Mors
Teologia della Religione Pagana
centoquarantesima riflessione

Il sentiero d'oro della Religione Romana

di Claudio Simeoni

 

La Devotio nella Religione Pagana

Il centoquarantesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:

140) Fato conduce Mors
Mors prende gli Esseri Umani per mano portandoli a mettere fine allo sviluppo della propria Coscienza di Sé.
Dal fare, Mors, riceve vigore.

La sensazione di morte che sorge in noi non è la tensione che ci spinge verso la fine dei mutamenti, ma è una forza che ci spinge a fallire, a disperare, ad essere impotenti davanti ad un inevitabile da accettare con rassegnazione.

La tendenza al "Io non ce la faccio!". L'idea che le cose da affrontare sono "troppo difficili!".

E' la morte di un cambiamento possibile a cui abbiamo rinunciato perché il prezzo ci appariva troppo alto o sembrava che non valesse la pena di essere pagato. A volte questo è vero, ma spesso è la morte del possibile cambiamento che prende il sopravvento nella nostra coscienza.

Quando le rinunce al mutamento sono eccessive, si dice che la persona muore un po' ogni giorno perché quando si inizia a rinunciare, il rinunciare diventa più facile che non l'affrontare quanto ci potrebbe arricchire di esperienza.

Il Mors che sorge in noi è un Dio che ci spinge a rinunciare. In fondo, dice, non tutti possono o devono necessariamente diventare degli Dèi, qualcuno deve pur fallire nel percorrere la strada verso l'infinito dei mutamenti.

Mors non è la morte desiderata alla fine dell'esistenza o quando l'esistenza si fa troppo faticosa. Mors è la morte del cambiamento. E' la ricerca della "verità" entro la quale nascondersi alla vita come fosse un utero che, avvolgendoci, rende infinito ed eterno il presente che stiamo vivendo.

Il potere di Mors accarezza le nostre pulsioni emotive, ci fa sognare mondi immaginari contenuti in promesse vuote. Promesse di luoghi immaginari nei quali la nostra immaginazione desidera abitare. Mors, sorgendo dentro di noi ci dice che non vale la pena di farsi coinvolgere nei problemi del mondo. Non vale la pena affrontare il dolore delle contraddizioni dell'esistenza. Dice che, in fondo, non serve soffrire per un desiderio inappagato e che la rinuncia ai desideri può darti quella tranquillità che ferma il dolore.

E così la rinuncia diventa il cammino della persona. La persona procede rinuncia dopo rinuncia. La rinuncia uccide le possibilità e insegna all'individuo come la rinuncia sia un cammino verso un'eternità che riempie la sua immaginazione e lo porta a far coincidere la morte del corpo fisico con la morte della possibilità di forgiare il proprio corpo luminoso.

Mors, sorgendo dentro di noi, si nutre della rinuncia e ogni rinuncia nutre Mors che ad ogni rinuncia diventa sempre più forte nella nostra coscienza.

Marghera, 21 febbraio 2022

Indice degli argomenti del sito

 

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona.
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona.

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.
Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

 

 

Devotio

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.

 

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

 

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