Sterminare gli indifesi è l'ordine del Dio degli ebrei e dei cristiani in nome del potere assoluto di Dio contro i diritti degli uomini.
Ottobre 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

Ottobre 2024
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Argomenti del sito Religione Pagana

17 ottobre 2024

Parmenide e l'ontologia

Riflessione [estratto] sulle affermazioni ontologiche di Parmenide (dalla pagina relativa nel Settimo volume della Teoria della Filosofia Aperta):

Appare quasi superflua la domanda di Parmenide: "Che bisogno l'avrebbe mai spinto a nascere dopo piuttosto che prima, se fosse nato dal nulla?". Ovviamente il desiderio di onnipotenza di Parmenide sviluppa l'idea dell'Essere per difendersi dalla propria inadeguatezza rispetto al reale. Difende sé stesso attraverso l'immaginazione di un onnipotente. In quel momento l'Essere nasce, non prima. Nasce quando Parmenide ha bisogno che nasca per difendere sé stesso dall'angoscia dell'inadeguatezza.

Ovviamente, come dice Parmenide: "Deve perciò in assoluto essere oppure non essere". E allora, perché affermare che sia, piuttosto che non sia? Perché, affermare che non sia, provoca dolore in Parmenide. E' come se si affermasse che Parmenide non è, data l'identificazione soggettiva di Parmenide con l'Essere. L'Essere, indimostrato e indimostrabile, è un prodotto della fantasia di Parmenide e se Parmenide non fosse, l'Essere non sarebbe nemmeno come affermazione.

 

17 ottobre 2024

La corruzione come lubrificante del nazi-fascismo

La corruzione è un fattore endemico. Tollerata per favorire gli imprenditori in relazione con i politici nazionali, è diventata un affare internazionale.

Sappiamo che gli imprenditori sono corrotti, ma è necessario attendere le inchieste giudiziarie perché, se i cittadini denunciano all'opinione pubblica il malcostume degli imprenditori e dei politici loro amici, i cittadini vengono denunciati e, in quanto denunciati, derubati del loro denaro e del loro tempo.

 

17 ottobre 2024

Esopo: l'usignolo e la rondine

Esopo: stare lontano da chi ti potrebbe mettere in gabbia

Molti hanno cercato una spiegazione per questa favola di Esopo. Ma la spiegazione sfugge a chi non conosce la pratica del bullismo come pratica di dominio messa in atto fra gli uomini e dagli uomini contro le persone più fragili.

L'usignolo è cosciente di non avere rapporti di forza da opporre agli uomini e gli uomini sono più tesi a fare danno alle persone che non a costruire qualche cosa che sia utile a loro e agli altri.

Gli uomini non trovano l'utilità nel mettere una rondine in gabbia. La rondine non canta. Gli usignoli vengono messi nelle gabbie affinché divertano gli uomini con il loro canto.

Scrive Esopo:

La rondine consigliava l'usignolo a nidificare, come lei, sotto il tetto degli uomini e a condividere la loro dimora. Ma quello rispose: "Non desidero ravvivare la memoria delle mie antiche sventure; per questo vivo nei luoghi solitari".

[Tratto da: Esopo, Favole, "L'usignolo e la rondine", Edizione BUR, 1982, n. 9, pag. 45]

Esopo parla alle persone: vi conviene vivere vicino a qualcuno che vi può trasformare in servi?

A volte sembra che la scelta di una qualche vicinanza sia in grado di dare sicurezza, ma a volte quella sicurezza è un inganno perché il pericolo non viene dall'esterno, ma proprio da chi pensavi potesse darti sicurezza.

 

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16 ottobre 2024

Il Ninfeo del Bosco di Bomarzo

Dopo la fontana di Pegaso, proseguendo il percorso, si incontra il ninfeo.

E' un complesso piuttosto vasto che inizia presentando le tre Grazie e poi un'ampia apertura ad U con nicchie che, dai resti, dovevano contenere le statue delle Ninfe. Il Ninfeo si chiude con una statua di Venere sulla conchiglia che tratterò a parte.

Si tratta di un ambiente che nel complesso del Bosco Sacro di Bomarzo era un ambiente importante perché rappresentava una specie di tempio dedicato alla natura e alle sue intelligenze.

Dopo la fontana del Pegaso, il luogo delle Ninfe. Le Ninfe avevano un particolare significato nella Religione Precristiana, di qualunque cultura. Erano le Divinità che abitano il mondo o, meglio, erano le intelligenze divine del mondo con cui gli Esseri Umani entravano in sintonia.

Non esistono Ninfe del fuoco, ma esistono Ninfe delle acque, sia delle acque dolci che delle acque marine. Ci sono Ninfe dei Boschi e ci sono Ninfe della terra. Ogni albero "ha la sua Ninfa", ogni albero si presenta all'uomo con l'intelligenza del divino che l'uomo, che la percepisce, la descrive a seconda della qualità con cui la percepisce suscitando in lui sentimenti diversi a seconda di come le sue emozioni riempiono la forma percepita.

Scrive il dizionario dei simboli di Chevalier e Gheerbrandt alla voce Ninfe:

Divinità delle acque chiare, delle sorgenti delle fontane: Nereidi, Naiadi, Oceanici, sorelle di Teti. Generano e allevano eroi. Vivono nelle caverne, nei luoghi umidi, donde un aspetto ctonio, temibile, in quanto ogni nascita è in relazione con la morte e inversamente.

Nello sviluppo della personalità, esse sono l’espressione degli aspetti femminili dell’inconscio. Divinità della nascita, e particolarmente della nascita all’eroismo, esse suscitano venerazione mista a paura. Rubano i bambini, turbano gli spiriti degli uomini a cui si mostrano.

Il momento dell’epifania delle ninfe è a metà del giorno. Chi le vede diviene preda dell’entusiasmo per le ninfe. Perciò a metà del giorno si raccomanda di non avvicinarsi alle fontane, alle sorgenti, ai corsi d’acqua o all’ombra di alcuni alberi.

Una superstizione più tarda parla della follia che coglie chi scorge una forma uscente dall’acqua, sentimento ambivalente di paura e di attrazione, fascino delle ninfe che conduce alla follia, all’annullamento della personalità (ELIT, 178). Esse rappresentano la tentazione della follia eroica che vuole manifestarsi in imprese guerresche, erotiche o di altro genere.

Sia dal punto di vista mitico che dal punto di vista psicologico, c'è una definizione delle Ninfe quali "intelligenze del mondo" che l'uomo, percependole, le definisce razionalmente assegnando loro una forma.

Ed è esattamente questo che Francesco Orsini, detto Vicino, vuole rappresentare: un mondo pieno di Dèi. Solo che lo vuole rappresentare separandosi dall'ideologia cristiana che, al contrario, ritiene che il mondo sia pieno di demoni. Questa diversa visione del mondo è propria del rinascimento italiano. Il rinascimento italiano, con tutte le critiche che possiamo fargli, ha il merito di cancellare i demoni cristiani dal mondo e aprire le porte alla percezione degli Dèi del mondo.

Costruendo il Ninfeo, Vicino, vuole dare una diversa interpretazione del mondo senza entrare in conflitto con l'ideologia cattolica.

Le tre Grazie, Figlie di Zeus e di Eurimone, vengono usate per personificare la bellezza e la grazia femminile. Esiodo, nella Teogonia ci ricorda la relazione fra le figlie di Eurinome ed il senso della vita: Eufrosine (la Gioia), Aglae, (lo Splendore) e Talìa, (la Prosperità). La vita deve svolgersi nella Gioia, nello Splendore e nella Prosperità. In caso contrario, non è vita, ma agonia mortale nella miseria esistenziale.

 

 

Il Ninfeo del Bosco Sacro di Bomarzo si apre al visitatore con le Grazie fino allo slargo a U attorno al quale sono poste panchine di pietra dov'era possibile sedersi tutt'attorno e nello sfondo appare una scritta, la cui parte ultima è cancellata nelle due righe, che dice:

L'ANTRO LA FONTE E LI ...
D'OGNI OSCURO PENSIERO...

E' difficile interpretare il senso dal momento che non esiste la parte finale della scritta, ma, comunque, anche con la frase completa il significato dato da Francesco Orsini, detto Vicino, è altro da quanto le parole vogliono far apparire. Significativi sono i sedili, attorno al Ninfeo che stanno a significare un luogo di raduno da dove si scaccia "ogni oscuro pensiero".

Dietro al Ninfeo c'è una statua di Venere, ma di questa ne parlerò a parte.

 

 

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15 ottobre 2024

Esopo: la difesa delle condizioni presenti

Le condizioni filosofiche relative all'esistenza nella quotidianità, sono l'argomento delle riflessioni filosofiche di Esopo.

Non gettare via un presente certo in funzione di un futuro promesso, desiderato o prospettato.

Noi vediamo, nella vita sociale, aggressioni a persone che tentano di costruire il futuro, sia in politica che nella società, messe in atto da persone che sognano la provvidenza di un futuro diverso che abita solo le loro fantasie. I loro desideri di persone incapaci a vivere nel presente o con interessi personali contrari agli interessi della società civile. Un esempio fu il sindaco di Roma Ignazio Marino che fu ingiustamente aggredito perché: stava tentando di migliorare le condizioni di Roma e questo osteggiava interessi particolari e, a volte, criminali.

Quest'idea è ben centrata da Esopo nella sua favola "L'usignolo e lo sparviero" quando scrive:

Posato su un'alta quercia, un usignuolo, secondo il suo solito, cantava. Lo scorse uno sparviero a corto di cibo, gli piombò addosso e se lo portò via. Mentre stava per ucciderlo, l'usignuolo lo pregava di lasciarlo andare, dicendo che esso non bastava a riempire lo stomaco di uno sparviero: doveva rivolgersi a qualche uccello più grosso, se aveva bisogno di mangiare. Ma l'altro lo interruppe, dicendo: "Bello sciocco sarei, se lasciassi andare il pasto che ho qui pronto tra le mani, per correr dietro a quello che non si vede ancora!".

[Tratto da: Esopo, Favole, "L'usignolo e lo sparviero", Edizione BUR, 1982, n. 8, pag. 45]

Questo principio è anche un principio di strategia militare che ad esempio, Mao Tse Tung tradusse in "La nostra strategia è la difesa; la nostra tattica è l'attacco." In sostanza, strategicamente difendiamo i livelli di vita e di libertà che abbiamo raggiunto, tatticamente mettiamo in atto azioni quotidiane per alimentare e ampliare la libertà raggiunta.

Questo tipo di riflessioni vengono fatte da Esopo e sono comprensibili ricordando che Esopo è uno schiavo che parla ad altri schiavi affinché: possano sopravvivere in quelle condizioni economiche.

