Scrive Giuda Tommaso Didimo nel ventiduesimo paragrafo:
Gesù vide dei bimbi che succhiavano il latte. Disse ai discepoli: "Questi bambini che prendono il latte assomigliano a coloro che entrano nel regno". Gli domandarono: "Se noi saremo bambini entreremo nel regno?" Gesù rispose loro: "Allorché di due farete uno, allorché farete la parte interna come l'esterna, la parte esterna come l'interna e la superiore come l'inferiore, allorché del maschio e della femmina sarete un unico essere sicché non vi sia più né maschio né femmina, allorché farete occhi in luogo di un occhio, una mano in luogo di una mano, un piede in luogo di un piede e un'immagine in luogo di un'immagine, allora entrerete nel Regno".
Il senso appare come la necessità, espressa dal Gesù di Tommaso, di una condizione di unità per entrare nel regno come immaginato da Tommaso.
L'idea della formazione dell'unità, per ciò che si ritiene diviso, al fine di conquistare il "regno" si trova in alcuni testi apocrifi. Dalle note di Luigi Moraldi leggiamo che trova il medesimo concetto nel Vangelo degli Egizi, il vangelo degli Encratisti. La caratteristica dell'encratismo era la totale condanna della donna e maledicevano Dio per averli creati maschi e femmine. Si astenevano dal sesso, dalla carne e dal vino. Vivevano di ascetismo, come i cinici prima di loro, in una perenne ricerca dell'unità di sé alla maniera socratica. Moraldi rintraccia le affermazioni in una citazione di Clemente Alessandrino che confutava le tesi dell'encratismo.
Il concetto è ripreso anche negli "Atti di Pietro", un testo apocrifo del "nuovo testamento" in cui si dice:
"il Signore dice in un mistero: "Se della destra non fate sinistra e della sinistra destra, inferiore ciò che è superiore, e anteriore ciò che è posteriore, non comprenderete il Regno"
Il testo prosegue con Pietro crocifisso a testa in giù che dice:
" E la figura che voi vedete contemplandomi sospeso è l'immagine dell'uomo che nacque per primo".
Moraldi, I vangeli gnostici, editore Adelphi, 1989, p. 92 - 93
Il discorso è presente anche negli "Atti di Tommaso", un altro testo apocrifo che racconta della predicazione di Tommaso verso l'India. La predicazione di Tommaso descritta negli "Atti di Tommaso" è considerata come una predicazione di ascetismo encratico.
Scrivono negli Atti di Tommaso:
" Ho fatto esterno l'interno; possa la tua volontà adempiersi in tutte le mie membra".
Moraldi, I vangeli gnostici, editore Adelphi, 1989, p. 93
Altre citazioni simili sono riprese ancora nel Vangelo degli Egizi e vengono riportate dalla II lettera Clemente Alessandrino.
E' indubbio che questo passo del Vangelo di Tommaso Didimo, al di là delle interpretazioni e delle veicolazioni ideologiche che assume nelle interpretazioni, ha un carattere morale e religioso. Si tratta di un carattere morale e religioso che viene respinto dai vangeli dei cristiani, in particolare nel Vangelo di Matteo, dove il "di due farne uno" assume una connotazione di dominio sociale.
E' il noi contro di loro. Noi siamo i buoni e loro i malvagi. Loro devono essere distrutti perché sono malvagi, così, di due, se ne fa uno.
Tutto il testo di Matteo non appare come la necessità di relazione religiosa fra l'uomo e il mondo, ma come il proclama di un agitatore sociale il cui scopo è criminalizzare la gestione del potere sociale per abbatterlo.
Mentre in Tommaso Didimo il "regno", comunque lo si voglia pensare e descrivere, appartiene ad una dimensione religiosa propria dell'uomo che affronta la propria vita, nel vangelo di Matteo il "regno" è la conquista del potere e l'instaurazione di una monarchia sociale.
