La Devotio nella Religione Pagana
Il settantaseiesimo paragrafo de Il Sentiero d’Oro, la Devotio, recita:
76) Fato conduce l'Essere E l'Essere individua Virbios Virbios è colui il cui scopo è piegare l'Essere e la sua Coscienza ai propri scopi, ai propri fini, ai propri desideri. Virbio, incapace di estrarre Potere da sé deve togliere il Potere di Essere ad ogni essere esistente, deve togliergli il Sapere, deve togliergli la Conoscenza, deve togliergli la Consapevolezza, deve togliergli l'abilità delle sue mani. Oblio è il suo mezzo d'azione. Come si combatte Virbio? Coltivando ed estendendo alla propria Specie quanto Virbio odia.
Virbio è il "nato due volte". Il fallito che porta gli uomini al fallimento.
Quando Virbio emerge dentro all'Essere Umano sussurra la speranza di poter avere una seconda occasione, una seconda vita dopo aver perso l'occasione della propria vita. Quando l'individuo è consapevole di non aver vissuto con passione, ma di aver rinunciato ed accumulato rinuncia dopo rinuncia, quel fallimento, ogni tanto, si presenta alla sua coscienza con la voce del Dio Virbio.
Virbio si nutre del fallimento e il dolore del fallimento viene consolato, giustificato, mediante l'immaginare una seconda opportunità, una seconda vita. Virbio dice: "Anche se hai fallito e muori, poi risorgerai nella carne e avrai una seconda occasione!".
Virbio dice all'uomo dentro cui emerge: "Si hai fallito, ma ora puoi avere una seconda possibilità, puoi rinascere una seconda volta e, allora, non fallirai. Nella seconda vita, nella seconda occasione otterrai ciò che non hai ottenuto nella tua prima occasione."
Mentre sussurra questo, Virbio, alimenta il percorso di distruzione dell'uomo, lo spinge a rinunciare in vista della sua seconda possibilità.
E Virbio ride del suo inganno. Quando l'uomo guarda il Bosco di Nemi che ha dentro di sé, vede Diana che corre in quel Bosco. La scorge come l'illusione in un sogno che gli provoca nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato.
Avrebbe potuto esplorare il Bosco di Nemi dentro sé stesso. Avrebbe potuto emozionarsi costruendo delle relazioni con i soggetti del mondo. Invece si è ritirato. Si è alienato dal mondo, dalla vita, prigioniero di fantasie che lo hanno dominato.
In questo modo, ad ogni rinuncia costruiva sé stesso nella rinuncia. Ogni volta che non usava il coraggio era sempre più difficile trovare il coraggio per altri problemi. La sua volontà si piegava su sé stessa e non era più la volontà con cui l'uomo afferma sé stesso nel mondo, ma diventava la volontà che negava il coraggio reprimendo il desiderio affinché l'uomo fosse vuoto davanti alla sua vita.
Marghera, 09 aprile 2021
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
Devotio |
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.