Esopo parla agli uomini, non parla al potere che domina gli uomini e la contrapposizione fra l'ideologia filosofica di Esopo e di Pitagora è evidente. Pitagora è colui che si ritiene padrone della città, che pretende di essere "creduto" in quanto figlio di Dio e che diffama i poeti Omero ed Esiodo. Esopo considera la sua posizione sociale di schiavo, non pretende di essere "creduto", ma racconta storie di vita e osserva il mondo in cui vive senza diffamare nessuno.

 

15 ottobre 2024

La guerra degli imprenditori contro gli operai

Gli imprenditori hanno fatto guerra agli operai. Una guerra feroce fatta di violenza, di diffamazione e di svilimento del loro lavoro.

E' stata una guerra talmente violenta che le famiglie hanno fatto in modo che i loro figli non facessero gli operai; magari i fannulloni, ma non il lavoro schiavista da operaio.

Le persone che facevano il lavoro da operai venivano licenziate, ricattate e sostituite tanto vasta era la platea di chi cercava lavoro.

Ora la platea di chi accetta lavoro da operai è diminuita e, in modo particolare, è scomparsa la professionalità di chi può fare l'operaio. Ovviamente, gli imprenditori riescono ancora a trovare dei disperati, ma la loro professionalità è bassa e i morti sul lavoro si moltiplicano.

E' una società che sta marcendo su sé: stessa mentre il sovranismo proclama la superiorità di razza contro gli immigrati extracomunitari che, giorno dopo giorno riescono, sia pur con fatica, ad occupare nicchie di lavoro dalla quali gli operai italiani sono stati cacciati.

Ora gli imprenditori non trovano più "schiavi" che lavorino per arricchirli, ma non erano loro che, magnanimi, offrivano lavoro? Hanno distrutto una società e questo cancro si sta diffondendo sempre più velocemente e i fatti di cronaca lo testimoniano.

 

15 ottobre 2024

Il ruolo istituzionale come strumento per delinquere

C'è un sistema sociale in frammentazione dove il ruolo Istituzionale è spesso usato per delinquere e il delinquere attraverso il ruolo Istituzionale è considerato meno grave se non irrilevante rispetto al medesimo delitto commesso da persone "comuni".

Il disfacimento lo vediamo nella quotidianità, ma salta agli occhi solo con i fatti di cronaca. Cosa significa sapere che il 14% degli adolescenti vive in povertà assoluta?

Significa che gran parte di quelli adolescenti sono in predicato per alimentare comportamenti criminali che spesso colpiranno le persone comuni.

Ormai, far carriera nelle Istituzioni equivale a garantirsi il diritto di delinquere. Pur essendo evidente la questione i cittadini devono aspettare le inchieste giudiziarie perché: se osano ad accusare politici o Istituzioni di comportamenti insani, vengono accusati di voler diffamare Dio.

Senza dibattito sociale questa società sta preservando la criminalità e, in particolare la criminalità che si fa politica e che violenta i cittadini affinché: i cittadini non l'accusino di criminalità.

E' in atto uno scoramento sociale emotivo estremamente profondo.

 

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14 ottobre 2024

Riflessione sulla guerra

[Tratto da Global time]

Perché le strategie di guerra cinesi, a lungo termine, sono vincenti rispetto alle strategie di guerra degli USA e dell'occidente?

Si tratta della strategia del "fare guerra" senza fare guerra.

Mentre USA e occidente usano bombe e carri armati, sia contro altre nazioni (vedi Russia e Ucraina e Israele e Gaza, Siria Iraq e Libano), che contro i loro stessi cittadini (vedi costruzione della povertà sociale in funzione della ricchezza di pochi), la Cina sta facendo una politica di guerra economica volta all'espansione dell'economia in relazione ad altri paesi e ad altri Stati senza interferire nella loro politica interna.

Si può dire che la Cina rivendica la sovranità su Taiwan, ma non bisogna dimenticare che Taiwan fu sottratta alla Cina dalle flotte navali degli USA schierate con Chiang Kai-shek. Fu un'azione di occupazione militare degli USA. Ora, se nella sensibilità occidentale questo non appare, proprio per effetto della propaganda, appare nella sensibilità cinese e chi soffia sul fuoco, fornendo armi e auspicando una guerra, è l'occidente e non la Cina. Poi, ovviamente, essendo noi occidentali, in caso di conflitto, ci schieriamo con l'occidente, ma non per questo dobbiamo metterci i paraocchi.

Si tratta dello stesso discorso fatto col Tibet dove, il conflitto, stimolato dall'occidente che esaltava il pedofilo Dalai Lama in funzione anticinese, ha visto la sconfitta dell'occidente prodotta dal forte sviluppo economico del Tibet che i lamaisti avevano sempre impedito attraverso la legittimazione della schiavitù (infatti, in Tibet si celebra la giornata di liberazione dalla schiavitù).

Cercare amici è cosa diversa dal cercare sudditi e questo, l'occidente che tutt'ora conserva una forte tradizione colonialista e deliri neonazisti (leggi sovranismi) indotti dalla religione cristiana, difficilmente riuscirà a comprenderlo.

La guerra non è intesa solo come distruzione e conquista; la guerra è intesa anche come "costruzione del futuro" e tanto più la popolazione di quel paese è ricca e benestante, tanto più quel paese è potente in quel tipo di guerra. Gli USA hanno il miliardario Elon Musk e, contemporaneamente, hanno milioni di senza tetto. Un paese non è socialmente forte per migliaia di miliardari, ma è forte perché non ha milioni di senzatetto.

La Cina, aspettando che le persone si stancano di combattere fra di loro, costruisce ed adatta la propria economia facendo accordi con paesi che non hanno nessuna voglia di fare la guerra. Ricordo che Ho Chi Min scrisse varie lettere al presidente USA per chiedere aiuto contro il colonialismo francese dopo le dichiarazioni anticolonialiste degli USA. Come risposta, gli USA non solo aiutarono il colonialismo francese, ma occuparono personalmente il Vietnam per riaffermare il dominio colonialista.

Poi si può fare tutta la propaganda che si vuole, le persone hanno una memoria corta, ma sta di fatto che l'Europa occidentale si è fatta distruggere un mercato che comprendeva 200milioni di possibili consumatori, il Medio Oriente, cosa che non avrebbe mai fatto la Repubblica di Venezia. A cosa serve lamentarsi sulla "crisi economica" se hai accettato e collaborato a farti distruggere il mercato nel quale vendevi le tue merci?

 

14 ottobre 2024

La Fontana di Pegaso al Bosco Sacro di Bomarzo

Nel Bosco Sacro di Bomarzo, proseguendo nel percorso, si incontra la fontana di Pegaso.

Si tratta di un monumento a blocchi di pietra sovrapposti con sopra il cavallo alato nella posizione di spiccare il volo.

La posizione della fontana di Pegaso, fra la contraddizione (tartaruga ed orca) e il ninfeo, il luogo delle ninfe, ha un significato simbolico molto forte perché Pegaso è accostato alla fonte (pege) e nasce da Poseidone e dalla Gorgone: dal mare fecondo e dall'emozione.

Medusa, questa figura così maltrattata dagli interpreti del Mito, è emozione pura che il mare fa propria affinché i mari si emozionino; la ragione (Atena), mette la sua testa, tagliata da Perseo, sul suo petto perché la ragione, non attraversata dalle emozioni, è retorica sterile e fine a sé stessa.

Non è un caso che Atena trasformi i capelli di Medusa in serpenti e il suo sguardo impietrisca coloro che la guardano. Quando le emozioni insorgono violente nelle persone impietriscono ogni persona che, guardandole, si ferma alla forma razionale della rappresentazione formale.

Ho visto magistrati e poliziotti usare la violenza fisica contro persone che non mettevano in atto nessun atto fisico, ma le emozioni sorgevano in loro con tale impeto che i magistrati e i poliziotti ne avevano paura e le massacravano.

Pegaso è figlio della Gorgone e di Poseidone, porta il tuono e il fulmine per conto di Zeus. Ma, soprattutto, Pegaso è acqua che scorre.

Si racconta che Pegaso, con un colpo di zoccolo fece sgorgare una fonte da una montagna: l'acqua è vita. Possiamo simbolicamente considerare l'acqua come le emozioni della terra.

Il simbolo di Pegaso era molto noto in tutta la Tuscia tant'è che a Tarquinia fu trovata una parte del frontone di un tempio etrusco con i Pegaso alati.

[Nella foto, la fontana di Pegaso al Bosco di Bomarzo e i Pegaso esposti al Museo Archeologico di Tarquinia]

 

14 ottobre 2024

Riflessione sul titolo del pezzo relativo al concetto di anima in Aristotele

Se il pezzo che ho linkato relativo alle riflessioni sull'anima di Aristotele lo avessi postato su Facebook, dati gli algoritmi di individuazione delle parole, mi sarebbe stato incensurato.

Per come hanno costruito gli algoritmi, non è importanza se una parola è usata come insulto o è usata come simbolo generico o in senso figurato.

Pertanto, il titolo alla pagina sarebbe stato censurato perché interpretato come insulto.

Dice il titolo: "Quando si può (e si deve) chiamare un filosofo o un teologo:
criminale, delinquente e miserabile!". Non è comune dare dell'imbecille ad un individuo come Aristotele o simili. Il potere culturale li considera come delle autorità. E' difficile riuscire a pensare ad Aristotele come "il cane da guardia di Alessandro Magno", il potere assoluto di quei tempi. E' come se oggi fosse stato il "cane da guardia di Hitler".

E' un problema non indifferente. Colui che commette crimini non ha necessità di usare un linguaggio "colorito", ma colui che subisce il crimine e, davanti al criminale, si sente impotente, il linguaggio emotivo, l'inveire, è l'unica forma con cui esprime sé stesso e la sua opposizione al crimine.

D'altro canto, Facebook ha la sua origine negli USA dove un individuo, infervorato per un torto subito, può essere ammazzato impunemente dalla polizia ritenendolo un individuo pericoloso.

Sembra che, in questa società, dare del criminale alle persone sia una prerogativa dei magistrati come se non fossero consentiti giudizi radicali da parte dei cittadini quando guardano fatti o ragionano sulle condizioni di vita. Come se i giudizi dei cittadini fossero delle offese ad un'autorità che si fa Dio e venissero, da questa, percepite come bestemmie a Dio.

In sostanza, è come dire che soltanto chi gestisce, come guardiano, i campi di sterminio può accusare di crimini chi è rinchiuso nel campo di concentramento e sterminio chiamato "società" mentre, gli internati senza poteri sociali, non hanno diritto di giudicare e inveire contro i guardiani di quel campo di concentramento.

Dare del criminale ad Aristotele, come a tutti i filosofi che, direttamente o indirettamente, hanno legittimato il genocidio del genere umano, non è solo un diritto dei cittadini, ma un loro dovere sancito da ogni Costituzione occidentale in opposizione ai deliri assolutistici cristiani.

 

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13 ottobre 2024

Quando si può (e si deve) chiamare un filosofo o un teologo:
criminale, delinquente e miserabile!

