Scrive Giuda Tommaso Didimo nel ventisettesimo paragrafo:
Gesù disse: "Se non digiunate verso il mondo, non troverete il Regno. Se non osservate il sabato come un sabato, non vedrete il padre".
Nel paragrafo 14, Tommaso Didimo dice: "Se digiunerete vi attribuirete un peccato;".
Il digiuno, per il vangelo di Tommaso Didimo, è in relazione con il peccato.
Da qui il passaggio logico: siccome avete peccato rimanendo nel mondo, nella società, non troverete il "regno" se non digiunerete separandovi dalla società. Digiunare verso il mondo appare come un "isolarsi dalla società".
Pertanto, se la società ha bisogno di te, ma tu necessiti di trovare il "regno", devi rinunciare a soccorrere la società nelle sue necessità perché questo ti priverebbe della possibilità di trovare il "regno".
Inoltre, continua il paragrafo del Vangelo di Tommaso Didimo, "se non osservi il sabato come il sabato non troverete il padre". Se non ti astieni dal lavoro e da ogni altra attività il sabato non troverai il "padre".
I due punti per trovare il "regno" e il "padre", elencati da Tommaso Didimo, sono: "separarsi dalla società" e "cessare di lavorare almeno il sabato".
Nei vangeli cristiani, del digiuno si dice
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane". Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo".
Vangelo di Luca 4, 1-4
Intanto Gesù per 40 giorni, stando al vangelo di Luca, non ha digiunato perché per quaranta giorni non ha mai avuto fame. O ha combattuto contro la fame, e allora ha digiunato; o non ha combattuto contro la fame, e allora non ha digiunato. Io posso dire "non ho mangiato per quattro ore". Non posso dire di aver digiunato per quattro ore fra un pasto e l'altro.
Luca non descrive un "digiuno", ma favoleggia sulla supremazia di Gesù che viene dimostrata, secondo lui, dal lungo tempo che intercorre fra un pasto e un altro. Molti animali lo fanno, senza per questo considerarsi superiori.
E ancora:
I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore.
Vangelo di Marco 2, 18 - 21
Il passo del Vangelo di Marco si collega sia al paragrafo 14 del Vangelo di Tommaso Didimo che a questo paragrafo (28).
Il non digiuno, proclamato da Gesù nei confronti di chi digiuna (seguaci di Giovanni e farisei), è un atto di separazione dalla società. Se i seguaci di Giovanni e i Farisei non avessero digiunato, per marcare la separazione dai seguaci di Giovanni e dai farisei, Gesù avrebbe proclamato il digiuno.
L'atto del digiunare è un atto di separazione emotiva e fattiva di sé stessi, o del gruppo, dalla società nel suo insieme che, al contrario, non digiuna.
Il principio esposto da Tommaso Didimo suona come: "Se vuoi trovare il regno devi digiunare per separarti dalla società (digiunare verso il mondo)" dove il Gesù dei cristiani dice: "Non c'è bisogno che i miei adepti digiunino in quanto io, il loro padrone, sono qui a separarli dalla società". Poi, continua il Gesù dei cristiani, quando io non ci sarò più, allora spetterà a loro marcare la distanza fra il gruppo e la società e lo faranno digiunando.
Discorso analogo è per il sabato.
Scrive Marco nel suo vangelo:
I farisei gli dicevano: "Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?". Ed egli rispose loro: "Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!". E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".
Marco 2, 24 -27
Scrive Luca nel suo vangelo:
Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: "è lecito o no guarire di sabato?". Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: "Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?". E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Luca 14, 1-6
La questione nei vangeli cristiani è quella di separarsi dalla società in cui si opera per poterla aggredire. Per il gruppo, che deve aggredire la società, la legge o la regola viene sospesa. Il gruppo che aggredisce la società non si ritiene vincolato dalla legge o dalla norma che viene imposta alla società. Lui è al di fuori delle leggi e delle regole stabilendo delle regole proprie.
Non si tratta di dire se è giusto o non è giusto fare una cosa. Si tratta di una giustizia che deve essere a favore dell'intera società. Se raccogliere cibo è necessario e la regola del sabato lo vieta, non si infrange la norma del sabato per attribuirsi un profitto a discapito di altri, ma si chiede la modifica della norma per tutta la società. Al contrario, il mafioso, che intende aggredire la società per i propri interessi, non modifica la norma, ma pretende per sé la violazione della norma per favorire i propri interessi.
Appare del tutto diverso il modo di rapportarsi con le norme del sabato dichiarata da Tommaso Didimo e l'uso del sabato come imposto dai cristiani attraverso il Gesù dei loro vangeli.
Va osservato che la modalità di porsi davanti al sabato dei cristiani ha contribuito ad eliminare dalla società tutte le antiche feste e i giorni di riposo per i servi e gli schiavi. Ogni giorno, per loro, fu un giorno di lavoro e di fatica.
Marghera, 23 marzo 2022
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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