Scrive Giuda Tommaso Didimo nel sedicesimo paragrafo:
Gesù disse: "Forse gli uomini pensano che io sia venuto a gettare la pace sul mondo e non sanno che io sono venuto a gettare divisioni, fuoco e spada, guerra. Cinque saranno in una casa: tre contro due e due contro tre, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre. Ed essi se ne staranno soli."
In filosofia il termine pace sta ad indicare una condizione esistenziale priva di contraddizioni e di conflitti. Pace come assenza di conflitti dove l'esistenza è silenzio e l'obbedienza all'equilibrio dell'esistenza è vissuto con attenzione. Il termine pace è il termine usato dall'autorità sociale per perpetuare il proprio stato di autorità. Pace è l'ombra nera che avvolge gli Esseri Umani impedendo loro di rivendicare il loro Potere di Essere davanti al mondo perché pace significa assenza di modificazioni e di trasformazioni. Chi rivendica il proprio Potere di Essere dichiara guerra al mondo circostante. Una guerra che non è armata, non è fatta di spade e di bombardieri, ma è fatta di azioni, di idee, di propositi che tendono a modificare il presente vissuto.
Il problema cambia quando dal linguaggio che modifica il presente vissuto si inizia a parlare di " fuoco e spada, guerra".
A questo punto la questione cambia perché viene manifestata una precisa volontà di annientamento dell'altro, di colui che impedisce il dominio. Non si parla più di modificazione del presente in funzione di un futuro, ma di annientamento di soggetti nel presente per impedire un futuro possibile. La nascita del nuovo futuro avviene per annientamento, per genocidio, perpetrato nel presente.
In effetti, l'annientamento dei figli che non obbedivano ai padri era ben presente nella cultura ebraica.
Ordina il Dio di ebrei e cristiani:
Se un uomo ha un figlio caparbio e ribelle, che non ubbidisce alla voce di suo padre né di sua madre e che non dà loro retta neppure dopo che l'hanno castigato, suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condurranno dagli anziani della sua città, alla porta della località dove abita, e diranno agli anziani della sua città: "Questo nostro figlio è caparbio e ribelle; non vuole ubbidire alla nostra voce, è senza freno e ubriacone"; allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno a morte. Così toglierai via di mezzo a te il male, e tutto Israele lo saprà e temerà.
Deuteronomio 21, 18 - 21
Il Deuteronomio ha dichiarato guerra ad ogni figlio che chiede di essere indipendente dai propri genitori. Il Deuteronomio impone ai figli di essere schiavi dei propri genitori e consente ai genitori (al padre) di far violenza ai propri figli senza per questo subire punizioni.
Questa condizione sancisce l'ideologia del possesso dei figli ad opera dei genitori. I figli non sono persone in sé, ma sono "figli di... un padrone" al quale sottostanno e al quale debbono obbedienza. In sostanza, un altro modo per dire che i figli sono schiavi dei loro genitori.
Per rompere i legami del possesso in una situazione in cui i "genitori" hanno diritto di vita o di morte sui figli e nessun dovere nei loro confronti è necessaria tanta violenza quanta messa in atto dal padre per ridurre il figlio alla sottomissione. Il padre ha dichiarato guerra al figlio ancor prima che il figlio nascesse. Il padre, in quanto padre, è già contro il figlio. Il figlio può raggiungere la sua libertà soltanto combattendo suo padre. Questo fintanto che la società modificherà i valori sociali e giuridici costringendo i padri ad assumere doveri e responsabilità nella costruzione dei figli, in quanto soggetti sociali, e del loro futuro.
Quando la società impone i doveri ai padri nei confronti dei figli, distrugge la conflittualità che l'assolutismo dei padri nei confronti dei figli ha imposto ai figli. "Ed essi se ne staranno soli" così termina il paragrafo.
La conflittualità di Tommaso Didimo è un conflitto gettato sul mondo, ma circoscritto ai rapporti familiari. Quel "se ne staranno soli" appare una conseguenza del conflitto che può significare: ed essi conquisteranno la propria individualità!
Nel Vangelo di Matteo è scritto:
Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Vangelo di Matteo 10, 34 - 39
Nel Vangelo di Matteo, a differenza del Vangelo di Tommaso Didimo, il conflitto ha una finalità: " Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me".