In filosofia la ferocia e l'atto criminale hanno poco a che vedere con i concetti giuridici con cui viene definita la ferocia o l'atto criminale nei tribunali dai magistrati. L'atto criminale in filosofia è determinato dal disprezzo che il filosofo manifesta per gli uomini, al di là dell'oggetto che può beneficiare della sua trattazione e delle sue argomentazioni.

Il disprezzo criminale manifestato da Aristotele è ben visibile nel preambolo del suo trattato sull'anima dove, il disprezzo per l'uomo e le sue condizioni di vita, è talmente grande che dall'orizzonte culturale di Aristotele sparisce il corpo dell'uomo che vive e rimane solo un'anima che abita un cadavere allo stesso modo in cui il padrone usa lo schiavo.

Per Aristotele, i corpi sono schiavi dell'anima e l'anima, comunque pensata, abita il suo schiavo, il corpo, senza essere in grado di distinguere ciò che, secondo Aristotele, apparterebbe all'anima e ciò che, secondo Aristotele, apparterebbe al corpo. L'ambiguità di Aristotele è voluta perché, grazie a questa ambiguità, Aristotele, e con esso il padrone a cui Aristotele si riferisce, può giocare sull'ambiguità, rispetto allo schiavo, e criminalizzarlo a piacimento.

Che cos'è l'anima, Aristotele non lo dice. E' un oggetto "scontato" che abita le sue fantasie erotiche di padrone e dominatore degli uomini.

L'anima non esiste; esistono corpi animati in quanto corpi. Per Aristotele è importante possedere i corpi e, per possederli, i corpi devono sparire dall'orizzonte della sua filosofia ed egli deve argomentate attorno ad un oggetto che possiede i corpi e annulla la soggettività dei corpi nella vita quotidiana.

Aristotele non dice che cos'è l'anima, e non lo dirà mai, perché mai è in grado di affermare che cosa sia l'anima in quanto non ha elementi per affermare quell'oggetto in modo distinto dal corpo che manifesta il suo essere vivo. Pertanto, Aristotele può solo diffamare i corpi offendendo gli strumenti attraverso i quali i corpi abitano il mondo (intelletto, sensibilità, emozione, ecc.) svilendo i corpi attraverso l'esaltazione di un oggetto immaginario che non appartiene ai corpi.

Scrive Aristotele:

Poiché riteniamo il sapere tra le cose belle e pregevoli e una specie più d'un'altra o in rapporto all'esattezza o per esserne l'oggetto più importante ed eccellente, per questi due motivi dovremo mettere ragionevolmente in primo piano l'indagine intorno all'anima. Sembra altresì che la conoscenza dell'anima molto contribuisca alla verità in generale e specialmente allo studio della natura, perché l'anima è come il principio degli esseri viventi. Noi ci proponiamo di considerarne la natura e cioè l'essenza e, in secondo luogo, quante proprietà le appartengano: di queste, alcune par che siano attributi propri dell'anima, altre, invece, che per tramite suo appartengano anche ai viventi.

Aristotele, Dell'anima, Laterza Editore, in Aristotele Opere 4, 1994, p. 99

Qual è, dunque, la natura e l'essenza dell'anima? Dice Aristotele "Noi ci proponiamo di considerarne la natura e cioè l'essenza e, in secondo luogo, quante proprietà le appartengano ..."

Qual è l'essenza dell'anima distinta dal corpo?

In questo consiste la ferocia di Aristotele, la sua vigliaccheria di uomo. In questa affermazione si distingue tutto l'odio di Aristotele per gli uomini e le loro condizioni d'esistenza.

Per Aristotele gli uomini sono solo cadaveri, che lui eleva a schiavi, di un oggetto della fantasia che chiama "anima" e dalla quale, questi cadaveri, sono dominati e tenuti in stato di schiavitù.

Quando Aristotele dice: "Sembra altresì che la conoscenza dell'anima molto contribuisca alla verità in generale e specialmente allo studio della natura ...", usa quel "sembra" come un'offesa e un'ingiuria. Se una cosa "sembra" come può contribuire alla "verità in generale" se il suo "sembrare" appare solo come una fantasia priva di ogni supporto sia di ordine logico sia di funzione in quanto, l'idea dell'anima come distinta dal corpo, non contribuisce al benessere dell'uomo nell'abitare il mondo, ma solo al benessere di chi, definendo per i propri interessi quel concetto fantasioso chiamato "anima", costringe i corpi alla sottomissione. Costringe i corpi a piegare i loro desideri alla morale che viene identificata con l'anima. Corpi costretti a non percepire il mondo e a non veicolare le proprie pulsioni nel mondo perché costretti a soddisfare morale e necessità che, il detentore di ciò che l'anima pensa, impone all'uomo.

Scrive Aristotele:

Dapprima è necessario senza dubbio determinare a quale genere appartiene e che cos'è, voglio dire cioè se è una cosa particolare e cioè una sostanza o un quale o un quanto o un'altra delle categorie che abbiamo distinto: poi, se è tra le cose in potenza o piuttosto un'entelechia — e non è differenza di poca importanza. Bisogna esaminare ancora se è divisibile in parti o senza parti, e se tutte le anime sono della stessa specie o no: qualora non lo siano, se differiscono l'una dall'altra per la specie o per il genere. Adesso, infatti, quelli che trattano e fanno ricerche sull'animali sembra considerino solo l'anima umana. Si deve pure badare che non sfugga se una è la definizione di anima come di animale, o diversa per ciascuna anima, come quella di cavallo, di cane, di uomo e di dio: in tal caso 'animale' in universale o è niente o posteriore. La stessa questione si presenterebbe per ogni altro predicato comune.
Se poi non ci sono molte anime ma solo molte parti nella stessa anima, bisogna cercare se si deve prendere in esame l'anima intera prima delle parti. E' difficile anche determinare di queste quali siano naturalmente distinte le une dalle altre e se convenga esaminare prima le parti o le loro funzioni, per esempio l'intendere o l'intelletto, il sentire o la facoltà sensitiva e così per le altre. E posto che si debbano studiare prima le funzioni, potrebbe ancora nascere il dubbio se bisogna esaminare gli oggetti correlativi alle facoltà prima delle facoltà stesse, per esempio il sensibile prima della facoltà sensitiva, l'intelligibile prima dell'intelletto.

Aristotele, Dell'anima, Laterza Editore, in Aristotele Opere 4, 1994, p. 100

La ferocia con cui Aristotele ignora l'uomo non è solo offensiva per gli uomini, ma è filosoficamente ingiuriosa quando antepone un oggetto fantasticato al soggetto che, in ogni caso, è l'unica manifestazione esistente dell'oggetto fantasticato.

Per Aristotele l'uomo non intende, non manifesta un suo intelletto, non ha la facoltà del sentire e non ha facoltà sensitive, ma tutto è espresso dall'anima quale padrona del corpo.

E' aberrante l'idea che "l'anima", di ogni singolo uomo, sia una parte di un tutto. Un'aberrazione che produrrà le idee dei neoplatonici secondo cui l'anima non è altro che una parte dell'uno che si distacca dal tutto per dominare e gestire un cadavere chiamato uomo e che porterà i cristiani a bruciare vivi gli uomini per consentire all'anima di tornare a Dio.

Quando si dice che un filosofo è un criminale, un delinquente, un miserabile, non si fa altro che definire il senso delle idee di quel filosofo che, legittimando la trasformazione degli uomini in servi, bestiame, schiavi, agisce per giustificare tale condizione sociale attraverso argomentazioni di morale e di filosofia metafisica affermando come reali oggetti prodotti dal proprio delirio, come l'esistenza di un oggetto che Aristotele chiama "anima", per giustificare la trasformazione dei corpi degli uomini nella schiavitù a beneficio di un qualsiasi padrone.

Ogni cultura, in ogni epoca, è oggettivamente diversa. La costante è la trasformazione degli uomini in schiavi sottomessi e la ribellione dell'uomo alla sottomissione. Questa contraddizione è una costante in ogni epoca storica. Solo un miserabile, davanti agli uomini ridotti in schiavitù, argomenta di filosofia metafisica per riuscire ad ottenere la sua fetta di schiavi da gestire. Non fa altro che riaffermare la condizione di schiavismo anche quando propaganda delle idee formalmente contro la condizione schiavista.

 

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12 ottobre 2024

UNIFIL e Libano

Hitler ha deciso di invadere la Polonia e di sterminare la razza inferiore degli slavi e nessuno lo fermerà.

La decisione di sterminare la razza inferiore alla "razza ariana", al "popolo eletto", è fare la volontà di Dio e nessuno si deve frapporre fra la decisione di sterminio del "popolo eletto" e le razze inferiori.

Per poter continuare lo sterminio della razza inferiore, hanno attaccato la base UNIFIL che ospita, tra l'altro, militari italiani in ossequio a trattati internazionali.

D'altro canto, la simpatia dimostrata dal governo Italiano alla pulizia etnica messa in atto dagli ebrei, ha convinto gli ebrei che gli italiani dell'UNIFIL non avrebbero fatto il loro dovere, ma sarebbero scappati davanti alla loro aggressione. In fondo, l'Italia, non ha forse collaborato con gli USA in Afghanistan? Anche l'Italia ha contribuito al trionfo della democrazia in Afghanistan.

 

12 ottobre 2024

Piccola riflessione

Quando Diogene Laerzio dice che Ieronimo riferisce che nel soggiorno all'Ade Pitagora avrebbe visto l'anima di Esiodo, disperata e legata ad una colonna di bronzo, e l'anima di Omero, appesa ad un albero e circondata da serpenti, Pitagora, mediante l'induzione nelle persone della credenza del proprio soggiorno all'Ade, sta incitando all'odio nei confronti di Esiodo ed Omero per distruggere l'idea sugli Dèi che Esiodo ed Omero hanno trasmesso.

[Dalla Teoria della Filosofia Aperta Settimo volume]

 

12 ottobre 2024

La Tartaruga e l'Orca al Bosco Sacro di Bomarzo

Proseguendo il percorso nel Bosco Sacro di Bomarzo, si incontra un complesso scultoreo abbastanza complesso. Una enorme tartaruga sulla quale c'è un globo e sopra il globo una donna, appoggiata con un piede. Davanti al viso della tartaruga ci sono le fauci spalancate di un'"orca" marina che sembra uscire dal mare per addentare la tartaruga.

Una domanda mi si affaccia alla mente mentre guardo la statua della tartaruga al Bosco di Bomarzo: la scultura va letta dal basso verso l'alto o dall'alto verso il basso? Questo perché, quasi tutte le interpretazioni che ho letto, iniziano il racconto dal significato della donna. La donna sul globo sarebbe portatrice di un significato misto di vari elementi riconducibili ad una Nike, ad una Fortuna o ad una Fama.

La statua della tartaruga è a sé o va letta assieme alla bocca spalancata del pesce chiamato "orca" che protende le sue fauci verso la testa della tartaruga?

