di abbandonare la situazione in cui sta vivendo, nell'Olimpo. Decide di manifestare la sua rabbia abbandonando il presente vissuto.
Abbandona anche il suo aspetto di Dea e assume sembianze di una donna anziana che vagava per le città e per i campi.
Uno dei misteri di Eleusi è una sorta di arte dell'inganno che non inganna.
L'inganno "cattivo" avviene quando è al servizio di intenzioni malvage, ma quando si maschera ciò che si è, limitando sé stessi nelle azioni nel mondo, diventa un inganno che non inganna perché presenta al mondo un "contenuto". La Dea non chiede nulla al mondo: non c'è ostentazione negli Dèi perché gli Dèi non chiedono deferenza, ma rispetto e lo ottengono dando rispetto.
Tu, che cosa cerchi? Deferenza perché sei un essere superiore o il rispetto perché loro ti considerano uno di loro? Cerchi servi o cerchi amici?
Demetra stava affrontando il suo dolore. Per farlo aveva bisogno di persone con cui collaborare, non di presentarsi come la Dea onnipotente. Voleva essere accolta per come si presentava, non come la Dea dell'Olimpo.
Ciò che Demetra offriva era un servizio. Demetra era pronta a servire, ma non era una serva. Il rispetto è la richiesta dell'inganno che non inganna.
Alle figlie di Celeo racconta una storia credibile: come avrebbero reagito le figlie di Celeo se Lei avesse detto loro di essere la Dea Demetra?
Dicendo loro di essere una donna che si chiama Dono, ha fatto loro il dono della sua compagnia: ha chiesto quanto poteva chiedere e loro gli hanno offerto quanto potevano offrire.
Demetra ha creato un'armonia fra sé e il mondo in cui viveva.
Leggiamo nell'Inno Omerico a Demetra:
E, in seguito, adirata contro il figlio di Crono, dalle nere nubi,
abbandonando il consesso degli dèi e il vasto Olimpo,
andava tra le città degli uomini e i pingui campi,
celando il suo aspetto, per molto tempo: né alcuno degli uomini
e delle donne dalla vita sottile la riconobbe incontrandola,
fin quando ella giunse alla casa del saggio Celeo,
che era allora il signore di Eleusi fragrante d'incenso.
Sedeva lungo la strada, afflitta nel cuore,
al pozzo Partenio, cui gli abitanti della città attingevano l'acqua,
all'ombra: su di lei si allargava la chioma di un olivo.
Era simile a una vecchia carica d'anni, lontana dalla maternità
e dai doni di Afrodite che ama le ghirlande:
quali sono le nutrici dei figli dei re che rendono giustizia,
o, nelle loro case ricche di echi, le dispensiere.
E la videro le figlie di Celeo figlio di Eleusi,
venute ad attingere l'acqua che scorreva abbondante, per portarla
in brocche di bronzo alla loro casa paterna.
Erano quattro, simili a dee, nel fiore della giovinezza:
Callidice, Cleisidice, l'amabile Demo,
e Callitoe, che era la maggiore tra tutte;
e non la riconobbero: è difficile, per i mortali, ravvisare gli dèi.
Fermandosi davanti a lei, le rivolsero parole alate:
"O vecchia, da dove vieni, e chi sei fra i mortali carichi d'anni?
perché ti sei diretta fuori dalla città, e non ti avvicini alle case?
Là, nelle sale piene d'ombra, vi sono donne
la cui età è proprio uguale alla tua, e altre più giovani,
che ti accoglierebbero con atti e parole cordiali".
Così dissero; e la veneranda fra le dee rispose con queste parole:
"Care figlie, chiunque voi siate tra le donne,
io vi saluto, e a voi risponderò; certo, è giusto
che alle vostre domande io risponda la verità.
Dono è il mio nome: così infatti mi chiamò la madre veneranda;
e ora da Creta, sull'ampia superficie del mare,
sono venuta senza volerlo: con la violenza e la costrizione, contro il mio desiderio,
i pirati mi portarono via. Essi poi
con la nave veloce approdarono a Torico, dove le donne
scesero a terra tutte insieme, ed essi
preparavano il pasto presso gli ormeggi della nave.
Ma il mio cuore non desiderava il cibo dolce come il miele:
e nascostamente avviandomi attraverso il cupo entroterra
fuggivo i miei tracotanti padroni, perché essi
non traessero guadagno da me, vendendomi senza avermi comprata.
In tal modo, vagando, sono giunta fin qui, e non so affatto
quale paese sia questo, e chi vi abiti.
Suvvia, tutti gli dèi che abitano le dimore dell'Olimpo
vi concedano legittimi sposi, e di generare figli
come li sperano i genitori, così voi abbiate pietà di me, fanciulle,
e siatemi amiche. Care figlie, in quale casa potrei andare,
di quale uomo o quale donna, sì che io compia per loro,
volenterosa, i lavori che si addicono a una donna attempata?
Tenendo fra le braccia un bambino appena nato
io potrei allevarlo premurosamente, e avrei cura della casa,
e preparerei, nell'intimo delle camere ben costruite,
il letto (lei signori, e addestrerei al lavoro le donne".
Osi parlava la dea, e prontamente le rispose la vergine fanciulla,
Callidice, la più bella tra le figlie di Celeo:
"Nonna, sebbene a malincuore, ineluttabilmente noi esseri umani
dobbiamo sopportare quel che ci danno gli dèi: poiché essi, davvero, sono molto più forti.
Ma questo io con chiarezza ti spiegherò, e ti dirò i nomi:
gli uomini che qui hanno grande autorità e potere,
e guidano il popolo, e le mura della città
difendono, coi consigli e le giuste sentenze.
Di Trittolemo dall'accorta mente, e di Diodo,
di Polisseno e dell'incensurabile Eumolpo,
di Dolico e del nostro valoroso padre,
di tutti costoro, le mogli curano le case;
e appena ti vedranno nessuna di loro
dispregiando il tuo aspetto ti allontanerà dalla sua casa:
anzi ti accoglieranno: poiché tu sei simile a una dea.
Ma, se vuoi, attendi che alla casa del padre
noi ci rechiamo, e alla madre, Metanira dalla vita sottile,
raccontiamo tutta la tua storia dal principio alla fine; speriamo .... ch'ella t'inviti
a venire da noi, e a non cercare la casa di altri.
Da: Inno Omerico a Demetra
Il dialogo fra le figlie di Celeo e Demetra deve essere letto tutto assieme perché indica, all'iniziato di Eleusi, come si deve comportare nel mondo e nella vita.
Un atteggiamento discreto e rispettoso.
Questo atteggiamento di Demetra sarà la costante del suo comportamento nella casa di Celeo dove darà rispetto e riceverà rispetto, ma non in quanto Dea, ma in quanto persona attenta e rispettosa.
Con questo atteggiamento, indicato nel comportamento di Demetra, l'iniziato può camminare in ogni luogo sconosciuto del mondo, fra popoli sconosciuti, sempre rispettato: chiedi ciò che hai necessità di chiedere, dai quanto sei in grado di dare e ricevi quanto l'altro è in grado di offrirti.
La necessità della relazione è descritta anche nel vangelo di Matteo solo che, anziché creare armonia, è fatta per creare conflitto e costruire una gerarchia:
"Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Chi riceve un profeta come un profeta, riceverà una ricompensa da profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà una ricompensa da giusto e chi avrà dato da bere anche un solo bicchier d'acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità vi dico: non perderà la sua ricompensa."
Vangelo di Matteo 10, 40-42
E chi riceve una persona come una persona?
Demetra è una persona. Si qualifica solo come una persona. Non è né un profeta né un giusto. Non chiede alle persone di riconoscergli qualche cosa di particolare, ma solo sé stessa per come appare.
E' abbastanza logico pensare che gli estensori dei vangeli conoscevano molto bene le vicende di Demetra e abbiano attinto il modello della relazione "sé con l'altro". La relazione viene distorta e funzionalizzata di gerarchia e di assolutismo dove l'altro doveva mettersi al loro servizio accogliendoli e sottomettendosi, non erano loro che si mettevano al servizio delle persone.
Dice ancora Gesù nel Vangelo di Matteo:
"In qualunque città o villaggio entrerete, informatevi se vi è qualcuno degno e dimorate presso di lui fino alla vostra partenza. Entrando nella casa salutatela; e se la casa ne è degna, scenda la vostra pace sopra di essa; ma se non ne è degna, ritorni la vostra pace a voi. Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico: nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e di Gomorra sarà trattato meno severamente di quella città."
Vangelo di Matteo 10, 11-15
Anche Demetra si informa dalle figlie di Celeo. Non chiede "Chi è degno di me!", ma chiede "se qualcuno è disponibile ad accettare i suoi servigi" e, soprattutto, non maledice chi non la accoglie scuotendo la polvere dai suoi sandali.
Soprattutto, a differenza di Gesù, Demetra non ritiene di essere in mezzo ai lupi feroci, ma in mezzo a persone rispettabili a cui dice:
Suvvia, tutti gli dèi che abitano le dimore dell'Olimpo
vi concedano legittimi sposi, e di generare figli
come li sperano i genitori, così voi abbiate pietà di me, fanciulle,
e siatemi amiche.
Questo inganno non inganno di Demetra dovrebbe essere sulle labbra degli Stati del mondo anziché imporre la convinzione di Gesù:
"Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate adunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi però dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti ai Governatori e a re per cagion mia, per dare testimonianza ad essi e ai Gentili."
Vangelo di Matteo 10, 16-18
La convinzione di essere "pecore" in mezzo ai lupi porta le pecore a diventare assassini giustificando le loro azioni atroci perché le loro vittime sono "lupi". Siate astuti nello sterminarli, dice Gesù, ma guardatevi dagli uomini di cultura che chiederanno giustizia per le vostre azioni criminali.
Demetra, a differenza di Gesù, non vuole dominare gli uomini, ma essere amica degli uomini. Per questo Demetra dice:
Care figlie, in quale casa potrei andare,
di quale uomo o quale donna, sì che io compia per loro,
volenterosa, i lavori che si addicono a una donna attempata?
Lei è Demetra!
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15 luglio 2024
Dal momento che l'inflazione è rientrata, com'è possibile che con un tale stipendio non sia posibile vivere?
Se con un simile stipendio queste persone sono in difficoltà come sono messe le persone che hanno uno stipendio inferiore?
15 luglio 2024
Le prospettive demografiche italiane sono semplicemente drammatiche.
Con un governo fascista che aiuta gli evasori fiscali e favorisce le truffe e la menzogna, solo gli immigrati stanno tentando di reggere l'economia italiana.
Le politiche del governo Meloni hanno un duplice scopo: favorire l'emigrazione di cittadini giovani e culturalmente preparati attraverso la protezione di salari bassi volti ad affamare la maggior parte della popolazione e impedire la natalità sia aumentando i costi delle famiglie per la crescita dei figli sia come attività di terrorismo religioso favorendo l'attività di violenza sulle donne che intendono abortire.
E' diminuita un po' la mortalità dopo i picchi dovuti al covid negli anni scorsi, ma l'attuale governo intende aumentare la mortalità limitando la vaccinazione e rendendo più precaria l'assistenza medica.
Scrive l'ISTAT
Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 mette in luce l'ennesimo minimo storico di nascite, l'undicesimo di fila dal 2013. Un processo, quello della denatalità, che dal 2008 (577mila nascite) non ha conosciuto soste. Calano anche i decessi (661mila), l'8% in meno sul 2022, dato più in linea con i livelli pre-pandemici rispetto a quelli che hanno caratterizzato il triennio 2020-22. Da quanto detto sopra emerge un saldo naturale ancora fortemente negativo (-281mila unità).
Le iscrizioni dall'estero (416mila) e le cancellazioni per l'estero (142mila) determinano un saldo migratorio con l'estero positivo di 274mila unità. In tali condizioni, che consentono di compensare quasi totalmente il deficit dovuto alla dinamica naturale con una dinamica migratoria favorevole, la popolazione residente ha la possibilità di rimanere, almeno sul piano numerico, in sostanziale equilibrio.
I trasferimenti di residenza tra Comuni hanno coinvolto un milione e 444mila cittadini, in diminuzione rispetto al 2022 (-1,8%).
La popolazione residente di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2024 è di 5 milioni e 308mila unità, in aumento di 166mila individui (+3,2%) sull'anno precedente. L'incidenza sulla popolazione totale tocca il 9%. Il 58,6% degli stranieri, pari a 3 milioni 109mila unità, risiede al Nord, per un'incidenza dell'11,3%.
Altrettanto attrattivo per gli stranieri è il Centro, dove risiedono un milione 301mila individui (24,5% del totale) con un'incidenza dell'11,1%. Più contenuta la presenza di residenti stranieri nel Mezzogiorno, 897mila unità (16,9%), che raggiunge un'incidenza appena del 4,5%.
Prosegue la riduzione della popolazione di cittadinanza italiana (53 milioni 682mila unità), 174mila in meno rispetto al 1° gennaio 2023 per una variazione pari al -3,2 per mille. In relazione alle diverse dinamiche demografiche che distinguono il Centro-nord dal Mezzogiorno, in termini di nascite, decessi e trasferimenti di residenza, tale variazione si concentra nel Mezzogiorno, ben 126mila italiani residenti in meno (-6,6 per mille). Nel frattempo, sfiora le 200mila unità il numero di cittadini stranieri che nel 2023 hanno acquisito la cittadinanza italiana, dato in linea con l'anno precedente (214mila), pur se in parziale calo.
Dal Rapporto Istat su indicatori demografici del 29 marzo 2024
Nel 2023 hanno ottenuto la cittadinanza italiana duecentomila cittadini stranieri che sommati ai 379000 nati non compensano nemmeno il numero di decessi nel 2023.
Non siamo davanti ad un paese che invecchia, siamo davanti ad un paese che muore nell'assoluta indifferenza di un governo che ha sostituito con la propria propaganda elettorale i doveri verso l'Italia.
Tutto questo grazie a politiche che favoriscono la mafia, il delirio di onnipotenza, disprezzano la Costituzione e offendono i cittadini umiliandoli e aggrendoli.
Un paese in cui la mentalità dell'impunità del delinquere è talmente diffusa da aver perso il senso di cittadini con bande di giovani che si riuniscono per teppismo, droga e banditismo di territorio.
Una destra politica che con i provvedimenti Nordio ha favorito il disfacimento della società civile in nome dell'ideologia mafiosa che è diventata l'ideologia della destra politica al governo in Italia.
Sono talmente presi dal riuscire ad avere un successo nell'immediato che vogliono ignorare le conseguenze delle loro azioni, delle loro leggi, dei loro provvedimenti. Vivono di proclami e di menzogne attraverso le quali nascondono e deridono i problemi delle persone.
15 luglio 2024
Il credere come fede sembra sia l'argomento della colonna 5 del Papiro di Derveni.
