Mors - Morte

Teologia della Religione Pagana - settantottesima riflessione

Il sentiero d'oro della Religione Romana

di Claudio Simeoni

 

La Devotio nella Religione Pagana

 

Il settantottesimo paragrafo de Il Sentiero d’Oro, la Devotio, recita:

78) Fato conduce l'Essere
E l'Essere individua Mors
Mors è la fine del divenire. Mors è la morte del corpo fisico e del corpo luminoso insieme. Mors è il risultato di un Essere che, anziché sviluppare il proprio Potere di Essere, preferì mettersi in ginocchio. Mors è il non divenire. Come si combatte Mors? Sviluppando, alimentandolo, l'Essere Luminoso di cui il corpo fisico è l'involucro.

Morte emerge dentro noi stessi alimentando la sensazione che la vita del corpo fisico ha una durata limitata. Si tratta della sensazione di vivere camminando verso un ineluttabile appuntamento che nessuno di noi vuole perdere.

Si nasce in seguito a situazioni che hanno permesso la germinazione della nostra coscienza, ma si vive con la consapevolezza che in qualche modo noi cesseremo di vivere.

La consapevolezza della morte è una grande ricchezza per l'individuo. La morte può essere raggiunta in qualunque momento, ma noi viviamo anche la sensazione della necessità di espanderci nel mondo in cui siamo nati. L'espansione di noi stessi nel mondo è la sensazione della necessità del vivere; la necessità della morte sopraggiunge quando gli individui non possono più espandersi nel mondo in cui sono nati. Non lo possono più fare o perché sopraggiunge in loro "vecchiaia rovinosa", o perché vengono fermati da una qualche contraddizione del loro vivere.

La consapevolezza della morte è un grande alleato della nostra coscienza, ma è anche il nemico che combattiamo per tutta la vita per poter espanderci e crescere continuamente.

Questo processo di crescita è quello che ci permette di plasmare la nostra energia emotiva e che ci consente di presentarci al momento della morte del corpo fisico con un potere sufficiente per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Così i Pagani dicono: "Morte sarai la benvenuta, intanto però, io vivo e mi trasformo!".

Marghera, 04 maggio 2021

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

Devotio

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.