Spesso, il pesce e la tartaruga, sono indicate come due composizioni scultoree separate. Ma allora, perché non separare anche la tartaruga dal globo che le sta sopra e dalla statua di donna che sormonta la tartaruga?

La tartaruga è un simbolo di molte cose, ma in questa rappresentazione, possiamo dire che rappresenta la stabilità. Al contrario, la bocca del pesce che minaccia la tartaruga (o è la tartaruga che minaccia il pesce?) sarebbe una minaccia alla stabilità, messaggero di squilibrio.

 

 

Dopo la rappresentazione di Ercole e Caco, nella scultura precedente, questo complesso scultoreo, a mio avviso, vuole rappresentare la condizione del mondo e della vita. Prendendo atto che il globo, sopra la tartaruga, rappresenta il mondo in cui viviamo, mentre la tartaruga e l'orca rappresentano uno la stabilità e l'altra la contraddizione e il conflitto su cui poggia il mondo, al di sopra del mondo, in equilibrio, stano gli Esseri Umani, rappresentati da questa donna che, appunto come si è detto, potrebbe essere una Nike, una Fortuna o una Fama.

La versione più accreditata, come simbolo per la statua della donna, è quella di Maurizio Calvesi che porta alcuni argomenti efficaci per sostenere la sua tesi.

Scrive Maurizio Calvesi:

"L'aspetto originario della figura femminile, oggi mutila, è testimoniato da un disegno del Guerra e da un acquerello eseguito nel XVII secolo da Bhartolomée Breenberg. La donna era munita di un bel paio di ali e con le mani portava alla bocca due trombe. E' facile riconoscere in questa immagine l'iconografia della Fama, i cui attributi sono appunto le ali ("Fama volat") e le due tube; l'una allusiva alla buona, l'altra alla cattiva rinomanza. Così la Fama è rappresentata ad esempio, a Caprarola, o più tardi nel soffitto di palazzo Mattei di Paganica in Roma, recante gli stemmi di Fabio Mattei e della sua sposa Faustina Orsini, figlia di Vicino."

Tratto da: Maurizio Calvesi, il Sacro Bosco di Bomarzo, Editore Lithos, privo di data di stampa, p. 86.

Gli argomenti appaiono formalmente logici, ma non se inseriti nel complesso del racconto fatto dalle statue del Bosco Sacro di Bomarzo.

Il percorso non cerca la notorietà, ma tenta di descrivere la vita e le trasformazioni della vita stessa. E' più facile immaginare che il Vicino abbia commissionato la statua al di sopra del globo della tartaruga come una sorta di simbolo esoterico propria dell'esoterismo del 1500 dove era necessario dire le cose senza che le cose vengano dette.

L'esoterismo del 1500, come già detto in altra parte, non è l'esoterismo del 1700 e tanto meso, quello del 1800.

Se leggiamo la scultura iniziando dalla base in cui l'orca assale la tartaruga, modificando la stabilità del presente e il presente è rappresentato dal mondo, la donna sul mondo sta a significare il precario equilibrio dell'esistenza umana in un mondo che si dibatte fra stabilità e conflitto.

E' probabile che la donna sia stata scolpita in modo tale da non poter essere precisamente identificata perché, nel risolversi delle contraddizioni dell'esistenza, c'è la vittoria di qualcuno, alla cui vittoria concorre Fortuna, che può portare alla Fama in un precario equilibrio dell'esistenza che può essere travolto da nuove e diverse contraddizioni.

Rimane il significato esoterico della scultura: le fauci spalancate dell'orca avanti al viso della tartaruga.

La condizione che si stava affacciando nell'esoterismo del 1500 riprendeva, sia pur in termini orfici di "armonia e equilibrio", l'eracliteo di "amicizia e contesa furente" come meccanismo di trasformazione della realtà in cui viviamo.

 

12 ottobre 2024

Tempeste

Le tempeste della nuova era, ricordando che le tempeste ci sono sempre state. e sempre ci saranno

La tempesta che si muove dal Golfo del Messico verso la Florida e la tempesta che dall'Atlantico si sta spostando sull'Europa. per fortuna che noi in Italia abbiamo un governo che pensa agli alluvionati e a chi ha perso la casa sotto le valanghe.

In Italia siamo davvero fortunati (che la tempesta coinvolga maggiormente il nord -Europa)

 

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11 ottobre 2024

Breve riflessione sulla colonna IV del Papiro di Derveni

Scrive il Papiro di Derveni sulla colonna IV, per quello che è rimasto:

...quello degli dei
che ha alterato ciò che è stabile... consegnare [a Dike? alle
Erinni?]
piuttosto ciò che è dannoso [alla razza umana].
Perché egli non consentì che se ne impadronisse ciò che è
affidato alla sorte.
Non è forse per causa sua che il cosmo ha un ordine?
Allo stesso modo Eraclito facendo appello alle verità comuni
rovescia le credenze personali; proprio lui che parlando come
un astronomo disse:
"Il Sole secondo la natura del cerchio, ha l'ampiezza di un piede
umano
non eccedendo in misura i limiti propri della sua ampiezza;
altrimenti le Erinni, ministre di Dike, lo scoveranno.
E [lo puniranno], affinché non oltrepassi..."
...sacrifìcio...
...di giustizia...
...nel mese stabilito...

Da: Papiro di Derveni in "Eleusis e Orfismo", a cura di Angelo Tonelli, Editore BUR, 2022, pag. 501.

Le cose sono ciò che appaiono. Possono essere diverse da come appaiono, ma per come appaiono l'individuo agisce nei loro confronti.

Noi sappiamo che il Sole non è come afferma Eraclito, ma nella nostra vita quotidiana, quello è il Sole, quella è la grandezza del suo apparire alla nostra percezione e con quella grandezza noi affrontiamo la quotidianità.

Questa colonna del Papiro di Derveni sottolinea come l'ingiustizia non è intesa come un atto morale, ma come alterazione della stabilità, dell'armonia. Una stabilità e un'armonia che, una volta alterata, necessita di essere ripristinata e questo avviene, secondo gli Orfici del Papiro di Derveni, per l'intervento di Dike e delle Erinni.

Il cosmo ha un ordine perché noi osserviamo e definiamo, per quanto possiamo percepire quell'ordine come oggetto in sé, indipendentemente dal suo divenuto. Qual che sia la causa di quell'ordine, noi non lo sappiamo; sappiamo, però, dal Papiro di Derveni, che una volta che l'equilibrio è rotto, si produce una condizione di ingiustizia che viene ovviata da Dike e dalle Erinni.

Altro non è possibile dedurre da questo frammento.

 

11 ottobre 2024

Riflessione sul deliro dionisiaco

L'atto del sacrificio dionisiaco può essere descritto in mille modi e non c'è dubbio che gli apologisti cristiani associassero quell'atto dello smembramento a "sacrifici umani" per negare la componente sacra e simbolica del rito. Come Porfirio, che predicava il vegetarianesimo, condannava la rappresentazione rituale delle baccanti in nome di una sottomissione che negava il diritto di mangiare carne degli animali.

Le baccanti, anche per bocca di Euripide che con Socrate e Platone ne condannava la ritualità e la pratica, erano qualche cosa che sfuggiva alle possibilità del controllo sociale e per questo venivano raccontate in modo tale da suscitare orrore e condanna.

La scena delle Baccanti in Euripide dipinge le donne trasformate in tigri assetate di sangue che con le mani sventrano capre e tori per bere il loro sangue.

I racconti sembrano le cavalcate delle Streghe medioevali, di Wotan e di Arlecchino con un Dioniso che diventa una maschera teatrale.

Euripide ha la necessità di indicare la follia nell'estasi religiosa in contrapposizione ad una società ordinata e sottomessa al dittatore che determina le leggi.

Scrive Euripide mettendo in bocca al mandriano che ha assistito all'arrivo dei gruppi di baccanti:

"Una mandria di buoi guidata avevo poc'anzi al sommo d'una rupe. Il sole scagliava sulla terra ardenti i raggi.
E tre schiere di femmine vid'io. Guida è alla prima Autònoe, tua madre Agave alla seconda, Ino alla terza.
AI sonno abbandonate avean le membra, tutte, poggiate alcune alla frondosa bassa rama d'un pino, altre reclino sopra foglie di quercia aveano il capo, compostamente; e non, come tu dici, ebbre, fra coppe e strepito di flauti, di voluttà segrete invano in traccia per la foresta.
Ora, tua madre udì il muggito dei buoi.
Fra le Baccanti si levò, e gridò che dal sopore scuotan le membra.
Ed esse, dalle ciglia scacciato il greve sonno, in pie' balzarono, giovani e vecchie e vergini non dome, a meraviglia costumate.
E prima sciolsero giù per gli omeri le chiome; e a quelle che slacciate avean le nebridi, ricomposero i nodi; e tutte ai velli variopinti fecero corone di serpi che lambiano a lor le gote.
E quante ancor fresche di parto, prive dei lor pargoli, gonfie avean le mamme, stringendo al seno, fra le braccia, un daino, od i selvaggi cuccioli d'un lupo, di bianco latte lo nutriano; e al capo ghirlande si ponean di quercia, d'ellera, di fiorito smilace.
E, in pugno stretto alcuna il tirso, percotea la rupe, e polle di fredda acqua ne sgorgavano: con la ferula un'altra il suoi batteva, e spicciar vino ne faceva il Dio; e quante brama avean di puro latte, graffiando il suolo con le somme dita, ne attingevano; e giù dai tirsi d'ellera stillavano di miei rivali dolci.
Sì, che se fossi stato lì, se avessi visto, con preci avvicinato avresti il Nume ch'or di vilipendio cuopri.
Noi, bifolchi e pastori, ci adunammo, parlammo, contendemmo. Ed uno, pratico della città, di pronto eloquio, disse: "o voi che in queste sacre alpestri piagge dimora avete, ché non si distoglie la madre di Pentèo dai riti bacchici, per ingraziarci il nostro rei",
Ci parve che bene egli parlasse, e ci appiattammo tra i cespugli e le frondi.
Or, giunta l'ora di celebrare l'orge, i tirsi scossero, Bacco invocando ad alte grida, il figlio di Giove, Bromio. E insieme risonò ogni monte, ogni fiera; ed era tutto un avventarsi, un correre.
Vicino Agave a me passò nella sua corsa.
Per afferrarla, dal cespuglio io balzo dove mi rimpiattavo; ed ella grida: "O mie cagne veloci, ad assalirci son venuti questi uomini: seguitemi, seguitemi: e le man' coi tirsi armate!"
Con la fuga evitammo che le Mènadi ci facessero a brani.
Esse piombarono sopra le greggi che pasceano l'erba, senz'arme in pugno: e n, questa vedevi in due squarciare una mammosa vacca muggente; l'altra lacerare a brani a brani le giovenche: e fianchi e bifidi zoccoli su e giù lanciar vedevansi, e sanguinanti penzolar dai rami.
E i tori violenti, avvezzi al rabido cozzo dei corni, al suoI giacean fiaccati, tratti giù dalle mani innumerevoli delle fanciulle; e in men che tu le palpebre, o re, non serri, fatti erano in pezzi.
Corser poi come uccelli alzati a volo pei bassi campi che lunghesso l'Asopo maturano ai Tebani il pingue grappolo.
E in 'sia, e in Eritria, che sotto il giogo del Citerone sorgono, piombando come nemiche, tutto a sacco posero.
Dalle case rapiano i pargoletti; e quanto si ponean sopra le spalle, o bronzo o ferro, senza alcun legame vi aderia, né cadea sul negro suolo.
E portavano fuoco sopra i riccioli, né le bruciava - , terrazzani corsero furiosi sull'orme delle Mènadi; e fu, signore, un orrido spettacolo: ché di lor sangue tingere le cuspidi non potevano questi; e quelle, i tirsi scagliando, li ferivan, li fugavano, esse donne: ma un Dio le soccorreva.
Poscia tornàr novella mente ai fonti che per esse sgorgar faceva il Nume, e detersero il sangue; e da lor gote lo stillante sudor lambiano i serpi.
Questo Dèmone dunque accogli, o re, qual che egli sia, nella città: ché sommo è in tutto; ed ai mortali, a quel che dicono, donò la vite che sopisce il duolo.