In questa necessità di credere sembra prospettare le pene dopo la morte cose preannunciate dai sogni e da altri presagi.
Scrive la colonna 5 del Papiro di Derveni:
Consultando un oracolo...
Consultano un oracolo...
Per loro entriamo nell'oracolo a chiedere
riguardo alle questioni oracolari se sia lecito...
Perché non credono alle prove terribili che attendono nell'Ade?
Se non capiscono il significato dei sogni
o nessuno degli altri presagi in base a quali evidenze
potrebbero credere? Sopraffatti dall'errore
e da altri generi di piacere, non imparano
né credono. Incredulità e ignoranza sono una stessa cosa:
se non imparano né conoscono, non c'è modo
che credano anche se vedono...
...incredulità...
...appare...
Tratto da Eleusis e Orfismo – I misteri e la tradizione iniziatica greca: a cura di Angelo Tonelli, Feltrinelli, 2022, pagina 503.
Chi ha scritto il Papiro di Derveni era convinto che "l'Ade riservasse prove terribili" quasi che ritenesse che l'Ade fosse un luogo d'arrivo della vita fisica. In questo brano c'è sicuramente una volontà di intimidire "coloro che non credono", ma non c'è l'idea di reincarnazione e tanto meno l'idea della metempsicosi.
Il "credere negli Dèi" e le "punizioni nell'Ade", sono due idee che non si incontrano sovente nel Mito, ma sicuramente c'era qualche idea simile se lo stesso Epicuro scrive:
Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità. Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità.
Epicuro, Lettera a Meneceo
Tuttavia la colonna numero 5 del Papiro di Derveni ci permette di fare una riflessione su una questione sociale fondamentale: i divergenti e i malati mentali che si fanno portavoce delle divinità.
Costruire una credenza oggettiva sulle cose che solo io percepisco. C'è forse una differenza con la pretesa del malato psichiatrico che vuole piegare lo psicoanalista alle proprie affermazioni su una realtà altra?
Il sogno non è il sogno, ma è il mio sogno, l'espressione delle mie emozioni in relazione al mondo in cui vivo quando la ragione cessa il controllo sulla mia coscienza.
Il mio sogno comunica qualche cosa a me, al mio divenuto e alla mia trasformazione. Esiste un sognare collettivo che può avere temi in comune fra più persone che vivono la stessa situazione e che, negli stessi intenti e nelle azioni simili riversano le loro emozioni, ma il mio sogno, il mio sognare, riguarda solo me.
Percepire una realtà altra, è un'attività di un individuo divergente rispetto a chi si è adeguato alla descrizione di una realtà socialmente condivisa, ma è anche espressione di una possibile malattia psichiatrica, al di là di come è indotta, che porta a manifestare deliri e farneticazioni che veicolano desideri di onnipotenza.
La differenza fra un divergente e un delirante, sta nella capacità di uno e nell'incapacità dell'altro di razionalizzare le proprie affermazioni e di metterle in relazione con gli interessi propri della vita quotidiana.
Il divergente afferma le sue idee, come il delirante, ma a differenza del delirante le spiega, le argomenta e le mette in relazione alla vita qquotidiana. Il delirante mette sé stesso al centro di ogni riflessione. E' lui che parla con Dio e tutti devono credere a lui perché egli afferma di parlare con Dio. Le sue affermazioni sono funzionali a sé stesso e non hanno una funzione sociale. Il divergente è al servizio della società, il delirante è solo al servizio di sé stesso.
Il divergente prospetta opportunità, in campo religioso; il delirante prospetta premi e pene eterne ed atroci.
Quando Angelo Tonello scrive:
Quello che è certo è che non si tratta di un autografo, perché presenta errori da copiatura, e che è scritto in dialetto prevalentemente ionico (come ionico è lo stile di pensiero), con atticismi e forse rari dorismi. E' un commentario filosofico in prosa, infarcito di citazioni eraclitee, a un testo orfico più antico (VI secolo a.C.?) scritto in versi enigmatici, che l'Autore utilizza per esporre le proprie idee, senza preoccuparsi di fedeltà filologica al testo: le sue interpretazioni sono costitutivamente, ma anche produttivamente, false e forzate, perché legge allegoricamente un testo che non era stato concepito allegoricamente.
Tratto da Eleusis e Orfismo – I misteri e la tradizione iniziatica greca: a cura di Angelo Tonelli, Feltrinelli, 2022, pagina 483-484
Noi siamo difronte a due tipi di persone: la persona che ha redatto le idee utilizzate da chi ha scritto il Papiro di Derveni, e colui che ha usato quelle idee per scrivere il Papiro di Derveni dando lustro e autorevolezza alle proprie idee.
Il Papiro di Derveni che ci è giunto è sicuramente un misto fra le idee esposte da un deviante e le idee di un farneticante.
Noi che pratichiamo religione Pagana, come possiamo fare?
Come abbiamo sempre fatto, prendere quello che funziona e lasciare quello che non funziona. Il Pagano ha la sua idea della realtà del mondo, attinge dagli antichi, ma è consapevole che fra gli antichi c'era chi era attento agli Dèi e c'era chi usava la propria versione degli Dèi per favorire i propri interessi.
Noi sappiamo che fra gli Antichi c'erano i divergenti che agivano per fornire prospettive diverse per il futuro sociale e c'erano i malati mentali che esprimevano il loro delirio di onnipotenza con molta euforia coinvolgendo molte persone.
15 luglio 2024
Lo squadrismo fascista non è giustificato da forme ideologiche che non siano l'identificazione dell'individuo con Dio che chiede a tutti di sottomettersi.
Bullismo, teppismo e squadrismo sono la stessa cosa. Gradi diversi della medesima pulsione psicologica che non ha altro fine che l'applicazione della dottrina di Paolo di Tarso: la riaffermazione dell'ignoranza creazionista sulle possibilità di trasformazione sociale.
Il bullismo fascista ora si è fatto Stato e ha eliminato il "pudore" con cui prima si occultava nella società. La società civile dovrà convivere con queste condizioni finché un grande problema sociale, che porterà sofferenza, cancellerà la necessità della veicolazione dell'ignoranza e indifferenza teppista nella società.
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14 luglio 2024
La volontà di trasformare l'orfismo in una dottrina monistica è offensivo e ingiurioso.
Il mondo è pieno di Dèi. Che questi Dèi agiscano separatamente o agiscano uno dentro l'altro, non siamo davanti a una sorta di monismo, ma siamo davanti ad un politeismo che fa dell'interazione degli Dèi la tessitura del mondo e della vita in cui abitiamo. Possibili Dèi a nostra volta.
Come offensivo e ingiurioso è interpretare gli Dèi come tanti super-uomini, dai super-poteri, che dominano il mondo e la vita.
Per riprendere sotto un'altra ottica il ragionamento sugli Dèi prendo in mano la traduzione del Papiro di Derveni e riprendo il ragionamento da un aspetto, dell'interpretazione degli Dèi, che mi è particolarmente caro.
Si tratta della colonna 17 del papiro:
Papiro di Derveni, colonna, XVII
Esisteva prima di ricevere nome: lo ricevette dopo.
Perché l'Aria era prima che le cose che sono adesso fossero assemblate
e sempre sarà e il motivo per cui l'Aria ricevette questo nome
e stato mostrato in precedenza. Ma si ritenne che fosse nata
dopo che ebbe ricevuto il nome "Zeus", come se prima
non fosse esistita. Disse anche che essa sarà "ultima"
dopo essere stata chiamata "Zeus" e questo continua a essere il suo nome
fino a che le cose che sono adesso siano state riassemblate
nello stesso stato in cui fluttuavano prima.
E mostra che le cose che sono diventano tali quali sono a causa di esso, e una volta
venute a essere sono in esso. Lo significa in questo verso:
"Zeus testa, Zeus mezzo, da Zeus sono costruite tutte le cose".
Testa... dice velatamente che le cose che sono...
testa... c'e l'inizio della costituzione...
essere state costituite
Tratto da Eleusis e Orfismo – I misteri e la tradizione iniziatica greca: a cura di Angelo Tonelli, Feltrinelli, 2022, pagina 527.
Ero convinto che fosse una mia intuizione l'identificazione di Zeus con l'atmosfera. Sembra che questa intuizione religiosa sia molto più antica ed è uno dei principi dell'orfismo, come rivela il Papiro di Derveni.
"Perché l'Aria era prima che le cose che sono adesso fossero assemblate e sempre sarà"
Assemblare le cose significa modificare il presente delle cose stesse, dando vita ad un nuovo e diverso presente.
L'estensore del commento nel Papiro di Derveni riflette dicendo:
"il motivo per cui l'Aria ricevette questo nome e stato mostrato in precedenza. Ma si ritenne che fosse nata dopo che ebbe ricevuto il nome "Zeus", come se prima non fosse esistita."
L'estensore del Papiro di Derveni conosce esattamente la relazione fra l'aria, il corpo di Zeus, e Zeus come ente che progetta l'esistenza.
Zeus è l'aria che respiriamo. Zeus promotore del presente, presente in essere e figlio di ogni Essere che nel presente respira l'aria: respira Zeus.
Scrive l'estensore del Papiro di Derveni:
"E mostra che le cose che sono diventano tali quali sono a causa di esso, e una volta venute a essere sono in esso"
Le cose non sono oggetti inanimati, ma sono gli Esseri Viventi, ogni Essere che respira Zeus. E gli Esseri della Natura che sono, sono diventati quali sono a causa del loro respirare Zeus e una volta diventate quali sono continuano ad essere in Zeus. A nutrirsi di Zeus, a nutrire Zeus, a trasformare Zeus.
Penso che sia incomprensibile, per dei creazionisti sempre alla ricerca del principio divino creatore del presente, dimettersi da questi modelli mentali e sostituirli con modelli mentali evoluzionistici dove le forze della vita e della trasformazione, forze divine della vita e della trasformazione, sono la materia che ci circonda e si trasforma.
Il nous, quando inteso come intelligenza, non è il protagonista delle cose che appaiono; emergono le cose, apparendo alla nostra coscienza, al di là del come e del perché sono apparse, e noi le chiamiamo nous perché l'esistenza di quelle cose non solo è noi stessi, ma anche l'insieme del mondo in cui vive il noi stessi.
Dall'Enciclopedia Garzanti il termine nous "è un termine che in greco antico indica, a partire da Omero, la facoltà di comprendere un evento o le intenzioni di qualcuno.". L'apparire del mondo è il prodotto del soggetto che lo crea, portatore di nous, oppure, dal momento che io nasco e guardo il mondo, attribuisco al mondo il nous partendo dalla mia comprensione (nous) del mondo?
Introdurre il concetto che Zeus è l'aria e che l'aria, che chiamiamo Zeus, è derivata da una condizione precedente in cui, ciò che precede quest'aria portatrice di vita, era un composto aereo "infecondo"; significa introdurre il concetto di evoluzione del presente che nulla ha a che fare con il creazionismo. Come del resto ho già dimostrato venticinque anni fa con "La stirpe dei Titani" commentando la teogonia di Esiodo.
Non è facile per un cristiano pensare che l'aria, con una coscienza, è in grado di progettare un possibile futuro per il pianeta.
Pagina specifica dell'argomento
13 luglio 2024
Inno Orfico a Fortuna
Qui, Fortuna: ti invoco con preghiere, buona regolatrice,
mite, protettrice delle strade, per i beni felici,
Artemide che guidi, di gran nome, nata
dal sangue di Eubuleo, che hai gloria imbattibile,
sepolcrale, sempre in movimento, cantata dagli uomini.
In te infatti la vita dei mortali è sempre varia:
perché agli uni prepari abbondanza molto ricca di beni,
agli altri cattiva povertà agitando collera nell'animo.
Ma, dea, ti supplico di venire benevola alla vita,
piena di ricchezze per i beni felici
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
E' interessante in quest'Inno l'accostamento di Fortuna con Eubuleo (Dioniso). Secondo l'Inno, Fortuna nasce dal sangue di Dioniso Eubuleo. Ricorda gli Inni appena precedenti delle Erinni che nascono dal sangue di Urano Stellato.
Dioniso è colui che nasce tre volte: per rinascere dall'avversa sorte deve vivere strategicamente e, nel farlo, chiama Fortuna al suo fianco riuscendo nell'impresa della rinascita. Inoltre, nel collocare fra gli Dèi Fortuna, dobbiamo tener conto anche dell'accostamento con Artemide, il principio femminile della vita! Colei che non permette che il principio femminile della vita sia sottoposto a costrizioni, vessazioni e sottomissioni. Colei che scioglie, nel principio femminile, i legamenti della sottomissione. Chi riesce a sciogliere i legamenti della sottomissione si può considerare Fortunato o "baciato da Fortuna".
Fortuna deve essere interpretata all'interno di queste condizioni esistenziali. Esistono altre tradizioni che ne danno diverse percezioni e interpretazioni, ma questa appartiene agli Inni Orfici, ad un percorso di riaffermazione degli antichi Dèi, che definisce una sorte di via alla Conoscenza e alla Consapevolezza, Gli Dèi sono individuati attraverso gli atti divini che manifestano.
-----continua al link--------------
13 luglio 2024
Nell'attuale confronto fra l'Occidente e la Cina, scorgo uno scontro già visto e vissuto.
Mi ricorda lo scontro fra la chiesa cattolica, i cristiani, e la Repubblica di Venezia.
La chiesa cattolica era la superpotenza, morale, economica e giuridica, che dominava l'Occidente.
A quei tempi Venezia era una piccola Repubblica Marinara che cercava di aprirsi uno spazio commerciale verso il mediterraneo orientale controllato dall'islam.
Il vaticano aveva imposto ai commercianti di non commerciare con gli "infedeli" se prima gli "infedeli" non si fossero fatti battezzare in nome della religione cristiana.
I commercianti di Venezia, dapprima tentarono di applicare questa direttiva, ma si resero conto che tale direttiva offendeva e ingiuriava i loro clienti e i loro fornitori rendendo il commercio un vero e proprio traffico di merci privo d'onore.
Così decisero di riconoscere l'altro come cliente, in quanto cliente, senza pretendere che fosse diverso, per razza o per religione, da ciò che era.
Questa decisione fu la fortuna commerciale di Venezia. Ci furono scontri e guerre fra Venezia, l'islam e gli ottomani, ma furono guerre per il controllo del territorio e non guerre per imporre il cristianesimo come avrebbe voluto il Vaticano. Anche quando Venezia finanziò una crociata contro gli infedeli, Venezia usò la crociata per devastare Costantinopoli che intralciava i suoi traffici.
Questa situazione è molto simile a quella che stiamo vivendo nel confronto Occidente e Cina. Un Occidente che da meno di 70 anni ha finito di essere la superpotenza coloniale e, anche se rimane una superpotenza finanziaria, è ridotto ad un nano economico e ininfluente sul piano politico.
