La Devotio nella Religione Pagana
Il centocinquantanovesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:
159) Fato conduce Semo Sanco
Semo Sanco prende gli Esseri Umani per mano portandoli ad impegnare sé stessi nella relazioni con le Coscienze di Sé; io sono quanto faccio!
Dal fare, Semo Sanco, dà e riceve vigore.
Semo Sanco è la nostra "parola alata".
Questo Dio che vive dentro di noi si nutre ogni volta che carichiamo di emozioni e intento le nostre parole. Le parole che esprimono, per quanto si possano razionalmente esprimere, le nostre emozioni, le nostre sensazioni, i nostri progetti e gli scopi che guidano o guideranno le azioni che ci siamo proposti di fare.
E' il Dio dei giuramenti e dei propositi. Un Dio così importante che nell'antica religione di Roma poteva essere considerato un attributo di Giove quale garante dei giuramenti.
E' il Dio che viene ucciso dentro di noi dalle nostre menzogne. Non dalle menzogne o dalle bugie che usiamo per difenderci da chi è socialmente più forte e che potrebbe danneggiarci se noi pronunciassimo delle "parole alate" quando mette in atto azioni di controllo o di dominio, ma dalle menzogne che pronunciamo nei confronti di chi ha fiducia in noi, a chi ci cammina a fianco, a chi ha gli stessi nostri intenti.
In quella situazione, Semo Sanco si ritira perché la necessità soggettiva domina la coscienza.
Le "parole alate" nutrite da Semo Sanco sono quelle parole pronunciate quando noi siamo forti e intendiamo esprimere emozioni ed intento con quelle parole. Semo Sanco non inganna. Semo Sanco è coerente, ma quando si è davanti al potere sociale che opprime, Semo Sanco si ritira.
Semo Sanco è nelle parole rivolte al compagno che percorre lo stesso sentiero. Semo Sanco è nelle parole che rivolgiamo ai famigliari. Semo Sanco è nelle parole che rivolgiamo agli amici.
Semo Sanco non è il padrone che pretende la "verità" o pretende che non si faccia "falsa testimonianza" per aiutarlo a dominare.
Semo Sanco si nutre del giuramento dell'uomo che guarda con onore al futuro che con la sua azione intende costruire.
Marghera, 11 aprile 2022
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La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona.
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona.
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.
Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.
I Romani erano costruttori di Ponti
Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi
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