Il vangelo di Tommaso Didimo
come interviene la fede

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Seconda parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive l'Enciclopedia Hepli a proposito della "fede":

"la fede è l'elemento preponderante in tutte le religioni che riguardano quanto concerne lo spirito umano al di là del mondo fisico e si riassume nella fiducia che la credenza in cui si sostanzia la religione sia vera. E' pertanto l'elemento basilare della fiducia.
Nella gerarchia dei vari gradi di conoscenza, Platone poneva la fede (pistis) al secondo posto, dopo l'opinione (eikasìa), ma prima della conoscenza per deduzione razionale (diànoia) e dell'intuizione pura, atto di istintiva illuminazione mentale (episteme).
Per l'antica filosofia la fede fu un atto inferiore di conoscenza.
La sua rivalutazione avvenne con le religioni misteriche e in particolare con il cristianesimo che dell'atto di fede (credo) fece la testimonianza di aderenza alla nuova religione.
La successiva elaborazione cristiana giunse all'esagerazione polemica di Tertulliano (credo quia absurdum): a riconoscere l'assurdo come atto di fede.
Questo estremismo apparve già ripudiato presso i dialettici agli inizi della Scolastica secondo i quali - sviluppando sotto l'aspetto filosofico il pensiero di S. Clemente d'Alessandia e S. Agostino - la struttura stessa del pensiero è di per sé la dimostrazione che la fede è giustificata.
Anzi la fede ha bisogno di questa convinzione (fides quaerens intellectum (S. Anselmo d'Aosta)): però, secondo S. Paolo, la fede non è atto di pura filosofia, ricavabile cioè per raziocinamento (rationale obsequium), ma è atto soprannaturale di illuminazione in quanto porta l'uomo a contatto col suo dio per la grazia che ne promana.
Questo concetto si trova sviluppato appieno presso S. Tommaso d'Aquino: la fede è l'inclinazione dell'animo a credere, in quanto vi assente l'intelletto, portato a voler riconoscere la verità divina, - questo lato volontaristico è particolarmente posto in evidenza da S. Bonaventura e Duns Scoto- perché vi è indotto dalla grazia elargita a quest'effetto da dio.
Secondo l'indirizzo della Riforma la fede è essenzialmente la fiducia nella remissione dei peccati e che i meriti acquisiti da Gesù Cristo col suo martirio benefichino ogni singolo uomo indipendentemente dalle opere individuali che questo può aver commesso in vita."

TRATTO DA: Enciclopedia Hoepli

Il concetto di fede diventa strumento coercitivo. La fede priva gli Esseri Umani delle possibilità di verifica della realtà o verità descritta dalla fede. Gli Esseri Umani non vivono partendo dalle condizioni che il mondo presenta loro, ma dagli elementi proposti e imposti dalla fede. Il pensato, attraverso il quale affrontano la vita, è stato costruito giorno dopo giorno e imposto loro azione dopo azione. Di quella costruzione gli Esseri Umani non hanno memoria. Quella costruzione fideistica si è radicata tanto profondamente in loro da ritenerla assolutamente logica e naturale. Essi guardano il mondo attraverso quella costruzione e, pensandosi logici e naturali all'interno di quella costruzione, combattono ogni manifestazione che può mettere in discussione quella costruzione di fede in quanto metterebbe in discussione loro stessi.

La struttura stessa del pensiero è di per sé la dimostrazione che la fede è giustificata. Con questa affermazione Agostino e Clemente d'Alessandria giustificano la fede. Giustificano la propria coercizione e sanciscono il proprio diritto a far violenza ad ogni Essere Umano in quanto essi costruiscono la fede in nome e per conto di Dio. La distruzione dell'Essere Umano passa attraverso la costruzione della fede.

Mentre la costruzione della distruzione del divenire degli Esseri Umani avviene nei primissimi anni di vita e di crescita dell'individuo, la fede diventa certezza quando senza la fede l'individuo si vede costretto ad affrontare gli affanni del mondo quasi fosse solo contro tutti. La fede, anche se rimossa dall'ambito razionale, agisce sul pensiero dell'individuo che comunque si pensa creato ad immagine e somiglianza del Dio dal quale ritiene che la sua fede promani. La distruzione della struttura psichica dell'individuo ha operato in tale profondità che non esiste la possibilità di rimuovere tale fede che si è impadronita della struttura emotiva dell'individuo. Si può solo far in modo che le condizioni fideistiche non danneggino la società rimanendo circoscritte solo al singolo individuo.