Il "regno" del Gesù di Matteo non è un "regno dei cieli", ma è un atto di guerra e di eversione dell'ordine costituito per l'instaurazione di un "re", di un "Gesù padrone di uomini".
Scrive Matteo:
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. [Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! Che divorate la case delle vedove, col pretesto di lunghe orazioni: per questo sarete giudicati più severamente. NOTA, questo versetto manca in molte bibbie]. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".
Vangelo di Matteo 23,
Il primo "due che diventa uno" nel Vangelo di Matteo sono "Scribi e Farisei". Due sono le figure che diventano "uno": il nemico da combattere!
"Obbedite loro" dice Gesù in Matteo "ma non fate secondo le loro opere". Infatti, continua il Gesù di Matteo " Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito."
Non mi risulta che nei vangeli Gesù abbia mai portato fardelli nella propria vita. Non ha mai scaricato sacchi di cemento o sabbia, sacchi di grano, condotto carovane di commercianti, guidato navi, arato campi, ecc. L'unico "fardello" che si sarebbe caricato sulle spalle sarebbe la croce, ma questo non conta perché era prigioniero, condannato a morte da un tribunale e chiunque, sia stato condannato in quel tempo per i medesimi reati di eversione dell'ordine sociale, veniva condannato a morte per crocifissione.
Pertanto, l'accusa che rivolge a Scribi e Farisei di non essersi fatti carico di lavori pesanti è assolutamente arbitraria: di due, Scribi e Farisei, ne fa un nemico da annientare militarmente. Di due, sé stesso e la società, il Gesù di Matteo deve farne una distruzione per rimanere solo lui come re.
Tutto ciò che fa il Gesù di Matteo lo fa per essere ammirato dagli uomini in modo che questi siano indotti a pensare che sia il figlio del Dio padrone legittimo "re" degli ebrei per discendenza davidica. Gesù ama l'essere onorato e disprezza le persone: esalta Maria che gli versa profumo sui piedi e disprezza Marta che lavora per preparargli la cena.
Gesù di Matteo disprezza le persone che, grate ad un Fariseo o uno Scriba, lo salutano col nome di "rabbi" riconoscendogli il suo comportamento onorevole, perché questo inficia l'odio che Gesù vuole istillare per i Farisei e gli Scribi al fine di poterli ammazzare.
E non chiamate nessuno "padre", perché solo mio padre è vostro padre e voi siete "fratelli", ma sottomessi a me. E' sempre la logica del due in uno nel Vangelo di Matteo.
Si tratta di una serie di accuse vuote volte ad alimentare l'odio per fini di guerra. Non indica dei problemi e le loro soluzioni. Indica l'odio per l'annientamento dove, ad esempio, quando dice:
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti."
Vangelo di Matteo 23, 29 - 31
Il Gesù di Matteo sta dimenticando che Gesù, è "figlio di Dio" (Matteo 3, 17) e come tale è figlio del macellaio di Sodoma e Gomorra. E' figlio dell'assassino che si vanta di aver macellato tutta l'umanità col diluvio universale. La domanda è: uno che predica l'odio come Gesù, si sarebbe associato a suo padre nel macellare gli abitanti di Sodoma e Gomorra, oppure tutti gli abitanti della terra col diluvio universale? Gesù legittima il genocidio operato a Sodoma e Gomorra quando dice in Luca 10, 12:
"Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città."
Però il Vangelo di Matteo si permette di accusare i Farisei di essere discendenti di assassini. E' il caso di dire al Gesù di Matteo di "togliersi la trave dall'occhio" prima di parlare della "pagliuzza dei Farisei".
In tutte le accuse deliranti del Gesù in Matteo non c'è una frase per dire: "Voi fate questo, ma sarebbe meglio fare quello!". Non c'è un "noi" come insieme sociale, ma c'è il modello ideologico di: io Gesù sono buono, voi Farisei e Scribi siete cattivi, voi Farisei e Scribi dovete morire (condannati alla Gaenna) perché io buono possa trionfare. Il Gesù di Matteo propone il modello ideologico della strage e del genocidio come soluzione di quelli che lui considera "problemi sociali".
