Il vangelo di Tommaso Didimo
dove è il principio, là sarà la fine

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Ventunesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel diciottesimo paragrafo:

I discepoli di Gesù dissero: "Manifestaci quale sarà la nostra fine". Gesù rispose: "Avete scoperto il principio voi che vi interessate della fine? Infatti nel luogo ove sta il principio, là starà pure la fine. Beato colui che sarà presente nel principio! Costui conoscerà la fine e non gusterà la morte".

In questo paragrafo, a primo acchito, Tommaso Didimo sembra riprendere l'idea dei platonici-neoplatonici secondo cui tutto proviene dall'Uno e tutto torna all'Uno.

Solo che la domanda e la risposta sono aperte, si prestano a diverse interpretazioni: "Dal momento che ti interessi della fine, devi scoprire da dove, la trasformazione nella quale stai vivendo, è iniziata". Un po' come dire: "Se vuoi sapere come sarà il tuo domani devi sapere che cosa c'è oggi che contribuisce a costruire il domani in cui vivrai".

Diventa complesso quando il principio sta in un luogo e non in un tempo a meno che il tempo non sia pensato come luogo. Questo riconduce al platonismo nella relazione fra l'Uno e gli Altri del Parmenide. L'Uno è allo stesso tempo luogo e inizio temporale in molti passi della descrizione nel Parmenide. L'Uno è anche il fine di tutte le cose.

I vangeli dei cristiani risolvono la questione affermando che l'inizio è nella creazione di Dio. I cristiani non si chiedono "dove sta il principio" dal momento che per loro il principio sta nella creazione di Dio. Allo stesso modo i cristiani non si chiedono dove sta la fine dal momento che i vangeli cristiani dicono:

Dal vangelo di Marco:

Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che ciò non accada d'inverno; perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni. Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui, ecco è là", non ci credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!".

Vangelo di Marco 13, 14 - 37

E il Vangelo di Matteo:

Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto.
Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: E' in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

Vangelo di Matteo 24, 21 - 36

I cristiani danno questa risposta a "quale sarà la loro fine" e quella fine diventa uno strumento di terrore e di ricatto degli uomini e delle donne affinché si sottomettano alla volontà del loro Dio padrone.

La risposta data da Tommaso Didimo è aperta a molte conclusioni, invita a riflettere sull'inizio delle trasformazioni della vita anche se parla di "un luogo". La riflessione forma la conoscenza e conduce le trasformazioni dell'uomo che, vivendo, riflette sulle condizioni e sulla realtà della sua esistenza.

Nel cristianesimo non esiste riflessione. Il cristianesimo impone agli uomini una fede e coltiva quella fede mediante il terrore: " Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte".

Dunque, ogni volta che i vari popoli hanno problemi, come ad esempio la seconda guerra mondiale, gli uomini devono aspettarsi che il Sole si oscuri, la Luna non dia più luce, le Stelle cadano sulla Terra e tutte le potenze del cielo siano sconvolte.

Ogni volta che gli uomini hanno problemi non devono affannarsi a risolvere quei problemi, ma devono essere terrorizzati nell'attesa dello sconvolgimento dei cieli.

Tutto questo innesca un sistema di controllo dell'uomo da parte delle gerarchie cristiane per cui, ogni volta che gli uomini hanno problemi, invitano gli uomini a pentirsi e a prepararsi per la fine del mondo. In questo modo gli uomini rimangono nei problemi e, non arrivando la fine del mondo, aggravano le loro condizioni di vita trasformandosi in supplici bisognosi di aiuto. Come nella tradizione delle religioni del cargo con cui i cristiani costruirono la miseria fra popoli benestanti per poterli schiavizzare e dominare.

Marghera, 23 dicembre 2021

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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