Il vangelo di Tommaso Didimo
fuoco sul mondo

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Tredicesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel decimo paragrafo:

Gesù disse: "Ho gettato fuoco sul mondo, ed ecco, lo custodisco fino a che divampi".

L'uso del fuoco evoca varie e diverse immagini. Si tratta di sostanziare il termine "fuoco". Significarlo. A seconda di come vogliamo significare il termine "fuoco" abbiamo lo sviluppo di diverse riflessioni che portano a conclusioni anche opposte.

Da un lato abbiamo il fuoco di Prometeo.

Prometeo ruba il fuoco agli Dèi per donarlo agli uomini.

In un Giovanni apocrifo, un testo gnostico trovato a Nag Hammadi, Sophia, per punire l'arroganza del Demiurgo che afferma di essere l'unico Dio, mette la scintilla divina negli uomini rendendoli uguali al Demiurgo.

In sostanza, abbiamo una serie di esempi che ci permettono di associare il fuoco alla conoscenza e alla consapevolezza e che ci permetterebbe di tradurre la frase di Giuda Tommaso Didimo in:

"Ho gettato la conoscenza e la consapevolezza nel mondo, ed ecco, la custodisco [e la alimento] affinché divampi".

Questa interpretazione non stona con l'affermazione di Tommaso Didimo anche se rimane fuori dalla frase il "che cos'è la conoscenza" o "in che cosa consiste la consapevolezza" portate dal Gesù di Tommaso Didimo.

Diverso è il discorso quando il termine "fuoco" viene sostanziato. Allora non si parla più del fuoco in quanto simbolo, ma si discute della significazione di quel simbolo.

Scrive Luca nel suo Vangelo:

Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate".
Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

Vangelo di Luca 12, 39 - 53

Qui non siamo più davanti al "fuoco come conoscenza o come consapevolezza", ma siamo davanti all'idea di "fuoco come conflitto, guerra, strage, genocidio". Si poteva applicare questo anche all'affermazione del Vangelo di Tommaso Didimo? La frase in Tommaso Didimo è chiusa in sé. Non abbiamo elementi per sostanziare il significato di fuoco e il fuoco è circoscritto all'attività del singolo individuo che non sta muovendo guerra al mondo. Mentre, nel vangelo di Luca il conflitto è l'elemento centrale delle sue affermazioni. Il conflitto, manifestato da Luca, si risolve solo con il dominio di una parte sull'altra che, attraverso il conflitto, deve essere sottomessa e ridotta all'obbedienza.

In Luca è centrale l'idea del padrone che domina lo schiavo e, subito dopo, è centrale l'idea del conflitto in una famiglia dove gli individui dovrebbero essere uguali. Un conflitto che distrugge l'uguaglianza in funzione della sopraffazione.

Gesù si identifica col padrone e lo schiavo deve stare attento a quando il padrone arriva perché Gesù ha il diritto di percuotere, torturare, lo schiavo che non attende ai suoi ordini, agli ordini del padrone.

Se il fuoco di Tommaso Didimo può essere paragonato al fuoco della conoscenza, il fuoco di Gesù può essere paragonato all'ansia e all'angoscia che deve cogliere tutte le persone nell'attesa dell'arrivo del padrone. Il Gesù di Luca è venuto a portare l'angoscia e la disperazione, la guerra e la divisione per garantirsi il dominio sugli uomini.

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 29 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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