Baccanti, Euripide, tratto da: Henri Jeanmaire, Dioniso - Storia del culto di Bacco, Editore Saecula, 2003, p. 74-77

Il Demone di Platone che possiede le donne e le trasforma in Baccanti. Il Demone distoglie le donne dai telai e le incita a baccheggiare, a partecipare alle orge, sui monti.

Incita le donne a squartare capre, mucche, giovenche e tori e a cibarsi del loro sangue.

Donne che si coprono di serpenti e con i serpenti le baccanti vanno in guerra al seguito di Dioniso anche in Nonno di Panopoli.

I serpenti erano uno dei simboli legato alle Baccanti.

Delle baccanti e del delirio scrive Nietzsche in "La nascita della tragedia":

L'estasi dello stato dionisiaco, abolendo le abituali barriere e i confini della vita, ha un fattore letargico in sé per tutta la sua durata, fattore in cui va sommerso tutto quello che è stato individualmente vissuto nel passato, e questo abisso d'oblio scinde il mondo d'ogni giorno dalla realtà dionisiaca. Ma non appena la realtà giornaliera riaffiora alla coscienza, viene sentita con disgusto per quello che è in realtà: una disposizione ascetica dell'animo a negare la volontà è il frutto di quella circostanza. In questo senso l'uomo dionisiaco assomiglia ad Amleto: entrambi hanno gettato un giorno uno sguardo lucido alla realtà delle cose, e ormai provano ripugnanza all'azione; poiché la loro azione non può mutar nulla dell'eterna sostanza delle cose, sentono che è ridicolo o insultante che si chieda loro di rimettere a posto un mondo uscito dai cardini. La conoscenza uccide l'azione, all'azione soccorre il velo dell'illusione: questo è l'insegnamento di Amleto, e non la saggezza a buon mercato del sognatore, che per troppo riflettere, quasi per eccesso di possibilità, non giunge mai all'azione; non la riflessione - no! - ma la vera conoscenza, la vista dell'orribile verità soffoca ogni motivo che spinge all'azione, tanto in Amleto quanto nell'uomo dionisiaco. Allora il conforto non ha più presa; il desiderio si lancia di là da un mondo verso la morte, di là degli stessi dei, l'esistenza è negata e con questa anche il suo splendido rispecchiarsi nella vita degli dei o in un aldilà immortale. Nella consapevolezza della verità, ormai rivelata al suo sguardo, l'uomo non vede, ovunque si volga, che lo spavento o l'assurdo dell'esistenza, adesso comprende il senso simbolico del destino di Ofelia, capisce la saggezza del dio silvestre Sileno: tutto è per lui disgusto.

Nietzsche, Nascita della tragedia, Editore Demetra, 1996, p. 67-68

La visione di Nietzsche delle baccanti altro non è che il desiderio negato dell'uomo e della donna sottoposti a doveri. La società di oggi impone codici morali e chi vive l'oppressione di quei codici morali desidera violare ogni regola, ogni disposizione, sottraendosi a quelle regole (magari buone per altri).

Regole ci sono in ogni mondo, comunque sia percepito, e il delirio delle Baccanti si svolge si in un mondo che, rispetto a quello razionale, appare privo di regole ed obblighi, ma è pieno di regole ed obblighi che impongono doveri a chi quei mondi intende abitare e percorrere.

[Dal Settimo volume della Teoria della Filosofia Aperta]

 

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10 ottobre 2024

Rex Sacrorum

Alcune persone pensano che, dal momento che nella religione romana c'era la figura religiosa del Rex Sacrorum, questa determinasse una forma monarchica in campo religioso.

In realtà, la funzione sacerdotale del Rex Sacrorum fu istituita quando, abbattuta la monarchia, si rese necessaria l'istituzione di una figura che si facesse carico della gestione del sacro che, prima, era delegata al re.

In breve tempo, la figura del Rex sacrorum fu sostituita da quella del Pontefice Massimo anche se la persona, che occupava il ruolo di Rex Sacrorum, continuò a riceve il vitalizio. La moglie aveva un ruolo sacerdotale nel culto di Giunone.

Esiste una dislessia fra nome e contenuto (significato di funzione).

Solo nell'ideologia cristiana una parola ha lo stesso significato in ambienti sociali e culturali diversi. Il fatto che veniva definito "Rex" incarnava una funzione religiosa, non una condizione politica in un ambiente repubblicano anche se le funzioni assegnate, in campo religioso, distinte dalla politica, erano assunte da alcuni "re" durante il primo periodo di Roma.

Quando si attribuisce il ruolo di monarchia ad una religione, oggi come oggi, si intende esclusivamente il trasferimento sul piano politico dell'assolutismo ideologico religioso. Il re che fa miracoli perché è re per volontà di Dio, è una figura esclusivamente cristiana. Tagliare la testa al re, come fece Robespierre, è tagliare la testa a Dio perché il re rappresenta il Dio cristiano in terra. E questo vale anche per Bergoglio che è re padrone assoluto per volontà del Dio dei cristiani.

 

10 ottobre 2024

Ercole e Caco nel Bosco di Bomarzo

La statua di Ercole e Caco è il gruppo scultoreo fra i più grandi del parco di Bomarzo.

La statua ha avuto varie interpretazioni, fra le altre, quella secondo cui la statua rappresenterebbe lo scontro intimo del Francesco Orsini in cui il letterato che stava dentro di lui uccideva il guerrafondaio che era stato costretto a diventare.

Questo gruppo marmoreo è collocato subito dopo il mausoleo spezzato e riprende un mito, molto comune nel 1500 di Ercole e Caco.

Caco ruba delle mandrie e, come nel mito del bambino Ermes in Grecia, le fa camminare al contrario nascondendole in una grotta. Ercole è alla ricerca della mandria e grazie ad un'informazione avuta dalla sorella di Caco, Caca, trova le mandrie e combatte contro Caco vincendolo.

Nessuno, per ora, conosce le intenzioni di Francesco Orsini, detto Vicino, ma sta di fatto che la collocazione del gruppo scultoreo dopo il mausoleo ci racconta che un corpo muore e un corpo trionfa. E' più facile scorgere nel gruppo scultoreo l'uomo che ha affrontato la vita e che trionfa sulla vita perché, solo questa interpretazione permette al viaggiatore nel Bosco Sacro di Bomarzo di proseguire il cammino nelle sue meraviglie

Sul gruppo marmoreo c'è una scritta che dice:

"Se Rodi altier già fv del svo colosso pvr di quest'il mio bosco ancho si gloria e per piv non poter fo qvant'io posso"

Tradotto significa, più o meno:

"Se Rodi si fece vanto del suo Colosso anche il mio Bosco si fa gloria di questo e non potendo di più, faccio quel che posso."

Le parole che nascondono il significato, a mio avviso, sono "faccio quello che posso" che non significa, a mio avviso "posso farlo solo così grande, ma non di più", ma significano, sempre a mio avviso "nella vita ho fatto quello che ho potuto".

Ogni uomo e ogni donna è un Ercole che combatte il proprio Caco, ogni giorno, nella vita quotidiana e che si trasforma proprio combattendo attimo dopo attimo.

E' un modo per nascondere un principio all'inquisizione cristiana. L'uomo che si trasforma affrontando i problemi anziché attendere la provvidenza divina o la benevolenza di un'autorità.

E l'uomo che affronta i problemi è effettivamente un gigante che a mio avviso qualifica il Bosco Sacro di Bomarzo.

E' come se Francesco Orsini, detto Vicino, dicesse al visitatore: "Ti sei fatto Ercole per affrontare la vita?. Solo in questo modo puoi continuare il cammino nel Bosco di Bomarzo."

 

10 ottobre 2024

Sorano

Tombe etrusche scavate nel tufo a Sorano

Il sessantatreesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:

63) Fato conduce l'Essere
E l'essere diventa Sorano
L'Essere impone la sua volontà a Sorano
Sorano indicò agli Esseri Umani Irpini la Coscienza dell'Essere Lupo. Oggi Sorano indica come tutte le Coscienze della Natura abbiano una propria Coscienza, un proprio fine e un proprio divenire.

Il mito del Lupo è un mito antico che appartiene a tutti i gruppi umani che sono vissuti nei territori abitati dai Lupi.

Il Lupo insegnò agli uomini l'etica del branco quando il Lupo si calò nel cuore degli uomini e i primi Lupi strinsero le prime alleanze con l'uomo.

Le emozioni del Lupo sono calate in maniera così profonda nelle emozioni dell'Essere Umano che esistono moltissimi Esseri Umani che amano più gli Esseri Cane che non altri Esseri umani.

L'Essere Umano aperto al mondo si emoziona e il mondo si emoziona delle sue emozioni e ricambia le emozioni dell'Essere Umano con le proprie emozioni. Gli Esseri Umani dialogano col mondo e dal mondo emergono altri Esseri così simili agli Esseri Umani che spesso alcuni di loro sono disposti a percorrere comuni sentieri d'esistenza.

Non è difficile trovare fra gli Esseri Umani individui che amano i cani più degli uomini stessi. Li considerano parte della famiglia. Questo perché le loro emozioni sono attraversate anche delle emozioni del cane che vive con loro. Aprono le loro emozioni al cane da quando il lupo si fece cane per affiancare l'uomo nella sua avventura esistenziale.

Gli uomini spesso dimenticano di essere legati alle altre specie della natura mediante le loro emozioni, ma più l'uomo dimentica e più forte si fanno sentire le voci del mondo e della vita dentro di lui.

