Tomaso è citato nei vangeli in Giovanni per un episodio che Giovanni gli attribuisce sulla sua incredulità all'atto della resurrezione. Dal momento che il vangelo di Giovanni è molto recente, è più verosimile che l'episodio sia stato inserito ad arte per impedire alle comunità cristiane di seguire gli insegnamenti del vangelo di Tomaso. Il termine Didimos sta ad indicare gemello. Tomaso non è dunque soltanto indicato come apostolo di Gesù, ma gemello di questi. Dal suo vangelo l'essere gemello di Gesù non è interpretabile in senso fisico, ma nell'uguaglianza della via alla conoscenza, dell'uguaglianza nella capacità di sviluppare il proprio corpo luminoso. Solo questo motivo è sufficiente alla chiesa cattolica per rigettare il vangelo. Per la chiesa cattolica Gesù è padrone della vita in quanto figlio del padrone, ma se Tomaso è gemello di Gesù anche Tomaso è figlio del padrone e ogni altro Essere Umano può essere figlio del padrone togliendo con questo alla chiesa cattolica il diritto di considerarsi rappresentante del padrone in terra.
Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, Tommaso Didimo evangelizzò i Parti; secondo altri fu martirizzato a Calamida (India). Sotto il suo nome sono stati tramandati alcuni apogrifi; l'Apocalisse di Tomaso, condannata dal papa Gelasio I "il corrotto" (lo stesso che voleva imporre la chiesa cattolica padrona degli stati, lo stesso che abolì i Lupercali) V secolo; gli Atti di Tomaso ritenuti encratiti.
ENCRATISMO: Dal greco il cui significato equivale: "Sono padrone di mè" . Questa è considerata una deviazione dottrinale. In realtà è un'impostazione di vita. Una deformazione soggettiva all'interno della ricerca di determinazione di se stessi. Quest'impostazione soggettiva appare nei primi secoli del cristianesimo, fin dai primi tempi apostolici affermandosi essenzialmente nel IV secolo. In particolare era esaltata l'astinenza dal mondo, dalle ebbrezze e dagli abbandoni proposti: la carne il vino e i rapporti coniugali. Da parte di alcuni l'effetto era condotto alle estreme conseguenze. Il principio da cui partiva era quello di liberare la costruzione del corpo luminoso dalla gabbia della carne o della materialità del corpo. Quello che gli encratici non capivano era che lo sviluppo del corpo luminoso (dell'anima) era legato allo sviluppo del corpo fisico e che la condanna della dipendenza dell'uno dall'alto era la condanna della crescita di entrambi e impedimento per partorire il corpo luminoso. Ormai, la divisione anima-corpo imposta da Platone era accettata all'unanimità da tutte le religioni del tempo. Essi erano convinti che il corpo luminoso era creato e scoperto dalla coscienza dell'essere umano e non che questo fosse costruito per essere partorito dal corpo fisico dell'essere umano. Questo modo di essere non era il prodotto del cristianesimo, ma era una lettura dell'esoterismo, del platonismo e dello gnosticismo. Queste tendenze furono combattute da Clemente Alessandrino e Origene. Furono condannate nel concilio di Ancirra e quello di Nicea e i seguaci perseguitati da Teodosio. Alcune tendenze si trovano nel Manicheismo e ritornano nei Catari in tempi più recenti.
L'encratismo nell'Apocalisse di Tomaso fu condannato da Epifanio di Salamina. S. Agostino lo considerò Manicheo mentre S. Turibio accusò Tommaso di essere priscillianista.
PRISCILLIANO: Intelligente (e questo per la chiesa cattolica è un delitto in se) austero nei costumi e proclive all'ascetismo (altro delitto). Secondo i cattolici le sue idee sulla trinità non erano ben chiare anche se molto rigorose. Vescovo, accusato presso l'imperatore Massimo a Treviri, fu condannato a morte. Le sue idee furono condannate al Concilio di Braga (563). Vennero accusati di essere Ariani e Panteisti per quanto riguarda l'origine dell'anima. Vennero accusati di una serie di errori che vennero bollati nei 17 anatemi del Concilio di Braga, ma ciò è dubbio. Infatti i componenti del concilio di Braga non erano altrettanto intelligenti per comprendere le idee Priscilliane. Pertanto è facile supporre come i partecipanti del Concilio abbiano condannato ciò che loro pensavano che il condannato avrebbe pensato se loro fossero stati al posto del condannato. In altre parole hanno condannato se stessi!
Il vangelo di Tomaso, menzionato per la prima volta da Origene e da S. Ippolito (II secolo) come assai diffuso fra gli eretici Naasseni. Viene citato anche da S. Cirillo di Gerusalemme nel IV secolo che lo tratta come opera dei Manichei.
Il testo è andato perduto e ritrovato a Nag Hammadi nel 1946.
In ultima analisi il vangelo di Tomaso è un nodo fondamentale nella scissione fra lo sviluppo del dio che cresce dentro l'Essere Umano e l'Essere Umano come proprietà del dio padrone. Questo vangelo si pone come momento di rottura. Dove porta la rottura questo spetterà alle scelte dei singoli Esseri Umani.
Nel vangelo di Tomaso non troviamo miracoli. Non troviamo Gesù che reclama di essere il figlio del dio padrone e, dunque, padrone egli stesso del mondo. Nel vangelo di Tomaso troviamo principi filosofici, principi morali, modi di essere, ma non troviamo prostrazione. Non troviamo un Gesù che va in giro per la Palestina a fare miracoli né un Gesù che viene appeso ad una croce, non troviamo la distruzione del tempio, ma troviamo un tipo di beatitudini che non è legata alla materia, ma all'energia vitale.
Il vangelo di Tomaso è un vangelo gnostico. Il vangelo di Tomaso rappresenta un momento di costruzione dell'essere umano, un momento di sviluppo del corpo luminoso come prodotto delle scelte del singolo individuo in una condizione religiosa in cui la sottomissione stava diventando padrona degli uomini
Tomaso viene rifiutato dalla chiesa cattolica. Deve essere rifiutato in quando il suo Gesù non è un padrone degli esseri umani, ma è un Essere Umano che fonda il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
Il vangelo di Tomaso risponde alla visione gnostica che viene a coincidere con alcune visioni paganeggianti e questo la chiesa cattolica non lo può tollerare. Eppure la differenza sta proprio in questo: sottomettersi al dio padrone o sviluppa il dio che puoi diventare rivendicando la tua libertà del fare per costruire il tuo Potere di Essere!
Lo spirito santo
Il concetto di Spirito Santo come usato da Tomaso è diverso dal concetto di Spirito Santo come usato nei Vangeli ufficiali.
Nei vangeli ufficiali lo Spirito Santo è una specie di arma attraverso la quale il dio padrone agisce. E' un oggetto in sé che opera alle dipendenze del volere del Dio. In Tomaso il concetto di Spirito Santo è diverso. Lo Spirito Santo è l'Arché della vita. La vita, animale e vegetale, esistono in quanto lo Spirito Santo è parte della vita animale e vegetale. L'essenza della vita è lo Spirito Santo.
L'uso del termine Spirito Santo è diverso a seconda del significato che vi si attribuisce. Il significato determina il concetto superando la forma della definizione!
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 21 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
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Guardiano dell'Anticristo
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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