Mentre la Cina ha deciso di commerciare e fare affari con chiunque a prescindere dal regime politico e sociale dei vari Stati, lasciando i cittadini di quegli stati liberi di avere il regime che preferiscono o che, non preferendolo, non lo vogliono abbattere; l'occidente usa il suo potere economico per condizionare, controllare e modificare le strutture degli Stati affinché gli Stati emergenti si adeguino e riconoscono la superiorità ideologica dell'occidente.
L'occidente continua a mantenere la sua visione colonialista e si pone, davanti al "resto del mondo", come il Dio cristiano si pone davanti agli uomini: il padrone che sottomette e pretende.
Mentre il commerciante veneziano tratta alla pari di sé cliente e fornitore pretendendo di essere trattato alla pari dal proprio cliente e dal proprio fornitore; per il Vaticano o il cliente e il fornitore si devono mettere in ginocchio davanti a Dio e, dunque, a loro stessi, oppure mettono in atto due scelte: ignorano cliente e fornitore oppure, se hanno forza militare, lo riempiono di bombe e ne distruggono la struttura sociale.
Più o meno è la situazione che si sta verificando oggi.
La Cina tratta i suoi interlocutori alla pari nella relazione che un commerciante può avere con suoi clienti e con i suoi fornitori; l'occidente tratta gli "altri paesi", spesso ex colonie, come il nemico che si deve sottomettere alla sua superiorità.
L'occidente, con gli altri paesi, si comporta come Gesù con i suoi seguaci: "Non vi chiamerò più servi, ma amici, se farete quello che io voglio!".
Fintanto che l'occidente deteneva l'assoluto controllo economico e finanziario, l'imitazione di cristo poteva funzionare, ma nel momento stesso in cui la crescita economica cinese è diventata egemonica, sempre più Stati preferiscono avvicinarsi a chi li tratta da pari, come amici o partner, piuttosto che avvicinarsi a chi pretende che siano servi sottomessi ed obbedienti.
Dal momento che i paesi ex colonie stanno crescendo rapidamente sviluppando una loro indipendenza economica dal resto del mondo, va da sé che il gruppo di paesi che si è avvicinato alla Cina, come quelli del BRICS, stanno diventando, fra mille contraddizioni, il fulcro economico dell'economia mondiale.
A novembre entra in funzione il grande porto commerciale costruito dalla Cina in Perù che non solo alimenterà i commerci fra la Cina e il sud-America ma rivitalizzerà l'intera economia sudamericana e, da questo progetto che abbraccia il territorio di 26 milioni di chilometri quadrati, con tutte le contraddizioni che contiene, sono esclusi gli USA che si limitano a vendere armi affinché Israele possa sterminare il popolo Palestinese in nome di Dio.
La guerra non si vince oggi, ma si vince in funzione del futuro. Uno scontro, qualunque sia la sua natura, che non è finalizzato a costruire un futuro è solo un gioco di truffa e di massacro (a seconda dei mezzi con cui si conduce la guerra).
Questa, ovviamente, è solo la mia opinione.
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12 luglio 2024
Dal terzo volume di storia delle donne di Duby e Perrot estraggo un ragionamento attorno al ruolo sociale della donna e la questione delle relazioni fra la donna e la società com'era nel dibattito della metà del 1800.
Scrive Duby e Perrot:
L'essere umano è sessuato, ma l'uomo o la donna non obbediscono sempre all' "autentica virilità" o all' "autentica femminilità"; la sessuazione è una qualità data per natura e non costituisce un ideale da raggiungere obbligatoriamente; essa è semplicemente unica ed incomparabile in ognuno, ed è quanto, nel dialogo tra Stirner e Feuerbach, sfugge a quest'ultimo. Feuerbach interpreta l'Io proposto da Stirner come un "lo di conseguenza asessuato". Da parte sua, Stirner sa benissimo a cosa mira quando rifiuta i cosiddetti valori e privilegia la volontà unica dell'individuo: né la specie né la famiglia condizionano l'individuo alla finalità loro propria; gli esseri appartengono più a se stessi di quanto non appartengano a entità che li travalicano. Gli esseri umani non formano società, che sia questa il matrimonio, la famiglia o lo Stato; e poiché qualsiasi società instaura dei rapporti di dipendenza, Stirner propone l' "associazione", che sola permette di creare tra gli individui un legame stimolante.
Che la situazione esistenziale della donna sia drammatica, è un dato di fatto. I sistemi giuridici la fanno schiava e sottomessa, priva di diritti sociali. Viene considerata una non persona; un oggetto di proprietà.
Questa condizione, che si è fisata in duemila anni di dominio cristiano, ha cristallizzato la schiavitù della donna e dei figli in nome di Dio tanto da imporre l'idea che la condizione di schiavitù vissuta dalla donna sia un condiziona naturale del suo essere donna. Platone diceva che la donna è la reincarnazione di un uomo punito per la sua malvagità e per questo la donna doveva essere punita e sottomessa.
Il dibattito che si apre nel 1800 è il dibattito filosofico e sociale che porterà alla situazione attuale della donna con i principi di uguaglianza sanciti da ogni ordinamento giuridico, anche se spesso, tali principi, sono disattesi nei luoghi di lavoro in cui la donna è considerata un essere inferiore che, anche se a parità di lavoro con l'uomo, tende ad essere retribuita di meno.
La promozione dell'individuo come soggetto di diritto sociale avviene esclusivamente nell'ambito della sinistra socialista. Fuori da quell'ambito, la donna è considerata sempre una schiava dell'uomo come voluto da Dio e sancito dalle sacre scritture cristiane (dai vangeli a Paolo di Tarso).
Stirner pone l'accento sulla proprietà degli Esseri Umani che non appartengono a Dio, per estensione alla gerarchia sociale che li domina, ma appartengono solo a sé stessi. Appartenendo solo a sé stessi, solo il sé stessi può gestire le relazioni economiche e sociali fra il sé stessi e il mondo.
Scrive Duby e Perrot:
Tale promozione dell'individuo sottratto alla dipendenza, sposta il campo del discorso sulla differenza tra i sessi: esistono esseri sessuati fin nell' esercizio del pensiero, ma ciò non agisce secondo il sistema della complementarità, dell'assegnazione a ruoli stabiliti; la rappresentazione della dualità non è più appropriata, ma non per questo si accetta l'uomo astratto dell'umanismo. Si spiega in tal modo come la problematica della relazione tra i sessi muti nuovamente di registro e riparta da un'altra tradizione; tra l'individuo e la società, la famiglia, più che la coppia e il matrimonio, ritorna ad essere un elemento centrale del problema; infatti sia l'individuo autonomo, sia l'individuo che attraverso la famiglia fa società, servono alla formulazione del problema del rapporto tra i sessi.
Sottratto l'individuo alla dipendenza di un ente estraneo, Dio e la gerarchia sociale che lo rappresenta, il discorso sulla sessualità riguarda le relazioni sociali che sono fortemente influenzate dalle condizioni economiche dei soggetti partecipi alla relazione.
L'individuo, uomo o donna che sia, qualunque sia la percezione che ha della propria sessualità, una volta sottratto al dovere che viene imposto dal soggetto che pretende di possederlo, risolve i rapporti fra se e gli altri sia quando sono di natura sessuale sia quando non sono prettamente di natura sessuale pur essendo impegnata la propria energia emotiva.
Il soggetto posseduto è colui che piega la propria sessualità ai desideri e alla morale di chi lo possiede rinunciando, di fatto, a sé stesso. La coercizione, sia di carattere fisico, giuridico, morale o religioso, impedisce all'individuo di veicolare sé stesso nelle relazioni con gli altri nella società perché è obbligato a veicolare la volontà di chi lo possiede.
Questo stato è dominante nelle condizioni della donna che, di fatto, in ambito cristiano, non è solo priva di diritti, ma è solo un oggetto posseduto in dovere di figliare per Dio e per il piacere di Dio.
Scrive Duby e Perrot:
Sappiamo che nei suoi primi scritti Marx rifiuta l'essenzialismo di Feuerbach e l'individualismo di Max Stirner. Essi si avvitano attorno al concetto quando occorrerebbe ritornare alla realtà, precisamente alla realtà sociale. La realtà della famiglia ad esempio: la famiglia della borghesia non è la famiglia del proletariato; la famiglia criticata da Stirner è la famiglia borghese dominante, ma esiste un' altra famiglia, in via di dissoluzione a causa del capitalismo: la famiglia proletaria. Qui sono rintracciabili altri rapporti, meno mercantili. Nella famiglia borghese infatti la proprietà e il commercio costituiscono elementi motori, cosa che riguarda le donne (e i bambini) non meno dei beni. Marx saluta in Fourier colui che è stato capace di denunziare il matrimonio e la famiglia come un sistema di proprietà e la donna come una merce.
Il sistema giuridico costringeva masse di individui alla schiavitù, la donna compresa. Fino al 1865 la schiavitù era legale negli USA e con la schiavitù tutta una gamma di diritti erano assenti a masse di persone che venivano giuridicamente emarginate e trasformate in oggetti di possesso (vedi i centri di detenzione psichiatrica).
La famiglia borghese, considerata da Stirner, faceva del matrimonio un sistema per combinare affari, per modificare i patrimoni. Donne e figli sono oggetti di commercio da parte del borghese mentre la famiglia proletaria, costretta alla sopravvivenza, implica anche rapporti emotivi (non sempre, ma sono più presenti che non nelle famiglie borghesi durante tutta l'epoca di Marx ed Engels).
La donna e i bambini sono oggetti che si possiedono con tutto il corpo e con tutta l'anima. Non si possiedono come il padrone possiede l'operaio che paga per il suo tempo. Si possiedono intimamente come oggetti d'uso, dove l'uso è a discrezione di chi li possiede. E' la società cristiana, in cui Dio possiede le persone e ne dispone a piacimento, che estende questo diritto ad una gerarchia di individui che possiedono e sono posseduti a loro volta. La donna e i bambini sono il gradino più basso della piramide e tutti sono in diritto di possederli, stuprandoli a proprio piacimento.
Scrive Duby e Perrot:
La famiglia, dunque, è sempre una realtà storica. Tesi sostenuta da Marx già nell'Ideologia tedesca, in cui critica Stirner e la sua concezione astratta della famiglia. La famiglia evolve secondo le epoche, sarebbe quindi assurdo pensare che bisogna abolirla. Fin dai suoi primi articoli, nel 1842, Marx si pronuncia a favore della monogamia e del divorzio (nessuna "sacralizzazione" della famiglia come in Hegel) e rifiuta a più riprese il comunismo primario che comporta la "comunanza delle donne". In realtà, tale tipo di comunanza è già esistente e va sotto il nome di "prostituzione", forma commerciale di circolazione delle donne tra gli uomini che ne detengono il possesso come fossero oggetti.
La famiglia è considerata come la fonte della schiavitù e dell'emarginazione della donna e dei figli. La modifica della struttura della famiglia appare, ai filosofi socialisti dell'800, come la soluzione per la modifica delle condizioni di schiavitù della donna.
L'idea della modificazione delle condizioni oggettive, come l'abolizione del matrimonio e della famiglia come Istituzione, in molti settori sociali socialisti diventa un'idea portante. Ciò che si ignora, è che la famiglia è una soluzione soggettiva in un insieme economico, etico, morale, sociale e religioso che impone dei comportamenti obbligatori alle persone nella loro veicolazione degli impulsi emotivi.
La famiglia, quella struttura familiare che fissa la schiavitù della donna e dei figli, è un effetto, prodotto e sostenuto soggettivamente come risposta individuale a condizioni oggettive imposte.
Non si possono abolire, dice Marx, le soluzioni adattative individuali alle condizioni sociali imposte, si possono solo modificare le condizioni sociali che impongono quelle soluzioni che porteranno a modificare le soluzioni stesse dando vita ad una nuova e diversa famiglia. Nuove e diverse relazioni individuali e collettive fra gli individui nella società.
Le concezioni di Marx sono contro le concezioni sociali della famiglia imposte da Platone (la comunanza delle donne, dove la donna è un oggetto merce di scambio) e la sacralità della famiglia come pensata da Hegel che ripropone il modello della "sacra famiglia" cristiana. Un famiglia che legittima la violenza del più forte sul più debole (Dio che violenta Maria) e che impone a Maria l'esaltazione di del suo violentatore perché ha avuto la bontà di sceglierla per violentarla (vangelo di Luca).
Marx, rifiutando queste due posizioni, la donna come merce di scambio e la sacra famiglia che legittima la violenza, apre alle trasformazioni sociali come il divorzio e la monogamia. In quel tempo l'idea della possibilità del divorzio inizia ad entrare nelle società anche se sempre condizionata dalla moralità e dalla necessità delle società di continuare a considerare la donna come un oggetto di possesso in quanto priva di dritti: non può votare, non può farsi eleggere, spesso non ha diritto alla proprietà, non ha titolo di controllo sui figli, non può abortire o prendere delle decisioni autonome.
Scrive Duby e Perrot:
Il capitalismo moderno, dissolvendo la famiglia proletaria e immettendo le donne nel mercato del lavoro (come produttrici, al di là della loro funzione di riproduttrici) le sottrae allo spazio della proprietà privata familiare; avviando in tal modo, senza saperlo, un processo di liberazione delle donne. Infatti, il lavoro salariato costituisce il primo passo verso un' autonomia delle donne che sarà portata a compimento dal comunismo con la fine della proprietà privata e il mutamento del sistema di produzione. In tal modo, l'economia, non il diritto, è alla base dell'emancipa zione delle donne come della nuova struttura della famiglia.
Le necessità di manodopera del capitalismo lo spinge a cercare manodopera femminile da introdurre nella produzione. Al di là delle mansioni, a cui le donne vengono sottomesse, queste ricevono un salario che, per quanto misero, modifica i rapporti di forza all'interno della relazione famigliare, ma, soprattutto, costringendo la donna sul posto di lavoro, sottrae la donna al controllo della gerarchia familiare a cui la donna è sottomessa. Per ottenere questo, spesso, la donna si sobbarcherà un doppio lavoro.
Marx rileva questo: la necessità del capitalismo di rendere la donna schiava del lavoro, libera la donna dalla schiavitù domestica ampliando gli orizzonti sociali della donna.
Marx vede nell'abolizione della proprietà privata la definitiva liberazione della donna mentre non coglie l'aspetto contrario: la liberazione della donna, con l'acquisizione dell'uguaglianza sociale calata nella struttura morale, emotiva, sociale e giuridica, consente la ridefinizione della proprietà privata sottraendo alla proprietà privata la donna e i figli come merce di possesso.
L'economia, il diritto e l'etica, morale e sociale, religiosa vanno di pari passo modificando l'insieme e i reciproci adattamenti. Siamo nell'epoca in cui i bambini vengono consegnati agli industriali affinché li sfruttino nelle fabbriche e nelle miniere. Siamo nell'epoca in cui, per la prima volta, nel Manifesto del Partito Comunista di Marx, si chiede che i bambini non siano costretti a lavorare, ma si fornisca loro istruzione obbligatoria nelle scuole.