Attraverso l'Essere che chiamiamo "cane", l'Essere Lupo parla alle nostre emozioni e spesso, quando siamo smarriti ha la forza di indicarci vie attraverso le quali uscire dallo smarrimento.

 

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09 ottobre 2024

Il mausoleo del Bosco di Bomarzo

Terminata l'esplorazione dei significati del lato sinistro della biforcazione, una volta entrati e vista la cascata, della quale non ho parlato anche se anche lei ha un significato preciso in quella collocazione (nascere e sgorgare alla vita), si riprende il cammino verso destra.

Il cammino verso destra porta il visitatore nel cuore delle strutture architettoniche del Bosco Sacro di Bomarzo.

Partendo dal fondo del lato sinistro e andando verso la biforcazione dell'entrata, partiamo dalla nascita, rappresentata dalla cascata d'acqua; passiamo attraverso la trasformazione, Proteo-Glauco; incontriamo il principio della vita che proveniente da dietro (passato) agisce nel presente in funzione del futuro, Pan-Giano.

Superiamo la biforcazione e la prima scultura che incontriamo è una scultura che rappresenta un mausoleo spezzato.

Si dice che questa scultura sia ispirata ad una tomba etrusca, ed è volutamente scolpita come fosse in rovina con il frontone abbattuto.

Sul frontone appaiono figure in bassorilievo. Una sirena dalle gambe anguiformi e divaricate, a destra un delfino e un ariete dal corpo di pesce; un tritone che suona una conchiglia e sorregge un timone, con l'altra mano, sulla spalla.

Il mausoleo è un sepolcro monumentale che contiene "persone di valore da celebrare". Il "mausoleo spezzato" indica che in quel mausoleo non ci sono più "le persone di valore da celebrare".

Il mausoleo spezzato indica che le persone che c'erano dentro ora non sono più dentro.

Che ne è delle persone?

Proviamo a fantasticare su questo insieme di simboli che appaiono sul mausoleo.

1) Una Sirena dalle gambe anguiforme e divaricate;

2) Un Delfino;

3) Un Ariete dal corpo di pesce;

4) un Tritone che suona una conchiglia e con l'altra mano regge un timone poggiato sulla spalla;

Riporto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Cheerbrant edito dalla BUR, 1988, la riflessione che mi interessa al vocabolo "Sirene":

"Se si paragona la vita ad un viaggio, le sirene raffigurano i tranelli posti dai desideri e dalle passioni. Poiché esse scaturiscono da elementi indeterminati dell'aria (uccelli) o del mare (pesci), se ne è fatto delle creazioni dell'inconscio, dei sogni affascinanti e terribili, in cui si manifestano le pulsioni oscure e primitive dell'uomo."

Questa descrizione della Sirena sia attinente all'immagine presentata sul mausoleo scolpito come un rudere. E' la fine di un viaggio. La Sirena, a gambe aperte, partorisce il viaggiatore della vita.

Il secondo simbolo è il Delfino.

Riporto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Cheerbrant edito dalla BUR, 1988, la riflessione che mi interessa al vocabolo "Delfino":

"E' il simbolo legato alle acque e alle trasfigurazioni. I pirati che si ubriacarono dopo aver legato Dioniso all'albero della nave, caddero in mare e furono trasformati in delfini. Il delfino è diventato il simbolo della rigenerazione e se ne vedeva l'immagine accanto al treppiede di Apollo a Delfi; è anche il simbolo della divinazione, della saggezza, della prudenza, qualità che, unite alla sua eccezionale velocità, ne hanno fatto il signore della navigazione. E' spesso rappresentato anche con un tridente o un'ancora come Poseidone. I delfini erano onorati come Dèi della Creta preellenica; Apollo si incarna nella forma di un delfino, secondo l'Inno Omerico, per accostarsi ai lidi di Crisa, che gli aprono la via di Delfi."

Il Delfino rappresenta il senso della trasformazione.

Il terzo simbolo è l'ariete dal corpo di pesce.

La ricerca di significato va divisa in due parti: ariete e pesce.

L'ariete.

Riporto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Cheerbrant edito dalla BUR, 1988, la riflessione che mi interessa al vocabolo "Ariete":

"André Virel, parlando dell'Ariete dal vello d'oro, afferma che "l'ariete rappresenta la potenza. E' il generatore del gregge. E' pure la macchina che permette di abbattere le porte e le mura delle città assediate, di fendere cioè la corazza della collettività. La forma a spirale delle corna accresce l'idea d'evoluzione e rinforza il valore di apertura e di iniziazione evocata dalla forma a V di tutte le corna degli animali. Nel mito in oggetto l'ariete rappresenta efficacemente l'iniziazione: è fornito di parola e di ragione. Rappresenta la forza psichica e sacra, la sublimazione: vola e il suo vello è d'oro." La sua forza di penetrazione resta una forza ambivalente: può fecondare o distruggere."

Associato all'ariete c'è l'elemento acqua, il pesce.

Noi non sappiamo se nel simbolo si tratta di un corpo di pesce o, più specificatamente, di un delfino. Tuttavia riporto l'idea psicologica che il pesce ispira al di là dell'uso tradizionale che ne fa il cristianesimo dal momento che, nel simbolo al Bosco Sacro di Bomarzo, il pesce è associato all'ariete e non ho informazioni di questo tipo di associazione all'interno dell'ideologia cristiana.

Riporto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Cheerbrant edito dalla BUR, 1988, la riflessione che mi interessa al vocabolo "Pesce" legato ai simboli zodiacali:

"La tradizione rappresenta il segno con due pesci accoppiati in senso inverso e legati da una sorta di cordone ombelicale che va dalla bocca dell'uno alla bocca dell'altro. Sotto i suoi auspici entriamo nella marea del grande universo, accediamo alla comunità di tutti gli uomini della terra, come una goccia d'acqua nell'oceano. Ci caliamo anche nel mondo dell'indistinto, dell'indifferenziato, del sommerso, del confuso, dove vengono cancellati i particolarismi e emerge l'illimitato; si va da zero all'infinito. Questo segno è posto sotto la tutela di Giove, che favorisce lo sviluppo e, soprattutto sotto quello di Nettuno in quanto archetipo di dissoluzione universale, dal limo originario alla fusione finale."

E' un brano di un'interpretazione astrologica molto in voga nel 1500 cosa, del resto, praticata anche da Galileo Galilei a Padova.

Il viso, la parte anteriore è quella dell'ariete, primo mese del ciclo delle costellazioni dell'astrologia, la parte posteriore è a forma di pesce, ultimo mese del ciclo delle costellazioni in astrologia.

Infine Tritone, figlio di Poseidone con nella mano una conchiglia con cui suona per fermare le tempeste in mare e, con l'altra mano, regge un timone con cui dare la direzione.

Appare del tutto evidente, dati questi simboli, che il mausoleo non è una "tomba", ma una porta di passaggio per accedere alle meraviglie del Bosco di Bomarzo e, in senso esoterico, per passare oltre la soglia della vita.

 

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08 ottobre 2024

Un monumento alle donne torturate e bruciate dai cristiani per la gloria di Dio

Penso che sia la prima volta che si riconosce l'attività di assassinio e genocidio messo in atto dai cristiani.

Qua e là, in giro per il mondo, si ricordano roghi di donne chiamate Streghe, ma si è sempre evitato di associare l'attività dei cristiani alla pratica di odio sociale nei confronti delle donne. Quasi he quelle donne avessero commesso dei delitti quando, gli unici delinquenti sono i cristiani in ossequio alla loro ideologia.

Riuscire a far capire che i cristiani hanno praticato l'odio sociale per fini di terrorismo contro le donne, significa riuscire a comprendere come, anche oggi, seguendo la medesima ideologia religiosa, i cristiani stanno compiendo atti di terrorismo sociale contro i cittadini.

Spostare l'attenzione dal singolo fatto, come i crocifissi di Salvini, ai contenuti ideologici professati, permette di ampliare l'orizzonte della comprensione sulla drammaticità delle condizioni in cui le persone stanno vivendo e le pratiche di genocidio che l'informazione sta occultando per i propri fini di propaganda politica. Poi, faranno un monumento per ricordare questi genocidi fra 300 anni.

 

08 ottobre 2024

I santoni della chiesa cattolica

Si tratta di un aspetto della formazione della base elettorale del neonazismo; della formazione degli assassini in nome della madonna e di Dio.

Con loro non esistono ragioni razionali, loro vedono la madonna e, dunque, certamente Dio esiste e, certamente, con le loro azioni, spesso criminali, fanno la volontà di Dio.

Disperati che, falliti nella loro esistenza, si aggrappano ai santoni che vendono loro le illusioni di un mondo immaginario.

Ovviamente, a mettersi in ginocchio davanti ai "veggenti" non ci va Bergoglio, consapevole della truffa a cui sta sottoponendo le persone, ci va la povera gente, le sue vittime, pronte a trasformarsi in "bestie feroci" se gli tocchi l'unica cosa che rimane loro dopo il loro fallimento esistenziale: la speranza di avere una seconda possibilità nella loro esistenza di falliti.

Una vasta massa di persone devastate emotivamente il cui unico scopo è la devastazione sociale. Sono questi individui che hanno aiutato la chiesa cattolica a stuprare bambini in nome di Dio.

Dal medico di Bari in pensione con la croce di legno sulle spalle, alla famiglia di Asiago. Tre dei sei santoni affermano di vedere e di parlare ogni giorno con la madonna e non sono ancora stati ricoverati in ospedale psichiatrico. Servono per costruire una massa di individui in funzione dell'eversione sociale e riaffermare i principi della monarchia assoluta propri del Vaticano.

[Fonte: Corriere della Sera online]

 

08 ottobre 2024

La volontà di Dio e la manipolazione delle persone dei santoni

Gente che sfrutta la manipolazione mentale subita dai ragazzi ad opera della chiesa cattolica. Dice: "non ho mai imposto nulla a nessuno, seguiamo Dio!". Come se il Dio che segue, non fosse un criminale che impone una morale assolutista e lui, gestendo tale morale, non traesse beneficio nell'imporre la morale assolutista di quel Dio.

Da quando in qua esistono diritti davanti a quel Dio?

Solo la Costituzione eleva gli uomini al livello di Dio nei diritti e nei doveri, ma molte forze mafiose hanno lavorato affinché gli uomini non rivendicassero i diritti di Dio, ma fossero sottomessi (si chiama ideologia fascista).

