Il vangelo di Tommaso Didimo
i morti sono morti e uno diventerà due

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Quattordicesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nell'undicesimo paragrafo:

Gesù disse: "Passerà questo cielo e passerà ciò che è sopra di esso, i morti non sono vivi e i vivi non morranno. Nei giorni in cui mangiavate ciò che è morto, voi lo rendevate vivo. Quando sarete nella luce cosa farete? Nel giorno in cui eravate uno, siete diventati due, ma allorché siete diventati due che cosa farete?".

Si tratta di un paragrafo piuttosto complesso da decifrare e che ha poche connessioni con i Vangeli cristiani. Tuttavia il paragrafo appare come un paragrafo fondamentale per definire l'ideologia religiosa di Giuda Tommaso Didimo in relazione alla sua visione del mondo.

E' indubbio che l'affermazione " Nel giorno in cui eravate uno, siete diventati due, ma allorché siete diventati due che cosa farete?" lascia perplesso chi legge.

La domanda da farsi è: a che cosa si riferisce Tommaso Didimo?

Proviamo a scomporre in quattro parti questo paragrafo:

1) Passerà questo cielo e passerà ciò che è sopra di esso, i morti non sono vivi e i vivi non morranno.

2) Nei giorni in cui mangiavate ciò che è morto, voi lo rendevate vivo.

3) Quando sarete nella luce cosa farete?

4) Nel giorno in cui eravate uno, siete diventati due, ma allorché siete diventati due che cosa farete?

Iniziamo dalla quarta frase: " Nel giorno in cui eravate uno, siete diventati due, ma allorché siete diventati due che cosa farete?". Un uomo o una donna che da uno diventano due. Come interpretare la frase? Nei vangeli dei cristiani la frase è interpretata per legittimare il matrimonio e renderlo indissolubile in quanto legato alla "legge dei Profeti".

Scrive Luca nel suo Vangelo:

"E' più facile che passi il cielo e la terra, anziché cada anche un solo apice della legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa una donna rinviata dal marito, commette adulterio".

Vangelo di Luca 16, 16 - 18

L'idea del superuomo in Luca che caccia la moglie, in quanto oggetto, viene legittimata dal diritto dell'uomo e la rivincita di Dio sull'uomo è quello di privare l'uno e l'altra del diritto alla sessualità accusandoli di delitto di adulterio.

Qui però non siamo nell'idea di uno che si fa due, siamo nell'idea di due che si fanno uno e che Luca vuole rendere indissolubile il fatto di essersi fatto uno. L'idea del Vangelo di Luca appare come opposta all'idea del Vangelo di Tommaso Didimo.

Il problema dell'interpretazione di Luca è che fra la prima frase del Vangelo di Tommaso Didimo e la quarta frase dello stesso che Luca associa al matrimonio, ci sono altre due frasi che Luca, nel suo Vangelo, fa sparire.

Le due frasi:

2) Nei giorni in cui mangiavate ciò che è morto, voi lo rendevate vivo.

3) Quando sarete nella luce cosa farete?

Queste frasi stonerebbero nel vangelo di Luca, ma sono perfettamente funzionali e logiche nel Vangelo di Tommaso Didimo al quale va data una diversa significazione sia alla prima che alla quarta frase.

Innanzi tutto la quarta frase nel Vangelo di Tommaso Didimo dice:

4) Nel giorno in cui eravate uno, siete diventati due, ma allorché siete diventati due che cosa farete?

Non è due che diventa uno mediante il matrimonio, ma è uno che diventa due. Ora c'è solo un'idea di "dualità" dove due sono riassunti in uno stando alla filosofia antica, ed è la dualità corpo-anima.

Un uomo o una donna che da uno diventano due come corpo della Natura e come corpo di luce.

Un corpo unico che diventa due corpi che vivono in due condizioni diverse è la chiave di lettura del paragrafo del Vangelo di Tommaso Didimo.

"I morti non sono vivi e i vivi non morranno". Non dice "I morti rinasceranno". Dice che i morti sono proprio morti e se prima erano vivi, ora sono morti. Il passaggio è fra ciò che è un prima, l'essere vivo, e ciò che è ora, morto. Noi conosciamo solo corpi fisici, corpi della Natura, che sono stati vivi e ora sono morti. Noi non conosciamo nessun vivo che non morirà se non accedendo all'astrazione del concetto di "anima". Solo che Tommaso Didimo non parla di "anima" parla di " i vivi non morranno" anteponendoli ai "morti non sono vivi". Se noi pensiamo a corpi morti che non sono più vivi, dobbiamo pensare a corpi vivi che non muoiono e questo può essere solo il concetto di "corpo luminoso" quello che il corpo che muore costruisce nel corso della sua vita e che lo rende vivo in contrapposizione quei corpi vivi che non hanno costruito il loro corpo luminoso e che stanno semplicemente attendendo di morire perché sono già morti dentro.

Quando il vostro corpo fisico mangiava un altro corpo fisico che era morto, quello che mangiavate lo rendevate vivo in voi. Diventava voi. Partecipava alla vostra vita.

Ciò che è vivo, sta nella luce. La luce intesa come uno stato diverso dalla materia che viene intesa come oscura, la natura, dove i corpi muoiono a differenza della luce dove i corpi vivono e sono vivi. Pertanto diventa: "Quando, ciò che siete, la vostra coscienza, passerà da un corpo fisico ad un corpo luminoso e sarete nella luce, che cosa farete?" E allorché siete diventati due, un corpo fisico e un corpo luminoso, che cosa farete?

Se Tomaso Didimo pensa ai corpi fisici come corpi limitati nel tempo, limitati nei mutamenti e possibili a morire in contrapposizione a corpi luminosi, che, al contrario, vengono pensati come "eterni". Ecco che la frase di Giuda Tommaso Didimo " Passerà questo cielo e passerà ciò che è sopra di esso, i morti non sono vivi e i vivi non morranno" ha un senso religioso nella definizione di una realtà in essere che, per quanto immaginata, ha connessioni con la realtà vissuta.

A questa condizione inconcepibile per Luca e Matteo viene contrapposta la "legge divina" o la "legge dei profeti" che come metodo di coercizione e ricatto dell'uomo permane sempre uguale e costante come una spada di Damocle sospesa sulla testa del divenire dell'uomo e delle donne di ogni società presente e futura: "

Dice il Vangelo di Matteo:

"Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli."

Vangelo di Matteo 5, 17 - 19

E a Matteo fa eco Luca che dice:

"E' più facile che passi il cielo e la terra, anziché cada anche un solo apice della legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa una donna rinviata dal marito, commette adulterio".

Vangelo di Luca 16, 16 - 18

Non esiste nessuna correlazione fra il Vangelo di Giuda Tommaso Didimo e i Vangeli cristiani se non nell'uso di modelli formali che vengono significati e finalizzati in maniera talmente diversa da rendere irriconoscibile il principio enunciato.

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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