L'abolizione della proprietà privata della donna all'interno della famiglia è un processo, che a mio avviso inizia con la Rivoluzione Francese. Ancora nel mondo non si è concluso e, in Italia, pur avendo ottenuto dei successi, ancora la donna è considerata un oggetto di possesso da accoltellare qualora cerchi una sua libertà. Alla donna è impedito l'esercizio dell'aborto, considerandola schiava che deve far figli in nome di Dio. Alla legge, che garantisce l'aborto, si oppone la mafia cattolica che mette in atto azioni eversive per impedire alla donna di esercitare tale diritto. E' di qualche giorno fa (oggi 10 luglio 2024) una legge in Germania che impedisce alla mafia cristiana di avvicinarsi ai centri per l'aborto al fine di esercitare violenza contro le donne che intendono abortire.
Scrive Duby e Perrot:
Nei Manoscritti del 1844, Marx tenta di definire filosoficamente la famiglia come primo rapporto sociale e la donna come l'essere naturale che consente all'uomo di creare questo primo rapporto sociale; così si sviluppa un rapporto umano al di là della relazione di natura, così la famiglia costituisce il passaggio tra natura e società, l'elemento primo di qualsiasi società. In questa successione, la donna diviene la prima proprietà dell'uomo (sua schiava, come i figli). E' quindi logico che nella società capitalistica essa sia ridotta a merce. La donna originariamente è un essere di natura e diventa successivamente un oggetto commerciale: solamente l'evoluzione della famiglia e dell'insieme dei rapporti sociali è in grado di restituirle la sua umanità.
Ancora nel 1850 si considerava la famiglia come un oggetto su cui discutere. Un oggetto in sé, dal momento che i cristiani la spacciavano come una struttura naturale voluta da Dio all'interno di un'ideologia razzista. Riuscire a pensare che la famiglia è il prodotto di un adattamento soggettivo che porta sia alla nascita della proprietà privata sia alla definizione di confini fra sé e gli altri, permetteva di portare l'idea di famiglia dalla volontà di Dio alla volontà degli uomini. L'idea di famiglia voluta da Dio, come imposta dai cristiani, era un'idea gerarchica immodificabile; l'idea della famiglia come prodotto della necessità nella storia degli uomini implicava la possibilità di trasformare la famiglia e le relazioni interpersonali che regolavano la famiglia stessa.
Una volta che si passa dal concetto di famiglia come volontà di Dio al concetto di famiglia come prodotto della necessità degli uomini, una volta che le necessità degli uomini si modificano si modifica pure il concetto di famiglia in quanto si modificano le relazioni interpersonali che qualificano la famiglia. Ma, soprattutto si modificano le relazioni fra gli individui e il mondo in cui quegli individui stanno vivendo.
La conquista dell'uguaglianza sociale uomo-donna apre alla protezione dell'infanzia come patrimonio sociale da curare e proteggere arricchendo le società nel suo insieme. Solo che, anche se si riconosce che la diseguaglianza è un danno sia per i singoli individui che per l'intera società, la rimozione della disuguaglianza deve avvenire per necessità di quella società che deve rimuovere i fattori economici e sociali che producono la disuguaglianza.
Ogni società si trasforma con le proprie caratteristiche che non possono essere omologate ed appiattite su un solo modello. Quando Obama, Presidente degli USA, parlò di "democrazia" in Egitto, non lo ha fatto per aumentare la libertà nei paesi arabi, ma come atto di guerra nei loro confronti al fine di destabilizzare tutti i processi di trasformazione in atto in quelle società e riportarle all'integralismo islamico che avrebbe ucciso ogni prospettiva sociale che in quelle società si stava affacciando. Non erano le "primavere arabe", come la propaganda occidentale volle far credere, ma il nuovo inverno dell'oscurantismo. Affermavano di voler "liberare le donne dal velo islamico" in Afghanistan. USA, Italia, NATO, hanno confermato l'idea dei Talebani di irrigidire le condizioni di schiavitù della donna. Italiani, Statunitensi, tedeschi e altri che hanno partecipato all'invasione dell'Afghanistan sono stati cacciati dai Talebani e le condizioni della donna sono peggiorate.
Nota: Le citazioni sono tratte da: Buby e Perrot, Storia delle donne, vol. 3, Laterza editore, da pag. 107 a pag. 109
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11 luglio 2024
Quando si parla di terrorismo è necessario inquadrare l'azione che si censura come "terrorismo": in un contesto democratico o in un contesto nazi-fascista dai contenuti cristiani assolutistici.
In un contesto democratico, tutte le persone hanno gli stessi diritti; in un contesto nazi-fascista, proprio del cristianesimo, Dio (e con esso la gerarchia), ha il diritto di vessare ogni persona che ad essi deve stare sottomessa.
In una società democratica gli atti di terrorismo sono gli atti messi in atto dalle Istituzioni contro i cittadini quando le Istituzioni non ottemperano ai loro doveri (non voglio pensare a cose peggiori come quando le Istituzioni mettono in atto colpi di Stato o atti che portano a questo); ogni atto di violenza Istituzionale è un atto di terrorismo contro il singolo cittadino e contro le Istituzioni stesse.
In una società nazi-fascista non ci sono cittadini, ma solo detenuti in un campo di sterminio e se questi si ribellano, alla loro condizione loro imposta, i loro atti sono atti di terrorismo contro Dio e la sua gerarchia che, per conto di Dio, è padrona degli uomini.
Queste due situazioni sono in perenne conflitto e il conflitto. E' sempre un conflitto armato la cui posta in gioco sono le emozioni e i punti di vista delle persone che vengono chiamate a servire Dio, o lo Stato nazi-fascista, o a liberarsi di Dio cessando di essere sudditi e diventando cittadini.
L'organizzazione dei giornalisti, l'Ordine dei Giornalisti, è una banda armata (nel ruolo specifico del loro ambito d'azione) che agisce in questo conflitto e che, in questo momento, appare schierata con le armate nazi-fasciste che alimentano il terrorismo nelle società democratiche affinché i cittadini si schierino con l'assolutismo.
Questo tipo di "schieramento" dell'Ordine dei Giornalisti, che sostituisce il diritto di cronaca con il diritto di propaganda, è tollerabile solo in caso di conflitto armato dove diventa necessario schierare i cittadini contro un'eventuale l'invasione.
La questione deve essere capovolta: quando l'Ordine dei Giornalisti sostituisce il diritto di cronaca col diritto di propaganda significa che la guerra, lo scontro Istituzionale, è in atto.
Se l'azione dell'Ordine dei Giornalisti è contro i cittadini, la propaganda fatta dai giornalisti è discriminante (nega diritti, diffama, attribuisce intenzioni diverse, ecc.) nei confronti delle persone ed esalta le azioni delle Istituzioni contro le persone; se la propaganda è a favore delle persone, i giornalisti censurano le scelte e le azioni delle Istituzioni ( di Dio) contro i cittadini e le loro condizioni di vita.
La discriminazione contro i cittadini, in favore dell'ideologia nazi-fascista, assume sempre il carattere di razzismo e, in quanto tale, di terrorismo.
Un esempio noi lo abbiamo in due notizie di questi ultimi due giorni. Notizie simili che hanno avuto eco diverso sulla stampa perché presentate in modo opportunamente diverso al fine di portare l'opinione pubblica ad ignorare la drammaticità di un accadimento e, dall'altro lato, ad indignarsi per il medesimo fatto, ma commesso da altri su altri.
Il primo faatto:
L'IDF è l'esercito di Israele (Israel Defence Forces); usare la sigla IDF anziché esercito israeliano, quando mette in atto stragi, permette ai giornalisti di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica che non sa bene che cosa sia l'IDF.
Si fa credere che a Gaza non stiano scavando fra le macerie. A mani nude perché non hanno altro.
Se a questo fatto le persone si indignano, vengono chiamate "antisemite" perché l'Ordine dei Giornalisti, minimizzando la drammaticità della notizia, ritiene gli ebrei in diritto (per mandato del loro Dio) di sterminare i Palestinesi come stanno facendo da oltre 70 anni a questa parte.
Come se gli ebrei avessero diritto a mettere in atto il genocidio nel campo di sterminio Palestina quasi a compensare il fatto che molti dei loro padri furono sterminati dai nazisti tedeschi.
Lo Stato di Israele è uno Stato nazista, ideologicamente nazista. La radice ideale è quella della bibbia, nell'ordine di Dio di sterminare i diversi e, tale ordine, è nazista sia se messo in atto dai tedeschi di Hitler, sia se messo in atto dagli ebrei di Ben Gurion e complici fino ai giorni nostri.
E' lo sterminare che rende uguali gli ebrei di Israele e i tedeschi di Hitler. Non è in atto una guerra di un esercito contro un esercito, qui è in atto un genocidio per il genocidio in cui l'Ordine dei Giornalisti Italiani ha il ruolo della propaganda a favore di Israele affinché i cittadini italiani non si indignino per gli orrori che avvengono in quel campo di sterminio con la distruzione di tutte le strutture sociali di sopravvivenza che Israele distrugge sistematicamente.
Per contro, lo stesso Ordine dei Giornalisti, ad una notizia apparentemente simile, si comporta in maniera diversa:
In questo caso, a differenza del precedente, sono proprio i russi, "la Russia", che colpisce l'ospedale pediatrico. Mentre nel primo caso di ospedale distrutto l'indignaione non è indirizzata contro gli ebrei, ma contro l'IDF, sigla fumosa, nel secondo caso l'indignazione è organizzata contro i russi: anche questo si chiama razzismo!
Si alimenta l'idea della disperazione dei soccorsi.
Dicono i membri dell'Ordine dei Giornalisti "Hanno proprio voluto colpire l'ospedale pediatrico" e mettono in rilievo la richiesta di una riunione dell'ONU per condannare il fatto.
Gli stessi giornalisti che davanti al genocidio dei Palestinesi minimizzano, nonostante sia chiaro che l'azione degli ebrei è stata deliberata (in guerra si chiama distruggere la struttura psicologica delle persone portandole allo scoramento) davanti ad un missile che ha colpito l'ospedale pediatrico, che potrebbe essere voluto o non voluto, gridano al genocidio. 1000 morti hanno, per l'Ordine dei Giornalisti, meno valore di un morto: è una questione di razza; è razzismo!
Io leggo in tutto questo un'attività razzista. Un'attività di terrorismo contro le Istituzioni democratiche e, come diceva quel losco individuo che si chiamava Pietro Calogero, le loro azioni sono di natura terroristica al di là del ruolo che hanno nella banda che sta minando i diritti democratici dei cittadini in funzione dell'assolutismo nazista al quale intendono sottomettere gli uomini privandoli dei loro diritti Costituzionali.
Ovviamente, non tutti i membri dell'organizzazione dell'Ordine dei Giornalisti hanno la stessa posizione di incitamento all'odio razziale in funzione della diffusione del nazi-fascismo nella società, ma sta di fatto che nessuno, dell'Ordine dei Giornalisti, agisce contro altri giornalisti che seminano odio sociale preferendo "scrivere articoli dal tono diverso". Questa scelta rende questi giornalisti complici dei giornalisti che seminano razzismo, garantiscono loro impunità, e contribuiscono ad alimentare odio sociale in nome del nazi-fascismo.
Sono gli stessi giornalisti pronti a denunciare chi si indigna per la loro attività criminale (vedi Lubrano o Lauredana Marsiglia, nei miei confronti: uno per seminare odio religioso contro i non cristiani e l'altra per difendere il diritto delle suore cattoliche di far violenza ai bambini dell'asilo) intimidendo i cittadini che fanno propri i principi Costituzionali.
NOTA: le mmagini-citazione sono prese dal quotidiano l'Unità on-line
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10 luglio 2024
Dall'Antologia Palatina, alcune invocazioni sepolcrali.
Sono esempi di Pietas Romana. L'attento ricordo per chi se ne è andato.
In questi esempi sepolcrali che posto c'è accettazione della morte, non c'è rimpianto, anche se è evidente il dolore di chi scrive questi Inni in onore del defunto.
170 DI POSIDIPPO (o DI CALLIMACO)
La muta immagine delle sue sembianze
attirò, mentre giocava intorno a un pozzo,
Archianatte di tre anni. Dall'acqua, grondante
lo riprese la mamma, scrutando se ancora
di vita un alito serbasse. Le stanze
delle Ninfe il piccolo non contaminò,
ma sulle ginocchia della madre assopito,
il lungo sonno continua.
171 DI MNASALCE
Anche qui l'uccello sacro chiuderà
l'ala veloce posando sovra amabile
platano. è morto Poimandro di Melo
e più non verrà a stendere la pania
sui vergelli per la caccia.
173 DI DROTIMO (DI ADRAMITTIO)
Dal monte la sera tornarono sole
alla stalla le mucche, di molta neve
coperte e, ahimé!, eterno sonno Terimaco
dorme, abbattuto dalla fiamma del cielo
ai piedi di un leccio.
176 DI ANTIFILO
Non perché il sepolcro m'abbia rifiutato,
nudo cadavere qui giaccio sotto
le zolle feconde di grano; anch'io
fui prima sepolto, ma il vomere alla terra
mi ha ora strappato col suo artiglio di ferro.
Chi disse la morte fine dei mali, o straniero,
se anche la tomba non m'è ultima sventura?
Inni Sepolcrali dell'Antologia Palatina.
Vale la pena di ricordare come anche a Cartagine era diffusa la Pietas in memoria dei defunti, in particolare dei bambini morti prematuri, per i quali si invocava Baal affinché li accompagnasse nel viaggio oltre la morte.
La mortalità infantile era diffusa e i Tofet sono la testimonianza dell'amore dei Fenici per i loro figli perduti.
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09 luglio 2024
C'è una sorta di paralisi che ha contagiato l'informazione per i risultati elettorali in Francia.
Se la vittoria dei Laburisti in Inghilterra era data per scontata da oltre un anno, visto il disastro economico e sociale che l'Inghilterra stava vivendo, il risultato in Francia, pur largamente presente nella struttura emotiva francese, voleva essere fortemente ignorato dall'informazione che faceva della destra fascista della Le Pen la nuova paladina dell'assolutismo.
Eppure un primo vento si era già espresso nelle elezioni italiane. La destra sovranista aveva perso. La sconfitta della destra era stata occultata da una sorta di "gioco dei bussolotti" dove lo spostamento di una parte dei voti dalla Lega (maggioritaria nelle precedenti Europee) erano travasati in FdI della Meloni che aveva gridato alla "vittoria della destra" mentre, in realtà, solo la sinistra aveva aumentato i seggi. Non solo per i risultati del PD, ma per la sinistra unita ai verdi. Un risultato che faceva sparire i satelliti della destra sovranista della Bonino, di Calenda e di Renzi.