[Fonte: La Repubblica on line]

 

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07 ottobre 2024

Una riflessione di Al-lāt sulla
Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

Dice Al-lāt:

"Io vi aspetto nella luce che voi chiamate oscurità, là dove le emozioni brillano e la ragione è smarrita. Peckols sta fremendo per venire da voi. Ve lo ricordate?" E nel dirlo Al-lāt fissò Yahweh continuando "Furono massacrati dai teutoni di Hermann von Salza, ma gli Dèi sono oggetti e soggetti del mondo. Massacra gli uomini che descrivono quel Dio e quel Dio rientra fra gli uomini sotto una diversa forma perché voi" e nel dirlo guardò Yahweh e Allahu Akbar "potete far uccidere gli uomini che non alimentano la vostra realtà mediante la loro immaginazione, ma gli Dèi sono oggetti reali, parte degli uomini e del mondo in cui gli uomini vivono. Gli Dèi sono parte indistinguibile dagli uomini e gli uomini sono parte indistinguibile degli Dèi. Dunque, voi potete far uccidere la forma, la rappresentazione, ma non la realtà del Dio, quel Dio che, abitando l'uomo, l'uomo manifesta nelle sue azioni e nelle sue intenzioni."

Al-lāt ebbe un attimo di esitazione prima di dire: "Ricordate la pietra bianca di Tā'if. Ogni volta che un piede si poggia per calpestarmi è una supplica affinché io possa alimentare il futuro di quel piede."

[dalla Partita Mondiale di Calcio della Filosofia - Al-lāt e i filosofi fondamentalisti contro rinascimentali - azione 48]

 

07 ottobre 2024

Bosco di Bomarzo, Proteo-Glauco

Nel Bosco Sacro di Bomarzo, nel percorso a sinistra una volta entrati, andando verso la cascata, si incontra un'altra immagine che viene indicata con un doppio nome: Proteo-Glauco.

Proteo, un mare primordiale talmente antico che può assumere ogni forma, può essere ciò che vuole essere perché, apparentemente privo di passato può diventare ogni futuro partendo dalla realtà del proprio presente.

Glauco è un'altra figura della mitologia antica. Era una figura popolare che oscillava fra l'essere figlio di Poseidone, del mare fecondo, all'essere un mortale che, mangiando un'erba come aveva visto fare a dei pesci, si trasformò in immortale e, nello stesso tempo, si trasformò in un pesce.

Il senso della statua è un significato alchemico dell'epoca. Il senso della trasformazione. Una cosa, un aspetto, può diventare un'altra cosa, un altro aspetto. Trasformare una cosa in un'altra è un concetto avverso al cristianesimo che, al contrario, essendo le cose create da Dio nessuno può modificare la creazione divina trasformando qualche cosa modificando la volontà di Dio. La logica cristiana dice che se una cosa avesse dovuto essere differente da quello che è, Dio l'avrebbe creata diversa.

La statua, essendo posta a sinistra del percorso, dopo l'entrata, verso la cascata, viene abbastanza ignorata dal turismo di massa tant'è che io stesso sono stato costretto a recuperare l'immagine perché la guida non mi ci ha portato.

La statua rappresenta la possibilità o la volontà della trasformazione. Un concetto accettato in alchimia, ma fortemente osteggiato dall'ideologia cristiana.

Negli Inni Orfici non si parla di Glauco, ma si parla di Proteo "che ha le chiavi del mare mutando la sacra materia secondo figure multiformi".

  Inno Orfico a Proteo

Invoco Proteo, che ha le chiavi del mare,
primigenio, che ha reso manifesti i principi di ogni natura
mutando la sacra materia secondo figure multiformi,
da tutti onorato, dai molti consigli, che conosce le cose che sono
e quante erano prima e quante saranno ancora in avvenire;
avendo infatti tutto, si trasforma, lui e nessun altro
degli immortali che hanno la sede nell'Olimpo nevoso
e il mare e la terra e volano nell'aria;
tutto infatti in Proteo la prima natura ha disposto.
Ma, padre, vieni ai celebranti con santi propositi
mandando un compimento di vita felice, buono nelle opere.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

L'idea, un po' appartata dal percorso principale del Bosco Sacro di Bomarzo, è quella della trasformazione.

In questo senso si riesce a dare un significato alla frase della Sfinge:

"Tu che entri qui poni la tua mente in ogni parte e dimmi se queste meraviglie sono fatte per incantarti o per arte"

Descrivere un percorso di uscita dall'oscurantismo cristiano diventa arte con cui dissolvere e occultare le intenzioni.

Un Proteo-Glauco che viene presentato dopo una statua, piccola e quasi ignorata, di Pan-Giano.

Se dovessimo dare una lettura a queste due statue, possiamo dire che Pan, come il Tutto neoplatonico si trasforma da un passato andando verso un futuro. Ma non penso che i platonici e i neoplatonici possano concordare sulla possibilità che il Tutto, l'Uno o il Demiurgo possa trasformarsi perché, in quel caso, non sarebbe più il Tutto, l'Uno o il Demiurgo: non sarebbe più il Dio assoluto di ebrei e cristiani.

 

07 ottobre 2024

Essere operai

Un tempo, non molto tempo fa, c'era un certo orgoglio ad essere degli operai. Con lo stipendio ci si manteneva una famiglia, non ricchi, ma dignitosamente.

Poi la destra disse che gli operai dovevano fare sacrifici in funzione degli imprenditori. Non erano gli operai ad arricchire gli imprenditori, ma gli imprenditori che, per carità cristiana, davano lavoro agli operai. Gli operai si dovevano accontentare del lavoro e non pretendere uno stipendio, tanto meno dignitoso. In nome del crocifisso gli operai dovevano soffrire perché l'imprenditore, come Gesù, dava loro i soldi che lui voleva e non quelli che agli operai spettavano per diritto.

Secondo gli imprenditori, tutti potevano fare il lavoro da operai. Si licenziava chi sapeva lavorare e si assumevano inesperti che, tanto, costavano meno.

In queste condizioni, gli operai hanno fatto in modo che i loro figli non facessero gli operai, ma aspirassero a stipendi dignitosi. Così si dette il via all'implosione sociale.

Persone inesperte si adattano a fare gli operai pur di sopravvivere e la società muore su sé stessa. Persone inesperte si fanno arroganti per nascondere la loro mancanza di conoscenza.

Io, che sono vissuto come operaio della manutenzione, mi piange il cuore assistere a questo spettacolo, ma osservo la volontà, politica e sociale, che lo ha fortemente voluto.

 

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06 ottobre 2024

Interpretare il passato in funzione di un possibile futuro

Il percorso delle sculture di Bomarzo ci raccontano un percorso ideologico di uscita dall'oscurantismo cristiano messo in atto da persone legate al cristianesimo, ma desiderose di una diversa visione del mondo e della vita.

Interpretare tutti i simboli è complesso anche perché è difficile entrare nella testa di un uomo morto circa 500 anni fa, ma abbiamo tracce simboliche significative. Soprattutto abbiamo in chiaro i desideri degli uomini e la violenza della repressione che questi uomini vivevano in nome di un oscurantismo cristiano che vedeva perdere, giorno dopo giorno, la sua presa sulle persone.

Credo che, nel suo genere, quelle sculture siano un racconto unico nel suo genere.

Pensiamo solo che l'inchiesta de "Il formaggio e i vermi" di Carlo Ginzburg tratta dei processi subiti dal contadino e mugnaio Domenico Scandella che, nato nel 1532, vive nello stesso periodo di Francesco Orsini, detto Vicino, e viene processato perché, nel suo modo di pensare l'universo come origine da un caos, da un formaggio andato a male, dal quale, come dei vermi, nasce e si sviluppa la vita.

Scandella è stato ucciso, e Vicino, probabilmente con le medesime idee, ha pensato bene di proteggersi. Scardella era povero, Vicino era ricco. Per Vicino era più facile difendersi.

Dal momento che non esiste documentazione, almeno conosciuta fino ad oggi, sulle intenzioni e gli scopi di Francesco Orsini, detto Vicino per fare il percorso del Bosco Sacro, il valore di ogni interpretazione è dato dall'uso e dagli scopi di chi interpreta quanto manifestato.

"interpreta per come desideri, se la tua interpretazione è utile all'uomo per capire la sua realtà, è sempre corretta ed è sempre perfetta! Se la tua interpretazione è tesa a dominare gli uomini o ad assicurarti un vantaggio nei loro confronti, per quanto sia dotta la tua esposizione, è sempre e comunque fallace!"

 

06 ottobre 2024

La statua di Pan-Giano al Bosco di Bomarzo

Vicino alla Sfinge, la prima immagine che osserviamo è quella di Pan-Giano.

Si tratta di un abbinamento molto particolare che interpreta Giano come il Pan di Roma.

Sembra che questa piccola statua, messa piccola, quasi per non essere evidente, rappresenti il significato fondamentale del Bosco di Bomarzo.

Questa visione di Pan come il Tutto appare come un'interpretazione neoplatonica che esprime molto bene la nuova tendenza ideologica di quel secolo.

  L'Inno Orfico a Pan

Pan invoco possente, pastorale, il tutto del cosmo:
cielo e mare e terra di tutto sovrana
e fuoco immortale. Queste cose infatti sono membra di Pan.
Vieni, beato, tu che danzi, che corri, che regni con le Stagioni,
dalle membra caprine, baccante, invasato, che vivi all'aria aperta,
che tessi l'armonia del cormo col canto giocoso,
che proteggi dalle apparizioni, terribile fra le paure umane,
che ti rallegri di caprai e bovari alle sorgenti,
tu che vedi lontano, cacciatore, amico di Eco, che danzi con le Ninfe,
che tutto produci, di tutto genitore, demone dai molti nomi,
signore del cosmo, che dai incremento, che porti la luce, fecondo Paian,
che ti rallegri degli antri, dall'ira profonda, vero Zeus armato di corna.
Su di te infatti è fissata la distesa sterminata della terra,
e si ritira l'acqua dalla corrente profonda del mare infaticabile
e l'Oceano che cinge con le acque tutt'intorno la terra,
tu parte aerea di nutrimento, scintilla per i viventi
e occhio di fuoco sul capo leggerissimo.
Infatti queste cose divine camminano, svariate, ai tuoi ordini;
con i tuoi disegni trasformi la natura di tutto
alimentando la stirpe degli uomini nell'universo infinito.
Ma, beato, baccante, invasato, vieni alle libagioni
conformi al rito, concedi un buon compimento di vita
allontanando ai confini della terra la follia panica.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Il Bosco di Francesco Orsini, detto Vicino, ha questo significato. Pan, il divino degli ambienti bucolici e Giano, il divino delle porte e dei passaggi. Non penso che ancora sia arrivata l'idea di Giano come il divino presente che, proveniente dal passato a cui guarda conservando la memoria, è intento a costruire il futuro.

Negli Inni Orfici non esiste la figura di Giano e, forse, Francesco Orsini, detto Vicino, ha voluto associarlo a Pan per significare il divino del proprio luogo.

 

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Come l'uomo e la donna si trasformano in una Strega o in uno Stregone

 

05 ottobre 2024

La Sfinge del Bosco di Bomarzo

All'entrata del parco di Bomarzo si incontra una statua della Sfinge che porta alla base due scritte.