Tertulliano riconosce l'assurdità della fede. Che gli asini volassero per Tertulliano era assai logico, esattamente come l'esistenza di una volontà creatrice dell'universo e come il pazzo di Nazareth che si spacciava per figlio di un Dio pazzo e Dio egli stesso in quanto emanazione del padrone creatore dell'universo. Peccato che per Tertulliano era molto più logico, dal punto di vista psichiatrico, che gli asini volassero che non l'esistenza di una volontà creatrice dell'universo. Che gli asini volino può essere il risultato di un sogno dopo un'ubriacatura, l'esistenza di una volontà creatrice all'inizio dell'universo è il risultato di un processo di distruzione della capacità di pensiero dell'individuo e di condizioni atroci nelle quali è costretto a vivere.

Non è da meno Tommaso d'Aquino in quanto riconosce che la fede è inclinazione dell'animo ottenuta mediante tortura e coercizione al cui credere è piegato l'intelletto: l'intelletto costretto a soggettivare l'assurdo senza poterlo discriminare. La fede, infatti, non si discute né si discrimina, ma si soggettivizza in funzione della distruzione dell'intelletto stesso.

L'attività coercitrice della chiesa cattolica è attenta a sottomettere gli individui alla fede. Ogni minima deviazione viene punita attraverso i roghi, le torture, gli atti di terrore e la violenza sui bambini e sull'infanzia. Non c'è limite alle esigenze della pulsione di morte a sottomettere gli individui. I bambini vengono stuprati del loro divenire sia col battesimo sia costringendoli alla partecipare a cerimonie religiose sempre più assurde, noiose e ripetitive. La ripetitività è il segreto usato per imporre la fede ai bambini facendo loro violenza nell'infanzia (vedi Deuteronomio).

Alla fede imposta con la coercizione si oppone Libertà. Libertà si esprime sia come pulsione all'interno dell'individuo, che avverte la necessità di rimuovere alcuni ostacoli che rendono difficoltosa la sua vita, sia come necessità del mondo circostante a liberarsi di individui che la fede ha costretto a diventare degli estranei al mondo e alla vita.

Fede pagana, cioè la fiducia di quanto presumibilmente si verifichi come effetto delle proprie azioni e delle proprie scelte data una conoscenza iniziale, si è trasformata in fede acritica all'operato di un esistente gestito da una struttura coercitiva che impone all'individuo assoggettamento. Da "metto fede in quanto faccio" a "ho fede in un oggetto che non ricade sotto i miei sensi".

Libertà agisce sull'individuo partendo dal circostante, ma dal momento che i tempi di interazione fra gli Dèi del circostante e la soggettività del singolo Essere sono diversi, essendo diversa la percezione del tempo soggettivo, la maggior parte degli Esseri Umani non percepisce l'azione del divino se non come pulsione soggettiva.

Soltanto gli Esseri Umani che sviluppano al loro interno Necessità e Intento (il regno del padre) possono riconoscere l'azione di Necessità e Intento che dal circostante si riversa sulle società umane.

Questa è l'azione di Tomaso Didimo nel cui vangelo non esiste il concetto di fede acritica, ma esiste un progetto strategico di trasformazione dell'individuo commisurato alla sua epoca. L'Intento di Tomaso Didimo è quello di sedurre gli Esseri Umani portandoli ad abbeverarsi alla stessa fonde per riconoscere, costruire e sviluppare, il regno che hanno dentro riconoscendo e interagendo col regno che li circonda. Tomaso non chiede di credere, chiede di agire.

La fede cristiana impone staticità o, semmai, azione per alimentare la fede stessa. Partecipazione soggettiva alla fede, ma la fede cristiana nega la ricerca della conoscenza e della consapevolezza. Nega all'Essere Umano la costruzione di sé stesso in quanto la fede gli impone di credere in una verità che definisce quantità e qualità dell'uomo e del suo esistere in funzione della fede stessa.

Rimuovere la fede educazionalmente imposta è l'attività di ogni individuo che vuole vivere le relazioni con il mondo in cui è nato. La rimozione della fede come ideologia precostituita che pretende di chiudere in essa il pensiero dell'uomo, deve essere rimossa. La rimozione della coercizione della fede è un cammino di libertà che comporta tanto dolore quanto dolore è stato imposto all'individuo per imporre la coercizione mediante la fede.

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 21 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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