L'attuale risultato elettorale in Francia era fortemente esorcizzato dai sondaggisti che parteggiavano per la destra ideologica sia espressa dalla Le Pen che da Macron.
La propaganda degli organi di informazione condiziona le scelte elettorali deformando le possibilità di soluzione dei problemi ai cittadini, ma solo fintanto che la propaganda non entra in conflitto con la percezione della libertà del singolo individuo che diventa massa quando coinvolge l'insieme della società.
In quel momento l'informazione viene percepita come nemica e i sondaggisti come dei criminali che attentano ai diritti fondamentali dei cittadini.
L'informazione ritiene incomprensibile il messaggio che arriva dalla Francia e, per quel che mi riguarda, lascio che l'incomprensione abiti nell'informazione.
09 luglio 2024
“Elio, tu almeno abbi rispetto per una dea, quale io sono, se mai
per le mie parole o i miei fatti fui gradita al tuo cuore e al tuo animo.
La figlia che ho generato, mio dolce germoglio, dal volto luminoso [...]
ho udito il suo alto grido attraverso il limpido etere,
come se subisse violenza: ma non l'ho vista coi miei occhi.
Ma poiché tu certo, su tutta la terra e sul mare
dall'etere divino guardi coi tuoi raggi,
sinceramente dimmi se mai hai veduto
chi la mia figlia diletta ha preso a forza, contro il suo volere, mentre ero lontana,
ed è fuggito: sia uno degli Dèi, o degli uomini mortali”.
Così parlò: e a lei rispondeva il figlio d'Iperione:
“Demetra augusta, figlia di Rea dalle belle chiome,
tu lo saprai: io, infatti, profondamente ti rispetto e ti compiango,
angosciata come sei per la figlia dalle agili caviglie. Nessun altro
fra gl'immortali è responsabile, se non Zeus adunatore di nembi,
che l'ha destinata, perché sia detta sua sposa fiorente,
a suo fratello, Ade: e questi giù nella tenebra caliginosa
la trascinò con i suoi cavalli, dopo averla rapita, mentre ella gridava a gran voce.
Ma tu, o dea, metti fine al tuo pianto copioso: non conviene
che tu serbi così, senza motivo, un rancore inesorabile. Non è indegno di te,
come genero, fra gl'immortali, Aidoneo signore di molti uomini,
tuo fratello, tuo germano: il suo dominio
egli ha ottenuto quando, all'origine, si fece la divisione in tre parti;
e abita fra coloro di cui gli toccò essere il sovrano”.
Dopo aver parlato così, incitò i cavalli: ed essi al suo richiamo
celermente tiravano il carro veloce, come uccelli dalle ali distese;
ma nel cuore della dea penetrava un dolore più profondo e struggente.
Il dialogo fra Demetra ed Elio è chiarificatore delle relazioni precise che esistono fra le persone.
La Dea chiede un favore ad Elio e nel chiedere il favore chiede ad Elio se le sue parole e le sue azioni in passato furono gradite ad Elio.
In sostanza, la Dea dice: "Io sono stata una persona d'onore? Ritieni che le mie azioni abbiano acquistato un certo credito ai tuoi occhi?" E mentre dice questo, la Dea presenta ad Elio tutto il suo dolore.
Elio risponde alla Dea.
Elio non dice "Ade ha rapito Persefone", ma con le sue parole dice a Demetra: "Lo sai benissimo che le figlie prima o poi lasciano la casa materna. Zeus l'ha destinata ad Ade. Se cerchi un colpevole, non è Ade, bensì Zeus."
Demetra non si rassegnava dall'aver perso la figlia.
Il dolore per la perdita di qualche cosa è uno degli elementi misterici di Eleusi.
Il dolore di Demetra è forte, ma Persefone non tornerà e Demetra dovrà superare il suo dolore.
La ricerca di Demetra non è più la ricerca di Persefone. Ora sa dov'è Persefone. Sa che Persefone non è in pericolo. Ora, la ricerca di Demetra è la ricerca di chi tenta di superare il proprio dolore attraverso un nuovo e diverso vissuto.
Superare il dolore psichico è uno dei misteri di Eleusi. Noi subiamo le condizioni di vita che ci procurano dolore, ma al dolore reagiamo. Il dolore va superato.
Demetra non è in grado di modificare la decisione di Zeus, ma può modificare il proprio stile di vita.
Eleusi ci racconta come non dobbiamo vivere nel dolore e quando il dolore, per una perdita o per un'offesa che ci travolge. Noi non possiamo cessare di provare dolore, ma possiamo modificare le nostre condizioni d'esistenza allontanandoci dalle cause che hanno prodotto il nostro dolore. Sottrarci a quelle condizioni che hanno generato il dolore e iniziare ad esplorare nuove e diverse strade in cui condurre la nostra esistenza.
09 luglio 2024
Esopo parla allo schiavo rassegnato: "Piuttosto che ringraziare un padrone buono, ingraziati il padrone cattivo affinché ti maltratti di meno".
E' il ragionamento di uno schiavo che non vede come la propria situazione possa cambiare. Dal momento che in quella situazione lo schiavo deve vivere, non ha altra scelta che destreggiarsi fra padroni buoni e padroni cattivi.
Presumendo che la cattiveria sia una predisposizione dell'animo, chi è il destinatario della cattiveria deve agire affinché quella cattiveria non lo danneggi eccessivamente.
Scrive Esopo:
Una volta un'aquila fu catturata da un uomo. Questi le mozzò le ali e poi la lasciò andare, perché vivesse in mezzo al pollame di casa. L'aquila stava a capo chino e non mangiava più per il dolore: sembrava un re in catene.
Poi la comperò un altro, il quale le strappò le penne mozze e, con un unguento di mirra, gliele fece ricrescere. Allora l'aquila prese il volo, afferrò con gli artigli una lepre e gliela portò in dono.
Ma la volpe che la vide, ammonì: "I regali non devi farli a questo, ma piuttosto al padrone di prima: questo è già buono per natura; l'altro invece è meglio che tu lo rabbonisca, perché non ti privi delle ali se ti acchiappa di nuovo".
[Tratto da: Esopo, Favole, "L'aquila dalle ali mozze e la volpe", Edizione BUR, 1982, n. 6, pag. 43]
In Esopo sembra che non ci sia l'idea di liberarsi dalla schiavitù, dalla sottomissione e dalle prepotenze.
Per Esopo la situazione è questa: tu sei uno schiavo, rimarrai sempre uno schiavo e, dunque, cerca di sopravvivere come uno schiavo.
Non c'è amicizia fra padrone e schiavo. Esopo ritiene superflua, economicamente inutile, la manifestazione di gratitudine dell'aquila nei confronti del padrone che l'ha guarita.
Non c'era un accordo fra l'aquila e il padrone che l'ha guarita. La guarigione non era condizionata dalla riconoscenza.
L'aquila doveva accettare i dono e il padrone che l'ha guarita era stato pagato dal successo che aveva ottenuto guarendola.
Non era il buon Samaritano che vende il suo soccorso in cambio di riconoscenza.
Esopo esorta lo schiavo ad agire opportunamente per far in modo da non essere danneggiato da padroni violenti.
la relazione "schiavo-padrone" può essere estesa fra "cittadino-istituzione". In questo caso, comunque, entra in gioco anche l'amicizia e la complicità. Chi occupa ruoli Istituzionali è amico del cittadino solo se ha un tornaconto personale: se ti può tagliare le ali e metterti a razzolare con le galline.
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08 luglio 2024
Dal 21 novembre 1996 all'agosto del 2007, ogni giovedì dalle ore 15.00 alle 16.30 e per un'ora la sera ho parlato e gestito una trasmissione radiofonica dai microfoni di RadioGamma5 che da Padova veniva ascoltata in tutto il Veneto.
La trasmissione era "Magia, Stregoneria e Paganesimo". (le trasmissioni possono ancora essere ascoltate: ”Magia, Stregoneria e Paganesimo”) La trasmissione fu sempre attaccata ferocemente. Da parte dei cattolici, che volevano difendere la supremazia della razza (contro tutte le altre religioni e le loro stesse eresie; in particolare spingere allo sterminio dei musulmani), della pedofilia dei preti cattolici e del diritto del loro Dio (e delle loro gerarchie) della pratica del genocidio come metodo per imporre la supremazia; dall'altra parte venivo aggredito dagli "esoteristi" perché la trasmissione, mettendo in discussione principi di un potere trascendentale e dominatore dell'uomo, annullava tutte le pretese esoteriche di conoscenza misterica che costoro vendevano per profitto.
Furono dieci anni di dure lotte dove il pensiero della trasformazione della realtà si scontrava con l'idea della "verità rivelata" i cui sostenitori praticavano l'aggressione e l'insulto come metodo squadrista.
Gran parte delle aggressioni furono organizzate da quelli che oggi vanno sotto il nome di no-vax e riempiono le file di leghisti e nazi-fascisti in Veneto.
Io feci del mio meglio raccontando dei principi della Stregoneria, ma nulla potevo contro spacciatori di droga che millantavano "poteri sciamanci" coinvolgendo persone illuse ed ingenue.
La Stregoneria che andavo presentando, Il Crogiolo dello Stregone era, indubbiamente, troppo difficile per un cristiano, in particolare un Veneto, più abituato ad insultare il divino che lo opprime (Dio-can e Dio-porco sono degli intercalari comuni in Veneto) che non ad analizzare sé stesso in relazione al divino e riformulare la realtà, trascendente o immanente che sia, in una diversa rappresentazione.
In questa realtà ideologica, impazzano in Veneto gli "sciamani" che con la benedizione dei cattolici occupano quella frangia di fragilità psico-emotiva di individui ingenui, riempiendoli di illusioni e droghe.
Cosa sia successo, nel fatto specifico sotto i riflettori dell'autorità giudiziaria, non lo sappiamo. Forse un giorno ci sarà una "verità giudiziaria", ma non si conosceranno mai le dinamiche psico-emotive che hanno portato al fatto.
La domanda che le persone dovrebbero farsi è: perché viene consentita l'attività di truffa emotiva da parte della Polizia di Stato?
La risposta è indubbiamente complessa e coinvolge non solo un'enorme quantità di interessi economici e politici, ma soprattutto implica, da parte delle Istituzioni, un carico di impegno che necessita di un bagaglio culturale spesso assente nella maggior parte degli addetti alla Pubblica Sicurezza.
Si preferisce reprimere il "fatto delittuoso" concluso, che non reprimere tutti i delitti che hanno preparato e portato a quel fatto delittuoso.
Le persone educate al "fermati vento", al "moltiplicare pani e pesci" pensano che tutto sia gratuito perché loro, operai nelle grazie di Dio, hanno diritto alla loro paga suprematista. Le altre persone, per loro, sono solo oggetti d'uso.
La Stregoneria è una cosa seria. I cristiani, cattolici nel nostro paese, giocano a millantare i superpoteri di Gesù coinvolgendo ingenui che hanno costretto al fallimento esistenziale.
L'origine sociale di questo fatto, qualunque sia il meccanismo che lo ha indotto, non è diverso, per la sua origine, dall'aumento della diffusione del bullismo sia come quantità dei comportamenti sia come qualità espressa nella violenza criminale delle sue azioni.
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07 luglio 2024
E' indubbio che il cristiano Angelo Tonelli, che scrive "Eleusis ed Orfismo", a differenza di altri studiosi che si sono limitati a tradurre e presentare quanto incontrano astenendosi da commenti, Angelo Tonelli preferisce attribuire agli eleusini e agli orfici intenti e scopi religiosi spesso preceduti da "si potrebbe pensare" o "sarebbe" riducendo di fatto l'ideologia orfica ed eleusinica alle categorie di pensiero cristiane. Eppure, in altre parti del libro Angelo Tonelli racconta come i neoplatonici abbiano piegato l'interpretazione del mito alla loro ideologia religiosa.
Ora, si dica tutto quello che si vuole, ma il mito, con l'orfismo, il dionisismo e il mito di Eleusi, rappresentano altro, l'opposto, di quella che fu la filosofia pitagorica, socratica o platonica.
Appare quasi immediatamente come la filosofia pitagorica, la filosofia eleatica e la, conseguente, filosofia platonica nascono come critica razionale-assolutista al mito e ai poeti che elaborano e trasmettono emotivamente le idee religiose del Mito.
Scrive Angelo Tonelli:
La compiuta iniziazione autorizzava, qualora si fosse ottenuta la carica di ierofante, o daduco, a iniziare anche altri, in Una catena ininterrotta di Sapienza convissuta che si è tramandata nel segreto per secoli, e che consentiva di toccare e di vedere la verità che consiste nell'intuizione dell'intuibile e del puro e del sacro che balena come una folgore attraverso l'anima.
Dall'esperienza diretta della verità, che si staglia come un'"impronta" nella sua psyché, l'iniziato viene restituito alla consapevolezza privilegiata dell'immortalità della sua essenza autentica, che è consustanziale all'Uno/luce.
Felici tutti per avere ricevuto in sorte le iniziazioni che sciolgono gli affanni.
[cita Pindaro E88]
Felice chi scende sottoterra dopo avere visto quelle cose: conosce il fine della vita conosce l'inizio assegnato da Zeus.
[cita Pindaro in E89]
Tre volte beati
coloro tra i mortali che vanno nell'Ade
dopo avere visto questi Misteri:
solo per essi c'è vita laggiù
mentre per gli altri tutto laggiù è sventura.
[cita Sofocle in E 90]
La compiuta iniziazione dà gioia nella vita, liberando, dionisiacamente, dalle amarezze del passato, e garantisce un privilegio dopo la morte:
La cosa più grande e divina è che soltanto questa tra le feste solenni si celebrava all'interno di un singolo edificio, e la moltitudine dei cittadini e l'area dell'Eleusinion erano uguali. Chi non avrebbe gioito alla visione delle statue, dei dipinti e degli ornamenti disseminati tutto intorno e anche nei trivi, per non dire della visione dei rituali più venerandi? Ciò che si acquisisce dalla partecipazione alla festa non consiste tanto nella gioia del momento presente, né nel dissolvimento delle amarezze del tempo passato e nella liberazione da esse, ma anche nel nutrire speranze più dolci riguardo alla morte, confidando in una vita migliore, poiché non si giacerà nelle tenebre e nel fango, che attendono i non iniziati.
[cita Aristotele in Pro Eleusi, XIX, E 94]
E le santissime iniziazioni eleusine permettono agli iniziati di godere dei doni di Kore, quando siano stati liberati dai corpi.
[cita Proclo in Platone in E95]
Ma il segreto di Eieusi non lo sapremo. Mai.
Tratto Da "Eleusis e Orfismo" a cura di Angelo Tonelli, edizione Feltrinelli, 2022, pag. 34-35
L'Inno Omerico a Demetra, che noi abbiamo, fu scritto, come sistemazione della precedente tradizione, nel VII secolo a.c.