Su un lato è scritto:

"Chi con ciglia inarcate et labbra strette non va per questo loco, manco ammira le famose del mondo moli sette"

Che tradotto fa (più o meno):

"Chi non osserva in silenzio andando in questo luogo, non è in grado nemmeno di ammirare le famose sette meraviglie del mondo"

Sull'altro lato della Sfinge è scritto:

"Tu ch'entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per incanto o pur per arte"

Che tradotto fa (più o meno):

"Tu che entri qui poni la tua mente in ogni parte e dimmi se queste meraviglie sono fatte per incantarti o per arte"

Questa tecnica di porre le cose ha un solo scopo, costringere lo spettatore, sospettoso e ostile, a riflettere, su ciò che vede, fra due muri precisi: la meraviglia dell'inconsueto e l'estro dell'artista. Una volta imprigionata la mente dello spettatore ostile entro queste mura, il committente dell'opera dice: "Io intendevo solo meravigliarti!", "Di che cosa mi vuoi accusare?".

Quale messaggio nascondono quelle due scritte dal momento che siamo nel 1500 e Marsilio Ficino, con Cosimo de' Medici, usando le traduzioni di testi filosofici greci, ha aperto una nuova accademia platonica in Firenze dove passava Giorgio Gemisto Pletone. Nello stesso periodo Pietro Pomponazzi metteva in discussione l'aristotelismo usato da Tommaso d'Aquino e invitava i suoi studenti alla prudenza per non fare la fine delle castagne.

Francesco Orsini, detto Vicino, era un emarginato nella famiglia degli Orsini. Una famiglia produttrice di papi cattolici dalla quale, pur coinvolto in campagne militari, se ne discostò appena poté.

Francesco Orsini, detto Vicino, visse a Venezia alcuni anni fra il 1539/40 e a Venezia frequentò il circolo letterario dell'editore Giolito il quale pubblicò una collana di testi greci volgarizzati diffondendo la cultura della Grecia antica. Fra i personaggi frequentati da Francesco Orsini, detto Vicino, nel circolo dell'editore Giolito, c'era Giuseppe Betussi che, fra le altre sue opere, tradusse dal latino in lingua volgare "Della genealogia degli Dèi" del Boccaccio. Fu il primo libro in cui si parlava degli Dèi degli Antichi senza considerarli dei demoni della religione cristiana. Un altro personaggio del circolo frequentato dal Vicino è Francesco Maria Molza (Modena, 18 giugno 1489 – Modena, 28 febbraio 1544) un altro letterato che frequenta Firenze, Venezia e Roma, dedito al libertinismo pratico. La poetessa Franceschina Baffo faceva parte di questo circolo letterario.

Si deve partire da questo per comprendere il senso degli enigmi che Francesco Orsini, detto Vicino, pone all'ingresso del suo Bosco delle Meraviglie.

Le due affermazioni, attribuite alla Sfinge, sono in realtà un indovinello che nasconde il reale significato che Vicino voleva dare al Bosco delle Meraviglie più, giustamente, definito Bosco Sacro.

E' come se Francesco Orsini, detto Vicino, avesse detto al visitatore: "Se non ti sei letto gli Inni Orfici non puoi capire né quello che vedi, né le sette meraviglie del mondo!"

Gli Inni Orfici, tradotti da Marsilio Ficino, erano entrati negli ambienti letterari e da quando il Boccaccio aveva aperto la ricerca su che cosa fosse la Religione degli Antichi, Vincenzo Cartari, nel 1556, pubblicò "Le imagini de i dei de gli antichi nelle qvali si contengono gl'idoli, riti, ceremonie, e altre cose appartenenti alla religione de gli antichi", gli ambienti letterari erano pervasi da euforia "neo-pagana" nella quale cercavano quella "redenzione esistenziale" che il cristianesimo negava loro.

E' da qui che si può partire per comprendere il Bosco di Bomarzo. Indubbiamente Maurizio Calvesi è uno storico dell'arte, ma l'arte non è un oggetto a sé e in sé, l'arte è espressione del desiderio e della vita degli uomini. Siamo negli anni in cui si bruciano le donne chiamate Streghe e i cristiani fanno della tortura una pratica per la diffusione della fede.

Nel 1484 papa Innocenzo VIII emanò la bolla Summis desiderantes affectibus, con la quale diede ai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger i poteri in alcune regioni della Germania per svolgere la loro opera di inquisitori contro le donne accusandole di Stregoneria. Ma era il tempo in cui Innocenzo VIII protesse l'inquisizione spagnola, pur lamentandosi degli eccessi (come avviene nella politica Vaticana quando si vuole appoggiare attività di delinquere senza voler apparire nello sporcarsi le mani. Partecipò massicciamente al genocidio del Valdesi nel 1487 con una crociata. Fu Innocenzo VIII che perseguitò i filosofi e i pensatori non allineati con l'ideologia cattolica come Pico della Mirandola a cui bruciò i libri e ne ordinò la carcerazione. Pico della Mirandola, fuggito in Francia, venne comunque incarcerato per ordine di Innocenzo VII e fu liberato solo grazie all'intervento di Lorenzo il Magnifico.

Se non si riesce a capire che questa è la situazione sociale in cui venne costruito il Bosco Sacro di Bomarzo, non si può nemmeno comprendere del perché di tali opere.

"Chi con ciglia inarcate et labbra strette non va per questo loco, manco ammira le famose del mondo moli sette"

Che andrebbe interpretato con:

"Chi con occhi attenti e senza far rumore attraversa la vita, può essere partecipe alle sue meraviglie."

E con le labbra strette venne rappresentata la storia che il Bosco di Bomarzo racconta.

 

05 ottobre 2024

Riflessione sul Bosco Sacro di Bomarzo

 

Oggi ho lavorato per tentare di mettere in ordine le immagini che ho preso al Bosco Sacro di Bomarzo.

Sono riuscito a fotografare quasi tutto.

C'è una disputa. Il costruttore ha voluto fare un discorso cristiano, come alcuni sostengono o ha voluto fare un percorso magico legato all'antica religione precristiana?

Era il 1500, tempo in cui si bruciava viva la gente anche se lui era un parente di una casata di papi cattolici.

A mio avviso il discorso è esoterico-pagano che si presta a varie interpretazioni. Ma se voleva fare un discorso cristiano, avrebbe usato simboli direttamente cristiani e non simboli così fortemente caratterizzati.

Questa che vedete sarebbe Orco, la bocca che porta all'Ade. L'immagine è l'emblema del parco. Quando finisco di mettere in ordine le immagini darò un'interpretazione diversa da quella che da Maurizio Calvesi nel suo libro "Il sacro bosco di Bomarzo" tanto usato dalle guide e che ho voluto comperare per capire come i cristiani vogliono interpretare qualche cosa di cui non esistono documenti per una corretta interpretazione.

Però, se fondi insieme stagno e rame hai sempre una lega di bronzo e se presenti Persefone, Demetra, Ade e Cerbero il significato è sempre quello di discesa nell'Ade.

 

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04 ottobre 2024

Gli Auguri e gli Etruschi

Qual è l'apporto degli Etruschi alla filosofia?

Gli Etruschi posero, a fondamento della loro filosofia e della filosofia metafisica futura, il ruolo degli Auguri.

Gli Auguri erano un Istituto di controllo del potere politico. Ogni decisione politica poteva avvenire in armonia con la volontà degli Dèi che abitavano il mondo circostante e non in contraddizione con la necessità di giustizia collettiva.

Gli Auguri non avevano il ruolo di "leggere il futuro" perché non c'era nessun futuro da leggere. L'idea di un futuro da leggere entrerà in vigore con la filosofia pitagorica e con gli eleatici.

Gli Auguri furono assunti a Roma come Istituto di controllo politico anche se l'istituzione, nel corso dei secoli, perse di potere e molte delle decisioni degli Auguri, nell'ultimo secolo a ridosso dell'arrivo dell'ideologia imperiale, assunsero più il carattere di farsa che quello di protezione dei cittadini romani.

Gli Auguri fu il primo tentativo di istituire una "Corte Costituzionale" capace di mediare fra potere politico e necessità dei cittadini.

Con l'arrivo dell'assolutismo cristiano, l'istituto degli Auguri fu cancellato. Sarà necessaria la Rivoluzione Francese per iniziare a pensare alla necessità di un simile Istituto che fu progressivamente istituito nei vari Stati spesso denominata "Corte Suprema".

 

04 ottobre 2024

Il Lago di Bolsena

Il lago di Bolsena si è formato riempiendo la bocca di un cratere vulcanico.

360000 anni fa esplose e l'esplosione fu devastante. La lava, solidificata, ha dato origine al tufo, una pietra tenera, facilmente malleabile, facile da scavare per ottenere ambienti stabili.

Questa eruzione coprì tutta la parte nord dell'odierno Lazio e fu abitata dapprima dalla "civiltà villanoviana" e, poi, in un secondo tempo, dalle civiltà italiche fra le quali identifichiamo quella Etrusca.

Il tufo è un elemento fondamentale per lo sviluppo della civiltà Etrusca. Il tufo venne scavato, la roccia fu modellata sia per la costruzione di ambienti, case e ripari, che per la costruzione di statue e tombe.

 

04 ottobre 2024

La nascita della contrapposizione fra democrazia ed oscurantismo

Un po' alla volta inizierò a estrarre le foto da condividere, come questa, estratta da un piccolo filmato, che rappresenta una scena di vita quotidiana in una tomba Etrusca di Tarquinia.

Nel viaggio ho visto molte cose, ma le mie riflessioni si concentrano sullo sviluppo delle idee proprie della filosofia metafisica.

In questa scena, come in altre, noi abbiamo aspetti della filosofia metafisica, delle idee sia religiose che sociali, la stessa cosa vale per i palazzi del "nobili" del 1500. Ogni pittura, ogni scena, anche la più banale, ci parla delle idee religiose. dei desideri degli uomini sempre in bilico fra "ciò che vorrei" e "ciò che posso avere"; "ciò che vorrei fare" e "ciò che posso o mi è consentito fare".

L'arroganza cristiana pensa di determinare i desideri degli uomini in funzione del proprio assolutismo, ma gli stessi uomini che necessitano dell'arroganza cristiana per dominare le persone, non permettono a quest'arroganza di impossessarsi di loro stessi. I principi di arroganza vengono imposti ai sottoposti, ma i ricchi ed i potenti si sottraggono. Questa contraddizione è ben presente nelle pitture del 1500 dove l'esoterismo, inteso come liberazione dall'assolutismo, scava nella psiche delle persone. E questo è l'oggetto della mia ricerca e della mia attenzione.

 

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Ho modificato la mia pagina di presentazione personale introducendo vari filmati che parlano della mia attivitù di costruttore della Religione Pagana.

 

 

Questa pagina sarà alimentata giorno dopo giorno in base alle possibilità.

Verranno postati tutti i messaggi, tutte le proposte di discussione, nel mese di ottobre 2024.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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