Scrive Giuda Tommaso Didimo nel diciannovesimo paragrafo:
Gesù disse: "Beato colui che era prima di divenire. Se diverrete miei discepoli e ascolterete le mie parole, queste pietre saranno al vostro servizio. In paradiso, infatti, avete cinque alberi che non cambiano né d'estate né d'inverno e le loro foglie non cadono: colui che li conosce non gusterà la morte".
Essere, prima di "venir in essere", implica un non essere.
A cosa si riferisca il Gesù di Tommaso Didimo non è dato saperlo. Possiamo solo fare delle ipotesi che lasciano il tempo che trovano. L'acqua è prima di esprimersi nella forma di fiume. L'acqua è prima di divenire. Ma anche l'energia vitale esiste in potenza prima di diventare coscienza dentro un corpo. Anche in una concezione platonica l'anima è prima di "animare" un corpo.
La frase messa così è fine a sé stessa e si nutre dell'immaginazione di chi l'ascolta proiettando in essa il significato che chi ascolta immagina.
La seconda frase è più esplicita e indica chiaramente il premio che viene concesso a chi si sottomette a Gesù. Se tu ti sottometti a me, dice Gesù, "queste pietre saranno al vostro servizio". Sottomettersi, diventare discepoli di Gesù, implica l'aver fede in Gesù. Significa credere che tutte le possibilità ventilate dalla promessa di realizzino.
Lo stesso concetto lo possiamo trovare nei vangeli dei cristiani.
Scrive Marco:
La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: "Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato". Rispose loro Gesù: "Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà.
Vangelo di Marco 11, 20 - 24
E ancora:
Egli rispose loro: "A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico che se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile".
Vangelo di Matteo 17, 20
Si tratta sempre del premio per la fede nel "maestro" solo che, un premio è definito come le pietre che si mettono al servizio della persona mentre, nei vangeli cristiani, il premio è il potere concesso al seguace di distruggere l'ambiente spostando montagne e gettandole in mare (o sulla testa del malcapitato di turno).
Il pregare diventa un atto di guerra che coinvolge la magia dell'attività di Dio mediante la fede in Dio.
L'uomo che ha fede e prega coinvolge le emozioni dello spettatore. La fede è un atto emotivo attraverso il quale una persona veicola le sue emozioni nel mondo dimostrando che le sue emozioni sono controllate da condizioni precise: la sottomissione a Dio.
L'azione del pregare ha due effetti completamente separati fra loro. L'attore che prega vive in un mondo immaginario conchiuso nella sua testa e separato dal mondo reale. Lo spettatore è coinvolto dalla fede fatta emozione che supplica le sue emozioni di non rimuovere gli oggetti della sottomissione dell'attore per non procurargli dolore. Fintato che l'attore vive nel suo mondo immaginario, alimenta la preghiera con le sue emozioni deliranti. Nel momento stesso che si rimuove il mondo immaginario, l'attore che prega diventa disperato perché si ritrova smarrito nel mondo reale.
Nella testa dell'attore che prega, le montagne si gettano a mare perché Dio interviene per compensare la sua fede e le pietre si mettono al suo servizio per volontà di Dio.
Non si prega davanti ad un leone affamato. Il leone ti sbrana sia che tu preghi o non preghi. Si prega per ottenere con-passione e pietismo davanti agli uomini per non prendersi la responsabilità degli effetti di azioni distruttive: "preghiamo per le vittime dell'alluvione!". Che significa che, della gente che è crepata non ci frega nulla, sono affari loro, ma non è il momento, "non vedete che stiamo pregando?", di chiederci perché non abbiamo costruito argini adeguati al fiume. Così, pregando, si allontana il dovere di responsabilità.
E, come premio, infine, avrete in paradiso cinque alberi che non cambiano. A patto che diventiate miei seguaci e fate quello che io vi dico di fare.
Certo che un conto è "avere pietre al servizio" e un altro conto è seccare un albero dopo averlo maledetto. Mi piacerebbe molto vedere un albero che si secca dopo averlo maledetto da un uomo o da un Dio senza nessun'altra azione fisica.
Marghera, 02 gennaio 2022
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Claudio Simeoni
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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