Tante persone si sono riferite, nel corso della storia, alla tradizione di Eleusi. Un conto è ciò che è rimasto della tradizione e un atro conto sono le interpretazioni di quella tradizione interpretando ciò che è rimasto.
Stoici, platonici, come Platone e Aristotele, neoplatonici, costruiscono un loro sistema di pensiero che tendono a legittimare citando Eleusi e attribuendo ad Eleusi idee proprie.
Il concetto di anima, inventato da Platone come modificazione del concetto di anima precedente il platonismo, non è attribuibile all'idea di Eleusi, come non è attribuibile ad Eleusi il concetto di Uno.
Noi disponiamo dell'Inno Omerico a Demetra e quest'Inno lo possiamo interpretare, ma non possiamo attribuire all'Inno idee che l'Inno non esprime.
Questo vale anche per l'iniziazione ai misteri eleusini. Noi possiamo immaginare che cosa oggi si intende per "iniziazione", cosa intendono i cristini o gli esoteristi, ma non abbiamo elementi per attribuire questo tipo di Iniziazione agli antichi o ad Eleusi.
La sistemazione dell'Inno omerico a Demetra è del VII secolo a.c. e Pitagora e Platone muovono guerra ai poeti. Considerano i poeti i loro nemici. Nemici che vanno distrutti e i loro libri bruciati e, secondo molti studiosi, si ritiene che questi individui abbiano titolo per parlare di Eleusi dicendo ciò che Eleusi era e non ciò che loro avrebbero voluto che Eleusi sia per denigrarla e far brillare sé stessi.
Il fatto che il pedagogo di Alessandro Magno attribuisca ad Eleusi degli intenti nella sua dottrina e nella sua iniziazione, non ci dice che quella è la dottrina o l'iniziazione di Eleusi, ma che quella è l'idea dei misteri espressa da Aristotele che non conosce né la quantità né la qualità dei misteri di Eleusi. Come non li conosceva Socrate, Platone o altri.
Quando Tonelli scrive: "Ma il segreto di Eleusi non lo sapremo. Mai.". Sta dicendo una fesseria. La dicitura della sua frase, a mio avviso, dovrebbe essere: "Ma il segreto di Eleusi i cristiani (per estensione, tutti coloro la cui religione coinvolge la loro psiche e le loro emozioni nella stessa direzione del cristianesimo) non lo sapranno mai. Mai"
I segreti di Eleusi sono molto chiari nell'Inno Omerico a Demetra. I segreti non consistono in cose nascoste, ma in cose che "i profani non sono in grado di comprendere".
07 luglio 2024
La Religione Pagana definisce il metodo attraverso il quale avviene la "creazione" della vita. Il venir in essere della vita stessa. E' il sesso, la pratica sessuale, l'atto "magico" attraverso il quale la vita diviene e si trasforma. Alla base del sesso generatore delle trasformazioni c'è il desiderio. Il desiderio soggettivo come motore della trasformazione del presente.
Questo "metodo" della trasformazione e del venir in essere, contrasta con tutti i sistemi ideologici che, manifestando la necessità del controllo degli individui nei sistemi sociali, trasformano la sessualità in "peccato", in un male da reprimere, al fine di promuovere la loro verità di supremazia. Dominare un presente che non si deve modificare per non modificare la capacità di controllo sulle persone.
La contrapposizione fra un sistema religioso che si basa sul divenire attraverso le relazioni sessuali e un sistema religioso che si basa sull'elevazione della ragione al di sopra degli uomini quale manifestazione divina di un creatore, avviene, molto probabilmente nel VI secolo a.c. In occidente possiamo, con una certa approssimazione soggettiva, attribuirlo a Parmenide e Pitagora. I numeri diventano i modelli della realtà e il numero uno sta ad indicare l'unità divina creatrice di un presente che dall'uno dipende e deve la sua esistenza. Il numero crea una gerarchia di potere che sostituisce il sistema religioso dove la presenza degli Dèi non era gerarchica, ma era "di funzione". Dagli Dèi che costituiscono il mondo e che sono la realtà del mondo abitata dagli uomini, si passa al concetto degli Dèi onnipotenti, super uomini, signori e padroni degli uomini.
Per fissare questo nuovo sistema religioso è necessario privare gli uomini della sessualità. La pratica sessuale deve essere condannata, controllata, limitata. Deve essere pensata come peccaminosa, depravazione. Il controllo della pratica sessuale diventa il controllo degli uomini. La non sessualità, la continenza, vengono considerati dei valori morali nelle religioni verticistiche. Il venir in essere senza relazioni sessuali appare come un valore divino. Lo stesso partorire diventa un atto peccaminoso dove, anche negli attuali tempi recenti, le donne che partorivano venivano allontanate dalla chiesa cattolica e dai suoi riti per un certo periodo di tempo finché non espiassero il peccato commesso.
Il venir in essere della realtà attraverso le relazioni sessuali, proprie del mondo pagano, appare al cristiano come "depravazione". Se stoici e neoplatonici interpretano il Paganesimo come un insieme di astrazioni o di simboli, il cristianesimo attribuisce le vicende del Mito ad unomini e donne in carne ed ossa ispirati dai suoi demoni. La concezione che il cristianesimo ha del paganesimo viene contrapposta all'asessualità del suo Dio e del suo Gesù.
La pretesa di platonici, stoici, neoplatonici, ebrei e cristiani di possedere il corpo delle persone per costringere le persone alla non sessualità, all'astinenza, non fa altro che mettere in evidenza l'ideologia del possesso dei corpi da parte delle gerarchie religiose che si traduce, nelle pulsioni degli individui, in una sessualità finalizzata e veicolabile solo nel possesso delle persone. Una sesualitò che si veicola slo attraverso lo stupro, la violenza e la sopraffazione. Da qui l'ideologia dell'uomo che deve farsi femmina davanti alla gerarchia religiosa (pronto a farsi stuprare) che, a sua volta, si fa femmina nei confronti di Dio (pronto a farsi stuprare).
Mentre nella religione pagana l'essere femmina era un aspetto attraverso cui l'esistenza si trasforma in una continua relazione sessuale con l'altro, nel sistema religioso imposto da platonici, stoici, neoplatonici, ebrei e cristiani il farsi femmina è il sottomettersi a qualcuno da cui il femminile viene posseduto, usato e stuprato per volontà Istituzionale. Il maschile che possiede il femminile e ogni possedimento deve farsi femmina nei confronti di chi lo possiede.
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06 luglio 2024
L'educazione all'ideologia cristiana porta alla ricerca ossessiva dei miracoli. Ricerca di miracoli e ricerca di onnipotenza.
L'assunzione di droghe allucinatorie da parte dei cristiani obbedisce al platonico "Conosci te stesso" che, nell'immaginario cristiano diventa, "Dio ti ha creato a sua immagine e somiglianza e tu puoi essere potente come Dio assumendo droghe che alterano la tua percezione". Dunque, conosci i superpoteri che Dio ti ha dato a sua immagine e somiglianza.
Nel territorio in cui è avvenuta la morte del ragazzo, presumibilmente in seguito ad assunzione di sostanze allucinogeni, io ho raccontato, attraverso trasmissioni radiofoniche settimanali per oltre dieci, che cos'è la Stregoneria.
Disciplina esistenziale, intento esistenziale, ascoltare il mondo, vivere nel tempo e nelle trasformazioni, attenzione per gli altri e per il mondo. ecc. Mi ascoltavano, ma a loro non interessava nulla. Per loro, quello che io raccontavo non era Stregoneria.
Per loro la Stregoneria doveva essere il "fermati vento". Essere come il Dio cristiano padrone degli elementi e andavano a cercare le forme medioevali di esorcismi e credenze. Per loro la Stregoneria era "non passerà questa generazione senza che vedrete il figlio dell'uomo venire con grande potenza" e cercavano di prevedere il disegno divino attraverso temi astrologici o tarocchi. Per loro la Stregoneria era dire al paralitico "alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina...", usavano erbe, cristalli e riti di guarigione finendo per ammazzare molti malati terminali che, speranzosi, anziché cercare le cure, cercavano il miracolo.
In nome della loro educazione cristiana si sono nutriti di fantasie che la finzione cinematografica e una letteratura emarginante offriva loro, compresi i "poteri mitici delle sostanze psicotrope".
Il Veneto cattolico è abitato da migliaia di questi imbecilli che si dividono fra gli illusi, che cercano il "guru", e coloro che si spacciano per "guru" o "sciamani", che vendono prospettive da superpoteri a poveri disperati della destra politica nazista (e leghista che è la stessa cosa) incapaci di distinguere fra realtà vissuta e delirio di onnipotenza.
I cattolici continuano a seminare questi deliri e la fissazione nelle persone di questi deliri avviene con la collaborazione dell'ambiente genitoriale che, rispetto ad essi, non sviluppa un processo culturale di analisi e di critica.
Episodi di danni dovuti ad assunzione di sostanze psicotrope ci saranno sempre fintanto che i bambini verranno convinti che l'imbecille Gesù ha guarito il cieco sputandogli in un occhio. Fa il pari con l'imbecille che entra nella gabbia del leone ritenendosi immune perché lui ha "fede in Cristo". Troppi cristiani sono convinti che basta la fede per essere così potenti da ordinare alle montagne di gettarsi a mare.
Si svilupperanno delle indagini per comprendere la dinamica del fatto specifico avvenuto a Treviso, ma è lecito farsi una domanda se le ipotesi, ad oggi, sono quelle che sono: in che famiglia è vissuto questo ragazzo per aver bisogno di cercare super poteri con piante psicotrope? Gli sciamani erano e sono dei poveracci che si adattano a sopravvivere in un mondo povero, elevarli a modello per imporre la povertà delle loro soluzioni nel mondo occidentale dimostra una volontà di distruzione della cultura e un intento di fare profitto sulla creduloneria: come i preti cattolici!
Oggi, come domani, avremo altri truffati e seguiranno altri incidenti.
Intanto l'informazione racconta che il ragazzo aveva la testa sfondata, come risulterebbe dall'autopsia. E allora, al di là di tutti i discorsi, c'è un assassino da individuare.
06 luglio 2024
Quando si leggono certi brani, non è proprio possibile non condividerli.
Esiste un passato che ha formato questo presente e col quale non abbiamo mai fatto i conti finendo per portare nel presente le distorsioni psico-emotive costruite in quel passato: prima fra tutte la tolleranza della violenza fatta sui minori ad opera del cristianesimo. Sia direttamente, come religione che fa violenza ai minori, che indirettamente, come società cristiana che nega il futuro a sé stessa violentando la sua stessa infanzia.
Ci si dimentica com'era la situazione sociale e come le idee schiaviste, che ancor oggi rappresentano per molti la soluzione dei loro problemi, siano ancora così radicate in Europa.
Un mondo di schiavitù, controllato da chi si considerava "nobile" e nelle grazie di Dio, ha costruito la mentalità schiavista in modo tanto diffuso che negli schiavi, una volta che progressivamente si sono emarginati, è rimasto l'ideale di trasformare altre persone in schiavi.
L'idea di trasformare l'altro in chiavo, che deve obbedire, è un modo di pensare e di essere che è sopravvissuto e si è articolato presentandosi in più aspetti e si è maggiormente radicalizzato nelle persone a mano a mano che le rivendicazioni di libertà, dei vari gruppi sociali, hanno cominciato ad essere accolte. Più gli uomini diventavano padroni del proprio corpo e del proprio tempo più tendevano ad emarginare altri uomini per sentirsi superiori, "padroni", di altri uomini.
L'infanzia era la massa di individui da usare come schiavi; i neri erano la massa di individui da usare come schiavi; le donne erano la massa di individui da usare come schiavi; lo straniero, l'immigrato, era la massa di individui da usare come schiavi.
Tutt'ora questa mentalità domina i comportamenti delle persone, le loro idee, il loro indirizzo politico in una perenne situazione di disfacimento sociale dove "vivere sugli schiavi" è la condizione ideale di troppi strati sociali favoriti dalla Istituzioni che, con questa mentalità, dominano le società civili: a chi tocca essere ridotto come schiavo?
Scrive Karlheinz Deschner fra le conclusioni del decimo volume della Storia criminale del cristianesimo:
Lasciate che i bambini vengano a me
C'era anche chi preferiva vedere i bambini in altri luoghi, piuttosto che nelle scuole: per esempio nelle miniere, a quattro o cinque anni, in stretti cunicoli che facevano sudare. Oppure, a soli tre o quattro anni, nelle fabbriche di merletti! Lasciate che i bambini vengano a me...
Alcuni credevano non fosse mai abbastanza presto per sottometterli al giogo del lavoro, come J. H. G. fusti, che nel 1760, nel suo "Fondamenta del potere e della felicità degli stati", vuole "sollecitare tutti i bambini fin da piccoli alla laboriosità ed abituarli al lavoro". Ci sarebbero infatti "centinaia" di cose da fare, "di cui i bambini sono capaci a 5 o 6 anni di età; e attraverso cui il lavoro può essere loro per così dire connaturato[...]". Secondo la ricerca storica marxista, i bambini rappresentavano "un gruppo assai consistente di lavoratori forzati nel XVII/XVIII secolo" (Kuszynski). Il lavoro minorile era ampiamente diffuso e portava ai giovani precocemente malattie, occhi infiammati, eruzioni cutanee, disturbi d'asma etc.; il lavoro minorile portò al cosiddetto morbo inglese, che si potrebbe chiamare anche, secondo il dott. Ludwig Mauthner che lo studiò a Vienna, "morbo viennese"; "invecchiamento e morte prima del tempo [dovevano] essere il destino usuale" delle vittime. Marx lo definisce la "trasformazione del sangue dei bambini in capitale".
C'erano fabbriche che si basavano esclusivamente sul lavoro minorile come una fabbrica di cotonina a Berlino, fondata con l'autorizzazione di Federico il Grande che fu anche disposto a inviare ai fabbricanti di filati di Hirschberg per aumentare: le produzione (crescita, crescita!) mille bambini di dieci-dodici anni. L'orfanotrofio militare di Potsdam fornì fino a 1.400 maschietti per lavori di tessitura e 700 femminucce per lavori al tombolo. Nel 1748 il re assegnò tale potenziale di orfani al produttore di seta e damasco. A Oberleutensdorf, Austria, nel 1755 si creò per la fabbrica Waldstein un apposito orfanotrofio, solo per la manifattura.
Per quanto riguarda la formazione degli adulti, non sorprende il fatto che in tutta l'Europa centrale e centrorientale non esistesse una biblioteca educativa in nessun villaggio. La maggior parte dei proprietari terrieri e signori feudali credeva evidentemente che i contadini succubi "esistessero solo per loro, per stare al loro servizio, e per essere tormentati e martoriati a loro piacimento", solo per il vantaggio economico, il profitto. "Per il [...] contadino come schiavo [... ] può essere sufficiente se conosce il suo aratro e la coltivazione dei campi. Neanche leggere e scrivere gli serve".