La guerra, il conflitto, non riguarda rapporti familiari o interpersonali, ma questioni di fede, questione di "amare Gesù". Chi "ama Gesù" fa guerra a chi non "ama Gesù" e la spada per la guerra sulla terra non riguarda i rapporti fra le persone, ma è la guerra fra chi "ama Gesù" e chi non "ama Gesù".
E' la guerra del padre che "ama Gesù" contro il figlio che "non ama Gesù" e la guerra del figlio che "ama Gesù" contro il padre che "non ama Gesù". La guerra della figlia che "ama Gesù" contro la madre che "non ama Gesù" e la guerra della madre che "ama Gesù" contro la figlia che "non ama Gesù". La guerra della suocera che "ama Gesù" contro la nuora che "non ama Gesù" e la guerra della nuora che "ama Gesù" contro la suocera che "non ama Gesù".
A questo punto la logica conseguenza è la guerra di un "popolo" che "ama Gesù" contro un altro popolo che "non ama Gesù".
Mentre nel Vangelo di Tommaso Didimo la questione riguarda la "famiglia" in sé, nel Vangelo di Matteo si trasforma in una vera e propria dichiarazione di guerra contro ogni società civile. Un atto di guerra che insanguinerà la storia con centinaia di milioni di uomini e donne sterminati.
Il Vangelo di Matteo realizza quanto scritto nel Deuteronomio:
"Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico che è come te stesso, t'istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dèi, dèi che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all'altra della terra, tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una tale azione malvagia."
Deuteronomio 13, 7 - 12
Sterminare chi ama Dèi diversi è l'ordine del Dio degli ebrei che diventa l'ordine di guerra di Gesù. Sterminare chi non ama Gesù che promette, a chi perde la vita nelle guerre per la gloria di Gesù, di avere la vita eterna: "chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà".
Per quanto riguarda il passo del Vangelo di Matteo " Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me" questo fa il verso al paragrafo 101 di Tommaso Didimo dove, al contrario che nel Vangelo di Matteo, Tommaso Didimo fa dire a Gesù che il suo discepolo deve odiare suo padre e sua madre come Gesù odia suo padre e sua madre. Questo, comunque, lo vedremo a suo tempo.
Scrive Luca nel suo vangelo:
"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".
Diceva ancora alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. 56 Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo".
Vangelo di Luca 12, 49 - 59
Anche nel Vangelo di Luca lo scopo è la distruzione. Non solo la distruzione della famiglia, ma la distruzione delle società in vista della fine del mondo.
A Luca interessa sottolineare la fine del mondo perché, per lui, Gesù annuncia la fine del mondo che gli uomini non sono in grado di interpretare dai segni che vedono. "Perché non giudichi ciò che è giusto?". Luca usa uno stratagemma retorico per ottenere l'idea della fine del mondo.
Da un lato usa esempi concreti, lo scirocco che porta il caldo e l'arrivo di nubi che preannunciano pioggia, dall'altro lato suscita l'angoscia per i problemi sociali che annuncerebbero l'imminente fine del mondo.
Va da sé che sicuramente c'era un corpo dottrinale in cui si annunciava che qualcuno era venuto per portare guerra nel mondo, ma la qualità di quella guerra e i suoi fini sono diversi da vangelo a vangelo, da intenzioni a intenzioni.
Sta di fatto che i Vangeli cristiani hanno messo a ferro e fuoco il mondo, hanno sterminato, ucciso in nome di Dio e di Gesù come in Deuteronomio 20 dove il Dio di ebrei e cristiani dice:
Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l'assedierai. Quando il Signore tuo Dio l'avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato. Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che non sono città di queste nazioni.
Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare, perché essi non v'insegnino a commettere tutti gli abomini che fanno per i loro dèi e voi non pecchiate contro il Signore vostro Dio.
Deuteronomio 20, 10 - 18
Questa è la pratica che abbiamo visto mettere in essere da parte dei cristiani.
Dunque, un conto è interpretare Tommaso Didimo e un altro conto è interpretare lo stesso passo nei vangeli di Matteo e Luca. Nei vangeli di Matteo e Luca la spada e il fuoco di Gesù hanno il significato di un ordine fisico con cui sterminare le persone, come è sempre avvenuto, in Tommaso Didimo appare, quanto meno, una diversa prospettiva di significato.
Marghera 22 dicembre 2021
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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