Tutto il vangelo di Matteo tende a descrivere un criminale che vuole la conquista politica di Gerusalemme e incoronarsi re degli ebrei. Al contrario, il "regno" di Tommaso Didimo appare un "regno" diverso da "questa terra". Appare come un soggetto spirituale, al di là che si vogliano o meno condividere i principi degli encratici o che si voglia interpretare quelle parole in un diverso modo.
Se poi osserviamo i cristiani delle varie confessioni al giorno d'oggi, a loro andrebbero attribuite, dal punto di vista sociale, tutte le accuse che il Gesù di Matteo rivolge ai Farisei. Pensate all'ostentazione della ricchezza e dei paramenti sacri; all'occupazione della cultura col ricatto di chi ha una diversa cultura; al denaro (eredità) sottratto alle vedove; al fatto che papa, vescovi e preti non lavorano ma sottraggono ricchezza alla società civile; dividono la società in classi sociali imponendo la miseria e la povertà sociale; stuprano bambini; i preti mentono e rubano, ingannano le persone rubando loro il futuro; e si potrebbe continuare.
Questo dimostra la pretestuosità delle accuse del Gesù di Matteo ai Farisei e agli Scribi. Non era nel progetto eversivo del Gesù di Matteo quello di modificare i rapporti con le persone che avevano, secondo lui, i Farisei e gli Scribi, ma era quello di sostituire i cristiani ai Farisei e agli Scribi affinché fossero i cristiani a beneficiare del ruolo economico e sociale.
Nel Gesù di Matteo siamo davanti a quella che chiameremo oggi una sorta di "guerra di mafia" per contendersi il controllo del territorio, delle persone e delle attività produttive. Ovviamente in questa guerra, Toto Reina e Provenzano, alla fine finiscono in galera come Gesù solo che la pena per il Gesù criminale è quella di 2000 anni fa. Però, le finalità dei crimini non sono diverse fra Gesù e Provenzano tant'è che, come Gesù agiva come "figlio del Dio padrone descritto nella bibbia", Provenzano fu arrestato con la bibbia che era la sua fonte di ispirazione: "figlio di Dio".
E, infine, vale la pena di riflettere su un'altra questione relativa a questo paragrafo del vangelo di Tommaso Didimo. Chiedono gli "apostoli" al Gesù di Tommaso Didimo:
"Gli domandarono: "Se noi saremo bambini entreremo nel regno?"."
Sono adulti che chiedono se essere come bambini consente loro di entrare nel "regno". L'adulto può scegliere quello che vuole per ciò che desidera ottenere pagando il prezzo per le sue scelte.
Al contrario, nei vangeli cristiani i bambini non possono scegliere e devono essere sottomessi. Qualcuno porta dei bambini a Gesù. Per che cosa?
Scrive il Vangelo di Marco:
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
Vangelo di Marco 10, 13-16
I bambini sono oggetti posseduti. Forse si dice che i bambini accarezzano Gesù? No! E' Gesù che accarezza i bambini in quanto oggetti da possedere mediante le carezze. La scena non è " Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite", ma è "Lasciate che chi possiede i bambini li portino a me e non impediteglielo". Proprio perché il bambino è oggetto di possesso di Gesù diventa meritevole del "regno di Dio".
Mentre in Tommaso Didimo il farsi bambino è privarsi del diritto di essere un cittadino per farsi suddito compiacendo Dio; in Marco il bambino è un oggetto d'uso che, privo della capacità di discriminare fra la condizione di cittadino o di suddito, diventa oggetto di possesso e valore d'uso per Gesù in nome di Dio.
Da qui la pratica della pederastia ad opera dei cristiani e dei preti ortodossi e cattolici, protestanti ecc.
Marghera, 20 gennaio 2022
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
Sito di Claudio Simeoni
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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