Fu quasi più generoso il "saggio di Sanssouci" quando nel 1779 scrisse al suo ministro, il barone von Zedlitz: "Il fatto che i maestri delle scuole di campagna insegnino ai giovani la religione e la morale è un bene, e non devono allontanarsi da questo, affinché la gente se ne resti brava con la sua religione e non passi a quella cattolica; perché la religione protestante è la migliore ed è molto meglio della cattolica; perciò i maestri devono sforzarsi affinché la gente mantenga il suo attaccamento alla religione, e deve portarli a non rubare e non uccidere. Per il resto nelle pianure è sufficiente se imparano un po' a leggere e a scrivere; ma se dovessero sapere troppo..."
Già, troppo sapere sembrava a Federico "il Grande" fuori luogo e non solo per i contadini. Quando una volta, nel 1740, richiese ai conventi cattolici di Halberstadt un prete "che possa essere proposto come cappellano militare presso i reggimenti che devono andare in battaglia", aggiunse subito: "Il pretino non ha bisogno di essere intelligente, al contrario: più è stupido, tanto meglio [...]"
Karlheinz Deschner Storia criminale del cristianesimo, volume 10, Edizione Ariele, 2013 da pag. 157-158
Quella che oggi noi chiamiamo "libertà sociale" e che le persone non percepiscono come l'uscita da forme di schiavitù, ma come repressione di ciò che vorrebbero e che la società attuale rende irrealizzabile o difficoltosa, è un presente divenuto attraverso sangue e sofferenze alle quali il cristianesimo ha sottoposto le persone.
Leggendo il brano sopra presentato di Deschner, io vivo emotivamente la sofferenza del vissuto delle persone aggredite da chi le voleva schiave e sottomesse. Ma la mia percezione non è la percezione che ne hanno le persone della mia società. Leggendo questo stesso brano, quando viene letto, la maggior parte delle persone vive il piacere di ridurre altri in schiavitù. Si immaginano come fossero i nobili che bastonano i contadini e le contadine, E si compiacciono della schiavitù imposta non immaginando che se fossero vissuti a quei tempi, loro sarebbero gli schiavi bastonati e sottomessi. Si compiacciono di essere gli utilizzatori di bambini di 6 o 7 anni allo stesso modo del bambino nudo con Gesù.
Questa pulsione, che spinge l'individuo ad identificarsi con l'aguzzino, è il fondamento sia del cristianesimo, dell'ebraismo, che dell'ideologia nazista e fascista che pretende di riprodurre schiavitù e sottomissione ogni volta che un qualche strato sociale riesce a liberarsi di una qualche imposizione.
Perché molte donne sono contrarie al diritto d'aborto? A loro non è imposto di abortire. Sono contro al diritto d'aborto perché questa posizione sociale permette loro di far violenza alle donne che necessitano di abortire. In questo modo, chi ha necessità di abortire diventa emarginato, vessato e doppiamente violentato. A molte donne piace far violenza ad altre donne come a molti uomini piace fare violenza alle donne comprese quelle che fanno violenza ad altre donne.
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05 luglio 2024
Il vento nazista che sta attraversando l'Europa altro non è che l'emergere, nella razionalità delle persone, dei contenuti dell'educazione cristiana imposta nell'infanzia. Come negli anni venti e trenta del secolo scorso. L'identificazione del ragazzo con Dio, il suo amore per il potere di Dio, la sua speranza nell'intervento divino, sono le forze pulsionali suprematiste dalle quali si genera l'ideologia nazista e fascista.
L'amore per Gesù è la tensione psico-emotiva che spinge le persone verso il nazismo. L'altro, i concittadini, si devono sottomettere a Gesù e, ogni educato al cristianesimo, all'ebraismo, all'islamismo integralista, si identifica con Gesù, Mosè ed Elia, Maometto e, sentendosi nelle grazie di colui che considera onnipotente, pretende sottomissione da chi non è onnipotente come lui.
Il nazismo, nato dalla bibbia, ha fatto in modo che ci sia un nazismo di destra e un nazismo di sinistra, ma ha impedito violentemente che le persone indicassero il Dio della Bibbia e Gesù come i mandanti ideologici del genocidio degli uomini.
La caratteristica dei nazisti è la vigliaccheria. Come il Dio della Bibbia ha paura degli uomini, così i nazisti hanno paura degli uomini che hanno sia cultura che apertura sociale. I nazisti alzano muri rispetto agli altri uomini, ne hanno paura anche quando li trasformano in schiavi che, feriti sul posto di lavoro, li abbandonano agonizzanti in strada.
L'errore che fanno i sociologi è quello di affermare che "Il fascismo e il nazismo si diffondono". Non è vero. Il fascismo e il nazismo non si diffondono, ma emergono apparendo alla coscienza delle società dopo che le società hanno tentato per decenni di occultare la natura e i fini dell'ideologia imposta all'infanzia.
L'altra caratteristica del nazismo è l'infantilismo: bambini che giocano alla guerra. Se hanno spade di legno non fanno danni. Ma poi cominciano ad avere le pistole, i mitra, i carri armati, i bombardieri, i missili. Bambini che giocano macellando le persone.
Sono andati in Afganistan dicendo che volevano portare la democrazia e hanno solo macellato finché non sono scappati. In Ucraina si stanno macellando. A Gaza gli ebrei stanno sterminando i Palestinesi portando avanti un genocidio sistematico in quel progetto di annientamento razziale voluto da Ben Gurion.
Il genocidio è il progetto del Dio dei cristiani e gli imbecilli, fascisti e nazisti, eseguono per la felicità della monarchia assoluta del Vaticano e di quel potere di dominio sugli uomini che esercitano le chiese cristiane ortodosse, le chiese evangeliche, l'ebraismo e l'islamismo al fine di perpetuare il genocidio.
Come in questo feroce medioevo, riprodotto da fascismi e nazismi, arrivarono poi le società commerciali. Allora arrivò Venezia che ruppe col dominio assolutista cristiano.
Io rifletterei se fossi il capitale finanziario internazionale perché, mentre i bambini giocano con le bombe macellando il più debole (quello che potrebbe far circolare denaro), qualcuno sta modificando i rapporti economici internazionali e il G7 si sta riducendo ad un irrilevante nano economico.
Il delirio di onnipotenza che alimenta la pulsione soggettiva che porta all'ideologia fascista e nazista ha la caratteristica di costringere le persone a concentrare l'attenzione su sé stesse, come il Dio assoluto della bibbia, e di pensare il mondo in cui vivono statico e immobile salvo rendersi conto, forse, all'improvviso, che tutto è cambiato.
05 luglio 2024
Il corpo militare d'élite degli USA è formato da malati mentali o gli USA trasformano i loro cittadini in malati mentali?
L'inchiesta sembra essere del NYT. Le esplosioni a cui quel corpo militare è stato sottoposto al fine di addestrarli ha menomato loro la capacità cerebrale spingendo decine di militari ad infoltire le file della criminalità e a riempire cimiteri di suicidi.
Nutriti con biberon di bibbia in una nazione, come gli USA, in cui ai cittadini è negata la libertà religiosa mentre, al contrario, ai centri religiosi cristiani è sempre stata permessa la violenza sui cittadini (vedi le centinaia di migliaia di bambini stuprati e violentati), convinti di essere "soldati invincibili di Cristo", basta poco per mandarli fuori di testa.
Saranno state anche le esplosioni a menomare le loro capacità cerebrali, ma in una società che nega sicurezza sociale e che si preoccupa di diffondere l'uso di droghe e gioco d'azzardo agli abitanti di un'America profonda che pensano di essere al centro del mondo, incapaci di avere un minimo di comportamento che classifichiamo come "umano", dubito fortemente che sia solo una questione di esplosioni.
Recentemente sono stati cacciati in modo umiliante dall'Afganistan. Sono scappati con la coda fra le gambe portando disonore a tutti gli USA. Quando una nazione finge di portare "viveri" agli sfollati Palestinesi mentre consegna tonnellate di bombe agli Israeliani affinché possano continuare a macellare i Palestinesi, si guarda attentamente ai fatti. I fatti dicono che gli ex Navy Seal si suicidano, diventano socialmente violenti (criminali) e sono incapaci di pensare.
Le altre riflessioni, fatevele voi.
05 luglio 2024
Il periodo ramesside si sviluppa in Egitto nel Nuovo Regno, tra il 1291 a.C. circa e il 1080 a.C.
Volevo segnalare questo tipo di invocazione di quel periodo:
Ammone, porgi il tuo orecchio a chi è solo nel tribunale,
ed è povero, e non è ricco:
il tribunale lo danneggia a causa del denaro
(che deve passare agli) scribi dell'amministrazione
giudiziaria,
e a causa delle stoffe (che deve regalare) agli inservienti.
Ma, allora, Ammone prende l'aspetto di visir,
per far che vada assolto il povero,
ma, allora, il povero risulta innocente,
perché il povero ha superato il ricco.
Testi religiosi dell'Antico Egitto a cura di Edda Bresciani edito dai Meridiani nel 2001,Pagina 249
Si tratta di un esercizio scolastico che ci permette di comprendere il tipo di istruzione scolastica e le idee religioso-sociale che caratterizzavano l'epoca.
Chiarisce le aspirazioni degli studenti e dei loro desideri.
In Egitto, come a Babilonia, sono stati rinvenuti molti esercizi scolastici. In questi esercizi scolastici spesso si colgono frammenti di impostazione ideologica ben distante da quella "faraonica sottomissione" che è stata dipinta nei testi scolastici fino a qualche anno fa.
I costi della difesa giudiziaria erano alti allora come sono alti oggi e il problema del povero che doveva affrontare in giudizio un ricco suscitava apprensione allora, come suscita apprensione oggi.
L'ideologia che esprime è una via di mezzo fra la percezione della necessità di giustizia e la supplica alla divinità che questo studente vede realizzata nell'intervento salvifico dell'identificazione del "Visir che si fa Ammone".
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04 luglio 2024
Oggi come oggi si è perso l'onore. Chi è più forte strangola il più debole ritenendosi in diritto, in quanto più forte, di strangolare il più debole. E' l'ideologia della bibbia, degli adoratori del Macellaio di Sodoma e Gomorra, che hanno perso il senso di essere uomini per assumere il comportamento degli assassini e macellai.
Quando si ha onore; riporto da Roma Antica:
Il Feziale delegato giunge alle terre di coloro ai quali si chiede riparazione col capo cinto d'un filo, ossia benda di lana.
Ascolta Giove,
Ascoltate terre dei prischi latini,
Ascolti la Giustizia Divina!
Io sono Regio nunzio del popolo romano
inviato secondo la legge umana e in pace con gli Dèi, vengo,
e alle mie parole sia fede.
In quella situazione il Feziale espone le sue ragioni e le sue richieste
Il Feziale pone limiti a sé stesso ribadendo l'onore di sé stesso. Il Feziale parla con "parole alate" piene di onore e prive della volontà di prevaricazione per la prevaricazione.
Detestazione:
Se io, contro la legge umana e in ira agli Dèi,
chiedo che quegli uomini e quei beni
mi sian consegnati,
allora non lasciarmi più vivere
nella mia Patria.
La citazione è tratta da: G. Battista Pighi, La poesia religiosa romana, pag. 39
Un tempo esisteva l'onore. L'onore consiste nel riconoscere nell'altro la dignità che si riconosce a noi stessi.
I cristiani hanno tolto l'onore agli uomini e ora le guerre le si fanno in nome del Dio dei cristiani macellando chi si ritiene più debole.
04 luglio 2024
Le elezioni politiche nei paesi occidentali non sono in grado di cambiare le politiche dei paesi stessi in quanto, queste, sono determinate dalle relazioni internazionali e controllate da reti di "agenzie" e "potentati" che si servono dei Partiti Politici. Troppo spesso i Partiti Politici Occidentali hanno smarrito la loro funzione di associazioni che rappresentano i cittadini per diventare delle piccole monarchie che chiedono ai cittadini di votarli.
La relazione, cittadini e Partito Politico, negli ultimi 30 anni in occidente si è completamente snaturata. Il Partito Politico da organo dei cittadini è diventato una struttura che chiede ai cittadini di approvarlo e di accettare la sua "linea politica" nella gestione del paese e della cosa pubblica.
Si è passati da una struttura democratica del Partito Politico, partito politico strumento dei cittadini, ad una struttura monarchica, Partito Politico che governa i cittadini. In questo passaggio il Partito Politico si è sempre più organizzato attorno ad una persona e questo tipo di organizzazione si riflette nei manifesti elettorali dove non si presentano le "parole d'ordine" o i principi sintetici del partito, ma tante facce sorridenti, tanti padroni, che elemosinano voti a cittadini che votano per il loro "re" e non per idee o propositi sociali dei partiti politici.
Nonostante questa degenerazione, l'elezione di questo o quel Partito Politico ha ancora la possibilità di dare un indirizzo al paese costringendo "agenzie" e "potentati" a modificare, sia pur parzialmente, l'indirizzo delle loro scelte, ma non sono in grado di modificare la qualità di fondo delle scelte stesse.
In un mondo che vuole risolvere le questioni internazionali a suon di bombe e di carri armati, dal mio punto di vista, è da preferire chi tenta di risolvere le contraddizioni con il dialogo. In un mondo che vuole aumentare lo schiavismo aumentando la massa degli emarginati, a mio avviso va preferito chi spinge per l'uguaglianza dei diritti e dei doveri. In un mondo in cui si cerca di bloccare la circolazione del denaro mediante l'impoverimento della popolazione, è da preferire chi propone di aumentare la circolazione del denaro mediante il miglioramento delle condizioni di vita delle persone. In un mondo in cui le relazioni mafiose "Io sono il padrone e tu fai quello che voglio io!" diventano regola di ricatto dei cittadini, è da preferire coloro che impongono regole e doveri a chi ha il potere di ricatto dei cittadini.
Questo differenza si può ottenere, in occidente, mediante le elezioni politiche anche se si è spesso constatato che la differenza è più apparente che sostanziale. Troppo spesso il politico si fa eleggere prospettando qualcosa al cittadino per fare, subito dopo, l'esatto contrario soddisfacendo interessi contrari al bene comune di cui si era dichiarato paladino.
La democrazia non si definisce con la possibilità di mettere una crocetta sul simbolo di un Partito Politico. La democrazia si determina dal rapporto che il cittadino ha con le Istituzioni. Tanto più le Istituzioni si ritengono "padrone" del cittadino, tanto più si avvicinano alla struttura ideologica della monarchia passando dalle varie forme di dittatura palese o mascherata che sia; tanto più le Istituzioni ritengono sé stesse al servizio del cittadino, tanto maggiore è il sistema democratico.
L'uguaglianza non è un concetto astratto: significa che l'uomo, ogni uomo, è uguale a Dio (il Dio di ebrei, cristiani e musulmani) e Dio deve essere umile davanti all'uomo e pentirsi dei delitti che ha commesso nei confronti dell'uomo. Se così non è, ci sarà sempre la tendenza a costruire campi di sterminio (dalla vessazione, al bullizzare, all'emarginare, fino ai campi di concentramento che si trasformano in campi di sterminio) ad imitazione dello sterminio vantato da Dio col diluvio universale, Nei macelli e nei massacri c'è sempre qualcuno che sale sull'Arca guardando gli imbecilli che hanno accettato di farsi macellare.
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03 luglio 2024
Ma nessuno degli dèi
e degli uomini mortali voleva dirle la verità,
e nessuno degli uccelli venne a lei come verace messaggero.
Per nove giorni, allora, la veneranda Demetra sulla terra
vagava stringendo nelle mani fiaccole ardenti:
né mai d'ambrosia e di nettare, dolce bevanda,
si nutriva, assorta nel suo dolore; né s'immergeva in lavacri.
Ma quando infine giunse per la decima volta la fulgente aurora
le venne incontro Ecate, reggendo con la mano una torcia;
e, desiderosa d'informarla, le rivolse la parola, e disse:
"Demetra veneranda, apportatrice di messi, dai magnifici doni,
chi fra gli dèi celesti o fra gli uomini mortali
ha rapito Persefone, e ha gettato l'angoscia nel tuo cuore?
Infatti, io ho udito le grida, ma non ho visto coi miei occhi
chi fosse il rapitore: ti ho detto tutto, in breve e sinceramente".
Così dunque parlò Ecate; e non le rispose
la figlia di Rea dalle belle chiome; invece, rapidamente, con lei
mosse, stringendo nelle mani fiaccole ardenti.
E raggiunsero Elio, che vigila sugli dèi e sugli uomini;
si fermarono dinanzi ai suoi cavalli, e lo interrogò la divina tra le dee:
Tratto da: La religione dei misteri, a cura di Paolo Scarpi, Inno omerico a Demetra, edizione Lorenzo Valla, 2002, pag. 18 vol. 1
IN questo brano dell'Inno Omerico a Demetra vengono definiti i limiti della capacità d'azione degli Dèi.
Gli Dèi non sono onnipotenti, sono soggetti che abitano il mondo e che partecipano alle trasformazioni del mondo sia come soggettività in trasformazione, sia come oggettività per un numero infinito di Esseri in trasformazione.
Questo mistero eleusino vuole riportare l'idea, che gli uomini hanno degli Dèi, nella condizione della loro vita impedendo alle divagazioni fantastiche di impossessarsi della loro immaginazione.
La disperazione di Demetra è la disperazione per la perdita di un presente nel quale, ora, Persefone viene a mancare.
Demetra tenta di ripristinare quel presente cercando di riportare a "casa" Persefone.
Ogni azione che avviene nel presente, modifica definitivamente il presente stesso e non c'è ritorno al precedente presente.
Il senso della ricerca di Demetra ha lo stesso significato del cercare di tornare ad Itaca di Odisseo. Odisseo tornerà ad Itaca, solo, mentre Demetra dovrà scendere a patti per un nuovo e diverso presente.
Nel voler ripristinare il passato perduto, Demetra non trova la solidarietà degli Dèi. Nessuno di loro vuole ripristinare il passato. Solo Ecate, interessata alla discesa di Persefone all'Ade, accorre alle suppliche di Demetra.
Ecate dà un consiglio a Demetra: anziché cercare con disperazione, fermati, respira e chiedi.
Fare la domanda giusta, nei giusti termini che trasmetta esattamente, all'interlocutore, quello che vuoi davvero chiedere.
Quante volte gli uomini hanno presunto, anziché fare la domanda Accertarsi che l'interlocutore abbia capito e attendere la risposta.
Demetra, angosciata e disperata, si è lanciata come una furia alla ricerca di Persefone. La rabbia e il dolore gli hanno annebbiato la capacità di analizzare e decidere. Si è trovata smarrita in un mondo buio che a malapena illuminava con le torce che teneva in mano.
Chiedete, dice l'Inno Omerico a Demetra; come Demetra è stata indotta da Ecate a chiedere.
Le Dee si alzano in volo e si fermano davanti ai cavalli di Elio che: "Elio, che vigila sugli dèi e sugli uomini".
Se hai dei problemi e devi chiedere, devi cercare il giusto interlocutore.
Demetra: una di noi!
Che forse anche noi non desideriamo crescere? Trasformarci? Desiderare? Cercare?
Ognuno di noi, con la propria torcia, cerca qualche cosa nel buio e possiamo dirci fortunati se un'Ecate ci affianca nella ricerca.
Noi come Demetra cerchiamo. Non supplichiamo. Cerchiamo la giusta occasione per poterla afferrare.
Guardiamoci attorno. Terremoti emotivi sconquassano la nostra esistenza, il nostro mondo. A volte sembra che l'onda della non conoscenza, del non sapere, ci possa travolgere.
Eppure, alcuni di noi continuano a cercare, con le torce nelle mani, sperando di fendere e di portare un po' di luce nel buio che ci circonda.
Bright the sun and we're running to it.
The sun light, light the us knowledge.
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02 luglio 2024
E' un sollievo sapere che la propria squadra di calcio è stata eliminata dal campionato d'Europa.
Da chi manipola la struttura mentale dei cittadini italiani, la squadra di calcio rappresenta il simbolo del paese Italia.
Non è importante quanto gravi siano le condizioni economiche e sociali del paese, se la squadra di calcio trionfa, il suo trionfo nasconde all'attenzione pubblica i problemi del paese: gli omicidi sui posti di lavoro, il femminicidio, la disperazione di anziani e il disagio della gioventù, la crisi economica e la crisi di Istituzioni che hanno cessato di agire per i cittadini e sono diventate autoreferenziali.
Le bandiere sventolano, aumentano i caroselli di auto, un paese sofferente che viene spacciato, dall'informazione, in un paese in festa.
Non ci si chiede più (nemmeno il poco di ora) origine e causa dei problemi.
La sconfitta della squadra nazionale manda in depressione i manipolati mentali che, nei trionfi della squadra di calcio nazionale, veicolano le loro emozioni frustrate trovando, in quei trionfi una veicolazione emotiva che soddisfa le loro aspettative.
Questa massa, che è una percentuale consistente della popolazione, fatta propria dall'informazione, diventa il modello della società Italiana. Tutto va bene se la squadra di calcio vince; tutto va male se la squadra di calcio perde.
Se non si vuole vedere i problemi del paese, allora ci si augura che la squadra di calcio vinca e trionfi; se i problemi del paese sono la priorità nei pensieri dei cittadini, allora ci si augura che la squadra sia sconfitta, possibilmente ignominiosamente. Non per la squadra in sé, ma per l'importanza che viene data alla vittoria e alla sconfitta da parte di un'informazione pubblica strumentale.
02 luglio 2024
Il maggior business dei paesi occidentali, a livello mondiale, è il traffico di droghe.
Un traffico di droga che nella società deve alimentare strati sempre più vasti di popolazione con una progressione nella dipendenza delle singole persone che deve essere iniziata nelle più giovane età possibile.
Spacciare droga alimenta il capitale internazionale occidentale incapace di trovare soluzioni economiche diverse per far circolare il denaro.
Ci sono, ovviamente, vari livelli di spaccio che vanno dai grandi spacciatori internazionali e Istituzionali, legati ai vari Stati e ai loro interessi politici internazionali, ai grandi spacciatori nazionali, spesso rappresentati da reti mafiose legate a istituzioni territoriali. Poi ci sono i boss dello spaccio delle città e dei quartieri. Sono quelli che, di solito, si scontrano con la polizia di stato sul territorio e qualche volta vengono definiti "grandi spacciatori", arrestati e processati.
Esiste poi la manovalanza dello spaccio, il venditore di strada. Questa figura è una figura di emarginato che, quando è un emarginato nazionale ha il compito di trovare nuovi e diversi consumatori inducendoli al consumo di droga e quando è un emarginato immigrato ha il compito di fungere da carne da macello che viene indicato dalla stampa come "il cattivo che porta la droga ai bravi italiani" e usato per riempire le carceri.
Tutto il meccanismo della circolazione del denaro del grande capitale funziona SOLO se l'uso della droga è vietato, il consumo criminalizzato e i politici al potere garantiscono la criminalizzazione della droga con i conseguenti guadagni alla mafia nazionale e internazionale che provvede, in cambio, la fornitura di pacchetti di voti ai partiti politici che garantiscono la criminalizzazione dell'uso della droga.
Fintanto che le droghe saranno illegali, gli spacciatori saranno tenuti a cercarsi sempre nuovi clienti inducendo alla dipendenza progressiva anche ragazzi giovani e giovanissimi. Se le droghe venissero vendute in farmacia a prezzi controllati dallo Stato, il fenomeno della droga, al di là di quanto, in alcuni settori o alcune sostanze (come per l'alcol), potrebbe diventare endemico, cesserebbe la ricerca ossessiva di nuovi consumatori per crearsi un mercato.
I Partiti Politici che affermano di "combattere la droga" imponendo l'illegalità del consumo, hanno un solo scopo: favorire la mafia!
Favorire la mafia significa favorire quell'emarginazione sociale che crea disagio, con la diffusione dei piccoli delinquenti, nella società civile. Quel disagio che, quegli stessi Partiti Politici indicano come criminalità sociale contro la quale alimentano gli interventi di Polizia trasformando, attraverso questo, il paese in uno Stato di Polizia.
Già perché poi, lo Stato di Polizia non si limita ad aggreddire l'emarginazione, ma aiuta a trasformare l'emarginazione in un modo di essere diffuso nello Stato. Ho avuto modo di constatarlo di persona il disprezzo della Polizia di Stato per la cultura. Non tutta la Polizia di Stato, ovviamente, ma in quella parte della Polizia di Stato che si occupa di "ordine pubblico" spesso ha una "sintonia mentale" con la criminalità piutosto che col diritto della società civile.
Grazie alla criminalizzazione della droga e all'indifferenza dello Stato, assistiamo ad una sempre maggiore diffusione della droga fra i giovanissimi. Giovanissimi che verranno schedati, indicati come consumatori e troveranno le possibilità della loro vita limitate e circoscritte.
Il capitale internazionale alimenta la mafia e la mafia regge il capitale internazionale vendendo droga a basso costo a ragazzi pronti per essere gli emarginati sociali di domani.
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01 luglio 2024
Da oltre 30 contestavo il significato che si voleva attribuire alle parole di Socrate, riportate da Platone relative al "conosci te stesso".
Come veniva interpretato quel "conosci te stesso" era effettivamente un modello interpretativo creazionista. Secondo Platone e Socrate l'uomo avrebbe dovuto conoscere sé stesso quale entità creata da Dio (dal demiurgo a cui questi gli avrebbe dato un'anima) sconosciuto al sé stesso.
L'uomo non è creato da un Dio, l'uomo è divenuto nel mondo e il suo divenuto e il prodotto di un divenire per il quale l'uomo si è trasformato giorno dopo giorno.
L'uomo, come ogni Essere della Natura, conosce sé stesso: le sue emozioni, la sua psiche e il suo corpo.
Ciò che l'uomo non conosce o può non conoscere sono le sue possibilità nelle relazioni con il mondo in cui vive.
Spesso gli stessi genitori non attrezzano i loro figli per affrontare le contraddizioni del mondo. Spesso, quasi sempre, i genitori non spiegano ai loro figli il meccanismo con cui hanno realizzato i loro successi e il meccanismo per il quale, spesso hanno fallito nei loro propositi.
Il "Conosci te stesso" scritto sulla pietra di Delo non è "conosci ciò che sei", ma "conosci le tue possibilità di agire nel mondo e nelle condizioni in cui vivi".
Scrive Esopo:
Un'aquila, calandosi dall'alto di una rupe, rapì un agnello. Visto quel colpo, un gracchio, invidioso, volle imitarla e, precipitandosi giù con gran fracasso, piombò su un montone. Ma gli artigli gli si impigliarono nella lana. Incapace di sollevarsi, esso si mise a sbatacchiare le ali, finché il pastore, avvedutosi del fatto, accorse e lo prese. Gli mozzò la punta delle ali e, giunta la sera, lo portò ai suoi figli. Questi gli domandarono che razza d'uccello fosse, e lui rispose: "Gracchio garantito, a scienza mia. Però, se state a sentir le sue pretese, è un'aquila".
[Tratto da: Esopo, Favole, "L'aquila il gracchio e il pastore", Edizione BUR, 1982, n. 5, pag. 41-42]
Prima di agire, fai un bilancio delle tue possibilità in relazione agli obbiettivi che ti sei proposto. Il bilancio ti dirà che cosa puoi e che cosa non puoi fare per raggiungere il tuo obbiettivo. Il bilancio che fai ti dirà anche se l'obbiettivo che ti sei proposto è raggiungibile con i mezzi di cui disponi.
01 luglio 2024
Nella società in cui viviamo, il denaro è stato trasformato in un feticcio.
Il sistema del denaro fu un mezzo attraverso il quale masse di individui si riscattarono dalla condizione di "servi della gleba", dalla schiavitù della terra. Il denaro divenne un mezzo con cui misurare la quantità di beni ai quali un individuo poteva accedere. Più hai soldi, più compri beni e maggiore è il tuo potere sociale.
Il mezzo per accedere ai beni divenne un feticcio. Il denaro non serve per acquistare beni, ma serve per legittimare il potere dell'individuo nella società.
Non i beni, ma il denaro si trasforma in "oggetto del desiderio".
L'educazione cristiana ti impone l'idea secondo la quale non ha importanza quanto sei ricco, devi essere sempre più ricco, disporre sempre più denaro per esercitare il dominio sulle persone che dispongono di meno denaro di te.
Il feticcio denaro viene nascosto, si evadono le tasse per impoverire il paese e si nasconde il denaro in paradisi fiscali che dovrebbero, secondo gli adoratori di tale feticcio, preservare il valore delle loro ricchezze.
In queste condizioni, la dirigente di una grande azienda, che sicuramente ha uno stipendio ben più alto di un operaio, chiede ad un tassista di falsare il prezzo della corsa in taxi per avere un maggior rimborso spese.
Questa dirigente, amica di Silvio Berlusconi più volte processato per reati finanziari dai quali si è salvato grazie ai suoi avvocati che lo hanno aiutato ad arrivare alla prescrizione del reato, dimostra l'esistenza di una parte politica che vive solo del denaro come feticcio finendo per privare il paese di risorse impedendo ai cittadini di accedere ai beni in nome di un'ideologia assolutista.
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Claudio Simeoni
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